LA DEMOCRAZIA AUTORITARIA
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LA DEMOCRAZIA AUTORITARIA
Ma vi pare sia normale che a rimanere in trincea contro il berlusconismo sia un destrorso come me con pochi altri sinistri? E' una follia.
Lucameni1
Premessa.
Se la situazione fosse diversa da quella che è, l’articolo di Marco Travaglio pubblicato oggi sulla prima pagina de Il Fatto Quotidiano, LA DEMOCRAZIA AUTORITARIA, avrebbe trovato la sua giusta collocazione nel thread “Il nuovo fascismo (mascherato) è cominciato” già presente sul forum.
Ma la situazione italiana sta sistematicamente peggiorando di giorno in giorno lasciando sempre minori spazi alla libertà di espressione in aperta violazione della Costituzione.
In altre parole ci stanno sottraendo la libertà poco alla volta nell’indifferenza generale soprattutto dei media della carta stampata che molto probabilmente, a causa delle sovvenzioni dello Stato, si prestano volentieri ad essere fortemente governativi a prescindere, ponendo di fatto la loro dignità professionale sotto i tacchi delle scarpe. Negli Stati Uniti, un tempo la stampa era definita “Il Quarto Potere”. Ve lo ricordate il celebre e democratico “Bellezza, ..questa è la stampa…..” di Humprey Bogart nel finale del film : “L’ultima minaccia”?
Nel 1972 i reporter del Washington Post, Bob Woodward e Carl Bernstein, iniziarono le indagini che portò alla richiesta di impeachment e alle dimissioni dell'allora Presidente degli Stati Uniti Richard Nixon; che fu causato da alcune intercettazioni abusive effettuate nel quartier generale del Comitato Nazionale Democratico, ad opera di uomini legati al Partito Repubblicano
Non so se dopo quarant’anni negli Usa in materia di stampa libera le cose stanno ancora così o se le lobby e Wall Street hanno preso definitivamente anche il controllo del Quarto Potere. Quello che so è che da noi non è così.
La conclusione dell’ultimo post di Lucameni1 :
Ma vi pare sia normale che a rimanere in trincea contro il berlusconismo sia un destrorso come me con pochi altri sinistri? E' una follia.
mi induce, e spero che induca anche tutti voi, ad allargare la visione politica in uno spettro più ampio del come fare nascere il secondo ciclo della sinistra italiana, accogliendo in questo thread tutti i pareri degli esponenti della destra liberale, quella dell’ultimo Montanelli, tanto per intenderci, per contrastare quello che Lucameni1 ha definito:
E ora mi ritrovo un paese berlusconizzato da paura
Che poi fa il pari con quanto richiesto da Travaglio in prima pagina stamani:
“Ecco cosa accadrà se le “riforme” di Renzi, Berlusconi & C. entreranno in vigore: un regime da “un uomo solo al comando” senza opposizioni né controlli né garanzie. Cari lettori, scriveteci il vostro pensiero sul modo migliore di opporci al rischio di questo disegno incostituzionale e piduista.”
Ovviamente, Marco, non poteva permettersi di sbattere in prima pagina quello che io ho liberamente definito “fascismo (mascherato)”, un mese fa iniziando il thread omonimo.
Quello di un ritorno del fascismo sotto altre forme è un timore ultra datato. Ci hanno sempre tentato fin dal lontano 1964, con il generale De Lorenzo e il suo “Piano Solo”. Poi nel 1970, tra il 7 e l’8 dicembre, ci fu il tentativo del Golpe Boghese, citato anche come golpe dei forestali o golpe dell'Immacolata.
Il terzo tentativo di colpo di Stato è del 1993, alla Rai di Saxa Rubra.
Anche questo andato a vuoto.
Possiamo credere che la P2 sia andata in pensione? Che la massoneria e la massoneria deviata si siano convertite e stiano facendo concorrenza a Don Ciotti?
Carlo Freccero ha dichiarato a Radio 24 :
“Renzi ha fatto il primo editto – spiega Freccero – perché è molto cattivo, cattivissimo. Questa è la sua forza, la cattiveria. Poi è vendicativo, mi ricorda House of Cards. Renzi è molto più cattivo di Berlusconi, lui vuole il potere per il potere e non è corruttibile né col sesso né con i soldi. Un cattivo molto lucido, pensate a come ha fatto fuori Letta, come ha fatto fuori tutti quanti. Berlusconi è rapace, ma non cattivo. E infatti adora Renzi, vorrebbe fosse suo figlio”. “La Rai – prosegue Freccero a La Zanzara – con Renzi verrà ridimensionata, lui la vede molto come servizio pubblico e basta”
Anche Freccero si è accorto della cattiveria di Renzi, già magnificata da Veltroni dopo l’8 dicembre del 2013, il giorno della conquista della segreteria del Pd. Oltre al fatto che sia vendicativo. Non accetta di essere messo ufficialmente in difficoltà. Vedi Floris.
Quello che i renzini di matrice sinistra non vogliono riconoscere è che Renzi sia più pericoloso di Berlusconi.
Silvietto è stato costretto dalle circostanze a scendere in politica, ed il suo amico Bettino ha faticato non poco quella domenica mattina della primavera del 1993, a Villa San Martino in Arcore, per fargli comprendere che senza la copertura del CAF, con le indagini della magistratura che procedevano senza sosta avrebbe rischiato molto. In pratica tutto.
Inoltre, contemporaneamente, c’era la valutazione di Mediobanca che stimava in 7.140 miliardi di lire il debito del gruppo Mediaset(4.475 finanziari e 2.665 commerciali), mentre il loro capitale netto ammontava a soli 1.053 miliardi. Silvietto doveva per forza scendere in politica.
Renzi invece soffre di narcisismo estremo, che trova sfogo nella ricerca del potere per il potere.
Quindi più pericoloso di Berlusconi.
La nascita della prima emittente italiana: l'Unione Radiofonica Italiana risale al 6 ottobre1924.
Se Andrea, Amilcare, Benito Mussolini, avesse avuto a disposizione la radio o la televisione tra il 1919 e il 1922, qualcuno crede che fosse necessaria la Marcia su Roma?
Oggi la televisione ha compiuto 60 anni e i giornali sono a disposizione di tutti. Lo sciacquaggio e risciacquaggio dei cervelli è decisamente più facile, non necessitano più l’olio di ricino e il santo manganello. Bastano i media.
Lucameni1
Premessa.
Se la situazione fosse diversa da quella che è, l’articolo di Marco Travaglio pubblicato oggi sulla prima pagina de Il Fatto Quotidiano, LA DEMOCRAZIA AUTORITARIA, avrebbe trovato la sua giusta collocazione nel thread “Il nuovo fascismo (mascherato) è cominciato” già presente sul forum.
Ma la situazione italiana sta sistematicamente peggiorando di giorno in giorno lasciando sempre minori spazi alla libertà di espressione in aperta violazione della Costituzione.
In altre parole ci stanno sottraendo la libertà poco alla volta nell’indifferenza generale soprattutto dei media della carta stampata che molto probabilmente, a causa delle sovvenzioni dello Stato, si prestano volentieri ad essere fortemente governativi a prescindere, ponendo di fatto la loro dignità professionale sotto i tacchi delle scarpe. Negli Stati Uniti, un tempo la stampa era definita “Il Quarto Potere”. Ve lo ricordate il celebre e democratico “Bellezza, ..questa è la stampa…..” di Humprey Bogart nel finale del film : “L’ultima minaccia”?
Nel 1972 i reporter del Washington Post, Bob Woodward e Carl Bernstein, iniziarono le indagini che portò alla richiesta di impeachment e alle dimissioni dell'allora Presidente degli Stati Uniti Richard Nixon; che fu causato da alcune intercettazioni abusive effettuate nel quartier generale del Comitato Nazionale Democratico, ad opera di uomini legati al Partito Repubblicano
Non so se dopo quarant’anni negli Usa in materia di stampa libera le cose stanno ancora così o se le lobby e Wall Street hanno preso definitivamente anche il controllo del Quarto Potere. Quello che so è che da noi non è così.
La conclusione dell’ultimo post di Lucameni1 :
Ma vi pare sia normale che a rimanere in trincea contro il berlusconismo sia un destrorso come me con pochi altri sinistri? E' una follia.
mi induce, e spero che induca anche tutti voi, ad allargare la visione politica in uno spettro più ampio del come fare nascere il secondo ciclo della sinistra italiana, accogliendo in questo thread tutti i pareri degli esponenti della destra liberale, quella dell’ultimo Montanelli, tanto per intenderci, per contrastare quello che Lucameni1 ha definito:
E ora mi ritrovo un paese berlusconizzato da paura
Che poi fa il pari con quanto richiesto da Travaglio in prima pagina stamani:
“Ecco cosa accadrà se le “riforme” di Renzi, Berlusconi & C. entreranno in vigore: un regime da “un uomo solo al comando” senza opposizioni né controlli né garanzie. Cari lettori, scriveteci il vostro pensiero sul modo migliore di opporci al rischio di questo disegno incostituzionale e piduista.”
Ovviamente, Marco, non poteva permettersi di sbattere in prima pagina quello che io ho liberamente definito “fascismo (mascherato)”, un mese fa iniziando il thread omonimo.
Quello di un ritorno del fascismo sotto altre forme è un timore ultra datato. Ci hanno sempre tentato fin dal lontano 1964, con il generale De Lorenzo e il suo “Piano Solo”. Poi nel 1970, tra il 7 e l’8 dicembre, ci fu il tentativo del Golpe Boghese, citato anche come golpe dei forestali o golpe dell'Immacolata.
Il terzo tentativo di colpo di Stato è del 1993, alla Rai di Saxa Rubra.
Anche questo andato a vuoto.
Possiamo credere che la P2 sia andata in pensione? Che la massoneria e la massoneria deviata si siano convertite e stiano facendo concorrenza a Don Ciotti?
Carlo Freccero ha dichiarato a Radio 24 :
“Renzi ha fatto il primo editto – spiega Freccero – perché è molto cattivo, cattivissimo. Questa è la sua forza, la cattiveria. Poi è vendicativo, mi ricorda House of Cards. Renzi è molto più cattivo di Berlusconi, lui vuole il potere per il potere e non è corruttibile né col sesso né con i soldi. Un cattivo molto lucido, pensate a come ha fatto fuori Letta, come ha fatto fuori tutti quanti. Berlusconi è rapace, ma non cattivo. E infatti adora Renzi, vorrebbe fosse suo figlio”. “La Rai – prosegue Freccero a La Zanzara – con Renzi verrà ridimensionata, lui la vede molto come servizio pubblico e basta”
Anche Freccero si è accorto della cattiveria di Renzi, già magnificata da Veltroni dopo l’8 dicembre del 2013, il giorno della conquista della segreteria del Pd. Oltre al fatto che sia vendicativo. Non accetta di essere messo ufficialmente in difficoltà. Vedi Floris.
Quello che i renzini di matrice sinistra non vogliono riconoscere è che Renzi sia più pericoloso di Berlusconi.
Silvietto è stato costretto dalle circostanze a scendere in politica, ed il suo amico Bettino ha faticato non poco quella domenica mattina della primavera del 1993, a Villa San Martino in Arcore, per fargli comprendere che senza la copertura del CAF, con le indagini della magistratura che procedevano senza sosta avrebbe rischiato molto. In pratica tutto.
Inoltre, contemporaneamente, c’era la valutazione di Mediobanca che stimava in 7.140 miliardi di lire il debito del gruppo Mediaset(4.475 finanziari e 2.665 commerciali), mentre il loro capitale netto ammontava a soli 1.053 miliardi. Silvietto doveva per forza scendere in politica.
Renzi invece soffre di narcisismo estremo, che trova sfogo nella ricerca del potere per il potere.
Quindi più pericoloso di Berlusconi.
La nascita della prima emittente italiana: l'Unione Radiofonica Italiana risale al 6 ottobre1924.
Se Andrea, Amilcare, Benito Mussolini, avesse avuto a disposizione la radio o la televisione tra il 1919 e il 1922, qualcuno crede che fosse necessaria la Marcia su Roma?
Oggi la televisione ha compiuto 60 anni e i giornali sono a disposizione di tutti. Lo sciacquaggio e risciacquaggio dei cervelli è decisamente più facile, non necessitano più l’olio di ricino e il santo manganello. Bastano i media.
