Come se ne viene fuori ?

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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Maucat
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Maucat »

Cosa succederà?
Bella domanda...
Le destre populiste guadagneranno consensi e per fermarle i cosiddetti moderati di centro favoriranno politiche xenofobe e protezionistiche.
L'economia continuando nel rigore teutonico stagnerà ancora di più spingendo in su la disoccupazione.
Lo sviluppo tecnologico creerà nuovi esuberi in molti settori lavorativi incrementando ulteriormente la disoccupazione.
La crescente disoccupazione drenerà le risorse accumulate dalle famiglie negli ultimi 70 anni e quando si arriverà a finire le riserve scoppieranno i tumulti fomentati a destra e sinistra per proprie opportunità.
Il lavoro di basso valore aggiunto si sposterà sempre più dove costa di meno globalizzando la povertà e lo sfruttamento.
La ricchezza continuerà ad accumularsi nelle mani dello 0,1/0,5 % della popolazione mondiale che comanda e dirige il mondo intero.
Le tensioni geopolitiche nel Pacifico aumenteranno portando inevitabilmente a conflitti fra USA/Jap e Cina.
Il costo dell'energia salirà costantemente mettendo in ginocchio molti Stati creando ulteriori tensioni geopolitiche e possibili nuovi conflitti locali.

Accadranno anche altre cose ma già queste bastano per spaventarci a morte...

La salvezza?
Non lo so... forse la nascita di nuove ideologie che possano riaccendere la luce della speranza nel futuro in miliardi di esseri umani e riequilibrare il possesso delle ricchezze del Pianeta che ricordiamoci è finito e quindi non può sostenere una crescita infinita ne 7 miliardi di persone che vivano consumando al ritmo degli Statunitensi...
pancho
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da pancho »

camillobenso ha scritto:Allora caro amico Conte, che soluzione proporresti.

Una delle mie o quale delle tue?

Arrenderci o la rivoluzione?

OK se opti per la seconda, ma poi chi ci seguirebbe anche se avessimo la possibilita' poi di far pagare ii cocci a chi ci ha messi in queste condizioni?


un salutone da Juan il compagno

_________________
Angelicamente anarchico (Don Gallo)

******


Caro pancho,

per fare le rivoluzioni ci vogliono “i danè”.

Oggi come oggi potrebbe farla solo il Paperone di Hardcore.

Poi ci vuole chi ti segue. Ma solo ieri, “la voce della provincia”, mi ha riferito che nei luoghi di ritrovo, si è tornato a parlare come sempre di Milan, Inter, Juve, Roma.

Le impellenze tricolori nella provincia italiana che è vasta e che annovera milioni di persone, sono queste.

Solo venti giorni fa, sempre lo stesso informatore della provincia, sosteneva che gli italiani cominciavano a prendere coscienza della realtà, perché avevano smesso di parlare nei bar di calcio e avevano scoperto la Tarsi, la Tasi mona, ecc.

Bisognava solo avere la pazienza di aspettare.

Come si dice, “tolto il dente tolto il dolore”.

Pagato quanto dovevano pagare mugugnando, brontolando, sacramentando, poi sono tornati gli stessi di sempre.

I problemi sono tornati ad essere quelli di sempre, il Milan, l’Inter, la Juve, la Roma, e se Rossi tornerà a giocare.

Da queste parti, si registra un pensiero unanime da parte della generazione anziana.

“Fin quando ci sarà sul tavolo un piatto di pastasciutta, gli italiani non faranno nessuna rivoluzione”.

Lettanipote è stato abbastanza furbo con i primi segnali della rivolta.

I forconi si erano uniti agli autotrasportatori e potevano bloccare l’Italia come era stato fatto a suo tempo in Cile.

Nella legge di stabilità gli ha dato il contentino e ha spaccato il fronte.

Il capo dei forconi delle tue parti, come risulta da un filmato di ieri a Ballarò, ha annunciato che rinunciano alla fase due.

Abile la mossa poi, quella di inviare un capo forcone in Jaguar. I media hanno fatto la loro parte e i forconi si sono sputtanati.

Grillo si è messo in testa di fare la “Rivoluzione democratica”, ma mi sembra che sia entrato in una fase di stallo.

Se secondo Pagnocelli, il Pd è salito al 33% e il M5S è sceso, potremmo azzardare a dire che l’effetto Renzi, sta sottraendo voti a Grillo.

Per il momento non ha possibilità di vincere la sua rivoluzione.

Però bisogna aspettare i risultati della campagna delle Europee.

E’ possibile che s’inverta di nuovo la tendenza.

In merito poi alle rivoluzioni, ho una convinzione tutta personale maturata negli ultimi 30 anni.

Provenendo da area della Resistenza, la mia città è medaglia d’oro, il sacrificio di chi ha dato la vita affinché altri pervenissero alla libertà, rimane un valore molto forte.

Se stiamo dialogando per via telematica in tutta libertà, lo dobbiamo a quel sacrificio che non ha prezzo di quella gente.

Però, visto il comportamento dei figli e nipoti di chi ci ha lasciato la pelle oltre a tutta la sinistra, mi sono ripromesso, già trent’anni fa che non avrei mai sacrificato una sola vita umana se poi alla fine c’è sempre chi non merita quei sacrifici sfasciando una nazione. Dovrai convincermi del contrario, perché secondo me non vale la pena sacrificare vite umane se poi anni più tardi c’è sempre chi annulla quei sacrifici.

Non bisogna mai dimenticare che in gran parte questo Paese è dominato dalla Mafia SpA.

Come non bisogna mai dimenticare cosa disse nell’ultima intervista Pippo Fava a Biagi, già 30 anni fa.

La mafia con i redditi di allora, poteva tranquillamente armare un esercito, una marina e un’aviazione propria.

Nel terzo millennio occorre anche tenere conto di queste cose.

Il processo degenerativo delle anime morte continua. Saccomanni e Letta continuano a raccontar palle sulla ripresa.

E poi regalano un aumento delle autostrade agli amici Benetton.

Altro che ripresa.

Ci sarà solo la ripresa degli aumenti dei prezzi al consumo. Il che vuol dire minor commercio e minore produzione.

E’ di oggi la notizia che i gestori di ristoranti non ci stanno all’aumento della spazzatura del 50 %.

Molti chiuderanno.

I dati sulle svendite ci dicono che i consumi sono crollati.

L’Istat, ieri ha pubblicato i dati della nuova disoccupazione. Continua ad aumentare.

La Francia non è messa troppo bene. In Germania chi frequenta le mense tipo Caritas sono raddoppiati. In questo settore sono al limite. In Grecia le cose vanno sempre peggio ma i media nascondono le informazioni.

Anche Cacciari sull’Espresso prevede uno spostamento a destra alle europee.

Se non lo fa saltare Renzi il governo potrebbe saltare lì.

Con tutte le conseguenze esplosive in quella fase.

Più che arrendersi mi sembra che bisogna capire cosa succederà.

In cosa verremo trascinati senza la nostra volontà.
Quello che dici e' condivisibile al 100% pero non hai risposto alle mia domande, sempre del post precedente.
Che proponi?[/color]

un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Quello che dici e' condivisibile al 100% pero non hai risposto alle mia domande, sempre del post precedente.
Che proponi?

*

…..che soluzione proporresti.

Una delle mie o quale delle tue?

