In Italia i pensionati più tassati d'Europa
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In Italia i pensionati più tassati d'Europa
La denuncia di Confesercenti: "Nel 2014 -118 euro al mese". Dal 2008 il potere d'acquisto si è rodotto di 1.419 euro
«Nel 2014 un pensionato medio perderà 1.419 euro di potere d'acquisto rispetto al 2008. Sono oltre 118 euro in meno a mese, sottratti a consumi e ai bilanci delle famiglie. Che sempre più spesso sono sostenuti proprio dai pensionati, diventati durante la crisi pilastri del welfare familiare». Lo dice Marco Venturi, Presidente di Confesercenti, in occasione dell'annuale incontro estivo dei pensionati della Fipac-Confesercenti, tenutosi quest'anno a Brindisi. «Siamo l'unico Paese - spiega dove i pensionati pagano, in proporzione, più tasse di quando erano attivi. Accade così che il pensionato subisca un maggior prelievo rispetto al dipendente e che tale extra imposta sia più forte tanto più la pensione è bassa: 72 euro per una pensione pari a tre volte il minimo e 131 rispetto alle pensioni d'importo inferiore. Nel resto d'Europa non è così; anzi, avviene il contrario. In tutti i Paesi, a parità di reddito, un pensionato paga in misura inferiore del dipendente».
«In generale - prosegue Venturi - i nostri pensionati sono i più tartassati d'Europa. Lo possiamo verificare confrontando innanzitutto quanto paga il pensionato italiano rispetto ai suoi colleghi europei: su una pensione corrispondente a 1,5 volte il trattamento minimo Inps, un italiano paga in tasse il 9,17% dell'assegno previdenziale, mentre i suoi colleghi di Germania, Francia e Spagna e Regno Unito nulla. Ma non meno dirompente è il risultato che emerge nel caso di un trattamento pensionistico pari a tre volte il minimo: il pensionato italiano è soggetto ad un prelievo doppio rispetto a quello spagnolo, triplo rispetto a quello inglese, quadruplo rispetto a quello francese e, infine, incommensurabilmente superiore a quello tedesco: si va dagli oltre 4 mila euro sopportati dal pensionato italiano ai 39 a carico del pensionato tedesco». Insomma, conclude, «è ora di dare una svolta definitiva a questa ingiustizia, ripensando il sistema fiscale. Soprattutto si deve tener conto dell'erosione del potere d'acquisto dei pensionati, estendendo anche a loro, come primo passo, il bonus fiscale, in modo tale da ridurre almeno la perdita su base mensile. Essere anziani non può essere considerato un peso sociale: dobbiamo reagire rivendicando rispetto, dignità sociale ed economica per i nostri pensionati».
Redazione online
http://www.iltempo.it/economia/2014/06/ ... -1.1265724
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Lo hanno detto anche in TV.Allora che europa vuoi Renzi?
Queste cose non le hanno dettate L'Europa:queste cose sono state fatte dai governi nostri.
Allora si dice molte volte ce lo chiede L'Europa.
Allora diciamo questa volta te lo chiedono i pensionati Italiani.Vogliamo assomigliare agli altri paesi anche su questo?
Ciao
Paolo11
«Nel 2014 un pensionato medio perderà 1.419 euro di potere d'acquisto rispetto al 2008. Sono oltre 118 euro in meno a mese, sottratti a consumi e ai bilanci delle famiglie. Che sempre più spesso sono sostenuti proprio dai pensionati, diventati durante la crisi pilastri del welfare familiare». Lo dice Marco Venturi, Presidente di Confesercenti, in occasione dell'annuale incontro estivo dei pensionati della Fipac-Confesercenti, tenutosi quest'anno a Brindisi. «Siamo l'unico Paese - spiega dove i pensionati pagano, in proporzione, più tasse di quando erano attivi. Accade così che il pensionato subisca un maggior prelievo rispetto al dipendente e che tale extra imposta sia più forte tanto più la pensione è bassa: 72 euro per una pensione pari a tre volte il minimo e 131 rispetto alle pensioni d'importo inferiore. Nel resto d'Europa non è così; anzi, avviene il contrario. In tutti i Paesi, a parità di reddito, un pensionato paga in misura inferiore del dipendente».
