Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
http://www.beppegrillo.it/la_cosa/2014/ ... go-perche/
Era uno dei nostri 20 punti: l'abolizione di Equitalia. Abbiamo presentato la nostra proposta di legge ad Aprile, insieme a Beppe che è venuto a trovarci alla Camera. Adesso arriva la prima bella notizia: la proposta di legge del Movimento 5 Stelle che prevede l'abolizione di Equitalia, con il trasferimento delle sue funzioni all'Agenzia delle Entrate, sarà finalmente discussa in aula il 7 Luglio. I nostri capigruppo si sono battuti fino in fondo e ce l'hanno fatta. I partiti dovranno ora metterci la faccia: emenderanno la legge per portarla in aula svuotata di senso, oppure dimostreranno di avere a cuore le sorti dei cittadini oppressi dalla crisi? La battaglia non è finita, ed è nelle mani del Parlamento.
Se volete aiutarci a sensibilizzare i partiti, mandate una mail a causi_m@camera.it chiedendo con forza di abolire Equitalia. Marco Causi è il capogruppo PD in Commissione Finanze: sarà lui a decidere se il suo partito potrà "scongelarsi" e, per una volta, cambiareverso." M5S Camera
...................
Ciao
Paolo11
Era uno dei nostri 20 punti: l'abolizione di Equitalia. Abbiamo presentato la nostra proposta di legge ad Aprile, insieme a Beppe che è venuto a trovarci alla Camera. Adesso arriva la prima bella notizia: la proposta di legge del Movimento 5 Stelle che prevede l'abolizione di Equitalia, con il trasferimento delle sue funzioni all'Agenzia delle Entrate, sarà finalmente discussa in aula il 7 Luglio. I nostri capigruppo si sono battuti fino in fondo e ce l'hanno fatta. I partiti dovranno ora metterci la faccia: emenderanno la legge per portarla in aula svuotata di senso, oppure dimostreranno di avere a cuore le sorti dei cittadini oppressi dalla crisi? La battaglia non è finita, ed è nelle mani del Parlamento.
Se volete aiutarci a sensibilizzare i partiti, mandate una mail a causi_m@camera.it chiedendo con forza di abolire Equitalia. Marco Causi è il capogruppo PD in Commissione Finanze: sarà lui a decidere se il suo partito potrà "scongelarsi" e, per una volta, cambiareverso." M5S Camera
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
http://www.beppegrillo.it/la_cosa/2014/ ... q0.twitter
Il primo storico intervento M5S in Europa
Ciao
Paolo11
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
https://www.youtube.com/watch?v=O2TWPZneiRA
Bersani:"non ho mai voluto fare alleanza con Grillo, son mica matto
Ciao Paolo11
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
http://www.beppegrillo.it/la_cosa/2014/ ... ima-parte/
Oggi alle 15.00 si sarebbe dovuto tenere il secondo tavolo di confronto sulla legge elettorale con la delegazione del Pd. Nonostante il MoVimento 5 Stelle abbia risposto a tutti i quesiti del Pd con un'intervista ufficiale a Luigi Di Maio, vice presidente della Camera, uscita ieri sul Corriere della Sera, il partito democratico ha annullato l'incontro. Per fare chiarezza riguardo alle nostre idee circa la legge elettorale e spiegare agli italiani le nostre posizioni, alle ore 12 si terrà una conferenza stampa a cui parteciperanno Luigi Di Maio vice presidente alla Camera dei Deputati, Danilo Toninelli estensore del Democratellum e i capigruppo di Camera e Senato Paola Carinelli e Vito Petrocelli." M5S Camera e Senato
Ciao
Paolo11
Oggi alle 15.00 si sarebbe dovuto tenere il secondo tavolo di confronto sulla legge elettorale con la delegazione del Pd. Nonostante il MoVimento 5 Stelle abbia risposto a tutti i quesiti del Pd con un'intervista ufficiale a Luigi Di Maio, vice presidente della Camera, uscita ieri sul Corriere della Sera, il partito democratico ha annullato l'incontro. Per fare chiarezza riguardo alle nostre idee circa la legge elettorale e spiegare agli italiani le nostre posizioni, alle ore 12 si terrà una conferenza stampa a cui parteciperanno Luigi Di Maio vice presidente alla Camera dei Deputati, Danilo Toninelli estensore del Democratellum e i capigruppo di Camera e Senato Paola Carinelli e Vito Petrocelli." M5S Camera e Senato
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
http://www.beppegrillo.it/2014/07/dieci ... mande.html
Breve cronologia dei fatti
- Abbiamo costruito una legge elettorale con migliaia di cittadini in rete, primo esperimento al mondo di democrazia partecipata
- Il 15 giugno vi abbiamo richiesto un incontro per parlarne e dare al Paese una legge elettorale in 100 giorni.
- Ci avete detto che avreste pubblicato 5 punti e che sareste stati disponibili ad un secondo incontro
- I 5 punti sono diventati 10 perché avete aggiunto altre domande.
- Lunedì 30 giugno vi abbiamo chiesto un secondo incontro per giovedì 3 luglio, per parlare di legge elettorale e rispondere alle vostre domande in modo serio in un contesto istituzionale. Ci avete comunicato che non avevate una delegazione (bisogna capire che per i politici il giovedì finisce la settimana lavorativa)
- A questo punto Guerini - non uno qualsiasi, ma il vicesegretario del PD - ha fissato come data ufficiale del secondo incontro lunedì 7 alle 15 nella sala del Cavaliere, alla Camera. Anche lo streaming era stato organizzato.
- Nel frattempo, ci avete chiesto di rispondere alle 10 domande formulate in precedenza noi lo abbiamo fatto nel modo più ufficiale possibile: con Luigi Di Maio, Vicepresidente della Camera, tramite un’intervista pubblicata domenica 6 luglio su uno dei principali quotidiani del Paese.