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Re: LA DEMOCRAZIA AUTORITARIA
Roberto D'Agostino, certamente antifascista, ha celebrato così l'articolo di Marco Travaglio su Dagospia:
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Re: LA DEMOCRAZIA AUTORITARIA
LA DEMOCRAZIA AUTORITARIA
(Marco Travaglio).
06/07/2014 di triskel182
L’UOMO SOLO AL COMANDO
IL PACCHETTO ISTITUZIONALE DI RENZI & B. MINA IL SISTEMA DI CONTRAPPESI FRA POTERI DELLO STATO.
Ecco cosa accadrà se le “riforme” di Renzi, Berlusconi & C. entreranno in vigore: un regime da “uomo solo al comando” senza opposizioni né controlli né garanzie. Cari lettori, scriveteci il vostro pensiero sul modo migliore di opporci al rischio di questo disegno incostituzionale e piduista.
1. CAMERA. Con l’Italicum e le sue liste bloccate, sarà ancora composta da 630 deputati nominati dai segretari dei partiti più grandi. Quelli medio-piccoli saranno esclusi da soglie di accesso altissime. Il primo classificato (anche col 20%) avrà il 55% e potrà governare da solo, confiscando il potere legislativo, che di fatto coinciderà con l’esecutivo a colpi di decreti e fiducie.
2. SENATO. Con la riforma costituzionale, sarà formato da 100 senatori non eletti: 95 scelti dai consigli regionali (74 tra i consiglieri e 21 tra i sindaci) e 5 dal Quirinale. Sarà dominato dal primo partito e comunque non potrà più controllare il governo: niente fiducia né voto sulle leggi (solo pareri non vincolanti, salvo per le norme costituzionali).
3. OPPOSIZIONE. I partiti di opposizione saranno decimati dall’Italicum. I dissenzienti dei partiti governativi potranno essere espulsi e sostituiti in commissione (vedi Mauro e Mineo). La “ghigliottina” entra in Costituzione: corsia preferenziale per le leggi del governo da approvare in 2 mesi, con divieto di ostruzionismo e emendamenti strozzati.
4. CAPO DELLO STATO. Se lo sceglierà il capo del governo e del primo partito dopo il terzo scrutinio, quando la maggioranza dei 2/3 scende al 51%. Col 55% dei deputati, gli basteranno 33 senatori. Dopo il precedente presidenzialista di Napolitano, il Colle potrà arrogarsi enormi poteri d’interferenza in tutti i campi, giustizia in primis.
5. CORTE COSTITUZIONALE. Il governo controllerà 10 dei 15 “giudici delle leggi”: i 5 nominati dal Parlamento e i 5 scelti dal capo dello Stato (gli altri 5 li designano le supreme magistrature). Difficile che la Consulta possa ancora bocciare leggi incostituzionali o dar torto al potere politico nei conflitti con gli altri poteri dello Stato.
6. CSM E MAGISTRATI. Anticipando la pensione delle toghe da 75 a 70 anni, il governo decapita gli uffici giudiziari. I nuovi capi li nominerà il nuovo Csm, con 1/3 di laici vicini al governo e un presidente e un vice fedelissimi al governo, previo ok del Guardasigilli. Progetto di dirottare i giudizi disciplinari dal Csm a un’Alta Corte per 2/3 politica, cioè governativa.
7. PROCURATORI E PM. Dopo la lettera di Napolitano e il voto del Csm sul caso Bruti-Robledo, il procuratore capo diventa padre-padrone dei pm, privati dell’autonomia e dell’indipendenza “interne”. Per assoggettare Procure e Tribunali, basterà controllare un pugno di capi, senza più il bilanciamento del “potere diffuso” dei singoli pm.
8. IMMUNITÀ. Superata dai tempi e screditata dagli abusi, l’immunità parlamentare da arresti e intercettazioni rimane financo per i senatori non più eletti. Il voto a maggioranza semplice consente al governo di mettere in salvo i suoi uomini alla Camera e di nominare senatori “scudati” i sindaci e i consiglieri regionali nei guai con la giustizia.
9. INFORMAZIONE. Senza abolire la Gasparri né toccare i conflitti d’interessi, la tv rimane proprietà dei partiti: il governo domina la Rai (rapinata di 150 milioni e indebolita dall’evasione del canone) e B. controlla Mediaset. I giornali restano in mano a editori impuri: aziende perlopiù ricattabili dal governo e bisognose di aiuti pubblici per stati di crisi e prepensionamenti.
10. CITTADINI. Espropriati del diritto di scegliere i deputati e di eleggere i senatori, oltreché della sovranità nazionale (delegata a misteriose autorità europee), non avranno altre armi che i referendum abrogativi (sempre più spesso bocciati dalla Consulta) e le leggi d’iniziativa popolare: ma per queste la riforma costituzionale alza la soglia da 50 a 250 mila firme.
Unendo i puntini delle varie riforme vaganti tra governo e Parlamento, costituzionali e ordinarie, ma anche di certe prassi quotidiane passate sotto silenzio per trasformarsi subito in precedenti pericolosi, come le continue interferenze del Quirinale nell’autonomia del Parlamento, della magistratura e della stampa, viene fuori un disegno che inquieta. Una democrazia verticale, cioè ben poco democratica: sconosciuta, anzi opposta ai principi ispiratori della Costituzione, fondata invece su un assetto orizzontale in ossequio alla separazione e all’equilibrio dei poteri. Ce n’è abbastanza per dare ragione all’allarme inascoltato dei giuristi di Libertà e Giustizia sulla “svolta autoritaria”. All’insaputa del popolo italiano, mai consultato sulla riscrittura della Costituzione, e fors’anche di molti parlamentari ignoranti o distratti, il combinato disposto di leggi, decreti e prassi – di per sé all’apparenza innocue – rischia di costruire un sistema illiberale e piduista fondato sullo strapotere del più forte e sul depotenziamento degli organi di controllo e garanzia. Il pericolo è una dittatura della maggioranza (“democratura”, direbbe Giovanni Sartori) a disposizione del primo “uomo solo al comando” che se ne impossessa, diventando intoccabile, incontrollabile, non contendibile, dunque invincibile. Vediamo come e perché. Nella speranza di suscitare un dibattito fra i lettori e nel Palazzo. Prima che sia troppo tardi.
1. CAMERA. La legge elettorale Italicum made in Renzi, Boschi, Berlusconi e Verdini conferma le liste bloccate (incostituzionali) del Porcellum, con la sola differenza che saranno un po’ più corte. La sostanza è che i 630 deputati saranno ancora nominati dai segretari dei partiti maggiori. Quelli medio-piccoli invece resteranno fuori da Montecitorio grazie a soglie di sbarramento spropositate: 4,5% per quelli coalizzati, l’8% per quelli che corrono da soli e il 12% per le coalizioni. Per ottenere subito il premio di maggioranza, il primo partito (o coalizione) deve raccogliere almeno il 37% dei voti: nel qual caso gli spetta il 55% dei seggi, pari a 340 deputati. Se invece nessuno arriva al 37%, i primi due classificati si sfidano al ballottaggio e chi vince (con almeno il 51%, è ovvio) incassa 327 deputati. Cioè: chi ha meno voti (37% o più) ha più seggi e chi ha più voti (51% o più) ha meno seggi. Una follia. Ma non basta: prendiamo una coalizione con un partitone al 20% e cinque partitini al 4% ciascuno. Totale: 40%, con premio al primo turno. Siccome nessuno dei partitini alleati supera il 4,5%, il partito del 20% incamera il 55% dei seggi. E governa da solo, confiscando il potere legislativo, che di fatto coincide con l’esecutivo a colpi di decreti e fiducie.
2. SENATO. Con la riforma costituzionale, il “Senato delle Autonomie” sarà formato da 100 senatori non eletti: 95 saranno scelti dai consigli regionali (74 tra i consiglieri e 21 tra i sindaci) e 5 dal Quirinale (più i senatori a vita). Sindaci e consiglieriscadranno ciascuno insieme alle rispettive giunte comunali e regionali, trasformando Palazzo Madama in un albergo a ore: andirivieni continuo e maggioranze affidate al caso, anzi al caos. Di norma anche il Senato sarà appannaggio della maggioranza di governo. E comunque non potrà più controllare l’esecutivo: i senatori non voteranno più la fiducia né saranno chiamati ad approvare, emendare, bocciare le leggi. Esprimeranno solo pareri non vincolanti, salvo per le norme costituzionali. E seguiteranno a eleggere con i deputati il capo dello Stato e i membri del Csm e della Consulta di nomina parlamentare.
3. OPPOSIZIONE. Nell’unico ramo del Parlamento ancora dotato del potere legislativo, cioè la Camera, i dissensi interni ai partiti di governo potranno essere spenti con il metodo Mineo e Mauro: chi non garantisce il voto favorevole in commissione alle leggi volute dall’esecutivo sarà essere espulso e sostituito da un soldatino del premier. Quanto al dissenso esterno, i partiti di opposizione saranno in parte decimati dalle soglie dell’Italicum. Per i superstiti, la riforma costituzionale disarma le minoranze istituzionalizzando la “ghigliottina” calata dalla presidente Laura Boldrini contro il M5S che tentava di impedire la conversione in legge del decreto-regalo alle banche: corsia preferenziale per i ddl e i dl del governo, che andranno subito all’ordine del giorno per essere approvati entro due mesi, con sostanziale divieto di ostruzionismo e strozzatura degli emendamenti.
4. CAPO DELLO STATO. Malgrado lo snaturamento del Senato, che finora contribuiva per 1/3 all’Assemblea dei mille grandi elettori (nel 2013 erano 319 senatori, 630 deputati e 58 delegati regionali) e in futuro sarà relegato al 10%, nessuna modifica è prevista per l’elezione del presidente della Repubblica. Quindi potrà sceglierselo il premier (anche se ha preso soltanto il 20% dei voti) dopo il terzo scrutinio, quando la maggioranza dei 2/3 scende al 51%. Forte del 55% dei deputati da lui nominati, gli basteranno 33 senatori per raggiungere la maggioranza semplice dell’Assemblea e mandare al Quirinale un suo fedelissimo. Il che trasforma il ruolo di “garanzia” del Presidente in una funzione gregaria del governo e della maggioranza: il capo del primo partito si sceglie il capo dello Stato che poi lo nomina capo del governo e firma i suoi ministri e poi le sue leggi e decreti. Inoltre, dopo il precedente “monarchico-presidenzialista” di Napolitano, a colpi di invasioni di campo, il nuovo inquilino del Quirinale potrà arrogarsi enormi poteri d’interferenza in tutti i campi, giustizia in primis.
5. CORTE COSTITUZIONALE. Se tutto cambia nella selezione di deputati e senatori, nulla cambia nell’elezione dei giudici costituzionali. Chi va al governo con l’Italicum (anche col 20% dei voti) controllerà direttamente o indirettamente ben 10 dei 15 giudici costituzionali: i 5 nominati dal Parlamento e i 5 scelti dal capo dello Stato (gli altri 5 li designano le varie magistrature). Così, occupati i poteri esecutivo e legislativo, il premier espugna anche il supremo organo di garanzia costituzionale. E sarà molto difficile che la Consulta possa ancora bocciare le leggi incostituzionali, o dare torto al potere politico nei conflitti di attribuzione con gli altri poteri dello Stato.
6. CSM E MAGISTRATI. Anche la norma del governo Renzi che anticipa la pensione dei magistrati dagli attuali 75 anni a 70 può diventare una lesione dell’indipendenza della magistratura. Il risultato infatti è la decapitazione degli uffici giudiziari, guidati perlopiù da magistrati ultrasettantenni. E i nuovi capi di procure, tribunali e Cassazione li nominerà il nuovo Csm, che sarà eletto nei prossimi giorni: per 2/3 (membri togati) dai magistrati e per 1/3 (membri laici). I laici, dopo l’accordo Renzi-B., saranno tutti (tranne forse uno indicato dai 5Stelle) di osservanza governativa. Tra questi verrà poi scelto il vicepresidente, indicato dal premier, mentre il presidente sarà Napolitano e poi il suo successore, anch’egli di stretta obbedienza renziana. Così i nuovi vertici della magistratura li sceglierà il Csm più “governativo” degli ultimi 40 anni, previo “concerto” del ministro della Giustizia Orlando. Ad aumentare l’influenza politica c’è poi il progetto ideato da Violante e ventilato da Renzi di togliere al Csm i procedimenti disciplinari di secondo grado per far giudicare i magistrati da un’Alta Corte nominata per 1/3 dal Parlamento e per 1/3 dal Quirinale, cioè a maggioranza partitica.
