riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancellati.
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
E Monti disse a Cipputi:
"Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi:
gli esodati usciranno a raccoglierne ogni giorno"
dal libro dell'Esodo 16,4 -Antico Testamento
"Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi:
gli esodati usciranno a raccoglierne ogni giorno"
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
su uno stipendio lordo di 2000 euro
(un operaio per intenderci)
vi è un prelievo a fini pensionistici del 33% ****
(23% circa a carico dell'azienda e 10% circa a carico del lavoratore)
fanno 660 euro al mese,7920 euro all'anno, e 316.000 euro dopo 40 anni di contributi.
con una pensione di 900 euro al mese netti per 13 mensilità che è quello che +/- percepirà,
(se gli va bene...con il passaggio al contributivo, ma ho voluto essere ottimista...)
quel lavoratore dovrebbe vivere almeno altri 27 anni dopo aver acquisito il diritto alla pensione solo per far pari !!!!
( e senza considerare che pure le pensioni sono tassate e che la loro rivalutazione è sempre inferiore al costo della vita )
p.s.
****
...omissis...Ai fini del calcolo dei contributi, si considera retribuzione tutto ciò che il lavoratore percepisce dal datore di lavoro in denaro o in natura, in dipendenza del rapporto di lavoro, al lordo di qualsiasi ritenuta.
L'aliquota media a carico ditta (salvi ulteriori sgravi ed agevolazioni) è pari al 32,70% della retribuzione lorda per la generalità dei lavoratori dipendenti. La quota a carico del dipendente è normalmente pari al 9,19% della retribuzione...omissis...
http://www.inps.it/portale/default.a...u=6242&iMenu=1
(un operaio per intenderci)
vi è un prelievo a fini pensionistici del 33% ****
(23% circa a carico dell'azienda e 10% circa a carico del lavoratore)
fanno 660 euro al mese,7920 euro all'anno, e 316.000 euro dopo 40 anni di contributi.
con una pensione di 900 euro al mese netti per 13 mensilità che è quello che +/- percepirà,
(se gli va bene...con il passaggio al contributivo, ma ho voluto essere ottimista...)
quel lavoratore dovrebbe vivere almeno altri 27 anni dopo aver acquisito il diritto alla pensione solo per far pari !!!!
( e senza considerare che pure le pensioni sono tassate e che la loro rivalutazione è sempre inferiore al costo della vita )
p.s.
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...omissis...Ai fini del calcolo dei contributi, si considera retribuzione tutto ciò che il lavoratore percepisce dal datore di lavoro in denaro o in natura, in dipendenza del rapporto di lavoro, al lordo di qualsiasi ritenuta.
L'aliquota media a carico ditta (salvi ulteriori sgravi ed agevolazioni) è pari al 32,70% della retribuzione lorda per la generalità dei lavoratori dipendenti. La quota a carico del dipendente è normalmente pari al 9,19% della retribuzione...omissis...
http://www.inps.it/portale/default.a...u=6242&iMenu=1
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
per la serie:
"professori"
trasmettiamo:
"questi si sono laureati assieme alla Gelmini..."
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Troppi esodati, governo spiazzato
non sa dove trovare i soldi
Continua il gioco al massacro sugli esodati.
Nonostante le promesse fatte di prima mattina dalla ministra Elsa Fornero, un comunicato del ministero annuncia che la fatidica quota dei lavoratori che hanno sottoscritto un accordo con le rispettive aziende per dimettersi in attesa della pensione e che a causa dell’allungamento dei requisiti rischiano di restare anni e anni senza stipendio e senza pensione, sarà resa nota solo oggi.
Proprio alla vigilia della manifestazione unitaria dei sindacati (Cgil, Cisl, Uil e Ugl) che da piazza Santi Apostoli a Roma denunceranno lo scandaloso ritardo assieme alla vicenda delle ricongiunzioni onerose.
Da via Veneto si spiega che il comunicato conterrà, dopo una valutazione assieme alla Ragioneria dello Stato, anche l’indicazione dell’orientamento da parte del governo su come risolvere il problema (Fornero è chiamata emettere un decreto ministeriale entro il 30 giugno).
La questione è sempre quella della copertura finanziaria:
se le stime di 350mila esodati saranno confermate (lontanissime da quella inziale di 65mila),
il governo sostiene di non essere in grado di mandare in pensione tutte queste persone.
Come già anticipato da Fornero nei giorni scorsi, l’idea è quella di trovare una sorta di ammortizzatore sociale per chi non rientrerà nelle coperture possibili.
La responsabilità del ritardo del conteggio viene rimpallata dall’Inps, che sostiene di non essere l’unico ente pensionistico coinvolto e di avere difficoltà ad avere i dati dalle varie aziende coinvolte.
Stime incomplete
Nell’audizione tenuta ieri in commissione Lavoro alla Camera, il direttore generale dell’Inps Mauro Mori ha snocciolato i dati in suo possesso.
I lavoratori che nei prossimi quattro anni entreranno in mobilità sulla base degli accordi fatti entro dicembre 2011 (nuovo termine previsto dal decreto Milleproroghe, che ha prorogato quello di entrata in vigore della riforma delle pensioni del 4 dicembre) sono circa 45.000.
Per Nori altri 13-15.000 lavoratori sono nel fondo di solidarietà del credito.
Altri 70.000 sono usciti dal lavoro sulla base di accordi volontari.