«In generale - prosegue Venturi - i nostri pensionati sono i più tartassati d'Europa. Lo possiamo verificare confrontando innanzitutto quanto paga il pensionato italiano rispetto ai suoi colleghi europei: su una pensione corrispondente a 1,5 volte il trattamento minimo Inps, un italiano paga in tasse il 9,17% dell'assegno previdenziale, mentre i suoi colleghi di Germania, Francia e Spagna e Regno Unito nulla. Ma non meno dirompente è il risultato che emerge nel caso di un trattamento pensionistico pari a tre volte il minimo: il pensionato italiano è soggetto ad un prelievo doppio rispetto a quello spagnolo, triplo rispetto a quello inglese, quadruplo rispetto a quello francese e, infine, incommensurabilmente superiore a quello tedesco: si va dagli oltre 4 mila euro sopportati dal pensionato italiano ai 39 a carico del pensionato tedesco». Insomma, conclude, «è ora di dare una svolta definitiva a questa ingiustizia, ripensando il sistema fiscale. Soprattutto si deve tener conto dell'erosione del potere d'acquisto dei pensionati, estendendo anche a loro, come primo passo, il bonus fiscale, in modo tale da ridurre almeno la perdita su base mensile. Essere anziani non può essere considerato un peso sociale: dobbiamo reagire rivendicando rispetto, dignità sociale ed economica per i nostri pensionati».
Redazione online
http://www.iltempo.it/economia/2014/06/ ... -1.1265724
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Lo hanno detto anche in TV.Allora che europa vuoi Renzi?
Queste cose non le hanno dettate L'Europa:queste cose sono state fatte dai governi nostri.
Allora si dice molte volte ce lo chiede L'Europa.
Allora diciamo questa volta te lo chiedono i pensionati Italiani.Vogliamo assomigliare agli altri paesi anche su questo?
Ciao
Paolo11
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Re: In Italia i pensionati più tassati d'Europa
“E i negozi chiudono”
“PER OGNI ESERCIZIO CHE NASCE NE MUOIONO DUE”
L’avvento del Cicciobello gigliato ha spaccato la sinistra di base in due. Forse è un bene perché ha fatto da filtro ad una posizione equivoca che dura da sempre: “Il perché considerarsi di sinistra”.
E’ senz’altro un male perché dividersi rafforza da sempre gli avversari. Ritengo che non sia affatto un caso che Antonio Gramsci abbia chiamato il suo giornale “L’Unità”, da anni diventato il portavoce della nuova Democrazia cristiana e sostenitore occulto del Caimano ( E’ stato Furio Colombo, circa nove mesi fa, a precisare su Il Fatto Quotidiano che quando è stato condirettore del giornale di Gramsci con Padellaro, il gruppo Ds al Senato ha minacciato la direzione dell’Unità di smettere gli attacchi a Silvio Berlusconi, altrimenti avrebbero sospeso le sovvenzioni del Senato al quotidiano).
Da Wikipedia possiamo trarre anche questa informazione:
Tra il 2001 e il 2005 fu direttore de l'Unità, e tra il 2000 e il 2005 diresse la rivistaL'architettura. Cronache e storia.
Secondo quanto riportato da Panorama, Marco Travaglio, allora collaboratore de l’Unità, spiegò l'abbandono di Colombo con "mesi di mobbing praticato da ben noti ambienti DS, insofferenti per la linea troppo autonoma, troppo aperta, diciamo pure troppo libera del giornale". La ragione, secondo Travaglio, stava nel fatto che l’Unità era l’unica “a dire le cose che non si possono dire e a vedere le cose che si preferisce non vedere”. In particolare a chiamare “le cose con il loro nome: guerra la guerra e non missione di pace; separatismo il separatismo e non federalismo fiscale; razzismo il razzismo e non sicurezza; inciucio l’inciucio e non riformismo”, e così via»[2].
Con i “sinistri” che si dichiararono tali e sostengono apertamente Cicciobello, è diventato impossibile confrontarsi anche sulle cose più banali.
Ad esempio, mi capita da mesi di essere contestato circa i vari dati economici che troviamo regolarmente sui quotidiani o che riportano le tv. Sono falsi, mi ripetono. Nello specifico dicono sempre quanti sono i negozi che chiudono, ma non riportano quelli che aprono (Lo stesso dicasi per le aziende).