Arrenderci o la rivoluzione?


*
Ero convinto di aver risposto,….ci riprovo.


A questa domanda pertinente si potrebbe ipotizzare:

1- O far scoppiare il sistema come ha detto lo stesso Pintor e poi ricominciare



E’ questo passaggio del Pintor pensiero a cui ti riferisci nel “O far scoppiare il sistema” ?

Non ci vuole una svolta ma un rivolgimento. Molto profondo.


A fare scoppiare il sistema ci hanno già pensato gli sfascisti negli ultimi 20 anni,

Ci ha pensato il faraone Berluscone quando ha costretto il governo Prodi alle dimissioni nel 2008

Ci ha pensato Napolitano nell’estate del 2008 a confermare il Lodo Alfano per salvare il faraone.

Ci ha pensato Mario Monti alla fine del 2011.

Ci hanno pensato i 101 del Pd sabotando l’elezione di Prodi.

Ci ha ripensato Napolitano con la nomina di Letta.

Ci ha pensato Letta l’imbalsamatore dell’esistente.

Ci ha raccontato che ha abbassato le tazze mentre risulta il contrario.

Ci ha raccontato che ci sarà la ripresa ma i suoi provvedimenti vanno nella direzione opposta, atti a far chiudere altre imprese.
Ci sta riprovando Napolitano che insiste nel tener in vita una specie di governo delle anime morte.

Ci sta provando Renzi, che Formigli ieri dalla Gruber ha definito “affamato di Palazzo Chigi”.

Ci sta provando Alfano che ha abboccato all’amo di Renzi.

Ha dichiarato ieri: “Se Renzi insiste con le unioni gay ce ne andiamo”.

Il governo è sulla graticola:

Scelta Cinica minaccia che si deve cambiare la Tasi (mona), oppure è crisi di governo.

La ministra De Girolamo è nella bufera per il clan beneventano

Il vice premier Alfano è chiamato di nuovo a rispondere per il caso Shalabayeva
HTTP://WWW.HUFFINGTONPOST.IT/2014/01/09 ... _REF=ITALY

Alfano insiste: Job act? Old soup

Nardella contesta Saccomanni, tutti comprendono che abbia chiesto le dimissioni, come si legge almeno da 15 giorni sulla stampa quotidiana, poi nella giornata arriva la classica smentita berlusconiana, lo hanno frainteso.

Alla dissoluzione del sistema ci stanno pensando loro.

La rivoluzione non è praticabile perché mancano tutti gli ingredienti per farla.

Ci dobbiamo arrendere è l’alternativa?

La risposta è che in questo momento non sappiamo quali sviluppi può prendere la situazione.

Landini a Servizio Pubblico due ore fa, per due volte ha ripetuto che è in pericolo la “democrazia”, ma in realtà ha sbagliato il termine, anche se viene usato con convinzione almeno dal 99 % degli italiani adulti.

Questa non è una democrazia ma un mix tra una plutocrazia e una oligarchia.

Se invece intende che potremmo perdere la libertà allora è più comprensibile.

Se non hai visto la puntata di Santoro la potrai trovare in rete domani verso mezzogiorno. Ne vale la pena per comprendere una parte del contesto in cui viviamo.

L’unica verità di Brunetta è che ha denunciato il predominio dei poteri forti, anche se non è una novità.

Ne esce però un quadro desolante della situazione italiana in cui ci si rende conto che siamo senza via d’uscita.

Se ci sarà una rivolta nei prossimi mesi, poi potrebbe tramutarsi in guerra civile.

Quindi significa che saremo in balia degli eventi.

Non si tratta quindi di arrendersi, ma di cercare di capire cosa potrà succedere.

Solo allora potrai decidere cosa fare, perché adesso l’unica cosa certa per il momento è che non c’è più niente da fare.

Da sempre le masse in questi casi soffrono dell’inerzia di massa.

Proprio oggi mi è stato raccontato poi il livello di disgregazione del mondo del lavoro all’interno del comparto della sanità milanese.

In modo particolare da parte dei giovani.

Sembra di assistere ad una disgregazione di tipo molecolare, perché nulla più si tiene.

Non credo quindi che si tratta solo del comparto sanità, ma credo che il fenomeno sia esteso a tutti gli altri settori del mondo del lavoro.
peanuts
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da peanuts »

alfano dice che questo non si fa, quello nemmeno, quell'altro neppure
Meno male che l'agenda la doveva dettare il pd... eh Renzi?
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Sfascisti 192

2014 a schede



Scheda – 20 – La corruzione


20 – 1 – 12 gennaio 2014


Le religioni hanno sempre avuto una funzione di calmiere in merito al dilagare del fenomeno della corruzione.

Nella religione cattolica l’introduzione del concetto dell’esistenza di un’altra vita dopo questa con giudizio immediato dopo la morte riguardante il comportamento tenuto nella vita terrena, premiato con il paradiso per alcuni e l’inferno per altri, ha tenuto a freno le masse per alcuni millenni. Dal 1300 la Divina commedia di Dante Alighieri ha fornito un notevole supporto a questo credo.

Ma questa tipologia di giudizio non è mai valsa per le gerarchie ecclesiastiche, che si sono comportate diversamente da quanto predicato, molto probabilmente perché sono le avanguardie dei non credenti.

C’è anche una minuta fascia di ecclesiastici credenti che mettono in pratica quello che predicano.

Lo è stato a suo tempo San Francesco, lo ha fatto a suo tempo Giovanni XXIII, lo ha fatto Giovanni Paolo I, lo sta facendo quasi sicuramente Papa Francesco, lo ha fatto don Gallo.

Nella chiesa rossa del primo dopoguerra, ne ho avuto conferma ieri mattina, fregiarsi dell’appartenenza “comunista” a livello popolare significava essere una persona per bene. Ma tutto questo dura fino all’inizio degli anni ’80.

All’interno del mondo politico dell’epoca è solo il segretario del Pci Enrico Berlinguer a porsi il problema della “Questione morale”. Un tema che non piaceva molto ai compagni di partito e meno che meno agli altri partiti politici.

Tanto che il partito cattolico, in teoria, avrebbe dovuto avvertirla per primo la Questione morale. Non ci pensava per niente.

Figuriamoci i socialisti craxiani cha avevano una grande fame arretrata.

Neppure Mani pulite e il crollo della prima Repubblica hanno ridimensionato il problema della corruzione.

A vent’anni da Mani pulite si può constatare che il fenomeno della corruzione investe ogni settore della vita italiana.

Non c'é un solo settore che possa dirsi esente da corruzione. Neppure quello dell’ultimo viaggio. Le agenzie di pompe funebri pagano gli infermieri/e per la segnalazioni del caro estinto.

L’ultimissima della settimana è quella macabra dell’Aquila.

Il Fatto ha titolato in materia tre giorni fa l’articolo di Antonio Massari: “L’AQUILA ANCORA TREMAVA E GIÀ VOLAVANO LE MAZZETTE”

Ieri si è dimesso il sindaco Cialente. Non esiste Comune, Provincia, Regione d’Italia, in cui non si pratica la corruzione.

A livello internazionale siamo collocati al 69° posto nella graduatoria dei Paesi corrotti.

Il Prof. Vittorino Andreoli, decano degli psichiatri italiani, ieri sera a Otto e mezzo ha fatto presente che la crisi della società italiana non è solo economica.

