Il "nuovo" governo Renzi
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Re: Il nuovo governo Renzi
Sono giorni difficili questi per i residuati bellici della sinistra. Il caso Renzi ha praticato una nuova spaccatura.
E' un meccanismo che deve essere studiato ed approfondito perché non si riesce a capire (non sono solo io) perché il mondo dell'antiberlusconismo militante di sinistra, quello che si è spinto al limite, che si è scandalizzato di tutte le azioni poco pulite di B., le accetta pari pari in Renzi. Siamo fuori dal classico "due pesi e due misure", ma siamo trascinati a forza all'interno dell'Asilo Mariuccia.
Renzi parte con 5 indagati e 24 riciclati. Alla Giustizia nomi graditi a Berlusconi
Nella squadra di governo son presenti un ex giudice, Cosimo Ferri, e un avvocato, Enrico Costa, che rappresentano un favore al Cavaliere. Ci sono poi gli indagati - quattro del Pd e il ministro Lupi di Ncd - e infine ben 18 sottosegretari già presenti nell'esecutivo di Enrico Letta. Come erano stati confermati anche sei ministri. Quello che resta e appare è una squadra che sembra lontana dal vento di presunto cambiamento e innovazione che ha portato il sindaco di Firenze a scalare gerarchie e ruoli politici. E anche per quanto riguarda la parità di genere il segretario del Pd, questa volta, non è stato in grado di rispettare le quote rose come avvenuto e pubblicizzato invece per i ministeri
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 1 marzo 2014Commenti (3116)
Matteo Renzi il Rottamatore parte con indagati e riciclati. La squadra di governo del premier non solo ha nomi graditi a Silvio Berlusconi alla Giustizia, ma può contare su cinque inquisiti e ben 18 sottosegretari confermati dal precedente presidente del Consiglio, defenestrato con la motivazione che bisognava cambiare passo. Come sono stati confermati anche sei ministri di Enrico Letta (Lorenzin, Delrio, Lupi, Franceschini, Alfano e Orlando). Il Consiglio dei ministri ha approvato la nomina di 44 tra sottosegretari e viceministri. Ma quello che resta e appare è una squadra che sembra lontana dal vento di presunto cambiamento e innovazione che ha portato il sindaco di Firenze a scalare gerarchie e ruoli politici. E anche per quanto riguarda la parità di genere Renzi, questa volta, non è stato in grado di rispettare le quote rose (solo solo nove le sottosegretarie) come avvenuto e pubblicizzato invece per la nomina dei ministri. Bilancio finale è di 17 donne su una compagine di 60 esponenti di governo ovvero poco più del 25% di quote rosa.
Ecco i cinque indagati: quattro del Pd e il ministro Lupi di Ncd. Nell’elenco appaiono almeno cinque indagati. Alcuni per inchieste sui rimborsi dei gruppi consiliari nelle loro rispettive regioni: la renziana di ferro Francesca Barracciu, uscita dalla porta delle elezioni regionali in Sardegna e rientrata dalla finestra del sottosegretariato alla cultura e Umberto Del Basso de Caro, anche lui indagato per i rimborsi del consiglio regionale in Campania. Nel procedimento “Rimborsopoli” lucana, in fase di udienza preliminare, c’è anche il nome di Vito De Filippo, neo sottosegretario alla Salute. In passato è uscito indenne da almeno due indagini l’ex saggio Filippo Bubbico, confermato al Viminale, ma indagato per abuso d’ufficio in un altro procedimento. Tutti del Pd. Nomi Senza dimenticare, alle Infrastrutture, Antonio Gentile (Ncd), responsabile di aver bloccato la pubblicazione del numero di L’Ora della Calabria reo di contenere al suo interno una notizia scomoda sul figlio. Da parlamentare aveva proposto Silvio Berlusconi al premio Nobel per la Pace e nell’agosto del 2004 dichiarò l’intenzione di presentare all’allora ministro della Salute Girolamo Sirchia “per l’introduzione del ticket del 50% dopo la prima interruzione volontaria di gravidanza e di rendere a totale carico della paziente ogni intervento successivo”.
E poi c’è il ministro Maurizio Lupi, anche lui un riconfermato, indagato per abuso d’ufficio dalla Procura di Tempio Pausania per la nomina del commissario dell’Authority del porto di Olbia. L’indagine, avviata dopo un’esposto-denuncia di un esponente del Pd, risultano coinvolti, con l’ipotesi di abuso d’ufficio in concorso, anche Fedele Sanciu, già senatore Pdl e presidente della Provincia Olbia Tempio. Dal ministero però assicurano sulla correttezza dell’iter di nomina.
Il regalo al Cavaliere: sottosegretario il relatore del Lodo Alfano. Ma in più e oltre c’è il regalo a Silvio Berlusconi. L’incontro al Nazareno e le pacche sulle spalle durante le consultazioni non hanno regalato solo un accordo sulla legge elettorale, ma anche il ritorno dei berlusconiani alla Giustizia. C’è il sottosegretario Cosimo Ferri (tecnico confermato), magistrato prodigio più volte ritrovato in diverse intercettazioni telefoniche da P3 a Agcom-Annozero (senza mai essere indagato) e commissario della Figc che scelse le dimissioni dopo Calciopoli. Ma anche il viceministro Enrico Costa, pasdaran di Berlusconi (ora fedelissimo di Alfano) già primo firmatario nel 2012 di un emendamento che prevedeva la drastica limitazione della divulgazione delle intercettazioni. E’ colui che propose la rivisitazione al ribasso dei termini di prescrizione e fu relatore del lodo Alfano. Di lui si ricorda anche il volta faccia sulla legge Severino, prima entusiasta e poi sbottò: “È una legge contro Berlusconi” (leggi la scheda di Costa e Ferri).
Giacomelli vice ministro alle Telecomunicazioni per risolvere la grana Guidi. Alle Telecomunicazioni, l’altro settore da sempre nel cuore del Cavaliere, va come viceministro Antonello Giacomelli (areadem). Cosa che dovrebbe risolvere il possibile conflitto del ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, in buoni rapporti con Berlusconi. Lascia il ministero delle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D’Angelis, dove era stato nominato sottosegretario da Enrico Letta. A quanto si apprende da fonti ministeriali, a D’Angelis è stato affidato il ruolo di capo segreteria di Matteo Renzi a palazzo Chigi.
La new entry Ivan Scalfarotto alle Riforme, Emiliano e Fiano lasciti fuori. Nelle altre posizioni chiave, da segnalare il liberal Pd Morando come viceministro dell’Economia, mentre la new entry Ivan Scalfarotto è sottosegretario alle Riforme. Alla presidenza del Consiglio vanno il renziano Luca Lotti e Marco Minniti, anche lui Pd, a cui è stata confermata la delega ai servizi segreti. Per il Viminale era in corsa il collega di partito Emanuele Fiano, che dopo la bocciatura non nasconde la propria amarezza e su Facebook scrive: “Impossibile delle volte continuare a credere nel proprio lavoro”. Nessun incarico per il sindaco di Bari Michele Emiliano, che però scrive su Twitter: “Bella chiacchierata telefonica con Matteo che mi ha chiesto di fare capolista a Sud per le elezioni europee. Ho risposto: obbedisco. Con gioia”.
L’incontro è cominciato con un’ora di ritardo forse a causa di un vertice tra il Presidente del Consiglio e Angelino Alfano, anche se gli interessati hanno smentito sia mai avvenuto. All’ordine del giorno dell’incontro, c’erano anche un decreto e un ddl che recepiscono le norme del Salva Roma bis (approvato) e sedici decreti legislativi che attuano alcune direttive Ue. Per tre volte il consiglio dei ministri è stato rinviato. Prima da martedì a mercoledì (dopo la visita di Renzi a Treviso) e poi a giovedì, e infine a venerdì mattina. Chi ha deciso subito di tirarsi fuori dalle dispute di spartizione posti è il deputato della minoranza Pd Giuseppe Civati che su Facebook aveva scritto: “Prima che escano le liste con le nomine dei sottosegretari, ci teniamo a precisare che abbiamo scelto di non partecipare al solito valzer delle correnti e non abbiamo avuto alcun contatto con il Governo”.
I viceministri e i sottosegretari di Renzi, la lista completa
Viceministri
-Esteri: Lapo Pistelli (Pd);
-Economia: Enrico Morando (Pd) e Luigi Casero(Ncd);
-Infrastrutture: Riccardo Nencini (Psi);
-Interno: Filippo Bubbico (Pd);
-Giustizia: Enrico Costa (Ncd);
-Politiche agricole: Andrea Olivero;
-Sviluppo economico: Carlo Calenda e Claudio De Vincenti.
Sottosegretari
- Presidenza del Consiglio: Luca Lotti (Pd); Marco Minniti (Pd); Sandro Gozi;
- Interno: Giampiero Bocci (Pd), Domenico Manzione (tecnico);
-Istruzione: Angela D’Onghia (Popolari per l’Italia); Gabriele Toccafondi: Roberto Reggi (Pd).
-Lavoro: Teresa Bellanova (Pd), Franca Biondelli (Pd), Luigi Bobba (Pd) e Massimo Cassano (Ncd).
-Esteri: Mario Giro (Popolari per l’Italia) e Benedetto Della Vedova (Ncd);
-Difesa: il generale Domenico Rossi (Popolari per l’Italia); Gioacchino Alfano (Ncd)
-Economia: conferma per Pier Paolo Baretta, al quale si aggiungono Giovanni Legnini (Pd) e Enrico Zanetti (Sc).
-Giustizia: Cosimo Ferri (tecnico);
-Affari regionali: Gianclaudio Bressa (Pd).