- Ciò non vi è bastato. Noi abbiamo risposto chiaramente alle vostre domande, ma voi poche ore prima dell’incontro, non contenti, avete preteso che rispondessimo una seconda volta per iscritto, come se il contenuto dell’intervista cambiasse da scritto su un quotidiano a scritto su una lettera.
- Alle ore 10 di oggi salta l’incontro. Ci chiediamo: come è possibile che qualcosa di così importante per gli Italiani come la legge elettorale salti perché non abbiamo risposto per la seconda volta per iscritto alle domande?
Come mai per trattare di legge elettorale con un condannato come Berlusconi non richiedete nulla, né risposte scritte, né lo streaming in modo che tutti i cittadini possano capire cosa vi siete detti? A noi non crea alcuna difficoltà ne lo streaming ne la lettera. Ma allora perché non fate altrettanto con i vostri incontri con Berlusconi.
- La nostra massima disponibilità al confronto e al dialogo ci porta a rispondere a tutti i vostri quesiti per la terza volta. Ora, in modo tale che non abbiate più alibi e non possiate più raccontare agli Italiani con la complicità dei giornalisti che il tavolo di lavoro è saltato per colpa nostra, vi riportiamo di seguito le risposte una terza volta:
1. Per noi un vincitore ci vuole sempre. L’unico modello che assicura questo oggi in Italia è la legge elettorale che assegna un premio di maggioranza al primo turno o al secondo turno. Il Movimento 5 Stelle, per esempio, ha vinto a Parma, Livorno e Civitavecchia nonostante che (sic) al primo turno abbia preso meno del 20% dei voti. Però poi al ballottaggio ha ottenuto la metà più uno dei votanti. Vi chiediamo: siete disponibili a prevedere un ballottaggio, così da avere sempre la certezza di un vincitore? Noi sì.
“Si”
Per noi quello che voi chiamate “vincitore” è il conquistatore di una vittoria di Pirro, che non garantisce in alcun modo la governabilità: speravamo che l’esperienza di “vittoria” con una schiacciante maggioranza nella scorsa legislatura vi fosse stata d’insegnamento, ma evidentemente non è così. Un modello che assicuri la certezza di un vincitore come quello disegnato nella legge Berlusconi-Renzi non esiste pressoché in nessun sistema democratico al mondo.
In ogni caso, al fine di evitare un pessima legge elettorale quale è la legge Berlusconi-Renzi nella sua attuale formulazione, e produrre un testo migliore siamo disponibili a prevedere un ballottaggio che dia ad una forza politica la maggioranza dei seggi, a condizione di evitare che la conquista del primo posto si trasformi in una corsa all’ammucchiata di tutto e il suo contrario (come è stato per l’Unione di Romano Prodi e per le coalizioni guidate da Silvio Berlusconi) che ha provocato la caduta anticipata dei rispettivi governi nel 2008 e nel 2011 nonostante la “vittoria”. Per evitarlo, la nostra proposta alternativa è formulata in questi termini:
- un primo turno proporzionale privo di soglie di sbarramento, in modo da consentire a chiunque di correre per il Parlamento e colmare il deficit di rappresentatività che la legge comporta;
- in caso di superamento della soglia del 50% + 1 dei seggi al primo turno, prevediamo un premio di governabilità minimo, che consegnerebbe al vincitore il 52% dei seggi;
- nel caso in cui nessuno raggiunga la maggioranza al primo turno, è previsto un secondo turno tra i due partiti più votati, al cui vincitore viene assegnato il 52% dei seggi.
2. Siete disponibili a assicurare un premio di maggioranza per chi vince, al primo o al secondo turno, non superiore al 15% per assicurare a chi ha vinto di avere un minimo margine di governabilità? Noi sì.
“Si”
Ferme restando le obiezioni di cui alla precedente risposta, che potranno tuttavia essere sciolte dalla Corte costituzionale nella sede del controllo preventivo previsto nella riforma costituzionale, come già evidenziato siamo disponibili alla previsione di un turno di ballottaggio, nel caso in cui il primo turno non veda nessuna forza politica ottenere la maggioranza dei seggi, con il quale sia possibile attribuire un numero di seggi tali da assicurare a chi ha vinto di avere un minimo margine di maggioranza (la governabilità è un’altra cosa, per noi).
3. Siete disponibili a ridurre l’estensione dei collegi? Noi sì.
“Si”
La riduzione dell’estensione dei collegi è possibile, ma questo e altri elementi tecnici dipendono naturalmente dall’impianto complessivo della legge e da come si vuole concretamente realizzare.
4. Siete disponibile a far verificare preventivamente la legge elettorale alla Corte costituzionale, così da evitare lo stucchevole dibattito “è incostituzionale, è costituzionale”? Noi sì.
“Sì”
Siamo disponibili a far verificare preventivamente la legge elettorale alla Corte costituzionale; quello che tuttavia abbiamo urgenza di capire è in quale modo si dovrebbe introdurre questo controllo e come dovrebbe intervenire sulla legge elettorale in discussione. Il Presidente del Consiglio ha affermato nel corso del nostro ultimo incontro che la legge elettorale sarà approvata e promulgata dopo la prima lettura da parte del Senato della riforma della Costituzione. Il che significa che il controllo non sarà previsto per la legge elettorale in discussione.
Come pensate di risolvere questa contraddizione?
5. Siete disponibili a ridurre il potere delle Regioni modificando il titolo V e riportando in capo allo Stato funzioni come le grandi infrastrutture, l’energia, la promozione turistica? Noi sì.
