movimento 9 dicembre 2013 e sindacato CGIL
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Re: movimento 9 dicembre 2013 e sindacato CGIL
Caro Zione, dopo aver detto quanto sopra e che posso anche condividere, resta una domanda sola:
Quindi?
Detto questo, mancano le conclusioni.
e mo' che famo?
Possiamo raccontarcela fino a sera e saremo pure anche d'accordo.
e mo' che famo?
Non siamo d'accordo con le manovre di questo governo?
e mo' che famo?
Li mandiamo a casa tutti come?
e mo' che famo?
un salutone da Juan il compagno
Quindi?
Detto questo, mancano le conclusioni.
e mo' che famo?
Possiamo raccontarcela fino a sera e saremo pure anche d'accordo.
e mo' che famo?
Non siamo d'accordo con le manovre di questo governo?
e mo' che famo?
Li mandiamo a casa tutti come?
e mo' che famo?
un salutone da Juan il compagno
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: movimento 9 dicembre 2013 e sindacato CGIL
Possiamo dire quello che vogliamo di questo governo inconcludente e non adatto a queste situazioni gravi ma resta sempre la domanda su cui mi sembra tu non abbia dato risposta: che ci si può aspettare da una coalizione di questo genere?
Quali altre soluzioni si sarebbero potute fare dopo questo esito elettorale visto che Grillo ha snobbato un po' tutti.
Adesso Zione mi devi rispondere per forza
****
Teniamo sempre in bella evidenza le motivazioni fondamentali della ragion d’essere della politica universale:
INTERESSI & CONVENIENZE.
Da li derivano tutti i fatti e i misfatti che l’uomo genera nell’ambito della politica.
Era così 6.000 anni fa, è oggi così, sarà sempre così in futuro, a meno che un giorno le macchine, come paventa anche il filosofo Severino, non prendano il sopravvento sull’uomo in qualità di entità pensanti.
E qui non saprei dire se il comportamento delle macchine sarà come quello dell’uomo, visto che l’input e la programmazione parte sempre dall’uomo, o se sarà un’altra cosa.
L’interesse & la convenienza del governo Alfetta è quello di sopravvivere, secondo la ben nota cultura democristiana che si riconosce in Andreotti: “Meglio tirare a campare che tirare le quoia”.
Noi siamo fatalisti. Nella prima Repubblica erano in molti a credere nello “Stellone d’Italia”.
Cioè a confidare che prima o poi la fortuna associata allo Stellone d’Italia, ribalterà le negatività del momento e tutto tornerà a brillare come prima. Naturalmente senza darsi da fare perché le cose cambino per volontà umana.
Ma anche di recente assistiamo a questo tipo di cultura presente in Berlusconi, Monti e Letta.
Tutti e tre credono e hanno creduto, che tutto tornerà a posto senza fare niente.
Tutti e tre hanno creduto che la ripresa fuori dai confini sarà tale che l’effetto trascinamento, piano piano aggiusterà le cose.
In questo modo tirano a campare, aggravando giorno dopo giorno la situazione italiana.
Se fossero dei medici, Berlusconi, Monti e Letta, curerebbero il cancro con impacchi di camomilla Bonomelli.
Tanto, sono tutti e tre cattolici, e quindi non cristiani, e se il paziente muore, CHI SE NE FREGA.
Continua
Quali altre soluzioni si sarebbero potute fare dopo questo esito elettorale visto che Grillo ha snobbato un po' tutti.
Adesso Zione mi devi rispondere per forza
****
Teniamo sempre in bella evidenza le motivazioni fondamentali della ragion d’essere della politica universale:
INTERESSI & CONVENIENZE.
Da li derivano tutti i fatti e i misfatti che l’uomo genera nell’ambito della politica.
Era così 6.000 anni fa, è oggi così, sarà sempre così in futuro, a meno che un giorno le macchine, come paventa anche il filosofo Severino, non prendano il sopravvento sull’uomo in qualità di entità pensanti.
E qui non saprei dire se il comportamento delle macchine sarà come quello dell’uomo, visto che l’input e la programmazione parte sempre dall’uomo, o se sarà un’altra cosa.
L’interesse & la convenienza del governo Alfetta è quello di sopravvivere, secondo la ben nota cultura democristiana che si riconosce in Andreotti: “Meglio tirare a campare che tirare le quoia”.
Noi siamo fatalisti. Nella prima Repubblica erano in molti a credere nello “Stellone d’Italia”.
Cioè a confidare che prima o poi la fortuna associata allo Stellone d’Italia, ribalterà le negatività del momento e tutto tornerà a brillare come prima. Naturalmente senza darsi da fare perché le cose cambino per volontà umana.
Ma anche di recente assistiamo a questo tipo di cultura presente in Berlusconi, Monti e Letta.
Tutti e tre credono e hanno creduto, che tutto tornerà a posto senza fare niente.
Tutti e tre hanno creduto che la ripresa fuori dai confini sarà tale che l’effetto trascinamento, piano piano aggiusterà le cose.
In questo modo tirano a campare, aggravando giorno dopo giorno la situazione italiana.
Se fossero dei medici, Berlusconi, Monti e Letta, curerebbero il cancro con impacchi di camomilla Bonomelli.
Tanto, sono tutti e tre cattolici, e quindi non cristiani, e se il paziente muore, CHI SE NE FREGA.
Continua
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Re: movimento 9 dicembre 2013 e sindacato CGIL
Tre, quattro giorni dopo le elezioni di febbraio, ai primissimi di marzo, il primo in assoluto a proporre le nuove larghe intese è stato la volpe di Hardcore. In casa Pd erano ancora sotto shock per la vittoria non vittoria. Così la chiamava lo smacchiatore di Bettola.
Il Caimano aveva compreso bene i giochi della politica, soprattutto lo stallo piddino, e quindi guardando in lontano ha intuito che i suoi interessi e le sue convenienze meritavano un premuroso soccorso azzurro ai “komunisti” in difficoltà.
Bersani invece, che aveva fatto una campagna elettorale contro il solito noto, non ne voleva sapere di nuove alleanze con il Caimano.
Ed aveva tutte le ragioni per non volerle.
La trombatura piddina con perdita di 3,5 milioni di elettori derivava in buona parte dal tiro mancino che il Caimano gli aveva appena tirato.
Si tratta di un’intuizione sua oppure suggerita, quando il 6 dicembre 2012 abbandona il sostegno al governo Monti lasciando tutto il carico delle responsabilità al Pd di Bersani.
Dal punto di vista del campo dei mussulmani è stata una buona mossa perché oltre a far cadere successivamente il governo Monti dopo l’approvazione della legge di stabilità, farà pagare al Pd di Bersani un prezzo assai pesante per quello che lo smacchiatore di Bettola chiamava orgogliosamente assunzione di responsabilità nel voler sostenere ad oltranza quel colabrodo del governo Monti.
In questo Bersani non è lungimirante e molto probabilmente ha influito anche il peso dei cattolici del Pd che adoravano il cattolico Monti.
Il berluscone non è un politico, ma un gran furbacchione da quando era in fasce. E in questo ultimo ventennio si è bevuto tutti i politici di lungo corso. Si è mangiato tutti i leader dell’Ulivo e del Pd, e ha fatto fuori quelli che lui riteneva due emeriti rompipalle malgrado vantavano una carriera politica ben più solida della sua. Fini & Casini, i due famosi ectoplasmi del 2007, che non gli permettevano di fare quello che voleva lui, dopo una ferrea alleanza dal 1994.
Gli interessi del Berlusca ai primi di marzo 2013 erano sempre gli stessi. I suoi guai giudiziari e il pronunciamento della Cassazione previsto per il dicembre dello stesso anno.
Quindi, mettendosi al riparo dei piddini, salvandoli, pensava di ricavarci il salvataggio reciproco al momento del pronunciamento della Cassazione.
Napolitano in tutto questo ha un ruolo tutt’altro che secondario.
Se fosse stato interessato all’Italia, dopo una decina di giorni di trattative dello smacchiatore con i grillini, doveva dargli un taglio, perché da li non ne usciva niente. Anche perché le richieste dei due campi erano reciprocamente inconciliabili.
Inoltre, per rispetto nei confronti di Bersani e del Paese, Napolitano avrebbe potuto chiedere al candidato premier di presentare una sua maggioranza alle Camere per verificare se poteva passare.
Niente di tutto questo, Napolitano non ne voleva sapere perché stava giocando un’altra partita con altri attori.
Bersani ai piani superiori non era molto gradito, in primis perché non era ancora riuscito a togliersi del tutto i globuli rossi della sua vecchia appartenenza al Pci.
Era si sulla strada della conversione, ma non era del tutto diventato democristiano.
Non piaceva quindi ai poteri forti, non piaceva all’Europa di destra, non piaceva ad Obama.
Questi giocatori non avevano premura, tanto loro mangiavano e sia arricchivano ugualmente.
Ergo, hanno dato tutto il tempo possibile ed immaginabile allo smacchiatore dandoli tutta la corda necessaria per impiccarsi.
In questo modo, malgrado la precedente investitura popolare di qualche mese prima Bersani, poteva essere fatto tranquillamente fuori con modalità del tutto democratiche.
E l’occasione arriva con l’elezione del presidente della Repubblica dove Bersani commette anche l’errore di non inserire nella rosa dei papabili il nome di Massimo D’Alema.
A Pier Luigi glielo dicono direttamente in faccia senza tanti giri di parole i suoi. “Prima facciamo fuori Prodi, e poi facciamo fuori te”
E’ andata così e i piddini hanno scoperto l’esistenza di 101/120/150 incapucciati franchi tiratori che hanno fatto fuori Prodi, e di conseguenza il segretario del Pd.
E qui gli interessi di nuovo si intrecciano.
Berlusconi preme per la rielezione dell’amico Giorgio perché sicuro della sua protezione come in passato nei confronti della magistratura.
Anche dagli incappucciati del Pd vengono gli stessi segnali.
Appena eletto, Napolitano nomina con la velocità della luce Enrico Maria Antonietta Letta, su spinta del Caimano e del conte zio Gianni.
Ma non solo, Lettino è gradito in Europa, alla Casa Bianca, ai poteri forti, a Bildelberg e alla Trilaterale, al Vaticano e alle Mafie SpA.
Enrichetto il chierichetto, come lo chiama Dagospia, è l’uomo giusto per salvaguardare gli interessi di tutti gli interessati. Non certamente del popolo italiano considerato mucca da mungere.
Continua
Il Caimano aveva compreso bene i giochi della politica, soprattutto lo stallo piddino, e quindi guardando in lontano ha intuito che i suoi interessi e le sue convenienze meritavano un premuroso soccorso azzurro ai “komunisti” in difficoltà.
Bersani invece, che aveva fatto una campagna elettorale contro il solito noto, non ne voleva sapere di nuove alleanze con il Caimano.
Ed aveva tutte le ragioni per non volerle.
La trombatura piddina con perdita di 3,5 milioni di elettori derivava in buona parte dal tiro mancino che il Caimano gli aveva appena tirato.
Si tratta di un’intuizione sua oppure suggerita, quando il 6 dicembre 2012 abbandona il sostegno al governo Monti lasciando tutto il carico delle responsabilità al Pd di Bersani.
Dal punto di vista del campo dei mussulmani è stata una buona mossa perché oltre a far cadere successivamente il governo Monti dopo l’approvazione della legge di stabilità, farà pagare al Pd di Bersani un prezzo assai pesante per quello che lo smacchiatore di Bettola chiamava orgogliosamente assunzione di responsabilità nel voler sostenere ad oltranza quel colabrodo del governo Monti.
