Con Tsipras contro l’Europa dell’austerità
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Re: Con Tsipras contro l’Europa dell’austerità
Le domande che poni caro Camillobenso sono tante e tutte per adesso senza una valida risposta tranne questa: non la Sinistra ha fallito ma gli uomini e soprattutto i leader della Sinistra si.
Con la caduta del muro nel 1989 hanno pensato tutti di riciclarsi come socialdemocratici moderati fallendo il loro obiettivo e svendendo gli ideali di oltre 100 anni di lotte in pochissime stagioni politiche. Il nostro errore come elettori e sostenitori della Sinistra è stato quello di non fermarli in tempo per paura dei vari "uomini Neri" che si presentavano e così siamo al punto attuale. Di fronte ai problemi della tecnologia che distrugge posti di lavoro, della globalizzazione, del Capitale che vuole crescite infinite e profitti sempre più grandi, del regredire delle condizioni di vita di centinaia di milioni di persone c'é poco da dire: siamo al collasso e solo una nuova grande idea che alimenti la speranza delle persone può spingerle a rialzare la testa e a combattere di nuovo per i propri sacrosanti diritti. Ma chi può creare ex novo questa idea o risvegliarne una sopita ma ancora valida non si sa dove sia ne si vede all'orizzonte. L'unica salvezza sarebbe che ciò fosse fatto dalla coscienza sociale di quelle milioni di persone che lottano tutti i giorni per arrivare alla fine della giornata ma forse sono solo un'idealista a pensare che ciò nel mondo attuale possa accadere.
Non so se l'idea del politico greco avrà successo ma il problema è che viene dalla Grecia e quindi avrà poca forza, dovrebbe nascerne una simile in Germania e/o Francia per avere qualche speranza di successo...
Io persanalmente credevo e credo ancora nell'Europa della gente e non in quella dei Banchieri e dei Burocrati e se non ci sarà un'inversione di tendenza a breve la vedo molto grigia per il futuro del Vecchio Continente che storicamente non è mai stato immune dagli eccessivi nazionalismi contrapposti.
Come vedi risposte pratiche non ne ho e se le avessi avute le avrei esposte tempo fa... posso solo parlare quotidianamente con le persone per cercare di renderle partecipi della vera situazione in cui si trovano e farle tornare a pensare che certi ideali oggi sono più validi che mai.
Buon Anno... e speriamo bene
Con la caduta del muro nel 1989 hanno pensato tutti di riciclarsi come socialdemocratici moderati fallendo il loro obiettivo e svendendo gli ideali di oltre 100 anni di lotte in pochissime stagioni politiche. Il nostro errore come elettori e sostenitori della Sinistra è stato quello di non fermarli in tempo per paura dei vari "uomini Neri" che si presentavano e così siamo al punto attuale. Di fronte ai problemi della tecnologia che distrugge posti di lavoro, della globalizzazione, del Capitale che vuole crescite infinite e profitti sempre più grandi, del regredire delle condizioni di vita di centinaia di milioni di persone c'é poco da dire: siamo al collasso e solo una nuova grande idea che alimenti la speranza delle persone può spingerle a rialzare la testa e a combattere di nuovo per i propri sacrosanti diritti. Ma chi può creare ex novo questa idea o risvegliarne una sopita ma ancora valida non si sa dove sia ne si vede all'orizzonte. L'unica salvezza sarebbe che ciò fosse fatto dalla coscienza sociale di quelle milioni di persone che lottano tutti i giorni per arrivare alla fine della giornata ma forse sono solo un'idealista a pensare che ciò nel mondo attuale possa accadere.
Non so se l'idea del politico greco avrà successo ma il problema è che viene dalla Grecia e quindi avrà poca forza, dovrebbe nascerne una simile in Germania e/o Francia per avere qualche speranza di successo...
Io persanalmente credevo e credo ancora nell'Europa della gente e non in quella dei Banchieri e dei Burocrati e se non ci sarà un'inversione di tendenza a breve la vedo molto grigia per il futuro del Vecchio Continente che storicamente non è mai stato immune dagli eccessivi nazionalismi contrapposti.
Come vedi risposte pratiche non ne ho e se le avessi avute le avrei esposte tempo fa... posso solo parlare quotidianamente con le persone per cercare di renderle partecipi della vera situazione in cui si trovano e farle tornare a pensare che certi ideali oggi sono più validi che mai.
Buon Anno... e speriamo bene
Re: Con Tsipras contro l’Europa dell’austerità
L'interesse per una possibile aggregazione a sostegno della candidatura di Tsipras a presidente della commissione europea, è motivata da alcune semplici considerazioni:
1) La novità costituita dalla nomina del presidente della commissione attraverso elezione del parlamento, e non più per designazione degli stati, è una innovazione che, sebbene non risolutiva, merita comunque di essere sfruttata.
2) Tale candidatura rappresenta un possibile elemento di novità, che, rispetto alla crisi europea, superi il dilemma tra un ritorno indietro verso le sovranità nazionali, già foriere di grandi sciagure del passato, e l'accettazione fatalistica del predominio delle banche e dei banchieri sulla scena europea.
3) L'elezione di un esponente della sinistra europea proveniente dal paese che più di ogni altro ha subito le sciagurate politiche della troika, avrebbe un valore non solo simbolico, ma potrebbe contribuire alla svolta necessaria negli assetti dell'Ue.
4) Tutto ciò nella convinzione che la partita tra politiche sociali e liberiste, può giocarsi solo a livello europeo, stante l'irrilevanza e la crisi profonda in cui versano gli stati nazionali.