“Si”
Siamo disponibili ad una modifica del Titolo V, sebbene riteniamo che l’impianto proposto nell’attuale riforma non sia funzionale alla risoluzione dei problemi provocati dalla riforma del 2001. Nel merito, la riforma Renzi del Titolo V prevede l’eliminazione sia della competenza concorrente Stato-Regioni, quella in cui lo Stato dettava i principi, con “leggi-quadro” per ragioni di omogeneità e le Regioni vi davano attuazione con le loro leggi, e della competenza residuale regionale, ovvero della clausola per la quale tutto quanto non era di competenza statale o concorrente spettava alle Regioni.
Nel nuovo quadro vengono definite solo le competenze statali, e quelle regionali non sono più residuali ma sono specificamente elencate. Se il problema che la riforma Renzi mira a risolvere è quello del “chi fa cosa” e quindi del contenzioso che si crea innanzi alla Corte costituzionale bloccando o invalidando numerosissime leggi, non si capisce in che modo questa riforma lo risolverebbe.
La nuova definizione di competenze non sembra essere risolutiva del problema in questione: dove finisce, ad esempio, la “programmazione e organizzazione dei servizi sanitari” (materia di competenza regionale) e dove iniziano le “disposizioni generali e comuni per la tutela della salute” (di competenza statale)? Quale opera sarà da considerarsi “dotazione infrastrutturale” (regionale) e quale “infrastruttura strategica” (statale)?
A ciò si aggiunga la previsione di una “clausola di supremazia” per la quale «su proposta del Governo, la legge dello Stato può intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale». Anche in questo caso, si pone il problema della grave disfunzione applicativa che può produrre questa disposizione.
Non si capisce, infatti, anzitutto perché debba provenire dal Governo la proposta per l’utilizzo della clausola di supremazia in ambito legislativo, anziché dall’organo legislativo che è il Parlamento. È facile immaginare che un Governo incapace di governare, che si regge sull’abuso dell’utilizzo dello strumento della questione di fiducia per imporsi al Parlamento, utilizzerà nello stesso modo la clausola di supremazia per imporsi alle Regioni, facendo rientrare discrezionalmente qualsivoglia legge nel concetto per sua natura amplissimo e difficilmente delimitabile dell’“unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale”.
Sul ricorso a questa clausola, è facile poi prevedere altro contenzioso paralizzante innanzi alla Consulta.
Inoltre, riteniamo che vadano discusse nello specifico le materie da riportare in capo allo Stato, oltre a quelle elencate, quali ad esempio la Sanità.
6. Siete disponibili ad abbassare l’indennità del consigliere regionale a quella del sindaco del comune capoluogo e eliminare ogni forma di rimborso ai gruppi consiliari delle Regioni? Noi sì
“Sì”
Premettendo che il problema dell’indennità di consigliere regionale e di ogni forma di rimborso elettorale per i gruppi consiliari è stato già risolto dal M5S con il dimezzamento del primo e la restituzione di buona parte del secondo, non solo in sede regionale, ma anche in sede nazionale, non si capisce in che modo il Parlamento potrebbe intervenire su questa materia, che dovrebbe essere di competenza regionale. Il PD governa la maggior parte delle Regioni da molto tempo, per cui non è chiaro che cosa stia aspettando per procedere da solo in questo senso. La risposta a questa domanda è “noi sì, e lo facciamo già”
7. Siete disponibili a abolire il CNEL? Noi sì.
“Sì.”
A questo proposito, vi chiediamo: considerato che non vi è relazione diretta tra l’abolizione del CNEL e il resto del progetto di riforma, siete disposti a scorporare l’abolizione del CNEL dal resto delle riforme costituzionali, in modo da vederlo approvato ad amplissima maggioranza e in tempi più rapidi?
8. Siete disponibili a superare il bicameralismo perfetto impostando il Senato come assemblea che non si esprime sulla fiducia e non vota il bilancio? Noi sì.
“Si”
Non siamo pregiudizialmente contrari, a condizione che l’esistenza di tale assemblea abbia ancora una precisa funzione nel disegno istituzionale.
9. Siete disponibili a che il ruolo del Senatore non sia più un incarico a tempo pieno e retribuito ma il Senato sia semplicemente espressione delle autonomie territoriali? Noi sì.
“Si”
Che significa che il ruolo del Senatore deve essere un incarico non a tempo pieno e semplice espressione delle autonomie territoriali? Perché un ruolo importante come quello del rappresentante delle autonomie territoriali non dovrebbe essere a tempo pieno? Che senso avrebbe tale ruolo, al di là di quello che i rappresentanti delle autonomie già fanno nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni? Peraltro, il testo che si va formando attribuisce una serie di poteri al Sentao (elezione del Presidente, dei giudici costituzionali, dei membri laici del Csm, competenza decisionale nelle leggi di riforma costituzionale ecc.) che vanno molto al di là dei poteri locali e che sono inconciliabili con una formazione di secondo grado, per cui, sul punto, riteniamo che in presenza di tali attribuzioni sia irrinunciabile l’elettività di promo grado dei senatori.
Il problema della retribuzione è presto superato: siete disponibili al dimezzamento immediato delle indennità e degli emolumenti di tutti i parlamentari e degli stanziamenti previsti per i gruppi parlamentari?
Noi lo abbiamo già fatto. E per farlo non occorrono complessi procedimenti di revisione costituzionale, ma solo volontà politica seria in tal senso.
10. Siete disponibili a trovare insieme una soluzione sul punto delle guarentigie costituzionali per i membri di Camera e Senato, individuando una soluzione al tema immunità che non diventi occasione di impunità? Noi sì.
Sì.
La nostra proposta in merito è semplice: affinché l’immunità non diventi occasione di impunità e tuttavia preservi il parlamentare nella sua essenziale funzione di rappresentante dei cittadini, riteniamo necessario e sufficiente cancellare le immunità attualmente previste, all’infuori della garanzia dell’insindacabilità per le opinioni e i voti espressi.