In questo Bersani non è lungimirante e molto probabilmente ha influito anche il peso dei cattolici del Pd che adoravano il cattolico Monti.
Il berluscone non è un politico, ma un gran furbacchione da quando era in fasce. E in questo ultimo ventennio si è bevuto tutti i politici di lungo corso. Si è mangiato tutti i leader dell’Ulivo e del Pd, e ha fatto fuori quelli che lui riteneva due emeriti rompipalle malgrado vantavano una carriera politica ben più solida della sua. Fini & Casini, i due famosi ectoplasmi del 2007, che non gli permettevano di fare quello che voleva lui, dopo una ferrea alleanza dal 1994.
Gli interessi del Berlusca ai primi di marzo 2013 erano sempre gli stessi. I suoi guai giudiziari e il pronunciamento della Cassazione previsto per il dicembre dello stesso anno.
Quindi, mettendosi al riparo dei piddini, salvandoli, pensava di ricavarci il salvataggio reciproco al momento del pronunciamento della Cassazione.
Napolitano in tutto questo ha un ruolo tutt’altro che secondario.
Se fosse stato interessato all’Italia, dopo una decina di giorni di trattative dello smacchiatore con i grillini, doveva dargli un taglio, perché da li non ne usciva niente. Anche perché le richieste dei due campi erano reciprocamente inconciliabili.
Inoltre, per rispetto nei confronti di Bersani e del Paese, Napolitano avrebbe potuto chiedere al candidato premier di presentare una sua maggioranza alle Camere per verificare se poteva passare.
Niente di tutto questo, Napolitano non ne voleva sapere perché stava giocando un’altra partita con altri attori.
Bersani ai piani superiori non era molto gradito, in primis perché non era ancora riuscito a togliersi del tutto i globuli rossi della sua vecchia appartenenza al Pci.
Era si sulla strada della conversione, ma non era del tutto diventato democristiano.
Non piaceva quindi ai poteri forti, non piaceva all’Europa di destra, non piaceva ad Obama.
Questi giocatori non avevano premura, tanto loro mangiavano e sia arricchivano ugualmente.
Ergo, hanno dato tutto il tempo possibile ed immaginabile allo smacchiatore dandoli tutta la corda necessaria per impiccarsi.
In questo modo, malgrado la precedente investitura popolare di qualche mese prima Bersani, poteva essere fatto tranquillamente fuori con modalità del tutto democratiche.
E l’occasione arriva con l’elezione del presidente della Repubblica dove Bersani commette anche l’errore di non inserire nella rosa dei papabili il nome di Massimo D’Alema.
A Pier Luigi glielo dicono direttamente in faccia senza tanti giri di parole i suoi. “Prima facciamo fuori Prodi, e poi facciamo fuori te”
E’ andata così e i piddini hanno scoperto l’esistenza di 101/120/150 incapucciati franchi tiratori che hanno fatto fuori Prodi, e di conseguenza il segretario del Pd.
E qui gli interessi di nuovo si intrecciano.
Berlusconi preme per la rielezione dell’amico Giorgio perché sicuro della sua protezione come in passato nei confronti della magistratura.
Anche dagli incappucciati del Pd vengono gli stessi segnali.
Appena eletto, Napolitano nomina con la velocità della luce Enrico Maria Antonietta Letta, su spinta del Caimano e del conte zio Gianni.
Ma non solo, Lettino è gradito in Europa, alla Casa Bianca, ai poteri forti, a Bildelberg e alla Trilaterale, al Vaticano e alle Mafie SpA.
Enrichetto il chierichetto, come lo chiama Dagospia, è l’uomo giusto per salvaguardare gli interessi di tutti gli interessati. Non certamente del popolo italiano considerato mucca da mungere.
Continua
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Re: movimento 9 dicembre 2013 e sindacato CGIL
Zione, mi devi ancora rispondere nel merito.
Non mi devi sempre esporre quello su cui anch'io sono d'accordo.
Quale sarebbe la tua ricetta ora?
un salutone
Non mi devi sempre esporre quello su cui anch'io sono d'accordo.
Quale sarebbe la tua ricetta ora?
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: movimento 9 dicembre 2013 e sindacato CGIL
Quali altre soluzioni si sarebbero potute fare dopo questo esito elettorale visto che Grillo ha snobbato un po' tutti.
Adesso Zione mi devi rispondere per forza
*
In questi mesi del post voto, ho registrato diffusamente nel mondo della sinistra e sinistra democristiana piddina di queste parti che esiste il pensiero unico sul M5S e il suo operato ai tempi della trattativa con Bersani.
In modo particolare considerano il M5S un partito uguale a tutti quelli conosciuti sinora.
Di conseguenza pretendevano un comportamento grillino identico al loro modo di pensare.
Secondo loro il M5S si sarebbe dovuto alleare con il Pd.
Anche perché era loro noto che la maggioranza grillina era formata da ex Pd. Questo doveva essere un motivo sufficiente per accordarsi per un alleanza.
Adottando il pensiero filosofico di Max Catalano:
- È molto meglio essere giovani, belli, ricchi e in buona salute, piuttosto che essere vecchi, brutti, poveri e malati.
- È meglio innamorarsi di una donna bella, intelligente e ricca anziché di un mostro, cretino e senza una lira.
i sinistri preferivano di gran lunga l’alleanza con Grillo che con quella col Caimano.
Col Caimano erano stati alleati per una anno e questo bastava e avanzava. Non intendevano ripetere l’esperienza caimana.
In più, alcuni avevano intuito lo scherzo da prete tirato dal Caimano con l’uscita dalla maggioranza che aveva sostenuto Monti, lasciando tutto il peso della responsabilità al Pd.
Bersani nella trattativa era stato lasciato solo, con la speranza che fallisse, perché 101/120/150 incapucciati a parte in molti anche bersaniani non condividevano l’alleanza con il M5S.
Di conseguenza Bersani non poteva avere successo in quella direzione se molti anelavano a congiungersi con il Berlusca.
Il suo perimetro d’azione era quindi limitato nella fase propositiva.
Di conseguenza anche dall’altra parte ad offerte limitate non potevano che corrispondere risposte limitate.
Bersani costretto a mediare, propose di appoggiarli esternamente, questo per evitare forti obiezioni ed attriti interni.
Non poteva però pretendere che un partito che aveva vinto le elezioni alla Camera si comportasse come Rifondazione comunista con voti da prefisso telefonico.
Le controposte grilline poi erano sgradite alla maggioranza Pd.
Pretendere che funzionasse questo stato di cose, non stava né in cielo, né in terra, in ogni luogo.
La rabbia dei piddini, se pur mitigata dal tempo, persiste ancora oggi da queste parti quando si tocca l’argomento.
Per i sinistri è una ferita mai chiusa.
Quello che poi fa specie è la mancata informazione sulle dichiarazioni postume di Bersani in materia.
Penso che qualcuno ci marci e faccia finta di niente per convenienza.
1. Bersani fa outing: 'Mica volevo far l'alleanza con Grillo, son mica matto!
http://www.liberoquotidiano.it/.../Bers ... allean...
08/lug/2013 - Pier contro Grillo: "Non ti volevo non sono matto" Guarda il video ...hanno sempre pensato, ossia che l'intento di Bersani era quello di avviare ... Un avvertimento, nemmeno tanto velato a Beppe Grillo, ma anche a ... "Io gliel'ho detto al Pdl: attenti a far cader il governo, perché non è ... Siete dei masochisti.
Continua
Allora termino qui e ti rispondo
Adesso Zione mi devi rispondere per forza
*
In questi mesi del post voto, ho registrato diffusamente nel mondo della sinistra e sinistra democristiana piddina di queste parti che esiste il pensiero unico sul M5S e il suo operato ai tempi della trattativa con Bersani.
In modo particolare considerano il M5S un partito uguale a tutti quelli conosciuti sinora.
Di conseguenza pretendevano un comportamento grillino identico al loro modo di pensare.
Secondo loro il M5S si sarebbe dovuto alleare con il Pd.
Anche perché era loro noto che la maggioranza grillina era formata da ex Pd. Questo doveva essere un motivo sufficiente per accordarsi per un alleanza.
Adottando il pensiero filosofico di Max Catalano:
- È molto meglio essere giovani, belli, ricchi e in buona salute, piuttosto che essere vecchi, brutti, poveri e malati.
- È meglio innamorarsi di una donna bella, intelligente e ricca anziché di un mostro, cretino e senza una lira.
i sinistri preferivano di gran lunga l’alleanza con Grillo che con quella col Caimano.
Col Caimano erano stati alleati per una anno e questo bastava e avanzava. Non intendevano ripetere l’esperienza caimana.
In più, alcuni avevano intuito lo scherzo da prete tirato dal Caimano con l’uscita dalla maggioranza che aveva sostenuto Monti, lasciando tutto il peso della responsabilità al Pd.
Bersani nella trattativa era stato lasciato solo, con la speranza che fallisse, perché 101/120/150 incapucciati a parte in molti anche bersaniani non condividevano l’alleanza con il M5S.
Di conseguenza Bersani non poteva avere successo in quella direzione se molti anelavano a congiungersi con il Berlusca.
Il suo perimetro d’azione era quindi limitato nella fase propositiva.
Di conseguenza anche dall’altra parte ad offerte limitate non potevano che corrispondere risposte limitate.
Bersani costretto a mediare, propose di appoggiarli esternamente, questo per evitare forti obiezioni ed attriti interni.
Non poteva però pretendere che un partito che aveva vinto le elezioni alla Camera si comportasse come Rifondazione comunista con voti da prefisso telefonico.
Le controposte grilline poi erano sgradite alla maggioranza Pd.
Pretendere che funzionasse questo stato di cose, non stava né in cielo, né in terra, in ogni luogo.
La rabbia dei piddini, se pur mitigata dal tempo, persiste ancora oggi da queste parti quando si tocca l’argomento.
Per i sinistri è una ferita mai chiusa.
Quello che poi fa specie è la mancata informazione sulle dichiarazioni postume di Bersani in materia.
Penso che qualcuno ci marci e faccia finta di niente per convenienza.
1. Bersani fa outing: 'Mica volevo far l'alleanza con Grillo, son mica matto!
http://www.liberoquotidiano.it/.../Bers ... allean...
08/lug/2013 - Pier contro Grillo: "Non ti volevo non sono matto" Guarda il video ...hanno sempre pensato, ossia che l'intento di Bersani era quello di avviare ... Un avvertimento, nemmeno tanto velato a Beppe Grillo, ma anche a ... "Io gliel'ho detto al Pdl: attenti a far cader il governo, perché non è ... Siete dei masochisti.
Continua
Allora termino qui e ti rispondo
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Re: movimento 9 dicembre 2013 e sindacato CGIL
Non credo che ci siano ricette, anche perché il tema lo sto trattando da parecchio tempo.
Sono andato sul vecchio forum e…..:
Come ne usciamo da questo pasticcio?
Inizia il : Inviato: mer lug 27, 2011 10:53 am
Cambiare o ..... morire. Ma come ?
Inizia ; Inviato: lun ago 29, 2011 09:02 am
*
Il : Inviato: lun ago 29, 2011 09:37 am
mariok, posta:
Cambiare o...morire. Ma come?
Bella domanda, caro Uncle.
Quello che mi chiedo e su cui forse dovremmo un po' tutti riflettere, non è tanto come finirà la vicenda Penati, se farà o non dei passi indietro (quelli veri, non quelli lodati da Bersani) se rinuncerà alla prescrizione.
Tutti fatti simbolicamente importanti.
