Le supercazzole de The Primitives: il carcere
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Le supercazzole de The Primitives: il carcere
Carceri, Corte di Strasburgo condanna l’Italia per condizioni inumane
Gli agenti colpevoli di atti di violenza nel carcere di Sassari nell'aprile del 2000 non hanno ricevuto pene proporzionali al reato commesso. Trattamento degradante per uno dei detenuti
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 1 luglio 2014Commenti (8)
Gli agenti colpevoli di atti di violenza avvenuti nel carcere di San Sebastiano di Sassari nell’aprile 2000 non hanno ricevuto pene proporzionali al reato commesso. Per questo la Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per aver sottoposto a trattamento inumano e degradante Valentino Saba, uno dei detenuti che denunciarono gli atti di violenza. Secondo quanto disposto dalla sentenza, infatti, lo Stato dovrà versargli 15mila euro per danni morali a fronte dei 100mila richiesti da lui.
Tra le motivazioni della condanna la Corte ha messo in causa i tempi lunghi del processo, il fatto che molti colpevoli sono stati prosciolti per prescrizione dei reati commessi e che gli agenti condannati hanno ricevuto pene troppo leggere in rapporto ai fatti per cui erano stati incriminati. Ad esempio i giudici hanno ritenuto insufficiente la sanzione di 100 euro inflitta a uno degli agenti che non ha denunciato le violenze commesse dai suoi colleghi o il fatto si aver sospeso la condanna al carcere per gli altri agenti.
La sentenza ha poi sottolineato come le autorità italiane non hanno indicato se le persone sotto processo sono state sospese durante il procedimento come stabilisce la giurisprudenza della Corte di Strasburgo. I giudici hanno però anche stabilito che Valentino Saba è stato sottoposto a trattamento inumano e degradante ma non a tortura, come sostenuto invece da lui.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07 ... e/1045493/
Gli agenti colpevoli di atti di violenza nel carcere di Sassari nell'aprile del 2000 non hanno ricevuto pene proporzionali al reato commesso. Trattamento degradante per uno dei detenuti
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 1 luglio 2014Commenti (8)
Gli agenti colpevoli di atti di violenza avvenuti nel carcere di San Sebastiano di Sassari nell’aprile 2000 non hanno ricevuto pene proporzionali al reato commesso. Per questo la Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per aver sottoposto a trattamento inumano e degradante Valentino Saba, uno dei detenuti che denunciarono gli atti di violenza. Secondo quanto disposto dalla sentenza, infatti, lo Stato dovrà versargli 15mila euro per danni morali a fronte dei 100mila richiesti da lui.
Tra le motivazioni della condanna la Corte ha messo in causa i tempi lunghi del processo, il fatto che molti colpevoli sono stati prosciolti per prescrizione dei reati commessi e che gli agenti condannati hanno ricevuto pene troppo leggere in rapporto ai fatti per cui erano stati incriminati. Ad esempio i giudici hanno ritenuto insufficiente la sanzione di 100 euro inflitta a uno degli agenti che non ha denunciato le violenze commesse dai suoi colleghi o il fatto si aver sospeso la condanna al carcere per gli altri agenti.
La sentenza ha poi sottolineato come le autorità italiane non hanno indicato se le persone sotto processo sono state sospese durante il procedimento come stabilisce la giurisprudenza della Corte di Strasburgo. I giudici hanno però anche stabilito che Valentino Saba è stato sottoposto a trattamento inumano e degradante ma non a tortura, come sostenuto invece da lui.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07 ... e/1045493/
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Re: Le supercazzole de The Primitives: il carcere
pitluigi • 40 minuti fa
bene, ora sappiamo che il trattamento inumano e degradante non è tortura, allora niente paura onorevoli, approvate la legge antitortura, in italia non c'è piu la flagellazione, il tratto di corda, il cavalletto , la vergine di norimberga o altri aggeggi
della simpatica santa inquisizione, quindi una buona volta approvatela senza temere le ire dei vicari del padreterno.
