Il "nuovo" governo Renzi
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Re: Il nuovo governo Renzi
LoRenzi il Magnifico - 2
La forza del destino
Il giudizio di Sartori sulla composizione del governo dopo la presentazione della lista dei ministri rimane fondamentale. Figuriamoci oggi dopo la nomina dell’esercito dei sottosegretari effettuata per soddisfare il famelico equilibrio delle poltrone: “Un governo di incompetenti guidato da un incompetente”.
Infatti, tra l’altro andiamo ad affrontare il problema dell’Ucraina con il ministro Pinotti. La piddina Pinotti si era distinta in questi anni per essere incolore ed insapore. Adesso guida il dicastero della guerra. Una scoperta del solito bebè LoRenzi il Magnifico.
E’ la prima volta che abbiamo una ministra donna alla Difesa. E’ proprio così competente????
Ministri della difesa della Repubblica Italiana
http://it.wikipedia.org/wiki/Ministri_d ... a_Italiana
La forza del destino
Il giudizio di Sartori sulla composizione del governo dopo la presentazione della lista dei ministri rimane fondamentale. Figuriamoci oggi dopo la nomina dell’esercito dei sottosegretari effettuata per soddisfare il famelico equilibrio delle poltrone: “Un governo di incompetenti guidato da un incompetente”.
Infatti, tra l’altro andiamo ad affrontare il problema dell’Ucraina con il ministro Pinotti. La piddina Pinotti si era distinta in questi anni per essere incolore ed insapore. Adesso guida il dicastero della guerra. Una scoperta del solito bebè LoRenzi il Magnifico.
E’ la prima volta che abbiamo una ministra donna alla Difesa. E’ proprio così competente????
Ministri della difesa della Repubblica Italiana
http://it.wikipedia.org/wiki/Ministri_d ... a_Italiana
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Re: Il nuovo governo Renzi
LoRenzi il Magnifico - 3
Vertice a Palazzo Chigi, Renzusconi, Mogherini, Pinotti, sulla crisi ucraina,......................il mondo trema.....
Vertice a Palazzo Chigi, Renzusconi, Mogherini, Pinotti, sulla crisi ucraina,......................il mondo trema.....
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Re: Il nuovo governo Renzi
Il potere perpetua se stesso trasfondendo sangue infetto nelle vene dei suoi contestatori
(Da una vecchia leggenda ucraina, che può essere inserita tra le leggi universali senza tempo del pianeta Terra)
Er sor LoRenzi il Magnifico - 1
Renzi: il drago e il cavaliere compromesso
di Veronica Gentili | 2 marzo 2014Commenti (41)
Un’antica leggenda ucraina narra la storia di un drago spaventoso che teneva in ostaggio una città, razziandola a suo piacimento e pretendendo da tutti gli abitanti offerte e tributi in cambio dell’incolumità. Molti cavalieri, armati di coraggio e buone intenzioni, si erano volti all’impresa di uccidere il drago, eppure tutte le volte che uno di costoro si accingeva a raggiungere l’obiettivo, il drago, in punto di morte, lo metteva a parte dei suoi segreti e lo investiva dei suoi poteri, facendo così in modo che fosse esso stesso a trasformarsi in drago e a prendere il suo posto.
Questa leggenda in Ucraina veniva utilizzata per rappresentare l’immortalità del potere e la sua capacità di contaminare chiunque con esso venisse a contatto, a volte anche con la sola finalità di combatterlo. Il potere perpetua se stesso trasfondendo sangue infetto nelle vene dei suoi contestatori.
E a quanto pare il sistema immunitario di Matteo Renzi non è stato in grado di reagire al virus della politica italiana e, nel tempo di una brevissima incubazione, ha contratto appieno la malattia. Nei corpi giovani, si sa, le cellule si riproducono con estrema rapidità e il male si propaga a macchia d’olio. Che Matteo il giovane potesse essere un portatore sano e che il virus rimanesse silente lo abbiamo sperato fino alla lista dei ministri: quando abbiamo iniziato a scorgere manifestazioni sintomatologiche come la Guidi allo Sviluppo Economico, Orlando al posto dell’auspicato Gratteri alla Giustizia, la Madia (la Madia?????) alla Semplificazione abbiamo constatato amaramente che la malattia era manifesta e, ahinoi, ad uno stato neanche troppo embrionale.
Quanto però Renzi fosse un soggetto particolarmente cagionevole e di conseguenza quanto il suo corpo fosse l’ambiente ideale per la propagazione del virus, lo abbiamo capito chiaramente con la lista di viceministri e sottosegretari. Figure come Gentile (la cui impresentabilità costerà già a Renzi un primo intervento chirurgico in settimana), la sottosegretaria alla Cultura Barracciu, insieme a Bubbico, Del Basso de Caro, De Filippo (tutti rigorosamente indagati), sommati alla doppietta Costa-Ferri, offerta come presente benaugurale al Cavaliere o all’imprenditrice di moda D’Onghia sottosegretaria all’Istruzione, palesano la gravità del quadro clinico.
Il nuovo Presidente del Consiglio Matteo Renzi è già gravemente ammalato di politica italiana. Un indizio, bisogna dire, ce lo aveva dato durante il suo discorso al Senato, durante il quale si era sbracciato a parlare di ascolto tra le varie parti politiche, accennando alla necessità di miti consigli e compromessi. Effettivamente mai squadra di governo fu più di questa all’insegna del compromesso, come vuole uno dei principali sintomi della malattia politica: l’equilibrismo.
Renzi però non ha tenuto conto di un aspetto: compromesso come sostantivo vuol dire ‘accordo, rimedio, mediazione’, ma come participio passato significa ‘rovinato, intaccato, danneggiato’.
Quindi, come vuole la leggenda, il drago siede ancora comodamente al governo e l’ennesimo cavaliere è compromesso.
(Da una vecchia leggenda ucraina, che può essere inserita tra le leggi universali senza tempo del pianeta Terra)
Er sor LoRenzi il Magnifico - 1
Renzi: il drago e il cavaliere compromesso
di Veronica Gentili | 2 marzo 2014Commenti (41)
Un’antica leggenda ucraina narra la storia di un drago spaventoso che teneva in ostaggio una città, razziandola a suo piacimento e pretendendo da tutti gli abitanti offerte e tributi in cambio dell’incolumità. Molti cavalieri, armati di coraggio e buone intenzioni, si erano volti all’impresa di uccidere il drago, eppure tutte le volte che uno di costoro si accingeva a raggiungere l’obiettivo, il drago, in punto di morte, lo metteva a parte dei suoi segreti e lo investiva dei suoi poteri, facendo così in modo che fosse esso stesso a trasformarsi in drago e a prendere il suo posto.
Questa leggenda in Ucraina veniva utilizzata per rappresentare l’immortalità del potere e la sua capacità di contaminare chiunque con esso venisse a contatto, a volte anche con la sola finalità di combatterlo. Il potere perpetua se stesso trasfondendo sangue infetto nelle vene dei suoi contestatori.
E a quanto pare il sistema immunitario di Matteo Renzi non è stato in grado di reagire al virus della politica italiana e, nel tempo di una brevissima incubazione, ha contratto appieno la malattia. Nei corpi giovani, si sa, le cellule si riproducono con estrema rapidità e il male si propaga a macchia d’olio. Che Matteo il giovane potesse essere un portatore sano e che il virus rimanesse silente lo abbiamo sperato fino alla lista dei ministri: quando abbiamo iniziato a scorgere manifestazioni sintomatologiche come la Guidi allo Sviluppo Economico, Orlando al posto dell’auspicato Gratteri alla Giustizia, la Madia (la Madia?????) alla Semplificazione abbiamo constatato amaramente che la malattia era manifesta e, ahinoi, ad uno stato neanche troppo embrionale.
Quanto però Renzi fosse un soggetto particolarmente cagionevole e di conseguenza quanto il suo corpo fosse l’ambiente ideale per la propagazione del virus, lo abbiamo capito chiaramente con la lista di viceministri e sottosegretari. Figure come Gentile (la cui impresentabilità costerà già a Renzi un primo intervento chirurgico in settimana), la sottosegretaria alla Cultura Barracciu, insieme a Bubbico, Del Basso de Caro, De Filippo (tutti rigorosamente indagati), sommati alla doppietta Costa-Ferri, offerta come presente benaugurale al Cavaliere o all’imprenditrice di moda D’Onghia sottosegretaria all’Istruzione, palesano la gravità del quadro clinico.
Il nuovo Presidente del Consiglio Matteo Renzi è già gravemente ammalato di politica italiana. Un indizio, bisogna dire, ce lo aveva dato durante il suo discorso al Senato, durante il quale si era sbracciato a parlare di ascolto tra le varie parti politiche, accennando alla necessità di miti consigli e compromessi. Effettivamente mai squadra di governo fu più di questa all’insegna del compromesso, come vuole uno dei principali sintomi della malattia politica: l’equilibrismo.
Renzi però non ha tenuto conto di un aspetto: compromesso come sostantivo vuol dire ‘accordo, rimedio, mediazione’, ma come participio passato significa ‘rovinato, intaccato, danneggiato’.
Quindi, come vuole la leggenda, il drago siede ancora comodamente al governo e l’ennesimo cavaliere è compromesso.
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Re: Il nuovo governo Renzi
La vox populi dell'articolo precedente:
trecchi • 38 minuti fa
Siamo alle favole, un ragionamento maccheronico, da digestione pe sante.
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camillobenso trecchi • 3 minuti fa
O da prosciutti sugli occhi? Chi non vede vedrà. E' solo una questione di tempo. Per Silvietto ci sono voluti 20 anni. Per Monti 11 mesi (E. Scalfari). per Lettanipote 10 mesi. Il tempo è galantuomo.
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Penitenziaggite • un'ora fa
Ti sai infilare nel lettore, come Alien nel corpo di Vanessa Cartright
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libertariolaborioso • 2 ore fa
capisco che guadagnarsi la pagnotta recitando, sia piacevole ed intrigante.
macchesprego di talento !!!
Veronica ti assicuro che il tuo scrivere mi delizia !
o meglio
mi delizia immaginare che cosa si celi dentro la vergatrice di tali soavi pensieri !
" Il potere perpetua se stesso trasfondendo sangue infetto nelle vene dei suoi contestatori."
una Verità addirpoco marmorea !!!
(in quanto immune all'infezione, conosco benissimo il coraggio necessario
e quindi i sacrifizi conseguenti al raggiungimento dell'immunità)
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LucreziaB • 4 ore fa
mai leggenda fu più vera ed attuale!
grazie veronica.
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DiBi • 6 ore fa
c'era una volta l'immortalità del potere...
c'erano il Drago e i Cavalieri
e c'erano pure Flora, Fauna, Serenella e la Strega Malefica...
e c'erano pure la Fata Turchina e Lucignolo
queste cosine si imparano da piccoli, ma è da grandi che si sceglie da che parte stare o come compromettersi, quali consigli dare, e come, se credere agli incantesimi o preferire i comodi sortilegi
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gerry d • 6 ore fa
Quest'articolo, sembra che vada in soccorso ai grilleggi, i quali non vogliono mischiarsi con nessun partito. Quindi a questo punto, per avere un Governo "puro e immacolato", dovremmo aspettare il famoso 51% che chiedono i due santoni...
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camillobenso gerry d • 6 minuti fa
Quest'articolo è a carattere universale e vale per tutti, in qualsiasi momento della storia. Ad eccezione di pochissimi uomini. Nell'Italia repubblicana, Alcide De Gasperi e Sandro Pertini.
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odisseox • 8 ore fa
Sei la mia ministra ideale.
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dariodl odisseox • 4 ore fa
non ti sbrodolare troppo
mi hai unto monitor e tastiera
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Vincenzo_Mastrangelo • 8 ore fa
La similitudine con la leggenda ucraina è quanto mai appropriata.
La descrizione del quadro clinico del governo e (aihnoi) dell'Italia è amaramente realistica.
Malgrado il tentativo dei tromboni mediatici di colorare tutto di rosa.
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diTata • 8 ore fa
BRAVA! che dire di più? grazie, per la bellisiima leggenda ucraina!
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Fabrizio • 8 ore fa
"Manifestazioni sintomatologiche". Orrendo. Ho capito. Lo ripete di continuo. Detesta Renzi.
