Livorno 2014
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Re: Livorno 2014
Dopo la segnalazione di pancho del post precedente, rendo noto che alcuni miei post verranno postati 2 volte.
La prima volta nel thread specifico al fine di non disperdere la raccolta di documenti come osserva l'amico pancho, e la seconda volta nel thread che si presta alla discussione. Quando avrete sentore di averlo già letto basta solo passare oltre.
*********
Finalmente qualcuno si occupa di POLICAMP LIVORNO.
Riforme, Landini: 'Serve iniziativa
come già fatto per difendere la Carta'
Il segretario Fiom, dal PolitiCamp 2014 di Livorno, evento organizzato da Civati, risponde così a chi dice che il sindacato ha detto poco sulle riforme costituzionali
di Emilia Trevisani
Video
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/07/ ... ta/288342/
Tra gli ospiti della prima delle tre giornate PolitiCamp 2014 organizzate a Livorno da Pippo Civati erano presenti Fabrizio Barca, economista e politico, e Maurizio Landini, segretario Fiom. A proposito della manifestazione Barca ha affermato: “Mi auguro che vengano fuori un sacco di idee, che ci sia un bel confronto e magari qualche sana litigata“. Mentre dal palco del PolitiCamp, a chi afferma che il sindacato ha detto poco a proposito delle riforme costituzionali, Maurizio Landini ricorda la manifestazione dell’ottobre 2013, ‘Via Maestra’, organizzata dalla Fiom e da costituzionalisti come Rodotà, Zagreblesky e Carlassarre proprio in difesa della Costituzione e afferma: “Secondo me bisognerebbe pensare a rimettere in campo un’iniziativa che metta insieme il lavoro e l’applicazione della Costituzione”. E aggiunge: “Personalmente avere un Senato che non è elettivo non mi convince” di Emilia Trevisani
La prima volta nel thread specifico al fine di non disperdere la raccolta di documenti come osserva l'amico pancho, e la seconda volta nel thread che si presta alla discussione. Quando avrete sentore di averlo già letto basta solo passare oltre.
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Finalmente qualcuno si occupa di POLICAMP LIVORNO.
Riforme, Landini: 'Serve iniziativa
come già fatto per difendere la Carta'
Il segretario Fiom, dal PolitiCamp 2014 di Livorno, evento organizzato da Civati, risponde così a chi dice che il sindacato ha detto poco sulle riforme costituzionali
di Emilia Trevisani
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Tra gli ospiti della prima delle tre giornate PolitiCamp 2014 organizzate a Livorno da Pippo Civati erano presenti Fabrizio Barca, economista e politico, e Maurizio Landini, segretario Fiom. A proposito della manifestazione Barca ha affermato: “Mi auguro che vengano fuori un sacco di idee, che ci sia un bel confronto e magari qualche sana litigata“. Mentre dal palco del PolitiCamp, a chi afferma che il sindacato ha detto poco a proposito delle riforme costituzionali, Maurizio Landini ricorda la manifestazione dell’ottobre 2013, ‘Via Maestra’, organizzata dalla Fiom e da costituzionalisti come Rodotà, Zagreblesky e Carlassarre proprio in difesa della Costituzione e afferma: “Secondo me bisognerebbe pensare a rimettere in campo un’iniziativa che metta insieme il lavoro e l’applicazione della Costituzione”. E aggiunge: “Personalmente avere un Senato che non è elettivo non mi convince” di Emilia Trevisani
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Re: Livorno 2014
Riforma Senato, Civati: ‘Noi gufi? Allodole’. Chiti: ‘L’ultima parola spetti ai cittadini’
Video
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/07/ ... ni/288344/
Al via la tre giorni di INCONTRI e dibattiti del PolitiCamp 2014 di Pippo Civati a Livorno, la città ex feudo del Pd e che dalle scorse elezioni dell’8 giugno ha un sindaco del Movimento Cinque Stelle. Il deputato del Pd Civati sceglie la città toscana per parlare con numerosi ospiti di un futuro possibile per la sinistra e per il partito. Tra i relatori spicca anche il senatore Pd Vannino Chiti, contrario al Senato non elettivo. Dal palco afferma che “anche se ci fosse la possibilità di veder passare la riforma Costituzionale per lui più convincente, in ogni caso ci dovrebbe essere il referendum confermativo da parte dei cittadini” di David Evangelisti ed Emilia Trevisani
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/07/ ... ni/288344/
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Al via la tre giorni di INCONTRI e dibattiti del PolitiCamp 2014 di Pippo Civati a Livorno, la città ex feudo del Pd e che dalle scorse elezioni dell’8 giugno ha un sindaco del Movimento Cinque Stelle. Il deputato del Pd Civati sceglie la città toscana per parlare con numerosi ospiti di un futuro possibile per la sinistra e per il partito. Tra i relatori spicca anche il senatore Pd Vannino Chiti, contrario al Senato non elettivo. Dal palco afferma che “anche se ci fosse la possibilità di veder passare la riforma Costituzionale per lui più convincente, in ogni caso ci dovrebbe essere il referendum confermativo da parte dei cittadini” di David Evangelisti ed Emilia Trevisani
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Re: Livorno 2014
l’Unità 13.7.14
Vendola: «Sel spaccata dal fascino di Renzi». Oggi da Pippo
di Giuseppe Vittori
Nichi Vendola non uscirà di scena, nessuna migrazione in Canada dove «fa troppo freddo», piuttosto alla scadenza del suo mandato da governatore della Puglia, nel 2015, si dedicherà a tempo pieno a Sinistra e Libertà.
Apertissimo il dialogo con la sinistra Pd di Pippo Civati, l’importante non è creare «un nuovo soggetto in provetta» ma creare una rete di relazioni, luoghi di confronto dove «coltivare pensieri e innovazione assieme a tutti coloro che non si arrendono al mito della governabilità o alla irresistibile ascesa del renzismo»: è uno dei punti approvati ieri alla fine dell’Assemblea nazionale di Sel.
Il primo momento di discussione ampia nel partito dopo l’uscita di dodici parlamentari compreso il capogruppo Gennaro Migliore (sostituito da Arturo Scotto) e il tesoriere (votato ieri Franco Bonato), in vista della conferenza programmatica in autunno. Lo strappo nel partito secondo Vendola è stata una costruzione mediatica, ma non si può nascondere che il problema sia il rapporto con il governo, anzi, il leader di Sel afferma che la «il renzismo, Renzi e il suo fascino », la sua «narrazione. Questo ha causato la frattura vera, il resto sono chiacchiere ».
