Il "nuovo" governo Renzi

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aaaa42
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Re: Il nuovo governo Renzi

Messaggio da aaaa42 »

MATTEO RENZI SI DIMETTE DALL' AZIENDA DELLA MAMMA
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Noi abbiamo raccontato che – grazie alla sua assunzione nell’azienda di famiglia – per dieci anni prima da presidente della Provincia e poi da Sindaco – ha avuto la possibilità di maturare la carriera pensionistica e un Tfr. Cosa per altri non possibile.

Non volevo dirlo, e invece lo dico. Ho deciso di fare una cosa che mi costa: ero in aspettativa nella mia azienda di famiglia. Marco Lillo mi ha chiesto di dimettermi. E io un mese fa l’ho fatto. Anche se è stato un atto di attenzione, e non c’era nulla di giudiziario. È un’azienda in cui io ho sempre lavorato.
da fatto quotidiano 22maggio2014
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caro Matteo sei sempre un ....velocipido, le tue dimissioni ....perchè ti sei dimesso ?
cosa facciamo per i 10 anni che hai ricevuto i contributi inps da dirigente prima da ente pubblico provincia e poi da ente pubblico comune di firenze ?

piccolo consiglio mister velocipido...piano....piano.....chiedi iscrizione cassa separata inps visto che avevi un contratto di collaborazione sarai già iscritto e l' inps restituirà la differenza contributiva alla provincia e al comune di Firenze e tu avrai indietro gli interesse legali.
avrai una pensione piu piccola ma tu pensa agli esodati e ai disoccupati ultra cinquantenni e pensa alla tua Fornero.

piano...piano.....
camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Il nuovo governo Renzi

Messaggio da camillobenso »

"Devo assolutamente dare dei dati e delle date. O do delle date o il Parlamento, che non è il mio Parlamento, non me lo porto dietro.
O lo metto in forcing, o non tocco palla”. Matteo Renzi dopo oltre un’ora di intervista arriva all’ammissione: su molte delle cose che avrebbe voluto fare è costretto al compromesso: “Non ho la bacchetta magica”


di Redazione Il Fatto Quotidiano | 22 maggio 2014Commenti (869)


“Devo assolutamente dare dei dati e delle date. O do delle date o il Parlamento, che non è il mio Parlamento, non me lo porto dietro. O lo metto in forcing, o non tocco palla”. Matteo Renzi dopo oltre un’ora di intervista arriva all’ammissione: su molte delle cose che avrebbe voluto fare è costretto al compromesso: “Non ho la bacchetta magica”. Mancano quattro giorni alle europee e il presidente del Consiglio riceve a Palazzo Chigi una vera e propria delegazione del Fatto Quotidiano: il direttore, Antonio Padellaro, il vice direttore Marco Travaglio, il direttore del fattoquotidiano.it, Peter Gomez, il giornalista d’inchiesta Marco Lillo e la cronista politica, Wanda Marra. Un’intervista d’eccezione per la quale Palazzo Chigi mette a disposizione “la saletta ovale” al quarto piano. “Dove siamo qui?”, chiede Renzi arrivando. “In una delle sale del Dagl”, gli rispondono i funzionari. “Bello”, dice lui. I giornalisti ai due lati del tavolo, lui a capotavola. “Scusate, mi tolgo la giacca”, dice. E resta in maniche di camicia. Ognuno ha portato il suo dossier e le sue pezze d’appoggio. Soprattutto, Travaglio ha con sé un vero e proprio faldone: sono le 3300 domande che gli sono state mandate per Renzi via Facebook dai lettori del giornale.


A guardare questa campagna elettorale, l’impressione è che manchi una parte del partito che non si è impegnata troppo. Non è che dopo che lei li ha rottamati hanno deciso di aspettare i risultati per rottamare lei?

Il risultato elettorale vi stupirà. I sondaggi non si possono dire, ma tutti gli indicatori dicono che sarà molto positivo. Per il resto, non è vero. C’è un sacco di gente che fa campagna elettorale. Il Pd si è ripreso la piazza. Non da solo perché Grillo se l’è tenuta, anche se ha fatto qualche piazza in meno e qualche spettatore in meno. E ricordo che abbiamo scelto di non mettere il nome Renzi nel simbolo, anche se avrebbe significato due punti in più.

Perché vuole dare il Daspo ai condannati e con il peggio di tutti, Berlusconi, volete fare la riforma della Costituzione?

Nell’intervista al Fatto di Capodanno rilanciai l’accordo con Beppe Grillo (l’avevo già fatto il 15 dicembre), proponendo di fare le riforme con lui, e la sua risposta fu – diciamo – aulica. Ebbe un’espressione indecente. Il giorno dopo la risposta di Grillo ho scritto una lettera a tutti i partiti: siete disponibili a fare le riforme? Così si fa. Tant’è vero che anche voi che avevate scritto che la mia celeberrima visita ad Arcore era stato un clamoroso errore sottolineaste che la legge elettorale non potevo non farla con Berlusconi.

La legge elettorale infatti, non le riforme costituzionali…

Stiamo parlando non del presidenzialismo o della riforma del governo, ma del Cnel, del Senato, del Titolo V. Sul Senato, le discussioni in corso sono veramente marginali: stiamo discutendo se una parte dei suoi membri debbano essere eletti dalle Regioni o indicati dai consiglieri regionali. Perché Grillo non ci sta? Perché ha fatto ostruzionismo sulle Province.

Grillo voleva abolirlo il Senato. E sulle Province le viene imputato di aumentare moltissimo i costi delle strutture. E come mai nel suo governo e nelle liste per le europee avete delle persone sotto inchiesta?

Io sono profondamente garantista. Ma sono quello che quando si è trattato di votare per Genovese, ho detto che bisognava farlo subito. Sono perché la legge sia uguale per tutti. Per me finché non sei condannato sei innocente. Barracciu, De Filippo, Del Basso de Caro e Bubbico e anche Renato Soru tra i candidati alle europee sono innocenti.

Anche per il Fatto sono innocenti. Ma è un problema di messaggi. Quali messaggi si danno così?

È una valutazione che rispetto, ma sono su posizioni diametralmente opposte a voi. Io sul punto la legge è uguale per tutti, mi faccio sbranare. Ho detto di sì all’arresto di Genovese, perché era la richiesta di magistrati dello Stato italiano, che come tali vanno rispettati. Non c’era fumus persecutionis e allora noi abbiamo detto sì all’arresto. Io non cambierò mai idea su una persona in base a un avviso di garanzia. Poi, se uno è condannato, se ne va.

Ma non c’è nessuna democrazia al mondo in cui funziona così. E poi ci sono condannati iscritti al vostro partito come Greganti. E la Marcegaglia, la cui azienda è condannata per aver pagato tangenti all’Eni, lei l’ha messa Ad dell’Eni.

