Per vincere il PD deve dividersi.La destra lo ha già' capito
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Re: Per vincere il PD deve dividersi.La destra lo ha già' ca
Il punto di vista di Cacciari
Repubblica 25.11.13
Cacciari: “Diciamo la verità: se il sindaco diventerà segretario metterà in difficoltà l’esecutivo e lo stesso partito”
“Il Pd doveva dividersi, ma ormai è troppo tardi”
intervista di Andrea Montanari
MILANO — Massimo Cacciari, il Pd si rinnoverà con la sfida dei tre candidati ammessi alle primarie?
«Non è una questione di età. Il cambio generazionale è ormai inevitabile. Nel centrosinistra come del resto nel centrodestra. Mi pare che alla fine Renzi, Cuperlo e Civati non dicano cose molto diverse. Tutti e tre devono dire che le riforme sono necessarie, che bisogna ridurre la spesa pubblica, i costi della burocrazia. La vera questione non sono i programmi».
Cuperlo polemizza con Renzi e dice che il partito non rappresenta il volto buono della destra.
«Cosa vuol dire? Il problema non è la divisione tra destra e sinistra.
È chiaro che Renzi gioca per la premiership ed è stato obbligato a passare da queste primarie.
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Sa benissimo che in realtà non potrà fare tutte le cose che dice.
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(capita che ogni tanto qualcuno se ne accorge, nel Paese delle meraviglie - ndt)
Il suo compito dovrebbe essere quello di traghettare questo governo al semestre europeo senza peggiorare la situazione.
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Ma diciamolo una buona volta senza ipocrisie. Se Renzi diventerà segretario del Pd metterà in difficoltà il governo Letta e lo stesso Pd. La parte del responsabile la sta facendo il presidentedel Consiglio non Renzi».
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Renzi, però, ieri ha ribadito che il governo con lui dovrà cambiare rotta.
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«Lo dice ora, ma dubito molto che in questo caso la classe dirigente del Pd gli lascerebbe continuare a fare il segretario.
Il vero problema è che il Pd è fallito, anzi non è mai nato.
Lo sanno benissimo sia D’Alema, Veltroni, Renzi, Cuperlo e Civati.
Tutti però devono continuare a fingere di non saperlo perché il partito non sarebbe in grado di fare una separazione consensuale.
Se il Pd si sfascia adesso è un disastro per tutti.
A cominciare dal governo.
E questo sfascio rischia di pagarlo alle prossime elezioni».
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(ALLA BUON'ORA, MEGLIO TARDI CHE MAI. MA CACCIARI QUESTE COSE DOVEVA DIRLE PRIMA. ADESSO E' TROPPO TARDI. IL PAESE E' COLLASSATO - ndt)
Perché?
«Basta vedere quello che sta succedendo nel centrodestra dove, invece, sta avvenendo proprio quel divorzio consensuale che avrebbe dovuto fare il Pd. Alle prossime elezioni il centrodestra sarà composto dai berlusconiani guidati magari da una figlia del Cavaliere, gli alfaniani, la Lega e gli ex missini. Dall’altra parte, invece, ci sarà un solo partito e in più sfasciato ».
C’è tempo per rimediare?
«No. Bisognava farlo prima. Il Pd doveva dividersi tra la sua componente ex democristiana e quella più di sinistra. Ma in questo momento non può farlo».
Renzi ripete che con lui segretario del Pd la Cancellieri si
sarebbe dovuta dimettere
«Anche questa è stata una frase strumentale. Che la Cancellieri avrebbe dovuto dimettersi è fuori discussione, ma Renzi non può dire se fossi al posto di Letta la farei dimettere. Non dimentichiamo che c’era chi aveva proposto la Cancellieri tra i candidati per la presidenza della Repubblica. La verità è che Renzi vorrebbe andare subito al voto».
Andrà così?