Il premier viene additato dal leader di Sel come «l’autore del delitto» compiuto sul centrosinistra con le larghe intese. Bocciate senza mezzi termini le riforme costituzionali che favoriscono, secondo Vendola, «una dittatura della maggioranza » con delle modalità di dibattito che «umiliano il Parlamento».
Ma d’altra parte il partito della sinistra prevede (o auspica) che «in questa maggioranza si creino delle crepe», del resto è noto che se il Nuovo centrodestra di Alfano uscisse, Sel sarebbe disposta a sostenere il governo. La porta del dialogo con il Pd è comunque aperta, intendendo però il «campo largo» che guarda alla sinistra del Partito democratico. Infatti, come primo atto di quel fare «rete», stamattina Vendola parteciperà ai lavori di «Politicamp 2014», la convention promossa da Pippo Civati a Livorno. «A Civati potremo dire non solo di fare battaglie insieme, ma anche di socializzare saperi, conoscenze, vocabolario », ha detto Vendola, che oggi proporrà al deputato Pd «di dotare le nostre comunità di uno strumento, un settimanale on line dove depositare il senso delle nostre battaglie, dei nostri pensieri».
Altro polo di riferimento resta la Lista Tsipras: tutti invitati a partecipare all’Assemblea nazionale il 19 luglio a Roma per fare «campagne comuni» come quella referendaria contro l’austerity, lontanissima da quelle che Vendola chiama le «pantomime Renzi-Merkel».
Le linee guida di Sel sono sempre le stesse: «Ovunque andremo, con chiunque parleremo, diremo che non ci interessano un riformismo senz’anima e un radicalismo incendiario a chiacchiere. Lo diremo a tutti gli interlocutori».
Nel suo intervento all’Assemblea nazionale riunita al Centro Congressi Frentani, Nichi Vendola ha denunciato che la scissione sarebbe stata, secondo lui, «architettata con una cura per la comunicazione mediatica», i dieci fuoriusciti «sono andati via poco alla volta, per dare la sensazione di uno schianto, di uno smontaggio di una comunità» ch comunque è ancora «viva».
Vendola si prepara a tornare leader a tempo pieno: «Per quanto mi piaccia il Canada, non potrei mai andare a vivere in un luogo così lontano dal sole del Mediterraneo », ha detto ironizzando sulle ipotesi di un suo «esilio» volontario, poi ha fatto notare il paradosso della svolta pro-gay a Palazzo Grazioli: «Che io debba essere liberato nei miei diritti da Dudù mi fa un po’ specie...».
Poi ha ricordato il ruolo di Sel, come «pungolo» per il governo sul lavoro e prevedendo un autunno caldo; parlando con la bandiera arcobaleno sul palco Vendola ha criticato il «silenzio» di Renzi sul massacro in Medio Oriente. Però, partendo dal tema della legge mai riformata sul conflitto di interessi, insiste «sulla possibilità che in questa legislatura si possa determinare una crepa di questa maggioranza. Auspico una nuova e diversa maggioranza senza le destre che liberi il paese. Lavoriamo per questo», per demolire il «patto costituente con il padre della patria Berlusconi. È molto di più della bicamerale di D’Alema che Renzi aborriva». Oltretutto, se Berlusconi sarà condannato, il patto potrebbe anche saltare.
Bocciato il testo delle riforme costituzionali: il ddl Boschi «aggrava la condizione di esclusione delle minoranze, la democrazia non può essere una dittatura della maggioranza», controllata «militarmente » nel dibattito.
«Vendola pensa a Pippo Civati, al quale proporrà, ha spiegato, “di dotare le nostre comunità di uno strumento, un settimanale on line dove depositare il senso delle nostre battaglie, dei nostri pensieri”»
Vendola: «Sel spaccata dal fascino di Renzi». Oggi da Pippo
di Giuseppe Vittori
Nichi Vendola non uscirà di scena, nessuna migrazione in Canada dove «fa troppo freddo», piuttosto alla scadenza del suo mandato da governatore della Puglia, nel 2015, si dedicherà a tempo pieno a Sinistra e Libertà.
Apertissimo il dialogo con la sinistra Pd di Pippo Civati, l’importante non è creare «un nuovo soggetto in provetta» ma creare una rete di relazioni, luoghi di confronto dove «coltivare pensieri e innovazione assieme a tutti coloro che non si arrendono al mito della governabilità o alla irresistibile ascesa del renzismo»: è uno dei punti approvati ieri alla fine dell’Assemblea nazionale di Sel.
Il primo momento di discussione ampia nel partito dopo l’uscita di dodici parlamentari compreso il capogruppo Gennaro Migliore (sostituito da Arturo Scotto) e il tesoriere (votato ieri Franco Bonato), in vista della conferenza programmatica in autunno. Lo strappo nel partito secondo Vendola è stata una costruzione mediatica, ma non si può nascondere che il problema sia il rapporto con il governo, anzi, il leader di Sel afferma che la «il renzismo, Renzi e il suo fascino », la sua «narrazione. Questo ha causato la frattura vera, il resto sono chiacchiere ».
Il premier viene additato dal leader di Sel come «l’autore del delitto» compiuto sul centrosinistra con le larghe intese. Bocciate senza mezzi termini le riforme costituzionali che favoriscono, secondo Vendola, «una dittatura della maggioranza » con delle modalità di dibattito che «umiliano il Parlamento».
Ma d’altra parte il partito della sinistra prevede (o auspica) che «in questa maggioranza si creino delle crepe», del resto è noto che se il Nuovo centrodestra di Alfano uscisse, Sel sarebbe disposta a sostenere il governo. La porta del dialogo con il Pd è comunque aperta, intendendo però il «campo largo» che guarda alla sinistra del Partito democratico. Infatti, come primo atto di quel fare «rete», stamattina Vendola parteciperà ai lavori di «Politicamp 2014», la convention promossa da Pippo Civati a Livorno. «A Civati potremo dire non solo di fare battaglie insieme, ma anche di socializzare saperi, conoscenze, vocabolario », ha detto Vendola, che oggi proporrà al deputato Pd «di dotare le nostre comunità di uno strumento, un settimanale on line dove depositare il senso delle nostre battaglie, dei nostri pensieri».
