Quale Senato ?

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
Rispondi
Maucat
Messaggi: 1079
Iscritto il: 19/04/2012, 12:04

Re: Quale Senato ?

Messaggio da Maucat »

Siamo ormai in piena deriva in preda ai venti dittatoriali del primo che passa e raccoglie le proteste da Bar dello Sport... La Politica vera ha dato dopo 25 anni di agonia il mortal sospiro e chi ha ancora un po' di neuroni funzionante è lì attonito a rimirare la spettacolo veramente demenziale e oltremodo pericoloso della politichetta attuale fatta da omuncoli...
Decisioni prese perché qualche centinaio di persone dice si sul web o su qualche social network o perché qualche altro centinaio intervistato a caso straparla e trancia giudizi su tutto anche se dell'argomento non ne sa un'emerita ceppa...
In un mondo che si sta ridisegnando dal punto di vista geopolitico, noi italioti stiamo quì a parlare di mirabolanti riforme che non avranno alcun effetto se non quello di rendere più precari e poveri coloro che lo sono già, di abbattere ancora un'altra fetta dell'ex ceto medio in attesa della sua dipartita definitiva e di ovviamente arricchire, (come fatto benissimo negli ultimi 5 lustri) quella piccolissima fetta di popolazione già ricca di suo. Quando il sistema finanziario di stampo puramente oligarchico troverà finalmente la sua Waterloo saremo lì a prenderci in faccia in prima linea tutte le peggiori conseguenze mentre altri più furbi si saranno parzialmente riparati e sarà il giusto castigo per un Popolo che da oltre 30 anni vive ignavo oltre le proprie possibilità svendendosi il futuro delle sue prossime generazioni...
iospero
Messaggi: 2444
Iscritto il: 24/02/2012, 18:16

Re: Quale Senato ?

Messaggio da iospero »

Ma come si permette il ministro Boschi a rivolgersi ai senatori dicendo a proposito della proposta su di un Senato elettivo “Nessuna apertura perché è uno degli elementi che è stato discusso nell’accordo con le varie forze politiche”.

stiamo parlando di una riforma della Costituzione, ma si rende conto dell'assurdità di quelle parole.?
Sono forse i senatori dei giopini che devono obbedire ad accordi extra parlamentari fatti con un pregiudicato ?
camillobenso
Messaggi: 17353
Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Quale Senato ?

Messaggio da camillobenso »

iospero ha scritto:Ma come si permette il ministro Boschi a rivolgersi ai senatori dicendo a proposito della proposta su di un Senato elettivo “Nessuna apertura perché è uno degli elementi che è stato discusso nell’accordo con le varie forze politiche”.

stiamo parlando di una riforma della Costituzione, ma si rende conto dell'assurdità di quelle parole.?
Sono forse i senatori dei giopini che devono obbedire ad accordi extra parlamentari fatti con un pregiudicato ?

1) Sartori in occasione della pubblicazione dell'elenco dei ministri del nuovo governo ha dichiarato: UN GOVERNO DI INCOMPETENTI GUIDATO DA UN INCOMPETENTE.

La ministra Boschi è una bella ed attraente donna, e poi ancora, bella ed attraente, e ancora, bella e attraente,...........ma niente di più.

E' un governo alla Berlusconi. Donne che fanno da specchietto per le allodole.

2) Anche Dario Fo ha accennato che:

Il diritto di parola, di opinione, di pensiero, è solo una lusinga suonata sul ritmo dei pernacchi. In LA maggiore. Mi pare un’aria che conosco… ah già, è l’aria della P2. Opera buffa semitragica di Licio Gelli, amico di Verdini. Lo conosci?

Che va sommato all'intervista a Zagrebelsky di oggi su Repubblica:

«C’è un disegno istituzionale che cova da lungo tempo e che, oggi, a differenza di allora, viene alla luce del sole.
Gli oppositori d’un tempo sono diventati sostenitori. Delle due, l’una: o tacere, con ciò acconsentendo di fatto, o parlare forte. È quanto s’è fatto col documento di Libertà e Giustizia».


La proprietà transitiva, in matematica, sostiene che se A è uguale a B, e se B è uguale a C,.....di conseguenza C è uguale ad A.

Ora non so se Renzi conosce Licio Gelli, ma Verdini sì. E quello che sta portando avanti Renzi è uno schema molto simile a quello del Piano di Rinascita democratica di Gelli.

Gelli aveva individuato in Berlusconi l'uomo adatto a realizzare il suo piano.

lo ha dichiarato più volte in pubblico di sostenere Berlusconi.

Ma dopo il caso delle Olgettine e non solo, Gelli ha dichiarato pubblicamente Berlusconi indegno.

Adesso dopo qualche anno, hanno trovato il piazzista giusto in grado di incantare i merli tricolori e ripartire con il vecchio disegno P2.

La crisi rappresenta un momento favorevole per attuare il piano a cui ci stanno girando attorno da anni.

Domanda:

Ma chi ha attraversato il secondo novecento, non ricorda l'attenzione verso le logge massoniche ed in particolare quelle deviate?

Da quando la tessera P2, 1816 è entrata in politica delle logge massoniche non ne ha parlato più nessuno.

E' possibile che si siano estinte da sole nell'ultimo ventennio o hanno di nuovo tramato nel buio?
camillobenso
Messaggi: 17353
Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Quale Senato ?