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camillobenso Fabrizio • 35 minuti fa
Il medico che ordina la radiografia e poi la legge “detesta” per forza il radiologo che l’ha eseguita?
Una radiografia è una radiografia che fotografa lo stato dell’arte, indipendentemente dai giochi delle tifoserie.
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LucreziaB Fabrizio • 4 ore fa
renzi si fa detestare!
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Angela • 9 ore fa
Penso che la politica debba avere come scopo "l'interesse dei cittadini" e questo non é sottoponibile a mediazione e compromesso. Chi vuole amministrarci e inizia dicendo che bisogna scendere a compromessi allora é destinato a fallire.
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Savoia Marchetti • 15 ore fa
tenete presente chee qui il drago è vivo e vegeto (Berlusconi, e pure Gelli).
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maria cuffari • 15 ore fa
Brava Veronica ! Il tuo articolo è da leggere e diffondere.
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Beppe Borlazzi • 16 ore fa
La semplificazione della Madia: .. sposare un produttore cinematografico per mettere la faccina bella su una pellicola. La solita semplificazione del ca ...
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ulalena • 16 ore fa
Grazie Veronica, come sempre sai leggere la realta' con parole semplici e paralleli meravigliosi. E' un privilegio potere leggere i tuoi commenti.
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Bruz • 17 ore fa
Mi chiedo: va bene i compromessi per governare, ma perché fare tutti questi favori a B che il governo non lo sostiene?
Perché è tutta una farsa. La divisione del PdL e Renzi.
Non come ne usciremo.
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starik Bruz • 6 ore fa
Perché B. è il Drago.
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Bruz • 17 ore fa
Brava!
Anche se l'ammiro per la buona volontá verso Renzi, per me si sapeva già prima che era uno così. Al potere ci è andato già infetto. Ha dimenticato che una volta eletto sindaco di Firenze con il PD è andato ad Arcore?
Poi, non fa mai ciò che dice, ma dice sempre quello che gli conviene in quel momento. A Letta ha detto "stai sereno", e si è visto.
Insomma un galantuomo e un uomo tutto di un pezzo.
...si scherza, ovviamente.
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Alea iacta est • 18 ore fa
Bravissima come sempre.
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Luca Guerra • 18 ore fa
Rubando questa frase ho concluso un atto d'appello (in scadenza) per un cliente erroneamente condannato per reati associativi.
"...compromesso come sostantivo vuol dire ‘accordo, rimedio, mediazione’, ma come participio passato significa ‘rovinato, intaccato, danneggiato’.
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juangomez • 19 ore fa
Condivido abbastanza questa metafora del drago. Ma se vale per Renzi e per tutti quelli che si impadroniscono del potere, perché allora non dovrebbe valere anche per il duo Grillo-Casaleggio? Sono forse scesi da Marte?
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camillobenso juangomez • 27 minuti fa
La leggenda ucraina è una legge universale che dura da 5.000 anni e che durerà sempre. Che c'entra il duo Grillo- Casaleggio? Vale per l'universo mondo.
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ANT1 • 19 ore fa
Cosa che rafforza la mia domanda iniziale. Ma che c'è andato a fare???
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Luigi Vaccaro • 20 ore fa
Bellissima la leggenda ucraina. Metafora del POTERE e del suo potere di compromettere anche gloriosi cavalieri.
Ma qui la realtà è un po diversa. Qui il cavaliere era compromesso fin dall'inizio della storia. In altre parole, direi un non cavaliere, un cavaliere inesistente.
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Sebastiano • 20 ore fa
L'ennesima falsa promessa del centrosinistra,
Nomine da brividi.
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matteony • 20 ore fa
Ottimo pezzo
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alvik47 • 20 ore fa
gustoso l'articolo, amaro il contenuto
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Thecaster • 20 ore fa
Brava come al solito, Veronica.
Il Drago italiano, però, non è stato mai ucciso da nessun cavaliere "senza macchia e
senza paura".
In realtà è un enorme camaleonte che riesce ad occultarsi, cambiando forma e colore, protetto dalla perenne cortina fumogena della stampa di regime che riesce
a far credere che non esiste.
E' lui, il Drago, che, per abbindolare i villici, finge di combattere contro Cavalieri
che dovrebbero sconfiggerlo e liberarli dalla sua oppressione.....ma sono tutte creature sue.....si chiamano Silvio, Massimo, Mario, Enrico, Giorgio e, buon ultimo,
Matteo.
I poveri villici seguono trepidanti i finti duelli e sperano, poveri illusi, che il Drago
venga finalmente sconfitto......e lui se la ride e diventa sempre più potente.
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dariodl • 21 ore fa
mia cara Veronica
sappiamo già che in grammatica
sei brava
aggettivi congiuntivi participi passati trapassati etc.
ma che ti potessi aspettare qualcosa di buono
da Fonzie dimostra che non sei altrettanto
preparata in politica
eppure aveva già fatto ben intendere
le sue intenzioni
se tu avessi letto anche solo in parte
le migliaia di commenti postati su questi blog
avresti avuto larga anticipazione di quanto
il nostro Fonzarelli avrebbe fatto
non bisognava certo essere dei Nostradamus
comunque mi piace come scrivi
nell'attesa che un giorno mi piacciano
anche i contenuti
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Cristina Correani • 21 ore fa
Bellissimo. Grazie.
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MinimaMoralia • 21 ore fa
Cara Veronica,
Renzi sta al parlamento italiano come Linus sta ad una discoteca.
Stiamo parlando di gente "leggera", che si attornia di pesi "superminimi" (perchè già i minimi fanno ombra).
Non si preoccupi, non combineranno un bel nulla, con o senza le Madie.
Lei li prende per Soloni. Invece si tratta di semplici "sole".
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Stefano MinimaMoralia • 21 ore fa
No no, e' proprio un solONE, ma con la "s" minuscola, nel senso che e' una sola grossa, non "semplice"...
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MinimaMoralia Stefano • 20 ore fa
Tempo che non riescano ad essere "grandi" neanche in quello.
Volano "rasmot", raso-terra
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Forzaecoraggio • 21 ore fa
Ottimo, bravissima.
D`altronde l`amico del giaguaro condannato è diventato il nuovo segretario del nuovo Partito Di Forza Italia.
Ma non viene dal nulla, come vorrebbe e vorrebbero far credere, viene nientemeno da più venti anni di politica attiva, era facilmente riconoscibile, bastava informarsi bene.
Perché lui è un tipo spontaneo che si espone sempre parlando e parlando.
E come con tutti quelli che parlano tanto e veloce, basta lasciarlo parlare e parlare, prima o poi salta fuori tutto.
Hanno proprio ragione.
Diamogli tempo e lasciamolo fare.
Nell`attesa.
Con cordialità.
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DinDonDan • un giorno fa
....... infatti è già entrato nel "participio passato". Mannaggia!
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Mauro • un giorno fa
Dubito che Renzi fosse un portatore sano del virus, già prima di diventare PdC.
Se veramente esiste un drago, che rappresenta il Potere che si perpetua, Renzi ne è il perfetto epigono.
Se Berlusconi è stato inviato e sostenuto dai poteri forti e da quelli deboli, da tutte le comunioni e le liberazioni, da tutte le conventicole laiche e religiose;
se veramente è stato lui il prescelto dal venerabile Licio per svuotare di contenuti la nostra Costituzione per sostituirlo con il suo Piano di rinascita democratica, beh, Renzi sembra il personaggio perfetto per completare l'opera!
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brambilla03 • un giorno fa
che strana pero' la nosta veronica
si dimentica della lesa maesta' dell'opposizione
al suo re obesino genovese
con nipotino cassiere ..
brava veronica !!
li non ci sono draghi che tengano
solo inutili qua quaraqua' ...
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camillobenso brambilla03 • 18 minuti fa
Il tifo per Milan, Inter, Juve, Toro, Roma, Lazio, Napoli, non è curabile. Nella vita si possono cambiare, due, tre, quattro mogli ma non la squadra del cuore.
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Calibro9 brambilla03 • 18 ore fa
Ho dovuto scorrere vari commenti prima di trovarne uno intelligente. Il suo di certo non è un cervello compromesso.
Quello che succede (si verifica) va analizzato in merito alle cause che l'hanno provocato, è l'elementare "regola" della causa/effetto. Inoltre nell'articolo nemmeno una parola su Napolitano, mah? L'importante è crederci...
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Mario Rosini • un giorno fa
Dato che si parla dell'Ucraina, allora che si segua il percorso avviato da questa sfortunata nazione sino in fondo, occupazione della/e Piazza/e inclusa.
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amusoduro • un giorno fa
In effetti al capezzale di questo Paese è arrivato un Governo che appare, visti i suoi componenti, più il prete dell'estrema unzione che il medico capace di curarlo. E Renzi? A sua insaputa un grande bluff. Spero tanto di sbagliare e potermi ricredere ma se il buongiorno si vede dal mattino...
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0ccfec30 • un giorno fa
Brava come al solito Signora Veronica ma, metafora per metafora, quei cavalieri ucraini (della Crimea) non difendono neanche se stessi e, opportunamente, si alleano col drago russo dalle cui costole la maggior parte provengono. In quanto all'Italia, c'è il "supervisore" drago e cavaliere (decaduto e pregiudicato) che soprassiede comodamente al governo e, il giovin scudiero, (compromesso) finge di combattere (senza speranza) contro i giganti, mossi dai venti, di Cervantes.
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Paolo Catti De Gasperi • un giorno fa
È in corso a Palazzo Chigi un tea party tra Matteo Renzi ed i ministri di Difesa ed Esteri. La Pinotti è un po' sudata ( e suonata ) perché arriva direttamente dalla mini-maratona di Ostia, la Mongherini, invece, è raggiante perché è finalmente riuscita a capire che Sebastopoli non è un comune vicino a Popoli ma si trova a migliaia di chilometri. Matteo è sorridente perché ha telefonato al sua amico e collega Berlusca che gli ha assicurato che la flotta russa del Mar Nero,salpata dalla Crimea, non attraccherà ne a Livorno ne a Pisa. La nostra tradizionale politica di amicizia con Putin perciò non verrà intaccata dai fatterelli ucraini.
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zi ti • un giorno fa
Grazie per averci edotti di questa antica leggenda.
Che dire se non che gli ucraini hanno trovato un modo perfetto per descrivere il marciume del potere che si conserva.
Speranze poche per non dire pochissime ma non dobbiamo arrenderci.
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trecchi • 38 minuti fa
Siamo alle favole, un ragionamento maccheronico, da digestione pe sante.
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camillobenso trecchi • 3 minuti fa
O da prosciutti sugli occhi? Chi non vede vedrà. E' solo una questione di tempo. Per Silvietto ci sono voluti 20 anni. Per Monti 11 mesi (E. Scalfari). per Lettanipote 10 mesi. Il tempo è galantuomo.
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Penitenziaggite • un'ora fa
Ti sai infilare nel lettore, come Alien nel corpo di Vanessa Cartright
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libertariolaborioso • 2 ore fa
capisco che guadagnarsi la pagnotta recitando, sia piacevole ed intrigante.
macchesprego di talento !!!
Veronica ti assicuro che il tuo scrivere mi delizia !
o meglio
mi delizia immaginare che cosa si celi dentro la vergatrice di tali soavi pensieri !
" Il potere perpetua se stesso trasfondendo sangue infetto nelle vene dei suoi contestatori."
una Verità addirpoco marmorea !!!
(in quanto immune all'infezione, conosco benissimo il coraggio necessario
e quindi i sacrifizi conseguenti al raggiungimento dell'immunità)
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LucreziaB • 4 ore fa
mai leggenda fu più vera ed attuale!
grazie veronica.
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DiBi • 6 ore fa
c'era una volta l'immortalità del potere...
c'erano il Drago e i Cavalieri
e c'erano pure Flora, Fauna, Serenella e la Strega Malefica...
e c'erano pure la Fata Turchina e Lucignolo
queste cosine si imparano da piccoli, ma è da grandi che si sceglie da che parte stare o come compromettersi, quali consigli dare, e come, se credere agli incantesimi o preferire i comodi sortilegi
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gerry d • 6 ore fa
Quest'articolo, sembra che vada in soccorso ai grilleggi, i quali non vogliono mischiarsi con nessun partito. Quindi a questo punto, per avere un Governo "puro e immacolato", dovremmo aspettare il famoso 51% che chiedono i due santoni...
