Il "nuovo" governo Renzi

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peanuts
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Re: Il nuovo governo Renzi

Messaggio da peanuts »

Su La7 stanno parlando delle ombre sui nominati, moretti 17 incarichi
C'è gente che non trova un caXXo di lavoro nemmeno da 1200 al mese e questo 17 incarichi

Poi dicono che la gente va in piazza e spacca tutto
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
camillobenso
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Re: Il nuovo governo Renzi

Messaggio da camillobenso »

17 APR 2014 12:10
FOLGORATI SULLA VIA DI PONTASSIEVE - CON SPREZZO DEL RIDICOLO, EX BERSANIANI E SINISTRATI DI VECCHIO CONIO FANNO GARA AD ACCUCCIARSI ALLA CORTE DI RENZI
Ieri quasi metà dei deputati Pd ha firmato un manifesto a sostegno del Def e dell’azione del governo - L’opposizione interna si è ormai ridotta al 10% di quel 18% che venne fuori alle primarie (in prima fila Fassina e Chiti) - Gli altri stanno già tutti con il premier e il capogruppo Speranza resta al suo posto solo per salvare le apparenze…


Laura Cesaretti per "il Giornale"


Con Matteo Renzi e i renziani del famoso «cerchio magico » tutti o quasi impegnati al governo, nel Pd si ridisegnano gli equilibri interni, e la maggioranza si scompone e ricompone. E in ogni caso si allarga: ormai, nel partito del premier, le conversioni al renzismo non si contano più. Anche tra i parlamentari, pur eletti nell'era Bersani.

Così, ieri, è stato ufficialmente lanciato il «manifesto » a sostegno del Def e del governo promosso da renziani della prima ora, come Matteo Richetti e Angelo Rughetti, ma rapidamente sottoscritto in massa da 120 parlamentari di tutte le osservanze.

Numeri che creano qualche allarme nei gruppi parlamentari, in particolare alla Camera, dove a capo dei 293 deputati del Partito democratico c'è il post-bersaniano Roberto Speranza. Ed è un'anomalia,rileva più d'uno tra i supporter del premier, che il capogruppo del principale partito di maggioranza sia invece un esponente della minoranza interna, sia pur della sua componente più «dialogante».

Insomma, c'è chi immagina che la creazione di un correntone neo-renziano serva non solo ad arginare il potere interno delle altre correnti, strutturando la componente dei sostenitori del premier. Ma anche a mettere un'ipoteca su quella che è la poltrona più influente fuori dal governo, assediando l'ultima ridotta dalemian- bersaniana.

I diretti interessati, a cominciare da Matteo Richetti (che secondo molti sarebbe il candidato naturale se mai si arrivasse a una sostituzione del capogruppo) smentiscono seccamente che ci siano intenti di questo genere. Il senso «politico» dell'iniziativa, spiega l'ex presidente del Consiglio regionale dell'Emilia Romagna, è che «troppo spesso finisce che chi dissente dal governo sono quelli che ragionano ed elaborano un pensiero. Mentre chi acconsente, vota e basta.

Lo dico aggiunge Richetti- con grande rispetto per chi assume posizione critiche motivate e ragionate ma è onere anche di chi sostiene i provvedimenti del governo spiegare il progetto di cambiamento che sta dietro quei provvedimento».

Il riferimento è ai «dissidenti » di professione, come Stefano Fassina o Vannino Chiti, che «attaccando il governo un giorno sul Def e un giorno sulle riforme, riescono a stare quotidianamente sui giornali», come chiosa un renziano. Richetti puntualizza che, dietro l'iniziativa non c'è la nascita di una corrente: «Non siamo qui per rompere posizionamenti o aggiornarli, ma per provare a rimettere sui binari l'attività parlamentare».

Un problema di riequilibrio nelle cabine di regia dei gruppi parlamentari comunque esiste, visto che i renziani all'inizio della legislatura furono praticamente tagliati fuori dagli uffici di presidenza, mentre tutte le altre correnti si spartivano i vice- capogruppi.