Metto a verbale che la mia posizione non è unica al mondo. È quella di tutti i paesi civili. Certo, c’è una diversa sensibilità morale in altri paesi, quelli anglosassoni e non solo. Dove chi copia una tesi di laurea se ne va. Ma non è un problema solo della politica. Perché la stampa italiana ha ramificazioni che in altri paesi non ci sono? C’è una morale che si costruisce con la scuola, con l’educazione.

Ma anche con segnali da parte del governo. Vi siete trincerati dietro la presunzione di innocenza.

Io ho difeso il principio di non colpevolezza. In questo sono più fedele alla Costituzione di voi. Ma per tornare alle domande: sono rispettoso di tutto e di tutti. Ma sono l’unico candidato non pregiudicato. Per arrivare a Greganti, parlo della vicenda Expo: è fisiologico che uno cerchi di rubare, è patologico che non glielo si impedisca. Il punto drammatico rispetto alla patologia del paese è che questi siano gli stessi di 20 anni fa e che un paio di personaggi almeno fossero noti alle cronache. Io dico: mai più.

E la nomina della Marcegaglia?

Emma Marcegaglia non ha alcuna pendenza giudiziaria, essendo la responsabilità penale personale.

È stato condannato suo fratello come persona fisica e l’azienda in quanto azienda ha avuto una condanna per tangenti all’Eni. Le condanne le prendono anche le società.

Emma Marcegaglia è stata condannata sì o no? È una valutazione di opportunità.

Noi abbiamo raccontato che – grazie alla sua assunzione nell’azienda di famiglia – per dieci anni prima da presidente della Provincia e poi da Sindaco – ha avuto la possibilità di maturare la carriera pensionistica e un Tfr. Cosa per altri non possibile.

Non volevo dirlo, e invece lo dico. Ho deciso di fare una cosa che mi costa: ero in aspettativa nella mia azienda di famiglia. Marco Lillo mi ha chiesto di dimettermi. E io un mese fa l’ho fatto. Anche se è stato un atto di attenzione, e non c’era nulla di giudiziario. È un’azienda in cui io ho sempre lavorato. Ho fatto l’università da studente lavoratore. Consegnavo i volantini e distribuivo gli elenchi telefonici. Ebbi una lite violenta con Lamberto Dini che mi disse: ‘Ma questo lo consideri lavorare?’. E io dissi “Certo”.

Lei abolirà il vitalizio per i parlamentari?

Sono convinto che è una cosa che va fatta e che siamo sulla strada per farla. Il regime vitalizio dal 2012 è cambiato, anche se, è vero, non abbastanza.

Come le è sembrato Grillo a Porta a Porta?

C’erano due grandissimi professionisti, che non a caso alla fine si sono dati il Cinque.

Ma è stato convincente?

Per me no. Ma non doveva convincere me. Però, a vedere i sondaggi non ha spostato molto. Ha fatto il 27% di share, moltissimo (io mi aspettavo di più anche di più). D’altra parte è arrivato in taxi, con il plastico, tornava da Vespa dopo 30 anni. Geniale. Io pagavo il biglietto per lui. Ma da quando fa politica mi risparmio i soldi. Solo che le domande sulle pendenze giudiziarie e le vicende patrimoniali a lui non si fanno. È stata una performance straordinaria dal punto di vista della tv. Ma se vuoi cambiare l’Italia devi votare Pd.

Le consiglieremmo di non fidarsi dei sondaggi. Bersani pensava di aver vinto l’anno scorso. C’è un elettorato molto mobile

Io allora dicevo “occhio”. E oggi ai miei ho detto di “correre”. Ma c’è un Pd molto più in salute.

Sei in: Il Fatto Quotidiano > Elezioni Europee 2014 > Elezioni, Renzi...
Elezioni, Renzi al Fatto: “Non faccio miracoli. Non è il mio Parlamento”
"Devo assolutamente dare dei dati e delle date. O do delle date o il Parlamento, che non è il mio Parlamento, non me lo porto dietro. O lo metto in forcing, o non tocco palla”. Matteo Renzi dopo oltre un’ora di intervista arriva all’ammissione: su molte delle cose che avrebbe voluto fare è costretto al compromesso: “Non ho la bacchetta magica”

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 22 maggio 2014Commenti (869)
Matteo Renzi
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“Devo assolutamente dare dei dati e delle date. O do delle date o il Parlamento, che non è il mio Parlamento, non me lo porto dietro. O lo metto in forcing, o non tocco palla”. Matteo Renzi dopo oltre un’ora di intervista arriva all’ammissione: su molte delle cose che avrebbe voluto fare è costretto al compromesso: “Non ho la bacchetta magica”. Mancano quattro giorni alle europee e il presidente del Consiglio riceve a Palazzo Chigi una vera e propria delegazione del Fatto Quotidiano: il direttore, Antonio Padellaro, il vice direttore Marco Travaglio, il direttore del fattoquotidiano.it, Peter Gomez, il giornalista d’inchiesta Marco Lillo e la cronista politica, Wanda Marra. Un’intervista d’eccezione per la quale Palazzo Chigi mette a disposizione “la saletta ovale” al quarto piano. “Dove siamo qui?”, chiede Renzi arrivando. “In una delle sale del Dagl”, gli rispondono i funzionari. “Bello”, dice lui. I giornalisti ai due lati del tavolo, lui a capotavola. “Scusate, mi tolgo la giacca”, dice. E resta in maniche di camicia. Ognuno ha portato il suo dossier e le sue pezze d’appoggio. Soprattutto, Travaglio ha con sé un vero e proprio faldone: sono le 3300 domande che gli sono state mandate per Renzi via Facebook dai lettori del giornale.


A guardare questa campagna elettorale, l’impressione è che manchi una parte del partito che non si è impegnata troppo. Non è che dopo che lei li ha rottamati hanno deciso di aspettare i risultati per rottamare lei?

Il risultato elettorale vi stupirà. I sondaggi non si possono dire, ma tutti gli indicatori dicono che sarà molto positivo. Per il resto, non è vero. C’è un sacco di gente che fa campagna elettorale. Il Pd si è ripreso la piazza. Non da solo perché Grillo se l’è tenuta, anche se ha fatto qualche piazza in meno e qualche spettatore in meno. E ricordo che abbiamo scelto di non mettere il nome Renzi nel simbolo, anche se avrebbe significato due punti in più.

Perché vuole dare il Daspo ai condannati e con il peggio di tutti, Berlusconi, volete fare la riforma della Costituzione?

Nell’intervista al Fatto di Capodanno rilanciai l’accordo con Beppe Grillo (l’avevo già fatto il 15 dicembre), proponendo di fare le riforme con lui, e la sua risposta fu – diciamo – aulica. Ebbe un’espressione indecente. Il giorno dopo la risposta di Grillo ho scritto una lettera a tutti i partiti: siete disponibili a fare le riforme? Così si fa. Tant’è vero che anche voi che avevate scritto che la mia celeberrima visita ad Arcore era stato un clamoroso errore sottolineaste che la legge elettorale non potevo non farla con Berlusconi.