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camillobenso gerry d • 6 minuti fa
Quest'articolo è a carattere universale e vale per tutti, in qualsiasi momento della storia. Ad eccezione di pochissimi uomini. Nell'Italia repubblicana, Alcide De Gasperi e Sandro Pertini.
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odisseox • 8 ore fa
Sei la mia ministra ideale.
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dariodl odisseox • 4 ore fa
non ti sbrodolare troppo
mi hai unto monitor e tastiera
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Vincenzo_Mastrangelo • 8 ore fa
La similitudine con la leggenda ucraina è quanto mai appropriata.
La descrizione del quadro clinico del governo e (aihnoi) dell'Italia è amaramente realistica.
Malgrado il tentativo dei tromboni mediatici di colorare tutto di rosa.
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diTata • 8 ore fa
BRAVA! che dire di più? grazie, per la bellisiima leggenda ucraina!
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Fabrizio • 8 ore fa
"Manifestazioni sintomatologiche". Orrendo. Ho capito. Lo ripete di continuo. Detesta Renzi.
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camillobenso Fabrizio • 35 minuti fa
Il medico che ordina la radiografia e poi la legge “detesta” per forza il radiologo che l’ha eseguita?
Una radiografia è una radiografia che fotografa lo stato dell’arte, indipendentemente dai giochi delle tifoserie.
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LucreziaB Fabrizio • 4 ore fa
renzi si fa detestare!
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Angela • 9 ore fa
Penso che la politica debba avere come scopo "l'interesse dei cittadini" e questo non é sottoponibile a mediazione e compromesso. Chi vuole amministrarci e inizia dicendo che bisogna scendere a compromessi allora é destinato a fallire.
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Savoia Marchetti • 15 ore fa
tenete presente chee qui il drago è vivo e vegeto (Berlusconi, e pure Gelli).
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maria cuffari • 15 ore fa
Brava Veronica ! Il tuo articolo è da leggere e diffondere.
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Beppe Borlazzi • 16 ore fa
La semplificazione della Madia: .. sposare un produttore cinematografico per mettere la faccina bella su una pellicola. La solita semplificazione del ca ...
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ulalena • 16 ore fa
Grazie Veronica, come sempre sai leggere la realta' con parole semplici e paralleli meravigliosi. E' un privilegio potere leggere i tuoi commenti.
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Bruz • 17 ore fa
Mi chiedo: va bene i compromessi per governare, ma perché fare tutti questi favori a B che il governo non lo sostiene?
Perché è tutta una farsa. La divisione del PdL e Renzi.
Non come ne usciremo.
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starik Bruz • 6 ore fa
Perché B. è il Drago.
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Bruz • 17 ore fa
Brava!
Anche se l'ammiro per la buona volontá verso Renzi, per me si sapeva già prima che era uno così. Al potere ci è andato già infetto. Ha dimenticato che una volta eletto sindaco di Firenze con il PD è andato ad Arcore?
Poi, non fa mai ciò che dice, ma dice sempre quello che gli conviene in quel momento. A Letta ha detto "stai sereno", e si è visto.
Insomma un galantuomo e un uomo tutto di un pezzo.
...si scherza, ovviamente.
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Alea iacta est • 18 ore fa
Bravissima come sempre.
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Luca Guerra • 18 ore fa
Rubando questa frase ho concluso un atto d'appello (in scadenza) per un cliente erroneamente condannato per reati associativi.
"...compromesso come sostantivo vuol dire ‘accordo, rimedio, mediazione’, ma come participio passato significa ‘rovinato, intaccato, danneggiato’.
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juangomez • 19 ore fa
Condivido abbastanza questa metafora del drago. Ma se vale per Renzi e per tutti quelli che si impadroniscono del potere, perché allora non dovrebbe valere anche per il duo Grillo-Casaleggio? Sono forse scesi da Marte?
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camillobenso juangomez • 27 minuti fa
La leggenda ucraina è una legge universale che dura da 5.000 anni e che durerà sempre. Che c'entra il duo Grillo- Casaleggio? Vale per l'universo mondo.
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ANT1 • 19 ore fa
Cosa che rafforza la mia domanda iniziale. Ma che c'è andato a fare???
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Luigi Vaccaro • 20 ore fa
Bellissima la leggenda ucraina. Metafora del POTERE e del suo potere di compromettere anche gloriosi cavalieri.
Ma qui la realtà è un po diversa. Qui il cavaliere era compromesso fin dall'inizio della storia. In altre parole, direi un non cavaliere, un cavaliere inesistente.
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Sebastiano • 20 ore fa
L'ennesima falsa promessa del centrosinistra,
Nomine da brividi.
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matteony • 20 ore fa
Ottimo pezzo
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alvik47 • 20 ore fa
gustoso l'articolo, amaro il contenuto
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Thecaster • 20 ore fa
Brava come al solito, Veronica.
Il Drago italiano, però, non è stato mai ucciso da nessun cavaliere "senza macchia e
senza paura".
In realtà è un enorme camaleonte che riesce ad occultarsi, cambiando forma e colore, protetto dalla perenne cortina fumogena della stampa di regime che riesce
a far credere che non esiste.
E' lui, il Drago, che, per abbindolare i villici, finge di combattere contro Cavalieri
che dovrebbero sconfiggerlo e liberarli dalla sua oppressione.....ma sono tutte creature sue.....si chiamano Silvio, Massimo, Mario, Enrico, Giorgio e, buon ultimo,
Matteo.
I poveri villici seguono trepidanti i finti duelli e sperano, poveri illusi, che il Drago
venga finalmente sconfitto......e lui se la ride e diventa sempre più potente.
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dariodl • 21 ore fa
mia cara Veronica
sappiamo già che in grammatica
sei brava
aggettivi congiuntivi participi passati trapassati etc.
ma che ti potessi aspettare qualcosa di buono
da Fonzie dimostra che non sei altrettanto
preparata in politica
eppure aveva già fatto ben intendere
le sue intenzioni
se tu avessi letto anche solo in parte
le migliaia di commenti postati su questi blog
avresti avuto larga anticipazione di quanto
il nostro Fonzarelli avrebbe fatto
non bisognava certo essere dei Nostradamus
comunque mi piace come scrivi
nell'attesa che un giorno mi piacciano
anche i contenuti
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Cristina Correani • 21 ore fa
Bellissimo. Grazie.
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MinimaMoralia • 21 ore fa
Cara Veronica,
Renzi sta al parlamento italiano come Linus sta ad una discoteca.
Stiamo parlando di gente "leggera", che si attornia di pesi "superminimi" (perchè già i minimi fanno ombra).
Non si preoccupi, non combineranno un bel nulla, con o senza le Madie.
Lei li prende per Soloni. Invece si tratta di semplici "sole".
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Stefano MinimaMoralia • 21 ore fa
No no, e' proprio un solONE, ma con la "s" minuscola, nel senso che e' una sola grossa, non "semplice"...
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MinimaMoralia Stefano • 20 ore fa
Tempo che non riescano ad essere "grandi" neanche in quello.
Volano "rasmot", raso-terra
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Forzaecoraggio • 21 ore fa
Ottimo, bravissima.
D`altronde l`amico del giaguaro condannato è diventato il nuovo segretario del nuovo Partito Di Forza Italia.
Ma non viene dal nulla, come vorrebbe e vorrebbero far credere, viene nientemeno da più venti anni di politica attiva, era facilmente riconoscibile, bastava informarsi bene.
Perché lui è un tipo spontaneo che si espone sempre parlando e parlando.
E come con tutti quelli che parlano tanto e veloce, basta lasciarlo parlare e parlare, prima o poi salta fuori tutto.
Hanno proprio ragione.
Diamogli tempo e lasciamolo fare.
Nell`attesa.
Con cordialità.
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DinDonDan • un giorno fa
....... infatti è già entrato nel "participio passato". Mannaggia!
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Mauro • un giorno fa
Dubito che Renzi fosse un portatore sano del virus, già prima di diventare PdC.
Se veramente esiste un drago, che rappresenta il Potere che si perpetua, Renzi ne è il perfetto epigono.
Se Berlusconi è stato inviato e sostenuto dai poteri forti e da quelli deboli, da tutte le comunioni e le liberazioni, da tutte le conventicole laiche e religiose;
se veramente è stato lui il prescelto dal venerabile Licio per svuotare di contenuti la nostra Costituzione per sostituirlo con il suo Piano di rinascita democratica, beh, Renzi sembra il personaggio perfetto per completare l'opera!
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brambilla03 • un giorno fa
che strana pero' la nosta veronica
si dimentica della lesa maesta' dell'opposizione
al suo re obesino genovese
con nipotino cassiere ..
brava veronica !!
li non ci sono draghi che tengano
solo inutili qua quaraqua' ...
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camillobenso brambilla03 • 18 minuti fa
Il tifo per Milan, Inter, Juve, Toro, Roma, Lazio, Napoli, non è curabile. Nella vita si possono cambiare, due, tre, quattro mogli ma non la squadra del cuore.
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Calibro9 brambilla03 • 18 ore fa
Ho dovuto scorrere vari commenti prima di trovarne uno intelligente. Il suo di certo non è un cervello compromesso.
Quello che succede (si verifica) va analizzato in merito alle cause che l'hanno provocato, è l'elementare "regola" della causa/effetto. Inoltre nell'articolo nemmeno una parola su Napolitano, mah? L'importante è crederci...
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Mario Rosini • un giorno fa
Dato che si parla dell'Ucraina, allora che si segua il percorso avviato da questa sfortunata nazione sino in fondo, occupazione della/e Piazza/e inclusa.
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amusoduro • un giorno fa
In effetti al capezzale di questo Paese è arrivato un Governo che appare, visti i suoi componenti, più il prete dell'estrema unzione che il medico capace di curarlo. E Renzi? A sua insaputa un grande bluff. Spero tanto di sbagliare e potermi ricredere ma se il buongiorno si vede dal mattino...
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0ccfec30 • un giorno fa
Brava come al solito Signora Veronica ma, metafora per metafora, quei cavalieri ucraini (della Crimea) non difendono neanche se stessi e, opportunamente, si alleano col drago russo dalle cui costole la maggior parte provengono. In quanto all'Italia, c'è il "supervisore" drago e cavaliere (decaduto e pregiudicato) che soprassiede comodamente al governo e, il giovin scudiero, (compromesso) finge di combattere (senza speranza) contro i giganti, mossi dai venti, di Cervantes.
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Paolo Catti De Gasperi • un giorno fa
È in corso a Palazzo Chigi un tea party tra Matteo Renzi ed i ministri di Difesa ed Esteri. La Pinotti è un po' sudata ( e suonata ) perché arriva direttamente dalla mini-maratona di Ostia, la Mongherini, invece, è raggiante perché è finalmente riuscita a capire che Sebastopoli non è un comune vicino a Popoli ma si trova a migliaia di chilometri. Matteo è sorridente perché ha telefonato al sua amico e collega Berlusca che gli ha assicurato che la flotta russa del Mar Nero,salpata dalla Crimea, non attraccherà ne a Livorno ne a Pisa. La nostra tradizionale politica di amicizia con Putin perciò non verrà intaccata dai fatterelli ucraini.
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zi ti • un giorno fa
Grazie per averci edotti di questa antica leggenda.
Che dire se non che gli ucraini hanno trovato un modo perfetto per descrivere il marciume del potere che si conserva.
Speranze poche per non dire pochissime ma non dobbiamo arrenderci.
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Re: Il nuovo governo Renzi
03 MAR 2014 19:01
IL GOVERNO DEL MURETTO – I MINISTRI-RAGAZZINI DI RENZI GIOCHICCHIANO TRA TWITTER, SMS E I-PAD: CHE COSA SUCCEDERÀ QUANDO SI TROVERANNO A TU PER TU CON I BUROSAURI DELL’AMMINISTRAZIONE? (VE LA IMMAGINATE LA MADIA ALLE PRESE CON L’ALTA BUROCRAZIA?)
