Asilo Mariuccia
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Asilo Mariuccia
Renzi vs M5S: “Sono 150, vanno sul tetto e costano 3 milioni di euro al mese”
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/10/ ... se/250425/
“Pensate che sono 150 i parlamentari di Grillo: sono 3 milioni di euro al mese che gli italiani pagano perché questi stiano in Parlamento. Ma fanno qualcosa? Invece che stare sul tetto devono andare al piano di sotto a fare le cose concrete”. E’ l’accusa che lancia Matteo Renzi in un’intervista al Tg1. Il sindaco di Firenze ed esponente del Pd attacca Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle senza sconti: “Dobbiamo tornare a parlare di cose concrete agli italiani, perché la classe politica discute su niente o quasi. E anche Grillo, che doveva essere la grande novità, rilancia un appuntamento come il “Vaffaday”, ma intanto ha 150 parlamentari”. E aggiunge: “Le cose si possono fare, però bisogna volerle fare. E per tagliare i costi della politica Beppe Grillo dovrebbe smettere di fare le sue grandi manifestazioni e iniziare a far lavorare i suoi parlamentari che al momento dicono no a tutto“
23 ottobre 2013
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/10/ ... se/250425/
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“Pensate che sono 150 i parlamentari di Grillo: sono 3 milioni di euro al mese che gli italiani pagano perché questi stiano in Parlamento. Ma fanno qualcosa? Invece che stare sul tetto devono andare al piano di sotto a fare le cose concrete”. E’ l’accusa che lancia Matteo Renzi in un’intervista al Tg1. Il sindaco di Firenze ed esponente del Pd attacca Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle senza sconti: “Dobbiamo tornare a parlare di cose concrete agli italiani, perché la classe politica discute su niente o quasi. E anche Grillo, che doveva essere la grande novità, rilancia un appuntamento come il “Vaffaday”, ma intanto ha 150 parlamentari”. E aggiunge: “Le cose si possono fare, però bisogna volerle fare. E per tagliare i costi della politica Beppe Grillo dovrebbe smettere di fare le sue grandi manifestazioni e iniziare a far lavorare i suoi parlamentari che al momento dicono no a tutto“
23 ottobre 2013
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/10/ ... se/250425/
Re: Asilo Mariuccia
Seguendo la puntata di ieri di Servizio pubblico, ho avuto la conferma di come un'informazione superficiale e più o meno volutamente distorta, possa tracciare un'immagine dei fatti abbastanza diversa dalla realtà.
La prima riflessione mi viene dalla rappresentazione dei movimenti che hanno dato vita alla recente manifestazione a Roma, tra i quali una parte di primo piano l'ha avuta il movimento di occupazione delle case.
Tale movimento è stato presentato come la risposta alle sacrosante istanze della gente, in alternativa al nulla della politica tradizionale.
Ciò che non è minimamente emerso è un piccolo dettaglio che mi risulta dall'esperienza diretta di gente che è passata per tale esperienza. Che cioè intorno a questo movimento c'è un vero e proprio business, dovuto al fatto che per poter ottenere una casa occupata occorre pagare intorno ai 5.000 euro.
Mi sembra un dettaglio non da poco che da una luce molto diversa al fenomeno rispetto alla rappresentazione che ne è stata data in trasmissione.
Altro elemento di riflessione mi è venuto dal movimento NO-TAV. D'accordo sulla probabile inutilità dell'opera, ma parlare di ben 24 miliardi di costo che potrebbero essere spesi per risolvere quasi tutti i problemi non risolti dalla legge di stabilità, è chiaramente fuorviante.
Anche qui è omesso un piccolo dettaglio. I 24 miliardi si riferiscono al costo complessivo dell'opera in un arco di un ventennio.
Ben più modesti sono gli stanziamenti relativi agli anni in corso che ammontano a 840 milioni nel triennio 2013-2015 e altri 150 milioni all’anno dal 2016 al 2029.
Nulla da dire sul fatto che si tratta comunque di soldi che potrebbero essere spesi molto meglio, ma l'impressione che si è data in trasmissione sull'impatto dell'opera sulle politiche sociali complessive del paese (evocando in modo tendenzioso i 24 miliardi, dando l'impressione che potrebbero rendersi disponibili nell'immediato) è stata completamente diversa e distorta.
Il triste è che tra cotanti politici, giornalisti e affini presenti in studio, nessuno abbia sollevato un piccolo dubbio in proposito.
Come si vede, le tecniche da Asilo Mariuccia sono talmente diffuse, che ormai vengono utilizzate da ogni parte.
La prima riflessione mi viene dalla rappresentazione dei movimenti che hanno dato vita alla recente manifestazione a Roma, tra i quali una parte di primo piano l'ha avuta il movimento di occupazione delle case.
Tale movimento è stato presentato come la risposta alle sacrosante istanze della gente, in alternativa al nulla della politica tradizionale.