«Se una volta segretario del Pd sarà coerente con quello che dice oggi prevedo che il partito andrà in fibrillazione e il governo pure. Ma non lo credo. Oltretutto è vero che ormai siamo il paese del carnevale perpetuo, ma qualcuno dovrebbe pur chiedersi seriamente come farà mai Renzi a fare contemporaneamente il segretario del Pd e il sindaco di Firenze»?
Repubblica 25.11.13
Cacciari: “Diciamo la verità: se il sindaco diventerà segretario metterà in difficoltà l’esecutivo e lo stesso partito”
“Il Pd doveva dividersi, ma ormai è troppo tardi”
intervista di Andrea Montanari
MILANO — Massimo Cacciari, il Pd si rinnoverà con la sfida dei tre candidati ammessi alle primarie?
«Non è una questione di età. Il cambio generazionale è ormai inevitabile. Nel centrosinistra come del resto nel centrodestra. Mi pare che alla fine Renzi, Cuperlo e Civati non dicano cose molto diverse. Tutti e tre devono dire che le riforme sono necessarie, che bisogna ridurre la spesa pubblica, i costi della burocrazia. La vera questione non sono i programmi».
Cuperlo polemizza con Renzi e dice che il partito non rappresenta il volto buono della destra.
«Cosa vuol dire? Il problema non è la divisione tra destra e sinistra.
È chiaro che Renzi gioca per la premiership ed è stato obbligato a passare da queste primarie.
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Sa benissimo che in realtà non potrà fare tutte le cose che dice.
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(capita che ogni tanto qualcuno se ne accorge, nel Paese delle meraviglie - ndt)
Il suo compito dovrebbe essere quello di traghettare questo governo al semestre europeo senza peggiorare la situazione.
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Ma diciamolo una buona volta senza ipocrisie. Se Renzi diventerà segretario del Pd metterà in difficoltà il governo Letta e lo stesso Pd. La parte del responsabile la sta facendo il presidentedel Consiglio non Renzi».
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Renzi, però, ieri ha ribadito che il governo con lui dovrà cambiare rotta.
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«Lo dice ora, ma dubito molto che in questo caso la classe dirigente del Pd gli lascerebbe continuare a fare il segretario.
Il vero problema è che il Pd è fallito, anzi non è mai nato.
Lo sanno benissimo sia D’Alema, Veltroni, Renzi, Cuperlo e Civati.
Tutti però devono continuare a fingere di non saperlo perché il partito non sarebbe in grado di fare una separazione consensuale.
Se il Pd si sfascia adesso è un disastro per tutti.
A cominciare dal governo.
E questo sfascio rischia di pagarlo alle prossime elezioni».
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(ALLA BUON'ORA, MEGLIO TARDI CHE MAI. MA CACCIARI QUESTE COSE DOVEVA DIRLE PRIMA. ADESSO E' TROPPO TARDI. IL PAESE E' COLLASSATO - ndt)
Perché?
«Basta vedere quello che sta succedendo nel centrodestra dove, invece, sta avvenendo proprio quel divorzio consensuale che avrebbe dovuto fare il Pd. Alle prossime elezioni il centrodestra sarà composto dai berlusconiani guidati magari da una figlia del Cavaliere, gli alfaniani, la Lega e gli ex missini. Dall’altra parte, invece, ci sarà un solo partito e in più sfasciato ».
C’è tempo per rimediare?
«No. Bisognava farlo prima. Il Pd doveva dividersi tra la sua componente ex democristiana e quella più di sinistra. Ma in questo momento non può farlo».
Renzi ripete che con lui segretario del Pd la Cancellieri si
sarebbe dovuta dimettere
«Anche questa è stata una frase strumentale. Che la Cancellieri avrebbe dovuto dimettersi è fuori discussione, ma Renzi non può dire se fossi al posto di Letta la farei dimettere. Non dimentichiamo che c’era chi aveva proposto la Cancellieri tra i candidati per la presidenza della Repubblica. La verità è che Renzi vorrebbe andare subito al voto».