Altro polo di riferimento resta la Lista Tsipras: tutti invitati a partecipare all’Assemblea nazionale il 19 luglio a Roma per fare «campagne comuni» come quella referendaria contro l’austerity, lontanissima da quelle che Vendola chiama le «pantomime Renzi-Merkel».
Le linee guida di Sel sono sempre le stesse: «Ovunque andremo, con chiunque parleremo, diremo che non ci interessano un riformismo senz’anima e un radicalismo incendiario a chiacchiere. Lo diremo a tutti gli interlocutori».
Nel suo intervento all’Assemblea nazionale riunita al Centro Congressi Frentani, Nichi Vendola ha denunciato che la scissione sarebbe stata, secondo lui, «architettata con una cura per la comunicazione mediatica», i dieci fuoriusciti «sono andati via poco alla volta, per dare la sensazione di uno schianto, di uno smontaggio di una comunità» ch comunque è ancora «viva».
Vendola si prepara a tornare leader a tempo pieno: «Per quanto mi piaccia il Canada, non potrei mai andare a vivere in un luogo così lontano dal sole del Mediterraneo », ha detto ironizzando sulle ipotesi di un suo «esilio» volontario, poi ha fatto notare il paradosso della svolta pro-gay a Palazzo Grazioli: «Che io debba essere liberato nei miei diritti da Dudù mi fa un po’ specie...».
Poi ha ricordato il ruolo di Sel, come «pungolo» per il governo sul lavoro e prevedendo un autunno caldo; parlando con la bandiera arcobaleno sul palco Vendola ha criticato il «silenzio» di Renzi sul massacro in Medio Oriente. Però, partendo dal tema della legge mai riformata sul conflitto di interessi, insiste «sulla possibilità che in questa legislatura si possa determinare una crepa di questa maggioranza. Auspico una nuova e diversa maggioranza senza le destre che liberi il paese. Lavoriamo per questo», per demolire il «patto costituente con il padre della patria Berlusconi. È molto di più della bicamerale di D’Alema che Renzi aborriva». Oltretutto, se Berlusconi sarà condannato, il patto potrebbe anche saltare.
Bocciato il testo delle riforme costituzionali: il ddl Boschi «aggrava la condizione di esclusione delle minoranze, la democrazia non può essere una dittatura della maggioranza», controllata «militarmente » nel dibattito.
«Vendola pensa a Pippo Civati, al quale proporrà, ha spiegato, “di dotare le nostre comunità di uno strumento, un settimanale on line dove depositare il senso delle nostre battaglie, dei nostri pensieri”»
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Re: Livorno 2014
Repubblica 13.7.14
Il convegno. Anche Cuperlo e Landini all’iniziativa
Civati chiama a raccolta l’altra sinistra
“Diverse forme di vita oltre al renzismo”
di M. V.
DAL NOSTRO INVIATO. LIVORNO. «Oltre al renzismo ci sono altre forme di vita». Pippo Civati chiama a raccolta tutti i pezzi della sinistra, quelli dentro e quelli fuori dal Pd. Li chiama nella città dove la sinistra è nata e dove è stata appena sconfitta dai Cinque Stelle. E le “altre forme di vita” accettano l’invito: oggi arrivano alla kermesse civatiana Gianni Cuperlo e il leader di Sel Nichi Vendola, pronto a lanciare l’idea di ‘reti e coordinamenti’. A confrontarsi, tra gli altri, il dissidente Vannino Chiti e l’ex ministro Fabrizio Barca; Elly Schlein, già animatrice del movimento «Occupy Pd», e Maurizio Landini, segretario generale della Fiom. Dice Civati: «Dobbiamo mettere a disposizione uno spazio politico per trovarci poi a settembre su alcune battaglie politiche», spiega Civati. Quali battaglie? Lo strumento può essere la legge d’iniziativa popolare, spiega il dissidente dem. E anche gli argomenti ci sono già: la legalizzazione delle droghe leggere, le unioni civili e il reddito minimo di cittadinanza. È qui che secondo Civati va sperimentata l’unità della sinistra: «Perché, bene Twitter, l’estro di Renzi e la svolta continua, ma quali sono gli impegni del Pd per i prossimi 6 mesi?». Stefano Fassina su una cosa è d’accordo: «Dobbiamo spostare l’asse politico del Pd». E se Renzi punterà una segreteria unitaria Fassina avverte: «Se vuol dire fare gli «yesmen» allora no».
«Penso che dobbiamo proporre a Civati alcune delle nostre idee»
Il convegno. Anche Cuperlo e Landini all’iniziativa
Civati chiama a raccolta l’altra sinistra
“Diverse forme di vita oltre al renzismo”
di M. V.
DAL NOSTRO INVIATO. LIVORNO. «Oltre al renzismo ci sono altre forme di vita». Pippo Civati chiama a raccolta tutti i pezzi della sinistra, quelli dentro e quelli fuori dal Pd. Li chiama nella città dove la sinistra è nata e dove è stata appena sconfitta dai Cinque Stelle. E le “altre forme di vita” accettano l’invito: oggi arrivano alla kermesse civatiana Gianni Cuperlo e il leader di Sel Nichi Vendola, pronto a lanciare l’idea di ‘reti e coordinamenti’. A confrontarsi, tra gli altri, il dissidente Vannino Chiti e l’ex ministro Fabrizio Barca; Elly Schlein, già animatrice del movimento «Occupy Pd», e Maurizio Landini, segretario generale della Fiom. Dice Civati: «Dobbiamo mettere a disposizione uno spazio politico per trovarci poi a settembre su alcune battaglie politiche», spiega Civati. Quali battaglie? Lo strumento può essere la legge d’iniziativa popolare, spiega il dissidente dem. E anche gli argomenti ci sono già: la legalizzazione delle droghe leggere, le unioni civili e il reddito minimo di cittadinanza. È qui che secondo Civati va sperimentata l’unità della sinistra: «Perché, bene Twitter, l’estro di Renzi e la svolta continua, ma quali sono gli impegni del Pd per i prossimi 6 mesi?». Stefano Fassina su una cosa è d’accordo: «Dobbiamo spostare l’asse politico del Pd». E se Renzi punterà una segreteria unitaria Fassina avverte: «Se vuol dire fare gli «yesmen» allora no».
«Penso che dobbiamo proporre a Civati alcune delle nostre idee»
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Re: Livorno 2014
E no caro Niki.
Siamo a metà del 2014 e nessuno crede più alla narrazione che i bambini nascono sotto i cavoli o li porta la cicogna.