E visto che due di loro, il franceschiniano Giacomelli e la giovane turca Silvia Velo sono andati al governo l'occasione potrebbe presentarsi presto: «Tempo due settimane », assicura un renziano. Mentre a mettere in discussione Speranza, per il momento, il premier non ci pensa proprio: il presidente dei deputati è utile, dal punto di vista del governo, proprio per tenere a bada e riassorbire i mal di pancia della minoranza interna. Mentre una sua sostituzione aprirebbe una guerra interna di cui non si sente il bisogno.

Tanto più che, come osserva il bindiano calabrese Luigi Meduri, osservatore esperto della manovre interne al Pd,«l'opposizione a Renzi si è ormai ridotta al 10% di quel 18% che riuscirono a prendere alle primarie. Gli altri stanno già tutti con il premier, senza se e senza ma. E basta leggersi le dichiarazioni dei redditi dei parlamentari per capire che a queste Camere Renzi può far fare quel che vuole: la quantità di loro che prima di essere eletto dichiarava redditi inesistenti o bassissimi è enorme, dal Pd ai Cinque Stelle. E nessuno di loro vuol tornare indietro».
paolo11
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Re: Il nuovo governo Renzi

Messaggio da paolo11 »

Renzi aveva risposto a Moretti Ferrovia riguardo lo stipendio.Ora lo ha messo in Finmeccanica dove prenderà ancora di piu di quello che prendeva alle ferrovie.
Renzi aiiiiii
Ciao
Paolo11
iospero
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Re: Il nuovo governo Renzi

Messaggio da iospero »

I blog de IlFattoQuotidiano.it
Loretta Napoleoni
Economista


La domanda che tutti si pongono è la seguente “introdurrà Renzi una tassa patrimoniale una tantum, ponendo fine alla nostra lunga attesa?”. E’ questo il dilemma che nessun presidente del Consiglio italiano ha mai voluto affrontare, ma prima o poi tutti i nodi vengono al pettine. Matteo Renzi, da bravo furbetto alla prime armi con la politica nazionale ed internazionale, ha pensato di evitarlo usando i fondi strutturali dell’Unione Europea per l’abbattimento del costo e della tassazione del lavoro. Se fosse così facile, viene da pensare, perché non l’hanno fatto i due suoi predecessori? Ma continuiamo con il racconto: Renzi è andato a Bruxelles e, con quel suo fare da primo della classe, ha fatto la sua proposta. Ma questa volta invece che un paese condizionato dai mass media, si è trovato di fronte la preside della scuola, Angela Merkel ed il vice preside, David Cameron, ai quali la sua idea non è affatto piaciuta. I due gli hanno molto seccatamente spiegato perché questi scambi non sono possibili e lo hanno invitato a tornarsene a casa al più presto per risolvere i gravi problemi finanziari del paese.

E’ chiaro che a Bruxelles Renzi non ha fatto una buona impressione, ma questo è poco male, ormai l’Europa ed il mondo sono abituati all’eccentricità ed alla poca professionalità dei nostri primi ministri, in fondo ne sforniamo uno all’anno e nessuno ha la minima idea di come risolvere i problemi del paese, e dato che gli ultimi non sono stati eletti, non hanno neppure la forza politica di varare le riforme necessarie per la ripresa. A dire il vero, le cose peggiorano di anno in anno mentre l’età dei premier diminuisce: che esista un rapporto direttamente proporzionale tra i due? Tutto è possibile nel Bel Paese.

Sta di fatto che gli indicatori economici sono allarmanti: nel 2013, ad esempio, il rapporto Pil-debito ha raggiunto il 132,6 per cento, siamo ai livelli massimi dall’inizio degli anni Novanta, invece di andare avanti facciamo come il gambero, andiamo indietro. Se continua così nel 2014 saliremo al 140 per cento, ma prima il preside ed il vice preside ci puniranno per non aver fatto quanto promesso e cioè prendere misure efficaci per ridurre il debito. Senza parlare del fiscal compact, 50 miliardi di euro da trovare entro l’anno, soldi che da qualche parte dobbiamo tirar fuori.