7. PROCURATORI E PM. Per normalizzare le procure della Repubblica non c’è neppure bisogno di una legge: basta la lettera di Napolitano al vicepresidente del Csm Vietti che ha modificato il voto del Csm sul caso Bruti Liberati-Robledo e ha imposto una lettura molto restrittiva dell’ordinamento giudiziario Mastella-Castelli del 2006-2007: il procuratore capo diventa il padre-padrone dell’azione penale e dei singoli pm, che vengono espropriati della garanzia costituzionale di autonomia e indipendenza “interna” (contro le interferenze e i soprusi dei capi). Secondo il Quirinale, “a differenza del giudice , le garanzie di indipendenza ‘interna’ del Pm riguardano l’Ufficio nel suo complesso e non il singolo magistrato” (e chissà mai chi può insidiare l’indipendenza “interna” di un’intera Procura). Così, nel silenzio del Csm e dell’Anm, il procuratore viene autorizzato addirittura a violare le regole organizzative da lui stesso stabilite, togliendo fascicoli scomodi gli aggiunti e ai sostituti, e avocandoli a sé senza dare spiegazioni. Per assoggettare procure e tribunali, basterà controllare un pugno di procuratori, senza più il bilanciamento del “potere diffuso” dei singoli pm.
8. IMMUNITÀ. L’articolo 68, concepito dai padri costituenti per tutelare i parlamentari di minoranza da eventuali iniziative persecutorie di giudici troppo vicini al governo su reati politici, diventa sempre più uno strumento del governo per mettere i propri uomini al riparo dalla giustizia. L’immunità parlamentare, prevista in Costituzione per le Camere elettive, viene estesa a un Senato non elettivo, composto da sindaci e consiglieri regionali che per legge ne sono sprovvisti. Basterà che un consiglio regionale li nomini senatori, e nel tragitto dalla loro città a Roma verranno coperti dallo scudo impunitario, che impedirà a magistrati di arrestarli, intercettarli e perquisirli senza l’ok di Palazzo Madama. Il voto sulle autorizzazioni a procedere rimane sia alla Camera sia al Senato a maggioranza semplice (51%). Il che consentirà alle forze di governo (anche col 20% di elettori, ma col 55% di deputati) di salvare i propri fedelissimi a Montecitorio e di nascondere a Palazzo Madama i sindaci e i consiglieri regionali delinquenti. E poi, volendo, di mandare in galera gli esponenti dell’opposizione.
9. INFORMAZIONE. Le due leggi che l’hanno assoggettata al potere politico nel Ventennio B. – la Gasparri sulle tv e la Frattini sul conflitto d’interessi – restano più che mai in vigore. E nessuno, neppure a parole, si propone di cancellarle. Così la televisione rimane quasi tutta proprietà dei partiti. Il governo domina la Rai (rapinata di 150 milioni, indebolita dall’evasione del canone, fiaccata dai pessimi rapporti fra Renzi e il dg Gubitosi, e in preda alla consueta corsa sul carro del vincitore). E Berlusconi controlla controlla Mediaset (anch’essa talmente in crisi da riservare al governo Renzi trattamenti di superfavore). Intanto i giornali restano in mano a editori impuri: imprenditori, finanzieri, banchieri, palazzinari (per non parlare di veri o finti partiti, con milioni di fondi pubblici), perlopiù titolari di aziende assistite e/o in crisi e dunque ricattabili dal governo, anche per la continua necessità di sostegni pubblici per stati di crisi e prepensionamenti. Governativi per vocazione o per conformismo o per necessità.
10. CITTADINI. Espropriati del diritto di scegliersi i parlamentari, scippati della sovranità nazionale (delegata a misteriose e imperscrutabili autorità europee), i cittadini non ancora rassegnati a godersi lo spettacolo di una destra e di una sinistra sempre più simili e complici, che fingono di combattersi solo in campagna elettorale, possono rifugiarsi in movimenti anti-sistema ancora troppo acerbi per proporsi come alternativa di governo (come il M5S); o inabissarsi nel non-voto (che sfiora ormai il 50%). In teoria, la Costituzione prevede alcuni strumenti di democrazia diretta. Come i referendum abrogativi: che però, prevedibilmente, saranno sempre più spesso bocciati dalla Consulta normalizzata. E le leggi d’iniziativa popolare (peraltro quasi mai discusse dal Parlamento): ma i padri ricostituenti hanno pensato anche a queste, quintuplicando la soglia delle firme necessarie, da 50 a 250 mila. Casomai qualcuno s’illudesse ancora di vivere in una democrazia.
Da Il Fatto Quotidiano del 06/0/2014.
(Marco Travaglio).
06/07/2014 di triskel182
L’UOMO SOLO AL COMANDO
IL PACCHETTO ISTITUZIONALE DI RENZI & B. MINA IL SISTEMA DI CONTRAPPESI FRA POTERI DELLO STATO.
Ecco cosa accadrà se le “riforme” di Renzi, Berlusconi & C. entreranno in vigore: un regime da “uomo solo al comando” senza opposizioni né controlli né garanzie. Cari lettori, scriveteci il vostro pensiero sul modo migliore di opporci al rischio di questo disegno incostituzionale e piduista.
1. CAMERA. Con l’Italicum e le sue liste bloccate, sarà ancora composta da 630 deputati nominati dai segretari dei partiti più grandi. Quelli medio-piccoli saranno esclusi da soglie di accesso altissime. Il primo classificato (anche col 20%) avrà il 55% e potrà governare da solo, confiscando il potere legislativo, che di fatto coinciderà con l’esecutivo a colpi di decreti e fiducie.
2. SENATO. Con la riforma costituzionale, sarà formato da 100 senatori non eletti: 95 scelti dai consigli regionali (74 tra i consiglieri e 21 tra i sindaci) e 5 dal Quirinale. Sarà dominato dal primo partito e comunque non potrà più controllare il governo: niente fiducia né voto sulle leggi (solo pareri non vincolanti, salvo per le norme costituzionali).
3. OPPOSIZIONE. I partiti di opposizione saranno decimati dall’Italicum. I dissenzienti dei partiti governativi potranno essere espulsi e sostituiti in commissione (vedi Mauro e Mineo). La “ghigliottina” entra in Costituzione: corsia preferenziale per le leggi del governo da approvare in 2 mesi, con divieto di ostruzionismo e emendamenti strozzati.
4. CAPO DELLO STATO. Se lo sceglierà il capo del governo e del primo partito dopo il terzo scrutinio, quando la maggioranza dei 2/3 scende al 51%. Col 55% dei deputati, gli basteranno 33 senatori. Dopo il precedente presidenzialista di Napolitano, il Colle potrà arrogarsi enormi poteri d’interferenza in tutti i campi, giustizia in primis.
5. CORTE COSTITUZIONALE. Il governo controllerà 10 dei 15 “giudici delle leggi”: i 5 nominati dal Parlamento e i 5 scelti dal capo dello Stato (gli altri 5 li designano le supreme magistrature). Difficile che la Consulta possa ancora bocciare leggi incostituzionali o dar torto al potere politico nei conflitti con gli altri poteri dello Stato.
6. CSM E MAGISTRATI. Anticipando la pensione delle toghe da 75 a 70 anni, il governo decapita gli uffici giudiziari. I nuovi capi li nominerà il nuovo Csm, con 1/3 di laici vicini al governo e un presidente e un vice fedelissimi al governo, previo ok del Guardasigilli. Progetto di dirottare i giudizi disciplinari dal Csm a un’Alta Corte per 2/3 politica, cioè governativa.
7. PROCURATORI E PM. Dopo la lettera di Napolitano e il voto del Csm sul caso Bruti-Robledo, il procuratore capo diventa padre-padrone dei pm, privati dell’autonomia e dell’indipendenza “interne”. Per assoggettare Procure e Tribunali, basterà controllare un pugno di capi, senza più il bilanciamento del “potere diffuso” dei singoli pm.
8. IMMUNITÀ. Superata dai tempi e screditata dagli abusi, l’immunità parlamentare da arresti e intercettazioni rimane financo per i senatori non più eletti. Il voto a maggioranza semplice consente al governo di mettere in salvo i suoi uomini alla Camera e di nominare senatori “scudati” i sindaci e i consiglieri regionali nei guai con la giustizia.
9. INFORMAZIONE. Senza abolire la Gasparri né toccare i conflitti d’interessi, la tv rimane proprietà dei partiti: il governo domina la Rai (rapinata di 150 milioni e indebolita dall’evasione del canone) e B. controlla Mediaset. I giornali restano in mano a editori impuri: aziende perlopiù ricattabili dal governo e bisognose di aiuti pubblici per stati di crisi e prepensionamenti.
10. CITTADINI. Espropriati del diritto di scegliere i deputati e di eleggere i senatori, oltreché della sovranità nazionale (delegata a misteriose autorità europee), non avranno altre armi che i referendum abrogativi (sempre più spesso bocciati dalla Consulta) e le leggi d’iniziativa popolare: ma per queste la riforma costituzionale alza la soglia da 50 a 250 mila firme.
Unendo i puntini delle varie riforme vaganti tra governo e Parlamento, costituzionali e ordinarie, ma anche di certe prassi quotidiane passate sotto silenzio per trasformarsi subito in precedenti pericolosi, come le continue interferenze del Quirinale nell’autonomia del Parlamento, della magistratura e della stampa, viene fuori un disegno che inquieta. Una democrazia verticale, cioè ben poco democratica: sconosciuta, anzi opposta ai principi ispiratori della Costituzione, fondata invece su un assetto orizzontale in ossequio alla separazione e all’equilibrio dei poteri. Ce n’è abbastanza per dare ragione all’allarme inascoltato dei giuristi di Libertà e Giustizia sulla “svolta autoritaria”. All’insaputa del popolo italiano, mai consultato sulla riscrittura della Costituzione, e fors’anche di molti parlamentari ignoranti o distratti, il combinato disposto di leggi, decreti e prassi – di per sé all’apparenza innocue – rischia di costruire un sistema illiberale e piduista fondato sullo strapotere del più forte e sul depotenziamento degli organi di controllo e garanzia. Il pericolo è una dittatura della maggioranza (“democratura”, direbbe Giovanni Sartori) a disposizione del primo “uomo solo al comando” che se ne impossessa, diventando intoccabile, incontrollabile, non contendibile, dunque invincibile. Vediamo come e perché. Nella speranza di suscitare un dibattito fra i lettori e nel Palazzo. Prima che sia troppo tardi.
1. CAMERA. La legge elettorale Italicum made in Renzi, Boschi, Berlusconi e Verdini conferma le liste bloccate (incostituzionali) del Porcellum, con la sola differenza che saranno un po’ più corte. La sostanza è che i 630 deputati saranno ancora nominati dai segretari dei partiti maggiori. Quelli medio-piccoli invece resteranno fuori da Montecitorio grazie a soglie di sbarramento spropositate: 4,5% per quelli coalizzati, l’8% per quelli che corrono da soli e il 12% per le coalizioni. Per ottenere subito il premio di maggioranza, il primo partito (o coalizione) deve raccogliere almeno il 37% dei voti: nel qual caso gli spetta il 55% dei seggi, pari a 340 deputati. Se invece nessuno arriva al 37%, i primi due classificati si sfidano al ballottaggio e chi vince (con almeno il 51%, è ovvio) incassa 327 deputati. Cioè: chi ha meno voti (37% o più) ha più seggi e chi ha più voti (51% o più) ha meno seggi. Una follia. Ma non basta: prendiamo una coalizione con un partitone al 20% e cinque partitini al 4% ciascuno. Totale: 40%, con premio al primo turno. Siccome nessuno dei partitini alleati supera il 4,5%, il partito del 20% incamera il 55% dei seggi. E governa da solo, confiscando il potere legislativo, che di fatto coincide con l’esecutivo a colpi di decreti e fiducie.