La scissione di Sel non dipende dal fascino di Renzi, perché proprio di fascino non ne alcuno. Che sia il piazzista del momento che incanta i merli è fuor di dubbio.
Ma fascino proprio niente. Nel veneto imprenditori, artigiani e commercianti lo hanno votato in massa per disperazione.
Li abbiamo provati tutti, proviamo anche con questo..............................
NON SI TRATTA DI FASCINO RENZIANO, .....MA SOLO DI POLTRONE.
«Oggi sarà a Livorno dove Giuseppe Civati ha organizzato la sua tre giorni. Con lui, spiega Vendola, bisogna fare rete»
il Fatto 13.7.14
«Oggi sarà a Livorno dove Giuseppe Civati ha organizzato la sua tre giorni. Con lui, spiega Vendola, bisogna fare rete»
il Fatto 13.7.14
Vendola: la nostra scissione colpa del fascino di Matteo
IL RENZISMO, Renzi e il suo fascino. Questo ha causato la frattura vera, il resto sono chiacchiere”. Così Nichi Vendola ha aperto ieri l’assemblea nazionale di Sel commentando l’uscita di alcuni big del partito (dall’ex capogruppo Gennaro Migliore a Claudio Fava passando per il tesoriere Sergio Boccadutri e la deputata Titti Di Salvo). “La rottura di Sel - ha detto - è stata ingigantita sui media. Ci dicono che non siamo né carne né pesce, né sinistra di governo che si mette in ginocchio al fascino effervescente del nuovo sovrano”. Fa autocritica sul passaggio del primo governo Letta che doveva essere analizzato meglio , poi chiude: “Il centrosinistra non c'è: è stato demolito da un’alleanza fra Pd e centrodestra sotto l'egemonia dell’Europa”. Oggi sarà a Livorno dove Giuseppe Civati ha organizzato la sua tre giorni (“Politicamp 2014”). Con lui, spiega Vendola, bisogna fare rete. Ma anche a settembre, con il Pd, garantisce, si deve riprendere “il percorso del cambiamento”.
«Il dissidente Pippo Civati chiama la sinistra nel luogo più simbolico d’Italia e la sinistra risponde: Gianni Cuperlo e anche Nichi Vendola, annuncia Sel, arriveranno a Villa Corridi domenica mattina...
Domattina, dopo aver discusso del «sindacato possibile», riflettori su «la sinistra possibile», il dibattito con Cuperlo, Walter Tocci, il candidato Tsipras Furfaro e a questo punto, anche Vendola
IL RENZISMO, Renzi e il suo fascino. Questo ha causato la frattura vera, il resto sono chiacchiere”. Così Nichi Vendola ha aperto ieri l’assemblea nazionale di Sel commentando l’uscita di alcuni big del partito (dall’ex capogruppo Gennaro Migliore a Claudio Fava passando per il tesoriere Sergio Boccadutri e la deputata Titti Di Salvo). “La rottura di Sel - ha detto - è stata ingigantita sui media. Ci dicono che non siamo né carne né pesce, né sinistra di governo che si mette in ginocchio al fascino effervescente del nuovo sovrano”. Fa autocritica sul passaggio del primo governo Letta che doveva essere analizzato meglio , poi chiude: “Il centrosinistra non c'è: è stato demolito da un’alleanza fra Pd e centrodestra sotto l'egemonia dell’Europa”. Oggi sarà a Livorno dove Giuseppe Civati ha organizzato la sua tre giorni (“Politicamp 2014”). Con lui, spiega Vendola, bisogna fare rete. Ma anche a settembre, con il Pd, garantisce, si deve riprendere “il percorso del cambiamento”.
«Il dissidente Pippo Civati chiama la sinistra nel luogo più simbolico d’Italia e la sinistra risponde: Gianni Cuperlo e anche Nichi Vendola, annuncia Sel, arriveranno a Villa Corridi domenica mattina...
Domattina, dopo aver discusso del «sindacato possibile», riflettori su «la sinistra possibile», il dibattito con Cuperlo, Walter Tocci, il candidato Tsipras Furfaro e a questo punto, anche Vendola
Siamo a metà del 2014 e nessuno crede più alla narrazione che i bambini nascono sotto i cavoli o li porta la cicogna.
La scissione di Sel non dipende dal fascino di Renzi, perché proprio di fascino non ne alcuno. Che sia il piazzista del momento che incanta i merli è fuor di dubbio.
Ma fascino proprio niente. Nel veneto imprenditori, artigiani e commercianti lo hanno votato in massa per disperazione.
Li abbiamo provati tutti, proviamo anche con questo..............................
NON SI TRATTA DI FASCINO RENZIANO, .....MA SOLO DI POLTRONE.
«Oggi sarà a Livorno dove Giuseppe Civati ha organizzato la sua tre giorni. Con lui, spiega Vendola, bisogna fare rete»
il Fatto 13.7.14
«Oggi sarà a Livorno dove Giuseppe Civati ha organizzato la sua tre giorni. Con lui, spiega Vendola, bisogna fare rete»
il Fatto 13.7.14
Vendola: la nostra scissione colpa del fascino di Matteo
IL RENZISMO, Renzi e il suo fascino. Questo ha causato la frattura vera, il resto sono chiacchiere”. Così Nichi Vendola ha aperto ieri l’assemblea nazionale di Sel commentando l’uscita di alcuni big del partito (dall’ex capogruppo Gennaro Migliore a Claudio Fava passando per il tesoriere Sergio Boccadutri e la deputata Titti Di Salvo). “La rottura di Sel - ha detto - è stata ingigantita sui media. Ci dicono che non siamo né carne né pesce, né sinistra di governo che si mette in ginocchio al fascino effervescente del nuovo sovrano”. Fa autocritica sul passaggio del primo governo Letta che doveva essere analizzato meglio , poi chiude: “Il centrosinistra non c'è: è stato demolito da un’alleanza fra Pd e centrodestra sotto l'egemonia dell’Europa”. Oggi sarà a Livorno dove Giuseppe Civati ha organizzato la sua tre giorni (“Politicamp 2014”). Con lui, spiega Vendola, bisogna fare rete. Ma anche a settembre, con il Pd, garantisce, si deve riprendere “il percorso del cambiamento”.
«Il dissidente Pippo Civati chiama la sinistra nel luogo più simbolico d’Italia e la sinistra risponde: Gianni Cuperlo e anche Nichi Vendola, annuncia Sel, arriveranno a Villa Corridi domenica mattina...