Andrà così?
«Se una volta segretario del Pd sarà coerente con quello che dice oggi prevedo che il partito andrà in fibrillazione e il governo pure. Ma non lo credo. Oltretutto è vero che ormai siamo il paese del carnevale perpetuo, ma qualcuno dovrebbe pur chiedersi seriamente come farà mai Renzi a fare contemporaneamente il segretario del Pd e il sindaco di Firenze»?
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Re: Per vincere il PD deve dividersi.La destra lo ha già' ca
Carissimi, a furia di dividerci stiamo scomparendo.
La diaspora di Livorno '21 continua ....
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
_____________________
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Re: Per vincere il PD deve dividersi.La destra lo ha già' ca
Almeno nella diaspora di Livorno del ’21 si spaccava la sinistra.lucfig ha scritto:Carissimi, a furia di dividerci stiamo scomparendo.
La diaspora di Livorno '21 continua ....
Qui sono tutti democristiani.
1. Il vice-conte Max alla corte di papa Ratzinger - Il Fatto Quotidiano
www.ilfattoquotidiano.it › Cronaca
07/set/2011 - Ammirando la squisita eleganza di Massimo D'Alema, ci chiedevamo da anni da dove gli venisse tutta quella spocchia. La risposta l'abbiamo ...
1. D'Alema è un "nobiluomo" del Vaticano Il vice conte Max ...
http://www.ilgiornale.it/.../d-alema-no ... -emble...
08/set/2011 - Il Fatto pubblica delle foto del conte Max, allora ministro degli Esteri, infracchettato e superdecorato in un'udienza papale del 2006: più che il ...
1. l'omelia di don d'alema (baffino, dì qualcosa di sinistra!) - il conte ...
http://www.dagospia.com/.../lomelia-di- ... i-sini...
14/set/2011 - 1 - SE IL VICECONTE PONTIFICALE MAX SI TRAVESTE DA GIOVANARDI Luca Telese per http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/ltelese/.
1. Il vice-conte Max alla corte di papa Ratzinger - Il Fatto Quotidiano ...
247.libero.it/bfocus/.../0/il-vice-conte-max-alla-corte-di-papa-ratzinger/
07/set/2011 - Ammirando la squisita eleganza di Massimo D'Alema, ci chiedevamo da anni da dove gli venisse tutta quella spocchia. La risposta l'abbiamo ...
1. Il Viceconte Max - micromega-online - micromega
temi.repubblica.it/micromega-online/il-viceconte-max/
21/set/2011 - di Carlo Cornaglia Quanta strada il Viceconte diventato Rodomonte! Partì giovane pioniere nelle comuniste schiere.Fece vita di sezione,sognò ...
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Re: Per vincere il PD deve dividersi.La destra lo ha già' ca
Una cosa è certa a mio avviso.Alle prossime elezioni vincerà di nuovo il centrodestra.
Ora si sono divisi ma quando sarà il momento del voto faranno corpo unico per vincere.
Ciao
Paol11
A sentire Berlusconi, che ha dominato nell'ultimo decennio e oltre, EGLI NON è RIUSCITO A CAMBIARE L'ITALIA IN MEGLIO PERCHè DOVEVA GOVERNARE INSIEME AGLI ALTRI PER CUI CHIEDE E CHIEDEVA CHE TUTTI I VOTI FOSSERO PER LUI , cioè FI o PDL.
Quindi la proposta di Berlusconi è valida solo per vincere le elezioni e non per migliorare l'Italia.
Se la situazione è questa il bipolarismo che porta alla formazione di due schieramenti piuttosto vari al loro interno non andrebbe bene perchè porta a una condizione di paralisi che blocca la crescita.
Anche il PD potrebbe dividersi per poi presentarsi sotto uin' unica formazione e aumentare i consensi , ma con quali conseguenze per l'Italia ?