Ma ciò che mi chiedo è che si fa per le più che presumibili centinaia di casi Penati di cui non si parla perché non saltati fuori o non più al centro delle cronache.
Che ne è, giusto per fare un esempio, del PD in Campania?
Che stanno facendo i vari Bassolino, Cozzolino & C.? Aspettano per caso che passi il cadavere del loro giustiziere politico (De Magistris) per tornare allo scoperto direttamente o attraverso loro nuovi delfini?
E che ne è della faccenda della sanità pugliese?
Di casi purtroppo ce ne sono tanti, anche nelle cosiddette zone rosse, che spesso si fermano alle cronache locali solo perché non vengono fuori dalle inchieste giudiziarie nomi di spicco.
Cosa intende fare questo partito contro la corruzione innanzitutto al suo interno per avere le carte in regola e la credibilità per affrontarla a livello generale?
*
La GUERRA CIVILE in ITALIA
Inizia il : ven lug 01, 2011 20:06 pm
Risposte : 100
Visite : 4766
*
Su questo forum ho continuato con:
Come se ne viene fuori ?
Iniziato il : Inviato: 09/04/2012, 23:16
Risposte : 4677
Visite : 46115
Le risposte che ho ricevuto sono state queste due:
lucfig
Inviato: 11/10/2013, 13:05
Come se ne viene fuori?
Dopo 4.228 messaggi non sono riuscito a trovare una risposta.
E' solo colpa della classe politica?
E' solo colpa di Berlusconi?
Io credo che il punto centrale sia che non riusciamo più a parlare di futuro e stiamo sempre girati a guardare il passato. Per questo inciampiamo!
Inoltre questo egoismo che ci fa guardare solo e solamente il nostro orticello ha fatto si che adesso viviamo in un deserto.
Aggiungici la lobitizzazione fatta dai mass media ... e il gioco è fatto.
Ma come se ne viene fuori?
_________________
***
erding
Inviato: ieri, 13:12
Caro Uncle,
è dal 06/04/2012, ore19:00 e 4395 interventi che ci poniamo, e ci perseguita, la fatale domanda:
Come se ne viene fuori?
Finora non abbiamo trovato risposte esaurienti e decisive.
La crisi non è soltanto economica è sopratutto crisi morale.
Forse che, stando le cose come stanno, con i soliti mezzucci, con gli attori politici che sono attualmente in scena,
possiamo solo dire ...NON se ne viene fuori.
Per come tutto è degradato non ci si può affidare a piccoli espedienti, non basta una brezza ci vorrebbe un vento impetuoso.
Non bastano piccole manovre, occorrerebbero azioni forti e radicali.
Occorrerebbe una rivoluzione!
Il fatto è che la rivoluzione non è nel carattere dell'italiano medio,
le rivoluzioni hanno bisogno di uomini forti, generosi, liberi, risoluti, scevri da compromessi, ma purtroppo,
noi italiani siamo lontani da tutto questo.
E' amaro riconoscerlo ma saggezza vorrebbe che ci si rassegnasse.
Non avrei mai pensato, dopo una vita ormai per lo più spesa, ritrovarmi a ragionare così e cedere alla resa.
un saluto erding
Continua
Sono andato sul vecchio forum e…..:
Come ne usciamo da questo pasticcio?
Inizia il : Inviato: mer lug 27, 2011 10:53 am
Cambiare o ..... morire. Ma come ?
Inizia ; Inviato: lun ago 29, 2011 09:02 am
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Il : Inviato: lun ago 29, 2011 09:37 am
mariok, posta:
Cambiare o...morire. Ma come?
Bella domanda, caro Uncle.
Quello che mi chiedo e su cui forse dovremmo un po' tutti riflettere, non è tanto come finirà la vicenda Penati, se farà o non dei passi indietro (quelli veri, non quelli lodati da Bersani) se rinuncerà alla prescrizione.
Tutti fatti simbolicamente importanti.
Ma ciò che mi chiedo è che si fa per le più che presumibili centinaia di casi Penati di cui non si parla perché non saltati fuori o non più al centro delle cronache.
Che ne è, giusto per fare un esempio, del PD in Campania?
Che stanno facendo i vari Bassolino, Cozzolino & C.? Aspettano per caso che passi il cadavere del loro giustiziere politico (De Magistris) per tornare allo scoperto direttamente o attraverso loro nuovi delfini?
E che ne è della faccenda della sanità pugliese?
Di casi purtroppo ce ne sono tanti, anche nelle cosiddette zone rosse, che spesso si fermano alle cronache locali solo perché non vengono fuori dalle inchieste giudiziarie nomi di spicco.
Cosa intende fare questo partito contro la corruzione innanzitutto al suo interno per avere le carte in regola e la credibilità per affrontarla a livello generale?
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La GUERRA CIVILE in ITALIA
Inizia il : ven lug 01, 2011 20:06 pm
Risposte : 100
Visite : 4766
*
Su questo forum ho continuato con:
Come se ne viene fuori ?
Iniziato il : Inviato: 09/04/2012, 23:16
Risposte : 4677
Visite : 46115
Le risposte che ho ricevuto sono state queste due:
lucfig
Inviato: 11/10/2013, 13:05
Come se ne viene fuori?
Dopo 4.228 messaggi non sono riuscito a trovare una risposta.
E' solo colpa della classe politica?
E' solo colpa di Berlusconi?
Io credo che il punto centrale sia che non riusciamo più a parlare di futuro e stiamo sempre girati a guardare il passato. Per questo inciampiamo!
Inoltre questo egoismo che ci fa guardare solo e solamente il nostro orticello ha fatto si che adesso viviamo in un deserto.
Aggiungici la lobitizzazione fatta dai mass media ... e il gioco è fatto.
Ma come se ne viene fuori?
_________________
***
erding
Inviato: ieri, 13:12
Caro Uncle,
è dal 06/04/2012, ore19:00 e 4395 interventi che ci poniamo, e ci perseguita, la fatale domanda:
Come se ne viene fuori?
Finora non abbiamo trovato risposte esaurienti e decisive.
La crisi non è soltanto economica è sopratutto crisi morale.
Forse che, stando le cose come stanno, con i soliti mezzucci, con gli attori politici che sono attualmente in scena,
possiamo solo dire ...NON se ne viene fuori.
Per come tutto è degradato non ci si può affidare a piccoli espedienti, non basta una brezza ci vorrebbe un vento impetuoso.
Non bastano piccole manovre, occorrerebbero azioni forti e radicali.
Occorrerebbe una rivoluzione!
Il fatto è che la rivoluzione non è nel carattere dell'italiano medio,
le rivoluzioni hanno bisogno di uomini forti, generosi, liberi, risoluti, scevri da compromessi, ma purtroppo,
noi italiani siamo lontani da tutto questo.
E' amaro riconoscerlo ma saggezza vorrebbe che ci si rassegnasse.
Non avrei mai pensato, dopo una vita ormai per lo più spesa, ritrovarmi a ragionare così e cedere alla resa.
un saluto erding
Continua
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Re: movimento 9 dicembre 2013 e sindacato CGIL
Come già scritto più volte, ammetto il mio duplice fallimento nel non essere stato evidentemente, sufficientemente chiaro nell’esporre cosa stava accadendo e cosa ci sarebbe successo.
Adesso credo che non ci sia più niente da fare perché la materia non è complessa, ma complessissima.
Penso che per comprenderci valga sempre l’esempio medico, quello delle Neoplasie (Tumore)
Ci sono alcuni tipi di tumori in cui ancora oggi non c’è nulla da fare.
Alcuni che sono curabili se presi in tempo. Tipo il tumore al seno nel campo femminile.
Berlusconi (quel cancher) sta sopravvivendo ad un tumore alla prostata.
Ci sono poi degli organi che se attaccati non c’è niente da fare
In alcuni casi, quando i chirurghi ti aprono e constatano la diffusione della metastasi, ti richiudono e avvisano i parenti sul tempo che ti rimane da vivere.
La situazione italiana appartiene a questo ultimo caso. La diffusione delle metastasi è tale che non puoi più curare nessun tessuto.
Noi abbiamo scherzato per anni con la diffusione del tumore che ci aveva colpiti. Siamo fatti così e non c’è niente da fare.
Adesso la diffusione tumorale investe qualsiasi tessuto di questo Paese.
Non credo che succeda solo a me che quando parlo con altri dei problemi che affliggono l’Italia, andando ad esplorare tutti i settori della vita sociale, non esiste settore in cui la malattia sia entrata in profondità.
Un semplice esempio.
Tutti demonizzano le mafie, ma quando chiedo loro: Come se ne viene fuori? Entrano in fibrillazione e poi si paralizzano. Non forniscono nessuna risposta.
Eppure è un grandissimo problema strettamente legato all’economia.
Il dottor Gratteri, esattamente quindici giorni fa a Otto e mezzo precisava che nelle città del Sud, la dove esistono supermercati e se ne inserisce uno della mafia o dell’’ndrangheta, finisce che tutti si rivolgono al supermercato della mafia.
Semplice. Praticano prezzi inferiori agli altri stroncando la concorrenza. Domani quando questi abbandoneranno il campo, la mafia tornerà a praticare i prezzi che vuole.
Ma ci sono tantissimi altri esempi in merito.
Con la mafia bisogna convivere sosteneva l’ex ministro Lunardi. Noi ci siamo incazzati, ma aveva ragione.
Tu come risolvi questo problema?
Vogliamo parlare di tutti gli altri problemi pratici????
Io sono disponibile al confronto.
E VOI????
Adesso credo che non ci sia più niente da fare perché la materia non è complessa, ma complessissima.
Penso che per comprenderci valga sempre l’esempio medico, quello delle Neoplasie (Tumore)
Ci sono alcuni tipi di tumori in cui ancora oggi non c’è nulla da fare.
Alcuni che sono curabili se presi in tempo. Tipo il tumore al seno nel campo femminile.
Berlusconi (quel cancher) sta sopravvivendo ad un tumore alla prostata.
Ci sono poi degli organi che se attaccati non c’è niente da fare
In alcuni casi, quando i chirurghi ti aprono e constatano la diffusione della metastasi, ti richiudono e avvisano i parenti sul tempo che ti rimane da vivere.
La situazione italiana appartiene a questo ultimo caso. La diffusione delle metastasi è tale che non puoi più curare nessun tessuto.
Noi abbiamo scherzato per anni con la diffusione del tumore che ci aveva colpiti. Siamo fatti così e non c’è niente da fare.
Adesso la diffusione tumorale investe qualsiasi tessuto di questo Paese.
Non credo che succeda solo a me che quando parlo con altri dei problemi che affliggono l’Italia, andando ad esplorare tutti i settori della vita sociale, non esiste settore in cui la malattia sia entrata in profondità.
Un semplice esempio.
Tutti demonizzano le mafie, ma quando chiedo loro: Come se ne viene fuori? Entrano in fibrillazione e poi si paralizzano. Non forniscono nessuna risposta.
Eppure è un grandissimo problema strettamente legato all’economia.
Il dottor Gratteri, esattamente quindici giorni fa a Otto e mezzo precisava che nelle città del Sud, la dove esistono supermercati e se ne inserisce uno della mafia o dell’’ndrangheta, finisce che tutti si rivolgono al supermercato della mafia.
Semplice. Praticano prezzi inferiori agli altri stroncando la concorrenza. Domani quando questi abbandoneranno il campo, la mafia tornerà a praticare i prezzi che vuole.
Ma ci sono tantissimi altri esempi in merito.
Con la mafia bisogna convivere sosteneva l’ex ministro Lunardi. Noi ci siamo incazzati, ma aveva ragione.