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NordholzHoya • un'ora fa
Sono parecchi anni che sappiamo come funzionano le carceri italiane. Non si farà mai nulla per cambiare qualcosa. Troppi sono gli interessi i gioco. Queste diatribe servono solo ai politici per riempirsi la bocca con l'uso improprio del parolone <riforma>.
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unatarmaalleterme • un'ora fa
...la corte di Strasburgo cosa prevede per quel vigile urbano che in Campania si e' adoperato per difendere la popolazione dai rifiuti tossici ( piu' nota come terra dei fuochi) e, morendo a causa di un tumore provocato dal suo lavoro nn gli viene riconosciuta la malattia professionale e quindi nessun risarcimento alla famiglia? cosi , tanto x curiosita'. Nessuno tocchi Caino..giustissimo. Nemmeno ignorare Abele, pero'.
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semper nani • un'ora fa
ma se i delinquenti quelli veri sono tutti fuori......ai servizi sociali e ai domiciliari....
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Piero Testori • un'ora fa
Se l'ordinamento giudiziario di un Paese "sovrano" prevede una certa pena per un certo reato chi è la Corte di Stasburgo per contestarla?
Detto questo anche io penso che certi reati non vengano puniti adeguatamente, mi viene in mente ad esempio il caso di un imprenditore brianzolo condannato ad una pena risibile per reati contro lo Stato.
Ma se la corte di Strasburgo ha l'autorità per contestare l'inadeguatezza delle pene inflitte allora perchè limitarsi a pochi limitati casi?
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pitluigi Piero Testori • 29 minuti fa
forse la corte di strasburgo si è accorta che la nostra sovranità è assai limitata?!! riguardo la inadeguatezza delle pene,forse con molto pudore la corte ha ritenuto di non infierire per l'inadeguatezza della formazione e del trattamento normativo e economico delle nostra polizia carceraria.
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NordholzHoya Piero Testori • 43 minuti fa
L'italia non è un paese sovrano. I salvatori della patria ne hanno venduto la sovranità molto tempo fa.
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Marcellino • un'ora fa
i delinquenti quanti euro dovranno risarcire alle vittime? creare un'assicurazione pubblica come in america che risarcisce le vittime dei reati no eh? eppure basterebbe usare i soldi delle mafie italiane e straniere, dell'evasione fiscale, e obbligare i detenuti a pagare una parte di assicurazione.
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Nello Squillante • un'ora fa
chiederei a Strasburgo se è umano non avere lavoro, reddito e futuro...
bene, ora sappiamo che il trattamento inumano e degradante non è tortura, allora niente paura onorevoli, approvate la legge antitortura, in italia non c'è piu la flagellazione, il tratto di corda, il cavalletto , la vergine di norimberga o altri aggeggi
della simpatica santa inquisizione, quindi una buona volta approvatela senza temere le ire dei vicari del padreterno.
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NordholzHoya • un'ora fa
Sono parecchi anni che sappiamo come funzionano le carceri italiane. Non si farà mai nulla per cambiare qualcosa. Troppi sono gli interessi i gioco. Queste diatribe servono solo ai politici per riempirsi la bocca con l'uso improprio del parolone <riforma>.
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unatarmaalleterme • un'ora fa
...la corte di Strasburgo cosa prevede per quel vigile urbano che in Campania si e' adoperato per difendere la popolazione dai rifiuti tossici ( piu' nota come terra dei fuochi) e, morendo a causa di un tumore provocato dal suo lavoro nn gli viene riconosciuta la malattia professionale e quindi nessun risarcimento alla famiglia? cosi , tanto x curiosita'. Nessuno tocchi Caino..giustissimo. Nemmeno ignorare Abele, pero'.
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semper nani • un'ora fa
ma se i delinquenti quelli veri sono tutti fuori......ai servizi sociali e ai domiciliari....
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Piero Testori • un'ora fa
Se l'ordinamento giudiziario di un Paese "sovrano" prevede una certa pena per un certo reato chi è la Corte di Stasburgo per contestarla?
Detto questo anche io penso che certi reati non vengano puniti adeguatamente, mi viene in mente ad esempio il caso di un imprenditore brianzolo condannato ad una pena risibile per reati contro lo Stato.