Non si tratta ovviamente della soluzione a tutti i problemi, né tanto meno della rifondazione di una sinistra che non c'è (e per la cui ricostruzione occorreranno intere generazioni), ma di un realistico passo avanti rispetto, da un lato, ai populismi ed ai velleitarismi nazionalistici anti-europei imperanti e, dall'altro, all'appiattimento delle socialdemocrazie nazionali sulle politiche neo-liberiste.
1) La novità costituita dalla nomina del presidente della commissione attraverso elezione del parlamento, e non più per designazione degli stati, è una innovazione che, sebbene non risolutiva, merita comunque di essere sfruttata.
2) Tale candidatura rappresenta un possibile elemento di novità, che, rispetto alla crisi europea, superi il dilemma tra un ritorno indietro verso le sovranità nazionali, già foriere di grandi sciagure del passato, e l'accettazione fatalistica del predominio delle banche e dei banchieri sulla scena europea.
3) L'elezione di un esponente della sinistra europea proveniente dal paese che più di ogni altro ha subito le sciagurate politiche della troika, avrebbe un valore non solo simbolico, ma potrebbe contribuire alla svolta necessaria negli assetti dell'Ue.
4) Tutto ciò nella convinzione che la partita tra politiche sociali e liberiste, può giocarsi solo a livello europeo, stante l'irrilevanza e la crisi profonda in cui versano gli stati nazionali.
Non si tratta ovviamente della soluzione a tutti i problemi, né tanto meno della rifondazione di una sinistra che non c'è (e per la cui ricostruzione occorreranno intere generazioni), ma di un realistico passo avanti rispetto, da un lato, ai populismi ed ai velleitarismi nazionalistici anti-europei imperanti e, dall'altro, all'appiattimento delle socialdemocrazie nazionali sulle politiche neo-liberiste.
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Re: Con Tsipras contro l’Europa dell’austerità
mariok ha scritto:L'interesse per una possibile aggregazione a sostegno della candidatura di Tsipras a presidente della commissione europea, è motivata da alcune semplici considerazioni:
1) La novità costituita dalla nomina del presidente della commissione attraverso elezione del parlamento, e non più per designazione degli stati, è una innovazione che, sebbene non risolutiva, merita comunque di essere sfruttata.
2) Tale candidatura rappresenta un possibile elemento di novità, che, rispetto alla crisi europea, superi il dilemma tra un ritorno indietro verso le sovranità nazionali, già foriere di grandi sciagure del passato, e l'accettazione fatalistica del predominio delle banche e dei banchieri sulla scena europea.
3) L'elezione di un esponente della sinistra europea proveniente dal paese che più di ogni altro ha subito le sciagurate politiche della troika, avrebbe un valore non solo simbolico, ma potrebbe contribuire alla svolta necessaria negli assetti dell'Ue.
4) Tutto ciò nella convinzione che la partita tra politiche sociali e liberiste, può giocarsi solo a livello europeo, stante l'irrilevanza e la crisi profonda in cui versano gli stati nazionali.
Non si tratta ovviamente della soluzione a tutti i problemi, né tanto meno della rifondazione di una sinistra che non c'è (e per la cui ricostruzione occorreranno intere generazioni), ma di un realistico passo avanti rispetto, da un lato, ai populismi ed ai velleitarismi nazionalistici anti-europei imperanti e, dall'altro, all'appiattimento delle socialdemocrazie nazionali sulle politiche neo-liberiste.
Fatta salva la condivisione dei punti 1) – 3):
Non si tratta ovviamente della soluzione a tutti i problemi, né tanto meno della rifondazione di una sinistra che non c'è (e per la cui ricostruzione occorreranno intere generazioni), ma di un realistico passo avanti rispetto, da un lato, ai populismi ed ai velleitarismi nazionalistici anti-europei imperanti e, dall'altro, all'appiattimento delle socialdemocrazie nazionali sulle politiche neo-liberiste.
Noi sappiamo per esperienza diretta dei due precedenti governi Prodi, che non basta avere al comando una persona valida, ma affinché una linea politica possa avere successo occorre un supporto vasto e di qualità.
Se i problemi in Italia sono giganteschi, in Europa lo sono un centinaio di volte di più. Per via della storia, della cultura e degli interessi dei 28 Stati membri.
Ultime elezioni europee:
1994 a maggioranza PSE
1999 a maggioranza PPE
2004 a maggioranza PPE
2009 a maggioranza PPE
Sono 15 anni che domina incontrastato il PPE. I Risultati si sentono. Non che con il PSE si siano attuate svolte sostanziali e significative, ma il partito conservatore in maniera ancora più marcata ha fatto sentire il peso di un’Europa dei banchieri e dei finanzieri.
L’Europa dei popoli pensata da Altiero Spinelli è ancora nel grembo di Giove.
Questa Europa si è trastullata con la misura della lunghezza dei piselli (intesi come verdura) e della coda dei cani.
In questo modo l’alta finanza ha potuto mantenere inalterate le sue condizioni di privilegio in tutti i sensi.
Già allora, nel 1999, noi entravamo in guerra con la Cina per quanto riguarda il mercato della produzione.
Cinque anni fa, Romano Prodi ci aveva avvertiti circa la possibilità della Notte dell’Europa sotto l’incalzare dell’espansionismo cinese. Noi europei, ovviamente, ci siamo comportati come le tre scimmiette.
Solo un’Europa unita può tentare di fronteggiare l’avanzata cinese.
Da qui l’estrema necessità dell’inversione di rotta dall’immobilismo conservatore, per cercare di rimediare a tre lustri dove si sono solo curati interessi particolari a discapito dei 503 milioni di abitanti dell’Ue.
La crisi internazionale si è fatta sentire in modo significativo su tutti i Paesi membri.
Ma questa volta c’è un aggravante in più.