Tu come risolvi questo problema?
Vogliamo parlare di tutti gli altri problemi pratici????
Io sono disponibile al confronto.
E VOI????
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Re: movimento 9 dicembre 2013 e sindacato CGIL
Altro problemino appena letto su Dagospia:
16 DIC 17:48
L’“ARTIGLIO” SPUNTATO DI BEFERA - EQUITALIA TARTASSA I PESCI PICCOLI MA L’EVASIONE FISCALE MILIONARIA È DURA DA ESTIRPARE - NON È CHE IL FISCO HA LA “MIRA DIFETTOSA”?
Qualcosa non funziona a dovere nelle agenzie fiscali, impotenti nei confronti delle grandi frodi, che mettono a rischio ogni patto sociale - I guai non sono dovuti solo all’incapacità della politica, ma a un deficit degli alti gradi della PA, che hanno vaste praterie per operare con incisività e non lo fanno…
E' un problema della natura. Il pesce più grande mangia quello più piccolo.
Mai visto una cernia divorarsi una balena.
Befera è un pesce di mezzo, mangia i più piccoli ma evita di mangiare i pesci più grossi.
Come si risolve questo problema che dura da sempre?????
16 DIC 17:48
L’“ARTIGLIO” SPUNTATO DI BEFERA - EQUITALIA TARTASSA I PESCI PICCOLI MA L’EVASIONE FISCALE MILIONARIA È DURA DA ESTIRPARE - NON È CHE IL FISCO HA LA “MIRA DIFETTOSA”?
Qualcosa non funziona a dovere nelle agenzie fiscali, impotenti nei confronti delle grandi frodi, che mettono a rischio ogni patto sociale - I guai non sono dovuti solo all’incapacità della politica, ma a un deficit degli alti gradi della PA, che hanno vaste praterie per operare con incisività e non lo fanno…
E' un problema della natura. Il pesce più grande mangia quello più piccolo.
Mai visto una cernia divorarsi una balena.
Befera è un pesce di mezzo, mangia i più piccoli ma evita di mangiare i pesci più grossi.
Come si risolve questo problema che dura da sempre?????
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Re: movimento 9 dicembre 2013 e sindacato CGIL
E questo problema segnalato da erding in altro 3D?
Spese folli, la grande abbuffata delle Regioni. Indagini in tre su quattro
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 14 dicembre 2013
Sedici su venti. Da nord a sud. A destra, centro e sinistra. Ben più della metà dei consigli regionali italiani è finito in un’inchiesta della magistratura o della Corte dei Conti per spese folli e scontrini impossibili. Le quattro eccezioni sono Veneto, Abruzzo, Toscana e Trentino Alto Adige (sfiorate da altre indagini, ma non sui rimborsi allegri). Ecco le cifre e i casi più clamorosi.
VALLE D’AOSTA
L’indagine va verso la chiusura. La Guardia di finanza ha consegnato alla procura gli ultimi atti dell’inchiesta sui rimborsi del Consiglio regionale. Ora la palla passa al procuratore capo Marilinda Mineccia che deciderà quali consiglieri indagare e quali archiviare. Ancora non c’è una stima delle spese rimborsate ingiustamente, ma si ipotizzano già il reato di peculato e di finanziamento illecito ai partiti politici nei confronti di sei gruppi: Union Valdotaine, Federation autonomiste, Stella Alpina, Pdl, Alpe e Pd. Le indagini erano iniziate più di un anno fa a partire dalle spese sospette del Partito democratico per l’acquisto di alimenti e premi per la Festa Democratica, oltre che sul pagamento dei contributi dei consiglieri. Ad agosto la sezione di controllo della Corte dei conti ha diffuso un rapporto sui rimborsi ai gruppi consiliari nel 2012: 101.236 euro per l’Alpe, 40,5 mila alla Federation Autonomiste, 81 mila per il Pdl, quasi 61 mila per il Pd, 81 mila pure per “Stella alpina” e ben 236.217 euro all’Union Valdotain.
PIEMONTE
Si sono fatti rimborsare il tosaerba, i campanacci per i bovini, le consolle per i figli. Qualcuno è andato oltre: Roberto Boniperti (Gruppo Misto) ha presentato una fattura da oltre 9mila euro tra gadget fascisti e busti di Mussolini. Poi c’è il regalo di nozze fatto dal presidente Roberto Cota (Lega) all’assessore Michele Coppola. Il governatore s’è pure comprato mutande verde leghista a Boston ma si è giustificato dando la colpa alla segretaria, colpevole di non aver separato le ricevute. Dalle migliaia di pagine dell’indagine sulla “Rimborsopoli” piemontese, chiusa dopo circa un anno di attività della guardia di Finanza e della procura, emerge di tutto. I consiglieri indagati sono 43 su 60 eletti. Sono quasi 2 milioni di euro, le spese incongrue fatte rimborsare dai politici coi soldi pubblici. Il più spendaccione? Michele Dell’Utri del gruppo monoconsigliere “Moderati”: si è fatto restituire 190 mila euro destinati a sondaggi telefonici sulla popolazione. A ruota segue Michele Giovine dei “Pensionati per Cota”: ha ottenuto 144 mila euro facendosi rimborsare spese per la compagna, la sorella, la madre e il padre. Che genere di spese? Multe, carburante, medicine, cosmetici, biglietti per teatro o per Juventus-Milan e altro ancora. Dulcis in fundo, di nuovo Cota, il governatore leghista che voleva tagliare i costi della politica e invece si è fatto rendere più di 25 mila euro. Tra le sue spese moltissime cene: cinque in una sola sera, adesempio. Oppure caffè presi a Torino mentre lui era a Bruxelles. E i regali per altri matrimoni, oltre a quello dell’assessore Coppola. E ancora: 1.500 euro di eleganti penne da regalare in occasioni ufficiali, 530 euro di foulard per portavoce e cravatte per collaboratori e autisti, e un libro antico per Giulio Tremonti.
LIGURIA
Mutandine di pizzo, cibo per gatti, cento animali in ceramica, soggiorni alle terme e altro ancora. Sono le spese dei consiglieri liguri emerse finora. Per il momento gli indagati dalla Procura di Genova per i rimborsi gonfiati sono 11, ma gli inquirenti sono ancora al lavoro: nei primi giorni di novembre la guardia di Finanza ha acquisito documenti di Pd, Lega Nord, Sel, FdS e delle liste civiche Noi con Burlando e Liguria Viva. I tronconi delle indagini sono due. Il primo vede indagati per peculato quattro consiglieri dell’Idv: Marylin Fusco e Nicolò Scialfa (passati a Diritti e Libertà), Stefano Quaini (passato a Sel) e Maruska Piredda. A marzo è stata la volta di cinque consiglieri legati del centro-destra: Luigi Morgillo, Alessio Saso e Franco Rocca (Pdl), Aldo Siri (Lista Biasotti) e Raffaella Della Bianca (Gruppo Misto). Infine due indagati dell’Udc: Marco Limoncini e l’ex presidente del consiglio Rosario Monteleone, che si è dimesso a ottobre proprio in seguito allo scandalo. I due centristi hanno prelevato 189 mila euro in contanti dai conti del gruppo, metà dei quali sarebbe sparito senza giustificativi.
LOMBARDIA
A Milano il condominio con il più alto numero di indagati nel 2012 è stato il Pirellone, sede del governo lombardo. Per vari reati diversi, dal presidente Roberto Formigoni al presidente del consiglio regionale Davide Boni (Lega), ma molti accomunati dall’indagine sui rimborsi spese: complessivamente 62 consiglieri hanno “truccato” gli scontrini per circa due milioni di euro.
Il più creativo è stato l’ex capogruppo della Lega Nord, Stefano Galli che, dopo aver pagato il pranzo di nozze della figlia a carico della Regione e aver fatto avere una consulenza al neogenero con la licenza di terza media, ha tentato di giustificarsi così: “Tutta colpa di mia moglie, ma ora mi separo”. Nicole Minetti spese oltre diecimila euro in sushi e Renzo Bossi il Trota, non contento dei “contributi” delle casse leghiste, è riuscito a farsi rimborsare qualunque cosa. Anche i cioccolatini.
FRIULI VENEZIA GIULIA
La Procura di Trieste indaga su oltre venti consiglieri regionali, con l’ipotesi di peculato. A quanto risulta dalla documentazione contabile acquisita dalla guardia di Finanza, nel solo 2011 gli otto gruppi consiliari avrebbero speso una cifra pari a 2,7 milioni di euro. Tra le voci di spesa difficilmente riconducibili all’attività politica, documentate da scontrini e ricevute, ci sono richieste di rimborsi per pranzi, cene, viaggi e pernottamenti. Al capogruppo Pdl Alessandro Colautti, per esempio, sono contestati una cena da 58 euro a San Valentino, un soggiorno in Austria da 403 euro, 98 euro pagati per il parcheggio a Udine, 123 per una notte a Parigi e – udite udite – 35 per la pulizia del cane. Le indagini coinvolgono anche cinque consiglieri dell’attuale legislatura, presieduta da Debora Serracchiani.
EMILIA ROMAGNA
Beccati non una ma ben due volte a farsi rimborsare un po’ di tutto. Dai 30 euro che Silvia Noè (Udc) ha speso per un regalo al figlio dell’assessore Gian Carlo Muzzarelli, agli 8.000 euro che nel 2010 il Pd pagò per zamponi e panettoni, fino ai 50 centesimi che Thomas Casadei (Pd) s’è fatto restituire dopo aver usato un wc pubblico a gettoni. Marco Monari, capogruppo del Pd fino allo scandalo ‘spese pazze’, per esempio, avrebbe pagato 500 euro per una penna e, assieme a Roberto Montanari (Pd), 1.700 euro per un viaggio ad Amalfi. Soldi pubblici. Sia Matteo Riva, gruppo misto, sia l’ex capogruppo Pdl, Luigi Giuseppe Villani, poi, avrebbero tentato di mettere a rimborso gioielli di Tiffany: a Riva i revisori dei conti dissero che le due collane da 120 euro doveva acquistarle di tasca propria, mentre il gioiello da 480 euro attribuito a Villani fu pagato dai contribuenti. E poi ci sono le cene. Recordman è il pidiellino Luca Bartolini, che al ristorante ha speso 44.000 euro in 19 mesi, seguito da Villani, 43.000 euro, e da Monari, che avrebbe pasteggiato in locali come il San Domenico di Imola, due stelle Michelin, le Calandre, 340 o 689 euro a cena, o la Rosetta, 423 euro, spendendo in totale circa 30.000 euro. Ma anche i 20.000 euro per le auto blu, tra giugno 2010 e agosto 2011, del consigliere Vasco Errani, che avrebbe a disposizione, come presidente della Regione, un’auto 24 ore al giorno, sono al vaglio della Procura di Bologna, che ha iscritto nel registro degli indagati tutti e nove i capigruppo dei partiti eletti.
UMBRIA
La corte dei Conti ha controllato i bilanci 2012 dei singoli gruppi della Regione e ha scoperto i partiti hanno speso un milione e mezzo. In particolare su collaboratori co. co. pro che in realtà non erano indicati. Poi le ormai solite spese: fatture per cene, alberghi ed eventi vari. Il presidente del consiglio regionale, Eros Brega, è inoltre imputato per peculato, falso ideologico, calunnia e concussione per la gestione dei fondi devoluti per gli Eventi Valentiniani nel periodo compreso fra il 2000 e il 2004, quando era assessore alla Cultura a Terni. Brega ha chiesto e ottenuto il rito immediato.