-Riforme e rapporti con il Parlamento: Ivan Scalfarotto (Pd), Maria Teresa Amici, Luciano Pizzetti;
-Ambiente: Silvia Velo (Pd), Barbara Degani (Ncd);
-Funzione pubblica: Angelo Rughetti (Pd);
-Politiche agricole: Giuseppe Castiglione (Ncd);
-Pubblica amministrazione e semplificazione : Angelo Rughetti (Pd);
-Infrastrutture: Antonio Gentile e Umberto Del Basso de Caro;
-Cultura: Francesca Barracciu (Pd), Ilaria Borletti Buitoni;
-Sviluppo economico: Simona Vicari; Antonello Giacomelli.
-Salute: Vito De Filippo.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03 ... ni/897205/
E' un meccanismo che deve essere studiato ed approfondito perché non si riesce a capire (non sono solo io) perché il mondo dell'antiberlusconismo militante di sinistra, quello che si è spinto al limite, che si è scandalizzato di tutte le azioni poco pulite di B., le accetta pari pari in Renzi. Siamo fuori dal classico "due pesi e due misure", ma siamo trascinati a forza all'interno dell'Asilo Mariuccia.
Renzi parte con 5 indagati e 24 riciclati. Alla Giustizia nomi graditi a Berlusconi
Nella squadra di governo son presenti un ex giudice, Cosimo Ferri, e un avvocato, Enrico Costa, che rappresentano un favore al Cavaliere. Ci sono poi gli indagati - quattro del Pd e il ministro Lupi di Ncd - e infine ben 18 sottosegretari già presenti nell'esecutivo di Enrico Letta. Come erano stati confermati anche sei ministri. Quello che resta e appare è una squadra che sembra lontana dal vento di presunto cambiamento e innovazione che ha portato il sindaco di Firenze a scalare gerarchie e ruoli politici. E anche per quanto riguarda la parità di genere il segretario del Pd, questa volta, non è stato in grado di rispettare le quote rose come avvenuto e pubblicizzato invece per i ministeri
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 1 marzo 2014Commenti (3116)
Matteo Renzi il Rottamatore parte con indagati e riciclati. La squadra di governo del premier non solo ha nomi graditi a Silvio Berlusconi alla Giustizia, ma può contare su cinque inquisiti e ben 18 sottosegretari confermati dal precedente presidente del Consiglio, defenestrato con la motivazione che bisognava cambiare passo. Come sono stati confermati anche sei ministri di Enrico Letta (Lorenzin, Delrio, Lupi, Franceschini, Alfano e Orlando). Il Consiglio dei ministri ha approvato la nomina di 44 tra sottosegretari e viceministri. Ma quello che resta e appare è una squadra che sembra lontana dal vento di presunto cambiamento e innovazione che ha portato il sindaco di Firenze a scalare gerarchie e ruoli politici. E anche per quanto riguarda la parità di genere Renzi, questa volta, non è stato in grado di rispettare le quote rose (solo solo nove le sottosegretarie) come avvenuto e pubblicizzato invece per la nomina dei ministri. Bilancio finale è di 17 donne su una compagine di 60 esponenti di governo ovvero poco più del 25% di quote rosa.
Ecco i cinque indagati: quattro del Pd e il ministro Lupi di Ncd. Nell’elenco appaiono almeno cinque indagati. Alcuni per inchieste sui rimborsi dei gruppi consiliari nelle loro rispettive regioni: la renziana di ferro Francesca Barracciu, uscita dalla porta delle elezioni regionali in Sardegna e rientrata dalla finestra del sottosegretariato alla cultura e Umberto Del Basso de Caro, anche lui indagato per i rimborsi del consiglio regionale in Campania. Nel procedimento “Rimborsopoli” lucana, in fase di udienza preliminare, c’è anche il nome di Vito De Filippo, neo sottosegretario alla Salute. In passato è uscito indenne da almeno due indagini l’ex saggio Filippo Bubbico, confermato al Viminale, ma indagato per abuso d’ufficio in un altro procedimento. Tutti del Pd. Nomi Senza dimenticare, alle Infrastrutture, Antonio Gentile (Ncd), responsabile di aver bloccato la pubblicazione del numero di L’Ora della Calabria reo di contenere al suo interno una notizia scomoda sul figlio. Da parlamentare aveva proposto Silvio Berlusconi al premio Nobel per la Pace e nell’agosto del 2004 dichiarò l’intenzione di presentare all’allora ministro della Salute Girolamo Sirchia “per l’introduzione del ticket del 50% dopo la prima interruzione volontaria di gravidanza e di rendere a totale carico della paziente ogni intervento successivo”.
E poi c’è il ministro Maurizio Lupi, anche lui un riconfermato, indagato per abuso d’ufficio dalla Procura di Tempio Pausania per la nomina del commissario dell’Authority del porto di Olbia. L’indagine, avviata dopo un’esposto-denuncia di un esponente del Pd, risultano coinvolti, con l’ipotesi di abuso d’ufficio in concorso, anche Fedele Sanciu, già senatore Pdl e presidente della Provincia Olbia Tempio. Dal ministero però assicurano sulla correttezza dell’iter di nomina.
Il regalo al Cavaliere: sottosegretario il relatore del Lodo Alfano. Ma in più e oltre c’è il regalo a Silvio Berlusconi. L’incontro al Nazareno e le pacche sulle spalle durante le consultazioni non hanno regalato solo un accordo sulla legge elettorale, ma anche il ritorno dei berlusconiani alla Giustizia. C’è il sottosegretario Cosimo Ferri (tecnico confermato), magistrato prodigio più volte ritrovato in diverse intercettazioni telefoniche da P3 a Agcom-Annozero (senza mai essere indagato) e commissario della Figc che scelse le dimissioni dopo Calciopoli. Ma anche il viceministro Enrico Costa, pasdaran di Berlusconi (ora fedelissimo di Alfano) già primo firmatario nel 2012 di un emendamento che prevedeva la drastica limitazione della divulgazione delle intercettazioni. E’ colui che propose la rivisitazione al ribasso dei termini di prescrizione e fu relatore del lodo Alfano. Di lui si ricorda anche il volta faccia sulla legge Severino, prima entusiasta e poi sbottò: “È una legge contro Berlusconi” (leggi la scheda di Costa e Ferri).
Giacomelli vice ministro alle Telecomunicazioni per risolvere la grana Guidi. Alle Telecomunicazioni, l’altro settore da sempre nel cuore del Cavaliere, va come viceministro Antonello Giacomelli (areadem). Cosa che dovrebbe risolvere il possibile conflitto del ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, in buoni rapporti con Berlusconi. Lascia il ministero delle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D’Angelis, dove era stato nominato sottosegretario da Enrico Letta. A quanto si apprende da fonti ministeriali, a D’Angelis è stato affidato il ruolo di capo segreteria di Matteo Renzi a palazzo Chigi.
La new entry Ivan Scalfarotto alle Riforme, Emiliano e Fiano lasciti fuori. Nelle altre posizioni chiave, da segnalare il liberal Pd Morando come viceministro dell’Economia, mentre la new entry Ivan Scalfarotto è sottosegretario alle Riforme. Alla presidenza del Consiglio vanno il renziano Luca Lotti e Marco Minniti, anche lui Pd, a cui è stata confermata la delega ai servizi segreti. Per il Viminale era in corsa il collega di partito Emanuele Fiano, che dopo la bocciatura non nasconde la propria amarezza e su Facebook scrive: “Impossibile delle volte continuare a credere nel proprio lavoro”. Nessun incarico per il sindaco di Bari Michele Emiliano, che però scrive su Twitter: “Bella chiacchierata telefonica con Matteo che mi ha chiesto di fare capolista a Sud per le elezioni europee. Ho risposto: obbedisco. Con gioia”.
L’incontro è cominciato con un’ora di ritardo forse a causa di un vertice tra il Presidente del Consiglio e Angelino Alfano, anche se gli interessati hanno smentito sia mai avvenuto. All’ordine del giorno dell’incontro, c’erano anche un decreto e un ddl che recepiscono le norme del Salva Roma bis (approvato) e sedici decreti legislativi che attuano alcune direttive Ue. Per tre volte il consiglio dei ministri è stato rinviato. Prima da martedì a mercoledì (dopo la visita di Renzi a Treviso) e poi a giovedì, e infine a venerdì mattina. Chi ha deciso subito di tirarsi fuori dalle dispute di spartizione posti è il deputato della minoranza Pd Giuseppe Civati che su Facebook aveva scritto: “Prima che escano le liste con le nomine dei sottosegretari, ci teniamo a precisare che abbiamo scelto di non partecipare al solito valzer delle correnti e non abbiamo avuto alcun contatto con il Governo”.
I viceministri e i sottosegretari di Renzi, la lista completa
Viceministri
-Esteri: Lapo Pistelli (Pd);
-Economia: Enrico Morando (Pd) e Luigi Casero(Ncd);
-Infrastrutture: Riccardo Nencini (Psi);
-Interno: Filippo Bubbico (Pd);
-Giustizia: Enrico Costa (Ncd);
-Politiche agricole: Andrea Olivero;
-Sviluppo economico: Carlo Calenda e Claudio De Vincenti.
Sottosegretari
- Presidenza del Consiglio: Luca Lotti (Pd); Marco Minniti (Pd); Sandro Gozi;
- Interno: Giampiero Bocci (Pd), Domenico Manzione (tecnico);
-Istruzione: Angela D’Onghia (Popolari per l’Italia); Gabriele Toccafondi: Roberto Reggi (Pd).
-Lavoro: Teresa Bellanova (Pd), Franca Biondelli (Pd), Luigi Bobba (Pd) e Massimo Cassano (Ncd).
-Esteri: Mario Giro (Popolari per l’Italia) e Benedetto Della Vedova (Ncd);
-Difesa: il generale Domenico Rossi (Popolari per l’Italia); Gioacchino Alfano (Ncd)
-Economia: conferma per Pier Paolo Baretta, al quale si aggiungono Giovanni Legnini (Pd) e Enrico Zanetti (Sc).