Domattina, dopo aver discusso del «sindacato possibile», riflettori su «la sinistra possibile», il dibattito con Cuperlo, Walter Tocci, il candidato Tsipras Furfaro e a questo punto, anche Vendola
IL RENZISMO, Renzi e il suo fascino. Questo ha causato la frattura vera, il resto sono chiacchiere”. Così Nichi Vendola ha aperto ieri l’assemblea nazionale di Sel commentando l’uscita di alcuni big del partito (dall’ex capogruppo Gennaro Migliore a Claudio Fava passando per il tesoriere Sergio Boccadutri e la deputata Titti Di Salvo). “La rottura di Sel - ha detto - è stata ingigantita sui media. Ci dicono che non siamo né carne né pesce, né sinistra di governo che si mette in ginocchio al fascino effervescente del nuovo sovrano”. Fa autocritica sul passaggio del primo governo Letta che doveva essere analizzato meglio , poi chiude: “Il centrosinistra non c'è: è stato demolito da un’alleanza fra Pd e centrodestra sotto l'egemonia dell’Europa”. Oggi sarà a Livorno dove Giuseppe Civati ha organizzato la sua tre giorni (“Politicamp 2014”). Con lui, spiega Vendola, bisogna fare rete. Ma anche a settembre, con il Pd, garantisce, si deve riprendere “il percorso del cambiamento”.
«Il dissidente Pippo Civati chiama la sinistra nel luogo più simbolico d’Italia e la sinistra risponde: Gianni Cuperlo e anche Nichi Vendola, annuncia Sel, arriveranno a Villa Corridi domenica mattina...
Domattina, dopo aver discusso del «sindacato possibile», riflettori su «la sinistra possibile», il dibattito con Cuperlo, Walter Tocci, il candidato Tsipras Furfaro e a questo punto, anche Vendola
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Re: Livorno 2014
«oggi arriverà anche il leader di Sel Nichi Vendola»
l’Unità 13.7.14
A Livorno la sinistra «possibile» Civati: andare oltre il renzismo
di Osvaldo Sabato
Se un’altra sinistra è possibile, in quale città se non a Livorno si può rimetterla in piedi? Qui dove è nata, inaspettatamente sconfitta alle ultime amministrative dopo quasi settanta anni di governo, l’8 giugno scorso è caduta nelle mani dei grillini, con il Pd livornese che in questo momento, probabilmente, condensa la sintesi di alcune contraddizioni che si respirano anche a livello nazionale.
Un partito che con la guida del premier-segretario Matteo Renzi ha veramente cambiato verso, ma andando in quello sbagliato, secondo Pippo Civati.
«Penso che ci sia molta politica da fare », dice il parlamentare monzese per spiegare che cosa succede a Livorno nella tre giorni di Politicamp 2014, che ha preso il via venerdì sera e si concluderà oggi.
Un migliaio di persone il primo giorno, al The Cage Theatre di Villa Corridi, altrettante ieri, tanti i dibattiti e i workshop sulla Costituzione, la parità, la partecipazione, la cultura, il sindacato, la legalità, il sud e l’economia.
Naturalmente non si poteva non parlare di riforme. Lo hanno fatto Fabrizio Barca, Maurizio Landini, Nadia Urbinati, la neo europarlamentare Elly Schlein e Vannino Chiti: «L’ultima parola spetta ai cittadini», è la tesi del senatore notoriamente contrario al nuovo Senato frutto dell’accordo con Silvio Berlusconi.
Tanti i giovani arrivati da tutta Italia per seguire questa iniziativa che darà vita alla nuova associazione «Possibile» promossa dallo stesso Civati.
E a scanso di equivoci e per mettere subito le cose in chiaro gli organizzatori precisano che non ci sarà nessun remake del 1921, non c’è all’orizzonte nessuna scissione dal Pd. «Sarebbe un po’ scontato scindersi a Livorno, siamo un po’ più ambiziosi: vogliamo unire la sinistra. Cerchiamo di unire chi sta nel Pd perché crede in un grande partito di governo però vuole anche un pluralismo interno », è la stoccata di Civati a Renzi accusato nei giorni scorsi di guidare in modo autoritario il partito. «In questi giorni sono volati stracci, non da parte mia, si pensa sempre siano le minoranze, mi pare sia la maggioranza un po’nervosa», aggiunge riferendosi alle tensioni interne sulle riforme costituzionali.
Quasi per esorcizzarlo, Renzi nei dibattiti viene citato poco. Il minimo indispensabile. Una scelta non casuale, ma dal sapore politico molto netto: a Livorno non si ritrovano gli anti renziani, ma chi vuole più sinistra nel Pd. L’obiettivo della tre giorni livornese mira a far «ciccia» cercando di fare un’operazione che metta a disposizione della sinistra uno spazio politico, mentre «sono tutti ad inseguire leadership ed etichette».
Temi alla mano qui si cercano convergenze non di stampo elettorale. «C’è il rischio di un vuoto politico pazzesco, un forte egocentrismo», avverte Civati. «Oltre al renzismo ci sono altre forme di vita», aggiunge. Fuori o dentro il Pd. Mettere insieme tutta questa «vita» è il cammino che ha in mente il parlamentare democratico, vera spina nel fianco di Renzi.
Si spiega così la presenza a Livorno di esponenti della lista Tsipras, come Marco Furfaro, rimasto fuori dall’Europarlamento per la mancata rinuncia di Barbara Spinelli, dei Verdi e oggi arriverà anche il leader di Sel Nichi Vendola, che ha già alcune proposte da mettere sul tavolo come reti e coordinamenti fra i pezzi della sinistra. Potrebbero farsi vedere anche dei parlamentare dei 5 Stelle in rotta con il movimento grillino. Mentre per restare dentro il Pd sempre oggi è atteso Gianni Cuperlo per parlare di sinistra «possibile». «Ma il patto del Nazareno esattamente cosa è», si chiede Civati, confermando la sua contrarietà a qualsiasi accordo con Berlusconi.
Poi annuncia per settembre le proposte di legge di iniziativa popolare sulla legalizzazione delle droghe leggere, unioni civili, e reddito minimo di cittadinanza. «Vogliamo richiamare il Pd a spiegare il suo programma, perché va bene Twitter, ma vorrei sapere quali sono gli impegni per i prossimi sei mesi», incalza Civati. Un esempio è la riforma della giustizia. Su questo punto verrà chiesto al Guardasigilli Andrea Orlando un confronto pubblico.