Ma se la corte di Strasburgo ha l'autorità per contestare l'inadeguatezza delle pene inflitte allora perchè limitarsi a pochi limitati casi?
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pitluigi Piero Testori • 29 minuti fa
forse la corte di strasburgo si è accorta che la nostra sovranità è assai limitata?!! riguardo la inadeguatezza delle pene,forse con molto pudore la corte ha ritenuto di non infierire per l'inadeguatezza della formazione e del trattamento normativo e economico delle nostra polizia carceraria.
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NordholzHoya Piero Testori • 43 minuti fa
L'italia non è un paese sovrano. I salvatori della patria ne hanno venduto la sovranità molto tempo fa.
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Marcellino • un'ora fa
i delinquenti quanti euro dovranno risarcire alle vittime? creare un'assicurazione pubblica come in america che risarcisce le vittime dei reati no eh? eppure basterebbe usare i soldi delle mafie italiane e straniere, dell'evasione fiscale, e obbligare i detenuti a pagare una parte di assicurazione.
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Nello Squillante • un'ora fa
chiederei a Strasburgo se è umano non avere lavoro, reddito e futuro...
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Re: Le supercazzole de The Primitives: il carcere
Carceri, il più folle dei decreti legge
di Bruno Tinti | 12 luglio 2014Commenti (146)
Da due giorni è in vigore il Dl 42/2014. Prevede lo sconto di pena di un giorno ogni 10 per i detenuti in condizioni che, secondo i parametri dell’Ue, costituiscono “tortura”; e il risarcimento del danno cagionato da queste condizioni di carcerazione nella misura di 8 euro per ogni giorno di detenzione. Follia pura.
1) Va chiarito che l’Ue considera “tortura” la carcerazione quando lo spazio a disposizione di ogni detenuto è inferiore a 7 mq. L’Italia, nell’aprile di quest’anno, ha assicurato l’Unione che nessun detenuto sarà ristretto in meno di 3 mq pro capite. Il che significa che, su un po’ più di 60.000 detenuti, il nostro Paese ne “torturerà” in pianta stabile almeno 50.000, considerato che le carceri italiane garantiscono circa 40.000 posti con un sovraffollamento standard pari a un terzo. Sottratti un po’ di privilegiati, la massa sarà certamente detenuta in uno spazio inferiore a 7 mq.
Pensare di sottrarsi alle multe comminate dall’Ue e alla disapprovazione politica internazionale – a cui peraltro siamo abituati –, con lo sconto di pena di 1 giorno ogni 10 o con 8 euro di “risarcimento” per ogni giorno di detenzione è appunto folle. Senza contare che, dopo gli sconti Gozzini, incrementati da Severino e Cancellieri (ogni anno di prigione sono, in realtà, 7 mesi e mezzo) ce ne sarà un altro: ogni mese di galera varrà, in concreto, 27 giorni; un altro mese di galera (veramente un mese e 6 giorni) regalato ogni anno a tutti i delinquenti. Un anno sarà uguale a 6 mesi e mezzo.
2) L’applicazione concreta di quanto previsto dal DL è impossibile. Sia lo sconto di pena che il “risarcimento” non possono essere automatici. Presuppongono l’accertamento delle condizioni che li legittimano. Quindi i giudici di sorveglianza dovranno fare, da domani, 50.000 istruttorie per verificare quanti giorni ogni detenuto ha passato in spazi minori di 7 mq. Il che significa, nel caso di detenuti trasferiti da un carcere all’altro (capita spesso) moltiplicazione per N volte di questa indagine. Inoltre questi accertamenti non hanno una fine nel senso che, una volta fatti questi ipotizzati 50.000, poi non se ne fanno più. Ogni futuro detenuto si troverà nella medesima situazione a partire da dopodomani. La domanda è: dove si trovano centinaia di giudici di sorveglianza a cui affidare questo lavoro? Perché quelli che ci sono non bastano nemmeno per mandare in tempi ragionevoli B a badare ai vecchietti, visto che c’è voluto circa un anno.