La somma di queste quattro voci tocca quota 130mila persone, ma si tratta solo della platea massima perché una parte di questi avranno nei prossimi 4 anni i nuovi requisiti per la pensione.
Non sono conteggiati invece i prepensionati degli altri enti pensionistici.
Elaborando queste stesse cifre, Giuliano Cazzola (Pdl) ha rilanciato la stima dei «350mila esodati».
Ieri intanto è toccato al presidente di Poste Italiane Giovanni Ialongo ha aggiunto:
«Mi dicevano proprio l’altro giorno che stanno trovando una soluzione, la si dovrebbe trovare».
Alla domanda dei cronisti su quanti fossero gli esodati di Poste italiane il presidente ha risposto:
«Mi dicono circa 5 mila», aggiungendo che «non è possibile, assolutamente no», riprenderne eventualmente una parte, anche minima, proposta avanzata dal sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo.
Una stima che però viene subito smentita dai sindacati:
«sono anche più di 5 mila, ma circa la metà dovrebbero salvarsi grazie al decreto milleproroghe», spiegano.
http://www.unita.it/economia/troppi-eso ... i-1.400757
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Basta dilettanti, non se ne può più…
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
p.s.
"Troppi esodati, governo spiazzato
non sa dove trovare i soldi"
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faccio presente alla macellaia Fornero che non c’e’ bisogno di trovare i soldi per gli esodati:
ci sono gia’…
lo stato invece di turlupinare dalla previdenza ,
(cioè dai soldi che versano i lavoratori dipendenti )
dal 2013 al 2016
22 miliardi ne storni solo 15…e faccia una patrimoniale.
"Troppi esodati, governo spiazzato
non sa dove trovare i soldi"
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faccio presente alla macellaia Fornero che non c’e’ bisogno di trovare i soldi per gli esodati:
ci sono gia’…
lo stato invece di turlupinare dalla previdenza ,
(cioè dai soldi che versano i lavoratori dipendenti )
dal 2013 al 2016
22 miliardi ne storni solo 15…e faccia una patrimoniale.
Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Questa tecnica di annunci e contro-annunci, di dati che ballano, di mezze verità o mezze balle, mi ricorda il governo dei nani e delle ballerine che credevamo di esserci messi definitivamente alle spalle.
Fornero: «Esodati sono 65 mila». Cgil: «Dati sballati, il governo scherza con il fuoco»
Scontro sui prepensionati che rischiano di restare senza reddito dopo che la riforma ha spostato in avanti la data del ritiro
MILANO - È scontro tra la Cgil e il governo sul problema drammatico dei cosiddetti esodati, i lavoratori prepensionati con gli stati di crisi. Lavoratrici e lavoratori che non percepiscono più lo stipendio e, a causa della riforma delle pensioni che ha alzato l'eta di ritiro, vedono allontanarsi di anni la data dell'assegno previdenziale. Per il governo gli esodati (definizione tra le meno felici) e anzi i «salvaguardati», come si legge in una nota della ministra del Welfare Elsa Fornero, sono 65 mila. Un numero rilevante ma molto lontano da una stima circolata di recente che indicava a quota 350 mila i lavoratori in uscita anticipata dalle imprese. L'Inps ne aveva ipotizzati 130 mila. Per Cgil, Cils, Uil e Ugl, il numero indicato da Fornero non è corretto: «Le persone coinvolte sono molte di più» affermano le quattro sigle. Secondo fonti ministeriali il dato si riferisce ai lavoratori che matureranno i requisiti per la pensione con le vecchie regole entro i prossimi 24 mesi
L'AFFONDO DI CGIL - La Cigil ha attaccato a testa bassa: «I dati sono sballati, il governo sta scherzando . Si confermano infatti i dati che erano contenuti in manovra che come sa bene lo stesso governo si riferiscono ad una sola delle tipologie di lavoratori senza stipendio e senza pensione». «Il dubbio è che con queste cifre si voglia nascondere la vera entità del fenomeno e in sostanza non si voglia risolvere il problema. E forse non si vuole risolvere il problema perchè si dovrebbe ammettere di aver fatto una riforma sbagliata».
