A proposito di pensioni
Re: A proposito di pensioni
Il sostegno ai più deboli è un dovere di tutti, manager, imprenditori, pensionati e non.
L'art. 53 della costituzione stabilisce che "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva."
A parità di reddito, la capacità contributiva di un pensionato non è diversa da quella di un non pensionato, quindi chi percepisce una pensione di un certo importo ha lo stesso dovere di solidarietà di chiunque altro percepisca lo stesso importo a qualunque titolo.
E' questo il motivo per il quale la corte costituzionale ha bocciato il prelievo operato dal governo Monti sulle cosiddette pensioni d'oro.
Altro discorso è il criterio di calcolo di una pensione. Il sistema pensionistico è una forma di assicurazione e deve quindi corrispondere prestazioni proporzionate ai versamenti effettuati.
In altri termini, non va confusa la fiscalità (che è l'unico strumento redistributivo) con i contributi previdenziali che sono una sorta di risparmio forzato.
Da questo punto di vista, un sistema che remunera i contributi ad un tasso pari all'andamento del Pil è una vera e propria truffa.
Temo, anzi sono convinto, che questo insistere sul sistema pensionistico risponda alla volontà di continuare a far cassa sulle pensioni e che le pensioni d'oro siano l'alibi per porre in atto qualche altra truffa come quella operata dalla Fornero.
L'art. 53 della costituzione stabilisce che "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva."
A parità di reddito, la capacità contributiva di un pensionato non è diversa da quella di un non pensionato, quindi chi percepisce una pensione di un certo importo ha lo stesso dovere di solidarietà di chiunque altro percepisca lo stesso importo a qualunque titolo.
E' questo il motivo per il quale la corte costituzionale ha bocciato il prelievo operato dal governo Monti sulle cosiddette pensioni d'oro.
Altro discorso è il criterio di calcolo di una pensione. Il sistema pensionistico è una forma di assicurazione e deve quindi corrispondere prestazioni proporzionate ai versamenti effettuati.
In altri termini, non va confusa la fiscalità (che è l'unico strumento redistributivo) con i contributi previdenziali che sono una sorta di risparmio forzato.
Da questo punto di vista, un sistema che remunera i contributi ad un tasso pari all'andamento del Pil è una vera e propria truffa.
Temo, anzi sono convinto, che questo insistere sul sistema pensionistico risponda alla volontà di continuare a far cassa sulle pensioni e che le pensioni d'oro siano l'alibi per porre in atto qualche altra truffa come quella operata dalla Fornero.
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Re: A proposito di pensioni
Ciao Mariok
Certo potresti fare lo stesso intervenendo con la FISCALITà , hai diritto in base ai contributi versati ad una pensione di un milione/anno? mettiamo un prelievo del 90% a tutte i redditi di lavoro e pensione superiori a 100mila, tassando minimamente i redditi di impresa riinvestiti (ricerca e rinnovamento) .
Affermazione giustissima la prima ; la seconda invece un po' meno, la Corte Costituzionale poteva suggerire di estendere il prelievo anche ai redditi d'oro.A parità di reddito, la capacità contributiva di un pensionato non è diversa da quella di un non pensionato, quindi chi percepisce una pensione di un certo importo ha lo stesso dovere di solidarietà di chiunque altro percepisca lo stesso importo a qualunque titolo.
E' questo il motivo per il quale la corte costituzionale ha bocciato il prelievo operato dal governo Monti sulle cosiddette pensioni d'oro.
Il sistema pensionistico deve corrispondere prestazioni proporzionate ai versamenti effettuati. Questa affermazione va cambiata nel senso che il sistema pensionistico deve in primis essere in grado di garantire la possibilità a tutti di vivere gli ultimi anni della vita serenamente, quindi una pensione minima che garantisca questa possibilità, certo non va dimenticato che chi ha versato di più debba avere di più, ma sempre dopo aver soddisfatto la prima condizione-.Altro discorso è il criterio di calcolo di una pensione. Il sistema pensionistico è una forma di assicurazione e deve quindi corrispondere prestazioni proporzionate ai versamenti effettuati.
In altri termini, non va confusa la fiscalità (che è l'unico strumento redistributivo) con i contributi previdenziali che sono una sorta di risparmio forzato.