Stefano Di Michele: ‘Sono tutti, chi più chi meno, artefici del loro colpo di genio e di una fenomenale botta di culo, ministri studiosi che studiano e ministri tendenzialmente filiformi che si esercitano – La Pinotti ha già ripreso le corse mattutine, Renzi esibisce il libro di Hurakami: l’arte di correre (per arrivare e, se va male, per darsela a gambe)…
Stefano Di Michele per ‘Il Foglio'
A parte la mancanza di rispetto, già lamentata da Oscar Wilde, per i capelli tinti (oltre che per i baffi imbiancati, come quelli di MdA - da antiche cifre su sartoriale camicia, ora che lo stile e la convenienza e l'attenzione all'asola spingono piuttosto verso il "quattro al prezzo di tre"), i "ragazzi della via Pál" che hanno espugnato Palazzo Chigi - come mai riusciranno a fare gli eroi letterari di Molnár col palazzone che mangerà il loro prato - di rispetto ne hanno poco pure per la forma.
Godendo della fortunata combinazione tra simpatia mediatica e "bellezza dell'asino", berlusconianamente ambita e renzianamente esibita, un po' garbatamente innovano e un po' sgarbatamente forzano. Bastava vedere il banco del governo nel giorno del dibattito parlamentare sulla fiducia - tra carte e smartphone e tablet e chincaglieria varia, che preciso preciso faceva venire in mente la cameretta del figlio "sdraiato" di Michele Serra o quella di Lorenzo, il liceale coatto di Corrado Guzzanti: "Maddecheao'? Come secernere agli esami" - quelli politici compresi.
E perciò giustamente, davanti a sé, il giovanile premier non esibiva un rapporto di Olli Rehn o uno studio della Bce, piuttosto "L'arte di correre" di Murakami Haruki (pensava forse di dover prendere il treno Tiburtina / Santa Maria Novella?), che mirabilmente sintetizzava tanto la curiosità letteraria quanto la disposizione podistica - che età non troppo elevata richiede, a parte per l'ultracinquantenne ministro Maurizio Lupi, che però essendo ciellino anche di altri apporti, non solo muscolari, gode.
Era uno spettacolo, quel banco incasinato dell'esecutivo del Bullo I: lui parlava, le mani in saccoccia, e intorno a lui ministre/i, di giovanile incarnato che manco il Cav.: chi tuittava (Matteo lo aveva fatto pure dallo studio di Napolitano), chi telefonava, chi messaggiava, chi leggeva (sull'iPad, of course, manco uno con un pezzo di carta in mano), chi condivideva, chi chattava, meno male che a nessuno è venuto in mente di tirare fuori la playstation - spettacolare, pareva il Governo del Muretto.
Lavoro tosto! Batti il cinque! Bella, Matte'! (Non si sono rivelate invece presenze di vaganti avanzi di chewingum, sempre possibili: come quello che un giorno restò appiccicato su un prezioso abito di sartoria di un deputato agli inizi della Seconda Repubblica, e MdA - la cui rottamazione-simbolo ha unto e santificato il sorgere governativo e tuittante del Bullo I - esaminò il deprecabile evento e segnalò allo sfortunato: "Ecco, vedi, da quando la società civile ha preso il posto della politica professionista capitano cose come queste").
Ma in un twitter non ci sta tutto - centoquaranta caratteri bastano giusto per dire "arriviamo, arriviamo", Arriba! Arriba!, come Speedy Gonzales, ma una volta giunti all'opera bisogna mettersi. E adesso, ripristinato l'ordine sul banco governativo, "l'arte di correre" davvero necessita praticare - con solidità politica, non solo di coscia: non si tratta solo di fare Roma-Ostia in braghette, come da previsione. Perché magari, cantava il compagno Guccini, "a vent'anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell'età", ma a trenta (Cinquetti o non Cinquetti, avere o non avere l'età), con quell'azzardo di rivoluzione che Renzi vuol provare ad avviare, è il momento di segnare qualche colpo (quando, se non adesso?), oltre che di tirare su le coperte del letto.
I bamboccioni che il ministro Padoa Schioppa esortava a lasciare la casa genitoriale l'hanno fatto - perciò adesso gli toccano condominio, bollette e pulitura dell'androne. C'è solo da immaginarli, in questi giorni, i ministri di primo pelo come le ministre di fresca depilazione, nel loro ingresso ministeriale, al loro primo addottrinamento governativo: nel groviglio dell'altissima burocrazia che omaggia e instrada e gestisce, chiama pure l'ascensore se serve, quell'ammasso prezioso e inestricabile di direttori generali, segretari non meno generali, capi segreteria, capi dipartimento, prefetti, consiglieri di stato - altro che la Leopolda, altro che il binario morto da dove partire all'assalto del vacillante Bersani.
Ha dichiarato, Matteo, guerra alla burocrazia - quella cosa lettiana (di Zio, di Nipote: di sangue e d'istinto, quasi), italiana, democristiana, cosa indefinita e necessaria, magma e sostanza, lievito e pietra, insieme ali e zavorra. Vamos a matar!, ha esortato con bullesco entusiamo, "basta burocrazia!". Ma appunto i loro trent'anni (e oltre) "i ragazzi della via Pál" mettono in gioco: hanno sgomitato vittoriosamente, adesso far vedere che ne valeva la pena è la cosa più difficile.
E' l'educazione alla grande arte del governare. Andreotti giovanotto se lo tirava dietro De Gasperi, la rotta di una nave scuola tutti seguivano, ma onestamente non è che Fassino, quello con la "o", oppure Nicola Latorre siano lo stesso per Renzi. Sono un po' su Marte, sono un po' in territorio inesplorato, foresta (a loro) vergine, e forse dove cercano gazzelle troveranno leoni.
Già immaginarsi Marianna Madia alle prese con l'alta burocrazia è buon esercizio. Debitamente fornita di stradario, adeguatamente istruita sull'uso di "Street View" - dismessa l'iniziale inesperienza giovanile che contava di portare in Parlamento, potrà adesso inseguire con alleprata rapidità la nuova esperienza governativa. E' l'azzardo, magari in qualche caso l'unica soluzione trovata, di Renzi: freschezza e stupore e chestertoniana "meraviglia".
Può essere il disastro, può essere la soluzione - non avendo, appunto, i precedenti con tale e tanta esperienza, avendo lasciato meno di un disastro alle spalle, perfettamente ritratti in quella canzone di Brel, "ci vuole del talento / per invecchiare senza diventare adulti". Non ci sono molte cose da rimpiangere, questo il principale punto di forza di Matteo/Jànos Boka e degli altri ragazzi della sua via Pál.
Non avendo lasciato a bocca aperta, per dire, il professor Monti - uno che in svariate lingue a Bruxelles poteva dare del tu ai cavoletti, al presidente della Commissione e alla Merkel se si trovava a passare - magari finiranno con lo stupirci la Marianna e tutti gli altri: lei che intanto sarà mamma e al ministero magari allatterà, alla faccia di quei lagnosi che dicono che non si può fare, che il pupo ministeriale (l'età si abbassa, ma non esageriamo) non sta bene.
Sono tutti, chi più chi meno, artefici del loro colpo di genio e sostanzialmente di una fenomenale botta di culo - trainati da Matteo, che ha letteralmente spianato la strada, e chiaramente di Matteo uno ce n'è, e del resto l'Unico non è che faccia poco per ricordarlo. Così la "Società dello Stucco" della quale hanno il controllo è adesso il miglior bottino possibile, ma anche la responsabilità che li può schiantare.
Premier, ministri, sottosegretario - capitani, tenenti, sottotenenti: così si organizzavano Boka e i suoi. "Su dritto!". "Tacchi uniti!". "Petto in fuori!". "Pancia in dentro!". "Testa alta". E perciò: "Graziano, non mi andare dall'Annunziata! Stai coi pupi, la domenica a pranzo!". "Marianna, mi raccomando, chiedi al vigile per il ministero!".
L'avventura sua e dei suoi ragazzi della via Pál inizia praticamente dove il romanzo di Ferenc Molnár finiva: lì con la scomparsa del mite e sempre incimurrito Nemecsek, ingiustamente accusato, redentore altrui; qui con l'uscita di scena di Letta, a Nemecsek quasi perfettamente sovrapponibile, a parte il pentimento che scuote quasi tutto il resto della banda, non intuibile nel resto del Pd. Letta ora in momentaneo esilio a Londra, come Carlo Pisacane - e lui giovane era, ma di quella strana giovinezza che quasi identifica pure Alfano, che sembrano sempre sui cinquantacinque anni pure a trentacinque, e un corridoio ministeriale sembrano apprezzare più del piccolo prato in via Pál, persino in via Gluck. Perché è pieno d'insidie, il continente dove sono temerariamente sbarcati - e per dire, Angelino stesso si ritrovò con svariati kazaki che gli giravano inopinatamente attorno.
C'è sempre un metaforico kazako in agguato, dentro ogni ministero, che appunto a solenni cazzate (con sciocco gioco di parole) conduce; come l'umana vanità fa accorrere da "Ballarò" o dall'Annunziata, e sempre una parola di troppo si finisce col dire. La parsimonia di parole, ha raccomandato Matteo, di suo piuttosto vociante, ma parsimonia difficilmente avrà. Ma hanno comunque l'aria studiosa, i pischelli - Twitter a parte, ma pure il Santo Padre ormai digita.
Si scopre così che Marianna Madia non sarà proprio Marco Polo nell'andare, ma ha al suo attivo cose molto impressionanti e persino un poco (neanche poco) noiose, tipo "a settembre 2007 ho presentato alla conferenza Earie (European Association for Research in Industrial Economics), a Valencia, l'articolo ‘Is there any relationship between the degree of labour market regulation and the degree of firm innovativeness?'. Per Rai Educational, ho ideato e scritto la prima serie del programma E-cubo (Energia Ecologia economia)" - non pare votata ai colpi di testa.
Ora l'aspettano semplificazione (sarebbe il caso, a cominciare dai titoli degli articoli) e pubblica amministrazione, e sindacati e burocrazia raccolta a mazzi come gli asparagi, e cislini orfani e rivendicazioni quotidiane. E' la media bellezza dello sbaraglio, quella che fanno intravedere i ragazzi del Bullo. Che avranno la banda delle "Camicie rosse" (è nel romanzo di Molnár, non un riferimento diretto a Cuperlo e Fassina, quello con la "a") in agguato, le insidie dell'Orto Botanico, il Libro Nero che custodisce i segreti di tutti.
E c'è pure Civati che ruggisce: il necessario e il superfluo. E', ha spiegato Matteo al resto della banda, questa del governo la prova prima e ultima per tutti - quasi come la vita per Boka, "nelle ore tristi come in quelle serene, è sempre lotta, fino all'ultimo". Avrà da lottare Federica Mogherini, la cui nomina un po' di magone alla Bonino ha causato, che come dice il quotidiano Europa all'estero spesso stava, "dando conto fedelmente della propria attività sul suo blog".
Certo, un posto che altro che la semplificazione e le qualifiche degli impiegati del pubblico registro. Ne sa qualcosa, di esteri, ma l'instradamento, per un ministero di tale nobiltà - seppure ha diversamente vagato, da Andreotti a D'Alema a Frattini - ha da richiedere la consolazione del segretario generale e il concorso di una pletora di ambasciatori dai riti complessi.
Ma tra i suoi, forse il compito più complesso - Matteo l'avrà immaginata come Csònakos, di fischio potente e di rapida arrampicatura su per i tronchi - tocca a Maria Elena Boschi, di fresca elezione e spedita ai Rapporti con il Parlamento, che è più o meno come stare per dodici mesi l'anno con l'acqua alta e con i mocassini (si dovrebbe occupare pure di Riforme istituzionali, ma quello è un posto dove si è pure attardato Quagliariello: come tirarsi dietro l'ombrello a giugno, può servire, ma quasi sempre è inutile).
Il Parlamento, seppure con il conforto sottosegretariale di Ivan Scalfarotto, è invece un bel rischio - e più che i funzionari, qualche vecchio marpione, da prendere sottobanco, a motivo di possibile scomunicazione, potrebbe rivelarsi vincente. Peraltro, essendo l'on. min. Boschi a detta del Cav. troppo bella per essere comunista, e a detta di altri "Miss Parlamento", sue foto dallo sguardo assassino fanno opportunamente il giro del web.