Ciò che non è minimamente emerso è un piccolo dettaglio che mi risulta dall'esperienza diretta di gente che è passata per tale esperienza. Che cioè intorno a questo movimento c'è un vero e proprio business, dovuto al fatto che per poter ottenere una casa occupata occorre pagare intorno ai 5.000 euro.
Mi sembra un dettaglio non da poco che da una luce molto diversa al fenomeno rispetto alla rappresentazione che ne è stata data in trasmissione.
Altro elemento di riflessione mi è venuto dal movimento NO-TAV. D'accordo sulla probabile inutilità dell'opera, ma parlare di ben 24 miliardi di costo che potrebbero essere spesi per risolvere quasi tutti i problemi non risolti dalla legge di stabilità, è chiaramente fuorviante.
Anche qui è omesso un piccolo dettaglio. I 24 miliardi si riferiscono al costo complessivo dell'opera in un arco di un ventennio.
Ben più modesti sono gli stanziamenti relativi agli anni in corso che ammontano a 840 milioni nel triennio 2013-2015 e altri 150 milioni all’anno dal 2016 al 2029.
Nulla da dire sul fatto che si tratta comunque di soldi che potrebbero essere spesi molto meglio, ma l'impressione che si è data in trasmissione sull'impatto dell'opera sulle politiche sociali complessive del paese (evocando in modo tendenzioso i 24 miliardi, dando l'impressione che potrebbero rendersi disponibili nell'immediato) è stata completamente diversa e distorta.
Il triste è che tra cotanti politici, giornalisti e affini presenti in studio, nessuno abbia sollevato un piccolo dubbio in proposito.
Come si vede, le tecniche da Asilo Mariuccia sono talmente diffuse, che ormai vengono utilizzate da ogni parte.
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Re: Asilo Mariuccia
15:25 - 25 Ott
La Cassazione non ha fretta
quando giudica De Benedetti
Gian Maria De Francesco
Il Gruppo Espresso condannato a versare fino a 360 milioni di euro al fisco. Ma il ricorso presso la Suprema corte giace in un cassetto da un anno e 4 mesi
http://www.ilgiornale.it/news/interni/c ... 61625.html
La Cassazione non ha fretta
quando giudica De Benedetti
Gian Maria De Francesco
Il Gruppo Espresso condannato a versare fino a 360 milioni di euro al fisco. Ma il ricorso presso la Suprema corte giace in un cassetto da un anno e 4 mesi
http://www.ilgiornale.it/news/interni/c ... 61625.html
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Re: Asilo Mariuccia
SPIONAGGIO
Datagate, l’Nsa accusa gli ambasciatori:
«Ci avete chiesto voi di spiare i leader»
Keith Alexander contro il personale diplomatico. «Ma se smettessimo rischio di un altro 11 settembre»
(Angela Merkel e Papa Francesco tra i terroristi? - ndt)
La Nsa ha raccolto informazioni sui leader mondiali su richiesta dei responsabili politici. Lo ha detto il capo della agenzia di intelligence americana, Keith Alexander, respingendo le accuse di portare avanti programmi al di fuori del controllo dell’amministrazione, e puntando il dito in particolare sul personale diplomatico.
GLI AMBASCIATORI - «Non solo le agenzie di intelligence ad avanzare le richieste - ha sottolineato il generale Alexander intervenendo al Baltimore Council on Foreign Relations - ma i responsabili della politica, tra cui gli ambasciatori». Si tratta di parole che il capo della Nsa ha pronunciato proprio mentre il segretario di Stato, John Kerry, intervenendo in videoconferenza da Londra, parlava di una intelligence «col pilota automatico», andata oltre nei suoi compiti. «La Nsa - ha insistito Alexander - ha raccolto le informazioni quando gli è stato chiesto da funzionari politici di scoprire le intenzioni delle leadership dei Paesi stranieri. E se tu vuoi conoscere queste intenzioni, questo è quello che devi fare». (fonte: Ansa)
01 novembre 2013
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/esteri/13_novemb ... 0462.shtml
Datagate, l’Nsa accusa gli ambasciatori:
«Ci avete chiesto voi di spiare i leader»
Keith Alexander contro il personale diplomatico. «Ma se smettessimo rischio di un altro 11 settembre»
(Angela Merkel e Papa Francesco tra i terroristi? - ndt)
La Nsa ha raccolto informazioni sui leader mondiali su richiesta dei responsabili politici. Lo ha detto il capo della agenzia di intelligence americana, Keith Alexander, respingendo le accuse di portare avanti programmi al di fuori del controllo dell’amministrazione, e puntando il dito in particolare sul personale diplomatico.