2. SENATO. Con la riforma costituzionale, il “Senato delle Autonomie” sarà formato da 100 senatori non eletti: 95 saranno scelti dai consigli regionali (74 tra i consiglieri e 21 tra i sindaci) e 5 dal Quirinale (più i senatori a vita). Sindaci e consiglieriscadranno ciascuno insieme alle rispettive giunte comunali e regionali, trasformando Palazzo Madama in un albergo a ore: andirivieni continuo e maggioranze affidate al caso, anzi al caos. Di norma anche il Senato sarà appannaggio della maggioranza di governo. E comunque non potrà più controllare l’esecutivo: i senatori non voteranno più la fiducia né saranno chiamati ad approvare, emendare, bocciare le leggi. Esprimeranno solo pareri non vincolanti, salvo per le norme costituzionali. E seguiteranno a eleggere con i deputati il capo dello Stato e i membri del Csm e della Consulta di nomina parlamentare.
3. OPPOSIZIONE. Nell’unico ramo del Parlamento ancora dotato del potere legislativo, cioè la Camera, i dissensi interni ai partiti di governo potranno essere spenti con il metodo Mineo e Mauro: chi non garantisce il voto favorevole in commissione alle leggi volute dall’esecutivo sarà essere espulso e sostituito da un soldatino del premier. Quanto al dissenso esterno, i partiti di opposizione saranno in parte decimati dalle soglie dell’Italicum. Per i superstiti, la riforma costituzionale disarma le minoranze istituzionalizzando la “ghigliottina” calata dalla presidente Laura Boldrini contro il M5S che tentava di impedire la conversione in legge del decreto-regalo alle banche: corsia preferenziale per i ddl e i dl del governo, che andranno subito all’ordine del giorno per essere approvati entro due mesi, con sostanziale divieto di ostruzionismo e strozzatura degli emendamenti.
4. CAPO DELLO STATO. Malgrado lo snaturamento del Senato, che finora contribuiva per 1/3 all’Assemblea dei mille grandi elettori (nel 2013 erano 319 senatori, 630 deputati e 58 delegati regionali) e in futuro sarà relegato al 10%, nessuna modifica è prevista per l’elezione del presidente della Repubblica. Quindi potrà sceglierselo il premier (anche se ha preso soltanto il 20% dei voti) dopo il terzo scrutinio, quando la maggioranza dei 2/3 scende al 51%. Forte del 55% dei deputati da lui nominati, gli basteranno 33 senatori per raggiungere la maggioranza semplice dell’Assemblea e mandare al Quirinale un suo fedelissimo. Il che trasforma il ruolo di “garanzia” del Presidente in una funzione gregaria del governo e della maggioranza: il capo del primo partito si sceglie il capo dello Stato che poi lo nomina capo del governo e firma i suoi ministri e poi le sue leggi e decreti. Inoltre, dopo il precedente “monarchico-presidenzialista” di Napolitano, a colpi di invasioni di campo, il nuovo inquilino del Quirinale potrà arrogarsi enormi poteri d’interferenza in tutti i campi, giustizia in primis.
5. CORTE COSTITUZIONALE. Se tutto cambia nella selezione di deputati e senatori, nulla cambia nell’elezione dei giudici costituzionali. Chi va al governo con l’Italicum (anche col 20% dei voti) controllerà direttamente o indirettamente ben 10 dei 15 giudici costituzionali: i 5 nominati dal Parlamento e i 5 scelti dal capo dello Stato (gli altri 5 li designano le varie magistrature). Così, occupati i poteri esecutivo e legislativo, il premier espugna anche il supremo organo di garanzia costituzionale. E sarà molto difficile che la Consulta possa ancora bocciare le leggi incostituzionali, o dare torto al potere politico nei conflitti di attribuzione con gli altri poteri dello Stato.
6. CSM E MAGISTRATI. Anche la norma del governo Renzi che anticipa la pensione dei magistrati dagli attuali 75 anni a 70 può diventare una lesione dell’indipendenza della magistratura. Il risultato infatti è la decapitazione degli uffici giudiziari, guidati perlopiù da magistrati ultrasettantenni. E i nuovi capi di procure, tribunali e Cassazione li nominerà il nuovo Csm, che sarà eletto nei prossimi giorni: per 2/3 (membri togati) dai magistrati e per 1/3 (membri laici). I laici, dopo l’accordo Renzi-B., saranno tutti (tranne forse uno indicato dai 5Stelle) di osservanza governativa. Tra questi verrà poi scelto il vicepresidente, indicato dal premier, mentre il presidente sarà Napolitano e poi il suo successore, anch’egli di stretta obbedienza renziana. Così i nuovi vertici della magistratura li sceglierà il Csm più “governativo” degli ultimi 40 anni, previo “concerto” del ministro della Giustizia Orlando. Ad aumentare l’influenza politica c’è poi il progetto ideato da Violante e ventilato da Renzi di togliere al Csm i procedimenti disciplinari di secondo grado per far giudicare i magistrati da un’Alta Corte nominata per 1/3 dal Parlamento e per 1/3 dal Quirinale, cioè a maggioranza partitica.
7. PROCURATORI E PM. Per normalizzare le procure della Repubblica non c’è neppure bisogno di una legge: basta la lettera di Napolitano al vicepresidente del Csm Vietti che ha modificato il voto del Csm sul caso Bruti Liberati-Robledo e ha imposto una lettura molto restrittiva dell’ordinamento giudiziario Mastella-Castelli del 2006-2007: il procuratore capo diventa il padre-padrone dell’azione penale e dei singoli pm, che vengono espropriati della garanzia costituzionale di autonomia e indipendenza “interna” (contro le interferenze e i soprusi dei capi). Secondo il Quirinale, “a differenza del giudice , le garanzie di indipendenza ‘interna’ del Pm riguardano l’Ufficio nel suo complesso e non il singolo magistrato” (e chissà mai chi può insidiare l’indipendenza “interna” di un’intera Procura). Così, nel silenzio del Csm e dell’Anm, il procuratore viene autorizzato addirittura a violare le regole organizzative da lui stesso stabilite, togliendo fascicoli scomodi gli aggiunti e ai sostituti, e avocandoli a sé senza dare spiegazioni. Per assoggettare procure e tribunali, basterà controllare un pugno di procuratori, senza più il bilanciamento del “potere diffuso” dei singoli pm.
8. IMMUNITÀ. L’articolo 68, concepito dai padri costituenti per tutelare i parlamentari di minoranza da eventuali iniziative persecutorie di giudici troppo vicini al governo su reati politici, diventa sempre più uno strumento del governo per mettere i propri uomini al riparo dalla giustizia. L’immunità parlamentare, prevista in Costituzione per le Camere elettive, viene estesa a un Senato non elettivo, composto da sindaci e consiglieri regionali che per legge ne sono sprovvisti. Basterà che un consiglio regionale li nomini senatori, e nel tragitto dalla loro città a Roma verranno coperti dallo scudo impunitario, che impedirà a magistrati di arrestarli, intercettarli e perquisirli senza l’ok di Palazzo Madama. Il voto sulle autorizzazioni a procedere rimane sia alla Camera sia al Senato a maggioranza semplice (51%). Il che consentirà alle forze di governo (anche col 20% di elettori, ma col 55% di deputati) di salvare i propri fedelissimi a Montecitorio e di nascondere a Palazzo Madama i sindaci e i consiglieri regionali delinquenti. E poi, volendo, di mandare in galera gli esponenti dell’opposizione.
9. INFORMAZIONE. Le due leggi che l’hanno assoggettata al potere politico nel Ventennio B. – la Gasparri sulle tv e la Frattini sul conflitto d’interessi – restano più che mai in vigore. E nessuno, neppure a parole, si propone di cancellarle. Così la televisione rimane quasi tutta proprietà dei partiti. Il governo domina la Rai (rapinata di 150 milioni, indebolita dall’evasione del canone, fiaccata dai pessimi rapporti fra Renzi e il dg Gubitosi, e in preda alla consueta corsa sul carro del vincitore). E Berlusconi controlla controlla Mediaset (anch’essa talmente in crisi da riservare al governo Renzi trattamenti di superfavore). Intanto i giornali restano in mano a editori impuri: imprenditori, finanzieri, banchieri, palazzinari (per non parlare di veri o finti partiti, con milioni di fondi pubblici), perlopiù titolari di aziende assistite e/o in crisi e dunque ricattabili dal governo, anche per la continua necessità di sostegni pubblici per stati di crisi e prepensionamenti. Governativi per vocazione o per conformismo o per necessità.
10. CITTADINI. Espropriati del diritto di scegliersi i parlamentari, scippati della sovranità nazionale (delegata a misteriose e imperscrutabili autorità europee), i cittadini non ancora rassegnati a godersi lo spettacolo di una destra e di una sinistra sempre più simili e complici, che fingono di combattersi solo in campagna elettorale, possono rifugiarsi in movimenti anti-sistema ancora troppo acerbi per proporsi come alternativa di governo (come il M5S); o inabissarsi nel non-voto (che sfiora ormai il 50%). In teoria, la Costituzione prevede alcuni strumenti di democrazia diretta. Come i referendum abrogativi: che però, prevedibilmente, saranno sempre più spesso bocciati dalla Consulta normalizzata. E le leggi d’iniziativa popolare (peraltro quasi mai discusse dal Parlamento): ma i padri ricostituenti hanno pensato anche a queste, quintuplicando la soglia delle firme necessarie, da 50 a 250 mila. Casomai qualcuno s’illudesse ancora di vivere in una democrazia.
Da Il Fatto Quotidiano del 06/0/2014.
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Re: LA DEMOCRAZIA AUTORITARIA
Governo Renzi: dialogo tra un gufo e il 40,8%
di Antonio Padellaro | 6 luglio 2014Commenti (875)
Voi Gufi non vi rassegnate mai eh, sempre a parlare male di Renzi, sempre a cercare qualcosa che non va, a spaccare il capello in quattro, a fare gli spiritosi perfino quando il premier da solo prende di petto coraggiosamente i tedeschi e la potentissima Bundesbank e dice che l’Europa è dei cittadini e non dei banchieri.
Parole sacrosante, ma osserviamo che andrebbero dette ai tanti italiani vessati dalle banche, quelli a cui il governo del Renzi medesimo si appresta a dare il colpo di grazia reintroducendo l’infame anatocismo, cioè gli interessi pagati sugli interessi, vero strozzinaggio di Stato.
È stato già precisato che quella norma sarà tolta, ma per voi esistono solo le brutte notizie. Del resto al Fatto vivete di quelle: tanto peggio tanto meglio, non è vero?
Se e quando l’infamia sarà eliminata lo scriveremo volentieri, i giornali dovrebbero servire a denunciare le storture, non a pubblicare le veline governative.
Ma quali veline, l’informazione dovrebbe farsi carico dello sforzo del premier e dei suoi ministri per superare una crisi devastante. Dovreste scrivere piuttosto che la Borsa ha ripreso a crescere così come l’interesse dei grandi investitori per il nostro Paese. L’Italia cambia verso non è solo uno slogan.
Effettivamente in tema di slogan e di annunci Renzi conosce pochi rivali. Per non parlare del famoso cronoprogramma. A febbraio le riforme, a marzo il lavoro, ad aprile la pubblica amministrazione, a maggio il fisco, a giugno la giustizia, boom. Molte “linee guida”, molte conferenze stampa corredate da effetti speciali. Per fare una legge non basta comunicarla, ma bisogna che diventi operativa, che faccia sentire i suoi effetti nella vita reale e non solo nei titoli dei tg.
In pochi mesi Renzi sta facendo una rivoluzione che non si era vista in vent’anni. Non è colpa sua se la velocità con cui agisce non è quella del Parlamento e di certe conventicole che anche nel Pd cercano di creare problemi per conservare i loro piccoli privilegi. Quando ha potuto decidere da solo, dieci milioni di italiani hanno ricevuto e continueranno a ricevere 80 euro in più nella busta paga. Voi Gufi dicevate che erano solo promesse elettorali: dovreste chiedere scusa piuttosto che seminare dubbi.
È vero, gli 80 euro promessi da Renzi sono stati mantenuti, un colpo elettorale magistrale che alle Europee gli ha fatto piovere addosso un plebiscito di voti. Chapeau. Tutti gli indicatori della crisi continuano tuttavia ad annunciare burrasca: la crescita non si vede, i giovani senza lavoro sono la maggioranza e mancano perfino i soldi per la cassa integrazione. Sono disastri che Renzi ha ereditato, ma non si dica che è l’uomo dei miracoli. Quanto alle conventicole, è lui che dopo aver proclamato ai quattro venti la rottamazione della vecchia classe dirigente, non ha fatto altro che arruolare mandarini e ras del potere locale. Grazie a loro ha stravinto le primarie, ma questa è gente che poi presenta il conto.