Contrariamente a quanto si è detto da parte di alcuni organi stampa, non c’è alcuna contraddizione fra l’azione del gruppo parlamentare M5s, compresa la presente lettera, e la reazione di Beppe Grillo che rappresenta solo una diversa articolazione dello stesso discorso politico per il quale l’importante è fare un buona legge elettorale.
Ora noi intendiamo , per senso di responsabilità e per non perdere altro tempo, passare sopra il teatrino che avete messo in piedi e ci auguriamo che non troviate altri pretesti. L’unica cosa a cui teniamo è che si faccia una buona legge elettorale per i cittadini. In questo senso, chiediamo serietà e reale disponibilità a un confronto.
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Paolo11
Breve cronologia dei fatti
- Abbiamo costruito una legge elettorale con migliaia di cittadini in rete, primo esperimento al mondo di democrazia partecipata
- Il 15 giugno vi abbiamo richiesto un incontro per parlarne e dare al Paese una legge elettorale in 100 giorni.
- Ci avete detto che avreste pubblicato 5 punti e che sareste stati disponibili ad un secondo incontro
- I 5 punti sono diventati 10 perché avete aggiunto altre domande.
- Lunedì 30 giugno vi abbiamo chiesto un secondo incontro per giovedì 3 luglio, per parlare di legge elettorale e rispondere alle vostre domande in modo serio in un contesto istituzionale. Ci avete comunicato che non avevate una delegazione (bisogna capire che per i politici il giovedì finisce la settimana lavorativa)
- A questo punto Guerini - non uno qualsiasi, ma il vicesegretario del PD - ha fissato come data ufficiale del secondo incontro lunedì 7 alle 15 nella sala del Cavaliere, alla Camera. Anche lo streaming era stato organizzato.
- Nel frattempo, ci avete chiesto di rispondere alle 10 domande formulate in precedenza noi lo abbiamo fatto nel modo più ufficiale possibile: con Luigi Di Maio, Vicepresidente della Camera, tramite un’intervista pubblicata domenica 6 luglio su uno dei principali quotidiani del Paese.
- Ciò non vi è bastato. Noi abbiamo risposto chiaramente alle vostre domande, ma voi poche ore prima dell’incontro, non contenti, avete preteso che rispondessimo una seconda volta per iscritto, come se il contenuto dell’intervista cambiasse da scritto su un quotidiano a scritto su una lettera.
- Alle ore 10 di oggi salta l’incontro. Ci chiediamo: come è possibile che qualcosa di così importante per gli Italiani come la legge elettorale salti perché non abbiamo risposto per la seconda volta per iscritto alle domande?
Come mai per trattare di legge elettorale con un condannato come Berlusconi non richiedete nulla, né risposte scritte, né lo streaming in modo che tutti i cittadini possano capire cosa vi siete detti? A noi non crea alcuna difficoltà ne lo streaming ne la lettera. Ma allora perché non fate altrettanto con i vostri incontri con Berlusconi.
- La nostra massima disponibilità al confronto e al dialogo ci porta a rispondere a tutti i vostri quesiti per la terza volta. Ora, in modo tale che non abbiate più alibi e non possiate più raccontare agli Italiani con la complicità dei giornalisti che il tavolo di lavoro è saltato per colpa nostra, vi riportiamo di seguito le risposte una terza volta:
1. Per noi un vincitore ci vuole sempre. L’unico modello che assicura questo oggi in Italia è la legge elettorale che assegna un premio di maggioranza al primo turno o al secondo turno. Il Movimento 5 Stelle, per esempio, ha vinto a Parma, Livorno e Civitavecchia nonostante che (sic) al primo turno abbia preso meno del 20% dei voti. Però poi al ballottaggio ha ottenuto la metà più uno dei votanti. Vi chiediamo: siete disponibili a prevedere un ballottaggio, così da avere sempre la certezza di un vincitore? Noi sì.
“Si”
Per noi quello che voi chiamate “vincitore” è il conquistatore di una vittoria di Pirro, che non garantisce in alcun modo la governabilità: speravamo che l’esperienza di “vittoria” con una schiacciante maggioranza nella scorsa legislatura vi fosse stata d’insegnamento, ma evidentemente non è così. Un modello che assicuri la certezza di un vincitore come quello disegnato nella legge Berlusconi-Renzi non esiste pressoché in nessun sistema democratico al mondo.
In ogni caso, al fine di evitare un pessima legge elettorale quale è la legge Berlusconi-Renzi nella sua attuale formulazione, e produrre un testo migliore siamo disponibili a prevedere un ballottaggio che dia ad una forza politica la maggioranza dei seggi, a condizione di evitare che la conquista del primo posto si trasformi in una corsa all’ammucchiata di tutto e il suo contrario (come è stato per l’Unione di Romano Prodi e per le coalizioni guidate da Silvio Berlusconi) che ha provocato la caduta anticipata dei rispettivi governi nel 2008 e nel 2011 nonostante la “vittoria”. Per evitarlo, la nostra proposta alternativa è formulata in questi termini:
- un primo turno proporzionale privo di soglie di sbarramento, in modo da consentire a chiunque di correre per il Parlamento e colmare il deficit di rappresentatività che la legge comporta;
- in caso di superamento della soglia del 50% + 1 dei seggi al primo turno, prevediamo un premio di governabilità minimo, che consegnerebbe al vincitore il 52% dei seggi;
- nel caso in cui nessuno raggiunga la maggioranza al primo turno, è previsto un secondo turno tra i due partiti più votati, al cui vincitore viene assegnato il 52% dei seggi.
2. Siete disponibili a assicurare un premio di maggioranza per chi vince, al primo o al secondo turno, non superiore al 15% per assicurare a chi ha vinto di avere un minimo margine di governabilità? Noi sì.