E’ un fattore che molti trascurano, soprattutto i politicanti, ma anche i vari specialisti che si occupano di cose italiane. Non hanno mai la predisposizione di affrontare la crisi italiana nella sua interezza.

Spesso e volentieri evitano di affrontare il caso italiano per quello che è.

E’ questo uno dei motivi per cui ci troviamo in una situazione senza via di scampo.


"Che culo il terremoto, ora gli appalti"
L'Aquila, intercettazione tra l'assessore Lisi e un architetto: "Farsi scappare queste opere è da fessi"
IL SINDACO MASSIMO CIALENTE SI DIMETTE: 'ME NE VADO, AVETE VINTO, PAGO PER TUTTI'
Affossato dal cerchio marcio (di A. Massari). Battaglie dell'uomo-simbolo della città (di M. Di Sano)

Il terremoto è un “colpo di culo”. C’è qualcosa di peggio delle risate dell’imprenditore Francesco Piscicelli, che rideva mentre ancora le terra tremava, il 6 aprile 2009. Ecco l’intercettazione dell’ex assessore comunale Ermanno Lisi, entrato in giunta in quota Udeur (articolo di Antonio Massari). Intanto il sindaco Massimo Cialente ha confermato le sue dimissioni: "Pago io per tutti, ma è giusto così" (di Chiara Paolin, domenica l'intervista integrale sul Fatto in edicola)

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Il giorno dello sciacallo



Terremoto L’Aquila, assessore comunale disse: “Colpo di culo, pappiamo gli appalti”
Dall'inchiesta sulla ricostruzione emerge un'intercettazione del 30 novembre 2010, 18 mesi dopo il sisma, tra l'ex amministratore Ermanno Lisi e un architetto: "Con tutte 'ste opere che ci stanno...farsele scappà mo' è da fessi..."
di Antonio Massari | 11 gennaio 2014
Commenti (588)

Il terremoto è un “colpo di culo”. C’è qualcosa di peggio delle risate dell’imprenditore Francesco Piscicelli, che rideva mentre ancora le terra tremava, il 6 aprile 2009, pensando agli affari della ricostruzione.

C’è l’intercettazione dell’ex assessore comunale Ermanno Lisi (entrato in giunta in quota Udeur), un aquilano quindi, ben consapevole della tragedia costata 309 vittime e la distruzione di un intero centro storico.

È il 30 novembre 2010 quando Lisi definisce il “terremoto” un “colpo di culo”.

Ed è incredibile come il sindaco Massimo Cialente, in questi anni, si sia circondato di un “cerchio magico”, o meglio “marcio”, che – al di là del rilievo penale di queste telefonate – si dimostra interessato a far fruttare la tragedia.

Un “cerchio marcio” che conta un vicesindaco (Roberto Riga) indagato per una presunta mazzetta da 30mila euro, un ex consigliere comunale con delega (Pierluigi Tancredi, Pdl) accusato di corruzione, insieme a un altro ex assessore (Vladimiro Placidi) e a un ingegnere del Comune (Mario Di Gregorio).

“O te fai gli soldi o hai finito”
“Ormai L’Aquila s’è aperta” dice Ermanno Lisi all’architetto Pio Ciccone, entrambi archiviati , “tu ancora non te ne stai a rende conto ma L’Aquila si è aperta… le possibilità saranno miliardarie. Io sto a cercà di prendere ste 160 case, se non lo pigli mo’ non lo pigli più, questo è l’ultimo passaggio di vita, dopo sta botta, hai finito, o le pigli mo’…”. “O gli pigli mo’ o non gli pigli più…”, risponde Ciccone. “Esatto”, continua Lisi, “abbiamo avuto il culo di…”. “Del terremoto!”, interviene Ciccone. E Lisi conferma: “Il culo che, in questo frangente, con tutte ste opere che ci stanno, tu ci sta pure in mezzo, allora, farsele scappà mo’ è da fessi… è l’ultima battuta della vita… o te fai gli soldi mo’…”. “O hai finito”, conclude Ciccone.

“Sto con la sinistra”
Quando Ciccone gli mostra le sue preoccupazioni, per eventuali azioni giudizarie, la risposta di Lisi è sconcertante: “Tengo paura, però fino ad un certo punto, lo sai perché? Perché sto con la sinistra e bene o male, penso che la magistratura c’ha grossi interessi a smuove”.
Nel 2010, informandosi per un piccolo lavoro da effettuare in occasione della “festa del libro”, Lisi deve mettersi in contatto con l’azienda di Massimiliano Nurzia che, per lavori pubblici di puntellamento, ha chiuso un appalto da 8 milioni di euro. Ed ecco il suo commento: “Otto milioni di euro se sanno quante mazzette so! allora Di Gregorio , secondo Bolino se… chi sa quanti lavori sta a fa! E chissà quante mazzette sta a piglià… ecco ci sta ’na mafia interna…”. Poi incontra l’imprenditore e viene intercettato mentre è in auto e lo chiama: “Massi! Addò state”. Nel frattempo confida all’amico Ciccone: “8 milioni di euro s’è fatto questo coso… Mario Di Gregorio e co ju sindaco!”. Quindi esce dall’auto, parla con Nunzia, e prima di rientrare conclude dicendogli: “non te ne scordà! Io non me lo scordo….”. “Me lo tenga ricordà…”, risponde Nunzia. E Lisi aggiunge: “Ma fammi il piacere! Io sto in quelle amicizie! Ricordatelo!”. “Io non ti chiedo niente, voglio vedè mò…”, ribatte l’imprenditore. “In quella amicizia ci sto pure io! Ciao!”, conclude Lisi, chiudendo lo sportello e andando via. Poi spiega all’amico il senso della frase: “Gli ho detto… in quella amicizia ci sto pure io! Io tengo all’amministrazione, mica caXXo tengo fuori, mica so’ stupido! Ma non gli posso dì in maniera chiara… io so’ chiaro quando parlo! Se è vero che ha fatto otto milioni di euro come dice Bolino… porco… ti devi inginocchiare! E devi andare a piagne! Otto milioni di euro, tre milioni so’ netti!”.
Lottizzazione senza scrupoli
Quando il commissario Adriano Goio descrive a Lisi l’altissimo rischio di alluvione che presenta L’Aquila, e il progetto d’invaso per impedire l’allagamento della città, già approvato per 60 milioni di euro, l’ex assessore con l’amico Mimmo Marchetti pensa di lottizzare immediatamente i terreni, per costruirvi dei capannoni, in modo da aumentarne il valore, in caso di esproprio: “Io mo non posso entrare per il conflitto d’interessi, però me ne può fregà di meno perché devo salvaguardà, tanto non è la mia la terra è di mio fratello, che caXXo me ne frega, però salvaguardo… un diritto, di tanta gente, in silenzio e salviamo anche le altre terre, perché se riusciamo a fare la lottizzazione e farcela approvà… domani mattina, mettiamo i capannoni, mettiamo… o quantomeno se ci hanno approvato la lottizzazione, poi mi devono pagare la terra lottizzata, adesso mi sta a venì questa idea”. L’invaso non sarà più realizzato, nonostante lo stanziamento di 60 milioni di euro, nonostante i disagi patiti dagli aquilani con l’alluvione del dicembre 2010.