Certo potresti fare lo stesso intervenendo con la FISCALITà , hai diritto in base ai contributi versati ad una pensione di un milione/anno? mettiamo un prelievo del 90% a tutte i redditi di lavoro e pensione superiori a 100mila, tassando minimamente i redditi di impresa riinvestiti (ricerca e rinnovamento) .
Re: A proposito di pensioni
Errore: la corte costituzionale non fa o suggerisce leggi, può solo dichiarare una norma incostituzionale e quindi abrogarla. Nelle motivazioni era comunque chiaro che il prelievo andava fatto su tutti i redditi.
Affermazione giustissima la prima ; la seconda invece un po' meno, la Corte Costituzionale poteva suggerire di estendere il prelievo anche ai redditi d'oro.
Errore: non a tutti i redditi da lavoro, ma a tutti i redditi, compresi i 350 mila euro al mese di Grillo, che non mi pare siano reinvestiti in ricerca e innovazione.
Certo potresti fare lo stesso intervenendo con la FISCALITà , hai diritto in base ai contributi versati ad una pensione di un milione/anno? mettiamo un prelievo del 90% a tutte i redditi di lavoro e pensione superiori a 100mila, tassando minimamente i redditi di impresa riinvestiti (ricerca e rinnovamento) .
Se no rimane la discriminazione, anche se estesa dai soli pensionati ai lavoratori.
Comunque, il mio pensiero in merito è che le pensioni andrebbero calcolate con il metodo contributivo per tutti (anche retroattivamente) ad un tasso di rivalutazione dei contributi versati decente (diciamo pari al rendimento dei titoli di stato).
Le pensioni sotto un certo limite andrebbero integrate con un fondo di solidarietà pagato da tutti, pensionati, lavoratori, professionisti, imprenditori, comici e politici, al di sopra di un certo reddito.
Ma è una soluzione troppo razionale per i nostri politici. Per il livello medio italiano fanno più effetto i proclami di Grillo.
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Re: A proposito di pensioni
Col metodo retributivo non si fa altro che perpetuare quello che hai fatto durante la vita lavorativa.
Credi forse che sia un merito nascere più belli, più intelligenti,più capaci, più furbi, più fortunati, più forti, più sani, più ricchi, più volonterosi ecc.ecc. e quindi aver versato più contributi ed avere una buona pensione ???
Credi forse che sia un merito nascere più belli, più intelligenti,più capaci, più furbi, più fortunati, più forti, più sani, più ricchi, più volonterosi ecc.ecc. e quindi aver versato più contributi ed avere una buona pensione ???
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Re: A proposito di pensioni
Questo fondo di solidarietà fatto con la Fiscalità generale alla fine dovrebbe far pagare a tutti e direi specialmente a chi è già in pensione e gode di una super pensione anche se regolarmente conseguita con alti versamenti.Le pensioni sotto un certo limite andrebbero integrate con un fondo di solidarietà pagato da tutti, pensionati, lavoratori, professionisti, imprenditori, comici e politici, al di sopra di un certo reddito.
Non vorrai giustificare le super carriere dei figli delle caste che incominciano a versare fin dai primi anni e arrivano subito nelle posizioni apicali senza meriti speciali , un Belsito nel cda di Finmeccanica ,il figlio della Cancellieri eccc. familismo trasversale, amicizie incrociate, favori dati e ricevuti che in Italia crea la cosidetta "classe dirigente", i figli di mammà. I predestinati a cariche di amministratori delegati, direttori finanziari, direttori generali.“
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Re: A proposito di pensioni
il problema delle pensioni è la SOLIDARIETA.
chi ha lavori precari deve avere una pensione figurativa
chi ha pensioni alte deve compartecipare
in piu per i precari ci vuole la fiscalità.
tutte cose ovvie 100 anni fa
oggi con il neoliberismo e il pensiero unico sembrano discorsi da pianeta marte.
la differenza tra metodo retributivo e contributivo è evidente.
ci puo essere il caso ( molto limitato) in cui il contributivo sia piu conveniente quando negli ultimi 10 anni ho perso lavoro e ho trovato un nuovo lavoro con uno stipendio molto piu basso.
in questo caso probabilmente conviene il contributivo.
altra questione è la rigidità della riforma fornero
l' impossibilità di andare in pensione prima dei 67 anni per gli uomini e 65 per le donne con una penalizzazione.