C’è questa malattia tutta tricolore che proviene dal ventennio fascista, dove non si deve dire mai la verità, come d’altra parte sostiene Travaglio.
Quando nel Nord Africa nel 1942, gli Anglo Americani ci massacravano di brutto per palese superiorità di mezzi, agli italiani l’Eiar, i Giornali Luce e i quotidiani, agli italioti in camicia nera raccontavano che si trattava di ritirate strategiche.
Un po’ come dal 2012 a cominciare da Supermario, ci raccontavano che vedevano la luce in fondo al tunnel.
Lo ha fatto anche Lettanipote, mentre oggi apprendiamo del flop del suo bonus giovani.
Oggi i media, compreso Il Fatto, riportano i dati della Confersercenti e della Confcommercio.
“PER OGNI ESERCIZIO CHE NASCE NE MUOIONO DUE”
Eppure, chi mi contesta è un’anziano commerciante in pensione che nella vita ha sempre fatto il commerciante.
Certe cose dovrebbe conoscerle piuttosto bene.
Quando un negozio chiude è perché non ha più mercato. Non ha clienti sufficienti a mantenere attivo l’esercizio.
E quando un negozio chiude non è che il nuovo può avere maggiore fortuna. Quando manca il mercato non c’è niente da fare per nessuno.
Ma questi sono i tempi del secondo ventennio del berlusconismo senza Berlusconi. Sorprende non poco che a sostenerlo siano ex sinistri o dichiaratisi tali.
Fratture di questo genere a mio avviso non si ricompongono più.
La domanda sorge spontanea: “Ma quando gli italiani smetteranno di far finta di non vedere la realtà?”
Bisogna che ritornino le truppe Alleate per liberare un’altra volta l’Italia per capire che è ora di cambiare veramente e non secondo annunci su annunci???
******
I pensionati italiani i più tassati della Ue E i negozi chiudono
(Giulia Merlo).
29/06/2014 di triskel182
I NOSTRI ANZIANI PAGANO PIÙ IMPOSTE RISPETTO A QUANDO LAVORAVANO. PER OGNI ESERCIZIO CHE NASCE NE MUOIONO DUE.
Pensionati supertassati e negozi che chiudono: questo il quadro a tinte fosche dell’Italia nei primi mesi del 2014, presentato da Confesercenti e Confcommercio.
PENSIONI Italia è il paese più longevo d’Europa, ma anche quello che tratta peggio i propri pensionati. Gli anziani, dopo una vita di contributi, pagano proporzionalmente più tasse di quando lavoravano. “Un anziano che riceve un assegno mensile di 1500 euro lordi detrae 72 euro in meno rispetto a quanto fa, invece, un lavoratore dipendente con un reddito dello stesso importo”, ha spiegato il presidente Marco Venturi, durante la festa nazionale della Fipc (Federazione Italiana Pensionati del Commercio).
L’anomalia maggiore, però, è che il prelievo fiscale è tanto maggiore quanto più la pensione è bassa. Le pensioni sotto i 1500 euro, infatti, possono detrarre 131 euro in meno dei lavoratori con lo stesso reddito.
Le pensioni, però, non vengono erose solo dalle tasse. Nel 2014 i nonni italiani hanno perso 1419 euro di potere d’acquisto rispetto al 2008. “Sono oltre 118 euro al mese, sottratti a consumi e ai bilanci delle famiglie” ha specificato Venturi, secondo cui è sempre più indispensabile una riforma del sistema fiscale, che estenda anche ai pensionati il bonus fiscale, in modo da ammortizzare, almeno in parte, la perdita su base mensile.
EUROPA Opposta la situazione nel resto d’Europa: sulla stessa pensione da 1500 euro, un nonno romano paga il doppio rispetto a un suo “collega” spagnolo, il triplo rispetto a un inglese e cento volte di più rispetto a un tedesco. “Un pensionato italiano paga il circa 4000 euro l’anno di tasse, il 20,7% di quanto riceve dall’Imps – ha spiegato Venturi – in Germania quello stesso pensionato invece è tassato allo 0,2, pari a 39 euro annui”. E il discorso non cambia nemmeno quando si considerano pensioni più basse: chi riceve circa 750 euro, -1,5 volte il trattamento minimo – è tassato al 9,17%. La stessa pensione in Germania, Francia e Spagna sarebbe, invece, esentasse.