MARCHE
Sono 42 i consiglieri (di tutti i partiti) sotto inchiesta per peculato. Le spese folli dei gruppi regionali ammontano a un milione di euro complessivi per il 2011 e il 2012. Soldi per ristoranti, telefoni, viaggi, ritiri spirituali. C’è addirittura chi ha fatto beneficenza privata con i rimborsi pubblici. Un consigliere del Pdci, Raffaele Bucciarelli, ha acquistato un manuale erotico da 16 euro e si è giustificato affermando di averlo fatto in quanto “fondatore della commissione pari opportunità”. Erminio Marinelli, unico consigliere del gruppo “per le Marche”, ha avuto la geniale idea di farsi rimborsare l’organizzazione di un congresso sulla sanità regionale che si sarebbe tenuto il 31 dicembre 2012, tra un fuoco d’artificio e l’altro.
LAZIO
Non c’era solo “Batman” Fiorito e il Pdl: l’ultima inchiesta sui rimborsi nella Regione Lazio parte dalla Procura di Rieti e riguarda il Pd. L’indagine si concentra sui 2 milioni di euro rendicontati dal gruppo Pd alla Regione Lazio, le accuse variano dal “falso” al “peculato”, e nel registro degli indagati – nell’inchiesta condotta dal procuratore Giuseppe Saieva – sono stati iscritti quattro politici e 10 imprenditori: parliamo del tesoriere regionale del Pd, Mario Perilli, del sindaco di Fiumicino (all’epoca capogruppo in Regione) Esterino Montino, dell’ex consigliere regionale Giuseppe Parroncini e infine di Enzo Foschi, oggi capo della segreteria del sindaco di Roma. Nel mirino degli inquirenti spese ingenti che riguardano televisioni e giornalisti, compensi per collaboratori, circa 700mila euro per stampa e manifesti, spese d’albergo e noleggio auto, bar e ristoranti. Tra le cifre sospette ben 4.500 euro spesi in un’enoteca. Lo scandalo Pd segue di oltre un anno quello del Pdl che ha visto come protagonista il “federale di Anagni” Franco Fiorito, condannato in primo grado a tre anni e quattro mesi con l’a ccusa di peculato per essersi appropriato di oltre un milione di euro dei fondi del gruppo del Pdl. Fiorito – sostiene l’accusa – ha usato il denaro del gruppo per acquistare auto, case e vacanze in Costa Smeralda. L’inchiesta della Procura di Roma è alle battute finali e tra gli indagati c’è anche Carlo De Romanis, famoso per le feste in maschera nella capitale, che deve rispondere dei finanziamenti all’Associazione giovani del Ppe. Indagato anche l’ex tesoriere dell’Idv, Vincenzo Maruccio, che avrebbe speso oltre 100mila euro in preda al vizio delle slot machine.
CAMPANIA
Sono 53 i consiglieri regionali indagati dalla Procura di Napoli. L’accusa per tutti è di peculato. Gli inquirenti hanno ricostruito le modalità di spesa, per 2,5 milioni di euro, nel biennio 2010-2012. Anche in questo caso l’inchiesta – condotta dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dal pm Giancarlo Novelli – ha setacciato migliaia di scontrini e fatture, ricomponendo il puzzle dei rimborsi. Come spendono i consiglieri campani i nostri soldi? Cialde di caffè, sigarette, sfogliatelle, addirittura tintura per capelli. Il Pdl ha speso 11mila euro tra bar e pasticcerie con frequenti salti in enoteca per acquistare vini di qualità. C’è poi un’uscita che lascia senza parole: 190 euro, destinati ai rimborsi, sono stati utilizzati per ripianare un furto dalla cassa del gruppo Pdl. Il nuovo Psi ha acquistato occhiali da vista, farmaci e anche una Barbie. E poi le irrinunciabili cene e decine di cd e dvd. Nel gruppo misto hanno pensato di pagarsi anche la tassa sulla spazzatura, la Tarsu, e dagli atti della guardia di Finanza è possibile ricavare la speciale classifica tra partiti: al primo posto, per l’utilizzo irregolare dei fondi, si piazzano Idv e Udeur – a pari merito – con il 95 per cento delle spese sospette. Segue il Nuovo Psi, con il 91 per cento. Al quarto posto c’è il Pdl, con l’89 per cento, che deve spiegare agli inquirenti come ha speso 728mila euro. Nell’indagine sono coinvolti anche tre parlamentari: il senatore Domenico De Siano (Pdl), la deputata Eva Longo (Pdl) e il collega Pd Umberto Del Basso De Caro. Il Presidente della Regione, Stefano Caldoro non risulta nell’elenco degli indagati.
MOLISE
Nel fascicolo dell’inchiesta della Procura di Campobasso, sui rimborsi della Regione Molise, si analizzano centinaia di fatture e ricevute riferite agli anni tra il 2009 e il 2011. Non ci sono solo gelati, pizze, cd, regali, pranzi e cene al ristorante. Tra le spese fatte con i soldi pubblici dai 30 consiglieri del piccolo Molise c’è anche chi avrebbe messo in nota spese del gruppo il rimborso di uno spettacolo di lap dance in un locale notturno della Capitale. L’indagine – condotta dal procuratore Nicola D’Angelo – coinvolge molti consiglieri in carica nel biennio preso in esame, che devono rispondere di un “buco” che secondo le Fiamme gialle supera i 2 milioni di euro l’anno. Reati ipotizzati: appropriazione indebita e peculato.
BASILICATA
È l’aprile 2013 quando la Procura di Potenza ordina gli arresti domiciliari per tre assessori Vincenzo Viti (Pd), Rosa Mastrosimone (Idv) e Nicola Pagliuca (Pdl). Per altri 8 consiglieri ottiene il divieto di dimora. La “rimborsopoli” lucana conta 48 indagati. L’inchiesta porta alle dimissioni dell’ex governatore Vito De Filippo e dell’intera giunta. La procura sequestra 170 mila euro. Tra le giustificazioni più surreali spicca quella di Vincenzo Ruggiero (ex Udc): 15 mila euro spesi per le presunte prestazioni di una “collaboratrice” che, secondo l’accusa, non sembrano collegate ad “attività lavorative”. Interrogata, la donna racconta di aver eseguito il suo lavoro direttamente a casa di Ruggiero e di aver tenuto segreta la collaborazione al marito. Alla fantasia non c’è limite. Rosa Mastrosimone ha allegato 105 ricevute fiscali dello stesso ristorante: il gestore, però, dichiara di non averla mai vista. Il capitolo pasti è, come sempre, il più variegato: ricevute alterate negli importi, casi clamorosi di ubiquità, con consiglieri che, mentre erano in viaggio a Roma, pranzavano a Matera. Le ultime elezioni in Basilicata hanno registrato la più bassa affluenza di sempre: ha votato soltanto il 48 per cento degli elettori. E nelle urne, all’interno della scheda, molti hanno infilato per protesta uno scontrino.
CALABRIA
La “rimborsopoli” calabrese conta tredici indagati: sei politici di centrosinistra e sette di centrodestra. La somma nel mirino degli investigatori, in un totale di diversi milioni di euro utilizzati dai consiglieri, oscilla tra i 600 mila e il milione di euro spesi illecitamente. Tra i nomi eccellenti troviamo l’ex governatore del Pd Agazio Loiero e il senatore (eletto con Grande Sud, ora nel Ncd) Giovanni Bilardi. Le accuse spaziano dal peculato al falso alla truffa. E tra fatture e scontrini è emerso di tutto. Un biglietto per assistere a uno spettacolo di lap dance, per esempio, e un tagliando del gratta e vinci. E soprattutto viaggi ingiustificati sia all’estero sia in Italia. C’è persino chi ha affittato un intero pullman a Chianciano. Una gran voglia di condividere, insomma, che porta un singolo consigliere a rendicontare ben 66 coperti in un solo ristorante e in solo giorno. Non è l’unico: la Finanza registra scontrini per ripetuti pranzi per comitive da 20 fino a 25 commensali. E poi i vini, con fatture che passano dai 30 ai 780 euro. Tra le spese spacciate per “attività consiliare” anche materiale elettrico acquistato nei ferramenta e l’arredo bagni e detersivi. Poi il “rimborso” per le bollette della Tarsu. E, se non bastasse, persino una multa della polizia stradale. Che tanto si può dire “andavo a un appuntamento di lavoro”.
PUGLIA
Non ci sono indagini della Procura sulle spese del consiglio regionale presieduto da Vendola. Ma il rapporto della Corte dei Conti ha portato alla luce una condotta tutt’altro che edificante. Nel 2012, 9 degli 11 rendiconti presentati dai gruppi sono risultati essere irregolari. Consiglieri e assessori, tanto a destra quanto a sinistra, non hanno risparmiato le richieste di rimborso nemmeno per caffè, bottigliette d’acqua, cornetti e cappuccini. Spiccano gli 800 euro di panettoni rimborsati al gruppo I Moderati e Popolari, le richieste del Pdl per gli abbonamenti a Gazzetta, Corriere dello Sport e Tuttosport e le sponsorizzazioni dell’Udc ad alcuni tornei di calcetto.
SICILIA
A fine 2012 l’ex presidente dell’Ars, Francesco Cascio (Pdl), si è presentato spontaneamente in procura per consegnare la documentazione contabile del consiglio regionale. Solo in quell’anno, i gruppi del parlamentino siciliano hanno speso 12,6 milioni di euro. I magistrati indagano sui capigruppo Antonello Cracolici (Pd), Giulia Adamo (Pdl), Francesco Musotto (Mpa) e Rudy Maira (Pid) per spese non istituzionali o ingiustificate. Tra le fatture, i pm hanno trovato anche l’acquisto di auto e i regali di nozze.
SARDEGNA
In Sardegna le inchieste sono due. L’ex capogruppo del Pdl in consiglio regionale, Mario Diana, è finito in carcere in custodia cautelare per aver distratto circa 250 mila euro di fondi pubblici e aver utilizzato decine di migliaia di euro per incontri e dibattiti non attinenti – secondo la procura – all’attività politica. In carcere anche Carlo Sanjust (Pdl) che si sarebbe appropriato di 23 mila euro pubblici per pagare le spese del suo matrimonio e altri 27 mila euro destinati a corsi di formazione. L’inchiesta-bis riguarda altri 38 consiglieri regionali di Pdl, Udc e Pd (tra cui anche Francesca Barracciu, vincitrice delle primarie del centrosinistra). In tutto, ad oggi, risultano indagati complessivamente 53 consiglieri sardi (alcuni ancora in carica).
di Loredana Di Cesare, Andrea Giambartolomei e Tommaso Rodano
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12 ... ta/813519/
Intanto... il debito pubblico in continuo aumento a fronte di servizi sempre più scadenti.
Spese folli, la grande abbuffata delle Regioni. Indagini in tre su quattro
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 14 dicembre 2013
Sedici su venti. Da nord a sud. A destra, centro e sinistra. Ben più della metà dei consigli regionali italiani è finito in un’inchiesta della magistratura o della Corte dei Conti per spese folli e scontrini impossibili. Le quattro eccezioni sono Veneto, Abruzzo, Toscana e Trentino Alto Adige (sfiorate da altre indagini, ma non sui rimborsi allegri). Ecco le cifre e i casi più clamorosi.