C'è purtroppo una terza forza , il M5S , che non vuole fare alleanze, e là ci sta una gran parte di voti di sinistra che ormai non si fida più dei partiti incapaci di riforme di sinistra, per cui se un Civati portasse con sè un 20% del PD con SEL ,Verdi, IdV e potesse allearsi con il M5S potremmo trovare iuna nuova coalizione vincente in grado di fare finalmente le riforme .
Re: Per vincere il PD deve dividersi.La destra lo ha già' ca
ma chi glielo deve dare a civati il 20% la fata turchina o la befana?
picciotti ma che volete altri cinque o sei partitini di pseudo sinistra dello zero virgola qualcosa che non significano niente di niente?
ma quale dividersi e dividersi ....o si faceva prima ( tipo l'anno scorso quando ci furono le altre primarie o una BOTTA DI ORGOGLIO quando fu della CARICA DEI 101 di prodi ...no che civati ha chiesto le dimissioni della cancellierona solo quando ha capito di avere il misero 9% nei circoli ...diffidate dai santerellini .... ) o adesso è una follia .
picciotti ma che volete altri cinque o sei partitini di pseudo sinistra dello zero virgola qualcosa che non significano niente di niente?
ma quale dividersi e dividersi ....o si faceva prima ( tipo l'anno scorso quando ci furono le altre primarie o una BOTTA DI ORGOGLIO quando fu della CARICA DEI 101 di prodi ...no che civati ha chiesto le dimissioni della cancellierona solo quando ha capito di avere il misero 9% nei circoli ...diffidate dai santerellini .... ) o adesso è una follia .
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Re: Per vincere il PD deve dividersi.La destra lo ha già' ca
Barca, che può anche essere l'ultimo arrivato nel PD , ma che ha delle idee ben precise e valide, ha votato per Civati, e credo che lunedì 9 dicembre potremo avere una misura più giusta circa il seguito che possa avere Civati , l'unico che certamente non ha tra i suoi elettori i 101 traditori.Amadeus
ma chi glielo deve dare a civati il 20% la fata turchina o la befana?
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Re: Per vincere il PD deve dividersi.La destra lo ha già' ca
Fare i conti senza l’oste - 1
Fare i conti senza l’oste
Cosa vuol dire fare i conti senza l’ oste
Significato di fare i conti senza l’ oste : Agire senza tener conto di eventuali complicazioni o impedimenti che potrebbero derivare dall’ intervento di altri interessati
Fonte : http://www.fil.bg.ac.rs/katedre/italija ... ti%20O.doc
Nel caso specifico le complicazioni e gli impedimenti derivano dai poteri forti.
I poteri forti sono coloro che effettivamente comandano nel Bel Paese.
Perché in Italia, nei vari confronti solo lo 0,3 % ne tiene conto?????
Fare i conti senza l’oste
Cosa vuol dire fare i conti senza l’ oste
Significato di fare i conti senza l’ oste : Agire senza tener conto di eventuali complicazioni o impedimenti che potrebbero derivare dall’ intervento di altri interessati
Fonte : http://www.fil.bg.ac.rs/katedre/italija ... ti%20O.doc
Nel caso specifico le complicazioni e gli impedimenti derivano dai poteri forti.
I poteri forti sono coloro che effettivamente comandano nel Bel Paese.
Perché in Italia, nei vari confronti solo lo 0,3 % ne tiene conto?????
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Re: Per vincere il PD deve dividersi.La destra lo ha già' ca
Fare i conti senza l’oste - 2
ITALIA 21 aprile 2013
I poteri forti che
hanno fermato Rodotà
Mauro Barberis
In momenti come questi, il più grande servizio che un intellettuale e un giurista possono rendere al loro Paese è spiegare cosa sta succedendo. L’altra sera ero a cena con Stefano Rodotà, il candidato e l’uomo limpido che mi onora della sua amicizia.