LA NOTADEL MINISTERO - I dati sono frutto di un «controllo scrupoloso» secondo il ministero del Welfare che assicura nella nota «la copertura finanziaria» per risolvere il nodo degli esodati.«L'importo finanziario individuato dalla riforma delle pensioni, attuata col decreto Salva Italia - si legge- è adeguato a corrispondere a tutte le esigenze senza dover ricorrere a risorse aggiuntive». L'ipotesi è quella di «un intervento normativo per trovare soluzioni che consentano a lavoratori interessati da accordi collettivi stipulati in sede governativa entro il 2011, comunque beneficiari di ammortizzatori sociali finalizzati all'accompagnamento verso la pensione, di accedervi secondo le previgenti regole». Nodo che verrà sciolto «nelle prossime settimane» con «l'emanazione del previsto decreto ministeriale»
Paola Pica
twitter@ppica
12 aprile 2012 | 23:01
http://www.corriere.it/economia/12_apri ... 0046.shtml
Fornero: «Esodati sono 65 mila». Cgil: «Dati sballati, il governo scherza con il fuoco»
Scontro sui prepensionati che rischiano di restare senza reddito dopo che la riforma ha spostato in avanti la data del ritiro
MILANO - È scontro tra la Cgil e il governo sul problema drammatico dei cosiddetti esodati, i lavoratori prepensionati con gli stati di crisi. Lavoratrici e lavoratori che non percepiscono più lo stipendio e, a causa della riforma delle pensioni che ha alzato l'eta di ritiro, vedono allontanarsi di anni la data dell'assegno previdenziale. Per il governo gli esodati (definizione tra le meno felici) e anzi i «salvaguardati», come si legge in una nota della ministra del Welfare Elsa Fornero, sono 65 mila. Un numero rilevante ma molto lontano da una stima circolata di recente che indicava a quota 350 mila i lavoratori in uscita anticipata dalle imprese. L'Inps ne aveva ipotizzati 130 mila. Per Cgil, Cils, Uil e Ugl, il numero indicato da Fornero non è corretto: «Le persone coinvolte sono molte di più» affermano le quattro sigle. Secondo fonti ministeriali il dato si riferisce ai lavoratori che matureranno i requisiti per la pensione con le vecchie regole entro i prossimi 24 mesi
L'AFFONDO DI CGIL - La Cigil ha attaccato a testa bassa: «I dati sono sballati, il governo sta scherzando . Si confermano infatti i dati che erano contenuti in manovra che come sa bene lo stesso governo si riferiscono ad una sola delle tipologie di lavoratori senza stipendio e senza pensione». «Il dubbio è che con queste cifre si voglia nascondere la vera entità del fenomeno e in sostanza non si voglia risolvere il problema. E forse non si vuole risolvere il problema perchè si dovrebbe ammettere di aver fatto una riforma sbagliata».
LA NOTADEL MINISTERO - I dati sono frutto di un «controllo scrupoloso» secondo il ministero del Welfare che assicura nella nota «la copertura finanziaria» per risolvere il nodo degli esodati.«L'importo finanziario individuato dalla riforma delle pensioni, attuata col decreto Salva Italia - si legge- è adeguato a corrispondere a tutte le esigenze senza dover ricorrere a risorse aggiuntive». L'ipotesi è quella di «un intervento normativo per trovare soluzioni che consentano a lavoratori interessati da accordi collettivi stipulati in sede governativa entro il 2011, comunque beneficiari di ammortizzatori sociali finalizzati all'accompagnamento verso la pensione, di accedervi secondo le previgenti regole». Nodo che verrà sciolto «nelle prossime settimane» con «l'emanazione del previsto decreto ministeriale»
Paola Pica
twitter@ppica
12 aprile 2012 | 23:01
http://www.corriere.it/economia/12_apri ... 0046.shtml
Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Esodati guerra di numeri, il governo: sono 65mila. Per l’Inps: “Non meno di 130mila”
Il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha quantificato il numero di chi ha lasciato il lavoro in cambio di incentivi e che si trova, dopo la riforma, senza stipendio e senza pensione. I calcoli dell'ente previdenziali parlano di un numero doppio
Secondo il ministero del Lavoro Elsa Fornero, sarebbero 65mila gli esodati, ovvero i lavoratori che hanno lasciato il lavoro in cambio di incentivi e che si trovano, dopo la riforma Fornero sul sistema previdenziale, senza stipendio e senza pensione. Il numero fornito dal dicastero del Welfare, però, non convince né l’Inps (secondo cui sono 130mila) né la Cgil, che stima cifre ancor più alte. Il problema, però, non è tanto la difficoltà di conteggio, quanto le valutazioni complessive, di ordine politico, che su questi numeri devono essere fatti. Come afferma il patronato Inca della Cgil, i dati esistono già e sono tutti inseriti nelle anagrafiche contributive, basta classificarli. Il problema è dunque la classificazione e quindi la lista che dovrà essere presa a riferimento per programmare un intervento destinato a costare svariati miliardi di euro.
Si prendano, ad esempio, i numeri emersi mercoledì durante l’audizione alla Camera svolta dal direttore generale dell’Inps, Mauro Nori. Nori ha parlato di 130mila lavoratori coinvolti in questa scomoda posizione così suddivisi: circa 45mila quelli in mobilità, altri 13-15mila inseriti nel fondo di solidarietà del credito e 70mila, infine, quelli usciti dal lavoro sulla base di accordi volontari, gli esodati ‘puri’. Secondo il dirigente Inps, si tratta solo della platea massima perché una parte di questi avranno nei prossimi 4 anni i nuovi requisiti per la pensione. Ma in queste cifre mancano i lavoratori ammessi ai contributi volontari che sono svariate centinaia di migliaia, in alcune stime sfiorano il milione di persone (non tutte esodate, ovviamente).
Il rischio, dunque, è che si individui un numero, si stanzino delle risorse ma che tanti lavoratori siano costretti a restare comunque fuori dalle protezioni oppure a dover accettare una sorta di lotteria. Per questo Cgil, Cisl e Uil scenderanno in piazza domani a Roma con un corteo fino a Piazza Santi Apostoli dove parleranno i tre leader sindacali, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Il paradosso è che i sindacati, che criticano duramente la riforma delle pensioni e che sia pure in forme diverse hanno criticato la più recente riforma del lavoro – Angeletti ha parlato di “licenziamento con giusta causa” per il ministro Fornero – potrebbero essere costretti a difenderne l’impianto complessivo.