La legge elettorale infatti, non le riforme costituzionali…

Stiamo parlando non del presidenzialismo o della riforma del governo, ma del Cnel, del Senato, del Titolo V. Sul Senato, le discussioni in corso sono veramente marginali: stiamo discutendo se una parte dei suoi membri debbano essere eletti dalle Regioni o indicati dai consiglieri regionali. Perché Grillo non ci sta? Perché ha fatto ostruzionismo sulle Province.

Grillo voleva abolirlo il Senato. E sulle Province le viene imputato di aumentare moltissimo i costi delle strutture. E come mai nel suo governo e nelle liste per le europee avete delle persone sotto inchiesta?

Io sono profondamente garantista. Ma sono quello che quando si è trattato di votare per Genovese, ho detto che bisognava farlo subito. Sono perché la legge sia uguale per tutti. Per me finché non sei condannato sei innocente. Barracciu, De Filippo, Del Basso de Caro e Bubbico e anche Renato Soru tra i candidati alle europee sono innocenti.

Anche per il Fatto sono innocenti. Ma è un problema di messaggi. Quali messaggi si danno così?

È una valutazione che rispetto, ma sono su posizioni diametralmente opposte a voi. Io sul punto la legge è uguale per tutti, mi faccio sbranare. Ho detto di sì all’arresto di Genovese, perché era la richiesta di magistrati dello Stato italiano, che come tali vanno rispettati. Non c’era fumus persecutionis e allora noi abbiamo detto sì all’arresto. Io non cambierò mai idea su una persona in base a un avviso di garanzia. Poi, se uno è condannato, se ne va.

Ma non c’è nessuna democrazia al mondo in cui funziona così. E poi ci sono condannati iscritti al vostro partito come Greganti. E la Marcegaglia, la cui azienda è condannata per aver pagato tangenti all’Eni, lei l’ha messa Ad dell’Eni.

Metto a verbale che la mia posizione non è unica al mondo. È quella di tutti i paesi civili. Certo, c’è una diversa sensibilità morale in altri paesi, quelli anglosassoni e non solo. Dove chi copia una tesi di laurea se ne va. Ma non è un problema solo della politica. Perché la stampa italiana ha ramificazioni che in altri paesi non ci sono? C’è una morale che si costruisce con la scuola, con l’educazione.

Ma anche con segnali da parte del governo. Vi siete trincerati dietro la presunzione di innocenza.

Io ho difeso il principio di non colpevolezza. In questo sono più fedele alla Costituzione di voi. Ma per tornare alle domande: sono rispettoso di tutto e di tutti. Ma sono l’unico candidato non pregiudicato. Per arrivare a Greganti, parlo della vicenda Expo: è fisiologico che uno cerchi di rubare, è patologico che non glielo si impedisca. Il punto drammatico rispetto alla patologia del paese è che questi siano gli stessi di 20 anni fa e che un paio di personaggi almeno fossero noti alle cronache. Io dico: mai più.

E la nomina della Marcegaglia?

Emma Marcegaglia non ha alcuna pendenza giudiziaria, essendo la responsabilità penale personale.

È stato condannato suo fratello come persona fisica e l’azienda in quanto azienda ha avuto una condanna per tangenti all’Eni. Le condanne le prendono anche le società.

Emma Marcegaglia è stata condannata sì o no? È una valutazione di opportunità.


Noi abbiamo raccontato che – grazie alla sua assunzione nell’azienda di famiglia – per dieci anni prima da presidente della Provincia e poi da Sindaco – ha avuto la possibilità di maturare la carriera pensionistica e un Tfr. Cosa per altri non possibile.

Non volevo dirlo, e invece lo dico. Ho deciso di fare una cosa che mi costa: ero in aspettativa nella mia azienda di famiglia. Marco Lillo mi ha chiesto di dimettermi. E io un mese fa l’ho fatto. Anche se è stato un atto di attenzione, e non c’era nulla di giudiziario. È un’azienda in cui io ho sempre lavorato. Ho fatto l’università da studente lavoratore. Consegnavo i volantini e distribuivo gli elenchi telefonici. Ebbi una lite violenta con Lamberto Dini che mi disse: ‘Ma questo lo consideri lavorare?’. E io dissi “Certo”.

Lei abolirà il vitalizio per i parlamentari?

Sono convinto che è una cosa che va fatta e che siamo sulla strada per farla. Il regime vitalizio dal 2012 è cambiato, anche se, è vero, non abbastanza.

Come le è sembrato Grillo a Porta a Porta?

C’erano due grandissimi professionisti, che non a caso alla fine si sono dati il Cinque.

Ma è stato convincente?

Per me no. Ma non doveva convincere me. Però, a vedere i sondaggi non ha spostato molto. Ha fatto il 27% di share, moltissimo (io mi aspettavo di più anche di più). D’altra parte è arrivato in taxi, con il plastico, tornava da Vespa dopo 30 anni. Geniale. Io pagavo il biglietto per lui. Ma da quando fa politica mi risparmio i soldi. Solo che le domande sulle pendenze giudiziarie e le vicende patrimoniali a lui non si fanno. È stata una performance straordinaria dal punto di vista della tv. Ma se vuoi cambiare l’Italia devi votare Pd.

Le consiglieremmo di non fidarsi dei sondaggi. Bersani pensava di aver vinto l’anno scorso. C’è un elettorato molto mobile

Io allora dicevo “occhio”. E oggi ai miei ho detto di “correre”. Ma c’è un Pd molto più in salute.

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Gli 80 euro sono un impegno che lei ha mantenuto. Ma dal 2015 sarà mantenuto come nel 2014?

Sì. E ci tengo a dire che lo faccio per far ripartire l’economia e un po’ di giustizia sociale. Non come misura elettorale. Vi racconto come sono le coperture. C’è una tassazione sulle banche al 26%, da cui arriva un miliardo e 800 milioni, dalla spending 2 miliardi e 100 milioni. Di questi 396 vengono dalla difesa. E 300 milioni di recupero dall’evasione. Poi c’è la revisione della spesa sotto il profilo politico. Tagliando le Province, pensiamo di risparmiare 500-600 milioni, anche se ne abbiamo indicati solo 100. Ed è importante far cambiare verso all’Europa.

Come?