Il conservatorismo pronunciato del PPE, ha generato così tanto malessere in tutto il vecchio Continente, che il fantasma delle estreme destre europee è tornato a farsi sentire in modo significativo.
A difendere questo conservatorismo in Italia sono rimasti quelli del Pd-Dc, Casini e Monti.
In pratica la vecchia Dc legata al PPE.
Marie Le Pen, in Francia dovrebbe sfondare. Da noi la partita è in mano a Berlusconi, Grillo e La Lega.
Il malessere europeo si farà sentire in tutti i Paesi dell’Unione.
Questa Europa non piace a nessuno ad esclusione del Pd-Dc ed altri del PPE.
La crisi sposterà naturalmente l’elettorato verso l’estrema destra e i partiti della protesta. Peggiorando quindi la situazione.
A tutto questo bisognava pensarci prima, almeno un’anno fa.
Ma la storia dell’umanità è fatta di queste dimenticanze che ci fa poi pagare ad alto prezzo.
Floris D’Arcais ed altri, sono consapevoli da tempo della dipartita della sinistra, e quindi occorreva porre rimedio a tempo debito.
In questo clima di antieuropeismo che coinvolge anche buona parte della sinistra, a causa dell’immobilismo ampiamente dimostrato, non sappiamo quale peso avrà l’ulteriore spostamento a destra dell’Europa.
Gli italiani già vivono l’Europa con grande distacco. Politicamente sentono distante il Parlamento europeo, quanto e più sentono distante quello italiano.
I politici che mandiamo in Europa servono, se giovani per farsi le ossa, e se anziani come cimitero degli elefanti.
Tanto è vero che nella legislatura che si va chiudendo, porcheggiano in Europa due vecchie mummie della prima Repubblica. Ciriacos DeMitas, ottantenne e il campione di Ceppaloni, el sor Clemente Mastella.
E dato che la sovranità decisionale si è spostata in buona parte in Europa, sarebbe stata cosa buona e giusta, anche per i nostri interessi nazionali che gli addetti alla politica attiva si fossero dati una mossa per tempo.
Arriviamo tardi a questo appuntamento e ne dovremo subire le conseguenze, come se non ne avessimo di troppo delle grane casalinghe.
Re: Con Tsipras contro l’Europa dell’austerità
Penso che stia proprio qui l'errore. Lasciamo che l'Europa resti in mano al PPE, o peggio venga distrutta da Le Pen Grillo Lega e Berlusconi, mentre intanto ci concentriamo (o ci rifuggiamo?) sulle nostre grane casalinghe.camillobenso ha scritto:
Arriviamo tardi a questo appuntamento e ne dovremo subire le conseguenze, come se non ne avessimo di troppo delle grane casalinghe.
Sconfitta sicura. E quel che è peggio, senza nemmeno provare a difenderci.
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Re: Con Tsipras contro l’Europa dell’austerità
caro conte camillo
ho cancellato il mio post
perchè il titolo era secondo me : COME ORGANIZZARE SOTTO IL PROFILO POLITICO E PROGRAMMATICO UNA LISTA DI SINISTRA ( AGGIUNGO IO SOCIALISTA) ALLE EUROPEE.
quindi per capirci come mobilitarci come sviluppare partecipazione e io dico militanza.
il titolo non era a mio avviso : come prendere un te parlando dalla fata morgana.
buon proseguimento
ho cancellato il mio post
perchè il titolo era secondo me : COME ORGANIZZARE SOTTO IL PROFILO POLITICO E PROGRAMMATICO UNA LISTA DI SINISTRA ( AGGIUNGO IO SOCIALISTA) ALLE EUROPEE.
quindi per capirci come mobilitarci come sviluppare partecipazione e io dico militanza.
il titolo non era a mio avviso : come prendere un te parlando dalla fata morgana.
buon proseguimento
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Re: Con Tsipras contro l’Europa dell’austerità
aaaa42 ha scritto:caro conte camillo
ho cancellato il mio post
perchè il titolo era secondo me : COME ORGANIZZARE SOTTO IL PROFILO POLITICO E PROGRAMMATICO UNA LISTA DI SINISTRA ( AGGIUNGO IO SOCIALISTA) ALLE EUROPEE.
quindi per capirci come mobilitarci come sviluppare partecipazione e io dico militanza.
il titolo non era a mio avviso : come prendere un te parlando dalla fata morgana.
buon proseguimento
Caro aaaa432,
tra poco più di un mese e qualche giorno, sono 12 anni che sto su di forum politico prima definito di centrosinistra e oggi, nella confusione generale, si potrebbe dire della sinistra che non c’è.
Di quello che ero intenzionato a realizzare, facendo un bilancio onesto, potrei dire che è stato un fallimento. Se oggi siamo all’interno di una crisi irreversibile di grandi dimensioni, è anche perché quanto scritto deve essere servito a pochissimo. Il pensiero, come le idee, cammina sulle gambe degli uomini (Pietro Nenni).
Non è servito a niente tentare di arginare il fiume in piena del berlusconismo e dei suoi sodali finti avversari di “sinistra”, di una sinistra morta da tempo e usata solo per fare gli interessi di bottega di un gruppo di persone che ha usato la politica solo e soltanto per affermazione personale condita da una congrua corrispondenza economica.
Con l’occasione di affrontare questo tema, sono andato ad osservare i vecchi forum derivati dallo storico Ulivo.it, che ai tempi, gli addetti ai lavori facevano osservare che si trattava del secondo forum politico a livello nazionale.
Il primo non hanno mai indicato quale fosse. Per curiosità mi sarebbe piaciuto almeno dargli un’occhiata.