“Si”
Ferme restando le obiezioni di cui alla precedente risposta, che potranno tuttavia essere sciolte dalla Corte costituzionale nella sede del controllo preventivo previsto nella riforma costituzionale, come già evidenziato siamo disponibili alla previsione di un turno di ballottaggio, nel caso in cui il primo turno non veda nessuna forza politica ottenere la maggioranza dei seggi, con il quale sia possibile attribuire un numero di seggi tali da assicurare a chi ha vinto di avere un minimo margine di maggioranza (la governabilità è un’altra cosa, per noi).
3. Siete disponibili a ridurre l’estensione dei collegi? Noi sì.
“Si”
La riduzione dell’estensione dei collegi è possibile, ma questo e altri elementi tecnici dipendono naturalmente dall’impianto complessivo della legge e da come si vuole concretamente realizzare.
4. Siete disponibile a far verificare preventivamente la legge elettorale alla Corte costituzionale, così da evitare lo stucchevole dibattito “è incostituzionale, è costituzionale”? Noi sì.
“Sì”
Siamo disponibili a far verificare preventivamente la legge elettorale alla Corte costituzionale; quello che tuttavia abbiamo urgenza di capire è in quale modo si dovrebbe introdurre questo controllo e come dovrebbe intervenire sulla legge elettorale in discussione. Il Presidente del Consiglio ha affermato nel corso del nostro ultimo incontro che la legge elettorale sarà approvata e promulgata dopo la prima lettura da parte del Senato della riforma della Costituzione. Il che significa che il controllo non sarà previsto per la legge elettorale in discussione.
Come pensate di risolvere questa contraddizione?
5. Siete disponibili a ridurre il potere delle Regioni modificando il titolo V e riportando in capo allo Stato funzioni come le grandi infrastrutture, l’energia, la promozione turistica? Noi sì.
“Si”
Siamo disponibili ad una modifica del Titolo V, sebbene riteniamo che l’impianto proposto nell’attuale riforma non sia funzionale alla risoluzione dei problemi provocati dalla riforma del 2001. Nel merito, la riforma Renzi del Titolo V prevede l’eliminazione sia della competenza concorrente Stato-Regioni, quella in cui lo Stato dettava i principi, con “leggi-quadro” per ragioni di omogeneità e le Regioni vi davano attuazione con le loro leggi, e della competenza residuale regionale, ovvero della clausola per la quale tutto quanto non era di competenza statale o concorrente spettava alle Regioni.
Nel nuovo quadro vengono definite solo le competenze statali, e quelle regionali non sono più residuali ma sono specificamente elencate. Se il problema che la riforma Renzi mira a risolvere è quello del “chi fa cosa” e quindi del contenzioso che si crea innanzi alla Corte costituzionale bloccando o invalidando numerosissime leggi, non si capisce in che modo questa riforma lo risolverebbe.
La nuova definizione di competenze non sembra essere risolutiva del problema in questione: dove finisce, ad esempio, la “programmazione e organizzazione dei servizi sanitari” (materia di competenza regionale) e dove iniziano le “disposizioni generali e comuni per la tutela della salute” (di competenza statale)? Quale opera sarà da considerarsi “dotazione infrastrutturale” (regionale) e quale “infrastruttura strategica” (statale)?
A ciò si aggiunga la previsione di una “clausola di supremazia” per la quale «su proposta del Governo, la legge dello Stato può intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale». Anche in questo caso, si pone il problema della grave disfunzione applicativa che può produrre questa disposizione.
Non si capisce, infatti, anzitutto perché debba provenire dal Governo la proposta per l’utilizzo della clausola di supremazia in ambito legislativo, anziché dall’organo legislativo che è il Parlamento. È facile immaginare che un Governo incapace di governare, che si regge sull’abuso dell’utilizzo dello strumento della questione di fiducia per imporsi al Parlamento, utilizzerà nello stesso modo la clausola di supremazia per imporsi alle Regioni, facendo rientrare discrezionalmente qualsivoglia legge nel concetto per sua natura amplissimo e difficilmente delimitabile dell’“unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale”.
Sul ricorso a questa clausola, è facile poi prevedere altro contenzioso paralizzante innanzi alla Consulta.
Inoltre, riteniamo che vadano discusse nello specifico le materie da riportare in capo allo Stato, oltre a quelle elencate, quali ad esempio la Sanità.
6. Siete disponibili ad abbassare l’indennità del consigliere regionale a quella del sindaco del comune capoluogo e eliminare ogni forma di rimborso ai gruppi consiliari delle Regioni? Noi sì
“Sì”
Premettendo che il problema dell’indennità di consigliere regionale e di ogni forma di rimborso elettorale per i gruppi consiliari è stato già risolto dal M5S con il dimezzamento del primo e la restituzione di buona parte del secondo, non solo in sede regionale, ma anche in sede nazionale, non si capisce in che modo il Parlamento potrebbe intervenire su questa materia, che dovrebbe essere di competenza regionale. Il PD governa la maggior parte delle Regioni da molto tempo, per cui non è chiaro che cosa stia aspettando per procedere da solo in questo senso. La risposta a questa domanda è “noi sì, e lo facciamo già”
7. Siete disponibili a abolire il CNEL? Noi sì.
“Sì.”
A questo proposito, vi chiediamo: considerato che non vi è relazione diretta tra l’abolizione del CNEL e il resto del progetto di riforma, siete disposti a scorporare l’abolizione del CNEL dal resto delle riforme costituzionali, in modo da vederlo approvato ad amplissima maggioranza e in tempi più rapidi?
8. Siete disponibili a superare il bicameralismo perfetto impostando il Senato come assemblea che non si esprime sulla fiducia e non vota il bilancio? Noi sì.
“Si”
Non siamo pregiudizialmente contrari, a condizione che l’esistenza di tale assemblea abbia ancora una precisa funzione nel disegno istituzionale.