-Giustizia: Cosimo Ferri (tecnico);
-Affari regionali: Gianclaudio Bressa (Pd).
-Riforme e rapporti con il Parlamento: Ivan Scalfarotto (Pd), Maria Teresa Amici, Luciano Pizzetti;
-Ambiente: Silvia Velo (Pd), Barbara Degani (Ncd);
-Funzione pubblica: Angelo Rughetti (Pd);
-Politiche agricole: Giuseppe Castiglione (Ncd);
-Pubblica amministrazione e semplificazione : Angelo Rughetti (Pd);
-Infrastrutture: Antonio Gentile e Umberto Del Basso de Caro;
-Cultura: Francesca Barracciu (Pd), Ilaria Borletti Buitoni;
-Sviluppo economico: Simona Vicari; Antonello Giacomelli.
-Salute: Vito De Filippo.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03 ... ni/897205/
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Re: Il nuovo governo Renzi
La vox populi questa volta è bollente, e numericamente copiosa.
laressi • 36 minuti fa
Da Rottamatore a refugium dei rottamati. Il lucano De Filippo è indagato per Rimborsopoli,per questo si era dimesso e si è votato in anticipo. Era stato anche indagato per questioni riguardanti il petrolio e si è salvato per il rotto della cuffia. L'incarico al ministero della Salute gli calza a pennello. In Basilicata non ha saputo gestire il caso Arpab-Fenice e l'inquinamento del petrolio in Val D'Agri. Ha firmato il Memorandum che dà il via libera alla petrolizzazione della Regione. Viva la salute!. Bubbico,sottosegretario varie volte,non ha fatto nulla nemmeno per il suo paese,Montescaglioso, dove l'ultima alluvione ha provocato il crollo di una vasta area del Comune. Rimangono dubbi sulla vicenda "Scanziamo le scorie" per la polemica con Giovanardi.
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Bafffone • un'ora fa
Se quello che si vede è il nuovo sono orgoglioso di essere vecchio.
Però ho il sospetto che quello che vedo è una brutta riedizione della DEMOCRAZIA CRISTIANA.
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FATTI_NOSTRI • un'ora fa
Il "Nuovo che avanza"....?
Renzi parte con 5 indagati e 24 riciclati. Alla Giustizia nomi graditi a Berlusconi....più che nuovo sembra n'ammucchiata alla prima repubblica.
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VaLuigi • un'ora fa
Il governo del "rottamatore" è partito! L'aumento della benzina anche. Farà schifo come tutti gli altri perché i fedeli elettori di questi ciarlatani non hanno ancora capito che la presa in giro continua. E il m5s doveva fidarsi di chi lascia fuori Gratteri? Ho il dubbio che l'abbiano interpellato.
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boubakar • un'ora fa
Il mercato politico presenta quei prodotti a disposizione, frutto di anni di potere assoluto, a l'insaputa dei cittadini. Il colpo di spugna non è, per ora, possibile.
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clamor • un'ora fa
adesso renzie e la sua banda vanno a viareggio ............. e il carrozzone va avanti da sé ......con renzie
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frantic • un'ora fa
Rutelli☭ doppio mandato, Veltroni☭ Alemanno♥ e Marino☭ Il debito pregresso di Roma Capitale, compresi gli interessi, è sceso di 7,5 miliardi a 14,9 miliardi di euro dal livello di 22,4 miliardi del luglio del 2010.
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pidmhw • un'ora fa
questo dimostra come in ITALIA, per essere qualcuno ed occupare posti di "potere", devi avere un curriculum "apposito" (penso ci siamo capiti).
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gaetano.gallo • un'ora fa
Questo governo à come gli altri, pieno di inquisiti, amici della nomenclatura, raccomandati ( Presidenza della Repubblica, BCE, FMI, OCSE, MERKEL. Che volete altro?
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GiuseZena • un'ora fa
Condolianze a tutti quelli che hanno pagato 2euri per vedere un escutivo di Berlusconi
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adriana • 2 ore fa
pd allo sfascio,,,renzi ha detto che ha messo a posto i conti per i suoi figli!
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MartelloneUsato • 2 ore fa
Dopo il governo di servizio, viene quello di comodo e viceversa.
Il governo è caduto perchè la Cancellieri non serviva più .
Al rottamatore Renzi bisognerebbe domandare di quante legislature si fregia Morando:
non essendo stato eletto questa volta lo nominano al sottogoverno.
Il nuovo che avanza!
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laressi • 36 minuti fa
Da Rottamatore a refugium dei rottamati. Il lucano De Filippo è indagato per Rimborsopoli,per questo si era dimesso e si è votato in anticipo. Era stato anche indagato per questioni riguardanti il petrolio e si è salvato per il rotto della cuffia. L'incarico al ministero della Salute gli calza a pennello. In Basilicata non ha saputo gestire il caso Arpab-Fenice e l'inquinamento del petrolio in Val D'Agri. Ha firmato il Memorandum che dà il via libera alla petrolizzazione della Regione. Viva la salute!. Bubbico,sottosegretario varie volte,non ha fatto nulla nemmeno per il suo paese,Montescaglioso, dove l'ultima alluvione ha provocato il crollo di una vasta area del Comune. Rimangono dubbi sulla vicenda "Scanziamo le scorie" per la polemica con Giovanardi.
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Bafffone • un'ora fa
Se quello che si vede è il nuovo sono orgoglioso di essere vecchio.
Però ho il sospetto che quello che vedo è una brutta riedizione della DEMOCRAZIA CRISTIANA.
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FATTI_NOSTRI • un'ora fa
Il "Nuovo che avanza"....?
Renzi parte con 5 indagati e 24 riciclati. Alla Giustizia nomi graditi a Berlusconi....più che nuovo sembra n'ammucchiata alla prima repubblica.
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VaLuigi • un'ora fa
Il governo del "rottamatore" è partito! L'aumento della benzina anche. Farà schifo come tutti gli altri perché i fedeli elettori di questi ciarlatani non hanno ancora capito che la presa in giro continua. E il m5s doveva fidarsi di chi lascia fuori Gratteri? Ho il dubbio che l'abbiano interpellato.
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boubakar • un'ora fa
Il mercato politico presenta quei prodotti a disposizione, frutto di anni di potere assoluto, a l'insaputa dei cittadini. Il colpo di spugna non è, per ora, possibile.
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clamor • un'ora fa
adesso renzie e la sua banda vanno a viareggio ............. e il carrozzone va avanti da sé ......con renzie
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frantic • un'ora fa
Rutelli☭ doppio mandato, Veltroni☭ Alemanno♥ e Marino☭ Il debito pregresso di Roma Capitale, compresi gli interessi, è sceso di 7,5 miliardi a 14,9 miliardi di euro dal livello di 22,4 miliardi del luglio del 2010.
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pidmhw • un'ora fa
questo dimostra come in ITALIA, per essere qualcuno ed occupare posti di "potere", devi avere un curriculum "apposito" (penso ci siamo capiti).
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gaetano.gallo • un'ora fa
Questo governo à come gli altri, pieno di inquisiti, amici della nomenclatura, raccomandati ( Presidenza della Repubblica, BCE, FMI, OCSE, MERKEL. Che volete altro?
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GiuseZena • un'ora fa
Condolianze a tutti quelli che hanno pagato 2euri per vedere un escutivo di Berlusconi
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adriana • 2 ore fa
pd allo sfascio,,,renzi ha detto che ha messo a posto i conti per i suoi figli!
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MartelloneUsato • 2 ore fa
Dopo il governo di servizio, viene quello di comodo e viceversa.
Il governo è caduto perchè la Cancellieri non serviva più .
Al rottamatore Renzi bisognerebbe domandare di quante legislature si fregia Morando:
non essendo stato eletto questa volta lo nominano al sottogoverno.
Il nuovo che avanza!
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- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Il nuovo governo Renzi
adriana • 2 ore fa
chi poteva avere alla giustizia i suoi amici ? chi ha pendenze penali !
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Chiara Mente • 2 ore fa
L'impressione è che Renzi sia stato totalmente risucchiato nell'imbuto della Casta, se non la più becera, quasi. L'esordio con il botto dell'inasprimento delle tasse sulla casa e sui carburanti e l'applauso ricevuto dai Sindaci spreconi che si sono visti riavere soldi da spendere a spese dei contribuenti fanno presagire una continuità totale rispetto ai Governi precedenti, da Tremonti a Monti a Letta. Non è cambiato niente se non il passo accelerato per procedere allo spoglio degli italiani che pagano le tasse.
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MartelloneUsato Chiara Mente • 2 ore fa
Intanto ha subito aumentato il prelievo fiscale sulla benzina e sul gasolio.
La gente è già allo stremo : come pensa che misure del genere possano veicolare la crescita e la ripresa?
Gli occorre l'onoreficienza di un ordine speciale : Gran Collare subito!
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(Non male la battuta - ndr)
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antocar • 2 ore fa
Se andassimo ad elezioni di questa accozzaglia non ne rimarrebbe nemmeno uno.
W.m5stelle.
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MartelloneUsato antocar • 2 ore fa
Mi piace l'eufemismo assonante dell'accozzaglia che fa chiaramente intravedere la parola mascherata.
Bravo, 7+!
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Raffaele Blob • 2 ore fa
hai visto che rottamatore??? ha ragione Grillo...
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LadyRybelle84 • 2 ore fa
aveva visto bene il re del colle a non volere Gratteri come ministro........avrà pensato: che senso ha mettere un diamante fra noi, semplici fondi di bottiglia pieni di muffa"?
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Marcos Prandi • 2 ore fa
il PD è il peggior partito dal dopoguerra ad oggi. DC e PSI a confronto erano dei principianti.