Il forum dell’Ulivo.it, si è poi diviso in due, con “Perlulivo.it” e “il Forumista.it.” Di un terzo forum, “L”ulivo selvatico” in rete non c’è più traccia. Eppure era formato da gente piuttosto preparata e in gamba. Tutti rigorosamente di sinistra ma non di sinistra sinistra radicale. Si erano staccati in dissenso con l’amministrazione. Ma interloquivano regolarmente prima con l’Ulivo.it e poi con “Il Forumista”, fino al 2006, quando sostennero a gran voce Scalfarotto segretario, che poi si è rivelato una bufala, con grande dispiacere immagino dell’amico “montepino” & Co..
Dei tre forum derivati, mi sembra di leggere dal numero delle visite e dagli autori dei thread, che quello messo meglio ad oggi è ancora questo, anche se ha perso per strada una parte dei forumisti di due anni fa.
Già ai tempi dell’Ulivo.it, feci ripetutamente presente che un forum, ai tempi nostri, non poteva essere un vecchio club all’inglese per soli uomini, che si confrontano con temi a loro cari.
Un forum telematico di questo genere contiene in sé una grande potenzialità politica.
La politica del secondo novecento ha visto affermarsi le sezioni dei partiti politici come luogo di aggregazione e di dibattito politico.
Questo modo di confrontarsi è stato superato per varie ragioni.
Il forum invece, rispetto alle sezioni, rappresenta un mezzo di grandissima potenzialità di confronto. Superiore ovviamente anche alle vecchie agorà dell’anticha Grecia, perché consente di comunicare e confrontarsi senza limiti di tempo nell’intero corso dell’anno.
Sarebbe interessante conoscere, sotto il profilo sociologico, il parere dei forumisti residuali, sul perché ci sono delle defezioni e non ci sono nuovi “scrittori”, così li chiamava gianni sul vecchio forum.
Come sarebbe opportuno che tematiche come queste che partono da un’idea di Barbara Spinelli, vedessero coinvolta la stessa giornalista di Repubblica in un approfondimento determinante, altrimenti la sua rimane lettera morta, un articolo di giornale come tanti che muore li e rimane in vita solo in questo vecchio club all’inglese per soli uomini, solo perché segnalato da mariok.
A terra ci sono le vecchie macerie della sinistra, a cui si sono affiancate le macerie dell’intero Paese.
Ripartire non è facile, anche perché nuove demolizioni sono in corso o appena cominciate.
E’ più facile demolire che costruire,……..soprattutto in politica.
Fassina docet.
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- Iscritto il: 21/02/2012, 19:25
Re: Con Tsipras contro l’Europa dell’austerità
In Europa con Alexis Tsipras, con entusiasmo. Ma chi c'è? e come?
Giulietto Chiesa
venerdì 3 gennaio 2014 14:07
Abbiamo assistito, negli ultimi giorni del 2013, a una serie d'importanti novità in ambiti che si collocano al di fuori del sistema esistente dei partiti, al di fuori della logica delle "larghe intese", al di fuori del disegno portato avanti da un presidente delle Repubblica che è uscito, ripetutamente, dalle sue prerogative costituzionali. Sono segnali da sottolineare e considerare attentamente. Non a caso - direi per fortuna - affrontano tutti il tema dell'Europa, forse in tempo utile per consentire a tutti noi di andare alle elezioni del prossimo maggio meno disarmati di quanto siamo in questo momento.
Parto dall'intervista che Barbara Spinelli ha rilasciato al giornale greco Avgi a fine dicembre. L'editorialista di Repubblica ha lanciato l'idea di costituire, in Italia, una lista civica nazionale per le elezioni europee che indichi come candidato alla presidenza della commissione il capo di Syriza, Alexis Tsipras.
Tsipras guida una coalizione che è indubbiamente "di sinistra" . Ed è al contempo alla testa di un partito che potrebbe aspirare al governo della Grecia martoriata dalla violenza neo-liberista. Ma Tsipras è anche un simbolo: della resistenza europea contro le politiche di austerità imposte dalla trojka. Concordiamo con Barbara Spinelli: in questo momento non c'è candidato migliore e meglio rappresentativo delle istanze popolari e democratiche europee.
C'è un secondo punto della proposta di Barbara Spinelli che ci convince. E molto. E non per caso: poiché esprime bene un concetto che Alternativa sostiene dalla sua nascita. Voglio citare per esteso questo passaggio. "E chiaro - scrive Barbara Spinelli - che non dovrebbe essere una coalizione dei vecchi partiti della sinistra radicale, perché non avrebbe alcuna possibilità di successo. Abbiamo bisogno di qualcosa di più grande, qualcosa per scuotere la coscienza della società, superando i margini molto stretti delle formazioni politiche della sinistra radicale".
Nello stesso tempo il Partito della Sinistra Europea ha lanciato anch'esso, nel suo congresso costitutivo di Madrid, la candidatura di Alexis Tsipras. E' però un'altra linea, quella della "coalizione di sinistra", che contiene in sé (a prescindere dalle buone intenzioni) l'idea che questo debba essere un processo "interno" all'ipotesi di "ricostituire la sinistra". Una linea che condurrebbe in un vicolo cieco, e, per giunta, destinata alla sconfitta. Lo spiega molto bene Paolo Flores D'Arcais: "La parola sinistra rischia di essere equivoca oggi. Paradossalmente non usarla è meno equivoco che usarla". E continua elencando le numerose ragioni a sostegno della sua giusta tesi: sinistra, per molti, è ormai in contrapposizione con gl'ideali di giustizia e libertà; sinistra ricorda l'esperienza fallita del socialismo reale; sinistra ricorda la catastrofe politica e ideale che ha seguito la sparizione del PCI; sinistra "ricorda ora i partitini che si definiscono neocomunisti e che sono una parodia". Questo è sicuramente vero per l'Italia e anche per diversi altri paesi europei. Rimettere in piedi qualcosa, a partire da questo disastro, ha tutta l'aria - come ha scritto Giannuli - di un "accanimento terapeutico".