3) Il problema, naturalmente, è identico per quanto riguarda il “risarcimento”. Ma qui c’è un’altra difficoltà. “Risarcimento” significa corrispondere una somma di danaro a compenso del danno cagionato. E il danno sarà diverso da detenuto a detenuto. Una persona anziana o malata avrà patito il sovraffollamento in misura maggiore di un giovane incarcerato che se ne è stato in compagnia dei suoi amici a giocare a carte e a progettare colpi mirabolanti per il giorno successivo alla scarcerazione. Sicché non si può pensare di “risarcire” entrambi nella stessa maniera. E, se è per questo, nemmeno si può quantificare il “risarcimento” in via preventiva, ex lege. Il pagamento di una somma di denaro predeterminata costituisce “indennizzo” e non “risarcimento”.
E i giuristi che assistono il governo Renzi certamente conoscono la differenza; se “risarcimento” hanno scritto, “risarcimento” sia. Quindi i giudici di sorveglianza non potranno limitarsi ad accertare lo stato di detenzione nelle condizioni di cui al punto 2 ma dovranno accertare la sussistenza e la gravità del danno da questa derivante. Tutto questo moltiplicato per 50.000 più enne (per le procedure future). Ma questa gente lo sa quello che fa?
4) Per i “risarcimenti” sono stati stanziati 20 milioni di euro. Che saranno del tutto inadeguati. Nel 2009 la Cedu ha condannato l’Italia a “risarcire” a tale Sulejimanovic (condannato a 2 anni e mezzo per rapina aggravata e altri reati) 1.000 euro per 4 mesi e mezzo trascorsi in una cella con spazio insufficiente; il che è prova evidente di quanto questo Dl sia inidoneo a schivare i fulmini della Ue.
5) Ma la cosa che fa davvero… arrabbiare è la perdurante stupidità (o consapevole progetto criminoso, scegliete voi) della politica italiana. Secondo uno studio del Sappe (Sindacato di polizia penitenziaria), un carcere “leggero” da 600 posti, più che idoneo per la stragrande maggioranza dei detenuti (non sono tutti Totò Riina), costruibile in 4 mesi, costa meno di 20 milioni. E la Provincia di Bolzano (c’entrerà qualcosa il fatto che sono tedeschi?) ha avviato la costruzione di un nuovo carcere in project financing, che significa che sarà costruito e gestito da privati. Il contributo dello Stato sarà inferiore al 50%.
Ha senso spendere soldi per “risarcire” i delinquenti invece che per tenerli in galera in condizioni – si capisce – adeguate a un Paese civile?
Il Fatto Quotidiano, 12 Luglio 2014
di Bruno Tinti | 12 luglio 2014Commenti (146)
Da due giorni è in vigore il Dl 42/2014. Prevede lo sconto di pena di un giorno ogni 10 per i detenuti in condizioni che, secondo i parametri dell’Ue, costituiscono “tortura”; e il risarcimento del danno cagionato da queste condizioni di carcerazione nella misura di 8 euro per ogni giorno di detenzione. Follia pura.
1) Va chiarito che l’Ue considera “tortura” la carcerazione quando lo spazio a disposizione di ogni detenuto è inferiore a 7 mq. L’Italia, nell’aprile di quest’anno, ha assicurato l’Unione che nessun detenuto sarà ristretto in meno di 3 mq pro capite. Il che significa che, su un po’ più di 60.000 detenuti, il nostro Paese ne “torturerà” in pianta stabile almeno 50.000, considerato che le carceri italiane garantiscono circa 40.000 posti con un sovraffollamento standard pari a un terzo. Sottratti un po’ di privilegiati, la massa sarà certamente detenuta in uno spazio inferiore a 7 mq.