Messaggio da camillobenso »

Dal Corriere.it

PARTITO DEMOCRATICO
SALTA LA RIUNIONE DELL’UFFICIO DI PRESIDENTZA CONVOCATA NEL POMERIGGIO. I GRILLINI: «IL TESTO ANCORA NON C’È»
Riforma Senato, spaccatura nel Pd
Chiti presenta un ddl che vuole il Senato elettivo. M5s apre a proposta mentre i renziani chiedono che il disegno di legge si trasformi in emendamenti al progetto di governo
di Redazione Online


Chiuso per il momento il fronte esterno, con la tregua tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, la riforma costituzionale del Senato vede aprirsi un fronte interno al Pd. Vannino Chiti, senatore del Pd presenta un disegno di legge in cui il Senato tornerebbe ad essere elettivo (a differenza del disegno di legge governativo) e la maggioranza renziana deve immediatamente intervenire, per stoppare un tentativo che potrebbe trovare la sponda anche del Movimento 5 stelle, che si sarebbe detto favorevole a votare il testo di Chiti.
Salta ufficio di presidenza
Intanto si apprende che salta l’ufficio di presidenza della commissione Affari Costituzionali del Senato convocata per le 15.30. E la cosa accade, spiega il parlamentare del M5S Nicola Morra su fb, «perchè il ddl costituzionale del governo ancora non è arrivato a Palazzo Madama». A questo proposito, Morra cita alcune «indiscrezioni giornalistiche» in cui si parla di «problemi di costituzionalità» del provvedimento che sarebbero all’attenzione del Colle
Polemica
«Condivido totalmente l’appello lanciato in assemblea dal senatore del Pd Nicola Latorre di invitare Chiti e gli altri firmatari a ritirare la loro proposta di riforma costituzionale. Li invitiamo ufficialmente a fare emendamenti al testo del governo» ha detto il senatore Andrea Marcucci (molto vicino al premier Renzi) uscendo dall’assemblea.
«Il Pd lavorerà per migliorare riforma governo. Si’ a emendamenti, no a testi alternativi. Chiti ritiri il suo, soprattutto dopo il sostegno M5S ha aggiunto Marcucci». «Tutti hanno in mente il passaggio storico che stiamo vivendo e quindi credo che il senso di responsabilità stia prevalendo», ha detto Marcucci, aggiungendo che «il confronto e’ aperto» anche se la non eleggibilità del Senato «e’ un punto dal quale credo che oggettivamente il Pd non si possa muovere». «C’e’ la disponibilità -ha proseguito- a lavorare sulla composizione e il rapporto con il territorio, anche delle singole regioni, per avere una migliore rappresentatività, e anche a discutere sulle funzioni del futuro Senato» ma sulla non eleggibilità la discussione non si riapre, «lo dico anche in una logica politica e di senso di responsabilità. Credo si debba procedere nel Pd, come proposto da Latorre, in una logica emendativa e non sostitutiva della proposta del governo e del partito. Quindi -ha concluso- c’e’ l’invito al ritiro della proposta Chiti e della trasformazione in proposte emendative nel corso dell’iter parlamentare» ha concluso il senatore del Pd.
La replica
Ma la minoranza interna al Pd, per ora non sembra volere sentire ragione. «Noi il nostro ddl costituzionale non lo ritiriamo, resta sul tavolo. Non vogliamo spaccare il partito, stiamo solo cercando di dare il nostro contributo» ha successivamente replicato il senatore della minoranza Pd, Corradino Mineo, rivolto a Latorre e Marcucci.
«Sul tavolo c’è solo il ddl del governo. Gli altri testi forniranno contributi utili al lavoro della commissione e dell’aula» sottolinea invece la deputata Pd Simona Bonafè.
8 aprile 2014 | 13:16
© RIPRODUZIONE RISERVATA

http://www.corriere.it/politica/14_apri ... b816.shtml
camillobenso
Messaggi: 17353
Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Quale Senato ?

Messaggio da camillobenso »

Ad ognuno il suo limite


Gli ultimi due commenti sul Corriere.it, riferiti all'articolo precedente sono:


1gcolan8 aprile 2014 | 16:28
Come molti commentatori hanno notato il problema della democrazia in Italia è che non ci si vuole mai sottomettere alla maggioranza dopo che si è discusso nelle sedi opportune e si è votato!
VOTA 1RISPONDI


raffaelleit8 aprile 2014 | 16:27
<<....stiamo solo cercando di dare il nostro contributo» ha successivamente replicato il senatore della minoranza Pd, Corradino Mineo...>> il Mineo sembra uno di quei calciatori che mentre fanno fallo alzano le braccia facendo intendere che non c'entra nulla...cartellino rosso !!