Ma niente come la giovanile (vabbè, adolescenziale) immagine di lei Madonna in un presepe vivente, accanto a un san Giuseppe con i calzini turchesi e un bambinello dall'aria già piuttosto svezzata, e pratica da catechista in corso: la celestiale immagine, e la benemerita vocazione, in mancanza di un Mario Pochetti o di un Paolo Cirino Pomicino a supporto, potrebbe al meglio disporre - di fronte a nuovi attacchi pentastellati. Essendo giovane, è un governo per forza ginnico, quello della via Pál di Renzi. Sono ministri studiosi che studiano e ministri tendenzialmente filiformi che si esercitano.
Avrà generali e colonnelli a frotte, Roberta Pinotti, ministro della Difesa (che però già lì stava, da sottosegretaria, difficile si faccia impressionare da una diversa gradazione delle stellette), e si suppone, visto che ha già ripreso le corse mattutine, qualche maresciallo adeguatamente strutturato sul chilometraggio di scorta. La giustificata sua contentezza il ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina non ha nascosto ("non posso negare") sul suo blog. Ma studente agrario era, e lì come sottosegretario stava. Perciò, pronto.
Ma intanto, a maggior sicurezza, c'è chi gli invia pensieri/ invocazioni di De Gasperi da far avere anche a Renzi - non si sa mai: "Perdonami Signore, ma porto con me nelle mie occupazioni la Tua preghiera. Penetra tutta la mia attività, prega Tu nel mio lavoro e in tutta la donazione di me stesso".
Fatto sta che, sostanzialmente, i ragazzi di Matteo un po' allo sbaraglio si trovano - a naso, a funzionario accreditato, a tifo mediatico (e a mediatica possibilità di finire spernacchiati) bisogna attaccarsi. Sono le incognite di una (mezza) rivoluzione, una sfrontatezza che un po' evoca certi striscioni che accompagnavano il Veltroni dei giorni gloriosi del Lingotto, "il senso lieve della speranza" (così lieve che al primo colpo di vento ha preso il volo), e un po' rammenta quella del Cav. della discesa in campo e, soprattutto, del "ghe pensi mi", vero renziano antemarcia.
Fa impressione, quella sfrontatezza, ma in fondo non è molto differente da quella che, ciclicamente, si ripropone - quando si cambia generazione, quando il vecchio inevitabilmente s'apparta (più spesso viene fatto appartare), quando facce nuove hanno ancora bisogno di un po' di rodaggio per rendersi riconoscibili tra il "panino" dei tiggì e un "li mortacci tua" in un vicolo bordeggiante Montecitorio.
La mezza bellezza della rivoluzione, come la bellezza completa dell'asino, ha sempre breve durata. Così, la stessa questione si ripropone - adesso, casomai, il fenomeno è solo più di massa: un partito sconsolato conquistato in pochi mesi, un governo sconsolante scalzato in poche settimane, un esecutivo consolatorio messo in piedi in pochi giorni. "Tacchi uniti!". "Petto in fuori!".
Ma pur superata la "sindrome di Tanguy" (il sapientone che i genitori non riescono a mettere fuori casa), sempre persiste la necessità di un certo indottrinamento. Successe, per esempio, quando fu eletta alla presidenza di Montecitorio la giovanissima Irene Pivetti - e agli sfottò iniziali seguirono mazzi di rose di impegnati intellettuali. Il buon Alfredo Biondi, liberale da una vita e vicepresidente della Camera quasi non da meno, s'impuntò per non tornare a fare il vice della nuova eletta.
"Non vado a fare l'impiegato, il funzionario per dare lezioni ai pupi o alle pupe!". Persino Andreotti, con classe clericale, dava segni d'insoddisfazione quando col ciclico e mai risolutivo rinnovamento, qualcuno voleva mettere disordine dentro il suo Scudocrociato: "Certi nuovi iscritti alla Dc vogliono insegnare il Credo agli Apostoli".
Che poi, visto come tutto è finito, buttare un orecchio a qualche nuova orazione non è neanche pratica disdicevole. A Renzi e ai suoi della via Pál tocca sperare che alla fine non vada come ai piccoli eroi di Budapest - che strenuamente difesero il loro spazio per giocare, sfidando misteri e fatica di crescere. "Lo slovacco sbuffò una boccata di fumo dalla pipa. ‘Ha detto che deve costruire'. ‘Qui?'. ‘Sì. Lunedì prossimo verrano a fare le misure e poi cominceranno gli scavi per le fondamenta'. ‘Qui?! - gridò Boka - Vengono a costruire una casa qui?!'. ‘Proprio qui - rispose impassibile Jano - Una grande casa popolare di cinque piani.
E' il proprietario del terreno che la fa costruire. Avete combattuto per niente!'. E senza aggiunger altro rientrò nella sua baracca. Boka rimase senza fiato. Le lacrime gli vennero copiose agli occhi. Si precipitò verso la porta e fuggì da quell'ingrato pezzo di terra che lui e i suoi compagni avevano difeso con tanti sacrifici e ora li tradiva per accogliere una orribile casa popolare...". Un Rottamatore di solito le case le butta giù, ma chissà come fare se si fa vivo il proprietario del terreno. Intanto apprende l'arte sempre saggia di correre - per arrivare, e se va male per andare via. Soltanto che poi si muta nell'arte di scappare.
IL GOVERNO DEL MURETTO – I MINISTRI-RAGAZZINI DI RENZI GIOCHICCHIANO TRA TWITTER, SMS E I-PAD: CHE COSA SUCCEDERÀ QUANDO SI TROVERANNO A TU PER TU CON I BUROSAURI DELL’AMMINISTRAZIONE? (VE LA IMMAGINATE LA MADIA ALLE PRESE CON L’ALTA BUROCRAZIA?)
Stefano Di Michele: ‘Sono tutti, chi più chi meno, artefici del loro colpo di genio e di una fenomenale botta di culo, ministri studiosi che studiano e ministri tendenzialmente filiformi che si esercitano – La Pinotti ha già ripreso le corse mattutine, Renzi esibisce il libro di Hurakami: l’arte di correre (per arrivare e, se va male, per darsela a gambe)…
Stefano Di Michele per ‘Il Foglio'
A parte la mancanza di rispetto, già lamentata da Oscar Wilde, per i capelli tinti (oltre che per i baffi imbiancati, come quelli di MdA - da antiche cifre su sartoriale camicia, ora che lo stile e la convenienza e l'attenzione all'asola spingono piuttosto verso il "quattro al prezzo di tre"), i "ragazzi della via Pál" che hanno espugnato Palazzo Chigi - come mai riusciranno a fare gli eroi letterari di Molnár col palazzone che mangerà il loro prato - di rispetto ne hanno poco pure per la forma.
Godendo della fortunata combinazione tra simpatia mediatica e "bellezza dell'asino", berlusconianamente ambita e renzianamente esibita, un po' garbatamente innovano e un po' sgarbatamente forzano. Bastava vedere il banco del governo nel giorno del dibattito parlamentare sulla fiducia - tra carte e smartphone e tablet e chincaglieria varia, che preciso preciso faceva venire in mente la cameretta del figlio "sdraiato" di Michele Serra o quella di Lorenzo, il liceale coatto di Corrado Guzzanti: "Maddecheao'? Come secernere agli esami" - quelli politici compresi.
E perciò giustamente, davanti a sé, il giovanile premier non esibiva un rapporto di Olli Rehn o uno studio della Bce, piuttosto "L'arte di correre" di Murakami Haruki (pensava forse di dover prendere il treno Tiburtina / Santa Maria Novella?), che mirabilmente sintetizzava tanto la curiosità letteraria quanto la disposizione podistica - che età non troppo elevata richiede, a parte per l'ultracinquantenne ministro Maurizio Lupi, che però essendo ciellino anche di altri apporti, non solo muscolari, gode.
Era uno spettacolo, quel banco incasinato dell'esecutivo del Bullo I: lui parlava, le mani in saccoccia, e intorno a lui ministre/i, di giovanile incarnato che manco il Cav.: chi tuittava (Matteo lo aveva fatto pure dallo studio di Napolitano), chi telefonava, chi messaggiava, chi leggeva (sull'iPad, of course, manco uno con un pezzo di carta in mano), chi condivideva, chi chattava, meno male che a nessuno è venuto in mente di tirare fuori la playstation - spettacolare, pareva il Governo del Muretto.
Lavoro tosto! Batti il cinque! Bella, Matte'! (Non si sono rivelate invece presenze di vaganti avanzi di chewingum, sempre possibili: come quello che un giorno restò appiccicato su un prezioso abito di sartoria di un deputato agli inizi della Seconda Repubblica, e MdA - la cui rottamazione-simbolo ha unto e santificato il sorgere governativo e tuittante del Bullo I - esaminò il deprecabile evento e segnalò allo sfortunato: "Ecco, vedi, da quando la società civile ha preso il posto della politica professionista capitano cose come queste").
Ma in un twitter non ci sta tutto - centoquaranta caratteri bastano giusto per dire "arriviamo, arriviamo", Arriba! Arriba!, come Speedy Gonzales, ma una volta giunti all'opera bisogna mettersi. E adesso, ripristinato l'ordine sul banco governativo, "l'arte di correre" davvero necessita praticare - con solidità politica, non solo di coscia: non si tratta solo di fare Roma-Ostia in braghette, come da previsione. Perché magari, cantava il compagno Guccini, "a vent'anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell'età", ma a trenta (Cinquetti o non Cinquetti, avere o non avere l'età), con quell'azzardo di rivoluzione che Renzi vuol provare ad avviare, è il momento di segnare qualche colpo (quando, se non adesso?), oltre che di tirare su le coperte del letto.
I bamboccioni che il ministro Padoa Schioppa esortava a lasciare la casa genitoriale l'hanno fatto - perciò adesso gli toccano condominio, bollette e pulitura dell'androne. C'è solo da immaginarli, in questi giorni, i ministri di primo pelo come le ministre di fresca depilazione, nel loro ingresso ministeriale, al loro primo addottrinamento governativo: nel groviglio dell'altissima burocrazia che omaggia e instrada e gestisce, chiama pure l'ascensore se serve, quell'ammasso prezioso e inestricabile di direttori generali, segretari non meno generali, capi segreteria, capi dipartimento, prefetti, consiglieri di stato - altro che la Leopolda, altro che il binario morto da dove partire all'assalto del vacillante Bersani.
Ha dichiarato, Matteo, guerra alla burocrazia - quella cosa lettiana (di Zio, di Nipote: di sangue e d'istinto, quasi), italiana, democristiana, cosa indefinita e necessaria, magma e sostanza, lievito e pietra, insieme ali e zavorra. Vamos a matar!, ha esortato con bullesco entusiamo, "basta burocrazia!". Ma appunto i loro trent'anni (e oltre) "i ragazzi della via Pál" mettono in gioco: hanno sgomitato vittoriosamente, adesso far vedere che ne valeva la pena è la cosa più difficile.
E' l'educazione alla grande arte del governare. Andreotti giovanotto se lo tirava dietro De Gasperi, la rotta di una nave scuola tutti seguivano, ma onestamente non è che Fassino, quello con la "o", oppure Nicola Latorre siano lo stesso per Renzi. Sono un po' su Marte, sono un po' in territorio inesplorato, foresta (a loro) vergine, e forse dove cercano gazzelle troveranno leoni.
Già immaginarsi Marianna Madia alle prese con l'alta burocrazia è buon esercizio. Debitamente fornita di stradario, adeguatamente istruita sull'uso di "Street View" - dismessa l'iniziale inesperienza giovanile che contava di portare in Parlamento, potrà adesso inseguire con alleprata rapidità la nuova esperienza governativa. E' l'azzardo, magari in qualche caso l'unica soluzione trovata, di Renzi: freschezza e stupore e chestertoniana "meraviglia".
Può essere il disastro, può essere la soluzione - non avendo, appunto, i precedenti con tale e tanta esperienza, avendo lasciato meno di un disastro alle spalle, perfettamente ritratti in quella canzone di Brel, "ci vuole del talento / per invecchiare senza diventare adulti". Non ci sono molte cose da rimpiangere, questo il principale punto di forza di Matteo/Jànos Boka e degli altri ragazzi della sua via Pál.
Non avendo lasciato a bocca aperta, per dire, il professor Monti - uno che in svariate lingue a Bruxelles poteva dare del tu ai cavoletti, al presidente della Commissione e alla Merkel se si trovava a passare - magari finiranno con lo stupirci la Marianna e tutti gli altri: lei che intanto sarà mamma e al ministero magari allatterà, alla faccia di quei lagnosi che dicono che non si può fare, che il pupo ministeriale (l'età si abbassa, ma non esageriamo) non sta bene.