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MartelloneUsato Marcos Prandi • 2 ore fa
Indubbiamente vero!
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Marcos Prandi • 2 ore fa
il PD è il peggior partito dal dopoguerra ad oggi. DC e PSI a confronto erano dei principianti.
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Vincenzo Giancristofaro • 3 ore fa
Signore e Signori.. vi abbiamo trasmesso l'ultima puntata del "Gattopardo"!
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chi poteva avere alla giustizia i suoi amici ? chi ha pendenze penali !
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Chiara Mente • 2 ore fa
L'impressione è che Renzi sia stato totalmente risucchiato nell'imbuto della Casta, se non la più becera, quasi. L'esordio con il botto dell'inasprimento delle tasse sulla casa e sui carburanti e l'applauso ricevuto dai Sindaci spreconi che si sono visti riavere soldi da spendere a spese dei contribuenti fanno presagire una continuità totale rispetto ai Governi precedenti, da Tremonti a Monti a Letta. Non è cambiato niente se non il passo accelerato per procedere allo spoglio degli italiani che pagano le tasse.
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MartelloneUsato Chiara Mente • 2 ore fa
Intanto ha subito aumentato il prelievo fiscale sulla benzina e sul gasolio.
La gente è già allo stremo : come pensa che misure del genere possano veicolare la crescita e la ripresa?
Gli occorre l'onoreficienza di un ordine speciale : Gran Collare subito!
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(Non male la battuta - ndr)
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antocar • 2 ore fa
Se andassimo ad elezioni di questa accozzaglia non ne rimarrebbe nemmeno uno.
W.m5stelle.
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MartelloneUsato antocar • 2 ore fa
Mi piace l'eufemismo assonante dell'accozzaglia che fa chiaramente intravedere la parola mascherata.
Bravo, 7+!
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Raffaele Blob • 2 ore fa
hai visto che rottamatore??? ha ragione Grillo...
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LadyRybelle84 • 2 ore fa
aveva visto bene il re del colle a non volere Gratteri come ministro........avrà pensato: che senso ha mettere un diamante fra noi, semplici fondi di bottiglia pieni di muffa"?
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Marcos Prandi • 2 ore fa
il PD è il peggior partito dal dopoguerra ad oggi. DC e PSI a confronto erano dei principianti.
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MartelloneUsato Marcos Prandi • 2 ore fa
Indubbiamente vero!
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Marcos Prandi • 2 ore fa
il PD è il peggior partito dal dopoguerra ad oggi. DC e PSI a confronto erano dei principianti.
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Vincenzo Giancristofaro • 3 ore fa
Signore e Signori.. vi abbiamo trasmesso l'ultima puntata del "Gattopardo"!
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Re: Il nuovo governo Renzi
Mario Marinoni • 3 ore fa
che bella notizia. che bel paese ... si proprio bello!
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sanscoulotte • 3 ore fa
piu che il job act questo governo mi ricorda il BLOW job... : )
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Giuseppe_Solit • 3 ore fa
è l'ennesima riprova che Beppe Grillo ha fatto bene a dirgliene di cotte e di crude in faccia senza lasciarlo parlare. Tutti a criticare Grillo ma cavolo quanto ha avuto ragione a dirgli che avrebbe rifilato solite "balle". Meditate gente che odiate il M5s meditate
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(questo governo è la rivincita dei grillini - ndt)
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Bafffone • 3 ore fa
Renzi suscita una invidia profonda in Berlusconi.
Lui è il figlio politico che non ha mai avuto.
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calcedonio79 Bafffone • 3 ore fa
Ammazza! Allora possiamo proprio ritenerci fortunati ad avere cotanto premier.
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Joseph CastelMagno • 3 ore fa
5 indagati e 24 riciclati?? Il rottamatore si è autorottamato......ma se consideriamo l'abilità nel riciclo potrebbe diventare virtuoso nel trattamento dei rifiuti.....quindi possiamo almeno dire che questo governo verrà smaltito in modo non inquinante......
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sanjust43 • 3 ore fa
Uno con il Curriculum di Antonio Gentile meritava di più ...... come minimo ministro della giustizia . Ma lì contro uno forte come Orlando non c'era gara.
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calcedonio79 • 3 ore fa
Renzi è talmente veloce che viaggia ad una velocità superiore a quella della luce e così è tornato al passato. Una curvatura temporale che ci ha riportati alla vecchia DC.
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pietrof7 calcedonio79 • 3 ore fa
infatti è un democristiano d.o.c.alla maniera andreottiana el il pd sta seuendo le sue orme.
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calcedonio79 pietrof7 • 3 ore fa
Speriamo allora le segua fin dove Giulio si trova adesso .
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pietrof7 calcedonio79 • 3 ore fa
infatti altro non è che un democristiano d.o.c. alla maniera andreottiana.
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secessionista • 3 ore fa
tutti questi indagati a metterli in candeggina si ripuliranno un pochino???
i riciclati non si sono usurati un tantino forza di girare da uan parte all'altra??
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marco • 3 ore fa
#vinciamonoi
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che bella notizia. che bel paese ... si proprio bello!
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sanscoulotte • 3 ore fa
piu che il job act questo governo mi ricorda il BLOW job... : )
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Giuseppe_Solit • 3 ore fa
è l'ennesima riprova che Beppe Grillo ha fatto bene a dirgliene di cotte e di crude in faccia senza lasciarlo parlare. Tutti a criticare Grillo ma cavolo quanto ha avuto ragione a dirgli che avrebbe rifilato solite "balle". Meditate gente che odiate il M5s meditate
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(questo governo è la rivincita dei grillini - ndt)
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Bafffone • 3 ore fa
Renzi suscita una invidia profonda in Berlusconi.
Lui è il figlio politico che non ha mai avuto.
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calcedonio79 Bafffone • 3 ore fa
Ammazza! Allora possiamo proprio ritenerci fortunati ad avere cotanto premier.
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Joseph CastelMagno • 3 ore fa
5 indagati e 24 riciclati?? Il rottamatore si è autorottamato......ma se consideriamo l'abilità nel riciclo potrebbe diventare virtuoso nel trattamento dei rifiuti.....quindi possiamo almeno dire che questo governo verrà smaltito in modo non inquinante......
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sanjust43 • 3 ore fa
Uno con il Curriculum di Antonio Gentile meritava di più ...... come minimo ministro della giustizia . Ma lì contro uno forte come Orlando non c'era gara.
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calcedonio79 • 3 ore fa
Renzi è talmente veloce che viaggia ad una velocità superiore a quella della luce e così è tornato al passato. Una curvatura temporale che ci ha riportati alla vecchia DC.
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pietrof7 calcedonio79 • 3 ore fa
infatti è un democristiano d.o.c.alla maniera andreottiana el il pd sta seuendo le sue orme.
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calcedonio79 pietrof7 • 3 ore fa
Speriamo allora le segua fin dove Giulio si trova adesso .
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pietrof7 calcedonio79 • 3 ore fa
infatti altro non è che un democristiano d.o.c. alla maniera andreottiana.
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secessionista • 3 ore fa
tutti questi indagati a metterli in candeggina si ripuliranno un pochino???
i riciclati non si sono usurati un tantino forza di girare da uan parte all'altra??
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marco • 3 ore fa
#vinciamonoi
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Re: Il nuovo governo Renzi
Crozza-Renzi e le prove del discorso di fiducia
«Crozza nel Paese delle Meraviglie» riparte venerdì 7 alle 21,10 su La7 - Corriere Tv
http://video.corriere.it/crozza-renzi-p ... 5c31041614
«Clamoroso scoop! Crozza rivela la preparazione del discorso di Renzi per la Fiducia in Parlamento». Ecco lo spot di «Crozza nel Paese delle Meraviglie» che riparte venerdì 7 alle 21,10 su La7.
«Crozza nel Paese delle Meraviglie» riparte venerdì 7 alle 21,10 su La7 - Corriere Tv
http://video.corriere.it/crozza-renzi-p ... 5c31041614
«Clamoroso scoop! Crozza rivela la preparazione del discorso di Renzi per la Fiducia in Parlamento». Ecco lo spot di «Crozza nel Paese delle Meraviglie» che riparte venerdì 7 alle 21,10 su La7.
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Re: Il nuovo governo Renzi
Corriere 1.3.14
La doppia maggioranza del leader
Le larghissime intese necessarie a Renzi per non franare alla prova dell’Aula
di Francesco Verderami
A Renzi serve la doppia maggioranza per evitare che in Parlamento si formi la doppia opposizione, vissuta dal premier come un’autentica minaccia.
Ecco il motivo che l’ha indotto a stringere l’intesa sulle riforme con Berlusconi, conscio che, se Forza Italia si saldasse all’ostruzionismo dei Cinquestelle, il governo finirebbe per impantanarsi nelle Aule.
L’agibilità parlamentare è un vero cruccio per il presidente del Consiglio, già costretto a caricarsi l’onere di alcuni decreti ricevuti in eredità da Letta e sui quali aveva espresso giudizi a dir poco negativi.
Il «caso salva Roma» è stato solo il primo intoppo, il resto deve ancora venire.
Ma il problema di Renzi è come assicurare un iter veloce ai suoi provvedimenti, e certo la riforma dei regolamenti parlamentari — citata nel discorso per la fiducia — se mai fosse varata non arriverebbe in tempo utile per i primi mesi del suo governo, i più importanti, perché gli servono per far dimenticare il peccato originale della «staffetta» e per lanciarlo verso le Europee.
Il test elettorale di primavera sarà determinante per il premier, anche per soffocare la resistenza interna al Pd. Ma un conto sarà arrivarci dovendo fronteggiare solo Grillo e i suoi parlamentari, altra cosa sarebbe se anche Berlusconi portasse i suoi deputati e senatori sulle barricate.