Bmw e ville dopo la tragedia
Nei giorni scorsi abbiamo raccontato delle presunte mazzette, scoperte dalla procura di l’Aquila nelle indagini condotte dalla squadra mobile guidata da Maurilio Grasso, su incarico dei pm David Mancini e Antonietta Picardi, coordinati dal nuovo procuratore Fausto Cardella. Tangenti in confezioni di grappaper l’ex vicesindaco di centrosinistra Riga, per gli ex assessori Tancredi e Placidi, ma il “cerchio magico” di Cialente si arricchisce anche di geometri e ingegneri come Carlo Bolino e Mario Di Gregorio. Già nel 2011 la squadra mobile fa i conti in tasca a Bolino – anch’egli archiviato nell’inchiesta su Lisi – scoprendo che il geometra, con stipendio da 40mila euro l’anno, a due mesi dal terremoto inizia ad acquistare una moto Bmw da 15mila euro, un’auto da 16mila, un appartamento da 120mila euro e – soprattutto – un’abitazione in costruzione, per un valore dichiarato di 100mila, che in realtà corrisponde a villa con garage il cui “solo valore di costruzione appare superiore a quello d’acquisto”. È la primavera del 2011, la squadra mobile de L’Aquila, segnala alla procura gli episodi di Lisi e Bolino, restando in attesa di ulteriori deleghe d’indagine, che non arriveranno mai. Sarà tutto archiviato.
Da Il Fatto Quotidiano dell’11 gennaio 2014
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Sfascisti 193

2014 a schede


Scheda – 19 – La malattia incurabile della società italiana

19 – 2 - 14 gennaio 2014




Nostra signora la dea della “scemenza”.


Cosa succede quando un popolo si prostra DEVOTAMENTE ai piedi della dea della “scemenza”?

Questo atto è stato ripetuto più e più volte nel corso della storia dell’umanità.

Basta per capire l’arcano, rivolgere lo sguardo al novecento. Prima l’Italia e poi l’Europa si prostrano ai piedi della “scemenza” del fascismo, che in Germania prende un aspetto ancora più degenerativo, il Nazionalsocialismo.


In Russia prende forma il comunismo di Stalin. In Estremo Oriente, il nazionalismo Giapponese dà dimostrazione che la dea ha molti devoti.

In Cile s’inchina Pinochet e in Argentina Videla. Ma non c’è solo questo, c’è molto altro, ma non è questa la sede per affrontare il tema.

Nel 1994 la dea della “scemenza” ottiene un ennesimo trionfo personale. Viene eletto in Italia Silvio Berlusconi, che darà origine nel ventennio successivo al berlusconismo.

Un fenomeno virale di tipo infettivo che non investirà solo la destra, ma anche la sinistra e che è destinato a sopravvivere a chi l’ha generato.

Nel momento in cui Berlusconi viene messo fuori gioco dalla magistratura ed inizia la fase finale della sua storia, l’Italia scopre di non avere a disposizione una classe dirigente per il ricambio.

Per la verità, tecnicamente non può disporne, perché la classe dirigente del ventennio berlusconiano ha fallito. Di conseguenza non si può pretendere che una generazione politica fallita abbia potuto allevare una classe politica decente che possa sostituirla.

Lanciato come una cometa nell’universo della pallografia d’autore, tale da far impallidire il Barone di Münchhausen, Enrico Lettanipote – La Qualunque, nel tentare di dare un tono, ad uno dei peggiori governi della storia della Repubblica, s’inventa la “rivoluzione dei quarantenni”.

Di nuovo la dea della “scemenza” sghignazza trionfante.

E non può non essere altrimenti.

Il Prof. Vittorino Andreoli sabato sera si è ribellato (giustamente) all’idea della “scemenza” che sopravanza la ragione.
http://www.la7.tv/richplayer/index.html ... d=50385919

Punto : 00:23:56

<<……MA BISOGNA AVERE 35 ANNI PER ESSERE INTELLIGENTE?.......IO HO 74 ANNI E NON CREDO DI ESSERE UN CRETINO…>>


LA DEA DELLA “SCEMENZA” DI NUOVO RIDE A CREPAPELLE DIVERTITA………….ANCORA UNA VOLTA SONO IO A DOMINARE GLI UMANI COME MI PARE E PIACE….




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Scheda – 19 – La malattia incurabile del sistema Italia.[/i][/b][/color]

19 – 1 - 8 gennaio 2014


« Turiamoci il naso e votiamo DC. »

Non ha portato bene al predecessore del filosofo veneziano questa frase diventata celebre negli anni ’70 e ’80, e rimasta tale negli anni a venire, anche se lo stesso Montanelli ne riconosceva la paternità a Gaetano Salvemini che aveva già anticipato la frase nel lontano 1948.

Uomo di destra, Indro Montanelli nel 1976 dinanzi alla crescita del Partito Comunista Italiano, ed alla consapevolezza della progressiva degenerazione e decomposizione della Dc, sollecitò gli elettori moderati ad impedire la salita al potere del partito di Enrico Berlinguer che aveva il vento in poppa.

Quarant’anni dopo, Cacciari dalle pagine dell’Espresso, assalito dalla paura delle conseguenze del vuoto politico e delle eventuali conseguenze, ripete lo stesso errore del vecchio cilIndro (così chiamava Enzo Biagi l’amico e collega Montanelli).

Evidentemente Cacciari vede il buio oltre la siepe e viene assalito dalla paura del ritorno dei fantasmi del passato, e come Montanelli sceglie il male minore, consapevole della scelta disperata che non porta a nulla, perché ai fondamentali della patologia attuale nessuno ha la minima intenzione di porre rimedio.

Una scelta comunque sbagliata perché serve solo a prolungare l’agonia di un popolo e non adoperarsi in qualità di uomo di cultura che esercita un certo peso sulla società italiana a produrre un’analisi accurata, una diagnosi degna del suo livello culturale tale da stimolare e richiamare l’attenzione sia del mondo culturale italiano, sia di quel mondo che segue con apprensione gli sviluppi della malattia italiana.

Montanelli fece lo stesso errore nel 1976 garantendo l’agonia della prima Repubblica per altri 16 anni, anche se le condizioni dell’Italia di quegli anni, non sono di certo paragonabili a quelle di oggi, perché tra le varie motivazioni di allora, si poteva almeno annoverare la speranza di un colpo di reni delle seconde file dei due partiti maggiori dell’epoca.

Qui la speranza non esiste più perché non esistono seconde file, ma solo un magma comune indifferenziato di una sistema malato dichiarato fallito dal Prof. Zagrebelsky nel febbraio del 2012, dove gli inutili tentativi di Napolitano di tenerlo in vita con inutili flebo e somministrazione di ossigeno, sono clamorosamente falliti davanti all’evidenza del grado di avanzamento della malattia, al punto tale che anche il Wsj (Wall Street Journal), sabato 4 gennaio 2014, occupandosi dell’Italia, metteva al corrente i suoi lettori che l’Italia è praticamente fallita.