9. Siete disponibili a che il ruolo del Senatore non sia più un incarico a tempo pieno e retribuito ma il Senato sia semplicemente espressione delle autonomie territoriali? Noi sì.
“Si”
Che significa che il ruolo del Senatore deve essere un incarico non a tempo pieno e semplice espressione delle autonomie territoriali? Perché un ruolo importante come quello del rappresentante delle autonomie territoriali non dovrebbe essere a tempo pieno? Che senso avrebbe tale ruolo, al di là di quello che i rappresentanti delle autonomie già fanno nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni? Peraltro, il testo che si va formando attribuisce una serie di poteri al Sentao (elezione del Presidente, dei giudici costituzionali, dei membri laici del Csm, competenza decisionale nelle leggi di riforma costituzionale ecc.) che vanno molto al di là dei poteri locali e che sono inconciliabili con una formazione di secondo grado, per cui, sul punto, riteniamo che in presenza di tali attribuzioni sia irrinunciabile l’elettività di promo grado dei senatori.
Il problema della retribuzione è presto superato: siete disponibili al dimezzamento immediato delle indennità e degli emolumenti di tutti i parlamentari e degli stanziamenti previsti per i gruppi parlamentari?
Noi lo abbiamo già fatto. E per farlo non occorrono complessi procedimenti di revisione costituzionale, ma solo volontà politica seria in tal senso.
10. Siete disponibili a trovare insieme una soluzione sul punto delle guarentigie costituzionali per i membri di Camera e Senato, individuando una soluzione al tema immunità che non diventi occasione di impunità? Noi sì.
Sì.
La nostra proposta in merito è semplice: affinché l’immunità non diventi occasione di impunità e tuttavia preservi il parlamentare nella sua essenziale funzione di rappresentante dei cittadini, riteniamo necessario e sufficiente cancellare le immunità attualmente previste, all’infuori della garanzia dell’insindacabilità per le opinioni e i voti espressi.
Contrariamente a quanto si è detto da parte di alcuni organi stampa, non c’è alcuna contraddizione fra l’azione del gruppo parlamentare M5s, compresa la presente lettera, e la reazione di Beppe Grillo che rappresenta solo una diversa articolazione dello stesso discorso politico per il quale l’importante è fare un buona legge elettorale.
Ora noi intendiamo , per senso di responsabilità e per non perdere altro tempo, passare sopra il teatrino che avete messo in piedi e ci auguriamo che non troviate altri pretesti. L’unica cosa a cui teniamo è che si faccia una buona legge elettorale per i cittadini. In questo senso, chiediamo serietà e reale disponibilità a un confronto.
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I partiti danno lo stipendio ai parlamentari in galera.
Oggi in Ufficio di Presidenza alla Camera abbiamo discusso il nostro punto all'ordine del giorno: "sospensione dello stipendio ai parlamentari arrestati". Il motivo è semplice: se Genovese (Pd) è agli arresti domiciliari i cittadini che lo pagano a fare? LA PROPOSTA È STATA BOCCIATA! Tutti contrari, tranne il Movimento 5 Stelle e un astenuto (le nostre motivazioni nella foto). I cittadini italiani stanno pagando lo stipendio ad un politico agli arresti domiciliari e a tutti quelli arrestati. Chiedo agli elettori di Pd, Forza Italia, etc. cosa ne pensano. I partiti oggi hanno dato un pessimo esempio al Paese. Gli stessi partiti che si riempiono la bocca con la "lotta alla corruzione". Non quella intellettuale." Luigi Di Maio
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Paolo11
Oggi in Ufficio di Presidenza alla Camera abbiamo discusso il nostro punto all'ordine del giorno: "sospensione dello stipendio ai parlamentari arrestati". Il motivo è semplice: se Genovese (Pd) è agli arresti domiciliari i cittadini che lo pagano a fare? LA PROPOSTA È STATA BOCCIATA! Tutti contrari, tranne il Movimento 5 Stelle e un astenuto (le nostre motivazioni nella foto). I cittadini italiani stanno pagando lo stipendio ad un politico agli arresti domiciliari e a tutti quelli arrestati. Chiedo agli elettori di Pd, Forza Italia, etc. cosa ne pensano. I partiti oggi hanno dato un pessimo esempio al Paese. Gli stessi partiti che si riempiono la bocca con la "lotta alla corruzione". Non quella intellettuale." Luigi Di Maio
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Paolo11
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
https://www.youtube.com/watch?v=utINX7H ... ploademail
Riforme, Airola (M5S): "La democrazia è in SERIO pericolo!"
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Paolo11
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
https://www.youtube.com/watch?v=hYOpmwK ... ploademail
Riforme, Blundo (M5S): "Questa è una riforma PROSTITUZIONALE!"
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Paolo11
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Paolo11
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
http://www.beppegrillo.it/la_cosa/2014/ ... ma-renzie/
Martelli smantella la riforma di Renzie.
Vorrei proseguire smontando delle balle – chiamiamole così – che vengono dette dal signor Renzi. Parlo del vostro Governo, non di voi, perché spero che abbiate qualcosa che batte nel vostro petto e che queste cose le sentiate. Noi, infatti, siamo rappresentanti della Nazione – ricordiamocelo tutti quanti – di tutti i cittadini, non siamo rappresentanti della poltrona che occupiamo.
La prima balla è che il Parlamento non deve essere di ostacolo al Governo. Questo l’ha detto il signor Renzi. Ho già la pelle che mi si è alzata di un centimetro. Il Parlamento è un ostacolo? Queste cose le ho sentite dire solo nei regimi totalitari, neanche in quelli autoritari.
La seconda balla: l’Unione europea ci ha chiesto di fare le riforme. È una mezza verità: potremmo chiamarla, nella neolingua, una volontaria campagna di disinformazione, invece di bugia. L’Unione europea, infatti, ci ha detto di fare le riforme, ma non queste: ci ha detto di fare riforme economiche e del mercato lavoro. Ma noi abbiamo fatto male pure quelle. (Applausi dal Gruppo M5S).