Il modo «responsabile» con cui (per ora) il Cavaliere promette di fare opposizione al governo è legato agli impegni che il premier ha assunto con il capo di Forza Italia.
E ieri in Consiglio dei ministri molti rappresentanti dell’esecutivo — compresi alcuni democratici — hanno avuto la netta sensazione che il patto c’è e (per ora) regge.
Quando il Guardasigilli Orlando ha letto la lista dei sottosegretari assegnati al suo dicastero, ha chiesto conto a Renzi: «È rimasto Ferri, allora al Nuovo centrodestra non sono toccati nove posti, ma dieci».
In effetti Ferri — ex esponente di Magistratura Indipendente — era giunto in via Arenula con il governo Letta su indicazione di Berlusconi.
E al momento della scissione nel Pdl — pur non aderendo a Ncd — non si era dimesso:
«Sono un tecnico», aveva spiegato.
Il neo ministro della Giustizia pensava tuttavia che fosse stato Alfano a indicarlo, ed è rimasto a bocca aperta quando si è sentito rispondere da Renzi: «No, è una roba di Firenze... L’ho scelto io». E infatti, a legger bene, sul foglio delle nomine c’era scritto in piccolo: «Tecnico/Pd».
Da quel momento è stato tutto un pissi-pissi nel salone di Palazzo Chigi, su quale definizione dare all’esecutivo: la più gettonata è stata «governo delle larghissime intese». È un «governo politico», ha sorriso il capogruppo di Ncd Sacconi, come a evocare i gabinetti della Prima Repubblica, quelli dove le scelte venivano fatte misurando la forza dei partiti e delle loro correnti. Ognuno ieri si è sentito soddisfatto, compreso Alfano, che ai suoi ha spiegato come Renzi — completando la squadra — abbia «dato prova di rispettarci».
I rapporti tra il premier e il titolare dell’Interno sembrano (per ora) marciare, così raccontano i ministri centristi presenti al dibattito sull’addizionale della Tasi.
Tema spinoso per Ncd, visto che Forza Italia ha subito iniziato a sparare sull’aumento delle tasse sulla casa. Ma l’approccio di Lupi in Consiglio è stato conciliante: «...Mi raccomando però di spiegarlo bene alla stampa. I comuni che vorranno applicare l’aumento dell’otto per mille, dovranno aumentare anche le detrazioni».
E il presidente del Consiglio ha condiviso il ragionamento del ministro delle Infrastrutture.
Ma il vero banco di prova per la tenuta della maggioranza di governo tra Pd e Ncd arriverà la prossima settimana alla Camera, quando sulla legge elettorale verrà messa alla prova la tenuta della maggioranza per le riforme tra il premier e il Cavaliere.
«Sulla legge elettorale Renzi ha già un patto con noi», assicura Alfano.
Sarà, però nel discorso per la fiducia a Montecitorio, è stato proprio Renzi a dire: «Manterrò gli impegni con tutti», rivolgendosi ai banchi di Forza Italia.
Il nodo è il famoso emendamento Lauricella, che rimanda l’entrata in vigore della legge elettorale alla riforma del Senato.
Attorno a quella modifica, che è stata ribattezzata «norma salva-legislatura», già si notano strane manovre, e la richiesta di farla «comunque» votare a scrutinio palese.
Non è dato sapere al momento da chi arriverebbe questa richiesta.
È certo che sulla questione la presidente della Camera Boldrini ha già messo al lavoro gli uffici di Montecitorio: ma il caso — per quanto tecnico — è anzitutto politico.
Se l’emendamento venisse votato a scrutinio palese, infatti, Renzi sarebbe costretto a prendere posizione, e dovrebbe abbandonare l’ambiguità che ha salvaguardato finora la sua strategia della doppia maggioranza.
Il voto a scrutinio segreto, invece, garantirebbe al premier la possibilità di affidare il destino dell’emendamento ai giochi d’Aula. Giochi nei quali entrerebbe anche di un pezzo di Forza Italia...
Ecco il primio bivio per Renzi, che ambisce alla doppia maggioranza per non dover contrastare una doppia opposizione.
D’altronde, ora che è diventato presidente del Consiglio, ha concentrato su di sé la cabina di regia sul governo e sulle riforme. Perciò starà a lui sciogliere questi nodi, sapendo che se non ci riuscisse potrebbe rimanere impigliato in uno dei due.
La doppia maggioranza del leader
Le larghissime intese necessarie a Renzi per non franare alla prova dell’Aula
di Francesco Verderami
A Renzi serve la doppia maggioranza per evitare che in Parlamento si formi la doppia opposizione, vissuta dal premier come un’autentica minaccia.
Ecco il motivo che l’ha indotto a stringere l’intesa sulle riforme con Berlusconi, conscio che, se Forza Italia si saldasse all’ostruzionismo dei Cinquestelle, il governo finirebbe per impantanarsi nelle Aule.
L’agibilità parlamentare è un vero cruccio per il presidente del Consiglio, già costretto a caricarsi l’onere di alcuni decreti ricevuti in eredità da Letta e sui quali aveva espresso giudizi a dir poco negativi.
Il «caso salva Roma» è stato solo il primo intoppo, il resto deve ancora venire.
Ma il problema di Renzi è come assicurare un iter veloce ai suoi provvedimenti, e certo la riforma dei regolamenti parlamentari — citata nel discorso per la fiducia — se mai fosse varata non arriverebbe in tempo utile per i primi mesi del suo governo, i più importanti, perché gli servono per far dimenticare il peccato originale della «staffetta» e per lanciarlo verso le Europee.
Il test elettorale di primavera sarà determinante per il premier, anche per soffocare la resistenza interna al Pd. Ma un conto sarà arrivarci dovendo fronteggiare solo Grillo e i suoi parlamentari, altra cosa sarebbe se anche Berlusconi portasse i suoi deputati e senatori sulle barricate.
Il modo «responsabile» con cui (per ora) il Cavaliere promette di fare opposizione al governo è legato agli impegni che il premier ha assunto con il capo di Forza Italia.
E ieri in Consiglio dei ministri molti rappresentanti dell’esecutivo — compresi alcuni democratici — hanno avuto la netta sensazione che il patto c’è e (per ora) regge.
Quando il Guardasigilli Orlando ha letto la lista dei sottosegretari assegnati al suo dicastero, ha chiesto conto a Renzi: «È rimasto Ferri, allora al Nuovo centrodestra non sono toccati nove posti, ma dieci».
In effetti Ferri — ex esponente di Magistratura Indipendente — era giunto in via Arenula con il governo Letta su indicazione di Berlusconi.
E al momento della scissione nel Pdl — pur non aderendo a Ncd — non si era dimesso:
«Sono un tecnico», aveva spiegato.
Il neo ministro della Giustizia pensava tuttavia che fosse stato Alfano a indicarlo, ed è rimasto a bocca aperta quando si è sentito rispondere da Renzi: «No, è una roba di Firenze... L’ho scelto io». E infatti, a legger bene, sul foglio delle nomine c’era scritto in piccolo: «Tecnico/Pd».
Da quel momento è stato tutto un pissi-pissi nel salone di Palazzo Chigi, su quale definizione dare all’esecutivo: la più gettonata è stata «governo delle larghissime intese». È un «governo politico», ha sorriso il capogruppo di Ncd Sacconi, come a evocare i gabinetti della Prima Repubblica, quelli dove le scelte venivano fatte misurando la forza dei partiti e delle loro correnti. Ognuno ieri si è sentito soddisfatto, compreso Alfano, che ai suoi ha spiegato come Renzi — completando la squadra — abbia «dato prova di rispettarci».
I rapporti tra il premier e il titolare dell’Interno sembrano (per ora) marciare, così raccontano i ministri centristi presenti al dibattito sull’addizionale della Tasi.
Tema spinoso per Ncd, visto che Forza Italia ha subito iniziato a sparare sull’aumento delle tasse sulla casa. Ma l’approccio di Lupi in Consiglio è stato conciliante: «...Mi raccomando però di spiegarlo bene alla stampa. I comuni che vorranno applicare l’aumento dell’otto per mille, dovranno aumentare anche le detrazioni».
E il presidente del Consiglio ha condiviso il ragionamento del ministro delle Infrastrutture.
Ma il vero banco di prova per la tenuta della maggioranza di governo tra Pd e Ncd arriverà la prossima settimana alla Camera, quando sulla legge elettorale verrà messa alla prova la tenuta della maggioranza per le riforme tra il premier e il Cavaliere.
«Sulla legge elettorale Renzi ha già un patto con noi», assicura Alfano.
Sarà, però nel discorso per la fiducia a Montecitorio, è stato proprio Renzi a dire: «Manterrò gli impegni con tutti», rivolgendosi ai banchi di Forza Italia.
Il nodo è il famoso emendamento Lauricella, che rimanda l’entrata in vigore della legge elettorale alla riforma del Senato.
Attorno a quella modifica, che è stata ribattezzata «norma salva-legislatura», già si notano strane manovre, e la richiesta di farla «comunque» votare a scrutinio palese.
Non è dato sapere al momento da chi arriverebbe questa richiesta.
È certo che sulla questione la presidente della Camera Boldrini ha già messo al lavoro gli uffici di Montecitorio: ma il caso — per quanto tecnico — è anzitutto politico.
Se l’emendamento venisse votato a scrutinio palese, infatti, Renzi sarebbe costretto a prendere posizione, e dovrebbe abbandonare l’ambiguità che ha salvaguardato finora la sua strategia della doppia maggioranza.
Il voto a scrutinio segreto, invece, garantirebbe al premier la possibilità di affidare il destino dell’emendamento ai giochi d’Aula. Giochi nei quali entrerebbe anche di un pezzo di Forza Italia...
Ecco il primio bivio per Renzi, che ambisce alla doppia maggioranza per non dover contrastare una doppia opposizione.