Soluzione: tassiamo i patrimoni. Al momento il lavoro viene tassato al 45 per cento, le imprese al 60 e le rendite finanziarie al 20%, assurdo vero? Ma c’è di peggio: i capitali fuoriusciti, quelli volati a Londra e a Berlino per acquistare abitazioni, sono esentasse. Basta una piccola legge per cambiare questa situazione e rovesciare la proporzione ed una telefonata ai catasti dei paesi membri dell’Ue per imporre l’Imu sugli immobili all’estero. E’ questa una proposta che piacerebbe molto alla Germania ed al resto dell’Europa, in fondo è in linea con la formula applicata a Cipro e con il mantra che dal 2012 risuona da Bruxelles: avete dei debiti, prima di aiutarvi aiutatevi da voi, tassate i vostri cittadini, ma togliete più ai ricchi che ai meno ricchi.

Adesso che i fondi strutturali gli sono stati negati e che i compiti a casa non sono andati bene Renzi dovrà inventarsi qualcosa di nuovo per rilanciare l’Italia, anche perché difficilmente questa volta Draghi potrà correre in nostro aiuto. Noi siamo scivolati nella categoria più bassa dell’Unione dove si trovano Romania e Serbia; Spagna, Portogallo ed Irlanda sono ad un gradino superiore. Per ridurre il debito c’è un’unica unica soluzione: la patrimoniale.

Bisogna dire che, dopo tutto il baccano mediatico e gli atteggiamenti da grande premier del Fonzie italiano, sarà divertente vedere come Renzi strutturerà e presenterà la patrimoniale agli italiani e come incasserà la madre di tutte le umiliazioni per un premier italiano.
camillobenso
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Re: Il nuovo governo Renzi

Messaggio da camillobenso »

Per ridurre il debito c’è un’unica unica soluzione: la patrimoniale.
Loretta Napoleoni


Premetto che da qualche anno sono d’accordo con chi sostiene che per tentare di uscire da questa spaventosa crisi è necessario fare ricorso alla patrimoniale.

A rafforzare questa tesi è stato nell’autunno del 2011, l’ex giornalista economico del Corriere della Sera, ora senatore del Pd, Massimo Mucchetti, che aveva quantificato in 300 miliardi una patrimoniale possibile ed accettabile.

Dello stesso parere sono oggi Fabrizio Barca del Pd, che sostiene molto timidamente, troppo timidamente, la sua tesi, oltre ad un esponente del Cd che in questo momento mi sfugge il nome.

Barca e l’esponente di Cd sostengono una necessità finanziaria di 400 miliardi.

Dove non mi trovo d’accordo con Barca, con Mucchetti, con l’esponente del Cd e con Loretta Napoleoni, è nella valutazione complessiva del problema. Che a mio avviso è solo settoriale in quanto si limita soltanto a quantificare l’importo della patrimoniale necessario. La Napoleoni non parla di cifre,

Sta bene l’importo,…..ma come si attua in pratica un simile prelievo???

Al di là delle balle propagandistiche di questi tempi tutte incentrate sulla conquista del potere, la situazione permane gravissima.

Il menefreghismo totale di cui siamo impregnati ad ogni livello, ci porta a trascurare con estrema facilità come viaggia spedito il contatore del debito pubblico. E’ un vizio popolare già sentito più di 40 anni fa quando il debito pubblico ammontava a soli 18 milioni di lire pro capite.

<<Ecchissenefrega, tanto non li debbo tirare fuori io i 18 milioni di lire………..>> era il pensiero comune popolare dell’epoca.

Poi arriva Bettino, che da il via ad uno sforamento infinito del debito pubblico con l’orgia di massa dei Bot, proponendo un rendimento che ha raggiunto all’epoca il tetto del 22 %.