Chissà se a Livorno riuscirà l’impresa fallita da altri: riunire la sinistra. I «possibili» che per Civati fa rima con «compagni» ci proveranno. Sicuramente una forte spinta l’ha data Adelmo Cervi, figlio di Aldo uno dei sette fratelli fucilati dai fascisti, giunto a sorpresa nella città labronica.
Ma ha senso cambiare strada con il Pd al 40 per cento? «È necessario cambiare rotta per creare nuovi posti di lavoro», afferma Stefano Fassina. Eccola la scommessa da vincere per la sinistra del partito. Mentre l’ex ministro Maria Chira Carrozza attacca il governo Renzi. «Molte cose su cui stavo lavorando sono state bloccate», dice.
Sullo sfondo c’è sempre la situazione interna al Pd e la scelta della segreteria di mettere da parte la gestione unitaria del partito. «Non ci stiamo a fare gli yesmen», chiosa Fassina, prima di iniziare a discutere di economia con Filippo Taddei, della segreteria dei democratici. Il primo critica e sottolinea la debolezza di alcune ricette economiche di Renzi, il secondo le difende, a partire dai famosi 80 euro e dal jobs act, un’aspirina per Civati, che invece punta sul reddito di cittadinanza. Sarà questa una delle sue grandi battaglie autunnali. Insomma il dibattito continua pur nella totale assenza di bandiere e simboli del Pd nella convention messa in piedi da Civati. Proprio come faceva Renzi
l’Unità 13.7.14
A Livorno la sinistra «possibile» Civati: andare oltre il renzismo
di Osvaldo Sabato
Se un’altra sinistra è possibile, in quale città se non a Livorno si può rimetterla in piedi? Qui dove è nata, inaspettatamente sconfitta alle ultime amministrative dopo quasi settanta anni di governo, l’8 giugno scorso è caduta nelle mani dei grillini, con il Pd livornese che in questo momento, probabilmente, condensa la sintesi di alcune contraddizioni che si respirano anche a livello nazionale.
Un partito che con la guida del premier-segretario Matteo Renzi ha veramente cambiato verso, ma andando in quello sbagliato, secondo Pippo Civati.
«Penso che ci sia molta politica da fare », dice il parlamentare monzese per spiegare che cosa succede a Livorno nella tre giorni di Politicamp 2014, che ha preso il via venerdì sera e si concluderà oggi.
Un migliaio di persone il primo giorno, al The Cage Theatre di Villa Corridi, altrettante ieri, tanti i dibattiti e i workshop sulla Costituzione, la parità, la partecipazione, la cultura, il sindacato, la legalità, il sud e l’economia.
Naturalmente non si poteva non parlare di riforme. Lo hanno fatto Fabrizio Barca, Maurizio Landini, Nadia Urbinati, la neo europarlamentare Elly Schlein e Vannino Chiti: «L’ultima parola spetta ai cittadini», è la tesi del senatore notoriamente contrario al nuovo Senato frutto dell’accordo con Silvio Berlusconi.
Tanti i giovani arrivati da tutta Italia per seguire questa iniziativa che darà vita alla nuova associazione «Possibile» promossa dallo stesso Civati.
E a scanso di equivoci e per mettere subito le cose in chiaro gli organizzatori precisano che non ci sarà nessun remake del 1921, non c’è all’orizzonte nessuna scissione dal Pd. «Sarebbe un po’ scontato scindersi a Livorno, siamo un po’ più ambiziosi: vogliamo unire la sinistra. Cerchiamo di unire chi sta nel Pd perché crede in un grande partito di governo però vuole anche un pluralismo interno », è la stoccata di Civati a Renzi accusato nei giorni scorsi di guidare in modo autoritario il partito. «In questi giorni sono volati stracci, non da parte mia, si pensa sempre siano le minoranze, mi pare sia la maggioranza un po’nervosa», aggiunge riferendosi alle tensioni interne sulle riforme costituzionali.
Quasi per esorcizzarlo, Renzi nei dibattiti viene citato poco. Il minimo indispensabile. Una scelta non casuale, ma dal sapore politico molto netto: a Livorno non si ritrovano gli anti renziani, ma chi vuole più sinistra nel Pd. L’obiettivo della tre giorni livornese mira a far «ciccia» cercando di fare un’operazione che metta a disposizione della sinistra uno spazio politico, mentre «sono tutti ad inseguire leadership ed etichette».
Temi alla mano qui si cercano convergenze non di stampo elettorale. «C’è il rischio di un vuoto politico pazzesco, un forte egocentrismo», avverte Civati. «Oltre al renzismo ci sono altre forme di vita», aggiunge. Fuori o dentro il Pd. Mettere insieme tutta questa «vita» è il cammino che ha in mente il parlamentare democratico, vera spina nel fianco di Renzi.
Si spiega così la presenza a Livorno di esponenti della lista Tsipras, come Marco Furfaro, rimasto fuori dall’Europarlamento per la mancata rinuncia di Barbara Spinelli, dei Verdi e oggi arriverà anche il leader di Sel Nichi Vendola, che ha già alcune proposte da mettere sul tavolo come reti e coordinamenti fra i pezzi della sinistra. Potrebbero farsi vedere anche dei parlamentare dei 5 Stelle in rotta con il movimento grillino. Mentre per restare dentro il Pd sempre oggi è atteso Gianni Cuperlo per parlare di sinistra «possibile». «Ma il patto del Nazareno esattamente cosa è», si chiede Civati, confermando la sua contrarietà a qualsiasi accordo con Berlusconi.
Poi annuncia per settembre le proposte di legge di iniziativa popolare sulla legalizzazione delle droghe leggere, unioni civili, e reddito minimo di cittadinanza. «Vogliamo richiamare il Pd a spiegare il suo programma, perché va bene Twitter, ma vorrei sapere quali sono gli impegni per i prossimi sei mesi», incalza Civati. Un esempio è la riforma della giustizia. Su questo punto verrà chiesto al Guardasigilli Andrea Orlando un confronto pubblico.
Chissà se a Livorno riuscirà l’impresa fallita da altri: riunire la sinistra. I «possibili» che per Civati fa rima con «compagni» ci proveranno. Sicuramente una forte spinta l’ha data Adelmo Cervi, figlio di Aldo uno dei sette fratelli fucilati dai fascisti, giunto a sorpresa nella città labronica.