Assemblea Nazionale della Costituente italiana - 25 giugno 1946 - 31 gennaio 1948


Alcuni nomi:

Calamandrei Piero
Codignola Tristano
Foa Vittorio
Lombardi Riccardo
Lussu Emilio
Valiani Leo
Longo Luigi, presidente (fino al 12 febbraio 1947)
Togliatti Palmiro, presidente (dal 12 febbraio 1947)
Grieco Ruggero, vicepresidente
Scoccimarro Mauro, vicepresidente (dall'11 febbraio 1947)
Iotti Leonilde, segretaria (dall'11 febbraio 1947)
Condorelli Orazio
Amendola Giorgio, membro del Consiglio direttivo
Boldrini Arrigo
Di Vittorio Giuseppe
Dozza Giuseppe
Giolitti Antonio
Gorreri Dante
Li Causi Girolamo
Mattei Teresa
Montagnana Togliatti Rita
Pajetta Gian Carlo
Roveda Giovanni
Secchia Pietro
Silipo Luigi
Spano Velio
Terracini Umberto
Gronchi Giovanni, presidente
Cingolani Mario, vicepresidente (dal 12 febbraio 1947 al 30 luglio 1947)
Moro Aldo, membro del Consiglio direttivo (dal 22 luglio 1946 al 12 febbraio 1947), vicepresidente (dal 30 luglio 1947)
Andreotti Giulio, segretario (dal 12 febbraio 1947 al 30 luglio 1947)
Taviani Emilio Paolo, segretario (fino al 12 febbraio 1947)
Uberti Giovanni, segretario (dal 30 luglio 1947)
Moro Aldo, membro del Consiglio direttivo (dal 22 luglio 1946 al 12 febbraio 1947)
Campilli Pietro
Codacci Pisanelli Giuseppe
Colombo Emilio
De Gasperi Alcide
Dossetti Giuseppe
Gonella Guido
Jervolino Angelo Raffaele
La Pira Giorgio
Lazzati Giuseppe
Pastore Giulio
Pella Giuseppe
Segni Antonio
Zaccagnini Benigno
Badini Confalonieri Vittorio
Einaudi Luigi
Martino Gaetano
Nenni Pietro, presidente (dall'8 febbraio 1947)
Treves Paolo, membro del Consiglio direttivo (fino al 3 febbraio 1947)
Matteotti Matteo (fino al 3 febbraio 1947)
Morandi Rodolfo
Pertini Sandro
Saragat Giuseppe (fino al 3 febbraio 1947)
Silone Ignazio
Preti Luigi, segretario (dal 3 febbraio 1947)
Parri Ferruccio
Orlando Vittorio Emanuele,
Bozzi Aldo,



Adesso provate a confrontare questi cognomi:


Razzi
Scilipoti
Santanchè
Biancofiore
Cicchitto
Alfano
Casini
Verdini
Brunetta
Faraone
Madia
Boschi
Latorre
Romani
Quagliariello
Carfagna
Bondi
Faraone
Guerrini
Gentiloni
Bonafè
Lorenzin
Cesa
LaRussa
Gasparri
Fitto
De Girolamo





Qualcuno continua a farmi osservare: "Ma quegli uomini costituenti non ci dono più, bisogna adattarsi a quello che c'è, a quello che passa il convento........."



Già,...allora,......dato che quegli uomini non ci sono più si mette mano alla Costituzione?

Dato che ci stanno degli scalzacani si mette mano per per forza mano alla Costituzione?

Abbiamo già visto cosa succede quando i nipotini della prima Repubblica hanno messo mano all'articolo 5. Adesso è tutto da rifare.

Herrare humanum est. Perseverare aut diabolicum.
camillobenso
Messaggi: 17353
Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Quale Senato ?

Messaggio da camillobenso »

La controproposta di Chiti piace a Santangelo. Mineo: "Proviamo a votare con loro". Marcucci e Latorre, vicini al premier: "Via quel ddl". Romani (Fi): "Renzi rispetti i patti o votiamo con i 5 Stelle"

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 8 aprile 2014Commenti (1264)


Il ddl Chiti rischia di diventare un virus che si diffonde e che può far deragliare il treno delle riforme istituzionali. Si tratta del testo che 22 senatori della sinistra Pd ha presentato come proposta alternativa al disegno di legge approvato dal governo in consiglio dei ministri. Ma se negli ultimi giorni il presidente del Consiglio Matteo Renzi - in sintonia con il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi - aveva parlato di autosufficienza” in caso di rottura del patto con Forza Italia ora quello scenario sembra meno certo. Primo: il Movimento Cinque Stelle ha detto che è pronto a sostenere il testo di Vannino Chiti (ex ministro delle Riforme e ex vicepresidente del Senato) salvo poi fare una mini-retromarcia con la solita storia del “sentiamo la Rete”. Secondo: i 22 senatori, invitati con energia dai renzianissimi (Andrea Marcucci) e da quelli dell’ultima ora (Nicola Latorre) a ritirare la proposta, hanno risposto picche, confermando che la loro proposta resisterà. Terzo: al trenino si aggiunge perfino Forza Italia visto che il capogruppo al Senato Paolo Romani manda questo messaggio al capo del governo: “Rispetti i patti o molti di noi voteranno con Chiti e i Cinque Stelle”. Insomma a far rallentare l’iter delle riforme (Senato e Titolo V in testa) potrebbe essere l’inedita maggioranza che dai civatiani arriva a Renato Brunetta passando per Paola Taverna o Vito Crimi. Ma la Boschi non alza il piede dall’acceleratore: il ddl di riforma del Senato dovrebbe arrivare a Palazzo Madama “fra oggi e domani”, dice.

Il Pd si divide e non è una notizia. E l’endorsement – pur con distinguo – dei Cinque Stelle è una mossa politica per aggravare le divisioni interne al Partito democratico e per indebolire Renzi. Il tema diventa tutt’altro che secondario, quindi, anche per il governo come confermano le parole del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che alla Cnn sottolinea come la riforma del Senato e le altre sulle Province ”vedono molti interessi politici in ballo, ma sono anche viste come una svolta decisiva. Se non passano sarebbe molto, molto grave per il Paese”. “Certamente l’opposizione alla spinta riformatrice è il segnale che si va nella giusta direzione. La sopravvivenza (del governo, ndr) dipende dall’intensità della spinta” a fare le riforme. Così ora i senatori chiedono ai colleghi della minoranza di ritirare il proprio disegno di legge costituzionale.