D’altronde, ora che è diventato presidente del Consiglio, ha concentrato su di sé la cabina di regia sul governo e sulle riforme. Perciò starà a lui sciogliere questi nodi, sapendo che se non ci riuscisse potrebbe rimanere impigliato in uno dei due.
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Re: Il nuovo governo Renzi
Corriere 1.3.14
Presenze ingombranti
La lista delle amnesie
di Sergio Rizzo
Che in molti masticassero amaro dopo aver letto la lista di viceministri e sottosegretari lo davamo per scontato. Magari non ci si aspettava che a lamentarsi fosse pure un deputato di Fratelli d’Italia, Edmondo Cirielli.
Motivo, il sindaco democratico renziano di Salerno Vincenzo De Luca, in quell’elenco non c’è. «Matteo Renzi mortifica la nostra Provincia», si è indignato Cirielli. Dimenticando forse i trascorsi: De Luca era rimasto per mesi imbullonato alla doppia poltrona di sindaco e viceministro delle Infrastrutture, creando un caso imbarazzante. Ma non che lo stesso premier non sia rimasto vittima anch’egli, procedendo a quelle nomine, di un paio di amnesie ancora più significative. Tipo l’episodio avvenuto una decina di giorni fa a Cosenza, quando la rotativa del quotidiano l’Ora della Calabria si è inspiegabilmente bloccata. Un guasto che ha impedito, accusa l’associazione Media Initiative, di «pubblicare la notizia dell’indagine giudiziaria (falso ideologico, associazione a delinquere) che riguarda il figlio di Antonio Gentile». Ovvero il senatore alfaniano che ieri ha preso al governo il posto di De Luca, come sottosegretario alle Infrastrutture.
Amnesia bis, il ritiro dalla corsa per la carica di governatore della Sardegna, perché coinvolta nell’inchiesta sulle spese dei consiglieri regionali, dell’europarlamentare Pd Francesca Barracciu: ora sottosegretario alla Cultura. Michela Murgia, candidata sconfitta a quelle elezioni, l’ha ricordato a Renzi con un twitt velenoso: «Troppo indagata per fare il governatore, ma sottosegretario è ok».
Sappiamo bene che quello dei sottosegretari è un passaggio di realismo. Nel senso che serve anche a risarcire qualche promessa tradita, blandire i partitini, bilanciare gli equilibri fra le correnti, onorare impegni segreti. Un pedaggio alla vecchia politica, insomma. Che stavolta ci ha regalato anche perle quali la nomina di due figli della Prima repubblica a sottosegretari alla Giustizia: Enrico Costa, figlio dell’ex ministro liberale Raffaele Costa, e Cosimo Ferri, figlio dell’ex ministro socialdemocratico Enrico Ferri. Per non parlare di alcune scelte all’apparenza contraddittorie: un governo che ha ai primi punti del programma l’abolizione delle Province nomina sottosegretario l’ex presidente dell’Unione Province, Giuseppe Castiglione. O del numero delle donne, in un esecutivo che si vanta di avere affidato per la prima volta a loro la metà dei posti da ministro: fra i viceministri e i sottosegretari sono appena nove su 44. Sotto il minimo sindacale.
Auguriamo buon lavoro a tutti, domandandoci però se per far avanzare il nuovo non serva un pizzico di coraggio in più e qualche amnesia in meno.
Presenze ingombranti
La lista delle amnesie
di Sergio Rizzo
Che in molti masticassero amaro dopo aver letto la lista di viceministri e sottosegretari lo davamo per scontato. Magari non ci si aspettava che a lamentarsi fosse pure un deputato di Fratelli d’Italia, Edmondo Cirielli.
Motivo, il sindaco democratico renziano di Salerno Vincenzo De Luca, in quell’elenco non c’è. «Matteo Renzi mortifica la nostra Provincia», si è indignato Cirielli. Dimenticando forse i trascorsi: De Luca era rimasto per mesi imbullonato alla doppia poltrona di sindaco e viceministro delle Infrastrutture, creando un caso imbarazzante. Ma non che lo stesso premier non sia rimasto vittima anch’egli, procedendo a quelle nomine, di un paio di amnesie ancora più significative. Tipo l’episodio avvenuto una decina di giorni fa a Cosenza, quando la rotativa del quotidiano l’Ora della Calabria si è inspiegabilmente bloccata. Un guasto che ha impedito, accusa l’associazione Media Initiative, di «pubblicare la notizia dell’indagine giudiziaria (falso ideologico, associazione a delinquere) che riguarda il figlio di Antonio Gentile». Ovvero il senatore alfaniano che ieri ha preso al governo il posto di De Luca, come sottosegretario alle Infrastrutture.
Amnesia bis, il ritiro dalla corsa per la carica di governatore della Sardegna, perché coinvolta nell’inchiesta sulle spese dei consiglieri regionali, dell’europarlamentare Pd Francesca Barracciu: ora sottosegretario alla Cultura. Michela Murgia, candidata sconfitta a quelle elezioni, l’ha ricordato a Renzi con un twitt velenoso: «Troppo indagata per fare il governatore, ma sottosegretario è ok».
Sappiamo bene che quello dei sottosegretari è un passaggio di realismo. Nel senso che serve anche a risarcire qualche promessa tradita, blandire i partitini, bilanciare gli equilibri fra le correnti, onorare impegni segreti. Un pedaggio alla vecchia politica, insomma. Che stavolta ci ha regalato anche perle quali la nomina di due figli della Prima repubblica a sottosegretari alla Giustizia: Enrico Costa, figlio dell’ex ministro liberale Raffaele Costa, e Cosimo Ferri, figlio dell’ex ministro socialdemocratico Enrico Ferri. Per non parlare di alcune scelte all’apparenza contraddittorie: un governo che ha ai primi punti del programma l’abolizione delle Province nomina sottosegretario l’ex presidente dell’Unione Province, Giuseppe Castiglione. O del numero delle donne, in un esecutivo che si vanta di avere affidato per la prima volta a loro la metà dei posti da ministro: fra i viceministri e i sottosegretari sono appena nove su 44. Sotto il minimo sindacale.
Auguriamo buon lavoro a tutti, domandandoci però se per far avanzare il nuovo non serva un pizzico di coraggio in più e qualche amnesia in meno.
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Re: Il nuovo governo Renzi
La Stampa 1.3.14
Sia Gentile
di Massimo Gramellini
Come tutti coloro che da Renzi si aspettavano il governo dei fuoriclasse – se non Baricco Guerra e Farinetti, almeno Gratteri – ero rimasto un po’ deluso dalla lista dei ministri. Ma mi sbagliavo.
Quella lista aveva un suo fascino, se paragonata a quella dei sottosegretari.
Dai, mi dicevo, vorrai mica che alla Giustizia rimettano un berlusconiano di ferro? Infatti ne hanno messo uno di Ferri. Cosimo Maria Ferri, affiancato da un’altra figura neutrale: il relatore del lodo Alfano. Però il senatore Tonino Gentile, no. Si deve trattare di un refuso.
Mai e poi mai il Renzi che conosco farebbe salire a bordo un signore accusato, non più tardi del 19 febbraio scorso, di avere impedito l’uscita di un giornale.
Il direttore e l’editore dell’Ora della Calabria sostengono di avere ricevuto pressioni per interposta persona affinché fosse estirpata la notizia di un’indagine che riguardava il figlio del senatore. Il «mediatore» avrebbe spiegato ai giornalisti riottosi che «il cinghiale quando viene ferito, ammazza tutti». Un linguaggio che, più che i documentari di Quark, richiama i dialoghi del Padrino.
Il giornale non uscì, a causa di una misteriosa rottura della rotativa. Cose che capitano.
Mentre non può capitare che, appena dieci giorni dopo, la persona su cui aleggia un sospetto simile venga nominata sottosegretario.
E nemmeno all’Editoria, settore col quale parrebbe avere una certa dimestichezza.
Alle Infrastrutture, pozzo senza fondo di appalti pubblici.
Dottor Renzi, sia gentile con Gentile e lo accompagni all’uscita. Ci ha promesso che con lei l’Italia cambierà verso.
Non che ci andrà di traverso.
Sia Gentile
di Massimo Gramellini
Come tutti coloro che da Renzi si aspettavano il governo dei fuoriclasse – se non Baricco Guerra e Farinetti, almeno Gratteri – ero rimasto un po’ deluso dalla lista dei ministri. Ma mi sbagliavo.
Quella lista aveva un suo fascino, se paragonata a quella dei sottosegretari.
Dai, mi dicevo, vorrai mica che alla Giustizia rimettano un berlusconiano di ferro? Infatti ne hanno messo uno di Ferri. Cosimo Maria Ferri, affiancato da un’altra figura neutrale: il relatore del lodo Alfano. Però il senatore Tonino Gentile, no. Si deve trattare di un refuso.
Mai e poi mai il Renzi che conosco farebbe salire a bordo un signore accusato, non più tardi del 19 febbraio scorso, di avere impedito l’uscita di un giornale.
Il direttore e l’editore dell’Ora della Calabria sostengono di avere ricevuto pressioni per interposta persona affinché fosse estirpata la notizia di un’indagine che riguardava il figlio del senatore. Il «mediatore» avrebbe spiegato ai giornalisti riottosi che «il cinghiale quando viene ferito, ammazza tutti». Un linguaggio che, più che i documentari di Quark, richiama i dialoghi del Padrino.
Il giornale non uscì, a causa di una misteriosa rottura della rotativa. Cose che capitano.
Mentre non può capitare che, appena dieci giorni dopo, la persona su cui aleggia un sospetto simile venga nominata sottosegretario.
E nemmeno all’Editoria, settore col quale parrebbe avere una certa dimestichezza.
Alle Infrastrutture, pozzo senza fondo di appalti pubblici.