Ma ha senso cambiare strada con il Pd al 40 per cento? «È necessario cambiare rotta per creare nuovi posti di lavoro», afferma Stefano Fassina. Eccola la scommessa da vincere per la sinistra del partito. Mentre l’ex ministro Maria Chira Carrozza attacca il governo Renzi. «Molte cose su cui stavo lavorando sono state bloccate», dice.
Sullo sfondo c’è sempre la situazione interna al Pd e la scelta della segreteria di mettere da parte la gestione unitaria del partito. «Non ci stiamo a fare gli yesmen», chiosa Fassina, prima di iniziare a discutere di economia con Filippo Taddei, della segreteria dei democratici. Il primo critica e sottolinea la debolezza di alcune ricette economiche di Renzi, il secondo le difende, a partire dai famosi 80 euro e dal jobs act, un’aspirina per Civati, che invece punta sul reddito di cittadinanza. Sarà questa una delle sue grandi battaglie autunnali. Insomma il dibattito continua pur nella totale assenza di bandiere e simboli del Pd nella convention messa in piedi da Civati. Proprio come faceva Renzi
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Re: Livorno 2014
POLITICA
13/07/2014
La sfida di Civati
“Una sinistra aperta
Matteo guida da solo”
Anche Landini e Barca al convegno del “dissidente”
Non sono mai stati amici. Hanno sempre avuto idee lontane, ma per un po’ hanno fatto un tratto di strada parallelo; poi erano troppo diversi.
Adesso però la distanza è tragica, a volte più umana che politica: cos’è successo tra Giuseppe Civati e Matteo Renzi? D’Alema e Veltroni non avrebbero mai rotto così.
«C’è un fortissimo disagio, da parte mia. Ma niente, assolutamente niente di personale, lo giuro. Lo so, sono stato duro, paragonandolo al primo Craxi, ma volevo dargli un segnale. Che lui non ascolterà.
Il Pd non può essere il partito di un uomo solo al comando, qui - se passeggi tra questi ragazzi - al Partito della Nazione di Renzi non crede nessuno, è solo un elastico, che Renzi usa come vuole. A un dialogo con me ha preferito uno con Franceschini e la Finocchiaro».
Diranno che «rosica». Ok, è una lettura; ma è banale, non coglie le ragioni altrui: Giuseppe Civati è a Livorno, dove ha messo su una sua «Leopolda» - chiamarla così è ingeneroso, e troppo riferito a Renzi.
Il «Politicamp» è in realtà un’esperienza di campeggi politici che va avanti da anni, tra Reggio Emilia, Albinea, ora Livorno, ma quest’anno ha un sapore quasi rifondativo: Civati sostiene che Renzi per il metodo somiglia al primo Craxi, ha parlato di «clima fascisteggiante», cose tremende, insomma.
La realtà è che vorrebbe innanzitutto essere ascoltato un po’, spostare il partito su una politica più «di sinistra», «o anche solo più democratica», perciò ora sta iniziando un percorso politico che punta a una «nuova sinistra, perché Renzi non lo è».
Non lo è mai stato, sostiene Civati, ma ora di più. Una battaglia che oggi è dentro il Pd; domani chissà. «Mi do sei mesi di tempo».
Perciò, cosa che va notata, sono passati qui a Livorno Fabrizio Barca, «sono qui per ascoltare tante idee, anche per litigare», insomma, per fare politica; e soprattutto Maurizio Landini, che nonostante la simpatia personale con Renzi, al Politicamp ha detto «secondo me bisognerebbe pensare a rimettere in campo un’iniziativa che metta insieme il mondo del lavoro e il tema della Costituzione; a me personalmente avere un Senato non elettivo non convince». Potrebbe essere un perno di questa area (molto più lui che un Vendola un po’ perso).
E’ venuto anche Filippo Taddei che - scherza Civati - «adesso è un po’ preso in mezzo tra me e Renzi, poverino...». Di certo questa sfida sarà «politico-culturale, perché so benissimo che nei numeri parlamentari pesiamo poco, sette deputati e sette senatori, di cosa ha paura Renzi? Eppure mi tiene fuori da tutto, non so neanche cosa succede nell’ufficio di presidenza...».
Non si parlano da tempo. Quand’è stato l’ultimo contatto? «All’indomani della formazione del governo mi scrisse un messaggino dicendo “però potevi stare al gioco”, seguito da un emoticon con la faccina della delusione».
La democrazia del whatsapp ci seppellirà, assieme alla solitudine del leader? «Mi dicono che non è solo un problema mio, non parla con suoi strettissimi collaboratori, è in totale isolamento».
Qui vorrebbero un «partito inclusivo» o, come dice Barca, «uno sperimentalismo democratico». «Invece Renzi - lamenta Civati - risponde ormai a ogni critica con una violenza inaudita. Prima era un outsider, oggi ogni sua cosa ha un peso enorme, e i renziani poi la enfatizzano ulteriormente, spesso maldestramente... per non dire del merito, sbagliatissimo, di queste riforme: passi per l’Italicum, ma il Senato è tremendo...».
Vero? Falso? Questa è la sua verità; anche se Civati conosce i rapporti di forza. «Dentro non peso nulla, finché non ci saranno nuove elezioni. Potevamo costruire un percorso insieme, anche un patto generazionale. Non è stato così perché lui non l’ha voluto». Eppure, passeggiando qui al Cage Theatre di Livorno, tra i pini di questo campo politico, si ha come la sensazione che sinistra dovrebbe essere anche una forma di apertura reciproca, queste chiacchierate di militanti, magari a vuoto, questi slogan per ragazzi («Meno spread più felicità», «meno bugie più laicità», «meno destra più sinistra», o in definitiva: «E’ possibile»), al limite pure i libri impietosamente accostati (nei banchetti c’è quello di Civati, di Fassina, di Berlinguer... e pure dello psicanalista Fagioli), o meglio le ragazze coi vestiti a righe. «Se si blinda tutto, siamo finiti», sostiene Civati. Gufo, rosicone; oppure no.
http://www.lastampa.it/2014/07/13/itali ... agina.html
13/07/2014
La sfida di Civati
“Una sinistra aperta
Matteo guida da solo”
Anche Landini e Barca al convegno del “dissidente”
Non sono mai stati amici. Hanno sempre avuto idee lontane, ma per un po’ hanno fatto un tratto di strada parallelo; poi erano troppo diversi.
