Spending review ? Perché non si incomincia dai piani ALTI
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Spending review ? Perché non si incomincia dai piani ALTI
Spending review ? Perché non si incomincia dai piani ALTI
da repubblica.it
Quanto vale un bravo manager
di Carlo Clericetti
Avremo tutte schiappe alla guida delle nostre aziende pubbliche o a controllo pubblico? Dopo le dichiarazioni di Mauro Moretti, l'amministratore delegato delle Ferrovie ("se mi riducono lo stipendio me ne vado") il dubbio ha cominciato a serpeggiare anche a sinistra. L'intenzione espressa dal presidente del Consiglio di ridurre le retribuzioni dei top manager di Stato, a cui Moretti ha reagito, ha innescato un dibattito in cui le posizioni non vedono una demarcazione netta fra destra e sinistra, come forse ci si sarebbe potuti aspettare. Fabrizio Barca, per esempio, ha twittato: "(Faccio eccezione a #bastaconmoretti) Certo ! Toccare i vertici incapaci. NON gettare loro stipendi in bocca al popolo!!" E alla replica di un suo follower ("Non ho capito. Sono tanti, o no, 850mila euro pubblici a manager pubblico?") ha a sua volta ribattuto: "Tanti rispetto a che? A ciò che paga mercato: no. A mio/suo canone: sì. Ma nel capitalismo conta il primo".
Sulla stessa linea l'economista Massimo D'Antoni, già capo della segreteria tecnica di Stefano Fassina e quindi dell'ala sinistra del Pd: "Penso che Moretti abbia ragione: limitare il compenso di un manager che gestisce un'azienda importante vuol dire non avere idea di come funziona un'economia di mercato, insomma è una sciocchezza". Poi precisa meglio il suo pensiero: "La mia non
è un'affermazione di principio sull'inopportunità di interferire con il mercato. Io obietto all'idea che si debba istituzionalizzare in un vincolo di legge l'idea che il manager dello Stato è per forza un burocrate incapace il cui stipendio è una rendita che può essere compressa senza conseguenze. L'idea che puoi porre un limite alla remunerazione dei manager di Stato (solo quelli) è parente stretta dell'idea che il pubblico è comunque inefficienza e mala gestione. In questo senso c'è un egualitarismo di maniera che va a braccetto con il peggior liberismo".
In realtà il "mercato" a cui si fa riferimento non dà indicazioni univoche né costanti nel tempo. Fino agli anni '70, cioè prima che il vento di destra cominciasse a soffiare impetuoso nel mondo più industrializzato, la situazione era molto diversa. L'ex sindacalista Antonio Lettieri ricorda che all'epoca in Giappone il rapporto tra salari operai e retribuzioni dei top manager era di 1 a 7. Nello stesso periodo Pierre Carniti aveva incontrato il capo dell'allora potentissimo sindacato Usa dell'auto e il leader dell'Uaw aveva lungamente discusso con preoccupazione il fatto che il Ceo della General Motors guadagnava ben 12 volte il salario medio. Anche il mitico capo della Fiat Vittorio Valletta aveva portato il suo stipendio a 12 volte quello dei suoi operai, e a scandalizzarsene, più ancora dei sindacati, era un imprenditore non certo da meno come Adriano Olivetti. Nel 2012 Sergio Marchionne, con i suoi 48,5 milioni, ha guadagnato circa 2.000 volte il salario medio dei dipendenti italiani.
Anche oggi non sembra esserci una regola assoluta. Moretti ha affermato che il suo omologo tedesco guadagna il doppio di lui, ma il loro collega francese porta a casa un terzo di Moretti. Sarà una schiappa? Di certo il sistema ferroviario francese, se non il migliore, è tra i migliori del mondo.