Sono tutti, chi più chi meno, artefici del loro colpo di genio e sostanzialmente di una fenomenale botta di culo - trainati da Matteo, che ha letteralmente spianato la strada, e chiaramente di Matteo uno ce n'è, e del resto l'Unico non è che faccia poco per ricordarlo. Così la "Società dello Stucco" della quale hanno il controllo è adesso il miglior bottino possibile, ma anche la responsabilità che li può schiantare.
Premier, ministri, sottosegretario - capitani, tenenti, sottotenenti: così si organizzavano Boka e i suoi. "Su dritto!". "Tacchi uniti!". "Petto in fuori!". "Pancia in dentro!". "Testa alta". E perciò: "Graziano, non mi andare dall'Annunziata! Stai coi pupi, la domenica a pranzo!". "Marianna, mi raccomando, chiedi al vigile per il ministero!".
L'avventura sua e dei suoi ragazzi della via Pál inizia praticamente dove il romanzo di Ferenc Molnár finiva: lì con la scomparsa del mite e sempre incimurrito Nemecsek, ingiustamente accusato, redentore altrui; qui con l'uscita di scena di Letta, a Nemecsek quasi perfettamente sovrapponibile, a parte il pentimento che scuote quasi tutto il resto della banda, non intuibile nel resto del Pd. Letta ora in momentaneo esilio a Londra, come Carlo Pisacane - e lui giovane era, ma di quella strana giovinezza che quasi identifica pure Alfano, che sembrano sempre sui cinquantacinque anni pure a trentacinque, e un corridoio ministeriale sembrano apprezzare più del piccolo prato in via Pál, persino in via Gluck. Perché è pieno d'insidie, il continente dove sono temerariamente sbarcati - e per dire, Angelino stesso si ritrovò con svariati kazaki che gli giravano inopinatamente attorno.
C'è sempre un metaforico kazako in agguato, dentro ogni ministero, che appunto a solenni cazzate (con sciocco gioco di parole) conduce; come l'umana vanità fa accorrere da "Ballarò" o dall'Annunziata, e sempre una parola di troppo si finisce col dire. La parsimonia di parole, ha raccomandato Matteo, di suo piuttosto vociante, ma parsimonia difficilmente avrà. Ma hanno comunque l'aria studiosa, i pischelli - Twitter a parte, ma pure il Santo Padre ormai digita.
Si scopre così che Marianna Madia non sarà proprio Marco Polo nell'andare, ma ha al suo attivo cose molto impressionanti e persino un poco (neanche poco) noiose, tipo "a settembre 2007 ho presentato alla conferenza Earie (European Association for Research in Industrial Economics), a Valencia, l'articolo ‘Is there any relationship between the degree of labour market regulation and the degree of firm innovativeness?'. Per Rai Educational, ho ideato e scritto la prima serie del programma E-cubo (Energia Ecologia economia)" - non pare votata ai colpi di testa.
Ora l'aspettano semplificazione (sarebbe il caso, a cominciare dai titoli degli articoli) e pubblica amministrazione, e sindacati e burocrazia raccolta a mazzi come gli asparagi, e cislini orfani e rivendicazioni quotidiane. E' la media bellezza dello sbaraglio, quella che fanno intravedere i ragazzi del Bullo. Che avranno la banda delle "Camicie rosse" (è nel romanzo di Molnár, non un riferimento diretto a Cuperlo e Fassina, quello con la "a") in agguato, le insidie dell'Orto Botanico, il Libro Nero che custodisce i segreti di tutti.
E c'è pure Civati che ruggisce: il necessario e il superfluo. E', ha spiegato Matteo al resto della banda, questa del governo la prova prima e ultima per tutti - quasi come la vita per Boka, "nelle ore tristi come in quelle serene, è sempre lotta, fino all'ultimo". Avrà da lottare Federica Mogherini, la cui nomina un po' di magone alla Bonino ha causato, che come dice il quotidiano Europa all'estero spesso stava, "dando conto fedelmente della propria attività sul suo blog".
Certo, un posto che altro che la semplificazione e le qualifiche degli impiegati del pubblico registro. Ne sa qualcosa, di esteri, ma l'instradamento, per un ministero di tale nobiltà - seppure ha diversamente vagato, da Andreotti a D'Alema a Frattini - ha da richiedere la consolazione del segretario generale e il concorso di una pletora di ambasciatori dai riti complessi.
Ma tra i suoi, forse il compito più complesso - Matteo l'avrà immaginata come Csònakos, di fischio potente e di rapida arrampicatura su per i tronchi - tocca a Maria Elena Boschi, di fresca elezione e spedita ai Rapporti con il Parlamento, che è più o meno come stare per dodici mesi l'anno con l'acqua alta e con i mocassini (si dovrebbe occupare pure di Riforme istituzionali, ma quello è un posto dove si è pure attardato Quagliariello: come tirarsi dietro l'ombrello a giugno, può servire, ma quasi sempre è inutile).
Il Parlamento, seppure con il conforto sottosegretariale di Ivan Scalfarotto, è invece un bel rischio - e più che i funzionari, qualche vecchio marpione, da prendere sottobanco, a motivo di possibile scomunicazione, potrebbe rivelarsi vincente. Peraltro, essendo l'on. min. Boschi a detta del Cav. troppo bella per essere comunista, e a detta di altri "Miss Parlamento", sue foto dallo sguardo assassino fanno opportunamente il giro del web.
Ma niente come la giovanile (vabbè, adolescenziale) immagine di lei Madonna in un presepe vivente, accanto a un san Giuseppe con i calzini turchesi e un bambinello dall'aria già piuttosto svezzata, e pratica da catechista in corso: la celestiale immagine, e la benemerita vocazione, in mancanza di un Mario Pochetti o di un Paolo Cirino Pomicino a supporto, potrebbe al meglio disporre - di fronte a nuovi attacchi pentastellati. Essendo giovane, è un governo per forza ginnico, quello della via Pál di Renzi. Sono ministri studiosi che studiano e ministri tendenzialmente filiformi che si esercitano.
Avrà generali e colonnelli a frotte, Roberta Pinotti, ministro della Difesa (che però già lì stava, da sottosegretaria, difficile si faccia impressionare da una diversa gradazione delle stellette), e si suppone, visto che ha già ripreso le corse mattutine, qualche maresciallo adeguatamente strutturato sul chilometraggio di scorta. La giustificata sua contentezza il ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina non ha nascosto ("non posso negare") sul suo blog. Ma studente agrario era, e lì come sottosegretario stava. Perciò, pronto.
Ma intanto, a maggior sicurezza, c'è chi gli invia pensieri/ invocazioni di De Gasperi da far avere anche a Renzi - non si sa mai: "Perdonami Signore, ma porto con me nelle mie occupazioni la Tua preghiera. Penetra tutta la mia attività, prega Tu nel mio lavoro e in tutta la donazione di me stesso".
Fatto sta che, sostanzialmente, i ragazzi di Matteo un po' allo sbaraglio si trovano - a naso, a funzionario accreditato, a tifo mediatico (e a mediatica possibilità di finire spernacchiati) bisogna attaccarsi. Sono le incognite di una (mezza) rivoluzione, una sfrontatezza che un po' evoca certi striscioni che accompagnavano il Veltroni dei giorni gloriosi del Lingotto, "il senso lieve della speranza" (così lieve che al primo colpo di vento ha preso il volo), e un po' rammenta quella del Cav. della discesa in campo e, soprattutto, del "ghe pensi mi", vero renziano antemarcia.
Fa impressione, quella sfrontatezza, ma in fondo non è molto differente da quella che, ciclicamente, si ripropone - quando si cambia generazione, quando il vecchio inevitabilmente s'apparta (più spesso viene fatto appartare), quando facce nuove hanno ancora bisogno di un po' di rodaggio per rendersi riconoscibili tra il "panino" dei tiggì e un "li mortacci tua" in un vicolo bordeggiante Montecitorio.
La mezza bellezza della rivoluzione, come la bellezza completa dell'asino, ha sempre breve durata. Così, la stessa questione si ripropone - adesso, casomai, il fenomeno è solo più di massa: un partito sconsolato conquistato in pochi mesi, un governo sconsolante scalzato in poche settimane, un esecutivo consolatorio messo in piedi in pochi giorni. "Tacchi uniti!". "Petto in fuori!".
Ma pur superata la "sindrome di Tanguy" (il sapientone che i genitori non riescono a mettere fuori casa), sempre persiste la necessità di un certo indottrinamento. Successe, per esempio, quando fu eletta alla presidenza di Montecitorio la giovanissima Irene Pivetti - e agli sfottò iniziali seguirono mazzi di rose di impegnati intellettuali. Il buon Alfredo Biondi, liberale da una vita e vicepresidente della Camera quasi non da meno, s'impuntò per non tornare a fare il vice della nuova eletta.
"Non vado a fare l'impiegato, il funzionario per dare lezioni ai pupi o alle pupe!". Persino Andreotti, con classe clericale, dava segni d'insoddisfazione quando col ciclico e mai risolutivo rinnovamento, qualcuno voleva mettere disordine dentro il suo Scudocrociato: "Certi nuovi iscritti alla Dc vogliono insegnare il Credo agli Apostoli".
Che poi, visto come tutto è finito, buttare un orecchio a qualche nuova orazione non è neanche pratica disdicevole. A Renzi e ai suoi della via Pál tocca sperare che alla fine non vada come ai piccoli eroi di Budapest - che strenuamente difesero il loro spazio per giocare, sfidando misteri e fatica di crescere. "Lo slovacco sbuffò una boccata di fumo dalla pipa. ‘Ha detto che deve costruire'. ‘Qui?'. ‘Sì. Lunedì prossimo verrano a fare le misure e poi cominceranno gli scavi per le fondamenta'. ‘Qui?! - gridò Boka - Vengono a costruire una casa qui?!'. ‘Proprio qui - rispose impassibile Jano - Una grande casa popolare di cinque piani.
E' il proprietario del terreno che la fa costruire. Avete combattuto per niente!'. E senza aggiunger altro rientrò nella sua baracca. Boka rimase senza fiato. Le lacrime gli vennero copiose agli occhi. Si precipitò verso la porta e fuggì da quell'ingrato pezzo di terra che lui e i suoi compagni avevano difeso con tanti sacrifici e ora li tradiva per accogliere una orribile casa popolare...". Un Rottamatore di solito le case le butta giù, ma chissà come fare se si fa vivo il proprietario del terreno. Intanto apprende l'arte sempre saggia di correre - per arrivare, e se va male per andare via. Soltanto che poi si muta nell'arte di scappare.
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Re: Il nuovo governo Renzi
Il sottosegretario Gentile si è dimesso.
Tg7 - Ore 20,00
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Re: Il nuovo governo Renzi
"In modo particolare, negli ultimi vent’anni, da quando è comparso Lui, il Caimano, le parole sono scritte sull’acqua……..
Roma, 11 set. (Adnkronos/Ign) - "In qualsiasi Paese al mondo Berlusconi sarebbe andato a casa sua da solo senza aspettare alcuna decadenza. Quando una persona viene condannata con sentenza passata in giudicato, la partita è finita, è game over. Così accade in qualsiasi Paese del mondo". E' l'affondo che arriva da Matteo Renzi, ospite di 'Porta a Porta', sul caso Berlusconi che sta tenendo in fibrillazione il governo delle larghe intese di Enrico Letta.