Eravamo entrambi relatori al Festival della laicità di Reggio Emilia, con la differenza che lui, ovviamente, teneva la relazione di apertura, e neppure in questa occasione ha voluto venir meno ai suoi impegni. Tutto quello che dirò lo penso io, non lui; questo non è uno scoop giornalistico: con tutto il rispetto che lui e io portiamo per il giornalismo, noi facciamo un altro mestiere.
A un certo punto della serata, quando erano ormai arrivate le notizie della sconfitta di Prodi, impallinato dai franchi tiratori del Pd, e circolavano le voci delle dimissioni di Bersani e della Bindi, nel silenzio generale gli ho chiesto, alla presenza di molti amici, quanto segue. «Stefano, a questo punto la situazione è chiara, il Pd è imploso e non è più in grado di esprimere alcuna candidatura, può soltanto scegliere fra candidature altrui. O vota il candidato di Berlusconi, o vota il candidato di Grillo, cioè te: altrimenti di qui non si esce. Ora, la domanda è: perché non scelgono te, come farei ovviamente io? Perché sceglieranno chiunque altro, ma non te? Perché non ti hanno scelto sin dall’inizio, nonostante tutti gli amici che hai nel Pd?».
Qui, ripeto, non riporterò quello che lui mi ha risposto. La mia opinione, però, ricavata da quello che lui mi ha detto, è che contro la candidatura Rodotà, che rischiava di essere condivisa anche da molti democratici, siano scesi in campo poteri forti, anzi fortissimi. Anche questa è una formula mia, naturalmente: Stefano si esprimerebbe in modo molto meno rozzo.
Ma la sostanza è questa. Contro di lui, relatore al Festival della laicità ma soprattutto inflessibile difensore dei diritti delle minoranze, non ha pesato tanto l’ostilità del primo potere forte, la Chiesa: oltretevere gli equilibri sono molto cambiati, dopo l’elezione di papa Francesco, d’ora in poi la Chiesa guarderà meno all’Italia e più al mondo, e poi se si fosse trattato solo di questo sarebbe stato eletto il cattolico adulto Prodi, a favore del quale Rodotà era dispostissimo a rinunciare alla propria candidatura.
Un secondo potere forte che è stato decisivo contro Rodotà è stato il potere economico e finanziario, che ha bisogno non di riforme ma di stabilità, dei vecchi equilibri di potere per continuare a fare i propri affari, e che non sarebbe stato garantito da un giurista di sinistra, difensore dei diritti dei consumatori, ostile alle privatizzazioni e teorico dei beni pubblici, ma soprattutto indisponibile a prestarsi ai vecchi giochetti. Queste sono ancora parole mie, ma non credo che l’amico Stefano possa mai smentirmi su questo, neppure diplomaticamente.
Infine, c’è un terzo potere forte, che ipotizzo io sulla base di tutto quello che so, prendendomene tutte le responsabilità.
Non ho mai creduto ai complotti, eppure l’impazzimento del nostro sistema politico registratosi in questi giorni, la decisione di Napolitano di candidarsi dopo aver sempre detto che non lo avrebbe mai fatto, la stessa ipotesi Amato per palazzo Chigi hanno una spiegazione ulteriore e molto semplice, abbastanza nota agli addetti ai lavori. Il terzo potere forte ostile a Rodotà è la massoneria: non quella deviata, le varie P2 e P3, ma quella “buona”, cui aderiscono molti insospettabili di tutti i partiti, anche di sinistra o pretesa tale.
Aggiungo un’ultima cosa per chiarire la mia posizione. Rosy Bindi aveva detto che se Marini era il Presidente del governissimo con Berlusconi, non era il suo Presidente. Lo ripeto anch’io per il Presidente Napolitano, che sino a oggi avevo sempre difeso. Se è il Presidente dei poteri forti, allora non è il mio Presidente.