Aggiungo: questa idea nasce con un ulteriore distorsione del reale, a sua volta espressione della logica degli steccati. Taglia fuori, in linea di partenza, ogni rapporto con gli otto milioni di elettori del Movimento 5 Stelle, unico insediamento istituzionale di una opposizione in Italia. Quest'ultimo, è vero, non appare incline ad alcuna alleanza. Ma ciò non significa tagliarlo fuori dal dialogo che potrebbe condurre ad una lista civica nazionale come quella che noi proponiamo.
Dunque, riassumendo: Syriza è una forza politica in ascesa in Grecia. In Italia la sinistra non lo è. Certo, diversi punti del programma del Partito della Sinistra Europea sono buoni. Ma non è buono lo strumento che si prefigura di portarli nel Parlamento Europeo. Certo alcuni punti del programma del M5S sono condivisibili, ma la "forma partito" che esso proclama - attraverso i pronunciamenti attuali dei suoi leader - è un evidente ostacolo a ogni convergenza (ed è dunque prodromo di sconfitta). Cioè non è buona.
Dunque il percorso è difficile, ma vale la pena di esaminarne le possibilità. "Esiste - prosegue Spinelli - un piccolo gruppo di persone che spera che la candidatura di Tsipras contribuisca alla creazione di una forte coalizione in Italia e nei paesi del Sud europeo. Vorremmo che in Italia ci fosse una lista civica, di cittadini attivi, di persone della società civile, che scelgono Tsipras come candidato alla presidenza della Commissione Europea". E' quello che auspichiamo anche noi. Come muoversi in questa direzione?
La strada è quella dei contenuti. Se si sceglie Tsipras come candidato comune, sarà necessario fare riferimento alla sua intelligenza politica e alle sue posizioni.
Che non sono quelle del rifiuto dell'Europa, ma che la vogliono radicalmente cambiata.
Un'Europa che sia una "unione", mentre questa, scrive ancora Barbara Spinelli, "non è un'unione", è un "equilibrio di potenze" che si è trasformato in dominio dei più forti sui deboli, che non prevede meccanismi di riequilibrio economico e sociale, che è basata sugli egoismi nazionali. Un'Europa che deve riprendere il cammino tracciato dai suoi fondatori, democratico, solidale, pacifico, non imperiale. Che cancelli i trattati di Maastricht, e di Lisbona, fino al fiscal compact e a quel mostro intollerabile che è la costituzione, in corso, di Eurogendfor; che riapra il processo costituente e lo rimetta nelle mani dei popoli; che non sia cioè il luogo, lontano e ostile alla gente, dove si esercita il consenso degli usurpatori. Un'Europa con una Banca Centrale interamente pubblica, i cui soci sono le banche centrali interamente pubbliche dei paesi membri; prestatore in ultima istanza, che abbandoni la linea dell'austerità. Un'Europa che svolga un ruolo autonomo e sovrano nel contesto internazionale, interlocutrice non più subalterna degli Stati Uniti, propugnatrice di una partnership strategica con la Russia.
Questo è Tsipras, e con questo noi siamo in perfetta sintonia. Ma occorre verificare chi, in Italia, lo è. E trovare un punto di convergenza che sia comprensibile per le grandi masse popolari di questo paese. Una "maniglia" cui possano aggrapparsi a milioni, non a centinaia di migliaia. Questo programma non si può fare con l'illusione di trasformare il Partito Democratico. La sua dirigenza (non necessariamente i suoi elettori) non è riconducibile ai valori della Costituzione. Infatti è da lì che viene l'attacco a quei valori, impersonato dal presidente della Repubblica.
Che si cominci a riflettere seriamente a queste necessità urgenti (anche per evitare si rimanere intrappolati su posizioni anti-europee che si stanno rapidamente diffondendo a partire dalle destre più o meno estreme, in Italia e in Europa) lo dimostra l'appello del 27 dicembre, indirizzato ai "maggiordomi" italiani ed europei da parte di un gruppo d'intellettuali (aperto da Etienne Balibar).
Firme importanti e significative che, con linguaggio misurato e a tratti troppo prudente, aprono tuttavia anch'esse un discorso di radicale cambio di rotta per l'Europa.
Si tratta di vedere ora se e quante personalità indipendenti sono ora pronte ad assumersi la responsabilità di questo passo, rappresentato dalla creazione di una lista civica nazionale. Si tratta anche di vedere se i molti movimenti della società civile, presenti nel nostro paese, impegnati nelle "buone pratiche" della promozione dei beni comuni, saranno capaci di comprendere finalmente che la rappresentanza politica - insieme e non in alternativa alla democrazia partecipativa - è un passaggio fondamentale per dare sbocco legislativo e trasformatore alle loro istanze.
Queste due "verifiche" saranno essenziali. Potranno essere positive se si faranno sulla base di un programma sintetico, da proporre a milioni di italiani, in pochi punti, espressi in forma chiara, comprensibile a tutti. Qualcuno deve prendere l'iniziativa. Noi siamo pronti a partecipare, con questo spirito e su questi contenuti di larga apertura. Sui punti - che dovranno essere un "minimo comune moltiplicatore" - è possibile trovare un largo accordo con gran parte del paese reale. Alternativa ne propone uno - per noi il primo - : l'Italia non parteciperà più a nessuna azione militare fuori dai suoi confini.
http://giuliettochiesa.globalist.it/Det ... -e-e-come-
Giulietto Chiesa
venerdì 3 gennaio 2014 14:07
Abbiamo assistito, negli ultimi giorni del 2013, a una serie d'importanti novità in ambiti che si collocano al di fuori del sistema esistente dei partiti, al di fuori della logica delle "larghe intese", al di fuori del disegno portato avanti da un presidente delle Repubblica che è uscito, ripetutamente, dalle sue prerogative costituzionali. Sono segnali da sottolineare e considerare attentamente. Non a caso - direi per fortuna - affrontano tutti il tema dell'Europa, forse in tempo utile per consentire a tutti noi di andare alle elezioni del prossimo maggio meno disarmati di quanto siamo in questo momento.