Una cosa invece è certa: ritenere che l'entità dello stipendio sia il fattore sempre e comunque determinante per selezionare e non far fuggire i migliori è un'idea platealmente sballata. Le scelte di vita non possono essere ridotte alla ricerca del più alto guadagno possibile, sono un qualcosa di assai più complesso in cui entrano in gioco motivazioni diverse e che variano da persona a persona. Questo è un fatto, e ve ne sono numerosi esempi. Lo stesso Moretti, che è ingegnere, decise a un certo punto di dedicarsi alla carriera sindacale (nella Cgil). Non ne ebbe sicuramente un vantaggio economico. Certo, si può pensare che la mossa facesse parte di una strategia per la scalata al potere (che poi ha avuto successo). Ma consideriamo qualche altro caso.
Mario Draghi, per esempio. Dopo una decina d'anni come direttore generale del Tesoro era passato al settore privato, ossia alla Goldman Sachs, la regina delle banche d'affari e regina anche delle retribuzioni dei top manager. Ma Draghi non ha esitato a lasciarla per la guida della Banca d'Italia, dove certo non se la passava male (nel 2010 ha avuto circa un milione di euro), ma di sicuro non ci ha guadagnato. Un taglio ancora più consistente lo ha avuto passando alla presidenza della Bce: l'anno scorso ha guadagnato "appena" 374.000 euro. Sempre meglio del presidente della Fed Usa, che resta di un pelo sotto i 200.000 dollari: davvero pochino per un banchiere centrale. Basti pensare che il governatore di Bankitalia Ignazio Visco prendeva circa 758.000 euro prima di decidere una autoriduzione clamorosa per l'entità, che lo ha portato a "soli" 495.000 euro. Eppure, non risulta che qualcuno abbia mai rifiutato la designazione al vertice della Fed per lo stipendio troppo basso.
Possono forse considerarsi casi eccezionali quelli di Enrico Mattei, forse il più grande manager che abbiamo mai avuto, che devolveva quasi tutto il suo stipendio in beneficenza; o, ai nostri tempi, di Josè Mujica, il presidente uruguayano che trattiene per sé meno del 10% del suo appannaggio. Ma basta pensare al giro delle conoscenze di ognuno per verificare che sono tanti coloro che fanno scelte di vita non per diventare il più ricchi possibile, ma per seguire un ideale, o un interesse, o una vocazione. Perché mai si dovrebbe supporre che solo tra i bravi manager debbano essere sempre assenti questi tipi di motivazioni?
Il discorso è tanto più valido per tutto ciò che fa capo al settore pubblico, che si tratti dell'alta burocrazia o della guida delle aziende: per molti c'è un "plus" che consiste nello svolgere il proprio lavoro mettendosi al servizio della collettività. E comunque non stiamo parlando di ridurre le retribuzioni a stipendiucci da impiegati, ma di importi che comunque collocano chi li riceve nell'1% più ricco dei loro concittadini.
C'è da sperare che l'idea di ridimensionare i compensi stellari non venga lasciata cadere. Può darsi che qualcuno se ne andrà. Non si farà certamente troppa fatica a trovare rimpiazzi almeno altrettanto validi. (23 marzo 2014)
da repubblica.it
Quanto vale un bravo manager
di Carlo Clericetti
Avremo tutte schiappe alla guida delle nostre aziende pubbliche o a controllo pubblico? Dopo le dichiarazioni di Mauro Moretti, l'amministratore delegato delle Ferrovie ("se mi riducono lo stipendio me ne vado") il dubbio ha cominciato a serpeggiare anche a sinistra. L'intenzione espressa dal presidente del Consiglio di ridurre le retribuzioni dei top manager di Stato, a cui Moretti ha reagito, ha innescato un dibattito in cui le posizioni non vedono una demarcazione netta fra destra e sinistra, come forse ci si sarebbe potuti aspettare. Fabrizio Barca, per esempio, ha twittato: "(Faccio eccezione a #bastaconmoretti) Certo ! Toccare i vertici incapaci. NON gettare loro stipendi in bocca al popolo!!" E alla replica di un suo follower ("Non ho capito. Sono tanti, o no, 850mila euro pubblici a manager pubblico?") ha a sua volta ribattuto: "Tanti rispetto a che? A ciò che paga mercato: no. A mio/suo canone: sì. Ma nel capitalismo conta il primo".