COMMERCIO Nei primi cinque mesi dell’anno, per ogni nuovo negozio aperto due hanno chiuso. I più colpiti sono stati bar e ristoranti, aumentano invece le licenze per il commercio ambulante.
Unica per quanto magra consolazione è che il dato – fornito dall’Osservatorio sulla demografia delle imprese della Confcommercio – è comunque migliore rispetto a quello registrato nello stesso periodo nel 2013: 52.716 esercizi chiusi quest’anno, contro i 55.815 dell’anno scorso.
Il più colpito è il Meridione, con 17mila imprese in meno. Secondo l’Osservatorio, i dati confermano come non ci siano ancora segnali concreti di una vera ripresa, anche se “le imprese stanno riuscendo a contenere gli effetti della crisi, nonostante una domanda interna stagnante, l’elevata pressione fiscale e i mancati pagamenti dei debiti della p.a.”.
Da Il Fatto Quotidiano del 29/06/2014.
NB. Questo articolo non prevede ancora gli effetti della TASI. Inoltre, come abbiamo letto negli ultimi giorni, la Rai chiederà alle imprese dotate di computer (tutte) una tassa di 457 euro. (Effetto Cicciobello che ha chiesto 150 milioni alla Rai????)
E poi ci sarà la tassa per la spazzatura opportunamente moltiplicata.
Ne riparliamo a settembre, con la nuova ondata di chiusure e di aumento della disoccupazione.
“PER OGNI ESERCIZIO CHE NASCE NE MUOIONO DUE”
L’avvento del Cicciobello gigliato ha spaccato la sinistra di base in due. Forse è un bene perché ha fatto da filtro ad una posizione equivoca che dura da sempre: “Il perché considerarsi di sinistra”.
E’ senz’altro un male perché dividersi rafforza da sempre gli avversari. Ritengo che non sia affatto un caso che Antonio Gramsci abbia chiamato il suo giornale “L’Unità”, da anni diventato il portavoce della nuova Democrazia cristiana e sostenitore occulto del Caimano ( E’ stato Furio Colombo, circa nove mesi fa, a precisare su Il Fatto Quotidiano che quando è stato condirettore del giornale di Gramsci con Padellaro, il gruppo Ds al Senato ha minacciato la direzione dell’Unità di smettere gli attacchi a Silvio Berlusconi, altrimenti avrebbero sospeso le sovvenzioni del Senato al quotidiano).
Da Wikipedia possiamo trarre anche questa informazione:
Tra il 2001 e il 2005 fu direttore de l'Unità, e tra il 2000 e il 2005 diresse la rivistaL'architettura. Cronache e storia.
Secondo quanto riportato da Panorama, Marco Travaglio, allora collaboratore de l’Unità, spiegò l'abbandono di Colombo con "mesi di mobbing praticato da ben noti ambienti DS, insofferenti per la linea troppo autonoma, troppo aperta, diciamo pure troppo libera del giornale". La ragione, secondo Travaglio, stava nel fatto che l’Unità era l’unica “a dire le cose che non si possono dire e a vedere le cose che si preferisce non vedere”. In particolare a chiamare “le cose con il loro nome: guerra la guerra e non missione di pace; separatismo il separatismo e non federalismo fiscale; razzismo il razzismo e non sicurezza; inciucio l’inciucio e non riformismo”, e così via»[2].
Con i “sinistri” che si dichiararono tali e sostengono apertamente Cicciobello, è diventato impossibile confrontarsi anche sulle cose più banali.
Ad esempio, mi capita da mesi di essere contestato circa i vari dati economici che troviamo regolarmente sui quotidiani o che riportano le tv. Sono falsi, mi ripetono. Nello specifico dicono sempre quanti sono i negozi che chiudono, ma non riportano quelli che aprono (Lo stesso dicasi per le aziende).
C’è questa malattia tutta tricolore che proviene dal ventennio fascista, dove non si deve dire mai la verità, come d’altra parte sostiene Travaglio.
Quando nel Nord Africa nel 1942, gli Anglo Americani ci massacravano di brutto per palese superiorità di mezzi, agli italiani l’Eiar, i Giornali Luce e i quotidiani, agli italioti in camicia nera raccontavano che si trattava di ritirate strategiche.