Parto dall'intervista che Barbara Spinelli ha rilasciato al giornale greco Avgi a fine dicembre. L'editorialista di Repubblica ha lanciato l'idea di costituire, in Italia, una lista civica nazionale per le elezioni europee che indichi come candidato alla presidenza della commissione il capo di Syriza, Alexis Tsipras.
Tsipras guida una coalizione che è indubbiamente "di sinistra" . Ed è al contempo alla testa di un partito che potrebbe aspirare al governo della Grecia martoriata dalla violenza neo-liberista. Ma Tsipras è anche un simbolo: della resistenza europea contro le politiche di austerità imposte dalla trojka. Concordiamo con Barbara Spinelli: in questo momento non c'è candidato migliore e meglio rappresentativo delle istanze popolari e democratiche europee.
C'è un secondo punto della proposta di Barbara Spinelli che ci convince. E molto. E non per caso: poiché esprime bene un concetto che Alternativa sostiene dalla sua nascita. Voglio citare per esteso questo passaggio. "E chiaro - scrive Barbara Spinelli - che non dovrebbe essere una coalizione dei vecchi partiti della sinistra radicale, perché non avrebbe alcuna possibilità di successo. Abbiamo bisogno di qualcosa di più grande, qualcosa per scuotere la coscienza della società, superando i margini molto stretti delle formazioni politiche della sinistra radicale".
Nello stesso tempo il Partito della Sinistra Europea ha lanciato anch'esso, nel suo congresso costitutivo di Madrid, la candidatura di Alexis Tsipras. E' però un'altra linea, quella della "coalizione di sinistra", che contiene in sé (a prescindere dalle buone intenzioni) l'idea che questo debba essere un processo "interno" all'ipotesi di "ricostituire la sinistra". Una linea che condurrebbe in un vicolo cieco, e, per giunta, destinata alla sconfitta. Lo spiega molto bene Paolo Flores D'Arcais: "La parola sinistra rischia di essere equivoca oggi. Paradossalmente non usarla è meno equivoco che usarla". E continua elencando le numerose ragioni a sostegno della sua giusta tesi: sinistra, per molti, è ormai in contrapposizione con gl'ideali di giustizia e libertà; sinistra ricorda l'esperienza fallita del socialismo reale; sinistra ricorda la catastrofe politica e ideale che ha seguito la sparizione del PCI; sinistra "ricorda ora i partitini che si definiscono neocomunisti e che sono una parodia". Questo è sicuramente vero per l'Italia e anche per diversi altri paesi europei. Rimettere in piedi qualcosa, a partire da questo disastro, ha tutta l'aria - come ha scritto Giannuli - di un "accanimento terapeutico".
Aggiungo: questa idea nasce con un ulteriore distorsione del reale, a sua volta espressione della logica degli steccati. Taglia fuori, in linea di partenza, ogni rapporto con gli otto milioni di elettori del Movimento 5 Stelle, unico insediamento istituzionale di una opposizione in Italia. Quest'ultimo, è vero, non appare incline ad alcuna alleanza. Ma ciò non significa tagliarlo fuori dal dialogo che potrebbe condurre ad una lista civica nazionale come quella che noi proponiamo.
Dunque, riassumendo: Syriza è una forza politica in ascesa in Grecia. In Italia la sinistra non lo è. Certo, diversi punti del programma del Partito della Sinistra Europea sono buoni. Ma non è buono lo strumento che si prefigura di portarli nel Parlamento Europeo. Certo alcuni punti del programma del M5S sono condivisibili, ma la "forma partito" che esso proclama - attraverso i pronunciamenti attuali dei suoi leader - è un evidente ostacolo a ogni convergenza (ed è dunque prodromo di sconfitta). Cioè non è buona.
Dunque il percorso è difficile, ma vale la pena di esaminarne le possibilità. "Esiste - prosegue Spinelli - un piccolo gruppo di persone che spera che la candidatura di Tsipras contribuisca alla creazione di una forte coalizione in Italia e nei paesi del Sud europeo. Vorremmo che in Italia ci fosse una lista civica, di cittadini attivi, di persone della società civile, che scelgono Tsipras come candidato alla presidenza della Commissione Europea". E' quello che auspichiamo anche noi. Come muoversi in questa direzione?
La strada è quella dei contenuti. Se si sceglie Tsipras come candidato comune, sarà necessario fare riferimento alla sua intelligenza politica e alle sue posizioni.
Che non sono quelle del rifiuto dell'Europa, ma che la vogliono radicalmente cambiata.
Un'Europa che sia una "unione", mentre questa, scrive ancora Barbara Spinelli, "non è un'unione", è un "equilibrio di potenze" che si è trasformato in dominio dei più forti sui deboli, che non prevede meccanismi di riequilibrio economico e sociale, che è basata sugli egoismi nazionali. Un'Europa che deve riprendere il cammino tracciato dai suoi fondatori, democratico, solidale, pacifico, non imperiale. Che cancelli i trattati di Maastricht, e di Lisbona, fino al fiscal compact e a quel mostro intollerabile che è la costituzione, in corso, di Eurogendfor; che riapra il processo costituente e lo rimetta nelle mani dei popoli; che non sia cioè il luogo, lontano e ostile alla gente, dove si esercita il consenso degli usurpatori. Un'Europa con una Banca Centrale interamente pubblica, i cui soci sono le banche centrali interamente pubbliche dei paesi membri; prestatore in ultima istanza, che abbandoni la linea dell'austerità. Un'Europa che svolga un ruolo autonomo e sovrano nel contesto internazionale, interlocutrice non più subalterna degli Stati Uniti, propugnatrice di una partnership strategica con la Russia.