Si tratta di un testo firmato dall’ex ministro per le Riforme Vannino Chiti e sostenuto – tra gli altri – dai cosiddetti “civatiani“, da Corradino Mineo, da Massimo Mucchetti. In tutto una ventina di parlamentari. Prevede, tra l’altro, un’elezione diretta, su collegi regionali, dei futuri 106 senatori oltre che un taglio consistente ai seggi della Camera (che invece resterebbero intatti nella proposta di Renzi). “Faremo un’altra assemblea” annuncia il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda, a confermare che la situazione è tutt’altro che superata (quella di oggi era la quarta riunione sul tema). Mineo si spinge oltre e su twitter immagina una votazione congiunta M5S e Pd.


“Quello presentato da Chiti al Senato è di fatto il nostro testo, ad eccezione di una questione che riguarda il taglio delle indennità. Ma su tutto il resto non possiamo non essere d’accordo visto che ricalca la nostra proposta” dichiara il capogruppo dei Cinque Stelle a Palazzo Madama Maurizio Santangelo. “Ci stiamo ragionando – aggiunge -, ma sì, credo proprio di sì”. La conferma arriva anche da un ex capogruppo dei grillini a Palazzo Madama, Nicola Morra. Il primo dato è che questa mossa potrebbe mettere in difficoltà Renzi, alle prese con i numeri ballerini del Senato. La spina nel fianco della minoranza del Pd non è l’unico ostacolo al percorso del disegno di legge approvato in consiglio dei ministri. Ci sono le tentazioni di far saltare il tavolo da parte di Forza Italia. C’è la difficoltà di tenere insieme la maggioranza di partitini che sostengono il governo. La situazione è delicata nell’Aula di Palazzo Madama e il via libera del M5s alla proposta di Chiti potrebbe essere un colpo strategico che può mettere in difficoltà il presidente del Consiglio e i suoi progetti. E infatti lo scontro dentro al Pd non tarda ad arrivare. I renziani partono all’attacco: “Condivido totalmente l’appello lanciato in assemblea dal senatore del Pd Nicola Latorre di invitare Chiti e gli altri firmatari a ritirare la loro proposta di riforma costituzionale – afferma Andrea Marcucci - Li invitiamo ufficialmente a fare emendamenti al testo del governo”. Ma Corradino Mineo ci crede: ”Abbiamo votato con M5S la decadenza di Berlusconi, perché non dovremmo provare a votare insieme le riforme istituzionali?”. E rilancia: “Noi il nostro ddl costituzionale non lo ritiriamo. Resta lì sul tavolo. Ma non vogliamo spaccare il partito. Stiamo solo cercando di dare il nostro contributo”.

Dunque non è solo un problema di civatiani, per farla facile. All’assemblea Pd Chiti è assente, alle prese con il Consiglio europeo. E al suo posto rispondono Mineo e Felice Casson. “Il nostro testo resta sul tavolo e non si tocca”, risponde Mineo ai cronisti che lo incalzano. “Non vogliamo spaccare il partito – aggiunge – ma dare il nostro contributo”. E se l’adesione del M5s “che comunque dovrà essere confermata dalla Rete, arrivasse sul serio i numeri comincerebbero a diventare “significativi”: “Quelli del M5s sono 40 – spiega uno dei 22 democratici parlando con l’Ansa – e se i loro voti si sommassero ai nostri si arriverebbe a 62, senza contare i dissidenti grillini che sarebbero circa una decina. Se poi anche Fi dovesse dire ‘no’ al testo del governo non saprei mica come si potrebbero mettere le cose…”. “Il problema – interviene Doris Lo Moro – è che sui tempi non dipende tutto solo da noi visto che il governo ha già bruciato di fatto due settimane presentando solo ieri sera la relazione tecnica al Quirinale”. “Invece che puntare tutto sulla composizione del Senato – incalza il presidente della commissione Affari Costituzionali Anna Finocchiaro – sarebbe bene che ci si occupasse della competenza e delle funzioni della Camera Alta, perché un’ipotesi è quella di fare un Senato alla francese che sia cioè una Camera di garanzia, che si occupi di controllare ad esempio l’applicazione delle leggi, o il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini. E’ un errore focalizzarsi solo sulla sua composizione”. Ma anche su questo sarà necessario raggiungere un accordo, si commenta nel Pd, perché “sarà davvero difficile proporre un Senato di garanzia che non sia composto però da eletti…”.