Queste elezioni sono importanti non per quanto prendo io, ma per capire se l’Europa cambia verso. Abbiamo vinto se noi diventiamo il gruppo di testa del Pse. Adesso, in testa ci sono i tedeschi. Abbiamo 70 seggi, dobbiamo prenderne più di 90. Se cambia l’Europa cambia anche l’ Italia, ma se l’Italia cambia, cambia anche l’Europa. E poi i Cinque Stelle che fanno? Se M5s prenda come lo scorso anno il 25 per cento, ne prende 20 di seggi . E quei 20 dove vanno? Con chi? Con Schulz, con Tsipras, con Juncker? Con qualcuno devono andare. Non possono fare una battaglia di testimonianza , non possono salire sul tetto. Casaleggio al Fatto ha detto “ciò che è virale è vero”: per me è agghiacciante.

Lei arrivò a sfidare Grillo al dialogo sulle riforme, in cambio della rinuncia ai rimborsi elettorali e promise di abolire il finanziamento pubblico dei partiti. Grillo ha restituito 42 milioni di soldi pubblici e i suoi parlamentari metà del loro stipendio. Lei su questo e sulla riduzione delle indennità pensa di andare avanti?

Grillo ha portato un assegno a Vespa, io porto il libretto degli assegni di quello che il governo ha fatto: la vendita delle auto blu, il tetto agli stipendi dei manager. Poi ci sono le riforme che sono ancora a metà e sono a metà perché Forza Italia ci ha chiesto di andare a dopo le elezioni e M5s ce l’ha chiesto di fatto con l’ostruzionismo.

Ma insomma perché non rinunciate anche voi al finanziamento pubblico? Perché non l’avete fatto voi?

Il governo precedente ha fatto una legge sul finanziamento pubblico ai partiti. Entra in vigore dal 2017. Non si può pensare che mi abbiano dato la bacchetta magica per fare tutto quello che voglio io. Dirò di più: io le riforme costituzionali le avrei fatte dando più poteri ai sindaci non ai consiglieri regionali. Se arrivo a questo livello di compromesso – alto – lo faccio perché devo trattare anche con gli altri. Comunque, il finanziamento è a decrescere fin quasi alla scomparsa. È vero, più lentamente di come avrei voluto io.

Potreste non prenderlo.

L’abolizione del finanziamento è ancora una mia idea e anche l’unico modo per recuperare la dignità dei partiti. Ma ci vuole anche una democrazia. In un partito, come l’M5S, in cui lo statuto lo scrivono il fondatore e suo nipote non ci sto. Questo è un Partito Democratico: non è un partito che espelle la Salsi perché va in tv e poi manda Grillo a Porta a Porta, Casaleggio a in Mezz’ora, Di Maio ovunque.

Lei ha dichiarato che vuole recuperare i delusi dei Cinque Stelle. Ma per esempio lei era per le preferenze e i collegi uninominali e sta facendo una legge totalmente diversa.

Sono ancora a favore di preferenze e collegi uninominali. Ma la legge che si può fare ha determinate caratteristiche. Io ritengo una priorità il ballottaggio.

Ma perché per le liste delle europee non avete fatto le primarie?

Ci sono le preferenze, non servono le primarie.

Ma vi venivano meglio le liste.

Facciano le primarie per i Cinque Stelle. Qualcuno di voi conosce un candidato di Grillo alle europee?

No (generale)

E parlate di primarie a me?

Sei in: Il Fatto Quotidiano > Elezioni Europee 2014 > Elezioni, Renzi...
Elezioni, Renzi al Fatto: “Non faccio miracoli. Non è il mio Parlamento”
"Devo assolutamente dare dei dati e delle date. O do delle date o il Parlamento, che non è il mio Parlamento, non me lo porto dietro. O lo metto in forcing, o non tocco palla”. Matteo Renzi dopo oltre un’ora di intervista arriva all’ammissione: su molte delle cose che avrebbe voluto fare è costretto al compromesso: “Non ho la bacchetta magica”

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 22 maggio 2014Commenti (869)
Matteo Renzi
Più informazioni su: Elezioni, Elezioni Europee 2014, Il Fatto Quotidiano, Ilfattoquotidiano.it, Matteo Renzi, PD.

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“Devo assolutamente dare dei dati e delle date. O do delle date o il Parlamento, che non è il mio Parlamento, non me lo porto dietro. O lo metto in forcing, o non tocco palla”. Matteo Renzi dopo oltre un’ora di intervista arriva all’ammissione: su molte delle cose che avrebbe voluto fare è costretto al compromesso: “Non ho la bacchetta magica”. Mancano quattro giorni alle europee e il presidente del Consiglio riceve a Palazzo Chigi una vera e propria delegazione del Fatto Quotidiano: il direttore, Antonio Padellaro, il vice direttore Marco Travaglio, il direttore del fattoquotidiano.it, Peter Gomez, il giornalista d’inchiesta Marco Lillo e la cronista politica, Wanda Marra. Un’intervista d’eccezione per la quale Palazzo Chigi mette a disposizione “la saletta ovale” al quarto piano. “Dove siamo qui?”, chiede Renzi arrivando. “In una delle sale del Dagl”, gli rispondono i funzionari. “Bello”, dice lui. I giornalisti ai due lati del tavolo, lui a capotavola. “Scusate, mi tolgo la giacca”, dice. E resta in maniche di camicia. Ognuno ha portato il suo dossier e le sue pezze d’appoggio. Soprattutto, Travaglio ha con sé un vero e proprio faldone: sono le 3300 domande che gli sono state mandate per Renzi via Facebook dai lettori del giornale.


A guardare questa campagna elettorale, l’impressione è che manchi una parte del partito che non si è impegnata troppo. Non è che dopo che lei li ha rottamati hanno deciso di aspettare i risultati per rottamare lei?

Il risultato elettorale vi stupirà. I sondaggi non si possono dire, ma tutti gli indicatori dicono che sarà molto positivo. Per il resto, non è vero. C’è un sacco di gente che fa campagna elettorale. Il Pd si è ripreso la piazza. Non da solo perché Grillo se l’è tenuta, anche se ha fatto qualche piazza in meno e qualche spettatore in meno. E ricordo che abbiamo scelto di non mettere il nome Renzi nel simbolo, anche se avrebbe significato due punti in più.

Perché vuole dare il Daspo ai condannati e con il peggio di tutti, Berlusconi, volete fare la riforma della Costituzione?

Nell’intervista al Fatto di Capodanno rilanciai l’accordo con Beppe Grillo (l’avevo già fatto il 15 dicembre), proponendo di fare le riforme con lui, e la sua risposta fu – diciamo – aulica. Ebbe un’espressione indecente. Il giorno dopo la risposta di Grillo ho scritto una lettera a tutti i partiti: siete disponibili a fare le riforme? Così si fa. Tant’è vero che anche voi che avevate scritto che la mia celeberrima visita ad Arcore era stato un clamoroso errore sottolineaste che la legge elettorale non potevo non farla con Berlusconi.