questo messaggio Inps potrebbe aprire importanti inteventi legislativi in materia di flessibilità:
http://www.dplmodena.it/27-11-13Inps19202.html
chi ha lavori precari deve avere una pensione figurativa
chi ha pensioni alte deve compartecipare
in piu per i precari ci vuole la fiscalità.
tutte cose ovvie 100 anni fa
oggi con il neoliberismo e il pensiero unico sembrano discorsi da pianeta marte.
la differenza tra metodo retributivo e contributivo è evidente.
ci puo essere il caso ( molto limitato) in cui il contributivo sia piu conveniente quando negli ultimi 10 anni ho perso lavoro e ho trovato un nuovo lavoro con uno stipendio molto piu basso.
in questo caso probabilmente conviene il contributivo.
altra questione è la rigidità della riforma fornero
l' impossibilità di andare in pensione prima dei 67 anni per gli uomini e 65 per le donne con una penalizzazione.
questo messaggio Inps potrebbe aprire importanti inteventi legislativi in materia di flessibilità:
http://www.dplmodena.it/27-11-13Inps19202.html
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Re: A proposito di pensioni
Direi che resta fondamentale per tutti avere la sicurezza di una vecchiaia da trascorrere senza particolari preoccupazioni, a tutti deve essere garantito un tenore di vita degno di un paese civile.
Oggi queste garanzie non ci sono, il sistema della pensione contributivo vale se tutti avessero garantito il posto di lavoro per tutto l'arco della vita lavorativa, ma purtroppo viviamo in un altro mondo e quindi tutto va rivisto tenendo conto che nel nostrop paese c'è una ricchezza sufficiente per garantire a tutti il minimo indispensabile e ai più fortunati qualcosa di più.
Oggi queste garanzie non ci sono, il sistema della pensione contributivo vale se tutti avessero garantito il posto di lavoro per tutto l'arco della vita lavorativa, ma purtroppo viviamo in un altro mondo e quindi tutto va rivisto tenendo conto che nel nostrop paese c'è una ricchezza sufficiente per garantire a tutti il minimo indispensabile e ai più fortunati qualcosa di più.
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Re: A proposito di pensioni
«Qui c’è la vera ingiustizia» commenta il segretario generale della Fisac/(CGIL Agostino Megale. In pratica, in 4 anni, dal 2009 al 2012, un lavoratore in media ha percepito 104 mila euro di salario lordi. Un amministratore delegato (dati riferiti ai primi 10 gruppi per capitalizzazione a piazza Affari), nella media dei 4 anni, ha accumulato invece 17 milioni 304 mila euro, con una differenza a favore di quest’ultimi di 17.200.000. Il rapporto calcola in 26mila euro lordi il salario medio di un dipendente, a fronte dei 4 milioni 326mila euro del compenso medio per un top manager.
Per Megale, i numeri del rapporto sottendono «un distacco enorme che richiede subito una legge che imponga un tetto alle retribuzione dei top manager». Infatti, prosegue, «in questi sei anni di crisi il potere d’acquisto dei salari e delle pensioni si è più che dimezzato mentre non hanno subito alcuna flessione i compensi dei top manager, così come nessuna incidenza ha subito quel 10% di famiglie più ricche, incrementando la forbice delle diseguaglianze». La proposta della Fisac è quindi quella di un’imposta patrimoniale per le famiglie che possono contare su una ricchezza complessiva oltre gli 800mila euro, pari a 1 milione 208.000 famiglie, in pratica la metà del gruppo delle più ricche (2 milioni 400 mila, che possiedono mediamente circa 1.600 mila euro).
Ecco come trovare i fondi per garantire una pensione minima per tutti degna di un paese civoile.
Per Megale, i numeri del rapporto sottendono «un distacco enorme che richiede subito una legge che imponga un tetto alle retribuzione dei top manager». Infatti, prosegue, «in questi sei anni di crisi il potere d’acquisto dei salari e delle pensioni si è più che dimezzato mentre non hanno subito alcuna flessione i compensi dei top manager, così come nessuna incidenza ha subito quel 10% di famiglie più ricche, incrementando la forbice delle diseguaglianze». La proposta della Fisac è quindi quella di un’imposta patrimoniale per le famiglie che possono contare su una ricchezza complessiva oltre gli 800mila euro, pari a 1 milione 208.000 famiglie, in pratica la metà del gruppo delle più ricche (2 milioni 400 mila, che possiedono mediamente circa 1.600 mila euro).