GLI AMBASCIATORI - «Non solo le agenzie di intelligence ad avanzare le richieste - ha sottolineato il generale Alexander intervenendo al Baltimore Council on Foreign Relations - ma i responsabili della politica, tra cui gli ambasciatori». Si tratta di parole che il capo della Nsa ha pronunciato proprio mentre il segretario di Stato, John Kerry, intervenendo in videoconferenza da Londra, parlava di una intelligence «col pilota automatico», andata oltre nei suoi compiti. «La Nsa - ha insistito Alexander - ha raccolto le informazioni quando gli è stato chiesto da funzionari politici di scoprire le intenzioni delle leadership dei Paesi stranieri. E se tu vuoi conoscere queste intenzioni, questo è quello che devi fare». (fonte: Ansa)
01 novembre 2013
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http://www.corriere.it/esteri/13_novemb ... 0462.shtml
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Re: Asilo Mariuccia
UCCS - Ufficio Complicazioni Cose Semplici
Ma c'è bisogno di fare sto casino per niente??????
Non c'è bisogno di creare un cimitero dedicato, basta riservare un campo o dei loculi nei cimiteri esistenti, senza il bisogno di ricordare il dolore dei genitori.
Basta lasciare il diritto ai genitori di scegliere tra qualche opzione.
E' così complicato da capire???
l’Unità 1.11.13
Aborto, scontro Renzi-Civati
Pippo Civati, intervistato da RepubblicaTv, non sottovaluta la guerra delle tessere (del resto è stato uno dei primi a sollevare il problema) spiegando che così si danneggia l’immagine del Pd, che già di suo non è particolarmente brillante.
Il deputato lombardo però deve incassare una dura (seppur indiretta) replica da Renzi sulla questione del cimitero per i non nati, istituito dal Comune di Firenze, che aveva criticato. Nella sua enews di ieri, Renzi (pur senza mai citarlo) la mette così: «Hanno cercato di fare polemica in queste ore per un’iniziativa del comune di Firenze, doverosa e semplice: la possibilità per i genitori dei bimbi nati morti di seppellire i propri figli anziché, letteralmente, considerarli “rifiuti speciali”. Si è cercato addirittura di trasferire questo dibattito in un’occasione di polemica congressuale. Possiamo fare politica senza strumentalizzare il dolore di una madre, o di un padre, che perde un figlio prima che questi veda la luce? La vergogna, in questo caso, è tutta per qualche professionista dell’ideologia». La replica dello staff di Civati è secca: «È lui che strumentalizza, la nostra è solo un’opinione diversa dalla sua»
Ma c'è bisogno di fare sto casino per niente??????
Non c'è bisogno di creare un cimitero dedicato, basta riservare un campo o dei loculi nei cimiteri esistenti, senza il bisogno di ricordare il dolore dei genitori.
Basta lasciare il diritto ai genitori di scegliere tra qualche opzione.
E' così complicato da capire???
l’Unità 1.11.13
Aborto, scontro Renzi-Civati
Pippo Civati, intervistato da RepubblicaTv, non sottovaluta la guerra delle tessere (del resto è stato uno dei primi a sollevare il problema) spiegando che così si danneggia l’immagine del Pd, che già di suo non è particolarmente brillante.
Il deputato lombardo però deve incassare una dura (seppur indiretta) replica da Renzi sulla questione del cimitero per i non nati, istituito dal Comune di Firenze, che aveva criticato. Nella sua enews di ieri, Renzi (pur senza mai citarlo) la mette così: «Hanno cercato di fare polemica in queste ore per un’iniziativa del comune di Firenze, doverosa e semplice: la possibilità per i genitori dei bimbi nati morti di seppellire i propri figli anziché, letteralmente, considerarli “rifiuti speciali”. Si è cercato addirittura di trasferire questo dibattito in un’occasione di polemica congressuale. Possiamo fare politica senza strumentalizzare il dolore di una madre, o di un padre, che perde un figlio prima che questi veda la luce? La vergogna, in questo caso, è tutta per qualche professionista dell’ideologia». La replica dello staff di Civati è secca: «È lui che strumentalizza, la nostra è solo un’opinione diversa dalla sua»
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Re: Asilo Mariuccia
La pacificazione di Don Camillo e l'Onorevole Peppone.