Un po’ come dal 2012 a cominciare da Supermario, ci raccontavano che vedevano la luce in fondo al tunnel.
Lo ha fatto anche Lettanipote, mentre oggi apprendiamo del flop del suo bonus giovani.
Oggi i media, compreso Il Fatto, riportano i dati della Confersercenti e della Confcommercio.
“PER OGNI ESERCIZIO CHE NASCE NE MUOIONO DUE”
Eppure, chi mi contesta è un’anziano commerciante in pensione che nella vita ha sempre fatto il commerciante.
Certe cose dovrebbe conoscerle piuttosto bene.
Quando un negozio chiude è perché non ha più mercato. Non ha clienti sufficienti a mantenere attivo l’esercizio.
E quando un negozio chiude non è che il nuovo può avere maggiore fortuna. Quando manca il mercato non c’è niente da fare per nessuno.
Ma questi sono i tempi del secondo ventennio del berlusconismo senza Berlusconi. Sorprende non poco che a sostenerlo siano ex sinistri o dichiaratisi tali.
Fratture di questo genere a mio avviso non si ricompongono più.
La domanda sorge spontanea: “Ma quando gli italiani smetteranno di far finta di non vedere la realtà?”
Bisogna che ritornino le truppe Alleate per liberare un’altra volta l’Italia per capire che è ora di cambiare veramente e non secondo annunci su annunci???
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I pensionati italiani i più tassati della Ue E i negozi chiudono
(Giulia Merlo).
29/06/2014 di triskel182
I NOSTRI ANZIANI PAGANO PIÙ IMPOSTE RISPETTO A QUANDO LAVORAVANO. PER OGNI ESERCIZIO CHE NASCE NE MUOIONO DUE.
Pensionati supertassati e negozi che chiudono: questo il quadro a tinte fosche dell’Italia nei primi mesi del 2014, presentato da Confesercenti e Confcommercio.
PENSIONI Italia è il paese più longevo d’Europa, ma anche quello che tratta peggio i propri pensionati. Gli anziani, dopo una vita di contributi, pagano proporzionalmente più tasse di quando lavoravano. “Un anziano che riceve un assegno mensile di 1500 euro lordi detrae 72 euro in meno rispetto a quanto fa, invece, un lavoratore dipendente con un reddito dello stesso importo”, ha spiegato il presidente Marco Venturi, durante la festa nazionale della Fipc (Federazione Italiana Pensionati del Commercio).
L’anomalia maggiore, però, è che il prelievo fiscale è tanto maggiore quanto più la pensione è bassa. Le pensioni sotto i 1500 euro, infatti, possono detrarre 131 euro in meno dei lavoratori con lo stesso reddito.
Le pensioni, però, non vengono erose solo dalle tasse. Nel 2014 i nonni italiani hanno perso 1419 euro di potere d’acquisto rispetto al 2008. “Sono oltre 118 euro al mese, sottratti a consumi e ai bilanci delle famiglie” ha specificato Venturi, secondo cui è sempre più indispensabile una riforma del sistema fiscale, che estenda anche ai pensionati il bonus fiscale, in modo da ammortizzare, almeno in parte, la perdita su base mensile.
EUROPA Opposta la situazione nel resto d’Europa: sulla stessa pensione da 1500 euro, un nonno romano paga il doppio rispetto a un suo “collega” spagnolo, il triplo rispetto a un inglese e cento volte di più rispetto a un tedesco. “Un pensionato italiano paga il circa 4000 euro l’anno di tasse, il 20,7% di quanto riceve dall’Imps – ha spiegato Venturi – in Germania quello stesso pensionato invece è tassato allo 0,2, pari a 39 euro annui”. E il discorso non cambia nemmeno quando si considerano pensioni più basse: chi riceve circa 750 euro, -1,5 volte il trattamento minimo – è tassato al 9,17%. La stessa pensione in Germania, Francia e Spagna sarebbe, invece, esentasse.
COMMERCIO Nei primi cinque mesi dell’anno, per ogni nuovo negozio aperto due hanno chiuso. I più colpiti sono stati bar e ristoranti, aumentano invece le licenze per il commercio ambulante.