In quel 40,8 per cento raccolto da Renzi non c’è solo l’apprezzamento per gli 80 euro che comunque rappresentano una svolta storica visto che c’è un governo che dà invece di prendere. Dovreste, invece, avere più rispetto per gli 11 milioni e 173 mila elettori che votando Renzi hanno votato l’ultima ciambella di salvataggio per non annegare. Voi lo criticate anche quando starnutisce, ma se lui fallisce per l’Italia è davvero la fine e questo la gente l’ha capito.
Per carità, se siamo al “dopo di me il diluvio”, è inutile discutere. Questa dell’ultima speranza è una furbata che non fa onore a Renzi e a chi la spaccia quotidianamente come vera, giornaloni compresi. In una democrazia degna di questo nome, non esistono uomini della Provvidenza. Quelli che abbiamo conosciuto, da Mussolini a Berlusconi, hanno fatto solo disastri. Nessuno se lo augura, ma se Renzi dovesse fallire una democrazia degna di questo nome dovrebbe avere non una ma dieci alternative. Come avverrà in America per il dopo Obama o in Francia per il dopo Hollande o in Germania per il dopo Merkel. Lì nessuno si fascia in anticipo la testa dicendo: poveri noi come faremo? In Italia il problema è un altro: con le cosiddette riforme istituzionali si cerca unicamente di blindare il potere dell’uomo di Rignano in modo da renderlo inattaccabile per un decennio almeno.
È un progetto condiviso da molti dentro e fuori l’Italia: dal Quirinale alla Confindustria all’Europa che teme di andare gambe all’aria se non si mette mano al nostro gigantesco debito pubblico. È la democrazia autoritaria di cui parliamo oggi sul Fatto e che si sta realizzando pezzo dopo pezzo nella indifferenza generale, con l’eccezione, bisogna dirlo, del M5S rimasto a presidiare l’opposizione. Temiamo che il perimetro della democrazia vada restringendosi. Pensiamo che in cambio della cosiddetta governabilità non si possa stravolgere la Costituzione eliminando via via tutele e contrappesi. Siamo solo un giornale, ma quando l’anno scorso il governo Letta e cosiddetti “Saggi” quirinaleschi tentarono la manomissione della Carta attraverso la modifica dell’articolo 138, la manovra fu sventata anche per merito delle quasi 500 mila firme che raccogliemmo in poche settimane. Siamo pronti a ripeterci. La parola ora passa ai lettori.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07 ... 8/1051457/
di Antonio Padellaro | 6 luglio 2014Commenti (875)
Voi Gufi non vi rassegnate mai eh, sempre a parlare male di Renzi, sempre a cercare qualcosa che non va, a spaccare il capello in quattro, a fare gli spiritosi perfino quando il premier da solo prende di petto coraggiosamente i tedeschi e la potentissima Bundesbank e dice che l’Europa è dei cittadini e non dei banchieri.
Parole sacrosante, ma osserviamo che andrebbero dette ai tanti italiani vessati dalle banche, quelli a cui il governo del Renzi medesimo si appresta a dare il colpo di grazia reintroducendo l’infame anatocismo, cioè gli interessi pagati sugli interessi, vero strozzinaggio di Stato.
È stato già precisato che quella norma sarà tolta, ma per voi esistono solo le brutte notizie. Del resto al Fatto vivete di quelle: tanto peggio tanto meglio, non è vero?
Se e quando l’infamia sarà eliminata lo scriveremo volentieri, i giornali dovrebbero servire a denunciare le storture, non a pubblicare le veline governative.
Ma quali veline, l’informazione dovrebbe farsi carico dello sforzo del premier e dei suoi ministri per superare una crisi devastante. Dovreste scrivere piuttosto che la Borsa ha ripreso a crescere così come l’interesse dei grandi investitori per il nostro Paese. L’Italia cambia verso non è solo uno slogan.
Effettivamente in tema di slogan e di annunci Renzi conosce pochi rivali. Per non parlare del famoso cronoprogramma. A febbraio le riforme, a marzo il lavoro, ad aprile la pubblica amministrazione, a maggio il fisco, a giugno la giustizia, boom. Molte “linee guida”, molte conferenze stampa corredate da effetti speciali. Per fare una legge non basta comunicarla, ma bisogna che diventi operativa, che faccia sentire i suoi effetti nella vita reale e non solo nei titoli dei tg.
In pochi mesi Renzi sta facendo una rivoluzione che non si era vista in vent’anni. Non è colpa sua se la velocità con cui agisce non è quella del Parlamento e di certe conventicole che anche nel Pd cercano di creare problemi per conservare i loro piccoli privilegi. Quando ha potuto decidere da solo, dieci milioni di italiani hanno ricevuto e continueranno a ricevere 80 euro in più nella busta paga. Voi Gufi dicevate che erano solo promesse elettorali: dovreste chiedere scusa piuttosto che seminare dubbi.
È vero, gli 80 euro promessi da Renzi sono stati mantenuti, un colpo elettorale magistrale che alle Europee gli ha fatto piovere addosso un plebiscito di voti. Chapeau. Tutti gli indicatori della crisi continuano tuttavia ad annunciare burrasca: la crescita non si vede, i giovani senza lavoro sono la maggioranza e mancano perfino i soldi per la cassa integrazione. Sono disastri che Renzi ha ereditato, ma non si dica che è l’uomo dei miracoli. Quanto alle conventicole, è lui che dopo aver proclamato ai quattro venti la rottamazione della vecchia classe dirigente, non ha fatto altro che arruolare mandarini e ras del potere locale. Grazie a loro ha stravinto le primarie, ma questa è gente che poi presenta il conto.
In quel 40,8 per cento raccolto da Renzi non c’è solo l’apprezzamento per gli 80 euro che comunque rappresentano una svolta storica visto che c’è un governo che dà invece di prendere. Dovreste, invece, avere più rispetto per gli 11 milioni e 173 mila elettori che votando Renzi hanno votato l’ultima ciambella di salvataggio per non annegare. Voi lo criticate anche quando starnutisce, ma se lui fallisce per l’Italia è davvero la fine e questo la gente l’ha capito.
Per carità, se siamo al “dopo di me il diluvio”, è inutile discutere. Questa dell’ultima speranza è una furbata che non fa onore a Renzi e a chi la spaccia quotidianamente come vera, giornaloni compresi. In una democrazia degna di questo nome, non esistono uomini della Provvidenza. Quelli che abbiamo conosciuto, da Mussolini a Berlusconi, hanno fatto solo disastri. Nessuno se lo augura, ma se Renzi dovesse fallire una democrazia degna di questo nome dovrebbe avere non una ma dieci alternative. Come avverrà in America per il dopo Obama o in Francia per il dopo Hollande o in Germania per il dopo Merkel. Lì nessuno si fascia in anticipo la testa dicendo: poveri noi come faremo? In Italia il problema è un altro: con le cosiddette riforme istituzionali si cerca unicamente di blindare il potere dell’uomo di Rignano in modo da renderlo inattaccabile per un decennio almeno.
È un progetto condiviso da molti dentro e fuori l’Italia: dal Quirinale alla Confindustria all’Europa che teme di andare gambe all’aria se non si mette mano al nostro gigantesco debito pubblico. È la democrazia autoritaria di cui parliamo oggi sul Fatto e che si sta realizzando pezzo dopo pezzo nella indifferenza generale, con l’eccezione, bisogna dirlo, del M5S rimasto a presidiare l’opposizione. Temiamo che il perimetro della democrazia vada restringendosi. Pensiamo che in cambio della cosiddetta governabilità non si possa stravolgere la Costituzione eliminando via via tutele e contrappesi. Siamo solo un giornale, ma quando l’anno scorso il governo Letta e cosiddetti “Saggi” quirinaleschi tentarono la manomissione della Carta attraverso la modifica dell’articolo 138, la manovra fu sventata anche per merito delle quasi 500 mila firme che raccogliemmo in poche settimane. Siamo pronti a ripeterci. La parola ora passa ai lettori.
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Re: LA DEMOCRAZIA AUTORITARIA
Mail inviata alla Direzione de Il Fatto Quotidiano, oggi 8 luglio 2014 alle ore 18,44
Gent.mi, Padellaro e Travaglio
Ho letto stamani una parte dei primi interventi delle risposte dei lettori in merito all’articolo di domenica scorsa “LA DEMOCRAZIA AUTORITARIA”. Io desidererei che questo evento non possa esaurirsi a breve ma che sia oggetto di un approfondimento culturale che possa essere allargato il più possibile nella società italiana. Per questo motivo ho aperto un thread dal titolo:
LA DEMOCRAZIA AUTORITARIA
All’interno del forum:
http://forumisti.mondoforum.com/
apribile direttamente da:
http://forumisti.mondoforum.com/viewtop ... 990#p32951
Vi invito pertanto, cari, direttore Padellaro e vice direttore Travaglio a continuare a dibattere i 10 punti, oltre ad altro, sul nostro forum. Ovviamente l’invito è esteso a tutta la Redazione de Il Fatto Quotidiano, che nel nostro forum è uno dei massimi punti di riferimento per quanto riguarda la carta stampata.
Porgo alla Vs attenzione le potenzialità di un forum politico.
Tengo innanzitutto a precisare che il nostro forum è di terza derivazione rispetto al forum originario “Ulivo.it”, considerato nei primi anni 2.000, il secondo forum politico nazionale.
Siamo tutti di sinistra, di quella sinistra delusa in cerca della ripartenza dopo la chiusura del primo ciclo della sinistra italiana nata nel lontano 1982.
L’abitudine a dibattere su di un forum da 12 anni, ci consente di accogliere confronti anche con la destra liberale di tipo montanelliano. Tanto che un amico che si definisce “destrorso”, la settimana scorsa, rientrando sul forum, a conclusione di un suo post ha scritto così:
Ma vi pare sia normale che a rimanere in trincea contro il berlusconismo sia un destrorso come me con pochi altri sinistri? E' una follia.
Lucameni1
Mi preme anche renderVi noto che un forum politico in rete, per chi ama confrontarsi su temi politici nell’ambito della democrazia, rappresenta uno dei più potenti mezzi di comunicazione oggi a nostra disposizione.
Tanto che i politici, per esperienza diretta fatta a suo tempo su “Ulivo.it”, preferiscono tenersi debitamente alla larga perché non sono più abituati alla democrazia ed al confronto con gli elettori
Il termine “Casta”, degli ottimi Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella è più che meritato.
Un forum politico in rete ha una potenzialità superiore a quella di un classico Congresso di partito, in quanto la facoltà di espressione è illimitata 365 giorni all’anno. Non si ferma mai. Giorno e notte, festivi e non festivi.
Quello che Voi avete chiamato domenica scorsa LA DEMOCRAZIA AUTORITARIA, è stata da me anticipato un mese fa aprendo un thread dal titolo un po’ più duro: Il nuovo fascismo (mascherato) è cominciato
Confido pertanto nella partecipazione dell’intera Redazione de Il Fatto Quotidiano, con il desiderio che possano partecipare anche i “Professoroni”, Sandra Bonsanti, Flores D’Arcais, Amalia Signorelli, ed altri del mondo culturale che crede ancora nella Costituzione e nella democrazia.
Cordiali saluti,
A.Hopkins
PS. Chiedo al Direttore Gomez la cortesia di pubblicare sul sito l’articolo di pagina 4 e 5 del cartaceo di oggi:
“Tra appelli e referendum
per salvare la democrazia”
al fine di poterlo inserire come documentazione nel thread LA DEMOCRAZIA AUTORITARIA, del forum con cui collaboro.
Grazie.
Gent.mi, Padellaro e Travaglio
Ho letto stamani una parte dei primi interventi delle risposte dei lettori in merito all’articolo di domenica scorsa “LA DEMOCRAZIA AUTORITARIA”. Io desidererei che questo evento non possa esaurirsi a breve ma che sia oggetto di un approfondimento culturale che possa essere allargato il più possibile nella società italiana. Per questo motivo ho aperto un thread dal titolo:
LA DEMOCRAZIA AUTORITARIA
All’interno del forum:
http://forumisti.mondoforum.com/
apribile direttamente da:
http://forumisti.mondoforum.com/viewtop ... 990#p32951
Vi invito pertanto, cari, direttore Padellaro e vice direttore Travaglio a continuare a dibattere i 10 punti, oltre ad altro, sul nostro forum. Ovviamente l’invito è esteso a tutta la Redazione de Il Fatto Quotidiano, che nel nostro forum è uno dei massimi punti di riferimento per quanto riguarda la carta stampata.