Vittuone, sindaco: 'Sì a piazza don Gallo'
Centrodestra: 'Non è esempio edificante'
Vittuone, sindaco: 'Sì a piazza don Gallo' Centrodestra: 'Non è esempio edificante'
Il sacerdote scomparso lo scorso maggio divide il Comune alle porte di Milano. Alla richiesta di intitolazione, il centrodestra risponde: "No, sosteneva l'ateismo"
di Fabio Abati
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/11/ ... te/252861/
Il consiglio comunale di Vittuone, paese di poco meno di 10 mila anime a qualche chilometro a Nord di Milano, ha deliberato di intitolare una piazza a Don Andrea Gallo, il prete “degli ultimi” come amava definirsi, morto nella sua città Genova il 22 maggio scorso. Si tratta del primo centro italiano a prendere una decisione del genere. Ancor prima di una grande città, come la stessa Genova, che dovrebbe celebrare il suo illustre cittadino con un’intitolazione simile, ma che ancora deve venire. Nel frattempo, però, a Vittuone è polemica. Il centrodestra, che dopo 23 anni di governo, con le ultime elezioni comunali si trova all’opposizione, ha tuonato: “Don Gallo non è un esempio edificante. Sosteneva l’ateismo militante quale fede politica e tra una preghiera e un comizio pubblicava anche un libro con il brigatista rosso Renato Curcio”. Preferirebbero, invece, intitolare la piazza a Don Verzé, il fondatore del San Raffaele, o al parroco locale Don Enzo Caletti. La giunta che ha preso la decisione però non arretra di un millimetro e conferma: “Questa piazza porterà il nome di un grande uomo” di Fabio Abati
9 novembre 2013
Vittuone, sindaco: 'Sì a piazza don Gallo'
Centrodestra: 'Non è esempio edificante'
Vittuone, sindaco: 'Sì a piazza don Gallo' Centrodestra: 'Non è esempio edificante'
Il sacerdote scomparso lo scorso maggio divide il Comune alle porte di Milano. Alla richiesta di intitolazione, il centrodestra risponde: "No, sosteneva l'ateismo"
di Fabio Abati
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/11/ ... te/252861/
Il consiglio comunale di Vittuone, paese di poco meno di 10 mila anime a qualche chilometro a Nord di Milano, ha deliberato di intitolare una piazza a Don Andrea Gallo, il prete “degli ultimi” come amava definirsi, morto nella sua città Genova il 22 maggio scorso. Si tratta del primo centro italiano a prendere una decisione del genere. Ancor prima di una grande città, come la stessa Genova, che dovrebbe celebrare il suo illustre cittadino con un’intitolazione simile, ma che ancora deve venire. Nel frattempo, però, a Vittuone è polemica. Il centrodestra, che dopo 23 anni di governo, con le ultime elezioni comunali si trova all’opposizione, ha tuonato: “Don Gallo non è un esempio edificante. Sosteneva l’ateismo militante quale fede politica e tra una preghiera e un comizio pubblicava anche un libro con il brigatista rosso Renato Curcio”. Preferirebbero, invece, intitolare la piazza a Don Verzé, il fondatore del San Raffaele, o al parroco locale Don Enzo Caletti. La giunta che ha preso la decisione però non arretra di un millimetro e conferma: “Questa piazza porterà il nome di un grande uomo” di Fabio Abati
9 novembre 2013
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Re: Asilo Mariuccia
Le ultime parole famose - 1
La rissa tra gli ex Pdl rasserena Enrico Letta che da Berlino afferma:
“Berlusconi non è piu un pericolo perché dopo la scissione del nuovo centrodestra c’è una chiara maggiorana e ora sono più forte”.
Enry balls of stell
La rissa tra gli ex Pdl rasserena Enrico Letta che da Berlino afferma:
“Berlusconi non è piu un pericolo perché dopo la scissione del nuovo centrodestra c’è una chiara maggiorana e ora sono più forte”.
Enry balls of stell
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Re: Asilo Mariuccia
Per Gentile s'è mosso il Pd, i direttori, di Repubblica, Sole 24 Ore, Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano, La7.
Intollerabile la telefonata per conto di Gentile. Ma non era ancora indagato.
Gli altri del Pd, sì.
La difesa di Gozi a Otto e mezzo, e della Boschi alla Camera, ci hanno portato alle dimensioni dell'Asilo Mariuccia.
I renzini continuano a dirmi: <<Ma lasciamolo lavorare.......prima di giudicare!!!!!!!>>
Si sono dimenticati chi pronunciava già queste frasi vent'anni fa.
Non c'è bisogno di vedere oltre per capire.
l’Unità 5.3.14
Mozioni di sfiducia contro il ministro Lupi e i democratici Barracciu, De Caro, Bubbico e De Filippo
Dopo Gentile, i grillini alzano il tiro. Il Pd: casi diversi
di A. C.
Le dimissioni di Antonio Gentile non bastano al Movimento 5 Stelle. Dopo aver ottenuto l’uscita dal governo del sottosegretario in quota Ncd (sospettato di pressioni su un giornale calabrese per non fare uscire la notizia di una indagine a carico del figlio) i grillini al Senato annunciano la presentazioni di mozioni di sfiducia per altri membri del governo Renzi che sono oggetto di indagini giudiziarie.