© Riproduzione riservata
http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2013 ... dota.shtml
ITALIA 21 aprile 2013
I poteri forti che
hanno fermato Rodotà
Mauro Barberis
In momenti come questi, il più grande servizio che un intellettuale e un giurista possono rendere al loro Paese è spiegare cosa sta succedendo. L’altra sera ero a cena con Stefano Rodotà, il candidato e l’uomo limpido che mi onora della sua amicizia.
Eravamo entrambi relatori al Festival della laicità di Reggio Emilia, con la differenza che lui, ovviamente, teneva la relazione di apertura, e neppure in questa occasione ha voluto venir meno ai suoi impegni. Tutto quello che dirò lo penso io, non lui; questo non è uno scoop giornalistico: con tutto il rispetto che lui e io portiamo per il giornalismo, noi facciamo un altro mestiere.
A un certo punto della serata, quando erano ormai arrivate le notizie della sconfitta di Prodi, impallinato dai franchi tiratori del Pd, e circolavano le voci delle dimissioni di Bersani e della Bindi, nel silenzio generale gli ho chiesto, alla presenza di molti amici, quanto segue. «Stefano, a questo punto la situazione è chiara, il Pd è imploso e non è più in grado di esprimere alcuna candidatura, può soltanto scegliere fra candidature altrui. O vota il candidato di Berlusconi, o vota il candidato di Grillo, cioè te: altrimenti di qui non si esce. Ora, la domanda è: perché non scelgono te, come farei ovviamente io? Perché sceglieranno chiunque altro, ma non te? Perché non ti hanno scelto sin dall’inizio, nonostante tutti gli amici che hai nel Pd?».
Qui, ripeto, non riporterò quello che lui mi ha risposto. La mia opinione, però, ricavata da quello che lui mi ha detto, è che contro la candidatura Rodotà, che rischiava di essere condivisa anche da molti democratici, siano scesi in campo poteri forti, anzi fortissimi. Anche questa è una formula mia, naturalmente: Stefano si esprimerebbe in modo molto meno rozzo.
Ma la sostanza è questa. Contro di lui, relatore al Festival della laicità ma soprattutto inflessibile difensore dei diritti delle minoranze, non ha pesato tanto l’ostilità del primo potere forte, la Chiesa: oltretevere gli equilibri sono molto cambiati, dopo l’elezione di papa Francesco, d’ora in poi la Chiesa guarderà meno all’Italia e più al mondo, e poi se si fosse trattato solo di questo sarebbe stato eletto il cattolico adulto Prodi, a favore del quale Rodotà era dispostissimo a rinunciare alla propria candidatura.
Un secondo potere forte che è stato decisivo contro Rodotà è stato il potere economico e finanziario, che ha bisogno non di riforme ma di stabilità, dei vecchi equilibri di potere per continuare a fare i propri affari, e che non sarebbe stato garantito da un giurista di sinistra, difensore dei diritti dei consumatori, ostile alle privatizzazioni e teorico dei beni pubblici, ma soprattutto indisponibile a prestarsi ai vecchi giochetti. Queste sono ancora parole mie, ma non credo che l’amico Stefano possa mai smentirmi su questo, neppure diplomaticamente.
Infine, c’è un terzo potere forte, che ipotizzo io sulla base di tutto quello che so, prendendomene tutte le responsabilità.
Non ho mai creduto ai complotti, eppure l’impazzimento del nostro sistema politico registratosi in questi giorni, la decisione di Napolitano di candidarsi dopo aver sempre detto che non lo avrebbe mai fatto, la stessa ipotesi Amato per palazzo Chigi hanno una spiegazione ulteriore e molto semplice, abbastanza nota agli addetti ai lavori. Il terzo potere forte ostile a Rodotà è la massoneria: non quella deviata, le varie P2 e P3, ma quella “buona”, cui aderiscono molti insospettabili di tutti i partiti, anche di sinistra o pretesa tale.