Unica per quanto magra consolazione è che il dato – fornito dall’Osservatorio sulla demografia delle imprese della Confcommercio – è comunque migliore rispetto a quello registrato nello stesso periodo nel 2013: 52.716 esercizi chiusi quest’anno, contro i 55.815 dell’anno scorso.
Il più colpito è il Meridione, con 17mila imprese in meno. Secondo l’Osservatorio, i dati confermano come non ci siano ancora segnali concreti di una vera ripresa, anche se “le imprese stanno riuscendo a contenere gli effetti della crisi, nonostante una domanda interna stagnante, l’elevata pressione fiscale e i mancati pagamenti dei debiti della p.a.”.
Da Il Fatto Quotidiano del 29/06/2014.
NB. Questo articolo non prevede ancora gli effetti della TASI. Inoltre, come abbiamo letto negli ultimi giorni, la Rai chiederà alle imprese dotate di computer (tutte) una tassa di 457 euro. (Effetto Cicciobello che ha chiesto 150 milioni alla Rai????)
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Re: In Italia i pensionati più tassati d'Europa
Giù le mani dai pensionati
E’ una constatazione, un fatto che le vere pensioni d’oro, quelle diciamo di venti, trenta o novantamila EURO mensili, non si possono proprio toccare: lo ha recentemente stabilito la Corte Costituzionale.
Ma quelle di 2 o 3mila euro sì, eccome se si possono toccare; pare proprio infatti che per queste ultime l’ente previdenziale statale sia stato “legittimato” a toccarle e ritoccarle, senza, si badi bene, alcuna censura da parte della Consulta che però aveva giudicato incostituzionali i “ritocchi” alle pensioni “ricche”, ed anche questo è un fatto.
E così, per legge (!), giù le mani dalle pensioni “ricche” ma non già da quelle medio basse le quali non più tutelate divengono di fatto bottini da saccheggiare a piene mani!
Italia, anno 2014: ci sono appunto le tanto discusse e contestate pensioni d’oro, forse non tutte legittimamente guadagnate, come esistono i vergognosi compensi di chi occupa decine di poltrone contemporaneamente; ma ci sono anche le indecenti entrate stratosferiche dei top manager che portano le aziende al fallimento e quelle altrettanto immorali ed esose dei commissari straordinari puntualmente preposti alle gestioni post fallimentari; poi ci sono i profitti in nero di disonesti liberi professionisti in camice, tuta o cravatta che non emettono fatture e scontrini fiscali, e ci sono gli illeciti quanto allegri vitalizi, benefit e assurdi rimborsi di politici e amministratori pubblici, perdurano le baby pensioni, persistono gli sproporzionati stipendi di categorie privilegiate come stenografi, commessi et similia dei Palazzi istituzionali, vegetano le false pensioni di invalidità, rimangono le pensioni incassate per conto dei titolari defunti, resistono le pensioni a favore di mafiosi e terroristi, ecc.
Poi ci sono le pensioni “versate” come quelle da reddito di lavoro dipendente, maturate lavorando e versando i contributi per quarant’anni; si tratta di oneste pensioni, ieri versate ed oggi rimborsate, che continuano ad essere prese di mira da un po’ tutti i Governi e che, con la complicità delle stesse organizzazioni sindacali, sono continuamente tassate e tartassate. Queste pensioni, qualche anno fa bloccate e “congelate” nel loro legittimo ancorchè esiguo adeguamento ISTAT al costo della vita, restano a tutt’oggi pensioni di “ghiaccio” ovvero prive dell’annuale indicizzazione; spettanze accumulate in tanti anni di versamenti ma, in quanto non rivalutate nel tempo, destinate a “sciogliersi”, ad assottigliarsi sempre più sia rispetto a quelle di altre categorie sia rispetto al potere di acquisto.
Insomma, pensioni legittime decurtate illegittimamente mentre tasse, bollette e costo della vita sono sempre in crescita e mentre vicende di frodi, evasioni fiscali e fatti di diffusa corruzione e disonestà perseverano, spesso impuniti, accompagnandoci tristemente nella nostra vita di ogni giorno
Mettiamo fine a questo sopruso amministrativo, a questa prepotenza anticostituzionale; solo reintegrando la legittima rivalutazione delle pensioni e restituendo il malloppo ai pensionati lo Stato renderà loro diritti e dignità.