Ecco come trovare i fondi per garantire una pensione minima per tutti degna di un paese civoile.
Re: A proposito di pensioni
Strano, ma vero. A volte posizioni che ci sembrano ovvie, si svelano ampiamente minoritarie.
Forse perché la gente ha paura delle derive populiste. Un po' come per le pensioni in Italia. Si comincia da quelle di 90.000 euro al mese e si finisce col definire d'oro anche quelle da poco più di 2.000 euro netti.
Stipendi manager, referendum in Svizzera bocciato: “No al rapporto massimo 1-12″
L'iniziativa, promossa dai Giovani socialisti, chiedeva di imporre un limite legale ai compensi dei dirigenti che non avrebbero potuto superare di oltre 12 volte quello più basso della stessa azienda. Tutti i cantoni hanno detto no. I promotori: "Andremo avanti"
di Alessandro Madron | 24 novembre 2013
I manager in Svizzera continueranno a guadagnare stipendi milionari. È stata infatti bocciata l’iniziativa popolare che proponeva di fissare un rapporto massimo di 1 a 12 fra lo stipendio più alto e quello più basso in una stessa azienda. Si è recato alle urne circa il 40% degli aventi diritto e la maggioranza degli elettori dei 26 cantoni della Confederazione ha respinto con un referendum il testo che chiedeva di ridimensionare i compensi per i top manager, imponendo un limite legale ai salari dei dirigenti che non avrebbero potuto superare di oltre 12 volte quello più basso. In questo modo, per i Giovani socialisti promotori della la consultazione, nessuno avrebbe potuto ricevere uno stipendio mensile pari a quanto un dipendente guadagna in un anno.
Per la bocciatura, dai primi risultati, si sono espressi il 64% degli elettori, mentre il 36% si è espresso a favore. Il vicesegretario nazionale dei giovani socialisti svizzeri, Filippo Rivola, pur ammettendo la sconfitta, guarda già oltre: “Oggi abbiamo perso la battaglia – ha detto a ilfattoquotidiano.it ma, in termini generali, abbiamo vinto perché siamo riusciti a imporre il tema nell’agenda politica svizzera e a rompere il tabù degli stipendi dei manager”.
Secondo Rivola ha pesato molto la campagna referendaria per il “no”, che ha potuto contare sul sostegno della maggior parte dei partiti: “è stata fatta una campagna da 12 milioni contro il nostro referendum. Una campagna che ha pesato molto, basata sulla paura, con toni apocalittici. Ma noi non molliamo”.
Sono già diversi gli appuntamenti programmati nell’agenda dei giovani socialisti elvetici: “Tra qualche mese inizieremo a raccogliere le firme per un’iniziativa popolare contro la speculazione finanziaria sui beni alimentari – spiega Rivola -. Circa un terzo della speculazione finanziaria mondiale avviene in Svizzera e con questa pratica si affamano interi popoli facendo oscillare pericolosamente i prezzi dei prodotti alimentari. Poi l’anno prossimo ci sarà il referendum sul salario minimo, un tema che abbiamo già parzialmente lanciato con l’iniziativa 1:12”.
Il referendum sul salario dei manager è stato bocciato in tutti i cantoni svizzeri. Quello che è andato più vicino al risultato è stato il cantone di lingua italiana, il canton Ticino, dove il risultato è mancato per appena 2000 voti: “In Ticino siamo arrivati al 49%, proprio dove la campagna per il no è stata meno forte. Il risultato complessivo è comunque incoraggiante. Solo con la forza delle nostre idee e un budget prossimo allo zero siamo riusciti a convincere oltre un terzo degli svizzeri. La lotta del nostro piccolo movimento continua. Lavoreremo ancora di più per aumentare la giustizia sociale”.
Nella giornata di domenica sono state respinte anche le altre due proposte sottoposte al voto referendario, una per gli aiuti fiscali alle famiglie e l’altra per l’aumento dei pedaggi autostradali.
Forse perché la gente ha paura delle derive populiste. Un po' come per le pensioni in Italia. Si comincia da quelle di 90.000 euro al mese e si finisce col definire d'oro anche quelle da poco più di 2.000 euro netti.