Qui si inserisce l’indiscrezione di un incontro tra Renzi e Silvio Berlusconi, il cui bacino di voti sarebbe una garanzia per il presidente del Consiglio. Ma anche il “gioco” di Forza Italia. “Il ‘castello’ sul quale abbiamo lavorato non prevede al momento la scelta fra elezione diretta e non elezione diretta – dice il capogruppo Paolo Romani – La proposta Chiti prevede l’elezione diretta. E se il M5s va su quella proposta molti dei nostri senatori, me compreso, siamo convinti che una elezione diretta sarebbe assolutamente meglio anche nell’ottica di un sistema monocamerale”. Quindi, aggiunge, “su questo la maggioranza del Senato sarà difficile da immaginare”. Romani spiega che “se si fanno dei patti e degli accordi, quei patti vanno rispettati, sia nei contenuti che nei tempi”, dice il capogruppo azzurro che osserva come sulla legge elettorale l’impegno fosse “di approvarla alla camera velocemente e che immediatamente dopo la si approvasse al Senato”. Quanto alle richieste di Forza Italia sulla riforma del Senato, Romani premette che “l’argomento non fu particolarmente approfondito” nel patto del Nazareno. Ma Forza Italia è “assolutamente contraria” alla proposta fatta dal governo “per come è stata formulata. Non tanto per il fatto che vengano o meno eletti i senatori quanto per il fatto che noi non accettiamo che ci sia un’assemblea di sindaci che insieme alla Camera decidano la presidenza della Repubblica, i membri del Csm, i membri della Corte Costituzionale”. La proposta di Forza Italia è quindi quella di un Senato elettivo: “La proposta di Chiti corrisponde in parte alla nostra”. Il timbro arriva dall’alto: “Noi siamo per le riforme – dice Giovanni Toti – Francamente quella del Senato ci sembra poco e male, sediamoci a un tavolo e ne discutiamo”.


Il ddl Chiti rischia di diventare un virus che si diffonde e che può far deragliare il treno delle riforme istituzionali. Si tratta del testo che 22 senatori della sinistra Pd ha presentato come proposta alternativa al disegno di legge approvato dal governo in consiglio dei ministri. Ma se negli ultimi giorni il presidente del Consiglio Matteo Renzi - in sintonia con il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi - aveva parlato di autosufficienza” in caso di rottura del patto con Forza Italia ora quello scenario sembra meno certo. Primo: il Movimento Cinque Stelle ha detto che è pronto a sostenere il testo di Vannino Chiti (ex ministro delle Riforme e ex vicepresidente del Senato) salvo poi fare una mini-retromarcia con la solita storia del “sentiamo la Rete”. Secondo: i 22 senatori, invitati con energia dai renzianissimi (Andrea Marcucci) e da quelli dell’ultima ora (Nicola Latorre) a ritirare la proposta, hanno risposto picche, confermando che la loro proposta resisterà. Terzo: al trenino si aggiunge perfino Forza Italia visto che il capogruppo al Senato Paolo Romani manda questo messaggio al capo del governo: “Rispetti i patti o molti di noi voteranno con Chiti e i Cinque Stelle”. Insomma a far rallentare l’iter delle riforme (Senato e Titolo V in testa) potrebbe essere l’inedita maggioranza che dai civatiani arriva a Renato Brunetta passando per Paola Taverna o Vito Crimi. Ma la Boschi non alza il piede dall’acceleratore: il ddl di riforma del Senato dovrebbe arrivare a Palazzo Madama “fra oggi e domani”, dice.

Il Pd si divide e non è una notizia. E l’endorsement – pur con distinguo – dei Cinque Stelle è una mossa politica per aggravare le divisioni interne al Partito democratico e per indebolire Renzi. Il tema diventa tutt’altro che secondario, quindi, anche per il governo come confermano le parole del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che alla Cnn sottolinea come la riforma del Senato e le altre sulle Province ”vedono molti interessi politici in ballo, ma sono anche viste come una svolta decisiva. Se non passano sarebbe molto, molto grave per il Paese”. “Certamente l’opposizione alla spinta riformatrice è il segnale che si va nella giusta direzione. La sopravvivenza (del governo, ndr) dipende dall’intensità della spinta” a fare le riforme. Così ora i senatori chiedono ai colleghi della minoranza di ritirare il proprio disegno di legge costituzionale.

Si tratta di un testo firmato dall’ex ministro per le Riforme Vannino Chiti e sostenuto – tra gli altri – dai cosiddetti “civatiani“, da Corradino Mineo, da Massimo Mucchetti. In tutto una ventina di parlamentari. Prevede, tra l’altro, un’elezione diretta, su collegi regionali, dei futuri 106 senatori oltre che un taglio consistente ai seggi della Camera (che invece resterebbero intatti nella proposta di Renzi). “Faremo un’altra assemblea” annuncia il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda, a confermare che la situazione è tutt’altro che superata (quella di oggi era la quarta riunione sul tema). Mineo si spinge oltre e su twitter immagina una votazione congiunta M5S e Pd.

Abbiamo votato con #M5S la decadenza di #Berlusconi, perché non dovremmo provare a votare insieme le riforme istituzionali? @pdnetwork