Questo è Tsipras, e con questo noi siamo in perfetta sintonia. Ma occorre verificare chi, in Italia, lo è. E trovare un punto di convergenza che sia comprensibile per le grandi masse popolari di questo paese. Una "maniglia" cui possano aggrapparsi a milioni, non a centinaia di migliaia. Questo programma non si può fare con l'illusione di trasformare il Partito Democratico. La sua dirigenza (non necessariamente i suoi elettori) non è riconducibile ai valori della Costituzione. Infatti è da lì che viene l'attacco a quei valori, impersonato dal presidente della Repubblica.
Che si cominci a riflettere seriamente a queste necessità urgenti (anche per evitare si rimanere intrappolati su posizioni anti-europee che si stanno rapidamente diffondendo a partire dalle destre più o meno estreme, in Italia e in Europa) lo dimostra l'appello del 27 dicembre, indirizzato ai "maggiordomi" italiani ed europei da parte di un gruppo d'intellettuali (aperto da Etienne Balibar).
Firme importanti e significative che, con linguaggio misurato e a tratti troppo prudente, aprono tuttavia anch'esse un discorso di radicale cambio di rotta per l'Europa.
Si tratta di vedere ora se e quante personalità indipendenti sono ora pronte ad assumersi la responsabilità di questo passo, rappresentato dalla creazione di una lista civica nazionale. Si tratta anche di vedere se i molti movimenti della società civile, presenti nel nostro paese, impegnati nelle "buone pratiche" della promozione dei beni comuni, saranno capaci di comprendere finalmente che la rappresentanza politica - insieme e non in alternativa alla democrazia partecipativa - è un passaggio fondamentale per dare sbocco legislativo e trasformatore alle loro istanze.
Queste due "verifiche" saranno essenziali. Potranno essere positive se si faranno sulla base di un programma sintetico, da proporre a milioni di italiani, in pochi punti, espressi in forma chiara, comprensibile a tutti. Qualcuno deve prendere l'iniziativa. Noi siamo pronti a partecipare, con questo spirito e su questi contenuti di larga apertura. Sui punti - che dovranno essere un "minimo comune moltiplicatore" - è possibile trovare un largo accordo con gran parte del paese reale. Alternativa ne propone uno - per noi il primo - : l'Italia non parteciperà più a nessuna azione militare fuori dai suoi confini.
http://giuliettochiesa.globalist.it/Det ... -e-e-come-
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
Re: Con Tsipras contro l’Europa dell’austerità
Il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Anche Giulietto Chiesa. Parte da una lunga premessa, tutta condivisibile.
Cita Barbara Spinelli: "E chiaro - scrive Barbara Spinelli - che non dovrebbe essere una coalizione dei vecchi partiti della sinistra radicale, perché non avrebbe alcuna possibilità di successo. Abbiamo bisogno di qualcosa di più grande, qualcosa per scuotere la coscienza della società, superando i margini molto stretti delle formazioni politiche della sinistra radicale".
Si spinge addirittura ad affermare, citando Floris d'Arcais: "La parola sinistra rischia di essere equivoca oggi. Paradossalmente non usarla è meno equivoco che usarla".
E continua, dando un respiro ampio e lungimirante all'iniziativa proposta: Un'Europa che sia una "unione", mentre questa, scrive ancora Barbara Spinelli, "non è un'unione", è un "equilibrio di potenze" che si è trasformato in dominio dei più forti sui deboli, che non prevede meccanismi di riequilibrio economico e sociale, che è basata sugli egoismi nazionali. Un'Europa che deve riprendere il cammino tracciato dai suoi fondatori, democratico, solidale, pacifico, non imperiale.
Ma in chiusura, il vecchio spirito settario della sinistra "radicale", rispunta puntuale:
Alternativa (presumo il suo movimento) ne propone uno - per noi il primo - : l'Italia non parteciperà più a nessuna azione militare fuori dai suoi confini.
In altri termini: no alle missioni militari all'estero. Obbiettivo nobile, ma non certo unificante ed utile per una "maniglia" cui possano aggrapparsi a milioni, non a centinaia di migliaia.
Che c'entra la politica estera del governo italiano con un'iniziativa di livello europeo intorno alla quale raccogliere milioni di adesioni?
Un modo, ancora una volta, per metterci il proprio cappello e porre le proprie condizioni "non negoziabili".
Il modo migliore per far fallire l'iniziativa sul nascere.
Anche Giulietto Chiesa. Parte da una lunga premessa, tutta condivisibile.
Cita Barbara Spinelli: "E chiaro - scrive Barbara Spinelli - che non dovrebbe essere una coalizione dei vecchi partiti della sinistra radicale, perché non avrebbe alcuna possibilità di successo. Abbiamo bisogno di qualcosa di più grande, qualcosa per scuotere la coscienza della società, superando i margini molto stretti delle formazioni politiche della sinistra radicale".
Si spinge addirittura ad affermare, citando Floris d'Arcais: "La parola sinistra rischia di essere equivoca oggi. Paradossalmente non usarla è meno equivoco che usarla".
E continua, dando un respiro ampio e lungimirante all'iniziativa proposta: Un'Europa che sia una "unione", mentre questa, scrive ancora Barbara Spinelli, "non è un'unione", è un "equilibrio di potenze" che si è trasformato in dominio dei più forti sui deboli, che non prevede meccanismi di riequilibrio economico e sociale, che è basata sugli egoismi nazionali. Un'Europa che deve riprendere il cammino tracciato dai suoi fondatori, democratico, solidale, pacifico, non imperiale.