La legge elettorale infatti, non le riforme costituzionali…

Stiamo parlando non del presidenzialismo o della riforma del governo, ma del Cnel, del Senato, del Titolo V. Sul Senato, le discussioni in corso sono veramente marginali: stiamo discutendo se una parte dei suoi membri debbano essere eletti dalle Regioni o indicati dai consiglieri regionali. Perché Grillo non ci sta? Perché ha fatto ostruzionismo sulle Province.

Grillo voleva abolirlo il Senato. E sulle Province le viene imputato di aumentare moltissimo i costi delle strutture. E come mai nel suo governo e nelle liste per le europee avete delle persone sotto inchiesta?

Io sono profondamente garantista. Ma sono quello che quando si è trattato di votare per Genovese, ho detto che bisognava farlo subito. Sono perché la legge sia uguale per tutti. Per me finché non sei condannato sei innocente. Barracciu, De Filippo, Del Basso de Caro e Bubbico e anche Renato Soru tra i candidati alle europee sono innocenti.

Anche per il Fatto sono innocenti. Ma è un problema di messaggi. Quali messaggi si danno così?

È una valutazione che rispetto, ma sono su posizioni diametralmente opposte a voi. Io sul punto la legge è uguale per tutti, mi faccio sbranare. Ho detto di sì all’arresto di Genovese, perché era la richiesta di magistrati dello Stato italiano, che come tali vanno rispettati. Non c’era fumus persecutionis e allora noi abbiamo detto sì all’arresto. Io non cambierò mai idea su una persona in base a un avviso di garanzia. Poi, se uno è condannato, se ne va.

Ma non c’è nessuna democrazia al mondo in cui funziona così. E poi ci sono condannati iscritti al vostro partito come Greganti. E la Marcegaglia, la cui azienda è condannata per aver pagato tangenti all’Eni, lei l’ha messa Ad dell’Eni.

Metto a verbale che la mia posizione non è unica al mondo. È quella di tutti i paesi civili. Certo, c’è una diversa sensibilità morale in altri paesi, quelli anglosassoni e non solo. Dove chi copia una tesi di laurea se ne va. Ma non è un problema solo della politica. Perché la stampa italiana ha ramificazioni che in altri paesi non ci sono? C’è una morale che si costruisce con la scuola, con l’educazione.

Ma anche con segnali da parte del governo. Vi siete trincerati dietro la presunzione di innocenza.

Io ho difeso il principio di non colpevolezza. In questo sono più fedele alla Costituzione di voi. Ma per tornare alle domande: sono rispettoso di tutto e di tutti. Ma sono l’unico candidato non pregiudicato. Per arrivare a Greganti, parlo della vicenda Expo: è fisiologico che uno cerchi di rubare, è patologico che non glielo si impedisca. Il punto drammatico rispetto alla patologia del paese è che questi siano gli stessi di 20 anni fa e che un paio di personaggi almeno fossero noti alle cronache. Io dico: mai più.

E la nomina della Marcegaglia?

Emma Marcegaglia non ha alcuna pendenza giudiziaria, essendo la responsabilità penale personale.

È stato condannato suo fratello come persona fisica e l’azienda in quanto azienda ha avuto una condanna per tangenti all’Eni. Le condanne le prendono anche le società.

Emma Marcegaglia è stata condannata sì o no? È una valutazione di opportunità.


Noi abbiamo raccontato che – grazie alla sua assunzione nell’azienda di famiglia – per dieci anni prima da presidente della Provincia e poi da Sindaco – ha avuto la possibilità di maturare la carriera pensionistica e un Tfr. Cosa per altri non possibile.

Non volevo dirlo, e invece lo dico. Ho deciso di fare una cosa che mi costa: ero in aspettativa nella mia azienda di famiglia. Marco Lillo mi ha chiesto di dimettermi. E io un mese fa l’ho fatto. Anche se è stato un atto di attenzione, e non c’era nulla di giudiziario. È un’azienda in cui io ho sempre lavorato. Ho fatto l’università da studente lavoratore. Consegnavo i volantini e distribuivo gli elenchi telefonici. Ebbi una lite violenta con Lamberto Dini che mi disse: ‘Ma questo lo consideri lavorare?’. E io dissi “Certo”.

Lei abolirà il vitalizio per i parlamentari?

Sono convinto che è una cosa che va fatta e che siamo sulla strada per farla. Il regime vitalizio dal 2012 è cambiato, anche se, è vero, non abbastanza.

Come le è sembrato Grillo a Porta a Porta?

C’erano due grandissimi professionisti, che non a caso alla fine si sono dati il Cinque.

Ma è stato convincente?

Per me no. Ma non doveva convincere me. Però, a vedere i sondaggi non ha spostato molto. Ha fatto il 27% di share, moltissimo (io mi aspettavo di più anche di più). D’altra parte è arrivato in taxi, con il plastico, tornava da Vespa dopo 30 anni. Geniale. Io pagavo il biglietto per lui. Ma da quando fa politica mi risparmio i soldi. Solo che le domande sulle pendenze giudiziarie e le vicende patrimoniali a lui non si fanno. È stata una performance straordinaria dal punto di vista della tv. Ma se vuoi cambiare l’Italia devi votare Pd.

Le consiglieremmo di non fidarsi dei sondaggi. Bersani pensava di aver vinto l’anno scorso. C’è un elettorato molto mobile

Io allora dicevo “occhio”. E oggi ai miei ho detto di “correre”. Ma c’è un Pd molto più in salute.


Gli 80 euro sono un impegno che lei ha mantenuto. Ma dal 2015 sarà mantenuto come nel 2014?

Sì. E ci tengo a dire che lo faccio per far ripartire l’economia e un po’ di giustizia sociale. Non come misura elettorale. Vi racconto come sono le coperture. C’è una tassazione sulle banche al 26%, da cui arriva un miliardo e 800 milioni, dalla spending 2 miliardi e 100 milioni. Di questi 396 vengono dalla difesa. E 300 milioni di recupero dall’evasione. Poi c’è la revisione della spesa sotto il profilo politico. Tagliando le Province, pensiamo di risparmiare 500-600 milioni, anche se ne abbiamo indicati solo 100. Ed è importante far cambiare verso all’Europa.

Come?

Queste elezioni sono importanti non per quanto prendo io, ma per capire se l’Europa cambia verso. Abbiamo vinto se noi diventiamo il gruppo di testa del Pse. Adesso, in testa ci sono i tedeschi. Abbiamo 70 seggi, dobbiamo prenderne più di 90. Se cambia l’Europa cambia anche l’ Italia, ma se l’Italia cambia, cambia anche l’Europa. E poi i Cinque Stelle che fanno? Se M5s prenda come lo scorso anno il 25 per cento, ne prende 20 di seggi . E quei 20 dove vanno? Con chi? Con Schulz, con Tsipras, con Juncker? Con qualcuno devono andare. Non possono fare una battaglia di testimonianza , non possono salire sul tetto. Casaleggio al Fatto ha detto “ciò che è virale è vero”: per me è agghiacciante.