Pensare di sottrarsi alle multe comminate dall’Ue e alla disapprovazione politica internazionale – a cui peraltro siamo abituati –, con lo sconto di pena di 1 giorno ogni 10 o con 8 euro di “risarcimento” per ogni giorno di detenzione è appunto folle. Senza contare che, dopo gli sconti Gozzini, incrementati da Severino e Cancellieri (ogni anno di prigione sono, in realtà, 7 mesi e mezzo) ce ne sarà un altro: ogni mese di galera varrà, in concreto, 27 giorni; un altro mese di galera (veramente un mese e 6 giorni) regalato ogni anno a tutti i delinquenti. Un anno sarà uguale a 6 mesi e mezzo.
2) L’applicazione concreta di quanto previsto dal DL è impossibile. Sia lo sconto di pena che il “risarcimento” non possono essere automatici. Presuppongono l’accertamento delle condizioni che li legittimano. Quindi i giudici di sorveglianza dovranno fare, da domani, 50.000 istruttorie per verificare quanti giorni ogni detenuto ha passato in spazi minori di 7 mq. Il che significa, nel caso di detenuti trasferiti da un carcere all’altro (capita spesso) moltiplicazione per N volte di questa indagine. Inoltre questi accertamenti non hanno una fine nel senso che, una volta fatti questi ipotizzati 50.000, poi non se ne fanno più. Ogni futuro detenuto si troverà nella medesima situazione a partire da dopodomani. La domanda è: dove si trovano centinaia di giudici di sorveglianza a cui affidare questo lavoro? Perché quelli che ci sono non bastano nemmeno per mandare in tempi ragionevoli B a badare ai vecchietti, visto che c’è voluto circa un anno.
3) Il problema, naturalmente, è identico per quanto riguarda il “risarcimento”. Ma qui c’è un’altra difficoltà. “Risarcimento” significa corrispondere una somma di danaro a compenso del danno cagionato. E il danno sarà diverso da detenuto a detenuto. Una persona anziana o malata avrà patito il sovraffollamento in misura maggiore di un giovane incarcerato che se ne è stato in compagnia dei suoi amici a giocare a carte e a progettare colpi mirabolanti per il giorno successivo alla scarcerazione. Sicché non si può pensare di “risarcire” entrambi nella stessa maniera. E, se è per questo, nemmeno si può quantificare il “risarcimento” in via preventiva, ex lege. Il pagamento di una somma di denaro predeterminata costituisce “indennizzo” e non “risarcimento”.
E i giuristi che assistono il governo Renzi certamente conoscono la differenza; se “risarcimento” hanno scritto, “risarcimento” sia. Quindi i giudici di sorveglianza non potranno limitarsi ad accertare lo stato di detenzione nelle condizioni di cui al punto 2 ma dovranno accertare la sussistenza e la gravità del danno da questa derivante. Tutto questo moltiplicato per 50.000 più enne (per le procedure future). Ma questa gente lo sa quello che fa?
4) Per i “risarcimenti” sono stati stanziati 20 milioni di euro. Che saranno del tutto inadeguati. Nel 2009 la Cedu ha condannato l’Italia a “risarcire” a tale Sulejimanovic (condannato a 2 anni e mezzo per rapina aggravata e altri reati) 1.000 euro per 4 mesi e mezzo trascorsi in una cella con spazio insufficiente; il che è prova evidente di quanto questo Dl sia inidoneo a schivare i fulmini della Ue.
5) Ma la cosa che fa davvero… arrabbiare è la perdurante stupidità (o consapevole progetto criminoso, scegliete voi) della politica italiana. Secondo uno studio del Sappe (Sindacato di polizia penitenziaria), un carcere “leggero” da 600 posti, più che idoneo per la stragrande maggioranza dei detenuti (non sono tutti Totò Riina), costruibile in 4 mesi, costa meno di 20 milioni. E la Provincia di Bolzano (c’entrerà qualcosa il fatto che sono tedeschi?) ha avviato la costruzione di un nuovo carcere in project financing, che significa che sarà costruito e gestito da privati. Il contributo dello Stato sarà inferiore al 50%.
Ha senso spendere soldi per “risarcire” i delinquenti invece che per tenerli in galera in condizioni – si capisce – adeguate a un Paese civile?
Il Fatto Quotidiano, 12 Luglio 2014
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