Dottor Renzi, sia gentile con Gentile e lo accompagni all’uscita. Ci ha promesso che con lei l’Italia cambierà verso.
Non che ci andrà di traverso.
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Re: Il nuovo governo Renzi
il Fatto 1.3.14
Sono solo 9 le donne (su 44)
Poche donne. La parità di genere rispettata nella scelta dei ministri (8 su 16) sparisce dalla squadra dei sottosegretari. Sono nove: Maria Teresa Amici, Teresa Bellanova, Franca Biondelli, Francesca Barracciu, Angela D’Onghia, Silvia Velo, Barbara Degani, Ilaria Borletti Buitoni, Simona Vicari.
il Fatto 1.3.14
Cencelli docet
Rappresentate tutte le correnti Pd
I sottosegretari democratici sono ben distribuiti nel governo. I renziani sono almeno sei (con diverse sfumature), sei anche i cuperlian-bersaniani. Cinque sono franceschiniani. Ci sono un dalemiano, un prodiano, un fioroniano, un veltroniano (ma in quota Renzi), un unico lettiano.
Sono solo 9 le donne (su 44)
Poche donne. La parità di genere rispettata nella scelta dei ministri (8 su 16) sparisce dalla squadra dei sottosegretari. Sono nove: Maria Teresa Amici, Teresa Bellanova, Franca Biondelli, Francesca Barracciu, Angela D’Onghia, Silvia Velo, Barbara Degani, Ilaria Borletti Buitoni, Simona Vicari.
il Fatto 1.3.14
Cencelli docet
Rappresentate tutte le correnti Pd
I sottosegretari democratici sono ben distribuiti nel governo. I renziani sono almeno sei (con diverse sfumature), sei anche i cuperlian-bersaniani. Cinque sono franceschiniani. Ci sono un dalemiano, un prodiano, un fioroniano, un veltroniano (ma in quota Renzi), un unico lettiano.
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Re: Il nuovo governo Renzi
LoRenzi il Magnifico - 1
Ferruccio de Bortoli ”La nomina del sottosegretario Gentile è uno schiaffo a tutto il mondo dei giornali, un pessimo segnale per la Calabria e per l’Italia, un comportamento di estrema gravità e di scarso gusto.
Non era mai accaduto, o perlomeno, io non ricordo un precedente simile che alcuni direttori di testate chiedessero l'allontanamento di un uomo di governo appena nominato.
Il bebè LoRenzi il Magnifico, il decisionista ultraveloce, molla la patata bollente ad Alfano.
Rimane il fatto che ha dichiarato che la responsabilità è sua se il governo va a finire male, ma qui agisce da vecchio democristiano.
Perché allora LoRenzi il Magnifico bebè ha accettato la candidatura da Alfano degli alfanoidi?
E perché il garante della Costituzione ha fatto altrettanto ed ha preteso la cancellazione di Gratteri?
***
Antonio Gentile, i direttori delle principali testate italiane: “Renzi ritiri la delega”
Ferruccio de Bortoli, Ezio Mauro, Roberto Napoletano, Mario Calabresi ed Enrico Mentana invitano in coro il premier Renzi a ritirare la nomina al sottosegretario alle Infrastrutture coinvolto in un caso di minaccia e censura alla stampa senza precedenti contro il direttore de il quotidiano L'Ora della Calabria
di Marco Lillo | 2 marzo 2014Commenti (23)
Uno schiaffo alla libertà di stampa: è questo il giudizio unanime sulla nomina a sottosegretario del senatore calabrese NCD Antonio Gentile, dopo che in una telefonata si faceva riferimento proprio alla sua futura ascesa a sottosegretario per intimorire un editore e convincerlo a non pubblicare una notizia sul figlio di Gentile, poi non uscita grazie a un improvviso guasto alla rotativa. I direttori delle maggiori testate italiane, da Ferruccio de Bortoli del Corriere della Sera a Ezio Mauro di Repubblica, da Roberto Napoletano del Sole 24 ore a Mario Calabresi della Stampa, fino a Enrico Mentana del Tg La7, invitano in coro Renzi a rimuovere questa macchia.
Non c’è altra strada per mettere una toppa tardiva sullo sconcio: Gentile se ne deve andare. Non si può parlare di rinnovamento e poi nominare sottosegretario alle infrastrutture proprio il politico calabrese coinvolto in un caso di minaccia e censura alla stampa senza precedenti.
Ezio Mauro “Fare del giornalismo libero in Calabria è più complicato che altrove. La telefonata per bloccare l’articolo sgradito va inquadrata nel contesto. Quando si fa riferimento al cinghiale ferito che può ammazzare, quando si dice ‘ma a te chi te lo fa fare’, quando si fa riferimento al potere che Gentile acquisterà diventando sottosegretario, c’è tutta un’aura di intimidazione, di minaccia vera e propria che configura un vero e proprio attacco alla libertà di stampa. Tutto questo per non far pubblicare una notizia, non perchè si dice che la una notizia è falsa o che non sia sia sentita la controparte. Sappiamo poi che il giornale non è uscito per un misterioso guasto. La cosa è gravissima in sé, per il contesto in cui è avvenuto e perchè, dopo, Gentile è stato fatto sottosegretario. C’è stata evidentemente una spartizione di potere. Renzi si è scelto la sua squadra , poi ha aperto i cancelli e ha lasciato che gli altri facessero quello che volevano. Gentile è coordinatore regionale del NCD di Alfano e ha sfruttato la sua posizione per accumulare altro potere. La cosa è particolarmente grave, perchè Renzi ha esaltato le biografie delle persone. Ma nelle biografie ci sono anche i comportamenti, non c’è soltanto l’età. Questo è il “Governo Renzi” davvero. Nel senso che è fortemente caratterizzato dall’impronta del presidente del consiglio e ne porta intera la responsabilità. Quindi Renzi deve attivarsi per pretendere che Alfano ritiri la candidatura di Gentile e che questa persona lasci immediatamente l’incarico. Quello che è avvenuto è già sufficiente”.
Ferruccio de Bortoli ”La nomina del sottosegretario Gentile è uno schiaffo a tutto il mondo dei giornali, un pessimo segnale per la Calabria e per l’Italia, un comportamento di estrema gravità e di scarso gusto. Probabilmente chi ha fatto questa scelta considera secondari i ministri e ancora più i sottosegretari ma a mio parere un Governo nella sua interezza si qualifica dalle persone che lo compongono. Se l’avesse fatto Berlusconi sarebbero insorti tutti. Abbiamo agitato il bavaglio per tanto tempo e invece mi pare di capire che esista bavaglio e bavaglio. C’è stata una superficialità grave nelle scelte o una lottizzazione tra i gruppi che sostengono il Governo. Se il tratto qualificante del modo di operare di Renzi è quello di prescindere dalle vecchie regole di lottizzazione credo che costerebbe poca fatica tornare indietro. Anche Alfano dovrebbe fare una riflessione. Ormai pensavamo che fatti come questi appartenesse a un’altra epoca o che fossero pratiche di altri paesi che non hanno la nostra civiltà. Mai mi sarei aspettato una cosa di questo genere. Se questo è il prototipo dell’editoria che ha in mente Matteo Renzi, siamo freschi”.
Enrico Mentana “Mi rifiuto di pensare che Renzi sapesse che stava per nominare sottosegretario uno che aveva appena fatto una cosa simile. Voglio pensare che il caso sia frutto della scarsa presenza sul territorio dei partiti e che non fosse informato. La libertà di stampa è un problema di tutti. E’ stato fatto un torto alla comunità che ha diritto di essere informata e solo dopo a una categoria, della quale fanno parte i giornalisti e gli editori. Poi c’è il problema politico di Renzi: il nome di Gentile è stato designato da Alfano che ha il suo punto di forza proprio in Calabria in Scopelliti e in quelli che sono passati con lui lasciando Forza Italia. Però il capo del Governo e il Presidente della Repubblica nelle mani del quale il Governo ha giurato hanno tutto il tempo per sanare l’errore. Dando per scontato il prezzo politico da pagare alla Calabria di Scopelliti e Alfano, esisterà un altro politico di Ncd che non ha dato uno schiaffo all’informazione e quindi a una delle guance della democrazia. Allora aspettiamo tre giorni per giudicare. Da venerdì sera la libera informazione denuncia questo fatto, sta a Renzi sanarlo nell’unico modo possibile: cioè il ritiro della delega.
Roberto Napoletano – “Il gesto dello stampatore che dopo tante pressioni non fa uscire il giornale con la notizia sgradita sembra un urlo che viene da un altro mondo. Queste cose in Italia non succedevano da decenni. Ognuno parla con la sua storia e i suoi atti. E i comportamenti di Gentile, che arrivano al punto di arrivare a bloccare la stampa del giornale che si permette di pubblicare la notizia del figlio indagato, sono gravi inquietanti e disarmanti. Intervenire per bloccare la stampa di un giornale è un comportamento al di fuori delle regole fondanti della società civile. Nessuna mediazione politica dovrebbe consentire di venire a patti con figure così screditate. Un progetto politico che si dichiara nuovo viene valutato sulla base della squadra che mette in campo. Di sicuro c’è stata una precisa indicazione politica del NCD che ha in quel territorio una forte presenza ma questo non è un motivo valido perché questa richiesta sia accettata. Se poi è stata accettata senza approfondire la storia della persona penso che Renzi abbia il dovere e l’interesse per farlo velocemente e prendere le decisioni conseguenti.
