Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!
Tira aria da “Caporetto 2.0” - 1
Già da mesi tira una brutta aria nella fascia over 70.
Mi sento da mesi ripetere in continuazione: <<Ma a noi chi ce lo fa fare di stare qui a prendercela tanto con la politica quando i giovani se ne fregano altamente?>>
Li posso anche capire. Hanno avuto una vita in salita per tutta la vita, si sono dovuti conquistare passo dopo passo il diritto alla sopravvivenza ed oggi, con un piede nella fossa non se la sentono di sbattersi più di tanto.
Occorre poi pensare, che anche per una ragione di forza fisica, dal punto di vista storico sono sempre stati i giovani a muoversi per cambiare lo stato dell’arte.
Non sempre a ragione. Cento anni fa, ad esempio, erano i giovani che spingevano in Italia per l’interventismo nella prima guerra mondiale. Si sono poi resi conto della realtà di cosa significa la guerra solo quando una parte di loro ha dovuto fare la vita di trincea sul fronte austriaco. Gli assalti alla baionetta e la decimazione dei loro coetanei sui campi di battaglia. E’ facile e non costa molto girare per le città brandendo il tricolore e gridare << Guerra,..guerra>>. Poi la guerra bisogna farla. Funziona sempre così. La vita è un filtro e bisogna passarci dentro per capire. Spesso, l’esperienza di chi li ha preceduti non serve assolutamente a niente per capire. Ci si deve sbattere il grugno in proprio.
Sono stati i giovani, e non solo, a muoversi nella resistenza tra l’8 settembre del 1943 e il 25 aprile del 1945.
Ne cito una per tutti, Tina Anselmi.
Da Wikipedia:
Biografia
È una ragazza di 17 anni quando vede un gruppo di giovani partigiani impiccati dai nazifascisti: decide così di prender parte attivamente alla Resistenza e di diventare staffetta della brigata Cesare Battisti, al comando di Gino Sartor. Nel 1944 s'iscrive alla Democrazia Cristiana, e partecipa attivamente alla vita del partito.
Nel ’68 sono i giovani a percepire il vento del cambiamento proveniente dal maggio francese. Ed anche qui potremmo dire che l’evoluzione delle BR, non sono state di certo un’esperienza positiva.
Il potere ha gestito piuttosto bene (dal suo punto di vista) quella fase storica, arrivando poi a mettere la sordina ad ogni forma di protesta e rinnovamento per oltre una trentina d’anni.
Ascoltando alcuni giovani universitari che frequentano la Biblioteca centrale di Sesto SG, si percepisce che sono intenzionati a capire, ad interrogarsi sul loro futuro, ma non sanno come muoversi.
Ma l’amara sorpresa è arrivata stamani dalla generazione che segue.
Chi si è impegnato in politica negli anni precedenti non ne vuole più sapere della politica. Si interessano di cinema, di letteratura, di pesca e anche di ufologia. Non votano neppure più. La politica la rifiutano in toto.
Anche in questo caso non si può non capire questa generazione soprattutto dopo la recente sentenza che ha messo in salvo Silvio Berlusconi, grazie al compromesso tra il Pd e il Pdl. Un compromesso al ribasso che ha fatto saltare molti processi, aprendo un’ulteriore falla nel sistema già allo sfascio, come ha dichiarato il magistrato Cantone ieri.
La percezione popolare in questi giorni è quella del caos e dell’anarchia.
A proposito. Neppure più sul forum sento parlare di Tsipras e dei risultati Politicamp Livorno.
Siamo allo sfascio totale?????????
PS. Su La7 stanno trasmettendo una nuova edizione de “I miserabili”. Un’opera inossidabile nel tempo come La divina commedia. Questi sono tempi da miserabili.
Già da mesi tira una brutta aria nella fascia over 70.
Mi sento da mesi ripetere in continuazione: <<Ma a noi chi ce lo fa fare di stare qui a prendercela tanto con la politica quando i giovani se ne fregano altamente?>>
Li posso anche capire. Hanno avuto una vita in salita per tutta la vita, si sono dovuti conquistare passo dopo passo il diritto alla sopravvivenza ed oggi, con un piede nella fossa non se la sentono di sbattersi più di tanto.