Sulla stessa linea l'economista Massimo D'Antoni, già capo della segreteria tecnica di Stefano Fassina e quindi dell'ala sinistra del Pd: "Penso che Moretti abbia ragione: limitare il compenso di un manager che gestisce un'azienda importante vuol dire non avere idea di come funziona un'economia di mercato, insomma è una sciocchezza". Poi precisa meglio il suo pensiero: "La mia non
è un'affermazione di principio sull'inopportunità di interferire con il mercato. Io obietto all'idea che si debba istituzionalizzare in un vincolo di legge l'idea che il manager dello Stato è per forza un burocrate incapace il cui stipendio è una rendita che può essere compressa senza conseguenze. L'idea che puoi porre un limite alla remunerazione dei manager di Stato (solo quelli) è parente stretta dell'idea che il pubblico è comunque inefficienza e mala gestione. In questo senso c'è un egualitarismo di maniera che va a braccetto con il peggior liberismo".
In realtà il "mercato" a cui si fa riferimento non dà indicazioni univoche né costanti nel tempo. Fino agli anni '70, cioè prima che il vento di destra cominciasse a soffiare impetuoso nel mondo più industrializzato, la situazione era molto diversa. L'ex sindacalista Antonio Lettieri ricorda che all'epoca in Giappone il rapporto tra salari operai e retribuzioni dei top manager era di 1 a 7. Nello stesso periodo Pierre Carniti aveva incontrato il capo dell'allora potentissimo sindacato Usa dell'auto e il leader dell'Uaw aveva lungamente discusso con preoccupazione il fatto che il Ceo della General Motors guadagnava ben 12 volte il salario medio. Anche il mitico capo della Fiat Vittorio Valletta aveva portato il suo stipendio a 12 volte quello dei suoi operai, e a scandalizzarsene, più ancora dei sindacati, era un imprenditore non certo da meno come Adriano Olivetti. Nel 2012 Sergio Marchionne, con i suoi 48,5 milioni, ha guadagnato circa 2.000 volte il salario medio dei dipendenti italiani.
Anche oggi non sembra esserci una regola assoluta. Moretti ha affermato che il suo omologo tedesco guadagna il doppio di lui, ma il loro collega francese porta a casa un terzo di Moretti. Sarà una schiappa? Di certo il sistema ferroviario francese, se non il migliore, è tra i migliori del mondo.
Una cosa invece è certa: ritenere che l'entità dello stipendio sia il fattore sempre e comunque determinante per selezionare e non far fuggire i migliori è un'idea platealmente sballata. Le scelte di vita non possono essere ridotte alla ricerca del più alto guadagno possibile, sono un qualcosa di assai più complesso in cui entrano in gioco motivazioni diverse e che variano da persona a persona. Questo è un fatto, e ve ne sono numerosi esempi. Lo stesso Moretti, che è ingegnere, decise a un certo punto di dedicarsi alla carriera sindacale (nella Cgil). Non ne ebbe sicuramente un vantaggio economico. Certo, si può pensare che la mossa facesse parte di una strategia per la scalata al potere (che poi ha avuto successo). Ma consideriamo qualche altro caso.
Mario Draghi, per esempio. Dopo una decina d'anni come direttore generale del Tesoro era passato al settore privato, ossia alla Goldman Sachs, la regina delle banche d'affari e regina anche delle retribuzioni dei top manager. Ma Draghi non ha esitato a lasciarla per la guida della Banca d'Italia, dove certo non se la passava male (nel 2010 ha avuto circa un milione di euro), ma di sicuro non ci ha guadagnato. Un taglio ancora più consistente lo ha avuto passando alla presidenza della Bce: l'anno scorso ha guadagnato "appena" 374.000 euro. Sempre meglio del presidente della Fed Usa, che resta di un pelo sotto i 200.000 dollari: davvero pochino per un banchiere centrale. Basti pensare che il governatore di Bankitalia Ignazio Visco prendeva circa 758.000 euro prima di decidere una autoriduzione clamorosa per l'entità, che lo ha portato a "soli" 495.000 euro. Eppure, non risulta che qualcuno abbia mai rifiutato la designazione al vertice della Fed per lo stipendio troppo basso.