Ieri l’annuncio nell’Aula del Senato da parte del capogruppo grillino Maurizio Santangelo. Nel mirino ci sono Francesca Barracciu, sottosegretario alla Cultura, indagata per le spese dei gruppi in Regione Sardegna, il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, su cui pende un’indagine per abuso di ufficio, il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, indagato per peculato nella rimborsopoli lucana, il sottosegretario alle Infrastrutture Umberto Del Basso De Caro, indagato per peculato per i rimborsi alla regione Campania, e il vice ministro dell'interno Filippo Bubbico (abuso d’ufficio). «Questo è quello che Renzi spaccia come il nuovo che avanza e a questo diciamo no», attacca Santangelo. Che insiste anche sul caso Gentile: «Deve dimettersi anche da segretario d’Aula del Senato, non ha più i requisiti necessari». Ipotesi respinta con forza dal capogruppo Ndc Maurizio Sacconi, che ha difeso Gentile: «Su di lui non c’è nulla, nemmeno dal punto di vista dei minimi elementi indiziari che possano aver dato luogo a una iniziativa giudiziaria ».
La vicenda dei 5 membri del governo nel mirino dei grillini sembra però destinata a spegnersi. Da palazzo Chigi e dalle forze di maggioranza non trapelano incrinature. «Sono vicende del tutto diverse da quella di Gentile, nessuna esigenza di dimissioni », fanno sapere diverse fonti del Pd. Anche nella minoranza interna, molto netta sul caso Gentile, l’iniziativa grillina non trova spiragli. «Nessuna richiesta di dimissioni». Fonti Pd fanno anche riferimento a una «deriva giustizialista che va fermata». «Si tratta solo di indagini, e quelle relative ai rimborsi regionali spesso sono state archiviate, come in Lombardia ». Una linea condivisa dal ministro Stefania Giannini, leader di Scelta civica: «Sono garantista, saranno gli sviluppi delle varie vicende a dare le soluzioni. Mi sembrano casi diversi da Gentile, per quel che ne so».
Grillo però non si arrende, e prende di mira il Pd nelle cui fila militano Barracciu, Bubbico, De Filippo e Del Basso De Caro. E lancia l’hashtag #fuorigliindagatipd. «Alfano ha dato l’esempio e questo atto dovuto fa onore a Ndc, ora Renzie deve seguirne l’esempio», scrive il leader dei 5 stelle. Alfano, dopo aver dovuto incassare le dimissioni del suo sottosegretario, resta sul vago: «Io non chiederò dimissioni, poi sarà il Pd a fare le sue valutazioni. Ha un po’ di indagati al governo, valuti se devono dimettersi ».
La linea dei democratici per ora sembra di netta chiusura a ogni ipotesi di passo indietro. Del resto, rinunciare a 4 membri del governo la settimana dopo la nomina rischierebbe di essere decisamente imbarazzante. La linea è quella di attendere gli sviluppi delle indagini, e di riaprire il caso solo dopo un eventuale rinvio a giudizio. E tuttavia l’atteggiamento di Alfano non esclude che nell’Ncd qualcuno possa meditare vendetta per il caso Gentile e lanciare una ritorsione contro i 4 del Pd. «Ora toccherà a noi picchiare sui loro impresentabili», sorride una fonte del Nuovo Centrodestra. «Perché di fronte agli altri indagati che sono nel governo non si è scatenato lo stesso fuoco mediatico? », ha detto ieri ad Agorà Renato Schifani. E ha aggiunto: «Abbiamo deciso di congelare quel sottosegretariato, abbiamo chiesto a Renzi di non sostituirlo. Quando la vicenda sarà chiarita, Gentile potrà svolgere il suo ruolo ».
«È una aberrazione l’ipotesi di far dimettere tutti i membri del governo oggetto di avviso di garanzia», dice Cicchitto. Mentre Rosy Bindi, a proposito della posizione del ministro Lupi, commenta: «Ho già detto che su tutta questa materia facciamo appello al senso di responsabilità delle persone, delle forze politiche e del governo ».
Intollerabile la telefonata per conto di Gentile. Ma non era ancora indagato.
Gli altri del Pd, sì.
La difesa di Gozi a Otto e mezzo, e della Boschi alla Camera, ci hanno portato alle dimensioni dell'Asilo Mariuccia.
I renzini continuano a dirmi: <<Ma lasciamolo lavorare.......prima di giudicare!!!!!!!>>
Si sono dimenticati chi pronunciava già queste frasi vent'anni fa.
Non c'è bisogno di vedere oltre per capire.
l’Unità 5.3.14
Mozioni di sfiducia contro il ministro Lupi e i democratici Barracciu, De Caro, Bubbico e De Filippo
Dopo Gentile, i grillini alzano il tiro. Il Pd: casi diversi
di A. C.
Le dimissioni di Antonio Gentile non bastano al Movimento 5 Stelle. Dopo aver ottenuto l’uscita dal governo del sottosegretario in quota Ncd (sospettato di pressioni su un giornale calabrese per non fare uscire la notizia di una indagine a carico del figlio) i grillini al Senato annunciano la presentazioni di mozioni di sfiducia per altri membri del governo Renzi che sono oggetto di indagini giudiziarie.