— Corradino Mineo (@CorradinoMineo) 8 Aprile 2014

“Quello presentato da Chiti al Senato è di fatto il nostro testo, ad eccezione di una questione che riguarda il taglio delle indennità. Ma su tutto il resto non possiamo non essere d’accordo visto che ricalca la nostra proposta” dichiara il capogruppo dei Cinque Stelle a Palazzo Madama Maurizio Santangelo. “Ci stiamo ragionando – aggiunge -, ma sì, credo proprio di sì”. La conferma arriva anche da un ex capogruppo dei grillini a Palazzo Madama, Nicola Morra. Il primo dato è che questa mossa potrebbe mettere in difficoltà Renzi, alle prese con i numeri ballerini del Senato. La spina nel fianco della minoranza del Pd non è l’unico ostacolo al percorso del disegno di legge approvato in consiglio dei ministri. Ci sono le tentazioni di far saltare il tavolo da parte di Forza Italia. C’è la difficoltà di tenere insieme la maggioranza di partitini che sostengono il governo. La situazione è delicata nell’Aula di Palazzo Madama e il via libera del M5s alla proposta di Chiti potrebbe essere un colpo strategico che può mettere in difficoltà il presidente del Consiglio e i suoi progetti. E infatti lo scontro dentro al Pd non tarda ad arrivare. I renziani partono all’attacco: “Condivido totalmente l’appello lanciato in assemblea dal senatore del Pd Nicola Latorre di invitare Chiti e gli altri firmatari a ritirare la loro proposta di riforma costituzionale – afferma Andrea Marcucci - Li invitiamo ufficialmente a fare emendamenti al testo del governo”. Ma Corradino Mineo ci crede: ”Abbiamo votato con M5S la decadenza di Berlusconi, perché non dovremmo provare a votare insieme le riforme istituzionali?”. E rilancia: “Noi il nostro ddl costituzionale non lo ritiriamo. Resta lì sul tavolo. Ma non vogliamo spaccare il partito. Stiamo solo cercando di dare il nostro contributo”. In una breve nota Chiti conferma: “Siamo convinti che un ruolo di garanzia e rappresentanza anche dei territori del nuovo Senato sia meglio realizzabile con l’elezione diretta da parte dei cittadini, in concomitanza con le elezioni regionali”.

Dunque non è solo un problema di civatiani, per farla facile. All’assemblea Pd Chiti è assente, alle prese con il Consiglio europeo. E al suo posto rispondono Mineo e Felice Casson. “Il nostro testo resta sul tavolo e non si tocca”, risponde Mineo ai cronisti che lo incalzano. “Non vogliamo spaccare il partito – aggiunge – ma dare il nostro contributo”. E se l’adesione del M5s “che comunque dovrà essere confermata dalla Rete, arrivasse sul serio i numeri comincerebbero a diventare “significativi”: “Quelli del M5s sono 40 – spiega uno dei 22 democratici parlando con l’Ansa – e se i loro voti si sommassero ai nostri si arriverebbe a 62, senza contare i dissidenti grillini che sarebbero circa una decina. Se poi anche Fi dovesse dire ‘no’ al testo del governo non saprei mica come si potrebbero mettere le cose…”. “Il problema – interviene Doris Lo Moro – è che sui tempi non dipende tutto solo da noi visto che il governo ha già bruciato di fatto due settimane presentando solo ieri sera la relazione tecnica al Quirinale”. “Invece che puntare tutto sulla composizione del Senato – incalza il presidente della commissione Affari Costituzionali Anna Finocchiaro – sarebbe bene che ci si occupasse della competenza e delle funzioni della Camera Alta, perché un’ipotesi è quella di fare un Senato alla francese che sia cioè una Camera di garanzia, che si occupi di controllare ad esempio l’applicazione delle leggi, o il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini. E’ un errore focalizzarsi solo sulla sua composizione”. Ma anche su questo sarà necessario raggiungere un accordo, si commenta nel Pd, perché “sarà davvero difficile proporre un Senato di garanzia che non sia composto però da eletti…”.

Qui si inserisce l’indiscrezione di un incontro tra Renzi e Silvio Berlusconi, il cui bacino di voti sarebbe una garanzia per il presidente del Consiglio. Ma anche il “gioco” di Forza Italia. “Il ‘castello’ sul quale abbiamo lavorato non prevede al momento la scelta fra elezione diretta e non elezione diretta – dice il capogruppo Paolo Romani – La proposta Chiti prevede l’elezione diretta. E se il M5s va su quella proposta molti dei nostri senatori, me compreso, siamo convinti che una elezione diretta sarebbe assolutamente meglio anche nell’ottica di un sistema monocamerale”. Quindi, aggiunge, “su questo la maggioranza del Senato sarà difficile da immaginare”. Romani spiega che “se si fanno dei patti e degli accordi, quei patti vanno rispettati, sia nei contenuti che nei tempi”, dice il capogruppo azzurro che osserva come sulla legge elettorale l’impegno fosse “di approvarla alla camera velocemente e che immediatamente dopo la si approvasse al Senato”. Quanto alle richieste di Forza Italia sulla riforma del Senato, Romani premette che “l’argomento non fu particolarmente approfondito” nel patto del Nazareno. Ma Forza Italia è “assolutamente contraria” alla proposta fatta dal governo “per come è stata formulata. Non tanto per il fatto che vengano o meno eletti i senatori quanto per il fatto che noi non accettiamo che ci sia un’assemblea di sindaci che insieme alla Camera decidano la presidenza della Repubblica, i membri del Csm, i membri della Corte Costituzionale”. La proposta di Forza Italia è quindi quella di un Senato elettivo: “La proposta di Chiti corrisponde in parte alla nostra”. Il timbro arriva dall’alto: “Noi siamo per le riforme – dice Giovanni Toti – Francamente quella del Senato ci sembra poco e male, sediamoci a un tavolo e ne discutiamo”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04 ... ro/943507/
camillobenso
Messaggi: 17353
Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Quale Senato ?