Infatti, nel giorno in cui la riforma ha fatto il suo debutto in Parlamento, con la riunione della Commissione Lavoro del Senato, è iniziato un fuoco di fila da parte del centrodestra per giungere a una “profonda revisione” del disegno di legge. Elsa Fornero chiede che non venga destrutturato, ma il Pdl ha intenzione di fare da cassa di risonanza alle richieste delle imprese soprattutto in tema di flessibilità in entrata. “Vi è un certo sbilanciamento che consente un passo nella direzione della Cgil per quanto riguarda l’articolo 18 – spiega Angelino Alfano – per la flessibilità in entrata noi crediamo che ci sia un appesantimento burocratico”. Il punto è esattamente quello richiesto da Confindustria dove, tra l’altro, si sta giocando anche una partita interna in vista degli assetti che saranno fissati dalla nuova presidenza di Giorgio Squinzi.
Al Senato dunque si è già cominciato a ballare, anche se uno dei due relatori del provvedimento, il democratico Tiziano Treu, si dice fiducioso sul clima concorde e sul fatto che la Commissione concluderà i suoi lavori entro il 2 maggio. Ieri intanto sono andate avanti le audizioni delle varie componenti sociali, da Confindustria ai sindacati. E mentre da fuori la Federazione dei Consulenti del lavoro giudica “insufficienti” le modifiche perché l’apprendistato diventi “un vero contratto”, la senatrice dell’Idv Giuliana Carlino ha messo in evidenza una delle tante anomalie del sistema istituzionale. Nelle audizioni del Senato, infatti, è previsto intervenga anche il sindacato leghista, SinPa (Sindacato Padano) la cui sostanziale inesistenza è stata accertata dalle cronache di questi giorni. Carlino ha chiesto invece che venga ascoltata invece la Fiom rivolgendo alla Cgil la richiesta di immettere un rappresentante dei metalmeccanici nella propria delegazione.
da Il Fatto Quotidiano del 12 aprile 2012
aggiornato da Redazione web alle 19.26 del 12 aprile 2012
Il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha quantificato il numero di chi ha lasciato il lavoro in cambio di incentivi e che si trova, dopo la riforma, senza stipendio e senza pensione. I calcoli dell'ente previdenziali parlano di un numero doppio
Secondo il ministero del Lavoro Elsa Fornero, sarebbero 65mila gli esodati, ovvero i lavoratori che hanno lasciato il lavoro in cambio di incentivi e che si trovano, dopo la riforma Fornero sul sistema previdenziale, senza stipendio e senza pensione. Il numero fornito dal dicastero del Welfare, però, non convince né l’Inps (secondo cui sono 130mila) né la Cgil, che stima cifre ancor più alte. Il problema, però, non è tanto la difficoltà di conteggio, quanto le valutazioni complessive, di ordine politico, che su questi numeri devono essere fatti. Come afferma il patronato Inca della Cgil, i dati esistono già e sono tutti inseriti nelle anagrafiche contributive, basta classificarli. Il problema è dunque la classificazione e quindi la lista che dovrà essere presa a riferimento per programmare un intervento destinato a costare svariati miliardi di euro.
Si prendano, ad esempio, i numeri emersi mercoledì durante l’audizione alla Camera svolta dal direttore generale dell’Inps, Mauro Nori. Nori ha parlato di 130mila lavoratori coinvolti in questa scomoda posizione così suddivisi: circa 45mila quelli in mobilità, altri 13-15mila inseriti nel fondo di solidarietà del credito e 70mila, infine, quelli usciti dal lavoro sulla base di accordi volontari, gli esodati ‘puri’. Secondo il dirigente Inps, si tratta solo della platea massima perché una parte di questi avranno nei prossimi 4 anni i nuovi requisiti per la pensione. Ma in queste cifre mancano i lavoratori ammessi ai contributi volontari che sono svariate centinaia di migliaia, in alcune stime sfiorano il milione di persone (non tutte esodate, ovviamente).
Il rischio, dunque, è che si individui un numero, si stanzino delle risorse ma che tanti lavoratori siano costretti a restare comunque fuori dalle protezioni oppure a dover accettare una sorta di lotteria. Per questo Cgil, Cisl e Uil scenderanno in piazza domani a Roma con un corteo fino a Piazza Santi Apostoli dove parleranno i tre leader sindacali, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Il paradosso è che i sindacati, che criticano duramente la riforma delle pensioni e che sia pure in forme diverse hanno criticato la più recente riforma del lavoro – Angeletti ha parlato di “licenziamento con giusta causa” per il ministro Fornero – potrebbero essere costretti a difenderne l’impianto complessivo.
Infatti, nel giorno in cui la riforma ha fatto il suo debutto in Parlamento, con la riunione della Commissione Lavoro del Senato, è iniziato un fuoco di fila da parte del centrodestra per giungere a una “profonda revisione” del disegno di legge. Elsa Fornero chiede che non venga destrutturato, ma il Pdl ha intenzione di fare da cassa di risonanza alle richieste delle imprese soprattutto in tema di flessibilità in entrata. “Vi è un certo sbilanciamento che consente un passo nella direzione della Cgil per quanto riguarda l’articolo 18 – spiega Angelino Alfano – per la flessibilità in entrata noi crediamo che ci sia un appesantimento burocratico”. Il punto è esattamente quello richiesto da Confindustria dove, tra l’altro, si sta giocando anche una partita interna in vista degli assetti che saranno fissati dalla nuova presidenza di Giorgio Squinzi.