Adesso facciamo anche qualche considerazione politica. Questa riforma somiglia in modo veramente inquietante a quella del 2006 e, anzi, tutti i discorsi che ho sentito fare in Aula spingono sempre di più in quella direzione. Ci credo: chi aveva voluto la riforma del 2006? Il signor Berlusconi, con il quale state facendo le riforme. Quindi non è cambiato niente, assolutamente niente.
Anche la famosa clausola di supremazia, che a nessuno qui è piaciuta, compare esattamente nello stesso modo. Si chiamava clausola di supremazia anche allora: almeno cambiategli il nome. Abbiate pazienza: dategli un altro nome.
Vorrei parlare del patto che avete fatto con zio Silvio. Quando si è parlato di questo, infatti, qualcuno scuoteva la testa, dicendo: no, noi non abbiamo promesso niente. Riflettiamo, ragioniamo assieme. In questo patto il signor Berlusconi cede tutto: vi dà una legge elettorale con la quale non va al Governo, perché i numeri sono quelli, e una riforma dell’assetto istituzionale in cui chi vince prende tutto; in cambio non prende niente. Che tipo di negoziato sarebbe questo? Pensate che quella persona, che è arrivata dove è arrivata, abbia questa capacità negoziale, di sedersi ad un tavolo dicendo: ti do tutto e non prendo niente? No. Vuol dire che c’è sotto qualcosa, ma non lo conosciamo. Non vuol dire che non ci sia. Bisogna sempre ricordarsi quel famoso detto che dicono a Wall Street a chi pensa di essere quello che sta facendo i soldi: «Se ti guardi intorno e non vedi nessun pollo, sei tu il pollo». Bene, se noi ci guardiamo intorno e non vediamo polli, vuol dire che i polli siamo noi. Anche questo va detto.
Parliamo un attimo dell’immunità, ma giusto per ricordare quello che sta succedendo in questi giorni. È arrivato un avviso di garanzia a Maroni, presidente della Regione Lombardia, il quale poteva trovarsi qui e quindi godere dell’immunità. Bene, voglio ricordare Camillo Benso conte di Cavour, che ricevette in omaggio due pesci, pescati nel canale Cavour, quello che porta il suo nome, e siccome si tratta di un canale demaniale, di proprietà dello Stato, tutto quello che c’è dentro è di proprietà dello Stato. Sapete cosa fece? Li restituì, perché non era opportuno che un Ministro del Regno prendesse in omaggio qualcosa che era di proprietà della collettività. Stiamo parlando di due pesci di fiume. Ora invece parliamo di persone che vengono rinviate a giudizio, indagate, come i consiglieri regionali del Piemonte: quattro condannati e 24 rinviati a giudizio; è normale, più del 50 per cento. Queste persone potrebbero essere qui e noi vogliamo anche dotarli di uno scudo. Perché invece ai consiglieri che non vengono in Senato non viene fornito nessuno scudo? Mi sembra abbastanza incostituzionale anche questo e dovremmo rifletterci.
Vorrei dire un’ultima cosa. Quando si parla di questi argomenti, si usa sempre la neolingua, che io uso anche se mi dà molto fastidio: “deriva autoritaria”, “scivolamento verso totalitarismo o verso l’autoritarismo”, “democrazia autoritaria” sono veramente brutte espressioni, ma salviamo il concetto.
Badate bene che quando parliamo di questo, non intendiamo che debba venire una dittatura con il manganello vero, perché quella è finita, appartiene al passato, come non esistono più le guerre, anzi le paleoguerre, come le chiamano gli storici, ma esistono le neoguerre, che si combattono in modo pulito, stando a casa e schiacciando un bottone per far partire un drone, una bomba intelligente oppure un missile lanciato da un silos a Minot, in North Dakota, a 15.000 chilometri, che colpisce un bersaglio in Russia o in Cina. Avviene così, spingendo degli innocui bottoni.
Quello che dobbiamo pensare è una nuova dittatura, leggera, nella quale rimane lo scheletro democratico perché è questa la chiave: mantenere lo scheletro democratico.
Con questo progetto di riforma, abbiamo una perfetta linea di comando. Il centro è il Presidente del Consiglio, ed è qui che questa riforma è uguale a quella del 2006, che accentrava tutto nel Presidente del Consiglio, ma lo fa in modo diverso, mettendo insieme le due cose: il Presidente del Consiglio nomina, con soli nove senatori, il suo Presidente della Repubblica, condiziona la Corte costituzionale ed il Parlamento è schiavo suo (quindi ha fatto una perfetta linea di comando) perché c’è una legge elettorale maggioritaria.
Formalmente rimane l’impianto democratico, che richiede che ci sia un Parlamento, un’elezione e degli organi di garanzia. Ma ve la ricordate l’Argentina degli anni Settanta? Era una dittatura militare eppure il Parlamento c’era e si facevano le elezioni. Andate a vedere i filmati. Si chiamavano gli alzamanos, quelli che stavano nel Parlamento, perché votavano sempre in questo modo. Allora quello che chiedo è se vogliamo essere anche noi degli alzamanos. Carlo Martelli M5S Senato. Guarda il video integrale…
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Martelli smantella la riforma di Renzie.
Vorrei proseguire smontando delle balle – chiamiamole così – che vengono dette dal signor Renzi. Parlo del vostro Governo, non di voi, perché spero che abbiate qualcosa che batte nel vostro petto e che queste cose le sentiate. Noi, infatti, siamo rappresentanti della Nazione – ricordiamocelo tutti quanti – di tutti i cittadini, non siamo rappresentanti della poltrona che occupiamo.