Aggiungo un’ultima cosa per chiarire la mia posizione. Rosy Bindi aveva detto che se Marini era il Presidente del governissimo con Berlusconi, non era il suo Presidente. Lo ripeto anch’io per il Presidente Napolitano, che sino a oggi avevo sempre difeso. Se è il Presidente dei poteri forti, allora non è il mio Presidente.
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http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2013 ... dota.shtml
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Re: Per vincere il PD deve dividersi.La destra lo ha già' ca
chiedo intervento Di Pancho
mi sembrava che il suo post fosse il tentativo di costruire in questo forum un MOMENTO COLLETTIVO di analisi per costruire un PARTITO DI SINISTRA che riuscisse a UNIRE il fronte sociale e culturale che è la MAGGIORANZA nel paese ma è MINORANZA a livello politico.
ora l' intervento di Cacciari a libro paga di luca di montezemolo e di mario monti che dice che sinistra e destra non esistono cosa c entrano ?
mi sembrava che il suo post fosse il tentativo di costruire in questo forum un MOMENTO COLLETTIVO di analisi per costruire un PARTITO DI SINISTRA che riuscisse a UNIRE il fronte sociale e culturale che è la MAGGIORANZA nel paese ma è MINORANZA a livello politico.
ora l' intervento di Cacciari a libro paga di luca di montezemolo e di mario monti che dice che sinistra e destra non esistono cosa c entrano ?
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Re: Per vincere il PD deve dividersi.La destra lo ha già' ca
Pd: “Se non ci crede più neppure Prodi è finita”
(Beatrice Borromeo).
11/11/2013 di triskel182
PANICO DEMOCRATICO
Lo capisco – dicono i deputati del Pd in coro – certo però che, così, butta malissimo”. A criticare Romano Prodi, che ha appena sbattuto l’ultima porta in faccia al partito che fondò (e che lo tradì), dichiarando che non rinnoverà la tessera né andrà a votare alle primarie, non ha il coraggio nessuno.
E tra sospiri e occhi fissi a terra, il pensiero del prossimo 8 dicembre si fa sempre più grigio. “Comprendo bene la delusione di Prodi, ma se non ci crede più nemmeno lui – che è il nostro padre fondatore – non vedo proprio come faremo a rilanciarci”, dice la deputata Simona Bonafè, ex portavoce di Matteo Renzi durante le primarie dello scorso anno. E aggiunge: “Spero che ci ripensi, ma mi pare ovvio che si sia sentito abbandonato dal partito, lo stesso dove ancora abitano quei 101 franchi tiratori”.
Una lettura non troppo lontana da quella del sindaco di Firenze, che si è sfogato con i collaboratori più stretti: “Così Romano semina sfiducia…”.
Strascichi di una vicenda che il 19 aprile scorso – durante l’elezione del presidente della Repubblica – è degenerata, con i militanti che si riunivano in piazza del Parlamento per bruciare insieme le tessere del Pd. “Il partito è stato ucciso quel giorno – insiste l’onorevole Sandro Gozi – e la scelta di Prodi, l’unico che abbia battuto per ben due volte il Cavaliere, non può essere liquidata come una decisione privata”.
Sono in pochi infatti a condividere la lettura del presidente del Consiglio Enrico Letta, che ieri ha sdrammatizzato: “Io vado a votare alle primarie, capisco Prodi che ha un atteggiamento differente, lui è una personalità fuori dalla politica e vuole mantenere questo profilo”.
Uno strappo che, secondo l’onorevole Sandra Zampa, fedelissima del professore, gli consentirà di essere “molto più libero quando in futuro vorrà esprimersi sulla linea del partito, anche perché, come dice Prodi stesso, non si può stare in mezzo all’uscio. Di certo questo ulteriore passo indietro l’ha molto dispiaciuto”.