Ieri l’annuncio nell’Aula del Senato da parte del capogruppo grillino Maurizio Santangelo. Nel mirino ci sono Francesca Barracciu, sottosegretario alla Cultura, indagata per le spese dei gruppi in Regione Sardegna, il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, su cui pende un’indagine per abuso di ufficio, il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, indagato per peculato nella rimborsopoli lucana, il sottosegretario alle Infrastrutture Umberto Del Basso De Caro, indagato per peculato per i rimborsi alla regione Campania, e il vice ministro dell'interno Filippo Bubbico (abuso d’ufficio). «Questo è quello che Renzi spaccia come il nuovo che avanza e a questo diciamo no», attacca Santangelo. Che insiste anche sul caso Gentile: «Deve dimettersi anche da segretario d’Aula del Senato, non ha più i requisiti necessari». Ipotesi respinta con forza dal capogruppo Ndc Maurizio Sacconi, che ha difeso Gentile: «Su di lui non c’è nulla, nemmeno dal punto di vista dei minimi elementi indiziari che possano aver dato luogo a una iniziativa giudiziaria ».
La vicenda dei 5 membri del governo nel mirino dei grillini sembra però destinata a spegnersi. Da palazzo Chigi e dalle forze di maggioranza non trapelano incrinature. «Sono vicende del tutto diverse da quella di Gentile, nessuna esigenza di dimissioni », fanno sapere diverse fonti del Pd. Anche nella minoranza interna, molto netta sul caso Gentile, l’iniziativa grillina non trova spiragli. «Nessuna richiesta di dimissioni». Fonti Pd fanno anche riferimento a una «deriva giustizialista che va fermata». «Si tratta solo di indagini, e quelle relative ai rimborsi regionali spesso sono state archiviate, come in Lombardia ». Una linea condivisa dal ministro Stefania Giannini, leader di Scelta civica: «Sono garantista, saranno gli sviluppi delle varie vicende a dare le soluzioni. Mi sembrano casi diversi da Gentile, per quel che ne so».
Grillo però non si arrende, e prende di mira il Pd nelle cui fila militano Barracciu, Bubbico, De Filippo e Del Basso De Caro. E lancia l’hashtag #fuorigliindagatipd. «Alfano ha dato l’esempio e questo atto dovuto fa onore a Ndc, ora Renzie deve seguirne l’esempio», scrive il leader dei 5 stelle. Alfano, dopo aver dovuto incassare le dimissioni del suo sottosegretario, resta sul vago: «Io non chiederò dimissioni, poi sarà il Pd a fare le sue valutazioni. Ha un po’ di indagati al governo, valuti se devono dimettersi ».
La linea dei democratici per ora sembra di netta chiusura a ogni ipotesi di passo indietro. Del resto, rinunciare a 4 membri del governo la settimana dopo la nomina rischierebbe di essere decisamente imbarazzante. La linea è quella di attendere gli sviluppi delle indagini, e di riaprire il caso solo dopo un eventuale rinvio a giudizio. E tuttavia l’atteggiamento di Alfano non esclude che nell’Ncd qualcuno possa meditare vendetta per il caso Gentile e lanciare una ritorsione contro i 4 del Pd. «Ora toccherà a noi picchiare sui loro impresentabili», sorride una fonte del Nuovo Centrodestra. «Perché di fronte agli altri indagati che sono nel governo non si è scatenato lo stesso fuoco mediatico? », ha detto ieri ad Agorà Renato Schifani. E ha aggiunto: «Abbiamo deciso di congelare quel sottosegretariato, abbiamo chiesto a Renzi di non sostituirlo. Quando la vicenda sarà chiarita, Gentile potrà svolgere il suo ruolo ».
«È una aberrazione l’ipotesi di far dimettere tutti i membri del governo oggetto di avviso di garanzia», dice Cicchitto. Mentre Rosy Bindi, a proposito della posizione del ministro Lupi, commenta: «Ho già detto che su tutta questa materia facciamo appello al senso di responsabilità delle persone, delle forze politiche e del governo ».
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Re: Asilo Mariuccia
Corriere 5.3.14
Da Bindi a Civati, cresce l’imbarazzo tra i democratici
di Monica Guerzoni
ROMA — «Mi sono rotto le scatole di questa storia! È una non notizia, una cosa di diciotto maledetti mesi fa. Un avviso è un avviso, punto. Se invece per voi un avviso di garanzia è una anticipata sentenza di condanna... Ma chi lo decide, i Cinquestelle? I giornali? È una situazione aberrante». Il tono è pacato, ma l’umore di Umberto Del Basso De Caro è nero come la pece. Il senatore del Pd non ne può più di ripetere che non lascerà la poltrona di sottosegretario alle Infrastrutture per l’inchiesta sui fondi regionali campani. Perché mai dovrebbe mollare, visto che nessuno glielo ha chiesto? «Renzi non mi ha chiamato e dal partito non si è fatto sentire nessuno...».