Occorre poi pensare, che anche per una ragione di forza fisica, dal punto di vista storico sono sempre stati i giovani a muoversi per cambiare lo stato dell’arte.
Non sempre a ragione. Cento anni fa, ad esempio, erano i giovani che spingevano in Italia per l’interventismo nella prima guerra mondiale. Si sono poi resi conto della realtà di cosa significa la guerra solo quando una parte di loro ha dovuto fare la vita di trincea sul fronte austriaco. Gli assalti alla baionetta e la decimazione dei loro coetanei sui campi di battaglia. E’ facile e non costa molto girare per le città brandendo il tricolore e gridare << Guerra,..guerra>>. Poi la guerra bisogna farla. Funziona sempre così. La vita è un filtro e bisogna passarci dentro per capire. Spesso, l’esperienza di chi li ha preceduti non serve assolutamente a niente per capire. Ci si deve sbattere il grugno in proprio.
Sono stati i giovani, e non solo, a muoversi nella resistenza tra l’8 settembre del 1943 e il 25 aprile del 1945.
Ne cito una per tutti, Tina Anselmi.
Da Wikipedia:
Biografia
È una ragazza di 17 anni quando vede un gruppo di giovani partigiani impiccati dai nazifascisti: decide così di prender parte attivamente alla Resistenza e di diventare staffetta della brigata Cesare Battisti, al comando di Gino Sartor. Nel 1944 s'iscrive alla Democrazia Cristiana, e partecipa attivamente alla vita del partito.
Nel ’68 sono i giovani a percepire il vento del cambiamento proveniente dal maggio francese. Ed anche qui potremmo dire che l’evoluzione delle BR, non sono state di certo un’esperienza positiva.
Il potere ha gestito piuttosto bene (dal suo punto di vista) quella fase storica, arrivando poi a mettere la sordina ad ogni forma di protesta e rinnovamento per oltre una trentina d’anni.
Ascoltando alcuni giovani universitari che frequentano la Biblioteca centrale di Sesto SG, si percepisce che sono intenzionati a capire, ad interrogarsi sul loro futuro, ma non sanno come muoversi.
Ma l’amara sorpresa è arrivata stamani dalla generazione che segue.
Chi si è impegnato in politica negli anni precedenti non ne vuole più sapere della politica. Si interessano di cinema, di letteratura, di pesca e anche di ufologia. Non votano neppure più. La politica la rifiutano in toto.
Anche in questo caso non si può non capire questa generazione soprattutto dopo la recente sentenza che ha messo in salvo Silvio Berlusconi, grazie al compromesso tra il Pd e il Pdl. Un compromesso al ribasso che ha fatto saltare molti processi, aprendo un’ulteriore falla nel sistema già allo sfascio, come ha dichiarato il magistrato Cantone ieri.
La percezione popolare in questi giorni è quella del caos e dell’anarchia.
A proposito. Neppure più sul forum sento parlare di Tsipras e dei risultati Politicamp Livorno.
Siamo allo sfascio totale?????????
PS. Su La7 stanno trasmettendo una nuova edizione de “I miserabili”. Un’opera inossidabile nel tempo come La divina commedia. Questi sono tempi da miserabili.
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!
Un’aggiunta al post precedente.
Sarà forse l’alzheimer incipiente, oppure le tante cose che intendo comunicare, che mi hanno fatto dimenticare la ragione principale del post precedente.
Si tratta della convinzione comune di coloro che si sono impegnati precedentemente in politica e che il disgusto totale li ha spinti verso il rifiuto assoluto della politica.