Al Senato dunque si è già cominciato a ballare, anche se uno dei due relatori del provvedimento, il democratico Tiziano Treu, si dice fiducioso sul clima concorde e sul fatto che la Commissione concluderà i suoi lavori entro il 2 maggio. Ieri intanto sono andate avanti le audizioni delle varie componenti sociali, da Confindustria ai sindacati. E mentre da fuori la Federazione dei Consulenti del lavoro giudica “insufficienti” le modifiche perché l’apprendistato diventi “un vero contratto”, la senatrice dell’Idv Giuliana Carlino ha messo in evidenza una delle tante anomalie del sistema istituzionale. Nelle audizioni del Senato, infatti, è previsto intervenga anche il sindacato leghista, SinPa (Sindacato Padano) la cui sostanziale inesistenza è stata accertata dalle cronache di questi giorni. Carlino ha chiesto invece che venga ascoltata invece la Fiom rivolgendo alla Cgil la richiesta di immettere un rappresentante dei metalmeccanici nella propria delegazione.
da Il Fatto Quotidiano del 12 aprile 2012
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Cgil, Cisl e Uil in piazza a Roma
"Risolvere il problema esodati"
I sindacati chiedono al governo risposte per "migliaia di persone senza stipendio e senza pensione".
La protesta dopo le stime del ministro Fornero secondo cui sono 65mila i lavoratori interessati.
Cifre sballate secondo Camusso. "Si scherza col fuoco".
ROMA -
I sindacati scendono in piazza a Roma per chiedere al governo risposte sugli esodati. La manifestazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil ha inizio da Piazza della Repubblica, con la partenza del corteo prevista per le 10.
Una protesta proprio il giorno dopo che l'esecutivo ha stabilito in 65mila 1il numero dei lavoratori coinvolti.
Cifra che non convince i sindacati, secondo cui il numero è molto più alto: decine di migliaia di persone in più.
Secondo la Cgil si tratta di dati "sballati", relativi solo a una tipologia di una platea più ampia e sottolinea che "il governo scherza con il fuoco".
"Il dubbio - prosegue il sindacato di Corso Italia - è che con queste cifre si voglia nascondere la vera entità del fenomeno e non si voglia risolvere il problema" e non "ammettere di aver fatto una riforma delle pensioni sbagliata e superficiale".
Obiettivo della manifestazione è premere sul governo per "risolvere la drammatica situazione delle migliaia di persone senza più stipendio e senza pensione, e per chiedere una soluzione allo scandalo delle ricongiunzioni onerose".
I leader di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti parleranno al termine del corteo, in piazza Santissimi Apostoli.
http://www.repubblica.it/economia/2012/ ... ref=HREA-1
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Basta con i dilettanti, non se ne può più…
"Risolvere il problema esodati"
I sindacati chiedono al governo risposte per "migliaia di persone senza stipendio e senza pensione".
La protesta dopo le stime del ministro Fornero secondo cui sono 65mila i lavoratori interessati.
Cifre sballate secondo Camusso. "Si scherza col fuoco".
ROMA -
I sindacati scendono in piazza a Roma per chiedere al governo risposte sugli esodati. La manifestazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil ha inizio da Piazza della Repubblica, con la partenza del corteo prevista per le 10.
Una protesta proprio il giorno dopo che l'esecutivo ha stabilito in 65mila 1il numero dei lavoratori coinvolti.
Cifra che non convince i sindacati, secondo cui il numero è molto più alto: decine di migliaia di persone in più.
Secondo la Cgil si tratta di dati "sballati", relativi solo a una tipologia di una platea più ampia e sottolinea che "il governo scherza con il fuoco".
"Il dubbio - prosegue il sindacato di Corso Italia - è che con queste cifre si voglia nascondere la vera entità del fenomeno e non si voglia risolvere il problema" e non "ammettere di aver fatto una riforma delle pensioni sbagliata e superficiale".
Obiettivo della manifestazione è premere sul governo per "risolvere la drammatica situazione delle migliaia di persone senza più stipendio e senza pensione, e per chiedere una soluzione allo scandalo delle ricongiunzioni onerose".
I leader di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti parleranno al termine del corteo, in piazza Santissimi Apostoli.
http://www.repubblica.it/economia/2012/ ... ref=HREA-1
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Susanna Camusso: «Una patrimoniale per trovare le risorse»
La manifestazione nazionale di oggi è la manifestazione di tanti, troppi, che si sono trovati senza un futuro, e senza un presente, perché il governo ha deciso che tagliare sulle pensioni era la via più semplice per fare cassa.
Una scelta contrabbandata come giusta per i giovani, ma che ha prodotto infinite ingiustizie, ansie e sofferenze, a tutti coloro che si sono trovati senza lavoro, senza ammortizzatori e senza pensione.
A quelli che hanno scoperto che dovevano, per effetto delle ricongiunzioni onerose, ripagarsi i contributi, fino a valutare la scelta di rimanere senza pensione.
A coloro, infine, che hanno scoperto che non facevano un lavoro usurante o che i loro contributi per la cassa integrazione straordinaria o la mobilità non valevano ai fini di evitare ulteriori penalizzazioni.