VALLE D’AOSTA
L’indagine va verso la chiusura. La Guardia di finanza ha consegnato alla procura gli ultimi atti dell’inchiesta sui rimborsi del Consiglio regionale. Ora la palla passa al procuratore capo Marilinda Mineccia che deciderà quali consiglieri indagare e quali archiviare. Ancora non c’è una stima delle spese rimborsate ingiustamente, ma si ipotizzano già il reato di peculato e di finanziamento illecito ai partiti politici nei confronti di sei gruppi: Union Valdotaine, Federation autonomiste, Stella Alpina, Pdl, Alpe e Pd. Le indagini erano iniziate più di un anno fa a partire dalle spese sospette del Partito democratico per l’acquisto di alimenti e premi per la Festa Democratica, oltre che sul pagamento dei contributi dei consiglieri. Ad agosto la sezione di controllo della Corte dei conti ha diffuso un rapporto sui rimborsi ai gruppi consiliari nel 2012: 101.236 euro per l’Alpe, 40,5 mila alla Federation Autonomiste, 81 mila per il Pdl, quasi 61 mila per il Pd, 81 mila pure per “Stella alpina” e ben 236.217 euro all’Union Valdotain.
PIEMONTE
Si sono fatti rimborsare il tosaerba, i campanacci per i bovini, le consolle per i figli. Qualcuno è andato oltre: Roberto Boniperti (Gruppo Misto) ha presentato una fattura da oltre 9mila euro tra gadget fascisti e busti di Mussolini. Poi c’è il regalo di nozze fatto dal presidente Roberto Cota (Lega) all’assessore Michele Coppola. Il governatore s’è pure comprato mutande verde leghista a Boston ma si è giustificato dando la colpa alla segretaria, colpevole di non aver separato le ricevute. Dalle migliaia di pagine dell’indagine sulla “Rimborsopoli” piemontese, chiusa dopo circa un anno di attività della guardia di Finanza e della procura, emerge di tutto. I consiglieri indagati sono 43 su 60 eletti. Sono quasi 2 milioni di euro, le spese incongrue fatte rimborsare dai politici coi soldi pubblici. Il più spendaccione? Michele Dell’Utri del gruppo monoconsigliere “Moderati”: si è fatto restituire 190 mila euro destinati a sondaggi telefonici sulla popolazione. A ruota segue Michele Giovine dei “Pensionati per Cota”: ha ottenuto 144 mila euro facendosi rimborsare spese per la compagna, la sorella, la madre e il padre. Che genere di spese? Multe, carburante, medicine, cosmetici, biglietti per teatro o per Juventus-Milan e altro ancora. Dulcis in fundo, di nuovo Cota, il governatore leghista che voleva tagliare i costi della politica e invece si è fatto rendere più di 25 mila euro. Tra le sue spese moltissime cene: cinque in una sola sera, adesempio. Oppure caffè presi a Torino mentre lui era a Bruxelles. E i regali per altri matrimoni, oltre a quello dell’assessore Coppola. E ancora: 1.500 euro di eleganti penne da regalare in occasioni ufficiali, 530 euro di foulard per portavoce e cravatte per collaboratori e autisti, e un libro antico per Giulio Tremonti.
LIGURIA
Mutandine di pizzo, cibo per gatti, cento animali in ceramica, soggiorni alle terme e altro ancora. Sono le spese dei consiglieri liguri emerse finora. Per il momento gli indagati dalla Procura di Genova per i rimborsi gonfiati sono 11, ma gli inquirenti sono ancora al lavoro: nei primi giorni di novembre la guardia di Finanza ha acquisito documenti di Pd, Lega Nord, Sel, FdS e delle liste civiche Noi con Burlando e Liguria Viva. I tronconi delle indagini sono due. Il primo vede indagati per peculato quattro consiglieri dell’Idv: Marylin Fusco e Nicolò Scialfa (passati a Diritti e Libertà), Stefano Quaini (passato a Sel) e Maruska Piredda. A marzo è stata la volta di cinque consiglieri legati del centro-destra: Luigi Morgillo, Alessio Saso e Franco Rocca (Pdl), Aldo Siri (Lista Biasotti) e Raffaella Della Bianca (Gruppo Misto). Infine due indagati dell’Udc: Marco Limoncini e l’ex presidente del consiglio Rosario Monteleone, che si è dimesso a ottobre proprio in seguito allo scandalo. I due centristi hanno prelevato 189 mila euro in contanti dai conti del gruppo, metà dei quali sarebbe sparito senza giustificativi.
LOMBARDIA
A Milano il condominio con il più alto numero di indagati nel 2012 è stato il Pirellone, sede del governo lombardo. Per vari reati diversi, dal presidente Roberto Formigoni al presidente del consiglio regionale Davide Boni (Lega), ma molti accomunati dall’indagine sui rimborsi spese: complessivamente 62 consiglieri hanno “truccato” gli scontrini per circa due milioni di euro.
Il più creativo è stato l’ex capogruppo della Lega Nord, Stefano Galli che, dopo aver pagato il pranzo di nozze della figlia a carico della Regione e aver fatto avere una consulenza al neogenero con la licenza di terza media, ha tentato di giustificarsi così: “Tutta colpa di mia moglie, ma ora mi separo”. Nicole Minetti spese oltre diecimila euro in sushi e Renzo Bossi il Trota, non contento dei “contributi” delle casse leghiste, è riuscito a farsi rimborsare qualunque cosa. Anche i cioccolatini.
FRIULI VENEZIA GIULIA
La Procura di Trieste indaga su oltre venti consiglieri regionali, con l’ipotesi di peculato. A quanto risulta dalla documentazione contabile acquisita dalla guardia di Finanza, nel solo 2011 gli otto gruppi consiliari avrebbero speso una cifra pari a 2,7 milioni di euro. Tra le voci di spesa difficilmente riconducibili all’attività politica, documentate da scontrini e ricevute, ci sono richieste di rimborsi per pranzi, cene, viaggi e pernottamenti. Al capogruppo Pdl Alessandro Colautti, per esempio, sono contestati una cena da 58 euro a San Valentino, un soggiorno in Austria da 403 euro, 98 euro pagati per il parcheggio a Udine, 123 per una notte a Parigi e – udite udite – 35 per la pulizia del cane. Le indagini coinvolgono anche cinque consiglieri dell’attuale legislatura, presieduta da Debora Serracchiani.
EMILIA ROMAGNA
Beccati non una ma ben due volte a farsi rimborsare un po’ di tutto. Dai 30 euro che Silvia Noè (Udc) ha speso per un regalo al figlio dell’assessore Gian Carlo Muzzarelli, agli 8.000 euro che nel 2010 il Pd pagò per zamponi e panettoni, fino ai 50 centesimi che Thomas Casadei (Pd) s’è fatto restituire dopo aver usato un wc pubblico a gettoni. Marco Monari, capogruppo del Pd fino allo scandalo ‘spese pazze’, per esempio, avrebbe pagato 500 euro per una penna e, assieme a Roberto Montanari (Pd), 1.700 euro per un viaggio ad Amalfi. Soldi pubblici. Sia Matteo Riva, gruppo misto, sia l’ex capogruppo Pdl, Luigi Giuseppe Villani, poi, avrebbero tentato di mettere a rimborso gioielli di Tiffany: a Riva i revisori dei conti dissero che le due collane da 120 euro doveva acquistarle di tasca propria, mentre il gioiello da 480 euro attribuito a Villani fu pagato dai contribuenti. E poi ci sono le cene. Recordman è il pidiellino Luca Bartolini, che al ristorante ha speso 44.000 euro in 19 mesi, seguito da Villani, 43.000 euro, e da Monari, che avrebbe pasteggiato in locali come il San Domenico di Imola, due stelle Michelin, le Calandre, 340 o 689 euro a cena, o la Rosetta, 423 euro, spendendo in totale circa 30.000 euro. Ma anche i 20.000 euro per le auto blu, tra giugno 2010 e agosto 2011, del consigliere Vasco Errani, che avrebbe a disposizione, come presidente della Regione, un’auto 24 ore al giorno, sono al vaglio della Procura di Bologna, che ha iscritto nel registro degli indagati tutti e nove i capigruppo dei partiti eletti.
UMBRIA
La corte dei Conti ha controllato i bilanci 2012 dei singoli gruppi della Regione e ha scoperto i partiti hanno speso un milione e mezzo. In particolare su collaboratori co. co. pro che in realtà non erano indicati. Poi le ormai solite spese: fatture per cene, alberghi ed eventi vari. Il presidente del consiglio regionale, Eros Brega, è inoltre imputato per peculato, falso ideologico, calunnia e concussione per la gestione dei fondi devoluti per gli Eventi Valentiniani nel periodo compreso fra il 2000 e il 2004, quando era assessore alla Cultura a Terni. Brega ha chiesto e ottenuto il rito immediato.
MARCHE
Sono 42 i consiglieri (di tutti i partiti) sotto inchiesta per peculato. Le spese folli dei gruppi regionali ammontano a un milione di euro complessivi per il 2011 e il 2012. Soldi per ristoranti, telefoni, viaggi, ritiri spirituali. C’è addirittura chi ha fatto beneficenza privata con i rimborsi pubblici. Un consigliere del Pdci, Raffaele Bucciarelli, ha acquistato un manuale erotico da 16 euro e si è giustificato affermando di averlo fatto in quanto “fondatore della commissione pari opportunità”. Erminio Marinelli, unico consigliere del gruppo “per le Marche”, ha avuto la geniale idea di farsi rimborsare l’organizzazione di un congresso sulla sanità regionale che si sarebbe tenuto il 31 dicembre 2012, tra un fuoco d’artificio e l’altro.
LAZIO
Non c’era solo “Batman” Fiorito e il Pdl: l’ultima inchiesta sui rimborsi nella Regione Lazio parte dalla Procura di Rieti e riguarda il Pd. L’indagine si concentra sui 2 milioni di euro rendicontati dal gruppo Pd alla Regione Lazio, le accuse variano dal “falso” al “peculato”, e nel registro degli indagati – nell’inchiesta condotta dal procuratore Giuseppe Saieva – sono stati iscritti quattro politici e 10 imprenditori: parliamo del tesoriere regionale del Pd, Mario Perilli, del sindaco di Fiumicino (all’epoca capogruppo in Regione) Esterino Montino, dell’ex consigliere regionale Giuseppe Parroncini e infine di Enzo Foschi, oggi capo della segreteria del sindaco di Roma. Nel mirino degli inquirenti spese ingenti che riguardano televisioni e giornalisti, compensi per collaboratori, circa 700mila euro per stampa e manifesti, spese d’albergo e noleggio auto, bar e ristoranti. Tra le cifre sospette ben 4.500 euro spesi in un’enoteca. Lo scandalo Pd segue di oltre un anno quello del Pdl che ha visto come protagonista il “federale di Anagni” Franco Fiorito, condannato in primo grado a tre anni e quattro mesi con l’a ccusa di peculato per essersi appropriato di oltre un milione di euro dei fondi del gruppo del Pdl. Fiorito – sostiene l’accusa – ha usato il denaro del gruppo per acquistare auto, case e vacanze in Costa Smeralda. L’inchiesta della Procura di Roma è alle battute finali e tra gli indagati c’è anche Carlo De Romanis, famoso per le feste in maschera nella capitale, che deve rispondere dei finanziamenti all’Associazione giovani del Ppe. Indagato anche l’ex tesoriere dell’Idv, Vincenzo Maruccio, che avrebbe speso oltre 100mila euro in preda al vizio delle slot machine.