Ma in chiusura, il vecchio spirito settario della sinistra "radicale", rispunta puntuale:
Alternativa (presumo il suo movimento) ne propone uno - per noi il primo - : l'Italia non parteciperà più a nessuna azione militare fuori dai suoi confini.
In altri termini: no alle missioni militari all'estero. Obbiettivo nobile, ma non certo unificante ed utile per una "maniglia" cui possano aggrapparsi a milioni, non a centinaia di migliaia.
Che c'entra la politica estera del governo italiano con un'iniziativa di livello europeo intorno alla quale raccogliere milioni di adesioni?
Un modo, ancora una volta, per metterci il proprio cappello e porre le proprie condizioni "non negoziabili".
Il modo migliore per far fallire l'iniziativa sul nascere.
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Re: Con Tsipras contro l’Europa dell’austerità
Come non doveva il Partito democratico aderire al socialismo, perché alcuni non volevano, così oggi, non si sa per quale ragione non va bene il termine sinistra. Invece le destre, anche se sono sempre state un'armata brancaleone, hanno prevalso il più delle volte.pancho ha scritto:
Nello stesso tempo il Partito della Sinistra Europea ha lanciato anch'esso, nel suo congresso costitutivo di Madrid, la candidatura di Alexis Tsipras. E' però un'altra linea, quella della "coalizione di sinistra", che contiene in sé (a prescindere dalle buone intenzioni) l'idea che questo debba essere un processo "interno" all'ipotesi di "ricostituire la sinistra". Una linea che condurrebbe in un vicolo cieco, e, per giunta, destinata alla sconfitta. Lo spiega molto bene Paolo Flores D'Arcais: "La parola sinistra rischia di essere equivoca oggi. Paradossalmente non usarla è meno equivoco che usarla". E continua elencando le numerose ragioni a sostegno della sua giusta tesi: sinistra, per molti, è ormai in contrapposizione con gl'ideali di giustizia e libertà; sinistra ricorda l'esperienza fallita del socialismo reale; sinistra ricorda la catastrofe politica e ideale che ha seguito la sparizione del PCI; sinistra "ricorda ora i partitini che si definiscono neocomunisti e che sono una parodia". Questo è sicuramente vero per l'Italia e anche per diversi altri paesi europei. Rimettere in piedi qualcosa, a partire da questo disastro, ha tutta l'aria - come ha scritto Giannuli - di un "accanimento terapeutico".
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Re: Con Tsipras contro l’Europa dell’austerità
Certo, ora caro Cielo 70, in questo ultimi tempi parlare di ideologie (http://it.wikipedia.org/wiki/Ideologia) e' come bestemmiare mentre queste non sono altro che un modo per darsi degli obiettivi di alto valore per avere poi una democrazia sana.cielo 70 ha scritto:Come non doveva il Partito democratico aderire al socialismo, perché alcuni non volevano, così oggi, non si sa per quale ragione non va bene il termine sinistra. Invece le destre, anche se sono sempre state un'armata brancaleone, hanno prevalso il più delle volte.pancho ha scritto:
Nello stesso tempo il Partito della Sinistra Europea ha lanciato anch'esso, nel suo congresso costitutivo di Madrid, la candidatura di Alexis Tsipras. E' però un'altra linea, quella della "coalizione di sinistra", che contiene in sé (a prescindere dalle buone intenzioni) l'idea che questo debba essere un processo "interno" all'ipotesi di "ricostituire la sinistra". Una linea che condurrebbe in un vicolo cieco, e, per giunta, destinata alla sconfitta. Lo spiega molto bene Paolo Flores D'Arcais: "La parola sinistra rischia di essere equivoca oggi. Paradossalmente non usarla è meno equivoco che usarla". E continua elencando le numerose ragioni a sostegno della sua giusta tesi: sinistra, per molti, è ormai in contrapposizione con gl'ideali di giustizia e libertà; sinistra ricorda l'esperienza fallita del socialismo reale; sinistra ricorda la catastrofe politica e ideale che ha seguito la sparizione del PCI; sinistra "ricorda ora i partitini che si definiscono neocomunisti e che sono una parodia". Questo è sicuramente vero per l'Italia e anche per diversi altri paesi europei. Rimettere in piedi qualcosa, a partire da questo disastro, ha tutta l'aria - come ha scritto Giannuli - di un "accanimento terapeutico".
Hai ragione quando affermi che il PD non ha alcun riferimento sul dove vuole andare a parare ma questo lo si sapeva fin dall'inizio difatti molti di noi e non solo, han sempre criticato questa fusione a freddo.
Ora pero questa critica si allarga a da ragione a quella minoranza in cui si trovavano alcuni di noi.
Fa piacere questo ma non risolve l'attuale situazione poiché, a causa proprio di questi creduloni, il sistema all'interno del Partito si e' talmente incrudito che e' difficile tornare indietro.
Oltretutto la situazione politica ed economica attuale non lo permetterebbe se non venissero prima attuate quelle riforme tali che diano la possibilita' di cambiar pagina.
Allora la domanda viene piu' che spontanea : Perché non vengano fatte e perché lasciano che sia il primo piccolo Berlusconino di turno a proporle?
Come a dire: certo alcune le facciamo e cosi' rispondiamo un po' alla sinistra sempre critica su tutto, ma dovro' essere io poi a gestirle come voglio!! fatto questo, tutto il resto mi sara' piu' facile anche se sara' contradittorio con quello che avro' fatto
Dalla padella alla brace...per noi.
un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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