Il caso degli esponenti del Pd approdati al governo a dispetto di qualche grana con la giustizia agita l’albero dei democratici, ma all’apparenza è solo un stormir di foglie. E il motivo sta tutto nel ragionamento di un deputato della minoranza: «Con tutti i casini che abbiamo ci mettiamo a spararci addosso? Non possiamo fare la caccia alle streghe in casa nostra». No, la caccia alle streghe non c’è. E però le dimissioni di Antonio Gentile — il senatore del Nuovo centrodestra che ha lasciato la seggiola alle Infrastrutture, pur essendo l’unico non indagato tra i cosiddetti impresentabili — hanno aperto una breccia in Parlamento.
Nel Pd si parla sottovoce di «doppia morale». Molti si chiedono perché Francesca Barracciu, accusata di peculato nell’inchiesta sui rimborsi spese ai consiglieri regionali, abbia dovuto lasciare la corsa alla presidenza della Sardegna e però possa sedere al governo. E che dire di Filippo Bubbico e Vito De Filippo? Tra legge elettorale ed emergenze economiche Matteo Renzi ritiene di avere altre priorità e nel suo staff c’è la sensazione diffusa che il problema dei fondi ai gruppi consiliari sia «una questione minima».
Gianni Cuperlo difende i quattro indagati e sfida Grillo: «È paragonabile ciò che ha fatto Bubbico con quello che ha fatto Gentile?». Ma intanto il malessere cresce. Rosy Bindi chiede di aprire «una riflessione» e rimprovera al premier-segretario di aver usato «due pesi e due misure». Per la ex presidente del Pd il caso «meno limpido» è quello dell’eurodeputata sarda, che dovrà spiegare come ha usato 33 mila euro di soldi pubblici. «Non mi piace l’idea che possa esserci una vetrina e un retrobottega» attacca la presidente dell’Antimafia e spiega che, nella sua metafora, la vetrina è la campagna elettorale per la Sardegna e il retrobottega è il governo del Paese. Ma Barracciu ha detto al Corriere che il Pd «è un partito garantista, il codice etico non esclude che ci si possa candidare in caso di avviso di garanzia»... E due, pure Barracciu quindi non molla. La Bindi però non ha finito e critica anche il sottosegretario Del Basso De Caro, il quale secondo Repubblica non intende lasciare il governo per 500 euro al mese. «Per quasi cinque milioni di italiani quella cifra equivale all’assegno di pensione» lo sferza Bindi e consiglia agli indagati «un po’ più di attenzione alle giustificazioni che accampano». E qui bisogna ascoltare la replica di Del Basso De Caro, l’avvocato che a suo tempo difese Bettino Craxi: «Forse non mi sono spiegato bene, non sono così stupido. I consiglieri regionali indagati sono 53 su 60 e se ci avessero detto che dovevamo rendicontare quei soldi lo avremmo fatto. Che problema c’era a rendicontare 500 euro al mese per le spese del collegio elettorale?».
Eppure, persino i garantisti tradiscono un certo imbarazzo. Ecco Gero Grassi, area ex popolare: «In linea generale è sempre preferibile che l’indagato faccia un passo indietro, ma la decisione è frutto della sensibilità personale». E Pippo Civati: «Renzi ci deve una spiegazione, sta a lui metterci la faccia».
Filippo Bubbico non farà alcun passo indietro. E tre. Il senatore che fece parte della squadra dei «saggi» del Quirinale spiega serafico di essere stato rinviato a giudizio a Potenza per concorso in abuso di atti d’ufficio: da presidente della Basilicata spese 23.869 euro per una consulenza esterna. Un decennio dopo, lo rifarebbe? «Si, era la persona giusta per quell’incarico — risponde orgoglioso — Se decideranno che è un reato mi prenderò la pena, ma dovranno spiegarmi il motivo. C’è sempre un giudice a Berlino». Non lascia, dunque? Bubbico ride: «E per quale motivo? Sono assolutamente tranquillo». Tranquillo come mai prima è anche Vito De Filippo, sottosegretario alla Salute. Deve rispondere di peculato per aver acquistato 2300 euro di francobolli, parte dei quali non risultano rendicontati, quando era «governatore» della Basilicata. «È una vicenda che si commenta da sé, nelle sue dimensioni e nella sua dinamica — sorride amaro l’unico lettiano del governo Renzi — Ma davvero pensate che un presidente della Regione si vada a comprare i francobolli da solo?».