Da mesi tante persone vivono in uno stato di incertezza e di paura,
senza che né l’Inps, in modo irresponsabile, né il ministero del Lavoro siano stati in grado, in tutto questo tempo, di quantificare il fenomeno, continuando a rinviare il momento in cui affrontare concretamente il problema.
E il problema si affronta concretamente solamente dando una risposta previdenziale a chi, rispettando i criteri in essere, ha concluso la sua esperienza lavorativa e i contributi li ha versati per una vita.
Dando copertura a tutti gli accordi, individuali e collettivi, che prevedono l’effettiva risoluzione del rapporto di lavoro anche oltre il 31 dicembre 2011.
Parliamo di lavoratori e lavoratrici che pagano più di altri il prezzo della crisi, che hanno subito processi di ristrutturazione e che si sono dichiarati disponibili affinché altri, più giovani, non perdessero il lavoro.
Va dunque cancellata quell’idea, che troppo spesso sentiamo riecheggiare, di lavoratori privilegiati, di pensioni non sufficientemente «contributive».
Si è voluto tagliare sulle pensioni e ora si dice che non ci sono le risorse,
ma le risorse si possono trovare cominciando da chi ha di più e paga di meno, introducendo una patrimoniale vera.
Non è, infatti, concepibile che le pensioni «super», quelle cosiddette d’oro,
che secondo alcuni calcoli rappresentano il 20% della spesa totale,
paghino un contributo proporzionalmente inferiore di coloro ai quali è stata sottratta la rivalutazione.
Si ponga, allora, un tetto, si alzi il contributo di solidarietà, si paghi la differenza in titoli di Stato.
In questo modo si potrebbe risparmiare sulla spesa corrente e,
forse, le banche comincerebbero ad erogare più credito invece di investire i prestiti concessi dalla Bce in titoli di Stato.
Un’idea che può avere un sapore antico ma importante è ridurre la diseguaglianza e rispettare la dignità di chi ha tanto lavorato.
http://www.unita.it/italia/susanna-camu ... e-1.401108
La manifestazione nazionale di oggi è la manifestazione di tanti, troppi, che si sono trovati senza un futuro, e senza un presente, perché il governo ha deciso che tagliare sulle pensioni era la via più semplice per fare cassa.
Una scelta contrabbandata come giusta per i giovani, ma che ha prodotto infinite ingiustizie, ansie e sofferenze, a tutti coloro che si sono trovati senza lavoro, senza ammortizzatori e senza pensione.
A quelli che hanno scoperto che dovevano, per effetto delle ricongiunzioni onerose, ripagarsi i contributi, fino a valutare la scelta di rimanere senza pensione.
A coloro, infine, che hanno scoperto che non facevano un lavoro usurante o che i loro contributi per la cassa integrazione straordinaria o la mobilità non valevano ai fini di evitare ulteriori penalizzazioni.
Da mesi tante persone vivono in uno stato di incertezza e di paura,
senza che né l’Inps, in modo irresponsabile, né il ministero del Lavoro siano stati in grado, in tutto questo tempo, di quantificare il fenomeno, continuando a rinviare il momento in cui affrontare concretamente il problema.
E il problema si affronta concretamente solamente dando una risposta previdenziale a chi, rispettando i criteri in essere, ha concluso la sua esperienza lavorativa e i contributi li ha versati per una vita.
Dando copertura a tutti gli accordi, individuali e collettivi, che prevedono l’effettiva risoluzione del rapporto di lavoro anche oltre il 31 dicembre 2011.
Parliamo di lavoratori e lavoratrici che pagano più di altri il prezzo della crisi, che hanno subito processi di ristrutturazione e che si sono dichiarati disponibili affinché altri, più giovani, non perdessero il lavoro.
Va dunque cancellata quell’idea, che troppo spesso sentiamo riecheggiare, di lavoratori privilegiati, di pensioni non sufficientemente «contributive».
Si è voluto tagliare sulle pensioni e ora si dice che non ci sono le risorse,
ma le risorse si possono trovare cominciando da chi ha di più e paga di meno, introducendo una patrimoniale vera.
Non è, infatti, concepibile che le pensioni «super», quelle cosiddette d’oro,
che secondo alcuni calcoli rappresentano il 20% della spesa totale,
paghino un contributo proporzionalmente inferiore di coloro ai quali è stata sottratta la rivalutazione.
Si ponga, allora, un tetto, si alzi il contributo di solidarietà, si paghi la differenza in titoli di Stato.
In questo modo si potrebbe risparmiare sulla spesa corrente e,
forse, le banche comincerebbero ad erogare più credito invece di investire i prestiti concessi dalla Bce in titoli di Stato.
Un’idea che può avere un sapore antico ma importante è ridurre la diseguaglianza e rispettare la dignità di chi ha tanto lavorato.
http://www.unita.it/italia/susanna-camu ... e-1.401108
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Ministro Fornero, gli esodati li ha creati lei
Sarebbe l’ora che il Ministro Fornero la smettesse di giocare con le parole e di prendersi così gioco del buon senso e delle capacità di ragionamento dei cittadini.
Dopo le uscite assai sgradevoli circa la distribuzione delle caramelle e la propensione italica a sedersi al sole con un piatto di maccheroni al pomodoro invece di lavorare,
il Ministro se ne è uscito con la dichiarazione che
“(Gli esodati) li creano le imprese che mandano fuori i dipendenti a carico del sistema pensionistico pubblico e della collettività; non le riforme e neppure il Governo”.