Porgo alla Vs attenzione le potenzialità di un forum politico.
Tengo innanzitutto a precisare che il nostro forum è di terza derivazione rispetto al forum originario “Ulivo.it”, considerato nei primi anni 2.000, il secondo forum politico nazionale.
Siamo tutti di sinistra, di quella sinistra delusa in cerca della ripartenza dopo la chiusura del primo ciclo della sinistra italiana nata nel lontano 1982.
L’abitudine a dibattere su di un forum da 12 anni, ci consente di accogliere confronti anche con la destra liberale di tipo montanelliano. Tanto che un amico che si definisce “destrorso”, la settimana scorsa, rientrando sul forum, a conclusione di un suo post ha scritto così:
Ma vi pare sia normale che a rimanere in trincea contro il berlusconismo sia un destrorso come me con pochi altri sinistri? E' una follia.
Lucameni1
Mi preme anche renderVi noto che un forum politico in rete, per chi ama confrontarsi su temi politici nell’ambito della democrazia, rappresenta uno dei più potenti mezzi di comunicazione oggi a nostra disposizione.
Tanto che i politici, per esperienza diretta fatta a suo tempo su “Ulivo.it”, preferiscono tenersi debitamente alla larga perché non sono più abituati alla democrazia ed al confronto con gli elettori
Il termine “Casta”, degli ottimi Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella è più che meritato.
Un forum politico in rete ha una potenzialità superiore a quella di un classico Congresso di partito, in quanto la facoltà di espressione è illimitata 365 giorni all’anno. Non si ferma mai. Giorno e notte, festivi e non festivi.
Quello che Voi avete chiamato domenica scorsa LA DEMOCRAZIA AUTORITARIA, è stata da me anticipato un mese fa aprendo un thread dal titolo un po’ più duro: Il nuovo fascismo (mascherato) è cominciato
Confido pertanto nella partecipazione dell’intera Redazione de Il Fatto Quotidiano, con il desiderio che possano partecipare anche i “Professoroni”, Sandra Bonsanti, Flores D’Arcais, Amalia Signorelli, ed altri del mondo culturale che crede ancora nella Costituzione e nella democrazia.
Cordiali saluti,
A.Hopkins
PS. Chiedo al Direttore Gomez la cortesia di pubblicare sul sito l’articolo di pagina 4 e 5 del cartaceo di oggi:
“Tra appelli e referendum
per salvare la democrazia”
al fine di poterlo inserire come documentazione nel thread LA DEMOCRAZIA AUTORITARIA, del forum con cui collaboro.
Grazie.
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Re: LA DEMOCRAZIA AUTORITARIA
il Fatto 8.7.14
Le risposte dei lettori
Tra appelli e referendum per salvare la democrazia
Dopo la denuncia del ”Fatto” sulla deriva autoritaria dieto le “riforme” di Renzi e Berlusconi, centinaia di lettere con le iniziative da adottare
L’appello per chiedere ai lettori come opporci alla svolta autoritaria di Renzi, Berlusconi&C è stato pubblicato sul giornale di domenica, ma sono già migliaia i messaggi arrivati. “Il modo migliore è resuscitare l’alleanza che vinse i referendum sulla riforma costituzionale di Berlusconi e sull’acqua pubblica”, scrive qualcuno. Chi invece propone che il “Fatto” segua “la sua linea politico-editoriale supportata dai lettori, e cerchi così di spezzare l’asse Renzi-Berlusconi”. Tra le diverse posizione anche quella di una manifestazione in piazza: “I grandi media, tranne il Fatto, sono complici. In questi momenti l’unica cosa che può fermare la svolta è una risposta popolare. Forte e urgente. Suggerisco, pertanto, una manifestazione in autunno”. O chi fa notare come “oggi a differenza di due o tre anni fa diventa arduo coinvolgere e far capire certe cose alle persone. La crisi e le retoriche parolaie hanno addormentato e rabbonito le coscienze civili”. Noi, come “Fatto”, andremo avanti con l’iniziativa, attraverso il giornale cartaceo e il sito Internet. Continuate a scrivere e a proporre la vostra idea, le pubblicheremo e, soprattutto, seguiremo le indicazioni che verranno fornite. Gli spunti interessanti sono già molti.
Le risposte dei lettori
Tra appelli e referendum per salvare la democrazia
Dopo la denuncia del ”Fatto” sulla deriva autoritaria dieto le “riforme” di Renzi e Berlusconi, centinaia di lettere con le iniziative da adottare
L’appello per chiedere ai lettori come opporci alla svolta autoritaria di Renzi, Berlusconi&C è stato pubblicato sul giornale di domenica, ma sono già migliaia i messaggi arrivati. “Il modo migliore è resuscitare l’alleanza che vinse i referendum sulla riforma costituzionale di Berlusconi e sull’acqua pubblica”, scrive qualcuno. Chi invece propone che il “Fatto” segua “la sua linea politico-editoriale supportata dai lettori, e cerchi così di spezzare l’asse Renzi-Berlusconi”. Tra le diverse posizione anche quella di una manifestazione in piazza: “I grandi media, tranne il Fatto, sono complici. In questi momenti l’unica cosa che può fermare la svolta è una risposta popolare. Forte e urgente. Suggerisco, pertanto, una manifestazione in autunno”. O chi fa notare come “oggi a differenza di due o tre anni fa diventa arduo coinvolgere e far capire certe cose alle persone. La crisi e le retoriche parolaie hanno addormentato e rabbonito le coscienze civili”. Noi, come “Fatto”, andremo avanti con l’iniziativa, attraverso il giornale cartaceo e il sito Internet. Continuate a scrivere e a proporre la vostra idea, le pubblicheremo e, soprattutto, seguiremo le indicazioni che verranno fornite. Gli spunti interessanti sono già molti.
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Re: LA DEMOCRAZIA AUTORITARIA
Mail inviata il 9 luglio 2014, ore 06,47 alla casella postale della Camera dei Deputati dell'Onorevole Pierluigi Bersani.
Caro Pierluigi,
i politici della casta dei mandarini, hanno preso la pessima abitudine di non rispondere alle comunicazioni delle mail inviate dai cittadini elettori presso la casella postale che i due rami del Parlamento mettono a disposizione. Spero che malgrado l’attuale pessima consuetudine, la Tua provenienza emiliana, la Tua provenienza politica dalle file del Pci, la Tua provenienza cattolica, esercitino ancora sulla Tua persona quella punta d’orgoglio che un parlamentare con queste origini dovrebbe avere d’ordinanza.
Ti pregherei pertanto di dare seguito a quanto sto per scrivere. Meglio ancora, se l’orgoglio e il coraggio civile di parlamentare è ancora in grado di spingerti a partecipare ad un confronto diretto sul forum:
http://forumisti.mondoforum.com/
all’interno del thread : LA DEMOCRAZIA AUTORITARIA
apribile direttamente da :
http://forumisti.mondoforum.com/viewtop ... 990#p32951
La frittata oramai è fatta ed il ricriminare in questa sede comporterebbe la stesura di una nuova Treccani degli errori degli ex Pci. Ci vorrebbero mesi, se non anni, per mettere tutto nero su bianco. Troppo tempo.
L’ultimo errore, direi senza fallo il più madornale di tutti, è stato quello di consegnare al Caimano 2.0, la guida del Pd.
Una guida autoritaria e molto pericolosa. Quando il Prof. Sartori legge l’elenco dei ministri del governo Renzi, scrive: Un governo di incompetenti guidato da un incompetente.
Nell’italietta del caos permanente succedono anche queste cose, come se fosse la più assoluta normalità.
Se dovessi giudicare dal punto di vista storico il clima che si respira oggi tra la gente comune direi che assomiglia tantissimo a quello del 1922. Dove si mescolano incertezza, insicurezza e disperazione anarchica, lasciando che la speranza di sopravvivere, affidi alla mitica figura del nuovo Duce di Rignano sull’Arno la soluzione dei singoli problemi individuali e del Paese.
Caro Pierluigi, io ho qualche anno più di te ed essendo nato nella ex Stalingrado d’Italia, oltre all’assunzione del latte materno, da subito ho respirato l’aria dell’antifascismo. E’ ferma quindi la mia convinzione che la mia libertà di poter parlare ancora per poco, quella libertà che su Triskel182 viene definita come il diritto dell’anima di respirare, la devo al sacrificio di chi tra l’8 settembre del ’43 e il 25 aprile del ’45, ha anteposto la libertà di tutti al suo diritto più che sacrosanto di vivere. Un sacrificio che chi solo sta giungendo al termine della vita può comprendere nel profondo cosa sia costato a quelle ragazze e ragazzi a quelle donne e quegli uomini, che hanno perso la vita per liberare l’Italia dal nazifascismo.
Il Caimano 1.0 per un ventennio si è prodigato per preparare la strada al Caimano 2.0. Questo anche con la responsabilità degli ex Pci. Adesso ci tocca sentire le supercazzole dei nuovi fascistelli piddini appena usciti dall’Actors studios dell’Eiar, raccontare che le riforme costituzionali ce le hanno chieste gli elettori delle primarie e le chiedono gli italiani. Ci risiamo un’altra volta. I nipotini del Dottor Joseph Goebbels cercano di falsificare la realtà per i loro giochi di potere. E’ un falso clamoroso dichiarare che gli italiani chiedono le riforme costituzionali. Questo perché come potrai verificare di persona rivedendo la puntata di “Agorà estate”, di venerdì 4 luglio 2014, Roberto Weber di Ixè, ha pubblicato un sondaggio in cui la priorità assoluta del 61 % degli italiani è il lavoro. Solo e soltanto il lavoro come unico mezzo di sostentamento per milioni d’italiani. Solo il 4 % chiede le riforme istituzionali. L’articolo 1 della Costituzione afferma che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. E quindi, non sulla disoccupazione cronica. Inoltre afferma che la sovranità appartiene al popolo. E questa condizione non esiste più, purtroppo, da troppo tempo. Siamo stati per tantissimi anni in un regime di oligarchia guidata da mandarini della politica. Adesso abbiamo già un piede dentro la dittatura se non si pone un rimedio urgentemente.
Le riforme elettorali e del Senato sono delle autentiche porcate propinate da incompetenti allo sbaraglio.
Oggi più di ieri i timori dei padri Costituenti, circa la necessità della doppia Camera, sono più condivisibili ed attualissimi, perché tira aria del ’22.
Cito il giornalista Franco Bechis, che ha affermato poco tempo fa: <<Da vecchio giornalista parlamentare, ho visto più volte il Senato porre rimedio ad errori grossolani della Camera>>. Ergo, con la qualità dei parlamentari di oggi il problema non è il Senato, ma la preparazione, la competenza e la volontà di chi è stato eletto parlamentare.
Cito inoltre questi nomi: Calamandrei, Pertini, De Gasperi, Togliatti, Amendola, Einauidi, Parri, La Malfa Ugo, Moro, Nenni, Boldrini, Bonomi, Croce Benedetto, Pajetta, Dossetti, Dozza, Foa Vittorio, La Pira, Rumor, Lombardi Riccardo, Sforza, Taviani, Longo Luigi, Scalfaro, Lussu, Martino, Scoccimarro, Matteotti Matteo, Merzagora, Zaccagnini.
Ora, caro Pierluigi, prova a confrontarli con i nomi attuali dei presunti nuovi costituenti. Non esiste paragone che tenga.
Addirittura un partito presenta i nomi del casellario della questura. Ma non è il solo.
E questi sono i personaggi che dovrebbero riformare la Costituzione? A me sembra di più una nuova edizione di “Romanzo criminale”.
Pertanto, quello che ti chiedo, caro Pierluigi, è uno scatto d’orgoglio per fermare la deriva verso l’autoritarismo, verso il nuovo fascismo mascherato.
Sempre pronto a discutere su tutto questo ed altro, ti aspetto ad un confronto sul forum sopra citato.
Cordialmente,
A.Hopkins
Caro Pierluigi,
i politici della casta dei mandarini, hanno preso la pessima abitudine di non rispondere alle comunicazioni delle mail inviate dai cittadini elettori presso la casella postale che i due rami del Parlamento mettono a disposizione. Spero che malgrado l’attuale pessima consuetudine, la Tua provenienza emiliana, la Tua provenienza politica dalle file del Pci, la Tua provenienza cattolica, esercitino ancora sulla Tua persona quella punta d’orgoglio che un parlamentare con queste origini dovrebbe avere d’ordinanza.