Possono forse considerarsi casi eccezionali quelli di Enrico Mattei, forse il più grande manager che abbiamo mai avuto, che devolveva quasi tutto il suo stipendio in beneficenza; o, ai nostri tempi, di Josè Mujica, il presidente uruguayano che trattiene per sé meno del 10% del suo appannaggio. Ma basta pensare al giro delle conoscenze di ognuno per verificare che sono tanti coloro che fanno scelte di vita non per diventare il più ricchi possibile, ma per seguire un ideale, o un interesse, o una vocazione. Perché mai si dovrebbe supporre che solo tra i bravi manager debbano essere sempre assenti questi tipi di motivazioni?
Il discorso è tanto più valido per tutto ciò che fa capo al settore pubblico, che si tratti dell'alta burocrazia o della guida delle aziende: per molti c'è un "plus" che consiste nello svolgere il proprio lavoro mettendosi al servizio della collettività. E comunque non stiamo parlando di ridurre le retribuzioni a stipendiucci da impiegati, ma di importi che comunque collocano chi li riceve nell'1% più ricco dei loro concittadini.
C'è da sperare che l'idea di ridimensionare i compensi stellari non venga lasciata cadere. Può darsi che qualcuno se ne andrà. Non si farà certamente troppa fatica a trovare rimpiazzi almeno altrettanto validi. (23 marzo 2014)
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Re: Spending review ? Perché non si incomincia dai piani ALT
Eh, sennò i rinviato a giudizio per disastro colposo muore di fame, poveretto...
Altro che riduzione, gli andrebbe tolto uno zero. A tutti. Nel caso di moretti ha ragione Della Valle, andrebbe licenziato
Altro che riduzione, gli andrebbe tolto uno zero. A tutti. Nel caso di moretti ha ragione Della Valle, andrebbe licenziato
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: Spending review ? Perché non si incomincia dai piani ALT
C'è da sperare che l'idea di ridimensionare i compensi stellari non venga lasciata cadere. Può darsi che qualcuno se ne andrà. Non si farà certamente troppa fatica a trovare rimpiazzi almeno altrettanto validi.
Bene, sentivo poi a Omnibus che in Germania e in Francia gli alti burocrati ( non i menagers) sono pagati 4 o 6 volte tanto gli stipendi minimi, mentre da noi si va da 10 a 12 volte qiuelli minimi ( da noi poi i minimi sono ancora più bassi ).
Ma io dico, possibile che solo i soldi facciano la differenza, credo che, soddisfatte le esigenze essenziali, ci sono altri valori che contano, per cui invece dei soldi ai meritevoli si possono riconoscere punteggi di merito che valgano nelle scelte , poteri decisionali, una classifica dei migliori ecc.ecc. Invece abbiamo visto menagers con risultati pessimi lautamente pagati
Dice bene la nostra Costituzione al 2° comma dell'art.4
" Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. "
e non del suo toraconto personale.
Bene, sentivo poi a Omnibus che in Germania e in Francia gli alti burocrati ( non i menagers) sono pagati 4 o 6 volte tanto gli stipendi minimi, mentre da noi si va da 10 a 12 volte qiuelli minimi ( da noi poi i minimi sono ancora più bassi ).
Ma io dico, possibile che solo i soldi facciano la differenza, credo che, soddisfatte le esigenze essenziali, ci sono altri valori che contano, per cui invece dei soldi ai meritevoli si possono riconoscere punteggi di merito che valgano nelle scelte , poteri decisionali, una classifica dei migliori ecc.ecc. Invece abbiamo visto menagers con risultati pessimi lautamente pagati
Dice bene la nostra Costituzione al 2° comma dell'art.4
" Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. "
e non del suo toraconto personale.