Eh no, caro Ministro, come spesso accade quando lei apre bocca, non ci siamo;
il giochino maldestro consiste in questo caso nel confondere il “licenziato” con quello che l’orrido neologismo “esodato” significa nel sentire comune.
Infatti se è vero che sono le aziende a licenziare in caso di necessità, come hanno sempre fatto da quando fu varata la legge 223 in tema di mobilità, nella stragrande maggioranza dei casi i “licenziati” entravano in un programma di ammortizzatori sociali che li accompagnava alla pensione.
Nessuno ha mai parlato per anni di esodati, né sussistevano le condizioni per le quali fosse necessario coniare una parola per definire sinteticamente coloro che estromessi dal lavoro ma vicini ai requisiti pensionistici,
al raggiungimento degli stessi fossero stati collocati anziché in pensione in un limbo che però assomiglia di più a un girone infernale;
perché, egregio Ministro, il termine “esodati“ questo descrive.
Ma, essendo questa la situazione, bisogna ricordarsi che questo limbo esiste da quando il Ministro (questo Ministro) ha pensato bene di prendere ad accettate il sistema previdenziale in una notte innalzando muri dal niente,
trasformando i licenziati appunto in esodati e fregandosene altamente di coloro che si sono addormentati la sera come pensionandi e si sono svegliati al mattino come relitti.
Quindi, Ministro, gli “esodati” li ha creati lei e girare la responsabilità sulle aziende è un giochino un po’ sporco ma che ha le gambe cortissime.
Peraltro un lettore che per la prima volta leggesse le sue dichiarazioni
(bei tempi quelli in cui di lei la stragrande maggior parte dei cittadini ignorava persino l’esistenza)
sarebbe portato a interpretare questa sua ultima chicca come il lamento di un Ministro che protesta contro la bieca manovra delle industrie che scaricano sulla collettività i propri lavoratori licenziandoli.
“Perbacco”, direbbe il lettore alle prime armi,
“il Ministro ha a cuore i licenziati ma vorrebbe evitare di dover spendere i soldi della collettività per proteggerli”.
Peccato che invece lei, come Ministro del lavoro, stia anche proponendo una legge che facilita i licenziamenti per motivi economici e cioè proprio quelli che portavano alle procedure di mobilità.
Siamo di fronte a uno sdoppiamento della personalità?
Da un lato agevola le aziende nel licenziare e dall’altro le bastona perché lo fanno?
Insomma, la misura è abbastanza colma e anche imputando l’ultima uscita a una malcelata e rancorosa irritazione del Ministro nei confronti delle aziende a causa delle critiche fatte alla sua riforma del lavoro,
non si può passare sotto silenzio questo ultimo escamotage verbale teso a deflettere le critiche e a sfuggire la responsabilità.
Mi pare che il paese cominci ad averne abbastanza di un Ministro che risponde a sollecitazioni sulle problematiche della disoccupazione con battute di spirito di dubbio gusto,
che reagisce stizzita a qualsiasi critica venga fatta ai suoi disegni di legge e che crede che i cittadini si bevano tranquillamente teorie bislacche quali questa ultima circa le responsabilità della creazione degli “esodati”.
Il ministro sappia che non viviamo più ai tempi del feudalesimo e che se il Re è nudo,
si dirà che è nudo e se racconta cose che non hanno fondamento e sono in contrasto con i fatti sotto gli occhi di tutti le verrà puntualmente contestato;
fino a quando anche quei residui di ciò che una volta erano i partiti,
con princìpi da sostenere si convinceranno a chiederne, anzi pretenderne, le dimissioni.
Auspicabilmente per sostituirla poi con qualcuno che si renda conto della sensibilità sociale delle materie che tratta,
che nelle risposte si attenga al tema delle domande,
che non consideri i suoi cittadini come fannulloni in cerca di pasti gratis,
che dialoghi con le parti sociali da un piano di parità intellettuale e non pensando che “concordare” significa che gli altri si appiattiscono sulle sue idee e che si assuma la responsabilità, tutta la responsabilità, di quanto di buono o di cattivo nasce dalle sue azioni.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04 ... ro/204634/
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basta con il governo dei Banchieri Mannari,non se ne può più...
Sarebbe l’ora che il Ministro Fornero la smettesse di giocare con le parole e di prendersi così gioco del buon senso e delle capacità di ragionamento dei cittadini.
Dopo le uscite assai sgradevoli circa la distribuzione delle caramelle e la propensione italica a sedersi al sole con un piatto di maccheroni al pomodoro invece di lavorare,
il Ministro se ne è uscito con la dichiarazione che
“(Gli esodati) li creano le imprese che mandano fuori i dipendenti a carico del sistema pensionistico pubblico e della collettività; non le riforme e neppure il Governo”.
Eh no, caro Ministro, come spesso accade quando lei apre bocca, non ci siamo;
il giochino maldestro consiste in questo caso nel confondere il “licenziato” con quello che l’orrido neologismo “esodato” significa nel sentire comune.
Infatti se è vero che sono le aziende a licenziare in caso di necessità, come hanno sempre fatto da quando fu varata la legge 223 in tema di mobilità, nella stragrande maggioranza dei casi i “licenziati” entravano in un programma di ammortizzatori sociali che li accompagnava alla pensione.