Quello che per me è sconcertante è che da queste parti, città rossa da sempre, città che esprime un sindaco di sinistra senza soluzione di continuità dal 1946, anche se oggi possiamo definirla rosée annacquata (perché è una donna) di bianco democristiano, città medaglia d’oro della Resistenza, città che annovera suoi cittadini tra i martiri di Piazzale Loreto, negli ultimi tre anni si siano stancati definitivamente della forma repubblicana e che assieme alla generazione che ci segue dichiari apertamente: <<Succeda quel che deve succedere, che torni un dittatore, che ritorni Mussolini, che ritorni anche Hitler o chi per esso, non me ne frega più niente, tanto a me non cambia nulla. Sarà uno schifo quello che verrà ma sarà poco diverso da quello attuale….>>
Quando si è spinti ad accettare che si possa ritornare alla fase che ha spinto Tina Anselmi ed altri a battersi per il cambiamento,
Da Wikipedia:
Biografia
È una ragazza di 17 anni quando vede un gruppo di giovani partigiani impiccati dai nazifascisti: decide così di prender parte attivamente alla Resistenza e di diventare staffetta della brigata Cesare Battisti, al comando di Gino Sartor.
in un momento più certamente pericoloso di questo, significa solo e soltanto che il fallimento di questa società è di enormi proporzioni e senza via di scampo.
Sarà forse l’alzheimer incipiente, oppure le tante cose che intendo comunicare, che mi hanno fatto dimenticare la ragione principale del post precedente.
Si tratta della convinzione comune di coloro che si sono impegnati precedentemente in politica e che il disgusto totale li ha spinti verso il rifiuto assoluto della politica.
Quello che per me è sconcertante è che da queste parti, città rossa da sempre, città che esprime un sindaco di sinistra senza soluzione di continuità dal 1946, anche se oggi possiamo definirla rosée annacquata (perché è una donna) di bianco democristiano, città medaglia d’oro della Resistenza, città che annovera suoi cittadini tra i martiri di Piazzale Loreto, negli ultimi tre anni si siano stancati definitivamente della forma repubblicana e che assieme alla generazione che ci segue dichiari apertamente: <<Succeda quel che deve succedere, che torni un dittatore, che ritorni Mussolini, che ritorni anche Hitler o chi per esso, non me ne frega più niente, tanto a me non cambia nulla. Sarà uno schifo quello che verrà ma sarà poco diverso da quello attuale….>>
Quando si è spinti ad accettare che si possa ritornare alla fase che ha spinto Tina Anselmi ed altri a battersi per il cambiamento,
Da Wikipedia:
Biografia
È una ragazza di 17 anni quando vede un gruppo di giovani partigiani impiccati dai nazifascisti: decide così di prender parte attivamente alla Resistenza e di diventare staffetta della brigata Cesare Battisti, al comando di Gino Sartor.
in un momento più certamente pericoloso di questo, significa solo e soltanto che il fallimento di questa società è di enormi proporzioni e senza via di scampo.
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!
https://www.youtube.com/watch?v=89ol_Yc ... ploademail
Riforme, Giarrusso (M5S): "questa è una contro riforma
Ciao
Paolo11
Riforme, Giarrusso (M5S): "questa è una contro riforma
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!
Una giornata difficile
La stanno raccontando ad In Onda, dopo che è stata raccontata dai Tg.
Dopo lo scontro al Senato, il giornalista Alessandro De Angelis, dell'Huffington Post, ha commentato che dopo un livello di scontro come questo potrebbe scoppiare la guerra civile.
Ci siamo???????
La stanno raccontando ad In Onda, dopo che è stata raccontata dai Tg.
Dopo lo scontro al Senato, il giornalista Alessandro De Angelis, dell'Huffington Post, ha commentato che dopo un livello di scontro come questo potrebbe scoppiare la guerra civile.
Ci siamo???????
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!
Magari !!!camillobenso ha scritto:Una giornata difficile
La stanno raccontando ad In Onda, dopo che è stata raccontata dai Tg.
Dopo lo scontro al Senato, il giornalista Alessandro De Angelis, dell'Huffington Post, ha commentato che dopo un livello di scontro come questo potrebbe scoppiare la guerra civile.
Ci siamo???????
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!
Ma chi??Joblack ha scritto:Magari !!!camillobenso ha scritto:Una giornata difficile
La stanno raccontando ad In Onda, dopo che è stata raccontata dai Tg.