Mario Calabresi ”Come minimo la nomina di Gentile è inopportuna. Queste cose vanno viste nei loro contesti. Le pressioni dei politici sui giornali ci sono da sempre ma a causa della debolezza della politica sono diminuite di peso. Ma un conto e avere un grande giornale nazionale con un grande editore e un conto è un piccolo giornale in una realtà difficile dove la criminalità organizzata è forte. In questi contesti la pressione politica non solo è molto più forte ma è anche molto più grave perché sa di potere ottenere dei risultati. Non avrei mai immaginato che nel 2014, dopo quello che era uscito sui giornali, Gentile potesse entrare nel Governo. Questo è un Governo di coalizione con una maggioranza risicata, attento alla rappresentazione delle correnti con il bilancino. Non ci sono nomi che ti fanno sognare. Non a caso Gentile è un senatore. L’ideale sarebbe che Gentile facesse un passo indietro. In seconda battuta Alfano dovrebbe capire che questa cosa non aiuta un partito che si presenta come Nuovo centrodestra. Terzo: se ne dovrebbe fare carico Renzi. L’idea che ha Renzi è che siccome lui è così nuovo può ripulire e rendere nuovo chiunque gli sta accanto. Lui ha la sensazione che le cose che a lui sembrano marginali vengono cancellate dal suo effetto novità. Ma secondo me farebbe meglio a stare molto più attento a queste cose.
Ferruccio de Bortoli ”La nomina del sottosegretario Gentile è uno schiaffo a tutto il mondo dei giornali, un pessimo segnale per la Calabria e per l’Italia, un comportamento di estrema gravità e di scarso gusto.
Non era mai accaduto, o perlomeno, io non ricordo un precedente simile che alcuni direttori di testate chiedessero l'allontanamento di un uomo di governo appena nominato.
Il bebè LoRenzi il Magnifico, il decisionista ultraveloce, molla la patata bollente ad Alfano.
Rimane il fatto che ha dichiarato che la responsabilità è sua se il governo va a finire male, ma qui agisce da vecchio democristiano.
Perché allora LoRenzi il Magnifico bebè ha accettato la candidatura da Alfano degli alfanoidi?
E perché il garante della Costituzione ha fatto altrettanto ed ha preteso la cancellazione di Gratteri?
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Antonio Gentile, i direttori delle principali testate italiane: “Renzi ritiri la delega”
Ferruccio de Bortoli, Ezio Mauro, Roberto Napoletano, Mario Calabresi ed Enrico Mentana invitano in coro il premier Renzi a ritirare la nomina al sottosegretario alle Infrastrutture coinvolto in un caso di minaccia e censura alla stampa senza precedenti contro il direttore de il quotidiano L'Ora della Calabria
di Marco Lillo | 2 marzo 2014Commenti (23)
Uno schiaffo alla libertà di stampa: è questo il giudizio unanime sulla nomina a sottosegretario del senatore calabrese NCD Antonio Gentile, dopo che in una telefonata si faceva riferimento proprio alla sua futura ascesa a sottosegretario per intimorire un editore e convincerlo a non pubblicare una notizia sul figlio di Gentile, poi non uscita grazie a un improvviso guasto alla rotativa. I direttori delle maggiori testate italiane, da Ferruccio de Bortoli del Corriere della Sera a Ezio Mauro di Repubblica, da Roberto Napoletano del Sole 24 ore a Mario Calabresi della Stampa, fino a Enrico Mentana del Tg La7, invitano in coro Renzi a rimuovere questa macchia.
Non c’è altra strada per mettere una toppa tardiva sullo sconcio: Gentile se ne deve andare. Non si può parlare di rinnovamento e poi nominare sottosegretario alle infrastrutture proprio il politico calabrese coinvolto in un caso di minaccia e censura alla stampa senza precedenti.
Ezio Mauro “Fare del giornalismo libero in Calabria è più complicato che altrove. La telefonata per bloccare l’articolo sgradito va inquadrata nel contesto. Quando si fa riferimento al cinghiale ferito che può ammazzare, quando si dice ‘ma a te chi te lo fa fare’, quando si fa riferimento al potere che Gentile acquisterà diventando sottosegretario, c’è tutta un’aura di intimidazione, di minaccia vera e propria che configura un vero e proprio attacco alla libertà di stampa. Tutto questo per non far pubblicare una notizia, non perchè si dice che la una notizia è falsa o che non sia sia sentita la controparte. Sappiamo poi che il giornale non è uscito per un misterioso guasto. La cosa è gravissima in sé, per il contesto in cui è avvenuto e perchè, dopo, Gentile è stato fatto sottosegretario. C’è stata evidentemente una spartizione di potere. Renzi si è scelto la sua squadra , poi ha aperto i cancelli e ha lasciato che gli altri facessero quello che volevano. Gentile è coordinatore regionale del NCD di Alfano e ha sfruttato la sua posizione per accumulare altro potere. La cosa è particolarmente grave, perchè Renzi ha esaltato le biografie delle persone. Ma nelle biografie ci sono anche i comportamenti, non c’è soltanto l’età. Questo è il “Governo Renzi” davvero. Nel senso che è fortemente caratterizzato dall’impronta del presidente del consiglio e ne porta intera la responsabilità. Quindi Renzi deve attivarsi per pretendere che Alfano ritiri la candidatura di Gentile e che questa persona lasci immediatamente l’incarico. Quello che è avvenuto è già sufficiente”.
Ferruccio de Bortoli ”La nomina del sottosegretario Gentile è uno schiaffo a tutto il mondo dei giornali, un pessimo segnale per la Calabria e per l’Italia, un comportamento di estrema gravità e di scarso gusto. Probabilmente chi ha fatto questa scelta considera secondari i ministri e ancora più i sottosegretari ma a mio parere un Governo nella sua interezza si qualifica dalle persone che lo compongono. Se l’avesse fatto Berlusconi sarebbero insorti tutti. Abbiamo agitato il bavaglio per tanto tempo e invece mi pare di capire che esista bavaglio e bavaglio. C’è stata una superficialità grave nelle scelte o una lottizzazione tra i gruppi che sostengono il Governo. Se il tratto qualificante del modo di operare di Renzi è quello di prescindere dalle vecchie regole di lottizzazione credo che costerebbe poca fatica tornare indietro. Anche Alfano dovrebbe fare una riflessione. Ormai pensavamo che fatti come questi appartenesse a un’altra epoca o che fossero pratiche di altri paesi che non hanno la nostra civiltà. Mai mi sarei aspettato una cosa di questo genere. Se questo è il prototipo dell’editoria che ha in mente Matteo Renzi, siamo freschi”.
Enrico Mentana “Mi rifiuto di pensare che Renzi sapesse che stava per nominare sottosegretario uno che aveva appena fatto una cosa simile. Voglio pensare che il caso sia frutto della scarsa presenza sul territorio dei partiti e che non fosse informato. La libertà di stampa è un problema di tutti. E’ stato fatto un torto alla comunità che ha diritto di essere informata e solo dopo a una categoria, della quale fanno parte i giornalisti e gli editori. Poi c’è il problema politico di Renzi: il nome di Gentile è stato designato da Alfano che ha il suo punto di forza proprio in Calabria in Scopelliti e in quelli che sono passati con lui lasciando Forza Italia. Però il capo del Governo e il Presidente della Repubblica nelle mani del quale il Governo ha giurato hanno tutto il tempo per sanare l’errore. Dando per scontato il prezzo politico da pagare alla Calabria di Scopelliti e Alfano, esisterà un altro politico di Ncd che non ha dato uno schiaffo all’informazione e quindi a una delle guance della democrazia. Allora aspettiamo tre giorni per giudicare. Da venerdì sera la libera informazione denuncia questo fatto, sta a Renzi sanarlo nell’unico modo possibile: cioè il ritiro della delega.
Roberto Napoletano – “Il gesto dello stampatore che dopo tante pressioni non fa uscire il giornale con la notizia sgradita sembra un urlo che viene da un altro mondo. Queste cose in Italia non succedevano da decenni. Ognuno parla con la sua storia e i suoi atti. E i comportamenti di Gentile, che arrivano al punto di arrivare a bloccare la stampa del giornale che si permette di pubblicare la notizia del figlio indagato, sono gravi inquietanti e disarmanti. Intervenire per bloccare la stampa di un giornale è un comportamento al di fuori delle regole fondanti della società civile. Nessuna mediazione politica dovrebbe consentire di venire a patti con figure così screditate. Un progetto politico che si dichiara nuovo viene valutato sulla base della squadra che mette in campo. Di sicuro c’è stata una precisa indicazione politica del NCD che ha in quel territorio una forte presenza ma questo non è un motivo valido perché questa richiesta sia accettata. Se poi è stata accettata senza approfondire la storia della persona penso che Renzi abbia il dovere e l’interesse per farlo velocemente e prendere le decisioni conseguenti.
Mario Calabresi ”Come minimo la nomina di Gentile è inopportuna. Queste cose vanno viste nei loro contesti. Le pressioni dei politici sui giornali ci sono da sempre ma a causa della debolezza della politica sono diminuite di peso. Ma un conto e avere un grande giornale nazionale con un grande editore e un conto è un piccolo giornale in una realtà difficile dove la criminalità organizzata è forte. In questi contesti la pressione politica non solo è molto più forte ma è anche molto più grave perché sa di potere ottenere dei risultati. Non avrei mai immaginato che nel 2014, dopo quello che era uscito sui giornali, Gentile potesse entrare nel Governo. Questo è un Governo di coalizione con una maggioranza risicata, attento alla rappresentazione delle correnti con il bilancino. Non ci sono nomi che ti fanno sognare. Non a caso Gentile è un senatore. L’ideale sarebbe che Gentile facesse un passo indietro. In seconda battuta Alfano dovrebbe capire che questa cosa non aiuta un partito che si presenta come Nuovo centrodestra. Terzo: se ne dovrebbe fare carico Renzi. L’idea che ha Renzi è che siccome lui è così nuovo può ripulire e rendere nuovo chiunque gli sta accanto. Lui ha la sensazione che le cose che a lui sembrano marginali vengono cancellate dal suo effetto novità. Ma secondo me farebbe meglio a stare molto più attento a queste cose.
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