Stipendi manager, referendum in Svizzera bocciato: “No al rapporto massimo 1-12″
L'iniziativa, promossa dai Giovani socialisti, chiedeva di imporre un limite legale ai compensi dei dirigenti che non avrebbero potuto superare di oltre 12 volte quello più basso della stessa azienda. Tutti i cantoni hanno detto no. I promotori: "Andremo avanti"
di Alessandro Madron | 24 novembre 2013
I manager in Svizzera continueranno a guadagnare stipendi milionari. È stata infatti bocciata l’iniziativa popolare che proponeva di fissare un rapporto massimo di 1 a 12 fra lo stipendio più alto e quello più basso in una stessa azienda. Si è recato alle urne circa il 40% degli aventi diritto e la maggioranza degli elettori dei 26 cantoni della Confederazione ha respinto con un referendum il testo che chiedeva di ridimensionare i compensi per i top manager, imponendo un limite legale ai salari dei dirigenti che non avrebbero potuto superare di oltre 12 volte quello più basso. In questo modo, per i Giovani socialisti promotori della la consultazione, nessuno avrebbe potuto ricevere uno stipendio mensile pari a quanto un dipendente guadagna in un anno.
Per la bocciatura, dai primi risultati, si sono espressi il 64% degli elettori, mentre il 36% si è espresso a favore. Il vicesegretario nazionale dei giovani socialisti svizzeri, Filippo Rivola, pur ammettendo la sconfitta, guarda già oltre: “Oggi abbiamo perso la battaglia – ha detto a ilfattoquotidiano.it ma, in termini generali, abbiamo vinto perché siamo riusciti a imporre il tema nell’agenda politica svizzera e a rompere il tabù degli stipendi dei manager”.
Secondo Rivola ha pesato molto la campagna referendaria per il “no”, che ha potuto contare sul sostegno della maggior parte dei partiti: “è stata fatta una campagna da 12 milioni contro il nostro referendum. Una campagna che ha pesato molto, basata sulla paura, con toni apocalittici. Ma noi non molliamo”.
Sono già diversi gli appuntamenti programmati nell’agenda dei giovani socialisti elvetici: “Tra qualche mese inizieremo a raccogliere le firme per un’iniziativa popolare contro la speculazione finanziaria sui beni alimentari – spiega Rivola -. Circa un terzo della speculazione finanziaria mondiale avviene in Svizzera e con questa pratica si affamano interi popoli facendo oscillare pericolosamente i prezzi dei prodotti alimentari. Poi l’anno prossimo ci sarà il referendum sul salario minimo, un tema che abbiamo già parzialmente lanciato con l’iniziativa 1:12”.
Il referendum sul salario dei manager è stato bocciato in tutti i cantoni svizzeri. Quello che è andato più vicino al risultato è stato il cantone di lingua italiana, il canton Ticino, dove il risultato è mancato per appena 2000 voti: “In Ticino siamo arrivati al 49%, proprio dove la campagna per il no è stata meno forte. Il risultato complessivo è comunque incoraggiante. Solo con la forza delle nostre idee e un budget prossimo allo zero siamo riusciti a convincere oltre un terzo degli svizzeri. La lotta del nostro piccolo movimento continua. Lavoreremo ancora di più per aumentare la giustizia sociale”.
Nella giornata di domenica sono state respinte anche le altre due proposte sottoposte al voto referendario, una per gli aiuti fiscali alle famiglie e l’altra per l’aumento dei pedaggi autostradali.
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- Iscritto il: 24/02/2012, 18:16
Re: A proposito di pensioni
In Italia referendum del genere non so se siano possibili.
Oggi sentivo Gasparri affermare che la Corte Costituzionale, che si è espressa sulla legge elettorale,
ha dato un giudizio politico, Berlusconi ha detto che è espressione della sinistra, mi sembra ovvio che qualsiasi decisione non può che essere una scelta politica.
Secondo me la facoltà della Corte di decidere sull'ammissibilità dei referendum dovrebbe essere rivista ed estesa in modo da poter toccare con mano il giudizio dei cittadini su qualsiasi tema.
Oggi sentivo Gasparri affermare che la Corte Costituzionale, che si è espressa sulla legge elettorale,
ha dato un giudizio politico, Berlusconi ha detto che è espressione della sinistra, mi sembra ovvio che qualsiasi decisione non può che essere una scelta politica.
Secondo me la facoltà della Corte di decidere sull'ammissibilità dei referendum dovrebbe essere rivista ed estesa in modo da poter toccare con mano il giudizio dei cittadini su qualsiasi tema.
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