Lei arrivò a sfidare Grillo al dialogo sulle riforme, in cambio della rinuncia ai rimborsi elettorali e promise di abolire il finanziamento pubblico dei partiti. Grillo ha restituito 42 milioni di soldi pubblici e i suoi parlamentari metà del loro stipendio. Lei su questo e sulla riduzione delle indennità pensa di andare avanti?

Grillo ha portato un assegno a Vespa, io porto il libretto degli assegni di quello che il governo ha fatto: la vendita delle auto blu, il tetto agli stipendi dei manager. Poi ci sono le riforme che sono ancora a metà e sono a metà perché Forza Italia ci ha chiesto di andare a dopo le elezioni e M5s ce l’ha chiesto di fatto con l’ostruzionismo.

Ma insomma perché non rinunciate anche voi al finanziamento pubblico? Perché non l’avete fatto voi?

Il governo precedente ha fatto una legge sul finanziamento pubblico ai partiti. Entra in vigore dal 2017. Non si può pensare che mi abbiano dato la bacchetta magica per fare tutto quello che voglio io. Dirò di più: io le riforme costituzionali le avrei fatte dando più poteri ai sindaci non ai consiglieri regionali. Se arrivo a questo livello di compromesso – alto – lo faccio perché devo trattare anche con gli altri. Comunque, il finanziamento è a decrescere fin quasi alla scomparsa. È vero, più lentamente di come avrei voluto io.

Potreste non prenderlo.

L’abolizione del finanziamento è ancora una mia idea e anche l’unico modo per recuperare la dignità dei partiti. Ma ci vuole anche una democrazia. In un partito, come l’M5S, in cui lo statuto lo scrivono il fondatore e suo nipote non ci sto. Questo è un Partito Democratico: non è un partito che espelle la Salsi perché va in tv e poi manda Grillo a Porta a Porta, Casaleggio a in Mezz’ora, Di Maio ovunque.

Lei ha dichiarato che vuole recuperare i delusi dei Cinque Stelle. Ma per esempio lei era per le preferenze e i collegi uninominali e sta facendo una legge totalmente diversa.

Sono ancora a favore di preferenze e collegi uninominali. Ma la legge che si può fare ha determinate caratteristiche. Io ritengo una priorità il ballottaggio.

Ma perché per le liste delle europee non avete fatto le primarie?

Ci sono le preferenze, non servono le primarie.

Ma vi venivano meglio le liste.

Facciano le primarie per i Cinque Stelle. Qualcuno di voi conosce un candidato di Grillo alle europee?

No (generale)

E parlate di primarie a me?


Dare delle date alle sue riforme visto che non è riuscito a farle, non è stato prendere in giro i cittadini?

La riforma del lavoro ha garantito a Electrolux di tenere 1200 persone. E quel giorno i Cinque Stelle si sono tolti la camicia. Io devo assolutamente dare dei dati e delle date. O do delle date o il Parlamento che non è il mio Parlamento dietro non me lo porto. O lo metto in forcing o non tocco palla. Ho detto marzo per la riforma del lavoro e l’ho presentata. Abbiamo convertito il decreto legge ed è iniziato il cammino del disegno di legge delega. La legge elettorale è passata in prima lettura alla Camera e in Senato tutti hanno chiesto di farla dopo la riforma del Senato. E questa si è scelto di tenerla ferma fino a dopo le elezioni. Per aprile avevo detto riforma della Pa. E l’ho annunciata.

A proposito di cose non fatte: non avrebbe dovuto dimezzare gli F35?

Dal 2012 al 2014 si sono siglati degli accordi. L’idea che si possano dimezzare oggi alla luce degli accordi che ci sono è più complicato. Abbiamo bisogno di ridurre l’impatto della spesa militare. Il punto è come. Certo, gli F35 sono una battaglia anche simbolica.

Il suo problema è aver avuto le elezioni vicine.

Se non avessi avuto le elezioni subito avrei fatto le riforme costituzionali. Ma in 80 giorni si è fatto quello che nessun governo ha fatto prima. Venerdì mattina faccio un’altra televendita. Come fate a negare il cambiamento radicale nella politica italiana degli ultimi 80 giorni?

I Cinque Stelle hanno 9 milioni di voti.

Ho rispetto per chi vota Cinque Stelle, per chi vota Forza Italia e per chi non vota per me. Non ho la puzza sotto al naso. Questo passaggio è decisivo per chi guida l’Europa. Il fatto che abbiano 9 milioni di voti è sociologicamente interessante. Ma io a Grillo ho chiesto “vieni a costruire, vieni a vedere le carte”. Lui non ha voluto. Si può dare una risposta o con una distruzione senza prospettiva, o con la costruzione di una sinistra europea. Io lavoro per questo. Avrò vinto le elezioni se il Pd sarà il primo raggruppamento. E avrò perso se avrò preso meno voti di Bersani e Franceschini.

a cura di Wanda Marra

Dal Fatto Quotidiano del 22 maggio 2014


http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05 ... to/995122/
camillobenso
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Re: Il nuovo governo Renzi

Messaggio da camillobenso »

La vox populi:


Francesco F • un'ora fa
Ho ascoltato l'intervista per intero...
E sinceramente devo ammettere che mi ha convinto..
Voto movimento 5 stelle
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Santo e Johnny • un'ora fa
" DASPO " è un termine preso dall'ambiente calcistico, a detta di tanti , non è il migliore ambiente dal quale trarre esempi. Possibile che Renzi non sia capace di parlare a tutti gli italiani, anche a quelli onesti a quelli che non vogliono avere a che fare con il marciume, da qualsiasi parte provenga.Altro che daspo, il politico che viene condannato pere qualsivoglia reato deve venire allontanato per sempre dai luoghi pubblici.
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Baeio • un'ora fa
L'hanno avvertito che il Pd non esiste, è tutto e il contrario di TUTTO ! Riprendetevi a casa, dopo il Politometro !
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Peppe • un'ora fa
Grazie ai pochi giornalisti onesti che fanno bene il suo lavoro e sopratutto grazie al M5S, l'onestà tornerà ad essere di moda.
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Ibn_Sina • un'ora fa
si è dimesso dall'azienda di famiglia.... come berlusca... perchè non le hanno vendute invece di prenderci per i fondelli?
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erosares • un'ora fa
Vede caro RENZI? Metterci la faccia a volte non basta.....occorre anche averla pulita se si aspira a governare.
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fabry51 • un'ora fa
Dalle risposte di Renzi si evince che è il degno,anzi degnissimo successore di Berlusconi, la tradizione continua
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alvaro di molière • un'ora fa
Secondo me sto cantastorie...nell'intimo dell'urna VOTA PE' BERLUSCONI!
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massimo • un'ora fa
Il problema non è solo la Marcegaglia ma:
descalzi (responsabile in prima persona del disastro di kashaghan);
todini (inutile persino nella todini S.p.A).
sembrerebbe che tutti i giovani leoni del p.d. si siano laureati lavorando ma questi penso non sanno neppure dove abita di casa il lavoro.
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rossana • un'ora fa
Comunque qualunque cosa dica Renzi, si dirà sempre le stesse cose...ebetino ecc.
Da noi la politica è come il calcio, ormai tengo questa squadra, l'altro è un nemico qualsiasi cosa faccia ... soprattutto alcuni partiti setta ragionano così...
Ed è per questo che Berlusconi è ancora in pista.
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stefano romano • un'ora fa
Il futuro segretario del più grande partito di sinistra già da ragazzino prendeva lezioni da DE MITA, ANDREOTTI e DINI. Da questi fulgidi esempi di politica progressista e riformatrice imparò il significato del concetto di "rottamazione".
Sì, del cervello di chi gli dà retta...
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Filippo Fabbri • un'ora fa
Renzi mi hai convinto. Ti voto :)
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venetoespatriato • un'ora fa
Se al Movimento 5 stelle togli: i vaffa, le grida, gli slogan, gli scontrini, le proteste, i tutti a casa e le offese... RESTA BEN POCO!
Il movimento e' pieno di arrabbiati, esclusi che non vedono prospettive ed invidiosi, in una parola: i falliti.
Si può votare una volta per protesta contro le porcaate fatte fin qui dai vecchi politici...
... ma affidarsi al "progetto politico" di dei FURBONI Grillo/Casalecchio che si approfittano della disperazione ti tanti, sarebbe un suicidio!
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Federico Capoano • un'ora fa
Renzi dopo esserti dimesso dall'azienda di famiglia, se perdi te ne vai a casa tanto sei inutile, nuove elezioni e cercati un altro lavoro, torna pure all'azienda di famiglia ma non ti far pagare i contributi con i soldi nostri!!!
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Ippolita • un'ora fa
Ma si può continuare a mistificare le cose in un modo simile?
Raccontare che è una cosa vergognosa che vengano pagati i contributi pensionistici. Regolari. Secondo legge.
Ma siete diventati matti?
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giggino • un'ora fa
Renzi mi ha convinto... voto 5 stelle !
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Baruch_1632 • un'ora fa
Aspettiamo fiduciosi un'intervista di Grillo con 5 giornalisti di Repubblica.
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effimero0664 Baruch_1632 • un'ora fa
:) ... ah, sono giornalisti? ... quelli delle 10 domande a berlusconi? ... :)) ... con repubblica berlusconi campava altri 100 anni.
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Eugenio Bongiorno Baruch_1632 • un'ora fa
Appena il M5S sarà al governo.
camillobenso
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Re: Il nuovo governo Renzi

Messaggio da camillobenso »

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Vincenzo Maria Costantino • un'ora fa
Non ho mai assistito ad un'intervista più maschilista di questa, la povera Wanda Marra, tra l'altro ottima giornalista, appena cercava di parlare c'era sempre qualcuno che le parlava sopra! Vergogna!
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Johnny F. Reak • un'ora fa
Qualche tempo sentirlo parlare mi faceva anche un po incazzare, ora mi fa pena, perchè sa di aver fallito, e continua a mentire con spot, a mentire sui risultati..

Poverino, lui e tutte le persone che credevano in un bamboccio viziato che non ha mai lavorato!
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ulalena • un'ora fa
'non e' il mio parlamento'...veramente dovrebbe, in teoria, essere il parlamento degli italiani...se vuole il 'mio parlamento' qui stiamo veramente parlando di un dittatore.
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Daniele De Giorgi • un'ora fa
A cosa è servito Grillo?
A fare in modo che un Presidente del Consiglio per la prima volta dopo 20 anni...vada ad un confronto con 5 veri giornalisti per rispondere di quello che ha fatto, di quello che non ha fatto e di quello che vorrebbe fare....
Ne è uscito più credibile e rafforzato solo perchè ha accettato la sfida?
Per lui non era una sfida ma un'opportunità.C'è stato costretto per la prima volta dal momento che ormai il panorama dei media è molto più sfaccettato. I pensionati, i disoccupati e le casalinghe li hanno attraverso le televisioni lottizzate.
Se vogliono i giovani e le persone informate devono confrontarsi sul fatto quotidiano..
E' stato imbarazzante su tutto...
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radice.massimo • un'ora fa
ha messo su ebay 6 auto su 60mila. una non l'hanno comprata
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Adelaide • un'ora fa
Molto intelligente e preparato, Renzi: pericolosissimo.
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Vash Tsunami Umanoide • un'ora fa
è fisiologico che uno cerchi di rubare dice il condannato in primo grado per danno erariale
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Doctor Stein • un'ora fa
Quindi si è dimesso solo un mese fa dopo essere stato scoperto ad aver fatto il furbo per anni e anni e se ne vanta anche... sta scherzando vero?
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togasso • un'ora fa
Renzi:"rubare è fisiologico". Dove vogliamo andare con un essere simile?
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Nostromo togasso • un'ora fa
E' la medesima scuola di Berlusconi...
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Fuferito • un'ora fa
"Tant’è vero che anche voi che avevate scritto che la mia celeberrima visita ad Arcore era stato un clamoroso errore sottolineaste che la legge elettorale non potevo non farla con Berlusconi."

Avete capito, gente? Il buontempone dalla candida camicietta fece il pellegrinaggio ad Arcore perché non aveva scelta.
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Foskolo • un'ora fa
Questa intervista dimostra, come se ce ne fosse bisogno, che è un pessimo venditore di fumo.

Delle promesse, delle sicurezze e delle scadenze sicure non rimane niente.

La frase "Per arrivare a Greganti, parlo della vicenda Expo: è fisiologico che uno
cerchi di rubare, è patologico che non glielo si impedisca."

dimostra che tipo di forma mentis ha questo tipo.

Mi chiedo come si possa votare una persona simile.

foskolo
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paolo • un'ora fa
in tempi migliori renzie diceva di poter fare tutte le riforme possibili addirittura una al mese: adesso non ha la bacchetta magica...in tempi non sospetti diceva che il pd era 10punti sopra il m5s quindi al 35% adesso se fanno il 25% dicono che non e' una sconfitta e andranno avanti ...insomma ci dica piuttosto una cosa seria :coa ha fatto per guadagnare 145.000 euro ????????
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vilco • un'ora fa
La cosa peggiore non è lui, ma tutti i falsi del pd che lo appoggiano mentendo spudoratamente.Vigliacchi arrivisti.-
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gincoaho • un'ora fa
Si è dimesso perché non ne ha più bisogno. Sta per fare la più grande privatizzazione di beni pubblici dal dopo d'alema. Chi farà da intermediario (ALTA FINANZA) ci guadagnerà una bella paghetta, e questo lo farà entrare nel cosiddetto salotto buono e tanti saluti ai problemi della vita.. (fonte P.B.).
Sempre che alle europee non si riesca a rallentare i giochi..
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Esprit • un'ora fa
Sinceramente anche dall'intervista vedo il Renzi che si vede alla televisione, ossia uno che non fornisce nessuna risposta concreta a delle domande precise e puntuali. Galleggia tra farò e non mi fanno fare. Proprio come faceva Berlusconi, solo che lui è un po' più giovane e meno ladro.