La prima balla è che il Parlamento non deve essere di ostacolo al Governo. Questo l’ha detto il signor Renzi. Ho già la pelle che mi si è alzata di un centimetro. Il Parlamento è un ostacolo? Queste cose le ho sentite dire solo nei regimi totalitari, neanche in quelli autoritari.
La seconda balla: l’Unione europea ci ha chiesto di fare le riforme. È una mezza verità: potremmo chiamarla, nella neolingua, una volontaria campagna di disinformazione, invece di bugia. L’Unione europea, infatti, ci ha detto di fare le riforme, ma non queste: ci ha detto di fare riforme economiche e del mercato lavoro. Ma noi abbiamo fatto male pure quelle. (Applausi dal Gruppo M5S).
Adesso facciamo anche qualche considerazione politica. Questa riforma somiglia in modo veramente inquietante a quella del 2006 e, anzi, tutti i discorsi che ho sentito fare in Aula spingono sempre di più in quella direzione. Ci credo: chi aveva voluto la riforma del 2006? Il signor Berlusconi, con il quale state facendo le riforme. Quindi non è cambiato niente, assolutamente niente.
Anche la famosa clausola di supremazia, che a nessuno qui è piaciuta, compare esattamente nello stesso modo. Si chiamava clausola di supremazia anche allora: almeno cambiategli il nome. Abbiate pazienza: dategli un altro nome.
Vorrei parlare del patto che avete fatto con zio Silvio. Quando si è parlato di questo, infatti, qualcuno scuoteva la testa, dicendo: no, noi non abbiamo promesso niente. Riflettiamo, ragioniamo assieme. In questo patto il signor Berlusconi cede tutto: vi dà una legge elettorale con la quale non va al Governo, perché i numeri sono quelli, e una riforma dell’assetto istituzionale in cui chi vince prende tutto; in cambio non prende niente. Che tipo di negoziato sarebbe questo? Pensate che quella persona, che è arrivata dove è arrivata, abbia questa capacità negoziale, di sedersi ad un tavolo dicendo: ti do tutto e non prendo niente? No. Vuol dire che c’è sotto qualcosa, ma non lo conosciamo. Non vuol dire che non ci sia. Bisogna sempre ricordarsi quel famoso detto che dicono a Wall Street a chi pensa di essere quello che sta facendo i soldi: «Se ti guardi intorno e non vedi nessun pollo, sei tu il pollo». Bene, se noi ci guardiamo intorno e non vediamo polli, vuol dire che i polli siamo noi. Anche questo va detto.
Parliamo un attimo dell’immunità, ma giusto per ricordare quello che sta succedendo in questi giorni. È arrivato un avviso di garanzia a Maroni, presidente della Regione Lombardia, il quale poteva trovarsi qui e quindi godere dell’immunità. Bene, voglio ricordare Camillo Benso conte di Cavour, che ricevette in omaggio due pesci, pescati nel canale Cavour, quello che porta il suo nome, e siccome si tratta di un canale demaniale, di proprietà dello Stato, tutto quello che c’è dentro è di proprietà dello Stato. Sapete cosa fece? Li restituì, perché non era opportuno che un Ministro del Regno prendesse in omaggio qualcosa che era di proprietà della collettività. Stiamo parlando di due pesci di fiume. Ora invece parliamo di persone che vengono rinviate a giudizio, indagate, come i consiglieri regionali del Piemonte: quattro condannati e 24 rinviati a giudizio; è normale, più del 50 per cento. Queste persone potrebbero essere qui e noi vogliamo anche dotarli di uno scudo. Perché invece ai consiglieri che non vengono in Senato non viene fornito nessuno scudo? Mi sembra abbastanza incostituzionale anche questo e dovremmo rifletterci.
Vorrei dire un’ultima cosa. Quando si parla di questi argomenti, si usa sempre la neolingua, che io uso anche se mi dà molto fastidio: “deriva autoritaria”, “scivolamento verso totalitarismo o verso l’autoritarismo”, “democrazia autoritaria” sono veramente brutte espressioni, ma salviamo il concetto.
Badate bene che quando parliamo di questo, non intendiamo che debba venire una dittatura con il manganello vero, perché quella è finita, appartiene al passato, come non esistono più le guerre, anzi le paleoguerre, come le chiamano gli storici, ma esistono le neoguerre, che si combattono in modo pulito, stando a casa e schiacciando un bottone per far partire un drone, una bomba intelligente oppure un missile lanciato da un silos a Minot, in North Dakota, a 15.000 chilometri, che colpisce un bersaglio in Russia o in Cina. Avviene così, spingendo degli innocui bottoni.
Quello che dobbiamo pensare è una nuova dittatura, leggera, nella quale rimane lo scheletro democratico perché è questa la chiave: mantenere lo scheletro democratico.
Con questo progetto di riforma, abbiamo una perfetta linea di comando. Il centro è il Presidente del Consiglio, ed è qui che questa riforma è uguale a quella del 2006, che accentrava tutto nel Presidente del Consiglio, ma lo fa in modo diverso, mettendo insieme le due cose: il Presidente del Consiglio nomina, con soli nove senatori, il suo Presidente della Repubblica, condiziona la Corte costituzionale ed il Parlamento è schiavo suo (quindi ha fatto una perfetta linea di comando) perché c’è una legge elettorale maggioritaria.
Formalmente rimane l’impianto democratico, che richiede che ci sia un Parlamento, un’elezione e degli organi di garanzia. Ma ve la ricordate l’Argentina degli anni Settanta? Era una dittatura militare eppure il Parlamento c’era e si facevano le elezioni. Andate a vedere i filmati. Si chiamavano gli alzamanos, quelli che stavano nel Parlamento, perché votavano sempre in questo modo. Allora quello che chiedo è se vogliamo essere anche noi degli alzamanos. Carlo Martelli M5S Senato. Guarda il video integrale…
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