07 GEN 2014 17:17
CACCIARI SI TURA IL NASO E INVITA A SOSTENERE RENZI: “È NECESSARIO SPERARE IN LUI. ANCHE PERCHÉ NON CI SONO ALTERNATIVE”
Ma incombe una prova decisiva: le elezioni europee di maggio. Da vincere, insieme a Letta, contro un massiccio blocco populista composto da Beppe Grillo, Berlusconi e Lega - Letta e Napolitano inizierebbero il "loro" semestre europeo con un voto che sconfessa il ruolo continentale dell'Italia…
Massimo Cacciari per "l'Espresso"


Abbiamo passato anni mirabili, e assai più spesso anni orribili, ma anni paradossali come quello che ci lasciamo alle spalle assolutamente mai. Tra i suoi protagonisti, Matteo Renzi è certo quello che meglio ne incarna tale carattere. Diventa leader di un partito, i cui gruppi dirigenti per storia, linguaggio, stile non potrebbero essergli più estranei.

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Lo diventa suo malgrado, poiché la "forma-partito" gli sta stretta come una camicia di forza, e la sua vocazione evidente era e resta quella di "sindaco d'Italia". (una forma buonista che invece il Prof. Sartori ha definito un "avventuriero che deve soddisfare il suo personale bisogno di potere - ndt)
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Né può esimersi dal diventarlo, perché i geni rappresentanti tutte le malattie senili della sinistra si suicidano scientificamente nel corso del ventennio sbagliando uomini, campagne elettorali, organizzazione, alleanze.

Quali novità vincono ora contro queste macerie?

Da quale dibattito, da quali congressi emerse?

Quale cultura politica si afferma contro l'ostinato conservatorismo del centro-sinistra della seconda Repubblica?


Per il momento: programmi mille volte ripetuti, lo stesso mix tra vecchio Welfare e proclami anti-corporativi, pro-liberalizzazioni, le stesse idee di riforma istituzionale.

Perché non se n'è fatto nulla? Risposta: perché non c'ero "Io"!

Dunque: la "novità" della leadership forte e popolare come toccasana risolutivo.

Ma con quale staff intorno al Capo? Selezionato come? Per via anagrafica? Il seguito dei fedeli? La "passione" civica, che fa sognare? Lo "spirito di servizio"? E via rovistando nei generosi arsenali della patria retorica.


Tuttavia è necessario sperare, o almeno scommettere.

"Nascenti puero", al nascente fanciullo occorre augurare che Apollo assista benigno il suo regno.

Non abbiamo alternative.

Possiamo reggere per il prossimo anno, ma certo non oltre con maggioranze parlamentari di questo tipo e fidando nell'autorevolezza di un capo dello Stato costretto, contro tutte le sue convinzioni, a operare "come se" ci trovassimo in un regime semi-presidenziale.

Il paradosso renziano fa tutt'uno, infatti, con quello, mai visto né mai vedibile in Europa, di una coalizione di governo tra una forza che si dichiara di centro-sinistra e una che si dichiara di centro-destra. Si dirà che sono ormai nomi.

Il sottoscritto l'ha detto (ma nessuno dei leader attuali ha condiviso). Comunque, non sono nomi gli interessi di riferimento, i gruppi sociali, le culture, gli elettorati.

Liquida finché si vuole, la società è fatta di drammatiche disuguaglianze, lacerazioni, che andrebbero affrontate con programmi concreti, prendendo parte.

Decisioni di questo tipo l'attuale governo non è in grado fisiologicamente di assumerle.

Il suo compito è traghettarci verso di esse. Saprà farlo Renzi? (Illuso, decisamente illuso caro Prof. Cacciari, perché occorre mettere insieme il profilo tracciato dal Prof. Amadori, e il parere del Prof. Sartori, oltre al parere dell'esperto di comunicazioni di massa Carlo Freccero. - ndt)


E Renzi, di necessità, con Enrico Letta? Piaccia o no, soltanto da qui potrà nascere un nuovo ordo politico, temo non magnus, comunque ordo, per il nostro Paese.

====================================================================
MA LA PRIMA PROVA è imminente, e nessuno ne discute.

È quella delle elezioni europee.

Non è questa la sede per ripetere i lamenti sulle miserie dell'unità politica.

Ma si va profilando, per la prima volta, uno schieramento esplicitamente anti-europeista che va dall'estrema destra a Berlusconi, alla Lega, a Grillo. Potrebbe raggiungere una maggioranza schiacciante.

====================================================================

Nei confronti della propaganda populistica scatenata di costoro, la "demagogia soft" renziana risulterebbe inefficace.

Ma Renzi stesso potrebbe perdere di forza attrattiva, soprattutto nei confronti dell'elettorato grillino (cui egli evidentemente aspira).

E, soprattutto, una pesante sconfitta degli europeisti indebolirebbe lo stesso governo (o addirittura ne determinerebbe il collasso, se il nuovo centro-destra si lasciasse sedurre dalle antiche sirene).


Letta e Giorgio Napolitano inizierebbero il "loro" semestre europeo con un voto che sconfessa il ruolo continentale dell'Italia!

Le elezioni europee rappresentano perciò forche caudine inevitabili per riuscire ad affrontare la crisi. Le opposizioni si stanno preparando alla scadenza.

E i nostri eroi? E il Pd? Organizzeranno le primarie per le candidature?
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sfascisti 194

2014 a schede



Scheda – 8 – Ciak si gira – Girlfiend in a coma – Atto finale


8 – 6 – 14 gennaio 2014



Moriremo democristiani


<<Moriremo democristiani>>. Non è una battuta delle solite, di quelle che ci si scambia con una certa frequenza sul tavolo di lettura quotidianamente per esorcizzare il peso dello sconforto e il disgusto che emerge dall’apprendimento delle notizie della carta stampata.

Quella che ha fatto ieri l’anziano ex addetto alla qualità dell’Alfa Romeo arrivato dalla Puglia da ragazzo non era una battuta, ma una constatazione.

Una costatazione amara perché da trent’anni si manifestava a sinistra la voglia e la necessità di cambiare. Il regime democristiano subito nei quarant’anni precedenti, spingeva i più disperatamente verso una forte necessità di cambiamento, verso il superamento dell’esperienza della Prima Repubblica.

Ma non è andata così, perché la vecchia Dc muore nel 1994, ma in questi ultimi sette anni si è fatta risentire con le seconde, ma soprattutto terze generazioni.

Anche perché nel frattempo la sinistra è morta e gli elettori sinistri si sono riciclati nel Pd credendo che fosse un partito di sinistra.

Cacciari, di recente ha fatto presente che la classe dirigente ex Pci ed ex Margherita del Pd si è suicidata.

Sarei un po’ più prudente nel fare questa affermazione, perché è vero che è stata sconfitta l’8 dicembre scorso, ma in modo particolare gli ex Ds hanno solo fatto tre passi indietro.

Non sono spariti, anche perché depositari di un congruo patrimonio, soprattutto immobiliare, gestito sempre da Sposetti. Con quel patrimonio si rifaranno sentire a tempo debito.

Il Pd oggi è diventato interamente democristiano e la guerra in corso ci riporta direttamente indietro nel tempo, al periodo compreso tra il dopo De Gasperi fino al 1994, caratterizzato esclusivamente dalle continue e laceranti lotte intestine tra le correnti per la gestione del potere.

Per comprendere la profondità del democristianesimo, per chi non l’avesse vista, oggi si può rivedere la puntata di Otto e mezzo con la partecipazione del ministro Dario Franceschini.

Un perfetto e autentico muro di gomma democristiano di terza generazione, che nulla ha a che invidiare quelli della prima e seconda generazione.