*
Matteo Renzi su twitter: "Mai più larghe intese, gli impegni presi alle primarie Pd sono confermati" (FOTO)
L'Huffington Post | Pubblicato: 25/01/2014 19:44 CET | Aggiornato: 25/01/2014 20:17 CET"
# "Staisereno Matteuccio"
05 MAR 2014 11:37
1. LA RETROMARCIA SULL’ITALICUM CONCORDATA IERI DA RENZI CON IL BANANA CONFERMA CHE IL FAMOSO “PATTO DEL NAZARENO” SERVIVA A UNA COSA SOLTANTO: A FAR FUORI LETTA-NIPOTE E A FAR CREDERE A RE GIORGIO, STRANAMENTE SILENTE IN QUESTO 2014, CHE FOSSE CAMBIATO IL QUADRO POLITICO E FOSSE PARTITA UNA STAGIONE DI RIFORME -
2. IN COMPENSO PITTIBIMBO GETTA FUMO NEGLI OCCHI SBANDIERANDO UNA “ABOLIZIONE DEL SENATO” CHE NON C’È PERCHÉ, GUARDA CASO, NON ESISTE UNA BOZZA DELLA RIFORMA -
3. RENZIE GIOCA PESANTE, SE PUÒ FOTTE L’AVVERSARIO (“STAISERENO”), HA UN’IDEA PIUTTOSTO RINASCIMENTALE DEL RISPETTO DEI PATTI E UNA VOLTA OTTENUTA LA POLTRONA CHE VOLEVA PENSERÀ SOLTANTO A COME RIGUADAGNARLA CON IL CONSENSO ELETTORALE CHE ANCORA GLI MANCA. TEMPI E MODI DELLE PROSSIME ELEZIONI SARANNO DECISI SEMPLICEMENTE SULLA BASE DEI SONDAGGI E DEI CALCOLI PERSONALI DI MATTEUCCIO. DICIAMO CHE LA COSIDDETTA “AGENDA DEL PAESE” VIENE DOPO -
a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)
1 - LA BELLA POLITICA
Cosa non si fa per governare con Alfano.
La retromarcia sull'Italicum concordata ieri con il Banana conferma che il famoso "Patto del Nazareno" serviva a una cosa soltanto: a far fuori Lettanipote e a far credere a Re Giorgio, stranamente silente in questo 2014, che fosse cambiato il quadro politico e fosse partita una stagione di riforme.
In compenso Pittibimbo getta fumo negli occhi sbandierando una presunta "abolizione del Senato" che non c'è perché, guarda caso, non si è degnato neppure di presentare una bozza di questa famosa riforma di Palazzo Madama in un super-Cnel di sindaci e presidenti di Regione.
Renzie gioca pesante, se può fotte l'avversario ("staisereno"), ha un'idea piuttosto rinascimentale del rispetto dei patti e una volta ottenuta la poltrona che voleva penserà soltanto a come riguadagnarla con il consenso elettorale che ancora gli manca. Poi uno si stupisce se al Cav fa tanta simpatia. Tempi e modi delle prossime elezioni saranno decisi semplicemente sulla base dei sondaggi e dei calcoli personali di Matteuccio. Diciamo che la cosiddetta "agenda del Paese" viene dopo.
Lo stesso vale per il Banana, che ieri si è piegato all'amputazione dell'Italicum perché ostaggio delle proprie paure. Paura di restare tagliato fuori dal giochino delle riforme. Paura che le garanzie ottenute da Renzie in materia di governo e telecomunicazioni vadano a farsi benedire. Paura di affrontare una campagna elettorale per le politiche con la palla al piede dell'affidamento in prova ai servizi sociali.
Si può vestire di dolce stil novo qualunque operazione di potere, anche il semplice "Spostati che mi ci metto io" che ha portato alla giubilazione di Lettanipote, ma alla fine ambizione personale, tradimento e paura sono le categorie dominanti della politica italiana.
Del resto le facce struccate degli Alfano, dei Renzi e dei Berlusconi, in questa fase dicono soltanto questo: ambizione, tradimento e paura.
2) Ovviamente, i giornaloni di Lor signori infiocchettano ben altra "realtà". Strepitoso il Corriere in prima: "Italicum, Renzi trova l'accordo". In brodo di giuggiole la Stampa, nel giorno in cui Marpionne ha veduto bene di ricordare ai suoi dipendenti con la penna che la Fiat sostiene i governi: "Il nuovo patto per le riforme".
Risultano così quasi ingenerose le prime pagine della Repubblica dei renziani ("Accordo fatto sull'Italicum. Vale solo per la Camera. Berlusconi: deluso da Renzi") e del Messaggero ("Riforma solo per la Camera").
Venendo al sodo, il Corriere ci regala il solito retroscena alfanoide di Verderami, nei giorni scorsi "nostro inviato a Berlino" al seguito "del vicepremier Alfano": "Così finisce il patto del Nazareno. Ora l'asse obbligato è premier-Alfano. Entrambi puntano a realizzare il programma per poi sfidarsi alle urne. Lo schema politico cambia e sulle regole il segretario pd allarga la maggioranza" (p. 5).
Repubblica invece gioisce per lo scampato pericolo: "Matteo si gioca tutto al telefono con Silvio. ‘Potevano saltare governo e riforme'. E scansa la trappola dell'entrata in vigore posticipata. L'ok del Colle" (p. 3). E sulla Stampa, Ugo Magri spiega bene le mosse di Palazzo Grazioli: "La svolta del Cavaliere dopo una telefonata nella notte. La conversazione col leader Pd ha evitato la rottura. Sulla retromarcia di Berlusconi ha pesato il ruolo di Verdini. Santanchè spiega: ‘Non sarà forse la legge migliore, ma è sempre meglio di nessuna legge" (p. 2).
Il Giornale maschera le paure del Banana dietro una prima pagina furbetta ("E' solo un Renzino") e poi la racconta così: "Il Cavaliere: troppi ritardi. Ma tiene a galla il premier".
Sarà, ma il vero colpo di giornata è l'intervista a Henry Winkler, ex protagonista di Happy days: "Renzi chi? L'unico che conosco è Berlusconi. Renzi mi imita? Se è bravo farà strada" (Giornale, p. 3).
3 - MA FACCE RIDE!
Mentre la polemica sui sottosegretari indagati si sposta in casa piddina (ne vantano ben quattro), da incorniciare le parole dello stampatore calabrese Umberto De Rose, quello che fece pressioni sull'editore de L'Ora di Calabria in favore di Gentile. A Repubblica dice: "Era tutto un trappolone e io invece parlavo liberamente. Vengo etichettato soprattutto per come mi esprimo. Perché certi nostri dialetti del sud, a un uditorio nazionale, si sa, richiamano subito i modi di fare di certe associazioni particolari" (p. 7). "Associazioni particolari" è veramente un capolavoro. Un capolavoro che un po' associa e un po' no.
Roma, 11 set. (Adnkronos/Ign) - "In qualsiasi Paese al mondo Berlusconi sarebbe andato a casa sua da solo senza aspettare alcuna decadenza. Quando una persona viene condannata con sentenza passata in giudicato, la partita è finita, è game over. Così accade in qualsiasi Paese del mondo". E' l'affondo che arriva da Matteo Renzi, ospite di 'Porta a Porta', sul caso Berlusconi che sta tenendo in fibrillazione il governo delle larghe intese di Enrico Letta.
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Matteo Renzi su twitter: "Mai più larghe intese, gli impegni presi alle primarie Pd sono confermati" (FOTO)
L'Huffington Post | Pubblicato: 25/01/2014 19:44 CET | Aggiornato: 25/01/2014 20:17 CET"
# "Staisereno Matteuccio"
05 MAR 2014 11:37
1. LA RETROMARCIA SULL’ITALICUM CONCORDATA IERI DA RENZI CON IL BANANA CONFERMA CHE IL FAMOSO “PATTO DEL NAZARENO” SERVIVA A UNA COSA SOLTANTO: A FAR FUORI LETTA-NIPOTE E A FAR CREDERE A RE GIORGIO, STRANAMENTE SILENTE IN QUESTO 2014, CHE FOSSE CAMBIATO IL QUADRO POLITICO E FOSSE PARTITA UNA STAGIONE DI RIFORME -
2. IN COMPENSO PITTIBIMBO GETTA FUMO NEGLI OCCHI SBANDIERANDO UNA “ABOLIZIONE DEL SENATO” CHE NON C’È PERCHÉ, GUARDA CASO, NON ESISTE UNA BOZZA DELLA RIFORMA -
3. RENZIE GIOCA PESANTE, SE PUÒ FOTTE L’AVVERSARIO (“STAISERENO”), HA UN’IDEA PIUTTOSTO RINASCIMENTALE DEL RISPETTO DEI PATTI E UNA VOLTA OTTENUTA LA POLTRONA CHE VOLEVA PENSERÀ SOLTANTO A COME RIGUADAGNARLA CON IL CONSENSO ELETTORALE CHE ANCORA GLI MANCA. TEMPI E MODI DELLE PROSSIME ELEZIONI SARANNO DECISI SEMPLICEMENTE SULLA BASE DEI SONDAGGI E DEI CALCOLI PERSONALI DI MATTEUCCIO. DICIAMO CHE LA COSIDDETTA “AGENDA DEL PAESE” VIENE DOPO -
a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)
1 - LA BELLA POLITICA
Cosa non si fa per governare con Alfano.
La retromarcia sull'Italicum concordata ieri con il Banana conferma che il famoso "Patto del Nazareno" serviva a una cosa soltanto: a far fuori Lettanipote e a far credere a Re Giorgio, stranamente silente in questo 2014, che fosse cambiato il quadro politico e fosse partita una stagione di riforme.
In compenso Pittibimbo getta fumo negli occhi sbandierando una presunta "abolizione del Senato" che non c'è perché, guarda caso, non si è degnato neppure di presentare una bozza di questa famosa riforma di Palazzo Madama in un super-Cnel di sindaci e presidenti di Regione.
Renzie gioca pesante, se può fotte l'avversario ("staisereno"), ha un'idea piuttosto rinascimentale del rispetto dei patti e una volta ottenuta la poltrona che voleva penserà soltanto a come riguadagnarla con il consenso elettorale che ancora gli manca. Poi uno si stupisce se al Cav fa tanta simpatia. Tempi e modi delle prossime elezioni saranno decisi semplicemente sulla base dei sondaggi e dei calcoli personali di Matteuccio. Diciamo che la cosiddetta "agenda del Paese" viene dopo.
Lo stesso vale per il Banana, che ieri si è piegato all'amputazione dell'Italicum perché ostaggio delle proprie paure. Paura di restare tagliato fuori dal giochino delle riforme. Paura che le garanzie ottenute da Renzie in materia di governo e telecomunicazioni vadano a farsi benedire. Paura di affrontare una campagna elettorale per le politiche con la palla al piede dell'affidamento in prova ai servizi sociali.
Si può vestire di dolce stil novo qualunque operazione di potere, anche il semplice "Spostati che mi ci metto io" che ha portato alla giubilazione di Lettanipote, ma alla fine ambizione personale, tradimento e paura sono le categorie dominanti della politica italiana.
Del resto le facce struccate degli Alfano, dei Renzi e dei Berlusconi, in questa fase dicono soltanto questo: ambizione, tradimento e paura.
2) Ovviamente, i giornaloni di Lor signori infiocchettano ben altra "realtà". Strepitoso il Corriere in prima: "Italicum, Renzi trova l'accordo". In brodo di giuggiole la Stampa, nel giorno in cui Marpionne ha veduto bene di ricordare ai suoi dipendenti con la penna che la Fiat sostiene i governi: "Il nuovo patto per le riforme".
Risultano così quasi ingenerose le prime pagine della Repubblica dei renziani ("Accordo fatto sull'Italicum. Vale solo per la Camera. Berlusconi: deluso da Renzi") e del Messaggero ("Riforma solo per la Camera").
Venendo al sodo, il Corriere ci regala il solito retroscena alfanoide di Verderami, nei giorni scorsi "nostro inviato a Berlino" al seguito "del vicepremier Alfano": "Così finisce il patto del Nazareno. Ora l'asse obbligato è premier-Alfano. Entrambi puntano a realizzare il programma per poi sfidarsi alle urne. Lo schema politico cambia e sulle regole il segretario pd allarga la maggioranza" (p. 5).
Repubblica invece gioisce per lo scampato pericolo: "Matteo si gioca tutto al telefono con Silvio. ‘Potevano saltare governo e riforme'. E scansa la trappola dell'entrata in vigore posticipata. L'ok del Colle" (p. 3). E sulla Stampa, Ugo Magri spiega bene le mosse di Palazzo Grazioli: "La svolta del Cavaliere dopo una telefonata nella notte. La conversazione col leader Pd ha evitato la rottura. Sulla retromarcia di Berlusconi ha pesato il ruolo di Verdini. Santanchè spiega: ‘Non sarà forse la legge migliore, ma è sempre meglio di nessuna legge" (p. 2).
Il Giornale maschera le paure del Banana dietro una prima pagina furbetta ("E' solo un Renzino") e poi la racconta così: "Il Cavaliere: troppi ritardi. Ma tiene a galla il premier".