CAMPANIA
Sono 53 i consiglieri regionali indagati dalla Procura di Napoli. L’accusa per tutti è di peculato. Gli inquirenti hanno ricostruito le modalità di spesa, per 2,5 milioni di euro, nel biennio 2010-2012. Anche in questo caso l’inchiesta – condotta dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dal pm Giancarlo Novelli – ha setacciato migliaia di scontrini e fatture, ricomponendo il puzzle dei rimborsi. Come spendono i consiglieri campani i nostri soldi? Cialde di caffè, sigarette, sfogliatelle, addirittura tintura per capelli. Il Pdl ha speso 11mila euro tra bar e pasticcerie con frequenti salti in enoteca per acquistare vini di qualità. C’è poi un’uscita che lascia senza parole: 190 euro, destinati ai rimborsi, sono stati utilizzati per ripianare un furto dalla cassa del gruppo Pdl. Il nuovo Psi ha acquistato occhiali da vista, farmaci e anche una Barbie. E poi le irrinunciabili cene e decine di cd e dvd. Nel gruppo misto hanno pensato di pagarsi anche la tassa sulla spazzatura, la Tarsu, e dagli atti della guardia di Finanza è possibile ricavare la speciale classifica tra partiti: al primo posto, per l’utilizzo irregolare dei fondi, si piazzano Idv e Udeur – a pari merito – con il 95 per cento delle spese sospette. Segue il Nuovo Psi, con il 91 per cento. Al quarto posto c’è il Pdl, con l’89 per cento, che deve spiegare agli inquirenti come ha speso 728mila euro. Nell’indagine sono coinvolti anche tre parlamentari: il senatore Domenico De Siano (Pdl), la deputata Eva Longo (Pdl) e il collega Pd Umberto Del Basso De Caro. Il Presidente della Regione, Stefano Caldoro non risulta nell’elenco degli indagati.
MOLISE
Nel fascicolo dell’inchiesta della Procura di Campobasso, sui rimborsi della Regione Molise, si analizzano centinaia di fatture e ricevute riferite agli anni tra il 2009 e il 2011. Non ci sono solo gelati, pizze, cd, regali, pranzi e cene al ristorante. Tra le spese fatte con i soldi pubblici dai 30 consiglieri del piccolo Molise c’è anche chi avrebbe messo in nota spese del gruppo il rimborso di uno spettacolo di lap dance in un locale notturno della Capitale. L’indagine – condotta dal procuratore Nicola D’Angelo – coinvolge molti consiglieri in carica nel biennio preso in esame, che devono rispondere di un “buco” che secondo le Fiamme gialle supera i 2 milioni di euro l’anno. Reati ipotizzati: appropriazione indebita e peculato.
BASILICATA
È l’aprile 2013 quando la Procura di Potenza ordina gli arresti domiciliari per tre assessori Vincenzo Viti (Pd), Rosa Mastrosimone (Idv) e Nicola Pagliuca (Pdl). Per altri 8 consiglieri ottiene il divieto di dimora. La “rimborsopoli” lucana conta 48 indagati. L’inchiesta porta alle dimissioni dell’ex governatore Vito De Filippo e dell’intera giunta. La procura sequestra 170 mila euro. Tra le giustificazioni più surreali spicca quella di Vincenzo Ruggiero (ex Udc): 15 mila euro spesi per le presunte prestazioni di una “collaboratrice” che, secondo l’accusa, non sembrano collegate ad “attività lavorative”. Interrogata, la donna racconta di aver eseguito il suo lavoro direttamente a casa di Ruggiero e di aver tenuto segreta la collaborazione al marito. Alla fantasia non c’è limite. Rosa Mastrosimone ha allegato 105 ricevute fiscali dello stesso ristorante: il gestore, però, dichiara di non averla mai vista. Il capitolo pasti è, come sempre, il più variegato: ricevute alterate negli importi, casi clamorosi di ubiquità, con consiglieri che, mentre erano in viaggio a Roma, pranzavano a Matera. Le ultime elezioni in Basilicata hanno registrato la più bassa affluenza di sempre: ha votato soltanto il 48 per cento degli elettori. E nelle urne, all’interno della scheda, molti hanno infilato per protesta uno scontrino.
CALABRIA
La “rimborsopoli” calabrese conta tredici indagati: sei politici di centrosinistra e sette di centrodestra. La somma nel mirino degli investigatori, in un totale di diversi milioni di euro utilizzati dai consiglieri, oscilla tra i 600 mila e il milione di euro spesi illecitamente. Tra i nomi eccellenti troviamo l’ex governatore del Pd Agazio Loiero e il senatore (eletto con Grande Sud, ora nel Ncd) Giovanni Bilardi. Le accuse spaziano dal peculato al falso alla truffa. E tra fatture e scontrini è emerso di tutto. Un biglietto per assistere a uno spettacolo di lap dance, per esempio, e un tagliando del gratta e vinci. E soprattutto viaggi ingiustificati sia all’estero sia in Italia. C’è persino chi ha affittato un intero pullman a Chianciano. Una gran voglia di condividere, insomma, che porta un singolo consigliere a rendicontare ben 66 coperti in un solo ristorante e in solo giorno. Non è l’unico: la Finanza registra scontrini per ripetuti pranzi per comitive da 20 fino a 25 commensali. E poi i vini, con fatture che passano dai 30 ai 780 euro. Tra le spese spacciate per “attività consiliare” anche materiale elettrico acquistato nei ferramenta e l’arredo bagni e detersivi. Poi il “rimborso” per le bollette della Tarsu. E, se non bastasse, persino una multa della polizia stradale. Che tanto si può dire “andavo a un appuntamento di lavoro”.
PUGLIA
Non ci sono indagini della Procura sulle spese del consiglio regionale presieduto da Vendola. Ma il rapporto della Corte dei Conti ha portato alla luce una condotta tutt’altro che edificante. Nel 2012, 9 degli 11 rendiconti presentati dai gruppi sono risultati essere irregolari. Consiglieri e assessori, tanto a destra quanto a sinistra, non hanno risparmiato le richieste di rimborso nemmeno per caffè, bottigliette d’acqua, cornetti e cappuccini. Spiccano gli 800 euro di panettoni rimborsati al gruppo I Moderati e Popolari, le richieste del Pdl per gli abbonamenti a Gazzetta, Corriere dello Sport e Tuttosport e le sponsorizzazioni dell’Udc ad alcuni tornei di calcetto.
SICILIA
A fine 2012 l’ex presidente dell’Ars, Francesco Cascio (Pdl), si è presentato spontaneamente in procura per consegnare la documentazione contabile del consiglio regionale. Solo in quell’anno, i gruppi del parlamentino siciliano hanno speso 12,6 milioni di euro. I magistrati indagano sui capigruppo Antonello Cracolici (Pd), Giulia Adamo (Pdl), Francesco Musotto (Mpa) e Rudy Maira (Pid) per spese non istituzionali o ingiustificate. Tra le fatture, i pm hanno trovato anche l’acquisto di auto e i regali di nozze.
SARDEGNA
In Sardegna le inchieste sono due. L’ex capogruppo del Pdl in consiglio regionale, Mario Diana, è finito in carcere in custodia cautelare per aver distratto circa 250 mila euro di fondi pubblici e aver utilizzato decine di migliaia di euro per incontri e dibattiti non attinenti – secondo la procura – all’attività politica. In carcere anche Carlo Sanjust (Pdl) che si sarebbe appropriato di 23 mila euro pubblici per pagare le spese del suo matrimonio e altri 27 mila euro destinati a corsi di formazione. L’inchiesta-bis riguarda altri 38 consiglieri regionali di Pdl, Udc e Pd (tra cui anche Francesca Barracciu, vincitrice delle primarie del centrosinistra). In tutto, ad oggi, risultano indagati complessivamente 53 consiglieri sardi (alcuni ancora in carica).
di Loredana Di Cesare, Andrea Giambartolomei e Tommaso Rodano
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12 ... ta/813519/
Intanto... il debito pubblico in continuo aumento a fronte di servizi sempre più scadenti.
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Re: movimento 9 dicembre 2013 e sindacato CGIL
Che bello non capire un caXXo.
E’ bella, è certamente una bella donna Alessandra Moretti, ma non ha capito un caXXo della realtà.
Chiacchere, chiacchere, chiacchere come chi l’ha preceduta.
A Piazzapulita ripete a pappagallo quello che gli hanno insegnato di dire.
<<Ma se non ci sono soldi dove li andiamo a prendere????>>
Non ha capito proprio niente di come ci si deve muovere all’interno di crisi di queste dimensioni.
Eppure il governo che sostiene ha definitivamente condonato 98 miliardi ai gestori delle slot machine.
Guardia di Finanza, si dimette Rapetto. Multò i re dei videopoker per 98 miliardi
Polemico addio su Twitter del colonnello autore di numerose inchieste sul cyber crime e sulle truffe fiscali delle concessionarie del gioco d'azzardo: "Cancellati 37 anni di sacrifici, momento difficile e indesiderato"
di Federico Mello | 30 maggio 2012
Commenti (540)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05 ... er/246806/
1. Slot machine - Wikipedia
it.wikipedia.org/wiki/Slot_machine
La slot machine, in italiano macchina mangiasoldi, è un sistema di gioco d'azzardo ...Nulla osta di messa in esercizio (indicante il gestore proprietario della macchina) ....SLOT: ECCO COME LO STATO HA CONDONATO 98 MILIARDI AI RE ...
Posted on settembre 2, 2013
SCANDALO VIDEOPOKER: LA MULTA AI GESTORI E’ PASSATA DA 98 MILIARDI A 700 MILIONI(LO 0,7% DEL TOTALE). 130MILA SLOT (SU 200MILA) NON ERANO COLLEGATE AL MINISTERO DELLE FINANZE
SCANDALO VIDEOPOKER: LA MULTA AI GESTORI E’ PASSATA DA 98 MILIARDI A 700 MILIONI(LO 0,7% DEL TOTALE). 130MILA SLOT (SU 200MILA) NON ERANO COLLEGATE AL MINISTERO DELLE FINANZE
Cinque anno fa lo Stato chiese 98 mld € di danni alle 10 maggiori concessionarie delle slot machine – Molti apparecchi infatti sfuggirono al controllo dei monopoli – La cifra del risarcimento è spropositata che si sapeva non sarebbe mai stata incassata: nelle casse entreranno solo 700 mln €…
In principio erano 98 miliardi di euro. Cifra stratosferica, già allora apparsa esagerata. Ma per la procura della Corte dei conti si trattava del giusto risarcimento che lo Stato avrebbe dovuto pretendere dai re delle slot machine, sui quali era piovuta un’accusa pesantissima.
Ebbene, dopo 5 anni di processo, e dopo l’ultimissimo decreto con cui il governo Letta spera di coprire l’abolizione dell’Imu con gli effetti di una precedente sanatoria dei contenziosi contabili, lo Stato rischia di incassare solo 700 milioni di euro. Ovvero lo 0,7% dei 98 miliardi originariamente contestati. Succede solo in Italia, verrebbe da dire.
La storia
Alla fine del 2008 è iniziato un contenzioso contabile che, tra impugnazioni e appelli vari, si trascina ancora oggi. La procura della Corte dei conti, 5 anni fa, aveva contestato a 10 società concessionarie delle new slot e a tre dirigenti dei Monopoli di Stato un danno erariale monstre: 98 miliardi. Le 10 concessionarie erano Atlantis/B-plus (che fa capo all’ex latitante Francesco Corallo, figlio di Gaetano Corallo, sospettato di essere stato anni fa in affari con il clan Santapaola), Cogetech, Snai, Lottomatica, Hbg, Cirsa, Codere, Sisal, Gmatica e Gamenet. Tutti i big del settore.