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Re: Spending review ? Perché non si incomincia dai piani ALT
Carissimo, le democrazie non possono funzionare se manca l'onesta dell'individuo e il senso della cosa pubblica.iospero ha scritto:C'è da sperare che l'idea di ridimensionare i compensi stellari non venga lasciata cadere. Può darsi che qualcuno se ne andrà. Non si farà certamente troppa fatica a trovare rimpiazzi almeno altrettanto validi.
Bene, sentivo poi a Omnibus che in Germania e in Francia gli alti burocrati ( non i menagers) sono pagati 4 o 6 volte tanto gli stipendi minimi, mentre da noi si va da 10 a 12 volte qiuelli minimi ( da noi poi i minimi sono ancora più bassi ).
Ma io dico, possibile che solo i soldi facciano la differenza, credo che, soddisfatte le esigenze essenziali, ci sono altri valori che contano, per cui invece dei soldi ai meritevoli si possono riconoscere punteggi di merito che valgano nelle scelte , poteri decisionali, una classifica dei migliori ecc.ecc. Invece abbiamo visto menagers con risultati pessimi lautamente pagati
Dice bene la nostra Costituzione al 2° comma dell'art.4
" Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. "
e non del suo tonraconto personale.
Difronte al liberismo tutto va a farsi fottere poiche' gli obiettivi son ben altri.
Definirsi oggi democratici o riformisti son tutti capaci a dirselo. Sono i fatti a fare la differenza anche se non sono "coperti" da queste definizioni.
Quando la democrazia perde il suo senso del termine e diventa democrazia dei solo poteri, cio' puo causare una caduta verticale di un popolo con tutte le conseguenze che poi possono derivare.
La domos di Pericle funziono' per anni solo perche' era un uomo onesto che pensava esclusivamente al suo popolo. Quando in grecia degenero' si trovo' alle ns. stesse condizioni.
Quindi, da come si dimostra anche in questi tempi, la democrazia con tutte le sue degenerazioni e definizioni moderne e' suparata e quindi dobbiamo andare oltre per avere quello in cui crediamo.
Ma come puo' succedere tutto questo?
-Movimenti di protesta?
-Nuove rivoluzioni che il mondo informatico di questo millennio potrebbe fornirci?
-Quali altre alternative potremmo tirar fuori per farci rispettare e creare un mondo piu' giusto in cui l'uomo possa essere al di sopra di tutto e non viceversa in cui i poteri economici/finanziari e le lobby la fanno da padroni in barba a qualsiasi demos?
un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Spending review ? Perché non si incomincia dai piani ALT
ciao pancho ,
è vero le democrazie non possono funzionare se manca l'onesta dell'individuo e il senso della cosa pubblica.,
L'individuo va educato e dobbiamo convincerci tutti che deve essere la politica a governare il mondo e non l'economia, e ciò per il bene di tutti.
è vero le democrazie non possono funzionare se manca l'onesta dell'individuo e il senso della cosa pubblica.,
L'individuo va educato e dobbiamo convincerci tutti che deve essere la politica a governare il mondo e non l'economia, e ciò per il bene di tutti.
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Re: Spending review ? Perché non si incomincia dai piani ALT
Domanda a pancho e a iospero
Come fate a rieducare 46 milioni di italiani in una fase storica come questa?
Come fate a rieducare 46 milioni di italiani in una fase storica come questa?
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Re: Spending review ? Perché non si incomincia dai piani ALT
La risposta non ce l'ho, caro Zione.camillobenso ha scritto:Domanda a pancho e a iospero
Come fate a rieducare 46 milioni di italiani in una fase storica come questa?
So solo che la strada sarà lunga e penosa visto come dilaga l'anti politica e come è' ridotta la politica.
Altro che possiamo fare se non cercare nel ns. piccolo di dare un contributo pur sapendo ch i tempi sono lunghi.
Ricostruire un tessuto politico e' cosa più che ardua ma non abbiamo altre alternative se non l'abbandono e quindi favorire le solite lobby/poteri economici-finanziarie e poteri occulti?
Al momento posso votare per Tsipras sapendo però che questo non deve essere l'obiettivo finale ma l'inizio di un cambiamento che dobbiamo costruire assieme se ne saremo capaci.