Messaggio da camillobenso »

Vox populi:


sonuno • un'ora fa
Il Pd ha governato 10 anni nel ventennio berlusconi. Che fece di concreto? Nulla. Non s'è rinnovato né s'è liberato della trappola mortale dell'antiberlusconismo e ha vissuto di rendita. Ora che se l'è sposato e ne è ricattato, crede ancora di essere il solo partito in possesso della superiorità civile morale culturale di cui si vantano i suoi amici: scrittori, giornalisti, registi, magistrati, comici, intellettuali, professori, registi, attraverso i quali pretende ancora di insegnare a pensare e il modo di essere e di vivere a tutti gli italiani?
Se nel Pd è rimasto un briciolo di decenza ha solo una cosa da fare: provare un sincero scuorno come dicono a Napoli, ritrovare il mino sindacale di coerenza o ritirarsi.

• Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Diwi • 2 ore fa
Su questa proposta, che mi pare sensata, credo che domani sentiremo da tutti gli esponenti del PD, compresi i proponenti, la solita litania: "il nostro è un partito nel quale si discute" poi come già successo, ritirireranno la proposta, voteranno tutti favore ed applaudiranno felici magari cantando Bella Ciao. Volete che proprio ora, dopo tanti anni ed in un momento di difficoltà abbandonino Berlusconi e che Verdini smetta di incontrarsi segretamente con Renzi?
• Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Daniel Fortesque • 2 ore fa
Questo della minoranza del PD e del M5S è un treno che, se parte, nessuno può davvero dire dove potrebbe andare a finire!
• Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Stefano Calciolari • 2 ore fa
Obiettivamente la proposta di riforma di Chiti, Casson e soci è molto più sensata e funzionale di quella partorita dalla fervida mente di Renzi...
18 • Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Freddy79 • 2 ore fa
cari PDini , questo la dice lunga sulla Vostra onestà intellettuale .
cito e non invento : "se non fai come diciamo noi ... votiamo con i 5S ."
come dire: a fare la cosa giusta 'ogni tanto' cmq non ci guadagna niente ... giusto ??
6 • Rispondi•Condividi ›



Immagine Avatar
Vincenzo Giancristofaro • 2 ore fa
Matteoooooo, stai sereno!
23 • Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Stefano • 2 ore fa
Eh si la nuova teoria di alcuni finti piddins (ma ce ne sono tanti con cui poter discutere) è che ora sia il senato il male più grande del paese (i Padri costituenti lo misero proprio x evitare dittature della maggioranza alle Camere che c'è attualmente come in venti anni di piddinoberlusconismo!) ...
Prima era BERLUSCONI per gli elettori del BD il male più grande
Poi ora ci governano direttamente assieme
Poi era la SINISTRA che era poco di Sinistra con i Girotondini etc..
Poi ora è il SENATO
Domani sarà il colore verde della bandiera...
Come mai la riforma Fornero è passata in TEMPI RECORD tra Camera, Senato e firma del PDR... quindi forse il problema è ridurre, cambiare le competenze e SCEGLIERE MEGLIO LA CLASSE DIRIGENTE ..
3 • Rispondi•Condividi ›
Immagine Avatar
klippasten • 2 ore fa
Facciamo un bel referendum su abolire il Senato.
E vediamo in quante decine di milioni vanno a votare.
E quanti votano per abolire il Senato - il 70%.
1 • Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Unonessunocentomila • 2 ore fa
ops .... ma non era il M5S che non votava mai niente?????
5 • Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
giggino • 2 ore fa
Solo ieri alcuni statisti illustri del "Partitone Democraticone" avevano dichiarato di avere la maggioranza anche senza forza italia, quindi mi domando: cosa ci va a fare Renzi dal delinquente di Arcore ?
10 • Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Vincenzo Giancristofaro giggino • 2 ore fa
Tra pari si comprendono, il maestro e l'allievo!
7 • Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Helvétius • 2 ore fa
adesso m5s per favore andate a vedere la proposta è l'occasione per fare qualche cosa di incisivo, anche se io sarei per il VOTO SUBITO!
2 • Rispondi•Condividi ›



Immagine Avatar
jacopor70 • 2 ore fa
Bravo Corradino. Forza, perdio!... Fatele con i 5stelle le riforme. Una bella alleanza trasversale tra le forze sane del parlamento! E' QUESTO CHE CHIEDONO TUTTI GLI ITALIANI!... E tu, per piacere Grillo, NON TI METTERE DI MEZZO, con i tuoi diktat allo sfascio!... Qui ne va' del futuro dell'Italia.
5 • Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
rafdoppiozero • 2 ore fa
Tranquillo silvio il pd non si dimentica di te, tu vai sereno del giudice che al resto pensiamo noi, come sempre il tuo pd!
16 • Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Fedesghe • 2 ore fa
"Sinistra" PD e renzini mi sembrano sullo stesso livello di onestà e competenza, c'è tuttavia un grosso gap culturale a vantaggio dei primi......
• Rispondi•Condividi ›
camillobenso
Messaggi: 17353
Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Quale Senato ?

Messaggio da camillobenso »

Gregorio • 2 ore fa
Sempre più chiara la fretta di Renzi, la profonda sintonia che questo venerdi lo porterà a dare al delinquente di Arcore altre concessioni, per esempio l'agibilità politica.
PD partito di sinistra......no solo partito per la tangente.