Virgilio Conti
http://lettere-e-risposte.blogautore.es ... ensionati/
E’ una constatazione, un fatto che le vere pensioni d’oro, quelle diciamo di venti, trenta o novantamila EURO mensili, non si possono proprio toccare: lo ha recentemente stabilito la Corte Costituzionale.
Ma quelle di 2 o 3mila euro sì, eccome se si possono toccare; pare proprio infatti che per queste ultime l’ente previdenziale statale sia stato “legittimato” a toccarle e ritoccarle, senza, si badi bene, alcuna censura da parte della Consulta che però aveva giudicato incostituzionali i “ritocchi” alle pensioni “ricche”, ed anche questo è un fatto.
E così, per legge (!), giù le mani dalle pensioni “ricche” ma non già da quelle medio basse le quali non più tutelate divengono di fatto bottini da saccheggiare a piene mani!
Italia, anno 2014: ci sono appunto le tanto discusse e contestate pensioni d’oro, forse non tutte legittimamente guadagnate, come esistono i vergognosi compensi di chi occupa decine di poltrone contemporaneamente; ma ci sono anche le indecenti entrate stratosferiche dei top manager che portano le aziende al fallimento e quelle altrettanto immorali ed esose dei commissari straordinari puntualmente preposti alle gestioni post fallimentari; poi ci sono i profitti in nero di disonesti liberi professionisti in camice, tuta o cravatta che non emettono fatture e scontrini fiscali, e ci sono gli illeciti quanto allegri vitalizi, benefit e assurdi rimborsi di politici e amministratori pubblici, perdurano le baby pensioni, persistono gli sproporzionati stipendi di categorie privilegiate come stenografi, commessi et similia dei Palazzi istituzionali, vegetano le false pensioni di invalidità, rimangono le pensioni incassate per conto dei titolari defunti, resistono le pensioni a favore di mafiosi e terroristi, ecc.
Poi ci sono le pensioni “versate” come quelle da reddito di lavoro dipendente, maturate lavorando e versando i contributi per quarant’anni; si tratta di oneste pensioni, ieri versate ed oggi rimborsate, che continuano ad essere prese di mira da un po’ tutti i Governi e che, con la complicità delle stesse organizzazioni sindacali, sono continuamente tassate e tartassate. Queste pensioni, qualche anno fa bloccate e “congelate” nel loro legittimo ancorchè esiguo adeguamento ISTAT al costo della vita, restano a tutt’oggi pensioni di “ghiaccio” ovvero prive dell’annuale indicizzazione; spettanze accumulate in tanti anni di versamenti ma, in quanto non rivalutate nel tempo, destinate a “sciogliersi”, ad assottigliarsi sempre più sia rispetto a quelle di altre categorie sia rispetto al potere di acquisto.
Insomma, pensioni legittime decurtate illegittimamente mentre tasse, bollette e costo della vita sono sempre in crescita e mentre vicende di frodi, evasioni fiscali e fatti di diffusa corruzione e disonestà perseverano, spesso impuniti, accompagnandoci tristemente nella nostra vita di ogni giorno
Mettiamo fine a questo sopruso amministrativo, a questa prepotenza anticostituzionale; solo reintegrando la legittima rivalutazione delle pensioni e restituendo il malloppo ai pensionati lo Stato renderà loro diritti e dignità.
Virgilio Conti
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Re: In Italia i pensionati più tassati d'Europa
Abbiamo perso per due anni l'indicizzazione delle pensioni, adeguandole al costo della vita.In compenso le aliquote autostradali sono aumentate in dismisura L'acqua in pochi anni è aumentata del 80% e cosi via.Mi domando acqua gas ecc..... non incidono al necleo famigliare?
Altra cosa che non ho mai digerito.Se in una famiglia di due pensionati per quale motivo alla morte del marito la moglie prende il 60% della pensione di reversibilità essendo una casalinga.Troverei piu giusto non toccarla essendoci solo una pensione che entra in casa.iscaldamento luce gas ecc......le cifre rimangono.
Ciao
Paolo11
Altra cosa che non ho mai digerito.Se in una famiglia di due pensionati per quale motivo alla morte del marito la moglie prende il 60% della pensione di reversibilità essendo una casalinga.Troverei piu giusto non toccarla essendoci solo una pensione che entra in casa.iscaldamento luce gas ecc......le cifre rimangono.
Ciao
Paolo11
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