Ti pregherei pertanto di dare seguito a quanto sto per scrivere. Meglio ancora, se l’orgoglio e il coraggio civile di parlamentare è ancora in grado di spingerti a partecipare ad un confronto diretto sul forum:
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La frittata oramai è fatta ed il ricriminare in questa sede comporterebbe la stesura di una nuova Treccani degli errori degli ex Pci. Ci vorrebbero mesi, se non anni, per mettere tutto nero su bianco. Troppo tempo.
L’ultimo errore, direi senza fallo il più madornale di tutti, è stato quello di consegnare al Caimano 2.0, la guida del Pd.
Una guida autoritaria e molto pericolosa. Quando il Prof. Sartori legge l’elenco dei ministri del governo Renzi, scrive: Un governo di incompetenti guidato da un incompetente.
Nell’italietta del caos permanente succedono anche queste cose, come se fosse la più assoluta normalità.
Se dovessi giudicare dal punto di vista storico il clima che si respira oggi tra la gente comune direi che assomiglia tantissimo a quello del 1922. Dove si mescolano incertezza, insicurezza e disperazione anarchica, lasciando che la speranza di sopravvivere, affidi alla mitica figura del nuovo Duce di Rignano sull’Arno la soluzione dei singoli problemi individuali e del Paese.
Caro Pierluigi, io ho qualche anno più di te ed essendo nato nella ex Stalingrado d’Italia, oltre all’assunzione del latte materno, da subito ho respirato l’aria dell’antifascismo. E’ ferma quindi la mia convinzione che la mia libertà di poter parlare ancora per poco, quella libertà che su Triskel182 viene definita come il diritto dell’anima di respirare, la devo al sacrificio di chi tra l’8 settembre del ’43 e il 25 aprile del ’45, ha anteposto la libertà di tutti al suo diritto più che sacrosanto di vivere. Un sacrificio che chi solo sta giungendo al termine della vita può comprendere nel profondo cosa sia costato a quelle ragazze e ragazzi a quelle donne e quegli uomini, che hanno perso la vita per liberare l’Italia dal nazifascismo.
Il Caimano 1.0 per un ventennio si è prodigato per preparare la strada al Caimano 2.0. Questo anche con la responsabilità degli ex Pci. Adesso ci tocca sentire le supercazzole dei nuovi fascistelli piddini appena usciti dall’Actors studios dell’Eiar, raccontare che le riforme costituzionali ce le hanno chieste gli elettori delle primarie e le chiedono gli italiani. Ci risiamo un’altra volta. I nipotini del Dottor Joseph Goebbels cercano di falsificare la realtà per i loro giochi di potere. E’ un falso clamoroso dichiarare che gli italiani chiedono le riforme costituzionali. Questo perché come potrai verificare di persona rivedendo la puntata di “Agorà estate”, di venerdì 4 luglio 2014, Roberto Weber di Ixè, ha pubblicato un sondaggio in cui la priorità assoluta del 61 % degli italiani è il lavoro. Solo e soltanto il lavoro come unico mezzo di sostentamento per milioni d’italiani. Solo il 4 % chiede le riforme istituzionali. L’articolo 1 della Costituzione afferma che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. E quindi, non sulla disoccupazione cronica. Inoltre afferma che la sovranità appartiene al popolo. E questa condizione non esiste più, purtroppo, da troppo tempo. Siamo stati per tantissimi anni in un regime di oligarchia guidata da mandarini della politica. Adesso abbiamo già un piede dentro la dittatura se non si pone un rimedio urgentemente.
Le riforme elettorali e del Senato sono delle autentiche porcate propinate da incompetenti allo sbaraglio.
Oggi più di ieri i timori dei padri Costituenti, circa la necessità della doppia Camera, sono più condivisibili ed attualissimi, perché tira aria del ’22.
Cito il giornalista Franco Bechis, che ha affermato poco tempo fa: <<Da vecchio giornalista parlamentare, ho visto più volte il Senato porre rimedio ad errori grossolani della Camera>>. Ergo, con la qualità dei parlamentari di oggi il problema non è il Senato, ma la preparazione, la competenza e la volontà di chi è stato eletto parlamentare.
Cito inoltre questi nomi: Calamandrei, Pertini, De Gasperi, Togliatti, Amendola, Einauidi, Parri, La Malfa Ugo, Moro, Nenni, Boldrini, Bonomi, Croce Benedetto, Pajetta, Dossetti, Dozza, Foa Vittorio, La Pira, Rumor, Lombardi Riccardo, Sforza, Taviani, Longo Luigi, Scalfaro, Lussu, Martino, Scoccimarro, Matteotti Matteo, Merzagora, Zaccagnini.
Ora, caro Pierluigi, prova a confrontarli con i nomi attuali dei presunti nuovi costituenti. Non esiste paragone che tenga.
Addirittura un partito presenta i nomi del casellario della questura. Ma non è il solo.
E questi sono i personaggi che dovrebbero riformare la Costituzione? A me sembra di più una nuova edizione di “Romanzo criminale”.
Pertanto, quello che ti chiedo, caro Pierluigi, è uno scatto d’orgoglio per fermare la deriva verso l’autoritarismo, verso il nuovo fascismo mascherato.
Sempre pronto a discutere su tutto questo ed altro, ti aspetto ad un confronto sul forum sopra citato.
Cordialmente,
A.Hopkins
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- Iscritto il: 21/02/2012, 22:55
Re: LA DEMOCRAZIA AUTORITARIA
Caro camillobenso, è del tutto apprezzabile il tuo voler coinvolgere un giornale come “Il fatto”che,
sembrerebbe il più libero e meno asservito giornale della realtà italiana nel particolare momento che stiamo vivendo,
ed un... uomo, se non altro onesto, come Bersani.
Accetteranno l'invito ad interloquire ed a confrontarsi con questo forum?
Anche per esperienza diretta ho potuto constatare quanto, sopratutto i politici siano restii a confrontarsi
con chi usa un linguaggio concreto e diretto.
Comunque sia e a prescindere dall'esito di questo tentativo, voglio dirti che è giusto averlo fatto,
se non altro per non avere il rimpianto poi di non averci provato.
Un saluto erding
sembrerebbe il più libero e meno asservito giornale della realtà italiana nel particolare momento che stiamo vivendo,
ed un... uomo, se non altro onesto, come Bersani.
Accetteranno l'invito ad interloquire ed a confrontarsi con questo forum?
Anche per esperienza diretta ho potuto constatare quanto, sopratutto i politici siano restii a confrontarsi
con chi usa un linguaggio concreto e diretto.
Comunque sia e a prescindere dall'esito di questo tentativo, voglio dirti che è giusto averlo fatto,
se non altro per non avere il rimpianto poi di non averci provato.
Un saluto erding
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- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: LA DEMOCRAZIA AUTORITARIA
erding ha scritto:Caro camillobenso, è del tutto apprezzabile il tuo voler coinvolgere un giornale come “Il fatto”che,
sembrerebbe il più libero e meno asservito giornale della realtà italiana nel particolare momento che stiamo vivendo,
ed un... uomo, se non altro onesto, come Bersani.
Accetteranno l'invito ad interloquire ed a confrontarsi con questo forum?
Anche per esperienza diretta ho potuto constatare quanto, sopratutto i politici siano restii a confrontarsi
con chi usa un linguaggio concreto e diretto.
Comunque sia e a prescindere dall'esito di questo tentativo, voglio dirti che è giusto averlo fatto,
se non altro per non avere il rimpianto poi di non averci provato.
Un saluto erding
Anche per esperienza diretta ho potuto constatare quanto, sopratutto i politici siano restii a confrontarsi
con chi usa un linguaggio concreto e diretto.
Ho fatto leggere stamani sia la mail a Bersani che il tuo commento. Per il 90 % concorda con il tuo parere.
Comunque sia e a prescindere dall'esito di questo tentativo, voglio dirti che è giusto averlo fatto,
se non altro per non avere il rimpianto poi di non averci provato.
Concordo.
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Re: LA DEMOCRAZIA AUTORITARIA
DEMOCRAZIA AUTORITARIA: Migliaia di proposte arrivate in redazione.
09/07/2014 di triskel182
“INFORMATE I CITTADINI”; “COINVOLGERE L’ELETTORATO DEMOCRATICO”; “ANDIAMO A PRESIEDERE PALAZZO MADAMA”, SONO ALCUNE DELLE IDEE GIUNTE AL FATTO.
Al Fatto quotidiano continuano ad arrivare e-mail dai lettori in risposta all’appello lanciato domenica sulla prima pagina del giornale per chiedere come opporci alla svolta autoritaria del premier Matteo Renzi, Silvio Berlusconi & C. Sono migliaia, e per questo ringraziamo tutti. Molte le idee, le proposte, gli incoraggiamenti ad andare avanti. C’è chi ringrazia. Chi sollecita. Chi si dichiara preoccupato, anche incredulo per il silenzio degli altri organi dei informazione. Chi si appella ai costituzionalisti per sentire la loro voce, e chi ripone grande fiducia nei confronti di parte degli elettori democratici, quegli elettori che nel ventennio berlusconiano si sono opposti duramente alle varie riforme proposte dall’ex Cavaliere. “Vi chiediamo di mettere in atto tutte le iniziative possibili per fare comprendere agli italiani che hanno ancora la capacità di ragionare a quali rischi si sta ora andando incontro”, ci chiede un lettore, mentre una lettrice si dichiara “al vostro fianco”. Aspettiamo ancora le vostre proposte. E grazie, come sempre.
Tutti uniti per protestare davanti al Senato
La Rete per la Costituzione, alla quale partecipano tanti cittadini che furono protagonisti del referendum del 2006 e che è attiva in numerose città italiane, sarà presente di fronte al Senato nel giorno del passaggio della “riforma” costituzionale all’esame dell’aula.
In quella occasione distribuiremo volantini e materiale informativo sulla reale portata delle modifiche che l’attuale maggioranza Partito democratico-Forza Italia intende approvare. Purtroppo l’attuale Parlamento può ignorare la volontà dei cittadini e delle cittadine, ma questo non ci impedirà di far sentire la nostra voce di dissenso.
Rete per la Costituzione
Il “Fatto” come rete di collegamento
Noi non possiamo che resistere, resistere. Resistere, aiutati dal “Fatto”. Il gruppo di cui faccio parte (Carovana per la Costituzione sempre) intende dare battaglia a partire da un presidio davanti al Senato in concomitanza con la votazione del Ddl Boschi. Oltre agli appelli ai senatori e ai cittadini occorre esserci fisicamente.
Il “Fatto” può favorire il collegamento tra tutte le realtà resistenziali sparse nel Paese, dando rilievo alle mobilitazioni e aiutando nelle operazioni di collegamento.
Serve un presidio permanente in modo da essere sempre presenti dimostrando che l’altro 59 per cento dei cittadini italiani questa riforma non la vuole.
Cinzia Niccolai
Combattere questa follia con ogni forza
Premetto che non condivido una H delle cosiddette “riforme istituzionali” di cui si parla da mesi e le reputo le riforme più assurde e pericolose della storia repubblicana. Ma credo che una precisazione vada fatta. Queste riforme, per quanto gravi, non creano una Dittatura, non eliminano la Democrazia. Sono riforme che danneggiano e indeboliscono i sistemi di controllo, riducono gli spazi di rappresentatività e commettono valanghe di altre nefandezze ma non instaurano una Dittatura. Stabilito questo è compito di ognuno di noi combattere questa follia con ogni forza.
Marco Scarponi
Non dormiamo, o il risveglio sarà traumatico
Quello che sta succedendo è gravissimo, ci toglieranno anche quello che resta della nostra democrazia sancita dalla Costituzione.
Non lasciamo che accada, mi rivolgo a tutte le persone che amano la giustizia e la libertà in ogni sua forma: non dormiamo ora perché il risveglio dopo sarà traumatico. La storia lo insegna.