L’accusa? Semplice. Le slot, per funzionare correttamente ed essere controllate, si sarebbero dovute collegare a un cervellone centrale gestito dalla Sogei, la società di servizi informatici del ministero dell’economia. Questo collegamento sarebbe stato fondamentale per decifrare l’ammontare delle entrate derivanti dal gioco e le tasse da pagarci.
Collegamenti e rete, però, secondo la procura hanno fatto acqua da tutte le parti. Secondo stime fatte all’epoca tra il 2004 e il 2006 su poco più di 200 mila apparecchiature da gioco quelle che non dialogavano in rete erano 130 mila. La vicenda, nel 2006, aveva attirato l’attenzione dell’allora governo Prodi, durante il quale venne istituita una commissione d’inchiesta presieduta dall’ex sottosegretario dell’economia Alfiero Grandi.
FRANCESCO CORALLO
Da dove è spuntata la cifra
Inutile girarci intorno. La procura della Corte dei conti ha a dir poco esagerato nel chiedere 98 miliardi di euro di danno erariale. Una cifra spropositata, che sin da subito era chiaro non sarebbe mai stata incassata. La procura aveva in primis utilizzato il criterio delle penali previste dalla convenzione stipulata nel 2004 tra i Monopoli e le concessionarie, ovvero 50 euro per ogni ora di mancato collegamento delle slot alla rete.
Penale poi letteralmente abbattuta nel marzo del 2008, agli sgoccioli del governo Prodi, quando venne fissata in 5 centesimi. Insomma, le enormi pressioni sul governo e i grandi interessi che ruotano intorno al settore del gioco fecero sentire i loro effetti. In più la procura spiegò che nei 90 miliardi bisognava considerare anche il cosiddetto danno erariale da disservizio, in pratica il valore economico del controllo pubblico non effettuato sul gioco d’azzardo. Tecnicismi e criteri discutibili, che hanno portato la procura a spararla grossa.
La sentenza e il decreto
Sta di fatto che la sentenza è arrivata il 17 febbraio del 2012, quando la Corte dei conti ha condannato le concessionarie e due dirigenti dei Monopoli (Giorgio Tino, ex direttore generale, e Antonio Tagliaferri, tutt’ora direttore centrale) a risarcire 2,5 miliardi di euro.
Tanto, ma pur sempre poco rispetto alla richiesta iniziale. E qui si inserisce il decreto Imu approvato l’altro giorno dal governo di Enrico Letta. Tra le fonti di copertura dell’abolizione dell’imposta sulla prima casa, infatti, i tecnici del ministro dell’economia, Fabrizio Saccomanni, hanno fatto riferimento a circa 700 milioni di euro che dovrebbero arrivare da un condono contabile approvato dall’allora governo Berlusconi con la Finanziaria del 2006.
In essa si prevede la possibilità di sanare la posizione con il pagamento fino al 30% della somma contestata. Ora, a parte il fatto che nessuno sa se i concessionari aderiranno (nel frattempo hanno fatto tutti appello e stanno aspettando l’udienza). Ma se ciò dovesse accadere dei 98 miliardi contestati nel 2008 lo Stato incasserebbe solo 700 milioni. In ogni caso un’autentica farsa.
FONTE: http://www.dagospia.com/rubrica-4/busin ... -61905.htm
http://siamolagente.altervista.org/scan ... e-finanze/
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1. “Lombardia, legge anti slot|ma a Roma condonati|98 miliardi di ...
http://www.bergamonews.it › Politica
16/ott/2013 - Nel testo è prevista la formazione dei gestori delle slot machine, la possibilità per i comuni di imporre distanze minime da 500 metri dai luoghi ...
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a truffa delle slot machines. e il condono da 98 miliardi.
luciogiordano.wordpress.com/.../la-traffa-delle-slot-machines-e-il-condo...
a truffa delle slot machines. e il condono da 98 miliardi.
luciogiordano.wordpress.com/.../la-traffa-delle-slot-machines-e-il-condo...
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08/ott/2013 - E i 98 miliardi? avrebbero non solo compensato , ma probabilmente ...AVETE CONDONATO 98 MILIARDI DI EURO DI TASSE E MULTE VARIE AI ... dovute dai gestori di quelle MALEDETTE SLOT MACHINE è un FURTO A ...
08/ott/2013 - E i 98 miliardi? avrebbero non solo compensato , ma probabilmente ...AVETE CONDONATO 98 MILIARDI DI EURO DI TASSE E MULTE VARIE AI ... dovute dai gestori di quelle MALEDETTE SLOT MACHINE è un FURTO A ...
E’ bella, è certamente una bella donna Alessandra Moretti, ma non ha capito un caXXo della realtà.
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<<Ma se non ci sono soldi dove li andiamo a prendere????>>
Non ha capito proprio niente di come ci si deve muovere all’interno di crisi di queste dimensioni.
Eppure il governo che sostiene ha definitivamente condonato 98 miliardi ai gestori delle slot machine.
Guardia di Finanza, si dimette Rapetto. Multò i re dei videopoker per 98 miliardi
Polemico addio su Twitter del colonnello autore di numerose inchieste sul cyber crime e sulle truffe fiscali delle concessionarie del gioco d'azzardo: "Cancellati 37 anni di sacrifici, momento difficile e indesiderato"
di Federico Mello | 30 maggio 2012
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La slot machine, in italiano macchina mangiasoldi, è un sistema di gioco d'azzardo ...Nulla osta di messa in esercizio (indicante il gestore proprietario della macchina) ....SLOT: ECCO COME LO STATO HA CONDONATO 98 MILIARDI AI RE ...
Posted on settembre 2, 2013
SCANDALO VIDEOPOKER: LA MULTA AI GESTORI E’ PASSATA DA 98 MILIARDI A 700 MILIONI(LO 0,7% DEL TOTALE). 130MILA SLOT (SU 200MILA) NON ERANO COLLEGATE AL MINISTERO DELLE FINANZE
SCANDALO VIDEOPOKER: LA MULTA AI GESTORI E’ PASSATA DA 98 MILIARDI A 700 MILIONI(LO 0,7% DEL TOTALE). 130MILA SLOT (SU 200MILA) NON ERANO COLLEGATE AL MINISTERO DELLE FINANZE
Cinque anno fa lo Stato chiese 98 mld € di danni alle 10 maggiori concessionarie delle slot machine – Molti apparecchi infatti sfuggirono al controllo dei monopoli – La cifra del risarcimento è spropositata che si sapeva non sarebbe mai stata incassata: nelle casse entreranno solo 700 mln €…
In principio erano 98 miliardi di euro. Cifra stratosferica, già allora apparsa esagerata. Ma per la procura della Corte dei conti si trattava del giusto risarcimento che lo Stato avrebbe dovuto pretendere dai re delle slot machine, sui quali era piovuta un’accusa pesantissima.
Ebbene, dopo 5 anni di processo, e dopo l’ultimissimo decreto con cui il governo Letta spera di coprire l’abolizione dell’Imu con gli effetti di una precedente sanatoria dei contenziosi contabili, lo Stato rischia di incassare solo 700 milioni di euro. Ovvero lo 0,7% dei 98 miliardi originariamente contestati. Succede solo in Italia, verrebbe da dire.
La storia
Alla fine del 2008 è iniziato un contenzioso contabile che, tra impugnazioni e appelli vari, si trascina ancora oggi. La procura della Corte dei conti, 5 anni fa, aveva contestato a 10 società concessionarie delle new slot e a tre dirigenti dei Monopoli di Stato un danno erariale monstre: 98 miliardi. Le 10 concessionarie erano Atlantis/B-plus (che fa capo all’ex latitante Francesco Corallo, figlio di Gaetano Corallo, sospettato di essere stato anni fa in affari con il clan Santapaola), Cogetech, Snai, Lottomatica, Hbg, Cirsa, Codere, Sisal, Gmatica e Gamenet. Tutti i big del settore.
L’accusa? Semplice. Le slot, per funzionare correttamente ed essere controllate, si sarebbero dovute collegare a un cervellone centrale gestito dalla Sogei, la società di servizi informatici del ministero dell’economia. Questo collegamento sarebbe stato fondamentale per decifrare l’ammontare delle entrate derivanti dal gioco e le tasse da pagarci.
Collegamenti e rete, però, secondo la procura hanno fatto acqua da tutte le parti. Secondo stime fatte all’epoca tra il 2004 e il 2006 su poco più di 200 mila apparecchiature da gioco quelle che non dialogavano in rete erano 130 mila. La vicenda, nel 2006, aveva attirato l’attenzione dell’allora governo Prodi, durante il quale venne istituita una commissione d’inchiesta presieduta dall’ex sottosegretario dell’economia Alfiero Grandi.
FRANCESCO CORALLO
Da dove è spuntata la cifra
Inutile girarci intorno. La procura della Corte dei conti ha a dir poco esagerato nel chiedere 98 miliardi di euro di danno erariale. Una cifra spropositata, che sin da subito era chiaro non sarebbe mai stata incassata. La procura aveva in primis utilizzato il criterio delle penali previste dalla convenzione stipulata nel 2004 tra i Monopoli e le concessionarie, ovvero 50 euro per ogni ora di mancato collegamento delle slot alla rete.
Penale poi letteralmente abbattuta nel marzo del 2008, agli sgoccioli del governo Prodi, quando venne fissata in 5 centesimi. Insomma, le enormi pressioni sul governo e i grandi interessi che ruotano intorno al settore del gioco fecero sentire i loro effetti. In più la procura spiegò che nei 90 miliardi bisognava considerare anche il cosiddetto danno erariale da disservizio, in pratica il valore economico del controllo pubblico non effettuato sul gioco d’azzardo. Tecnicismi e criteri discutibili, che hanno portato la procura a spararla grossa.
La sentenza e il decreto
Sta di fatto che la sentenza è arrivata il 17 febbraio del 2012, quando la Corte dei conti ha condannato le concessionarie e due dirigenti dei Monopoli (Giorgio Tino, ex direttore generale, e Antonio Tagliaferri, tutt’ora direttore centrale) a risarcire 2,5 miliardi di euro.
Tanto, ma pur sempre poco rispetto alla richiesta iniziale. E qui si inserisce il decreto Imu approvato l’altro giorno dal governo di Enrico Letta. Tra le fonti di copertura dell’abolizione dell’imposta sulla prima casa, infatti, i tecnici del ministro dell’economia, Fabrizio Saccomanni, hanno fatto riferimento a circa 700 milioni di euro che dovrebbero arrivare da un condono contabile approvato dall’allora governo Berlusconi con la Finanziaria del 2006.
In essa si prevede la possibilità di sanare la posizione con il pagamento fino al 30% della somma contestata. Ora, a parte il fatto che nessuno sa se i concessionari aderiranno (nel frattempo hanno fatto tutti appello e stanno aspettando l’udienza). Ma se ciò dovesse accadere dei 98 miliardi contestati nel 2008 lo Stato incasserebbe solo 700 milioni. In ogni caso un’autentica farsa.
FONTE: http://www.dagospia.com/rubrica-4/busin ... -61905.htm
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16/ott/2013 - Nel testo è prevista la formazione dei gestori delle slot machine, la possibilità per i comuni di imporre distanze minime da 500 metri dai luoghi ...
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a truffa delle slot machines. e il condono da 98 miliardi.
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a truffa delle slot machines. e il condono da 98 miliardi.
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08/ott/2013 - E i 98 miliardi? avrebbero non solo compensato , ma probabilmente ...AVETE CONDONATO 98 MILIARDI DI EURO DI TASSE E MULTE VARIE AI ... dovute dai gestori di quelle MALEDETTE SLOT MACHINE è un FURTO A ...
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