Sarà, ma il vero colpo di giornata è l'intervista a Henry Winkler, ex protagonista di Happy days: "Renzi chi? L'unico che conosco è Berlusconi. Renzi mi imita? Se è bravo farà strada" (Giornale, p. 3).
3 - MA FACCE RIDE!
Mentre la polemica sui sottosegretari indagati si sposta in casa piddina (ne vantano ben quattro), da incorniciare le parole dello stampatore calabrese Umberto De Rose, quello che fece pressioni sull'editore de L'Ora di Calabria in favore di Gentile. A Repubblica dice: "Era tutto un trappolone e io invece parlavo liberamente. Vengo etichettato soprattutto per come mi esprimo. Perché certi nostri dialetti del sud, a un uditorio nazionale, si sa, richiamano subito i modi di fare di certe associazioni particolari" (p. 7). "Associazioni particolari" è veramente un capolavoro. Un capolavoro che un po' associa e un po' no.
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Re: Il nuovo governo Renzi
E la Barracciu?
(Massimo Gramellini).
05/03/2014 di triskel182
La doppia morale a sinistra esiste, nelle cose piccole e in quelle grandi. Cominciando dalle piccole: si può essere sollevati nell’apprendere che al culmine della crisi ucraina la ministra Pinotti abbia trovato il tempo per andare a sgranchire le gambe sue e della sua scorta in una maratona a Ostia. Ma non ci si può fare a meno di domandarsi che cosa avremmo detto se un ministro della Difesa di Berlusconi, magari proprio Gnazio La Russa, avesse lasciato curvo sui dossier euroasiatici qualche generalissimo secchione e se ne fosse andato allo stadio con il figlio Geronimo e gli amici Malanimo e Boro Seduto.
Passando a questioni più serie, l’intero Paese fa la ola per il congelamento del sottosegretario Gentile, il luogotenente calabrese di Alfano coinvolto in una storiaccia di intimidazioni a un giornale. Ma, terminata la ola, qualcuno comincia a chiedersi perché Gentile sia fuori dal governo mentre i quattro sottosegretari indagati del Pd rimangono dentro. Lascia stupefatti Francesca Barracciu, la vincitrice delle primarie sarde indotta a ritirarsi per via dell’indagine che le contesta una cresta di 33 mila euro sulle note spese. Come mai chi non andava bene per fare la governatrice a Cagliari va benissimo per fare il sottosegretario a Roma? Forse perché nel primo caso sarebbe stata sottoposta al vaglio degli elettori e nel secondo no? Quando Barracciu uscirà dall’inchiesta bianca come un giglio sarà un piacere riabbracciarne i talenti sottosegretariali, ma nel frattempo un governo senza indagati rappresenterebbe una novità rivoluzionaria. Molto più del Pastrocchium elettorale appena varato.
Da La Stampa del 05/03/2014.
(Massimo Gramellini).
05/03/2014 di triskel182
La doppia morale a sinistra esiste, nelle cose piccole e in quelle grandi. Cominciando dalle piccole: si può essere sollevati nell’apprendere che al culmine della crisi ucraina la ministra Pinotti abbia trovato il tempo per andare a sgranchire le gambe sue e della sua scorta in una maratona a Ostia. Ma non ci si può fare a meno di domandarsi che cosa avremmo detto se un ministro della Difesa di Berlusconi, magari proprio Gnazio La Russa, avesse lasciato curvo sui dossier euroasiatici qualche generalissimo secchione e se ne fosse andato allo stadio con il figlio Geronimo e gli amici Malanimo e Boro Seduto.
Passando a questioni più serie, l’intero Paese fa la ola per il congelamento del sottosegretario Gentile, il luogotenente calabrese di Alfano coinvolto in una storiaccia di intimidazioni a un giornale. Ma, terminata la ola, qualcuno comincia a chiedersi perché Gentile sia fuori dal governo mentre i quattro sottosegretari indagati del Pd rimangono dentro. Lascia stupefatti Francesca Barracciu, la vincitrice delle primarie sarde indotta a ritirarsi per via dell’indagine che le contesta una cresta di 33 mila euro sulle note spese. Come mai chi non andava bene per fare la governatrice a Cagliari va benissimo per fare il sottosegretario a Roma? Forse perché nel primo caso sarebbe stata sottoposta al vaglio degli elettori e nel secondo no? Quando Barracciu uscirà dall’inchiesta bianca come un giglio sarà un piacere riabbracciarne i talenti sottosegretariali, ma nel frattempo un governo senza indagati rappresenterebbe una novità rivoluzionaria. Molto più del Pastrocchium elettorale appena varato.
Da La Stampa del 05/03/2014.
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Re: Il nuovo governo Renzi
Il Sole 5.2.14
Sulla riforma Renzi imbrigliato dai centristi e «salvato» da Berlusconi
Il premier paga un prezzo al doppio gioco sulla legge elettorale. Restano le incognite sul Senato
di Stefano Folli
Non è la prima volta che Berlusconi si diverte a cambiare le carte in tavola in modo imprevisto (soprattutto dai suoi collaboratori).
Ai primi di ottobre Sandro Bondi fu mandato a pronunciare un veemente discorso in Senato contro Alfano e soci, dal quale discendeva il voto di sfiducia al governo Letta. Cinque minuti dopo si alzò Berlusconi: pochi secondi per annunciare il contrario, cioè la conferma della fiducia.
Ieri lo schema si è ripetuto alla lettera. Su "Repubblica" è apparsa un'intervista al consigliere politico Toti in cui si ammoniva Renzi: «Se salta l'accordo sulla legge elettorale per Silvio cambia tutto».
Poche ore ed ecco di nuovo Berlusconi in campo.
Pronto a far proprio il nuovo scenario: ossia riforma elettorale valida solo per la Camera, secondo l'emendamento D'Attorre.
Il Senato congelato in attesa che sia approvata la riforma costituzionale che dovrà modificarne le funzioni; e fino ad allora per i senatori resta valido il modello elettorale disegnato dalla Corte Costituzionale.
Bisogna riconoscere che Berlusconi non si cura delle contraddizioni. Anche perché egli segue il filo coerente dei suoi interessi.
Non solo politici.
In ottobre riteneva che continuare a far parte della maggioranza delle "larghe intese" fosse per lui essenziale in vista dell'epilogo giudiziario su cui di lì a poco sarebbe intervenuta la Consulta. Poi le cose sono andate male, come è noto.
Adesso Berlusconi è all'opposizione, ma ci si trova a disagio.
La nuova linea è all'insegna del «senso di responsabilità». Vuol dire che il capo di Forza Italia non intende perdere il contatto con Matteo Renzi.
Non tanto con il centrosinistra nel suo complesso, è ovvio: proprio con Renzi. Da lui, dal giovane fiorentino, Berlusconi si sente garantito.
Oggi e domani. E per mantenere viva la garanzia è disposto a dargli una mano a costo di sconcertare i suoi e apparire sconfitto da Alfano.
Sulla riforma elettorale, al punto a cui eravamo arrivati, la mediazione era quasi impossibile. Delle due, l'una.
O si approvava subito il nuovo testo iper-maggioritario sganciato dalle riforme istituzionali; e in quel caso il premier non sarebbe stato in grado di tenere in piedi la sua maggioranza.
Lo sbocco? Probabile voto anticipato e collasso dell'investimento sul presidente del Consiglio "amico".
Seconda ipotesi: si accettava il legame fra legge elettorale e revisione costituzionale del Senato, regalando ai centristi "traditori" un successo e allungando di parecchio la vita della legislatura.
L'unico che poteva salvare Renzi, sottraendolo in parte alla trappola in cui si era cacciato per aver giocato su due tavoli, era Berlusconi.
E Berlusconi si è mosso, consapevole di dover pagare anch'egli un prezzo, visto che l'originario patto a due si è sbriciolato.
Si dimostra così che il vero interesse berlusconiano consiste nel conservare Renzi a Palazzo Chigi il più a lungo possibile, proteggendolo dai suoi stessi errori.
Conclusione. Avremo fra poco due differenti sistemi elettorali per Camera e Senato. Il che non è certo di buon auspicio nel caso in cui, nonostante tutto, le due assemblee dovessero essere sciolte. Sul piano politico Renzi ha dovuto piegarsi ai centristi e ora deve essere grato a Berlusconi che gli ha gettato una ciambella di salvataggio.
Quanto alla riforma costituzionale del Senato, essa è nelle mani del Parlamento. Dove i conservatori, si sa, sono molto numerosi.
Sulla riforma Renzi imbrigliato dai centristi e «salvato» da Berlusconi
Il premier paga un prezzo al doppio gioco sulla legge elettorale. Restano le incognite sul Senato
di Stefano Folli
Non è la prima volta che Berlusconi si diverte a cambiare le carte in tavola in modo imprevisto (soprattutto dai suoi collaboratori).
Ai primi di ottobre Sandro Bondi fu mandato a pronunciare un veemente discorso in Senato contro Alfano e soci, dal quale discendeva il voto di sfiducia al governo Letta. Cinque minuti dopo si alzò Berlusconi: pochi secondi per annunciare il contrario, cioè la conferma della fiducia.
Ieri lo schema si è ripetuto alla lettera. Su "Repubblica" è apparsa un'intervista al consigliere politico Toti in cui si ammoniva Renzi: «Se salta l'accordo sulla legge elettorale per Silvio cambia tutto».
Poche ore ed ecco di nuovo Berlusconi in campo.
Pronto a far proprio il nuovo scenario: ossia riforma elettorale valida solo per la Camera, secondo l'emendamento D'Attorre.
Il Senato congelato in attesa che sia approvata la riforma costituzionale che dovrà modificarne le funzioni; e fino ad allora per i senatori resta valido il modello elettorale disegnato dalla Corte Costituzionale.
Bisogna riconoscere che Berlusconi non si cura delle contraddizioni. Anche perché egli segue il filo coerente dei suoi interessi.
Non solo politici.
In ottobre riteneva che continuare a far parte della maggioranza delle "larghe intese" fosse per lui essenziale in vista dell'epilogo giudiziario su cui di lì a poco sarebbe intervenuta la Consulta. Poi le cose sono andate male, come è noto.
Adesso Berlusconi è all'opposizione, ma ci si trova a disagio.
La nuova linea è all'insegna del «senso di responsabilità». Vuol dire che il capo di Forza Italia non intende perdere il contatto con Matteo Renzi.
Non tanto con il centrosinistra nel suo complesso, è ovvio: proprio con Renzi. Da lui, dal giovane fiorentino, Berlusconi si sente garantito.
Oggi e domani. E per mantenere viva la garanzia è disposto a dargli una mano a costo di sconcertare i suoi e apparire sconfitto da Alfano.
Sulla riforma elettorale, al punto a cui eravamo arrivati, la mediazione era quasi impossibile. Delle due, l'una.
O si approvava subito il nuovo testo iper-maggioritario sganciato dalle riforme istituzionali; e in quel caso il premier non sarebbe stato in grado di tenere in piedi la sua maggioranza.
Lo sbocco? Probabile voto anticipato e collasso dell'investimento sul presidente del Consiglio "amico".
Seconda ipotesi: si accettava il legame fra legge elettorale e revisione costituzionale del Senato, regalando ai centristi "traditori" un successo e allungando di parecchio la vita della legislatura.
L'unico che poteva salvare Renzi, sottraendolo in parte alla trappola in cui si era cacciato per aver giocato su due tavoli, era Berlusconi.
E Berlusconi si è mosso, consapevole di dover pagare anch'egli un prezzo, visto che l'originario patto a due si è sbriciolato.
Si dimostra così che il vero interesse berlusconiano consiste nel conservare Renzi a Palazzo Chigi il più a lungo possibile, proteggendolo dai suoi stessi errori.
Conclusione. Avremo fra poco due differenti sistemi elettorali per Camera e Senato. Il che non è certo di buon auspicio nel caso in cui, nonostante tutto, le due assemblee dovessero essere sciolte. Sul piano politico Renzi ha dovuto piegarsi ai centristi e ora deve essere grato a Berlusconi che gli ha gettato una ciambella di salvataggio.
Quanto alla riforma costituzionale del Senato, essa è nelle mani del Parlamento. Dove i conservatori, si sa, sono molto numerosi.
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