La nuova lotta di potere si sta svolgendo tra Letta e Renzi. Letta che rappresenta il conservatorismo dell’esistente, e Renzi che vuole prendere il potere, né più né meno dei vecchi Andreotti, Rumor, Fanfani, Forlani, Moro, Gava, Colombo, ecc.

Entrambi possono essere riclassificati come dorotei, ma come allora di fazioni diverse, perché hanno caratteristiche diverse.

Ha scritto ieri Fabrizio d’Esposito per Il Fatto:

Dal rottamatore al doroteo
Renzi sui atti spinosi parla solo a microfoni spenti: “Nunzia cadrà da sola, Letta è salvo”


I vecchi democristiani facevano così. Anzi, i dorotei, per essere più precisi. Obliqui o trasversali, dissimulavano, eludevano, depistavano, ti sorridevano ma ti accoltellavano alle spalle. Tutto per diventare o rimanere centrali nel Sistema. Tattica, quasi mai strategia. Il doroteismo, come anche il realismo togliattiano (Napolitano) e il gestionismo andreottiano (Enrico Letta), è ormai un carattere antropologico dell’italico potere. A guardare i fatti, Matteo Renzi si sta guadagnando i galloni del perfetto Rottamatore doroteo, un ossimoro dal gusto gattopardesco.

Zero parole su Nunzia

Il doroteismo renziano è esploso con il caso De Girolamo. Lui, il segretario del Pd, continua a non dire una parola sul ministro dell’Agricoltura, moglie del lettian-renziano Francesco Boccia. Silenzio. Anche quando il Corriere della Sera, domenica scorsa, gli dedica un’intera pagina di intervista. Allo stesso tempo, però, il sindaco di Firenze manda i suoi avanti a minacciare: “De Girolamo deve chiarire”. Almeno, sull’affaire Cancellieri-Ligresti, Renzi si pronunciò a scoppio ritardato. Adesso, niente. Una farsa, meglio una sceneggiata per fare ammuina, senza richiesta di dimissioni o di mozione di sfiducia.

Surreale l’apertura di domenica scorsa di Repubblica: “De Girolamo, Pd all’attacco”. Un titolone appeso alla frasetta di un renziano anonimo contro il ministro. Un po’ poco. Eppure il renzismo funziona così. Una, dieci, cento, mille facce dorotee.


Mentre a tarda notte del 14 gennaio su sito del corriere si può leggere:

Renzi: legge elettorale, no ad Alfano
«Riforme, subito ius soli e unioni civili»

Nella diretta Twitter con gli elettori, il leader pd boccia la proposta Ncd sul Senato: «Clamoroso passo indietro». E poi spinge su unioni civili
e ius soli per la cittadinanza


La situazione economica è gravissima, e certamente le unione civili e lo ius soli non sono di certo delle priorità.

Ma questa presa di posizione serve solo ad innervosire l’Ncd e Alfano, spingendolo alla frattura con Letta, in modo tale che la colpa della caduta del governo ricada sull’alleato di destra.

Tutto continua senza soluzione di continuità con i giochetti di sempre in perfetto stile doroteo.

Il tema sulla stampa si era già presentato quando era stato fatto il nome di Faraone.

Adesso però come per la Liguria è esploso il caso Sicilia, e i primi ad attaccare sono ovviamente i giornali di destra, che cercheranno di controbilanciare il caso De Girolamo.

Notizie relative a il renziano faraone

Sicilia, inchiesta spese pazze indagato il renziano Faraone
il Giornale ‎- 4 ore fa
Guai giudiziari per il renziano Faraone. Tra gli indagati nell'inchiesta sull'uso illecito dei fondi destinati ai Gruppi dell'Ars c'è anche Davide ...

Sicilia, indagato l'on.renziano Faraone
Rai News‎ - 4 ore fa
Pd, il renziano Faraone indagato per peculato alla Regione Sicilia ...
http://www.liberoquotidiano.it/.../Pd-- ... -peculato-...
5 ore fa - Il responsabile Welfare del Pd Davide Faraone è indagato a Palermo per peculato in merito alle presunte spese folli da 10 milioni di euro di 83 ...


Per TurboRenzi la prima consistente grana al suo gruppo.

La guerra democristiana entra nel vivo.

Letta torna dal Messico, in grande difficoltà per la tenuta del suo governo, ma respira per la prima grana del suo avverario.

Nel novembre del 2011, il Paese aveva bisogno della nuova coppia De Gasperi-Einaudi.

Invece ci siamo trovati con la coppia Monti – Fornero.

Poi è arrivato Letta l’imbalsamatore dello status quo. Dall’8 di dicembre entra in scena TurboRenzi.

Finiremo come il Concordia davanti all’isola Del Giglio.
peanuts
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Caro Francesco Boccia, e allora?
Te l'avevo detto, mai mischiarsi con quelli là.
E adesso mi fai il garantista. Non era più decoroso stare zitto?
E ora che farai, passerai dall'altra parte parlando di giudici comunisti?
Ah povero te. hai sposato uno pidiellina (quello erano e quello restano). Mal te ne incolse.
Lieto di poterti ridere in faccia adesso.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sfascisti 195

2014 a schede




Scheda – 5 – I conflitti interni al Bel Paese

5 -5 – 17 Gennaio 2014



Sta a vedere che nel grande caos alla fine vince ancora lui, il Caimano.

Da come si stanno svolgendo i fatti si ha l’impressione che la sentenza del 1° agosto del 2013, sia solo servita a cercare di togliere a Silvio Berlusconi il predominio sulla politica italiana.

Sono in molti a chiedersi perché mai non venga applicata la sentenza.

Dietro le sbarre non ce lo vogliono, neppure Bruti Liberati.

I giudici devono quindi scegliere tra i servizi sociali e gli arresti domiciliari.

Ma tutto tarda, non c’è fretta per il potente capo di FI. Il mondo politico non fa una piega, tutto normale, e la magistratura ha fatto sapere che prenderà la sua decisione soltanto in primavera.

Per il momento non ha tempo, è oberata di lavoro.

Nel frattempo Silvio Berlusconi si muove tranquillamente come se non fosse accaduto nulla.

In partiti normali, in un caso come questo avrebbero chiesto l’allontanamento del reo. Ma in questo caso il padre – padrone è lui e tutto continua in tutta tranquillità.

Scrive oggi Libero:

LA RILEVAZIONE
Sondaggio Swg cala il Pd, stabile Forza Italia, crolla la fiducia nel governo Letta
Secondo gli ultimi dati l'effetto Renzi per i dem è già finito. Per Ixè e Swg al Nazareno c'è un emorragia di consensi. Forza Italia stabile. Tonfo del governo Letta


Per la verità stamani Roberto Weber per Agorà ha fornito altri dati:

L’effetto Renzi nel Pd è finito, torna a quota 30,4 %, valori di prima dell’8 dicembre scorso.

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... 04ec3.html
Punto: 00:41:13

Anche se in alto mare e messo male, il Cav torna a sperare.

Dopo i sondaggi di questa settimana che tentano di dare un quadro politico se si votasse con il proporzionale, il Pd otterrebbe il numero più alto di seggi ma non potrebbe governare.

L’ex direttore dell’Unità Claudio Sardo, sempre ad Agorà stamani, ha fatto sapere che con i sistemi elettorali proposti si rischiano in perpetuo le larghe intese.