Tutti giù a comprare Bot, mentre i socialisti di destra di Bettino si mettevano da parte il loro tesoretto personale.

Gli italiani son fatti così.

Gli italiani sono i discendenti di Brancaleone da Norcia. <<Prendimi e dammiti, beviamo e godiamo, cuccurucù,…cuccurucù>>
http://www.youtube.com/watch?v=8ti-xQBcBqQ&hd=1

Chiedere chi doveva pagare poi quell’evidente orgia di Stato, quella rapina a mano disarmata, comportava la diffamazione certa di “disfattista” e dovevi stare zitto.

Poi nel ’92 arriva il crack e per evitare la bancarotta Giuliano Amato è costretto a mettere in campo una finanziaria da 120 mila miliardi di lire.

Ovviamente i bambinetti dell’Asilo Mariuccia si dolgono di una siffatta finanziaria. S’incazzano pure quando Amato dalla sera alla mattina rapina i conti correnti senza nessun preavviso.

Il dottor Sottile, o per altri “il topo”, aveva partecipato in gran silenzio alla rapina di Bettino degli anni ‘80. Poi quando è toccato a lui porre rimedio non ha esitato un sol attimo a rapinare per la seconda volta i tricolori.

Ma anche Ciampi, l’anno successivo, 1993, è stato obbligato a ripetere la finanziaria di Amato.

Dal punto di vista storico potremmo affermare senza dubbio alcuno che gli italici hanno una fortissima predisposizione alla sodomizzazione.

Il contatore del debito pubblico non si ferma con “l’austero Super Mario” e neppure con il suo allievo Lettanipote che ne segue le orme austere. Non si ferma neppure con il Bomba.

A febbraio 2014 il debito pubblico aumenta di 17,5 miliardi arrivando al record di 2.107,2 miliardi euro

Grande menefreghismo anche sullo sforamento della richiesta di 100 milioni di ore di cassa integrazione.

Il dato Istat della perdita di 1000 posti di lavoro al giorno è entrato a tutti da un’orecchio ed è uscito dall’altro.

E’ evidentemente chiaro che se si vuole tamponare, stabilizzare ed invertire la tendenza occorre una terapia shock. E qui entra in ballo la patrimoniale. Ma,……..

Non si può richiedere una patrimoniale a casaccio senza prima aggiustare il fondo del secchio.

Non si possono chiedere 400 miliardi a chi li ha con il rischio che senza il fondo quei miliardi finiscano nelle solite tasche.

Occorre prima una patto sociale in cui si debbano cambiare le consuetudini di una buona parte degli italiani.

Diventa evidente che il carico di una siffatta patrimoniale è sostenibile solo da quel 10 % della popolazione italiana che detiene il 47 % delle ricchezze private italiane secondo i dati di Bankitalia.

Non si possono deprimere consumi ed investimenti da parte della fascia immediatamente al di sotto di quel 10 % di super ricchi.

Ma lo Stato non può consentire che l’eventuale elargizione diventi l’ennesimo bottino dei ladri.

Deve obbligatoriamente varare prima una serie di leggi che scoraggi in qualsiasi modo la tentazione di mettere le mani su quel grosso bottino.

Ma oltre a questo occorre avere un progetto di sviluppo economico per i prossimi dieci anni. Un dato che il Bomba non dispone assolutamente.

Bisogna rivedere l’intero sistema economico produttivo alla luce dello stato dell’arte della Terza Rivoluzione Industriale, altrimenti uno sforzo di questo genere non ha nessun senso.

Ma io tutto questo non lo sento mai accennare.

Si procede sempre secondo il detto tricolore: “Speriamo che io me la cavo”. Ma questo non ci porterà da nessuna parte perché questa nazione da Paese agricolo è diventato un Paese di trasformazione e tale rimane sino a quando non verranno individuate altre fonti di reddito pro capite degne di questo nome.
iospero
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Re: Il nuovo governo Renzi

Messaggio da iospero »

E noi semplici cittadini posssiamo dire quali soluzioni ci sembrano più eque per risolvere la questione del Debito pubblico ?