Adesso però la distanza è tragica, a volte più umana che politica: cos’è successo tra Giuseppe Civati e Matteo Renzi? D’Alema e Veltroni non avrebbero mai rotto così.
«C’è un fortissimo disagio, da parte mia. Ma niente, assolutamente niente di personale, lo giuro. Lo so, sono stato duro, paragonandolo al primo Craxi, ma volevo dargli un segnale. Che lui non ascolterà.
Il Pd non può essere il partito di un uomo solo al comando, qui - se passeggi tra questi ragazzi - al Partito della Nazione di Renzi non crede nessuno, è solo un elastico, che Renzi usa come vuole. A un dialogo con me ha preferito uno con Franceschini e la Finocchiaro».
Diranno che «rosica». Ok, è una lettura; ma è banale, non coglie le ragioni altrui: Giuseppe Civati è a Livorno, dove ha messo su una sua «Leopolda» - chiamarla così è ingeneroso, e troppo riferito a Renzi.
Il «Politicamp» è in realtà un’esperienza di campeggi politici che va avanti da anni, tra Reggio Emilia, Albinea, ora Livorno, ma quest’anno ha un sapore quasi rifondativo: Civati sostiene che Renzi per il metodo somiglia al primo Craxi, ha parlato di «clima fascisteggiante», cose tremende, insomma.
La realtà è che vorrebbe innanzitutto essere ascoltato un po’, spostare il partito su una politica più «di sinistra», «o anche solo più democratica», perciò ora sta iniziando un percorso politico che punta a una «nuova sinistra, perché Renzi non lo è».
Non lo è mai stato, sostiene Civati, ma ora di più. Una battaglia che oggi è dentro il Pd; domani chissà. «Mi do sei mesi di tempo».
Perciò, cosa che va notata, sono passati qui a Livorno Fabrizio Barca, «sono qui per ascoltare tante idee, anche per litigare», insomma, per fare politica; e soprattutto Maurizio Landini, che nonostante la simpatia personale con Renzi, al Politicamp ha detto «secondo me bisognerebbe pensare a rimettere in campo un’iniziativa che metta insieme il mondo del lavoro e il tema della Costituzione; a me personalmente avere un Senato non elettivo non convince». Potrebbe essere un perno di questa area (molto più lui che un Vendola un po’ perso).
E’ venuto anche Filippo Taddei che - scherza Civati - «adesso è un po’ preso in mezzo tra me e Renzi, poverino...». Di certo questa sfida sarà «politico-culturale, perché so benissimo che nei numeri parlamentari pesiamo poco, sette deputati e sette senatori, di cosa ha paura Renzi? Eppure mi tiene fuori da tutto, non so neanche cosa succede nell’ufficio di presidenza...».
Non si parlano da tempo. Quand’è stato l’ultimo contatto? «All’indomani della formazione del governo mi scrisse un messaggino dicendo “però potevi stare al gioco”, seguito da un emoticon con la faccina della delusione».
La democrazia del whatsapp ci seppellirà, assieme alla solitudine del leader? «Mi dicono che non è solo un problema mio, non parla con suoi strettissimi collaboratori, è in totale isolamento».
Qui vorrebbero un «partito inclusivo» o, come dice Barca, «uno sperimentalismo democratico». «Invece Renzi - lamenta Civati - risponde ormai a ogni critica con una violenza inaudita. Prima era un outsider, oggi ogni sua cosa ha un peso enorme, e i renziani poi la enfatizzano ulteriormente, spesso maldestramente... per non dire del merito, sbagliatissimo, di queste riforme: passi per l’Italicum, ma il Senato è tremendo...».
Vero? Falso? Questa è la sua verità; anche se Civati conosce i rapporti di forza. «Dentro non peso nulla, finché non ci saranno nuove elezioni. Potevamo costruire un percorso insieme, anche un patto generazionale. Non è stato così perché lui non l’ha voluto». Eppure, passeggiando qui al Cage Theatre di Livorno, tra i pini di questo campo politico, si ha come la sensazione che sinistra dovrebbe essere anche una forma di apertura reciproca, queste chiacchierate di militanti, magari a vuoto, questi slogan per ragazzi («Meno spread più felicità», «meno bugie più laicità», «meno destra più sinistra», o in definitiva: «E’ possibile»), al limite pure i libri impietosamente accostati (nei banchetti c’è quello di Civati, di Fassina, di Berlinguer... e pure dello psicanalista Fagioli), o meglio le ragazze coi vestiti a righe. «Se si blinda tutto, siamo finiti», sostiene Civati. Gufo, rosicone; oppure no.
http://www.lastampa.it/2014/07/13/itali ... agina.html
Ultima modifica di camillobenso il 13/07/2014, 22:27, modificato 1 volta in totale.
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Re: Livorno 2014
Vero? Falso? Questa è la sua verità; anche se Civati conosce i rapporti di forza. «Dentro non peso nulla, finché non ci saranno nuove elezioni. Potevamo costruire un percorso insieme, anche un patto generazionale. Non è stato così perché lui non l’ha voluto»
Questa affermazione di Civati ci riporta al tema iniziale.
Civati e gli altri non hanno ancora capito chi è Renzi. Un Duce. O con me o contro di me.
CREDERE,....OBBEDIRE,.....COMBATTERE.
Questa affermazione di Civati ci riporta al tema iniziale.
Civati e gli altri non hanno ancora capito chi è Renzi. Un Duce. O con me o contro di me.
CREDERE,....OBBEDIRE,.....COMBATTERE.
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Re: Livorno 2014
Del Politcamp di Livorno, per quanto son riuscito vedere e sentire , ho aprezzato .::
_ non possiamo essere complici di cose sbagliate;
_ la robotizzazione ci costringe a prevedere un reddito minimo garantito pper tutti i cittadini come conseguenza della riduzione dei posti di lavoro da un lato e dall'altro per non ridurre i consumi e la produzione in generale.
_ non possiamo essere complici di cose sbagliate;
_ la robotizzazione ci costringe a prevedere un reddito minimo garantito pper tutti i cittadini come conseguenza della riduzione dei posti di lavoro da un lato e dall'altro per non ridurre i consumi e la produzione in generale.
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Re: Livorno 2014
Ma di Livorno 2014 e Tsipras non si sa più nulla???
Tutti al mare, tutti al mare,
a mostrar le chiappe chiare....?????
Tutti al mare, tutti al mare,
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