Far ripartecipare la gente alla gestione della cosa pubblica sarà una cosa faraonica visto lo scollamento fra politica e popolo durato per tutto questo tempo.
Un salutone da Juan ....che tenta in tutti i modi di non perdere la speranza
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Spending review ? Perché non si incomincia dai piani ALT
Io comunque non sarei così pessimista e credo che più della metà degli italiani siano persone oneste e laboriose e se la politica incominciasse a dare il buon esempio e avesse il coraggio di affrontare in modo deciso i punti deboli del sistema sarebbe possibile ripartire .camillobenso ha scritto:
Domanda a pancho e a iospero
Come fate a rieducare 46 milioni di italiani in una fase storica come questa?
A Madrid La Spagna contro la perdita di dignità sociale .
Non credo che i menagers superpagati siano insostituibili, Moretti parla di un lavoro duro , ma si rende conto di ciò che afferma, ci sono milioni di cittadini che lavorano gratuitamente per il bene sociale e la ricompensa la trovano non nei soldi , ma nei risultati positivi che riescono portare agli altri.
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Re: Spending review ? Perché non si incomincia dai piani ALT
Non son convinto che piu' della meta' siano persone oneste.iospero ha scritto:Io comunque non sarei così pessimista e credo che più della metà degli italiani siano persone oneste e laboriose ......camillobenso ha scritto:
Domanda a pancho e a iospero
Come fate a rieducare 46 milioni di italiani in una fase storica come questa?
Essere onesti non basta essere in ordine col fisco.
Non e' sufficiente.
Essere onesti e' un termine che spazia un po' dappertutto e quindi va a toccare perfino la coerenza personale.
Pagare le tasse e condividere nello stesso tempo certe riforme inique ti sembra questo un modo per essere considerato onesto?
Favorire il liberismo piu' sfrenato alla barba dei soliti noti ti sembra un modo per sentirsi onesti?
Quei 8/10mln che votano il nanetto li possiamo considerare onesti solo per il fatto che difendono i loro interessi? Il termine comunita' a costoro non dice niente?
Certo, rimane una marea di gente che non va piu' a votare e quindi manca dalla nostra analisi sull'onesta.
Ma, questi, li metteresti fra gli onesti o fra coloro che vorrebbero fare i c..zi loro e che sta' un po' stretto quel poco che viene distribuito fra agli altri?
No, amico mio, sono un po pessimista sulla percentuale sull'onesta degli italiani anche se sono persone laboriose.
Laboriosi lo siamo un po' tutti. Anche i delinquenti lo sono sul suo "lavoro".
Certo se ci guardiamo attorno e' difficile non essere pessimisti ma nello stesso tempo se vogliamo cambiar rotta o perlomeno provarci siamo costretti ad avere un minimo di fiducia nelle proprie e nelle umane possibilità di migliorare (l'ottimismo della volontà).
Non e' cosa facile,sopratutto per me, lo so ma non abbiamo altre alternative per non soccombere.
A soccombere saremo ancora una volta soltanto ed esclusivamente noi e non coloro i quali sono stati causa del ns. pessimismo.
E' una fatica immensa quella di trovare un po' di ottimismo di questi tempi ma che dobbiamo fare?
Tutte le rivoluzioni sono state faticose e quella del terzo millennio sara' ancora piu' faticosa delle passate poichè ti devi confrontare non piu' con le armi che a noi sarebbe piu' congeniale anche se di questi tempi difficile trovare chi e' disposto a mettersi in spalla lo schoipoo o il kalashnikov per far paura a lor signori?
Non ci resta altro che la ricerca di alternative politiche che possano persuadere le persone e che queste alternative siano raggiungibili e non astratte. Solo cosi' potremo avere la possibilita, magari remota, di poter cambiare un tessuto sociale e politico oramai distrutto dalle ipocresie delle attuali politiche.
Non ci resta che favorire qualsiasi movimento che nasce che abbia alcune di queste caratteristiche e far si che possa trovare un collante che sia in grado di far aggregare altre realta del genere che come vedi ora nascono a josa.