Personalmente vedo che grandi economisti e premi Nobel non concordano nelle soluzioni e ognuno fatte certe premesse arriva alle conclusioni che vuole.
Da buon padre di famiglia
1) Non si deve più aumentare il debito esistente, quindi si taglia nella P.A. e si eliminano gli sprechi
2) Ci sono i responsabili politici di questa situazione che hanno governato, chi ancora in servizio e chi in pensione, a questi si riduce il reddito al livello minimo ( sono politici a livello nazionale, regionale,provinciale, comunale ):
3) Non solo i politici , ma anche i partiti cha hanno governato ( hanno notevoli beni mobili e immobili )
4) E' assurdo che uno Stato indebitato paghi gli alti burocrati e tutte le più alte cariche dello Stato con stipendi superiori a quelli degli altri paesi virtuosi;
5) In Svizzera hanno fatto un referendum per limitare i redditi degli alti menagers, (referendum purtroppo andato male perchè le lobby sono forti) ; senza ricorrere a referendum lo Stato in base alla Costituzione potrebbe intervenire tassando con aliquote altrettanto alte e progressive i redditi alti. Bisogna avere il coraggio di mandare al diavolo quelli che lavorano solo per i soldi, dopotutto
il prestigio e la dignità si basano con altri parametri.
6) Infine una patrimoniale ponderata non farebbe male a nessuno.
camillobenso
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Re: Il nuovo governo Renzi

Messaggio da camillobenso »

Personalmente vedo che grandi economisti e premi Nobel non concordano nelle soluzioni e ognuno fatte certe premesse arriva alle conclusioni che vuole.
iospero


George Bernard Shaw

Aforisma

Se tutti gli economisti fossero stesi uno accanto all'altro, non raggiungerebbero una conclusione.

****

John Kenneth Galbraith sostiene che gli economisti sono influenzati dagli enti, banche o istituti per cui lavorano.

Se un economista lavora per una grande banca cercherà sempre di piegare il suo pensiero economico a favore del suo datore di lavoro.
camillobenso
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Re: Il nuovo governo Renzi

Messaggio da camillobenso »

RENZI CI PRENDE PER IL CULO - IL TAGLIO DI 153 MILIONI DI EURO ALLE SPESE MILITARI È APPENA L’1% CIRCA RISPETTO AI 13 MILIARDI DI SPESA COMPLESSIVA DEI 90 F-35 - È PROBABILE, PER DI PIÙ, CHE SIA SOLO UN RINVIO ALL’ANNO PROSSIMO
21 APR 18:40


153 milioni equivalgono a un solo aereo (costo attuale stimato 135 milioni) più un pezzetto di motore - Ma non è affatto sicuro che di una riduzione vera e propria si possa parlare. È più verosimile che il governo di Matteo Renzi, nel Consiglio dei ministri di venerdì sera, abbia deciso un rinvio di spesa….
paolo11
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Re: Il nuovo governo Renzi

Messaggio da paolo11 »

Il progetto di riforma del Senato di Renzie è una fotocopia di quello proposto dalla P2. #GlieloChiedeLicio
"Nel suo progetto eversivo la loggia massonica illegale P2 proponeva un Senato di 250 membri "di rappresentanza di secondo grado (quindi non elettiva), regionale, degli interessi economici sociali e culturali, elevando da 5 a 25 quello dei senatori a vita di nomina presidenziale, con aumento delle categorie relative (ex parlamentari, ex magistrati , ex funzionari e imprenditori pubblici, ex militari)". Un progetto che decenni dopo è stato riproposto in maniera non difforme da Renzi nel suo patto con il piduista (tessera 1816) e condannato Berlusconi. Cosa prevede infatti la "riforma" del Senato targata Renzi?
- Sarà non elettivo, come proponeva la P2, ma di rappresentanza di secondo grado con 108 sindaci e 21 presidenti di Regione.
- Altri 21 membri saranno esponenti della "società civile" temporaneamente cooptati dal Presidente della Repubblica. Una proposta, quella della nomina/coptazione presidenziale di esponenti della società civile che ricalca quella della P2.
E' poi previsto che il Senato sul modello Renzi - Berlusconi non voti la fiducia al Governo. Anche in questo caso fotocopiatrice accesa premendo il tasto P2. " Maurizio Buccarella, capogruppo M5S Senato
http://www.beppegrillo.it/
Ciao
Paolo11
camillobenso
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Re: Il nuovo governo Renzi