Nessuno ha mai parlato per anni di esodati, né sussistevano le condizioni per le quali fosse necessario coniare una parola per definire sinteticamente coloro che estromessi dal lavoro ma vicini ai requisiti pensionistici,
al raggiungimento degli stessi fossero stati collocati anziché in pensione in un limbo che però assomiglia di più a un girone infernale;
perché, egregio Ministro, il termine “esodati“ questo descrive.
Ma, essendo questa la situazione, bisogna ricordarsi che questo limbo esiste da quando il Ministro (questo Ministro) ha pensato bene di prendere ad accettate il sistema previdenziale in una notte innalzando muri dal niente,
trasformando i licenziati appunto in esodati e fregandosene altamente di coloro che si sono addormentati la sera come pensionandi e si sono svegliati al mattino come relitti.
Quindi, Ministro, gli “esodati” li ha creati lei e girare la responsabilità sulle aziende è un giochino un po’ sporco ma che ha le gambe cortissime.
Peraltro un lettore che per la prima volta leggesse le sue dichiarazioni
(bei tempi quelli in cui di lei la stragrande maggior parte dei cittadini ignorava persino l’esistenza)
sarebbe portato a interpretare questa sua ultima chicca come il lamento di un Ministro che protesta contro la bieca manovra delle industrie che scaricano sulla collettività i propri lavoratori licenziandoli.
“Perbacco”, direbbe il lettore alle prime armi,
“il Ministro ha a cuore i licenziati ma vorrebbe evitare di dover spendere i soldi della collettività per proteggerli”.
Peccato che invece lei, come Ministro del lavoro, stia anche proponendo una legge che facilita i licenziamenti per motivi economici e cioè proprio quelli che portavano alle procedure di mobilità.
Siamo di fronte a uno sdoppiamento della personalità?
Da un lato agevola le aziende nel licenziare e dall’altro le bastona perché lo fanno?
Insomma, la misura è abbastanza colma e anche imputando l’ultima uscita a una malcelata e rancorosa irritazione del Ministro nei confronti delle aziende a causa delle critiche fatte alla sua riforma del lavoro,
non si può passare sotto silenzio questo ultimo escamotage verbale teso a deflettere le critiche e a sfuggire la responsabilità.
Mi pare che il paese cominci ad averne abbastanza di un Ministro che risponde a sollecitazioni sulle problematiche della disoccupazione con battute di spirito di dubbio gusto,
che reagisce stizzita a qualsiasi critica venga fatta ai suoi disegni di legge e che crede che i cittadini si bevano tranquillamente teorie bislacche quali questa ultima circa le responsabilità della creazione degli “esodati”.
Il ministro sappia che non viviamo più ai tempi del feudalesimo e che se il Re è nudo,
si dirà che è nudo e se racconta cose che non hanno fondamento e sono in contrasto con i fatti sotto gli occhi di tutti le verrà puntualmente contestato;
fino a quando anche quei residui di ciò che una volta erano i partiti,
con princìpi da sostenere si convinceranno a chiederne, anzi pretenderne, le dimissioni.
Auspicabilmente per sostituirla poi con qualcuno che si renda conto della sensibilità sociale delle materie che tratta,
che nelle risposte si attenga al tema delle domande,
che non consideri i suoi cittadini come fannulloni in cerca di pasti gratis,
che dialoghi con le parti sociali da un piano di parità intellettuale e non pensando che “concordare” significa che gli altri si appiattiscono sulle sue idee e che si assuma la responsabilità, tutta la responsabilità, di quanto di buono o di cattivo nasce dalle sue azioni.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04 ... ro/204634/
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Oggi. dopo il TG3 delle 12.00 parlavano delle pensioni.Il fatto di quella pensionata che si è suicidata gettandosi dall'appartamento.Gli avevano decurtato la pensione alla morte del marito da 800 a 600 euro sicuramente depressa dalla morte del marito ha compiuto quel gesto.
Poi c'erano due ospiti una Ggil e un altro che non ricordo nome.Parlando di chi si sobbarca le manovre di Monti, sono arrivati a dirlo Pensionati e lavoratori a reddito fisso.Hanno parlato che i pensionati che da subito l'anno sucessivo alla pensione cominciano a perdere potere d'acquisto.La rivalutazione della pensione copre il 70%deii'inflazione programmata.E quelli che superano i 1401lordi la rivalutazione della pensione la perdono,non solo per i due anni che hanno stabilito.
Ma quei due anni di rivalutazione vengono persi completamente.Quindi alla morte di un coniuge quelli sono persi per il sopravissuto.Alla fine di tutto ci rimettono sempre chi resta.
Ciao
Paolo11
Poi c'erano due ospiti una Ggil e un altro che non ricordo nome.Parlando di chi si sobbarca le manovre di Monti, sono arrivati a dirlo Pensionati e lavoratori a reddito fisso.Hanno parlato che i pensionati che da subito l'anno sucessivo alla pensione cominciano a perdere potere d'acquisto.La rivalutazione della pensione copre il 70%deii'inflazione programmata.E quelli che superano i 1401lordi la rivalutazione della pensione la perdono,non solo per i due anni che hanno stabilito.
Ma quei due anni di rivalutazione vengono persi completamente.Quindi alla morte di un coniuge quelli sono persi per il sopravissuto.Alla fine di tutto ci rimettono sempre chi resta.
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Paolo11
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