Francesca Garro
Fate i nostri portavoce in tutti i programmi televisivi
Sono allarmata, sconfortata e preoccupata dal silenzio e dalla mancanza di dettagli dei tanti giornali e dei tanti intellettuali che in questo momento dovrebbero fare la differenza su questioni importanti come quelle delle riforme. Sono ancora più preoccupata perché queste riforme e l’accelerazione che è stata data alla loro realizzazione stia avvenendo durante le vacanze estive cioè quando la maggioranza degli italiani è completamente distratta. Allora chiedo a tutti voi Giornalisti Liberi, di farvi nostri portavoce in tutti i programmi televisivi, quei pochi rimasti aperti, e anche nei telegiornali per cercare di svegliare tutti gli italiani che ancora abboccano alle lusinghe di questa classe politica.
Angela
Occupanti abusivi all’attacco della Carta
I parlamentari si sono auto-nominati con il porcellum. La cassazione dice che sono illegittimi, che secondo la Costituzione non sono mai stati eletti in quanto è stato vietato il diritto di voto per ben tre elezioni ai cittadini. Loro occupanti abusivi del parlamento che fanno? Con il silenzio assordante di Napolitano, invece di dimettersi, si mettono in moto per cambiare la Costituzione.
Francesco Degni (un gufo)
Uscire dalla rassegnazione e dal menefreghismo
Se questo governo, non eletto approverà queste vergognose riforme la nostra democrazia, o almeno quello che ne rimane e la nostra Costituzione, subiranno un cambiamento tale che ci porterà sempre di più sulla strada della dittatura. Se passano queste riforme anche il nostro voto, dove già l’astensione è alta, sarà inutile e i referendum abrogativi non avranno possibilità successo. Questo paese dovrebbe uscire dalla rassegnazione e dal menefreghismo, dovrebbe cominciare a lottare e protestare, pur senza violenza, per impedire questi scempi.
Monica Stanghellini
Raccolta di firme e campagna di informazione
Propongo, come fu per l’art. 138, di promuovere una raccolta di firme e una campagna di informazione con i mezzi che riterrete validi. Sarò al vostro fianco.
Angelisa
Coinvolgere gli elettori del Partito democratico
Non sono un elettore del Pd ma ritengo necessario rivolgersi ai componenti (iscritti, attivisti, inseriti in organi elettivi) della base di quel partito che è l’unico organizzato e radicato dal quale possono nascere e diffondersi iniziative per recuperare una democrazia partecipativa.
Nel Pd resiste ancora un buon numero di elettori che si sono formati a suo tempo nei principi della nostra Costituzione, che hanno partecipato alle iniziative per difenderla anche in maniera concreta nelle scelte referendarie.
Sono questi ultimi, insieme ai residui della sinistra e ai sindacati, che si devono mobilitare.
Paolo Chiarelli
Una diffida penale da inviare ai due rami del Parlamento
La via è quella della diffida penale da inoltrare ai Presidenti delle due Camere e ai membri dellecommissioniperle elezioni.
Dopo la diffida la denuncia alla Procura della Repubblica di Roma per omissioni di atti d’ufficio. Se la diffida e la denunciafossero firmate da migliaia di cittadini, non potrebbero essere ignorate. Senza premio di maggioranza le larghe intese più Lega Nord avrebbero alla Camera meno del 66% dei seggi.
Potrebbero votare la controriforma ma non eviterebbero il referendum. Lo stesso al Senato senza i premi di maggioranza regionali.
Livio Giuliani
Continuare a informarci come state facendo
Sono un elettore di Sinistra, pensionato, deluso dalla politica. Incazzato nero con questa strana situazione della classe dirigente.
Vi prego di continuare a informarci come state facendo, il resto della stampa e le televisioni stanno tacendo le trame che questo sig. Matteo & B. stanno elaborando.
Guido Burroni
Mettere in atto tutte le iniziative possibili
Aderisco con mia moglie al vostro appello contro la dittatura, non tanto strisciante, che stanno imponendo Giorgio Napolitano e Matteo Renzi. Vi chiediamo di mettere in atto tutte le iniziative possibili per fare comprendere agli italiani che hanno ancora la capacità di ragionare a quali rischi si sta ora andando incontro.
Giuseppe Dolce e Anita Fagliano
Che il “Fatto” raccolga tutte le adesioni
Sono sull’iniziativa cui accennava Antonio Padellaro d’accordo, procediamo anche questa volta. Che il “Fatto quotidiano” raccolga tutte le adesioni.
Da Il Fatto Quotidiano del 09/07/2014.
09/07/2014 di triskel182
“INFORMATE I CITTADINI”; “COINVOLGERE L’ELETTORATO DEMOCRATICO”; “ANDIAMO A PRESIEDERE PALAZZO MADAMA”, SONO ALCUNE DELLE IDEE GIUNTE AL FATTO.
Al Fatto quotidiano continuano ad arrivare e-mail dai lettori in risposta all’appello lanciato domenica sulla prima pagina del giornale per chiedere come opporci alla svolta autoritaria del premier Matteo Renzi, Silvio Berlusconi & C. Sono migliaia, e per questo ringraziamo tutti. Molte le idee, le proposte, gli incoraggiamenti ad andare avanti. C’è chi ringrazia. Chi sollecita. Chi si dichiara preoccupato, anche incredulo per il silenzio degli altri organi dei informazione. Chi si appella ai costituzionalisti per sentire la loro voce, e chi ripone grande fiducia nei confronti di parte degli elettori democratici, quegli elettori che nel ventennio berlusconiano si sono opposti duramente alle varie riforme proposte dall’ex Cavaliere. “Vi chiediamo di mettere in atto tutte le iniziative possibili per fare comprendere agli italiani che hanno ancora la capacità di ragionare a quali rischi si sta ora andando incontro”, ci chiede un lettore, mentre una lettrice si dichiara “al vostro fianco”. Aspettiamo ancora le vostre proposte. E grazie, come sempre.
Tutti uniti per protestare davanti al Senato
La Rete per la Costituzione, alla quale partecipano tanti cittadini che furono protagonisti del referendum del 2006 e che è attiva in numerose città italiane, sarà presente di fronte al Senato nel giorno del passaggio della “riforma” costituzionale all’esame dell’aula.
In quella occasione distribuiremo volantini e materiale informativo sulla reale portata delle modifiche che l’attuale maggioranza Partito democratico-Forza Italia intende approvare. Purtroppo l’attuale Parlamento può ignorare la volontà dei cittadini e delle cittadine, ma questo non ci impedirà di far sentire la nostra voce di dissenso.
Rete per la Costituzione
Il “Fatto” come rete di collegamento
Noi non possiamo che resistere, resistere. Resistere, aiutati dal “Fatto”. Il gruppo di cui faccio parte (Carovana per la Costituzione sempre) intende dare battaglia a partire da un presidio davanti al Senato in concomitanza con la votazione del Ddl Boschi. Oltre agli appelli ai senatori e ai cittadini occorre esserci fisicamente.
Il “Fatto” può favorire il collegamento tra tutte le realtà resistenziali sparse nel Paese, dando rilievo alle mobilitazioni e aiutando nelle operazioni di collegamento.
Serve un presidio permanente in modo da essere sempre presenti dimostrando che l’altro 59 per cento dei cittadini italiani questa riforma non la vuole.
Cinzia Niccolai
Combattere questa follia con ogni forza
Premetto che non condivido una H delle cosiddette “riforme istituzionali” di cui si parla da mesi e le reputo le riforme più assurde e pericolose della storia repubblicana. Ma credo che una precisazione vada fatta. Queste riforme, per quanto gravi, non creano una Dittatura, non eliminano la Democrazia. Sono riforme che danneggiano e indeboliscono i sistemi di controllo, riducono gli spazi di rappresentatività e commettono valanghe di altre nefandezze ma non instaurano una Dittatura. Stabilito questo è compito di ognuno di noi combattere questa follia con ogni forza.
Marco Scarponi
Non dormiamo, o il risveglio sarà traumatico
Quello che sta succedendo è gravissimo, ci toglieranno anche quello che resta della nostra democrazia sancita dalla Costituzione.
Non lasciamo che accada, mi rivolgo a tutte le persone che amano la giustizia e la libertà in ogni sua forma: non dormiamo ora perché il risveglio dopo sarà traumatico. La storia lo insegna.
Francesca Garro
Fate i nostri portavoce in tutti i programmi televisivi
Sono allarmata, sconfortata e preoccupata dal silenzio e dalla mancanza di dettagli dei tanti giornali e dei tanti intellettuali che in questo momento dovrebbero fare la differenza su questioni importanti come quelle delle riforme. Sono ancora più preoccupata perché queste riforme e l’accelerazione che è stata data alla loro realizzazione stia avvenendo durante le vacanze estive cioè quando la maggioranza degli italiani è completamente distratta. Allora chiedo a tutti voi Giornalisti Liberi, di farvi nostri portavoce in tutti i programmi televisivi, quei pochi rimasti aperti, e anche nei telegiornali per cercare di svegliare tutti gli italiani che ancora abboccano alle lusinghe di questa classe politica.
Angela
Occupanti abusivi all’attacco della Carta
I parlamentari si sono auto-nominati con il porcellum. La cassazione dice che sono illegittimi, che secondo la Costituzione non sono mai stati eletti in quanto è stato vietato il diritto di voto per ben tre elezioni ai cittadini. Loro occupanti abusivi del parlamento che fanno? Con il silenzio assordante di Napolitano, invece di dimettersi, si mettono in moto per cambiare la Costituzione.
Francesco Degni (un gufo)
Uscire dalla rassegnazione e dal menefreghismo
Se questo governo, non eletto approverà queste vergognose riforme la nostra democrazia, o almeno quello che ne rimane e la nostra Costituzione, subiranno un cambiamento tale che ci porterà sempre di più sulla strada della dittatura. Se passano queste riforme anche il nostro voto, dove già l’astensione è alta, sarà inutile e i referendum abrogativi non avranno possibilità successo. Questo paese dovrebbe uscire dalla rassegnazione e dal menefreghismo, dovrebbe cominciare a lottare e protestare, pur senza violenza, per impedire questi scempi.
Monica Stanghellini
Raccolta di firme e campagna di informazione
Propongo, come fu per l’art. 138, di promuovere una raccolta di firme e una campagna di informazione con i mezzi che riterrete validi. Sarò al vostro fianco.
Angelisa
Coinvolgere gli elettori del Partito democratico
Non sono un elettore del Pd ma ritengo necessario rivolgersi ai componenti (iscritti, attivisti, inseriti in organi elettivi) della base di quel partito che è l’unico organizzato e radicato dal quale possono nascere e diffondersi iniziative per recuperare una democrazia partecipativa.
Nel Pd resiste ancora un buon numero di elettori che si sono formati a suo tempo nei principi della nostra Costituzione, che hanno partecipato alle iniziative per difenderla anche in maniera concreta nelle scelte referendarie.
Sono questi ultimi, insieme ai residui della sinistra e ai sindacati, che si devono mobilitare.
Paolo Chiarelli
Una diffida penale da inviare ai due rami del Parlamento
La via è quella della diffida penale da inoltrare ai Presidenti delle due Camere e ai membri dellecommissioniperle elezioni.
Dopo la diffida la denuncia alla Procura della Repubblica di Roma per omissioni di atti d’ufficio. Se la diffida e la denunciafossero firmate da migliaia di cittadini, non potrebbero essere ignorate. Senza premio di maggioranza le larghe intese più Lega Nord avrebbero alla Camera meno del 66% dei seggi.
Potrebbero votare la controriforma ma non eviterebbero il referendum. Lo stesso al Senato senza i premi di maggioranza regionali.
Livio Giuliani
Continuare a informarci come state facendo
Sono un elettore di Sinistra, pensionato, deluso dalla politica. Incazzato nero con questa strana situazione della classe dirigente.
Vi prego di continuare a informarci come state facendo, il resto della stampa e le televisioni stanno tacendo le trame che questo sig. Matteo & B. stanno elaborando.
Guido Burroni
Mettere in atto tutte le iniziative possibili
Aderisco con mia moglie al vostro appello contro la dittatura, non tanto strisciante, che stanno imponendo Giorgio Napolitano e Matteo Renzi. Vi chiediamo di mettere in atto tutte le iniziative possibili per fare comprendere agli italiani che hanno ancora la capacità di ragionare a quali rischi si sta ora andando incontro.
Giuseppe Dolce e Anita Fagliano
Che il “Fatto” raccolga tutte le adesioni
Sono sull’iniziativa cui accennava Antonio Padellaro d’accordo, procediamo anche questa volta. Che il “Fatto quotidiano” raccolga tutte le adesioni.
Da Il Fatto Quotidiano del 09/07/2014.
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