Messaggio da camillobenso »

Più della fretta poté la paura
di Massimo Franco


Il paradosso è che oggi il decreto sul lavoro verrà approvato dalla Camera, perché il governo ha posto la questionedi fiducia. Ma tra pochi giorni, probabilmente, sarà cambiato al Senato perché uno dei partiti della maggioranza, il Nuovo centrodestra, è contrario. Si tratta di uno dei casi più eclatanti nei quali l’esigenza di velocità propugnata da Palazzo Chigi prevale a scapito della chiarezza. L’imperativo renziano «avanti come un treno» non sarà smentito, anzi riceverà un’altra celebrazione. Il ricorso alla questione di fiducia, tuttavia, segnala i rischi politici di questa fretta strategica.
Dice che altrimenti il governo non riuscirebbe a tenere unita la propria coalizione. E non tanto per i capricci di Angelino Alfano. L’episodio ripropone piuttosto il rapporto irrisolto tra Matteo Renzi e la sinistra del «suo» Pd, in minoranza nel partito ma non nel sindacato e in Parlamento, dove conta e pesa.

Le modifiche apportate al decreto in commissione sono una vittoria degli avversari interni del premier, e dunque un elemento di riflessione non solo per gli alleati: un’inquietudine che per il Ncd è accentuata dal timore di un insuccesso alle europee di fine maggio.

Alfano è in una posizione scomoda.

Si ritrova schiacciato dall’asse istituzionale tra il premier e Forza Italia. Soffre per l’immagine di comparsa in quello che viene percepito, a torto o a ragione, come una sorta di «monocolore Renzi».

E deve fare i conti con un Silvio Berlusconi che da una parte ipoteca e appoggia l’agenda del governo; dall’altra se ne distanzia sempre più in materia economica.

Per questo è costretto ad alzare la voce e a non cedere alle pressioni per un accordo immediato. Il decreto sul lavoro è considerato un precedente e un segnale d’allarme da non sottovalutare.

L’aspetto «tecnico», e cioè la necessità di approvare il provvedimento prima del 20 maggio, giorno in cui decadrebbe, va rispettato; non sopravvalutato, però.

L’impressione è che il Pd abbia in realtà imposto la sua visione anche all’esecutivo, con uno sguardo alle urne europee e all’elettorato; e che sul pericolo di mostrarsi a corto di numeri parlamentari, «senza maggioranza», come dicono le opposizioni, abbia prevalso la volontà di fotografare i rapporti di forza emersi a Montecitorio.

La convinzione di Renzi è che tanto alla fine le resistenze saranno superate in nome del realismo.

Probabilmente la sua è un’analisi corretta: almeno fino al voto europeo. Esiste una tregua di fatto nella coalizione, che tende a considerare le contraddizioni comunque superabili pur di garantire la stabilità. Bisogna vedere, però, se gli ostacoli accantonati oggi non siano destinati a riemergere di colpo dopo l’appuntamento di fine maggio; e ad avvolgere e imprigionare tutta l’impalcatura riformista costruita dal premier.

Il fatto che il decreto sul lavoro debba andare al Senato, e lì possa essere modificato, dà argomenti ai fautori della fine del bicameralismo. Ma in questo caso, forse, non li ha dati solo a loro.


23 aprile 2014 | 07:58
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http://www.corriere.it/politica/14_apri ... 9c2a.shtml
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