Io non mi metterei a discutere se all'interno ci possano essere i vari Casarin del momento come han fatto alcuni nella nuova liste Tsipras fra i quali Camilleri e Flores.
Non mi scandalizzerei per questo anzi lo riterrei piu' che positivo perchè penso siamolto utile dialogare con quelli che poco tempo fa ti consideravano dall'altra parte. Sono giovani impostanti da ascoltare e non mettere in una riserva.
Mi fermo perche vedo che sto' proseguendo verso un'altro tema
un salutone da Juan
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Re: Spending review ? Perché non si incomincia dai piani ALT
Non son convinto che piu' della meta' siano persone oneste.iospero ha scritto:Io comunque non sarei così pessimista e credo che più della metà degli italiani siano persone oneste e laboriose ......camillobenso ha scritto:
Domanda a pancho e a iospero
Come fate a rieducare 46 milioni di italiani in una fase storica come questa?
Essere onesti non basta essere in ordine col fisco.
Non e' sufficiente.
Essere onesti e' un termine che spazia un po' dappertutto e quindi va a toccare perfino la coerenza personale.
Pagare le tasse e condividere nello stesso tempo certe riforme inique ti sembra questo un modo per essere considerato onesto?
Favorire il liberismo piu' sfrenato alla barba dei soliti noti ti sembra un modo per sentirsi onesti?
Quei 8/10mln che votano il nanetto li possiamo considerare onesti solo per il fatto che difendono i loro interessi? Il termine comunita' a costoro non dice niente?
Certo, rimane una marea di gente che non va piu' a votare e quindi manca dalla nostra analisi sull'onesta.
Ma, questi, li metteresti fra gli onesti o fra coloro che vorrebbero fare i c..zi loro e che sta' un po' stretto quel poco che viene distribuito fra agli altri?
No, amico mio, sono un po pessimista sulla percentuale sull'onesta degli italiani anche se sono persone laboriose.
Laboriosi lo siamo un po' tutti. Anche i delinquenti lo sono sul suo "lavoro".
Certo se ci guardiamo attorno e' difficile non essere pessimisti ma nello stesso tempo se vogliamo cambiar rotta o perlomeno provarci siamo costretti ad avere un minimo di fiducia nelle proprie e nelle umane possibilità di migliorare (l'ottimismo della volontà).
Non e' cosa facile,sopratutto per me, lo so ma non abbiamo altre alternative per non soccombere.
A soccombere saremo ancora una volta soltanto ed esclusivamente noi e non coloro i quali sono stati causa del ns. pessimismo.
E' una fatica immensa quella di trovare un po' di ottimismo di questi tempi ma che dobbiamo fare?
Tutte le rivoluzioni sono state faticose e quella del terzo millennio sara' ancora piu' faticosa delle passate poichè ti devi confrontare non piu' con le armi che a noi sarebbe piu' congeniale anche se di questi tempi difficile trovare chi e' disposto a mettersi in spalla lo schoipoo o il kalashnikov per far paura a lor signori?
Non ci resta altro che la ricerca di alternative politiche che possano persuadere le persone e che queste alternative siano raggiungibili e non astratte. Solo cosi' potremo avere la possibilita, magari remota, di poter cambiare un tessuto sociale e politico oramai distrutto dalle ipocresie delle attuali politiche.
Non ci resta che favorire qualsiasi movimento che nasce che abbia alcune di queste caratteristiche e far si che possa trovare un collante che sia in grado di far aggregare altre realta del genere che come vedi ora nascono a josa.
Io non mi metterei a discutere se all'interno ci possano essere i vari Casarin del momento come han fatto alcuni nella nuova liste Tsipras fra i quali Camilleri e Flores.
Non mi scandalizzerei per questo anzi lo riterrei piu' che positivo perchè penso siamolto utile dialogare con quelli che poco tempo fa ti consideravano dall'altra parte. Sono giovani impostanti da ascoltare e non mettere in una riserva.
Mi fermo perche vedo che sto' proseguendo verso un'altro tema
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