La sinistra Pd fa sapere:

Legge elettorale, sinistra Pd vs Renzi
"Se si accorda con B. cade il governo"


Mentre,
Nuovo Centrodestra, Scelta Civica e Popolari avvisano:
"Vertice di maggioranza o sarà crisi"
(video)

D'Attore, bersaniano: "Non possiamo resuscitare il Porcellum e B. E noi combatteremo a viso aperto"

Non c'è solo il duello tra Letta e Renzi (che dice: "Vogliono frenarmi, ma non mollo") (leggi). La questione della legge elettorale diventa sempre di più la questione della sopravvivenza del governo. Si arrabbiano i mini-alleati del Pd (Ncd, Scelta Civica e i Popolari di Mauro) che per la prima volta marciano uniti contro la "pace separata" del sindaco con Forza Italia. E si arrabbia - di nuovo - la minoranza del Pd: "Il sistema spagnolo non lo votiamo". E lo "spagnolo" è alla base dell'intesa con B.

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/01/ ... ma/261486/

Dagospia ha appena fatto sapere:

17 GEN 2014 19:38
BRUSH HOUR! LEGGI OGGI LE NOTIZIE DI DOMANI - LA SINISTRA PD SPARA ALLE GAMBE DI RENZI PER IMPEDIRE L’ACCORDO SULLA LEGGE ELETTORALE CON SILVIO - SI ACCODANO ALFANOIDI E SCIOLTA CIVICA, UNITI DAL TERRORE DI SPARIRE COL MAGGIORITARIO - E RENZI NON ESCLUDE PIÙ DI FARE IL PREMIER SENZA ANDARE AL VOTO
Tenaglia di bersanian-dalemian-lettiani per colpirlo prima dell’incontro di domani col Banana - Ma stavolta Matteuccio pensa: se devono ricattarlo con la crisi di governo per non cambiare la legge elettorale, allora che il governo cada pure e questa volta al Quirinale per le consultazioni ci va lui…

Francesco Bonazzi per Dagospia

Oggi tocca fare ammenda: non è vero che lo sport preferito dentro al Pd è pugnalare alla schiena il segretario di turno. Oggi l'hanno proprio colpito alle gambe di fronte a tutti, nel disperato tentativo di impedirgli di fare gli ultimi metri che lo separano dalla meta: uno storico accordo con Silvio Berlusconi sulla legge elettorale. Ma Renzie non molla e tira dritto, nonostante arrivino minacce anche dal resto della maggioranza di governo. E ha in mente anche un'arma segreta, che finora non ha mai voluto usare.

Dunque a 24 ore dall'incontro con Berlusconi, che si terrà per il semplice fatto che con il Cavaliere il pd ha fatto due governi e quindi le polemiche interne suonano un po' pretestuose, i bersaniani attaccano frontalmente nel merito come mai avevano fatto. Dice il compagno Francesco D'Attorre - un vasto seguito nel Paese - : "Se si chiude il patto tra Renzi e Berlusconi la maggioranza finisce domani". E la sinistra del pd si proclama contraria al sistema spagnolo, che caso strano è proprio quello intorno al quale hanno lavorato in questi giorni il professor Roberto D'Alimonte e Denis Verdini.

Le proposte del segretario sono sul tavolo dal 2 gennaio, ma questo bel "contribbuto" delle minoranze interne arriva nelle ore cruciali, dopo aver inutilmente tentato di far saltare l'incontro di domani e allo scopo di indebolire il più possibile il trionfatore delle primarie. Berlusconi ringrazia: domani avrà di fronte un interlocutore meno forte. Al quale dirà chiaramente che di Mattarellum rivisitato non se ne parla neanche, perché con i collegi uninominali gli toccherebbe allearsi con Angelino il "traditore".

La tenaglia di bersaniani e dalemiani sul Rottam'attore si completa con la nota congiunta di Alfanoidi, Sciolta Civica e Ppi. I tre cespugli del governo di Mezze Intese, vittime quasi scontate di un ritorno al maggioritario, chiedono la convocazione immediata di un vertice di maggioranza e minacciano la crisi di governo.

E nella convinzione che dietro a tutte queste levate di scudi della vigilia ci sia ormai anche un ruolo attivo di Aspenio Letta, Renzie ha cominciato a rivalutare una strada che ha sempre escluso: quella di fare il premier anche senza passare dal voto. Gli fa orrore, e anche un po' paura, ripercorrere le orme di un certo Massimo D'Alema che andò a Palazzo Chigi senza vincere le elezioni. Ma se devono ricattarlo con la crisi di governo, questo il ragionamento del sindaco di Firenze, allora che il governo cada pure e questa volta al Quirinale per le consultazioni ci va lui.

Infine, per la serie "Le grandi pagine inutili del Parlamento della Repubblica", oggi è andata in scena l'autodifesa di Annunziatina De Girolamo. Non esattamente un'orazione di Matteotti o Turati, va detto. Non c'era Letta, non c'era mezzo governo, non c'era quasi nessuno. Il marito piddino Boccia però l'ha ascoltata con vivo interesse parlare di "gomblotto".


*

Anche il Tg7 apre con l’informazione della possibilità della crisi di governo, se TurboRenzi vuole proseguire con l’incontro con Berlusconi.

Siamo quindi al tutti contro tutti.

Ovvio che in una situazione del genere, l’ectoplasma del Caimano ha tutto l’interesse a collaborare con Renzie, perché ha in mano la possibilità di fare saltare tutto quanto, con grande vantaggio per la sua posizione attuale e futura.

Continua
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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2014 a schede




Scheda – 5 – I conflitti interni al Bel Paese


5 -6 – 17 Gennaio 2014



E nella convinzione che dietro a tutte queste levate di scudi della vigilia ci sia ormai anche un ruolo attivo di Aspenio Letta, Renzie ha cominciato a rivalutare una strada che ha sempre escluso: quella di fare il premier anche senza passare dal voto.
Francesco Bonazzi per Dagospia


Bonazzi dimentica che questa è ancora una Repubblica parlamentare e che spetta al Parlamento approvare le leggi.

In questo caso per poter governare da Palazzo Chigi con una certa autorevolezza occorre avere dietro di se tutto il partito o quasi.

I gruppi parlamentari del Pd sono stati impostati da Bersani. Non avrebbe di conseguenza vita facile Renzie nel governare.

Ergo, LoRenzi il magnifico, deve andare a Palazzo Chigi con alle spalle un partito tutto suo. Deve andare per forza al voto.

Sosteneva il vecchio Giulio, quando voleva tenere a freno i giovani puledri scalpitanti della scuderia Dc:
Quando vai in pellicceria osserva che appese ci sono solo le pelli di volpi giovani

Una vecchia volpe, Forchettoni, stamani ha twittato facendo sapere a LoRenzi il magnifico che il voto finale sulla legge elettorale è a scrutinio segreto (Fonte Agorà)

Si aggiorna Libero:

MALDIPANCIA DEMOCRATICI
Pd, mezzo partito contro Renzi: gli ex Ds vogliono lasciare il partito
L'idea dei vecchi dirigenti: mollare il Rottamatore e cercare consensi con il doppio turno di coalizione

Gli ex comunisti sono gente accorta e non si fanno certo pizzicare mentre pronunciano la parola che in gran segreto circola invece di bocca in bocca.
La parola "scissione" la fanno usare dai collaboratori che raccontano ai giornalisti i retroscena di un Pd logorato al suo interno dalla guerra tra la vecchia classe dirigente e quella nuova renziana.