Ma sopratutto mi stupirei se in queste elezioni il PD andasse bene, vorrebbe dire che la base storica del PD, ossia tutti quelli che non sono nati e cresciuti nel ventennio berlusconiano, non hanno capito, per ignoranza o mala fede, che il PD non ha più nessun valore o legame con la Sinistra. E vorrebbe anche dire che molti di destra votano per Renzi e sopratutto, e qui è la parte peggiore, che i giovani si sono cosi' abituati al berlusconismo da accettare qualunque cosa che gli somigli.
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carlo • un'ora fa
GRANDISSIMO RENZI.
QUANDO FAREMO UN INTERVISTA COME QUESTA A GRILLO?
OVVIAMENTE CON I GIORNALISTI DI REPUBBLICA.
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peanuts
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Re: Il nuovo governo Renzi

Messaggio da peanuts »

http://video.repubblica.it/dossier/elez ... ef=vd-auto

Ecco come i militanti del pd-nuovissimo centrodestra trattano chi dissente
Vermi!
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
paolo11
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Re: Il nuovo governo Renzi

Messaggio da paolo11 »

https://www.youtube.com/watch?v=a3PTeX6 ... ploademail
Le incredibili richieste degli elettori del PD a Matteo Renzi
Ciao
Paolo11
camillobenso
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Re: Il nuovo governo Renzi

Messaggio da camillobenso »

24 MAG 2014 13:00
SCHERZI ELETTORALI - NELLA BUSTA PAGA DI MAGGIO DEI DIPENDENTI COMUNALI DI PRATO ACCANTO AI FATIDICI 80 EURO È COMPARSA COME D’INCANTO LA DICITURA “BONUS (RENZI)”, SORTA DI ANIMALE MITOLOGICO A FORMA DI BANCOMAT
Gramellini: “Di una cosa sono sicuro, conoscendolo. Il presidente del Consiglio sarà furibondo e chiederà conto di questo colpo basso: perché sulla busta paga il suo cognome è tra parentesi?”…

Massimo Gramellini per La Stampa

Nella busta paga di maggio dei dipendenti comunali di Prato accanto ai fatidici 80 euro è comparsa come d'incanto la dicitura «Bonus (Renzi)», sorta di animale mitologico a forma di bancomat. Viene da pensare a una busta taroccata (Prato è il paradiso dei replicanti cinesi). Sentirei invece di escludere che l'errore tecnico - perché di questo chiaramente si tratta - sia da attribuire a un funzionario servile o smanioso di acquisire benemerenze: in Italia la separazione tra politica e burocrazia è un fatto acclarato e non si ha memoria di dipendenti pubblici che abbiano fatto carriera grazie alle raccomandazioni dei partiti.

Suscita semmai qualche curiosità che il sindaco pagatore delle buste-paga griffate, Roberto Cenni, appartenga al centrodestra. Non sarà che qualcuno abbia voluto fargli uno scherzo e, giocando sul suo cognome, preludere a un'alleanza futura, a un Cenni d'intesa? 
Di una cosa sono sicuro, conoscendolo. Il presidente del Consiglio sarà furibondo e chiederà conto di questo colpo basso: perché sulla busta paga il suo cognome è tra parentesi?

Nella busta paga di maggio dei dipendenti comunali di Prato accanto ai fatidici 80 euro è comparsa come d'incanto la dicitura «Bonus (Renzi)», sorta di animale mitologico a forma di bancomat. Viene da pensare a una busta taroccata (Prato è il paradiso dei replicanti cinesi).

EDOARDO BARALDI RENZI FANTOZZI
EDOARDO BARALDI RENZI FANTOZZI
Sentirei invece di escludere che l'errore tecnico - perché di questo chiaramente si tratta - sia da attribuire a un funzionario servile o smanioso di acquisire benemerenze: in Italia la separazione tra politica e burocrazia è un fatto acclarato e non si ha memoria di dipendenti pubblici che abbiano fatto carriera grazie alle raccomandazioni dei partiti.

Suscita semmai qualche curiosità che il sindaco pagatore delle buste-paga griffate, Roberto Cenni, appartenga al centrodestra. Non sarà che qualcuno abbia voluto fargli uno scherzo e, giocando sul suo cognome, preludere a un'alleanza futura, a un Cenni d'intesa? 
Di una cosa sono sicuro, conoscendolo. Il presidente del Consiglio sarà furibondo e chiederà conto di questo colpo basso: perché sulla busta paga il suo cognome è tra parentesi?
peanuts
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Iscritto il: 21/02/2012, 22:29

Re: Il nuovo governo Renzi

Messaggio da peanuts »

Una riflessione che vorrei fare con voi

Dopo ieri, paradossalmente, non è che il governo se la rischia di più?
alfano potrebbe rendersi conto del fatto che al successo (vabbè) di renzi sta contribuendo anche lui, tenendolo al governo. Ad alfano mica conviente tanto sta cosa, no?
Non è che lo molla e torna all'ovile, magari dettando condizioni per primarie e via dicendo?
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
camillobenso
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Re: Il nuovo governo Renzi

Messaggio da camillobenso »

peanuts ha scritto:Una riflessione che vorrei fare con voi

Dopo ieri, paradossalmente, non è che il governo se la rischia di più?
alfano potrebbe rendersi conto del fatto che al successo (vabbè) di renzi sta contribuendo anche lui, tenendolo al governo. Ad alfano mica conviente tanto sta cosa, no?
Non è che lo molla e torna all'ovile, magari dettando condizioni per primarie e via dicendo?

Discutere del centrodestra per capire cosa può accadere è piuttosto importante. Ragion per cui vorrei aggiungere:

- Durante il fascismo la mafia appoggia Mussolini.
- Sotto la prima Repubblica appoggia la Dc 1.0 e verso la fine i socialisti
- Poi arrivano Dell’Utri e Berlusconi che fondano FI.
- Dal 2011 Silvietto cade in disgrazia.
- Successivamente si staccano Alfano e Schifani. Chi appoggia la mafia?
peanuts
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Re: Il nuovo governo Renzi

Messaggio da peanuts »

Il pd?
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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