4 • Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Kira Light • 2 ore fa
bella mossa!!!! Bravi 5 S
11 • Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
JIMBO • 2 ore fa
ciò che si chiama onestà intellettuale; per chi parla di sterile ostruzionismo!
8 • Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
dascanio giuseppe • 2 ore fa
Meglio accordo con M5S che con i Mubarak di FI è più cittadino.
• Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
mauriziorosso • 2 ore fa
Come va la quotidiana lotta tra romanisti e laziali? C'ha ragione Renzi o Beppe?
1 • Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
marco rossi • 2 ore fa
Il m5s appoggia provvedimenti sensati presentati senza inganni senza tranelli come quelli tentati dal pd che voleva abolire l'imi e dare i soldi alle banche con lo stesso provvedimento
4 • Rispondi•Condividi ›



Immagine Avatar
cinquantatreenne • 2 ore fa
Quelli rimasti al .... palo nel PD, credono di votare insieme al M5S la riforma del Senato. Sono gente esperta di politica ma che crede ancora alle favole. Tra un pò arriverà lo stop di Grillo che al solo pensiero di voto comune con qualcuno di PD si sta già dando da fare. La riforma del Senato, al Movimento, non interessa farla in questo momento. Adesso conta solo mettere in difficoltà Renzi, nel suo stesso partito, per raccogliere consensi alle elezioni europee. Mi sorprende che i vari Mineo, Chiti ecc. ecc. non se ne rendano conto, forse perchè coperti dal..... palo
1 • Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
klippasten • 2 ore fa
Vediamo un po': 20 senatori PD + 40 senatori M5S = una maggioranza di 60 senatori... su 320 :-) ;-) :-(
1 • Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
alessio • 2 ore fa
ma andatevene a f....o
• Rispondi•Condividi ›
camillobenso
Messaggi: 17353
Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Quale Senato ?

Messaggio da camillobenso »

giggino • 3 ore fa
Solo ieri alcuni statisti illustri del "Partitone Democraticone" avevano dichiarato di avere la maggioranza anche senza forza italia, quindi mi domando: cosa ci va a fare Renzi dal delinquente di Arcore ? Massima solidarietà agli elettori "gola profonda" del pd, hanno una deglutizione straordinaria.
• Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
sandisk • 3 ore fa
Ma in che mondo vive Mineo?Ma di quale riforma parla?Roba da pazzi.
1 • Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
JPS • 3 ore fa
capitan santangelo, perchè parli?
• Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
sifilide • 3 ore fa
bè, la proposta della minoranza PD è migliore di quella proposta da ronzino...

Ma Napoletano 'Orrè non ci rimarrà male vedere il suo ex-finanzia<ore b="" estromesso?="">
7 • Rispondi•Condividi ›



Immagine Avatar
Luigi • 3 ore fa
Renzi deve correre... se rallenta qualcuno potrebbe scendere dal carro... già lampeggia "fermata prenotata"...
5 • Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
freeman51 • 3 ore fa
caro renzi...se vuoi fare le riforme anche con l'opposizione... la devi fare anche con i 5*...altrimenti è una riforma di parte....(destra)...anzi peggio berlusconiana..
qui si vede chi racconta balle....
18 • Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Stemax • 3 ore fa
Questo succede quando si presenta un disegno di legge che non piace quasi a nessuno, seppure per diversi motivi. Renzi avrebbe dovuto pensarci meglio e cercare di mediare; qui stiamo parlando di una legge costituzionale che deve modificare un organo come il Senato, mica di alzare di un punto l'IVA.
8 • Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Baruch_1632 • 3 ore fa
Con gli strilini non voterei neppure la riforma di un regolamento condominiale.
3 • Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
rafdoppiozero • 3 ore fa
Mineo dimentichi però una cosa, la riforma del senato, quella che nessuno ha visto e che non è ancora in commissione è stata concordata tra renzi, il macellaio di firenze, silvio con la benedizione dell'imperatore d'italia, sicuro che se votata e approvata con i voti del m5s poi il re la firma? Io penso di no!
26 • Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Alberto63 rafdoppiozero • 3 ore fa
Sarebbe bello provarci. Così tutti saranno obbligati a scoprire le carte.
5 • Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Atreides67 rafdoppiozero • 3 ore fa
non pensi che sarebbe costretto a firmarla , perchè d'accordo che è l'imperatore ma non può sbatterlo un po troppo spesso in faccia .
• Rispondi•Condividi ›



Immagine Avatar
rafdoppiozero Atreides67 • 2 ore fa
Può respingerla per vari motivi, e il testo ritornerebbe alle camere e il gioco ripartirebbe, credo che questo sia solo un tentativo dei una piccola maggioranza del pd di cercare di avere un po' di visibilità, però ben venga tutto ciò che mette in luce i casini del pd.
• Rispondi•Condividi
camillobenso
Messaggi: 17353
Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Quale Senato ?

Messaggio da camillobenso »

8 APRILE 2014
Razzi: "Gallina vecchia fa buon brodo. Al Senato ci sono i veri saggi''

"Una riforma sbagliatissima", quella del Senato proposta da Matteo Renzi. Così il senatore di Forza Italia, Antonio Razzi che ne fa una questione di età, i 40 anni minimi per essere eletti a Palazzo Madama secondo lui garantiscono saggezza ed esperienza. Ed è un concetto che il parlamentare abruzzese riassume nel mirabile brocardo: "Gallina vecchia fa buon brodo"

Video di Francesco Cocco

http://video.espresso.repubblica.it/tut ... /1926/1923
Rispondi

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 0 ospiti