E se ai microfoni di Sky il segretario del partito, Guglielmo Epifani, suggerisce che “se ha maturato questa scelta che mi crea sofferenza il modo migliore per onorarlo è rispettarla”, c’è qualcuno che non è d’accordo.
Come l’onorevole Pippo Civati: “Dobbiamo convincere Prodi ad accettare la tessera numero 1 del 2014”. Un tentativo che, secondo il candidato alla segreteria nazionale del Pd, avrà più probabilità di successo se a vincere le primarie non saranno gli stessi dirigenti che hanno affossato il partito: “Riconfermando certi equilibrismi e nomi noti non diremo addio solo a Prodi, ma a una bella fetta di elettorato che tornerà a bussare alla porta di Beppe Grillo”.
Da Il Fatto Quotidiano del 11/11/2013.
(Beatrice Borromeo).
11/11/2013 di triskel182
PANICO DEMOCRATICO
Lo capisco – dicono i deputati del Pd in coro – certo però che, così, butta malissimo”. A criticare Romano Prodi, che ha appena sbattuto l’ultima porta in faccia al partito che fondò (e che lo tradì), dichiarando che non rinnoverà la tessera né andrà a votare alle primarie, non ha il coraggio nessuno.
E tra sospiri e occhi fissi a terra, il pensiero del prossimo 8 dicembre si fa sempre più grigio. “Comprendo bene la delusione di Prodi, ma se non ci crede più nemmeno lui – che è il nostro padre fondatore – non vedo proprio come faremo a rilanciarci”, dice la deputata Simona Bonafè, ex portavoce di Matteo Renzi durante le primarie dello scorso anno. E aggiunge: “Spero che ci ripensi, ma mi pare ovvio che si sia sentito abbandonato dal partito, lo stesso dove ancora abitano quei 101 franchi tiratori”.
Una lettura non troppo lontana da quella del sindaco di Firenze, che si è sfogato con i collaboratori più stretti: “Così Romano semina sfiducia…”.
Strascichi di una vicenda che il 19 aprile scorso – durante l’elezione del presidente della Repubblica – è degenerata, con i militanti che si riunivano in piazza del Parlamento per bruciare insieme le tessere del Pd. “Il partito è stato ucciso quel giorno – insiste l’onorevole Sandro Gozi – e la scelta di Prodi, l’unico che abbia battuto per ben due volte il Cavaliere, non può essere liquidata come una decisione privata”.
Sono in pochi infatti a condividere la lettura del presidente del Consiglio Enrico Letta, che ieri ha sdrammatizzato: “Io vado a votare alle primarie, capisco Prodi che ha un atteggiamento differente, lui è una personalità fuori dalla politica e vuole mantenere questo profilo”.
Uno strappo che, secondo l’onorevole Sandra Zampa, fedelissima del professore, gli consentirà di essere “molto più libero quando in futuro vorrà esprimersi sulla linea del partito, anche perché, come dice Prodi stesso, non si può stare in mezzo all’uscio. Di certo questo ulteriore passo indietro l’ha molto dispiaciuto”.
E se ai microfoni di Sky il segretario del partito, Guglielmo Epifani, suggerisce che “se ha maturato questa scelta che mi crea sofferenza il modo migliore per onorarlo è rispettarla”, c’è qualcuno che non è d’accordo.
Come l’onorevole Pippo Civati: “Dobbiamo convincere Prodi ad accettare la tessera numero 1 del 2014”. Un tentativo che, secondo il candidato alla segreteria nazionale del Pd, avrà più probabilità di successo se a vincere le primarie non saranno gli stessi dirigenti che hanno affossato il partito: “Riconfermando certi equilibrismi e nomi noti non diremo addio solo a Prodi, ma a una bella fetta di elettorato che tornerà a bussare alla porta di Beppe Grillo”.
Da Il Fatto Quotidiano del 11/11/2013.
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