Retroscena come quello raccontato da Fosca Bincher oggi su Libero. "Adesso se passa l’emendamento che taglia il finanziamento pubblico ai partiti dal 2014, tempo tre mesi e Mattero Renzi deve chiudere baracca e burattini", sottolineava in una piazzetta adiacente alla Camera un parlamentare di vecchio corso.

Se quella parola a cui tutti pensano - "scissione" - è oggi ancora impronunciabile, è per un solo motivo.

Una scissione vale se dopo puoi contare e tornare a una nuova vita politica.
Perché questo accada serve una nuova legge elettorale. Quella che serve a loro è una legge a doppio turno di coalizione.

Sono convinti di avere abbastanza truppe e vecchi consensi popolari per potere pesare abbastanza nel primo turno e svoltare nel secondo, imponendo le proprie candidature alla coalizione di sinistra guidata da Renzi.

E siccome questo è lo stesso schema che darebbe rilievo sul fronte opposto al Nuovo centro destra, si sono infittiti nelle ultime ore incontri e colloqui fra le vecchie truppe di D’Alema e i dirigenti del partito guidato da Angelino Alfano.

Entrambi pronti a mettere in atto qualsiasi soluzione che eviti un patto di ferro fra Renzi e Silvio Berlusconi.

"Matteo deve stare attento", ha detto Ugo Sposetti a Panorama.

"Se si mette d’accordo con Berlusconi rischia di ripetere gli errori di Walter Veltroni, che si accordò sulla legge elettorale con il Cavaliere, e poi perse le elezioni e il partito.

Anche perché il Pd è spietato, carnivoro.

Non è un partito padronale come Forza Italia: non perdona nessuno".

E le grandi manovre per le Europee sono già iniziate. Livia Turco, racconta Fosca Bincher, sta cercando di mettere in piedi comitati per fare pressione sul nuovo gruppo dirigente del Pd proponendo la candidatura di Massimo D’Alema alle prossime elezioni europee. La percentuale di successo dell'operazione è praticamente nulla, ma è un campanello di allarme che non dovrebbe essere sottovalutato dal nuovo Pd.


*

La storia della scissione non è nuova. L’hanno già anticipata in tempi non sospetti autorevoli commentatori qualche mese addietro.

Lo ha fatto anche Cacciari un paio di mesi circa prima dell’8 dicembre in Tv.

Anche Sposetti si era pronunciato a suo tempo in materia, avanzando la prospettiva di una futura scissione.

Sposetti è ancora oggi il tesoriere dei Ds. Muoversi nella politica senza soldi non è praticamente possibile.

E’ in previsione di una potenziale separazione nel tempo, che Margherita e Ds hanno continuato ad esistere anche se insieme avevano dato vita alla nuova formazione della fusione fredda.

Diciamo che le vecchie volpi la sapevano lunga in materia. Dopo sei anni e mezzo di convivenza spartitoria di reciproco interesse, il momento sembra arrivato.

I Ds hanno una gestione patrimoniale in attivo. A Renzi, come fa notare anche Libero, rimangono solo i debiti del Pd, che non può ripianare con il contributo dello Stato se mantiene fede a quanto affermato sul finanziamento pubblico ai partiti.

La partita in corso è giocata in modo tale che ognuno dei giocatori possa soddisfare i propri interessi primari.

Il fatto che la “”””sinistra”””” Pd, come riportano i media da ieri, abbia messo in campo l’ultimatum a Renzi di non incontrare Berlusconi, è stato interpretato in generale come una stupidaggine d’antan della vecchia classe dirigente.

Gli stessi Cacciari e Travaglio ieri sera a Servizio Pubblico, si sono espressi ricercando un certo realismo e bollando come sciocchezza la pretesa degli ex Ds.

Travaglio ha dedicato il suo fondo di oggi sul Fatto riproponendo il tema.

Osservando meglio in profondità, quello che apparentemente sembra una sciocchezza, in realtà è la ricerca di un pretesto ufficiale per addivenire ad una scissione.

Anche Al fano & Co hanno tergiversato in attesa una motivazione plausibile per sancire il distacco dal Caimano.

Lo stesso sta facendo Renzi per arrivare a Palazzo Chigi.

Quale migliore occasione di questa per fare saltare il banco per arrivare alla tanto agognata poltrona di Palazzo Chigi?

Era stato costretto contro la sua volontà a piegarsi alle primarie per arrivare alla poltrona di premier, perché gli era stato spiegato che per governare occorreva avere dietro tutto il partito.

In effetti è così perché ne sa qualcosa Romano Prodi.

Prodi, malgrado avesse inventato l’escamotage delle primarie per far fronte ai signori delle tessere nel 2006, si trovò poi con un segretario, Veltroni, 2007, che guidava il partito contro di lui nei momenti cruciali.

LoRenzi il magnifico sta ripetendo pari pari il giochetto di Veltroni, nei confronti di Letta.

Buon per lui se a far saltare il governo Letta è la sinistra Pd a minacciarne le intenzioni.

Come per messer LoRenzi, è altamente conveniente che siano l’Ncd e Scelta cinica a mettere l’out out per fare cadere il governo.

Renzi non ha modificato di una virgola il suo piano, ma ha spinto a pieno sull’acceleratore, annunciando in serata che domani incontrerà Berlusconi volutamente al Nazareno.

Renzi spera che la “””sinistra””” Pd mantenga quanto ha dichiarato essendo stata sfidata apertamente: Far saltare il governo.

In questo caso, ufficialmente, da buon doroteo LoRenzi il magnifico potrà ottenere quel che vuole potendo dare la responsabilità ad altri.

In questo caso però bisognerebbe sapere se ha fatto i calcoli fino in fondo.

Cosa succederebbe se venisse dichiarata nei prossimi giorni la scissione del Pd?

Come potrebbe dargli l’incarico Napolitano con un Pd spaccato?

Come potrebbe essere votata in Parlamento una nuova legge elettorale spagnola se non ha i numeri?

Anche andando ad elezioni, i Ds sono stati valutati una decina di giorni fa intorno al 18 %. Il che vuol dire che il Pd renziano ad oggi conterebbe in teoria un 12 %.

Che farebbe Renzi dopo aver raccontato dalla Bignardi la favoletta della necessità di far fuori i piccoli partiti per poter governare in santa pace?

Per rimanere a galla dovrebbe allearsi con tutti i microcosmi che si spacciano per “centrini”. Rimangiandosi tutto quanto affermato.

E’ forse per questo motivo che si ricandida a breve a sindaco di Firenze?

E’ in previsione di un grande flop che vuole assicurarsi almeno la poltrona di sindaco?

Se qualcuno pensa che Silvius Diabolicus non abbia intravvisto questa mirabile occasione per spaccare il Pd si sbaglia.

Piatto ricco mi ci ficco. Spaccare il Pd e mettere in minoranza un avversario come Renzi è il classico “Attimo fuggente”.

Glielo ha servito Renzi su di un piatto d’argento e Silvius Diabolicus sarebbe un fesso a farsi sfuggire l’occasione.

Non ha preteso neppure l’incontro in campo neutro, ma è lui che và addirittura in casa del nemico, “dei comunisti”.

Il tutto per favorire la deflagrazione del nemico.
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