Da Bindi a Civati, cresce l’imbarazzo tra i democratici
di Monica Guerzoni
ROMA — «Mi sono rotto le scatole di questa storia! È una non notizia, una cosa di diciotto maledetti mesi fa. Un avviso è un avviso, punto. Se invece per voi un avviso di garanzia è una anticipata sentenza di condanna... Ma chi lo decide, i Cinquestelle? I giornali? È una situazione aberrante». Il tono è pacato, ma l’umore di Umberto Del Basso De Caro è nero come la pece. Il senatore del Pd non ne può più di ripetere che non lascerà la poltrona di sottosegretario alle Infrastrutture per l’inchiesta sui fondi regionali campani. Perché mai dovrebbe mollare, visto che nessuno glielo ha chiesto? «Renzi non mi ha chiamato e dal partito non si è fatto sentire nessuno...».
Il caso degli esponenti del Pd approdati al governo a dispetto di qualche grana con la giustizia agita l’albero dei democratici, ma all’apparenza è solo un stormir di foglie. E il motivo sta tutto nel ragionamento di un deputato della minoranza: «Con tutti i casini che abbiamo ci mettiamo a spararci addosso? Non possiamo fare la caccia alle streghe in casa nostra». No, la caccia alle streghe non c’è. E però le dimissioni di Antonio Gentile — il senatore del Nuovo centrodestra che ha lasciato la seggiola alle Infrastrutture, pur essendo l’unico non indagato tra i cosiddetti impresentabili — hanno aperto una breccia in Parlamento.
Nel Pd si parla sottovoce di «doppia morale». Molti si chiedono perché Francesca Barracciu, accusata di peculato nell’inchiesta sui rimborsi spese ai consiglieri regionali, abbia dovuto lasciare la corsa alla presidenza della Sardegna e però possa sedere al governo. E che dire di Filippo Bubbico e Vito De Filippo? Tra legge elettorale ed emergenze economiche Matteo Renzi ritiene di avere altre priorità e nel suo staff c’è la sensazione diffusa che il problema dei fondi ai gruppi consiliari sia «una questione minima».
Gianni Cuperlo difende i quattro indagati e sfida Grillo: «È paragonabile ciò che ha fatto Bubbico con quello che ha fatto Gentile?». Ma intanto il malessere cresce. Rosy Bindi chiede di aprire «una riflessione» e rimprovera al premier-segretario di aver usato «due pesi e due misure». Per la ex presidente del Pd il caso «meno limpido» è quello dell’eurodeputata sarda, che dovrà spiegare come ha usato 33 mila euro di soldi pubblici. «Non mi piace l’idea che possa esserci una vetrina e un retrobottega» attacca la presidente dell’Antimafia e spiega che, nella sua metafora, la vetrina è la campagna elettorale per la Sardegna e il retrobottega è il governo del Paese. Ma Barracciu ha detto al Corriere che il Pd «è un partito garantista, il codice etico non esclude che ci si possa candidare in caso di avviso di garanzia»... E due, pure Barracciu quindi non molla. La Bindi però non ha finito e critica anche il sottosegretario Del Basso De Caro, il quale secondo Repubblica non intende lasciare il governo per 500 euro al mese. «Per quasi cinque milioni di italiani quella cifra equivale all’assegno di pensione» lo sferza Bindi e consiglia agli indagati «un po’ più di attenzione alle giustificazioni che accampano». E qui bisogna ascoltare la replica di Del Basso De Caro, l’avvocato che a suo tempo difese Bettino Craxi: «Forse non mi sono spiegato bene, non sono così stupido. I consiglieri regionali indagati sono 53 su 60 e se ci avessero detto che dovevamo rendicontare quei soldi lo avremmo fatto. Che problema c’era a rendicontare 500 euro al mese per le spese del collegio elettorale?».
Eppure, persino i garantisti tradiscono un certo imbarazzo. Ecco Gero Grassi, area ex popolare: «In linea generale è sempre preferibile che l’indagato faccia un passo indietro, ma la decisione è frutto della sensibilità personale». E Pippo Civati: «Renzi ci deve una spiegazione, sta a lui metterci la faccia».
Filippo Bubbico non farà alcun passo indietro. E tre. Il senatore che fece parte della squadra dei «saggi» del Quirinale spiega serafico di essere stato rinviato a giudizio a Potenza per concorso in abuso di atti d’ufficio: da presidente della Basilicata spese 23.869 euro per una consulenza esterna. Un decennio dopo, lo rifarebbe? «Si, era la persona giusta per quell’incarico — risponde orgoglioso — Se decideranno che è un reato mi prenderò la pena, ma dovranno spiegarmi il motivo. C’è sempre un giudice a Berlino». Non lascia, dunque? Bubbico ride: «E per quale motivo? Sono assolutamente tranquillo». Tranquillo come mai prima è anche Vito De Filippo, sottosegretario alla Salute. Deve rispondere di peculato per aver acquistato 2300 euro di francobolli, parte dei quali non risultano rendicontati, quando era «governatore» della Basilicata. «È una vicenda che si commenta da sé, nelle sue dimensioni e nella sua dinamica — sorride amaro l’unico lettiano del governo Renzi — Ma davvero pensate che un presidente della Regione si vada a comprare i francobolli da solo?».
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