Dopo lo scontro al Senato, il giornalista Alessandro De Angelis, dell'Huffington Post, ha commentato che dopo un livello di scontro come questo potrebbe scoppiare la guerra civile.
Ci siamo???????
Gli italiani?
Manco se li vedo...
I tempi sarebbero da tempo maturi ma... certe cose non fanno per noi.
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!
Mail invita alla casella postale dell'Onorevole Bindi alle ore 23,34, dopo averla ascoltata ad In Onda.
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Gentile Onorevole Bindi,
l’ho ascoltata questa sera ad In Onda, traendo soddisfazione che ci sia ancora qualcuno che sappia interpretare i valori fondamentali della Costituzione. Sono d’accordo in linea di massima con quanto da Lei esposto ad eccezione di alcuni punti. Con questo scritto mi premuro di farLe osservare l’errore esposto, pesantissimo, quando Lei, ha affermato che procedendo in questo modo, sgombrando la strada con le riforme istituzionali, si possono poi risolvere più facilmente i problemi del Paese.
Le faccio debitamente osservare l’introduzione ai diritti fondamentali della Carta Costituzionale, articolo 1 – 2 – 3.
Articolo – 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
Articolo – 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Articolo – 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese
Da sei anni l’Italia non è più una Repubblica fondata sul lavoro, ma sulla disoccupazione. Non ha garantito i diritti inviolabili dell’uomo. Ma soprattutto, da sei anni ha rinunciato a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale.
La fase declinante del sistema Italia, anche dal punto di vista economico, è già presente, negli anni ’70 quando Aldo Moro, unico politico italiano in grado di leggere la politica con 15 anni d’anticipo, si espone ufficialmente nel richiedere il concorso della sinistra di Enrico Berlinguer per cercare di salvare il Paese. Questa sua visione politica gli costerà la vita. Ma la storia gli darà ragione quando nei primi anni novanta cade la Prima Repubblica. Il ventennio Berlusconiano ad eccezione dell’intermezzo di Romano Prodi, non prende in considerazione il declino economico italiano che diventa macroscopico quando nel 2008 inizia la crisi dell’Occidente. Non era certo alla coppia Berlusconi – Tremonti che si poteva chiedere un’intervento adeguato alla bisogna. Mario Monti, in quanto economista e presidente della più prestigiosa università di Economia del Paese, inizialmente, sulla carta, poteva offrire sufficienti garanzie di saper operare nel profondo della crisi economica italiana, ma non sarà così. Enrico Letta era la persona meno adatta a guidare il Paese in questa fase. Anche perché più politico che economista. Dal 2011 al 2014 la crisi si aggrava profondamente. Dopo questa serie di general Cadorna, doveva essere nominato un generale Diaz dotato di uno staff tecnico di grande eccellenza in economia per tamponare, stabilizzare e tentare di rianimare lo stato comatoso dell’economia italiana. In più mi premuro di farLe osservare un particolare tecnico inerente all’economia che risulta alieno ai politici, agli economisti, e ai giornalisti in genere. Noi siamo all’interno della Terza Rivoluzione industriale iniziata 40 anni fa. Lo sviluppo dei sistemi produttivi e non solo, grazie agli sviluppi concomitanti di automazione, informatica e telecomunicazione, stanno massicciamente sostituendo l’uomo nelle varie attività lavorative. Le faccio un semplice esempio di cui avrà certo preso visione. Per il momento alcune casse nei supermercati sono automatiche. Già da anni negli Usa i licenziamenti in questo settore sono massicci. Chi investe oggi, preferisce il robot all’uomo. Mi rendo conto che per i politici è materia aliena, ma nel mondo al di fuori delle politica la vita si sta sviluppando in questo modo. Diventa quindi più che ovvio che il suggerimento ultimo di madame Lagarde del Fmi, rivolto all’Italia, sia quello di privilegiarle riforme sul lavoro che manca, sull’occupazione e sulla giustizia. Che poi sono le raccomandazioni della Ue. All’estero, le priorità della società italiana riescono a coglierle meglio della classe politica italiana, che da anni si avvita sulle riforme Costituzionali solo perché riguardano direttamente la conservazione del loro posto di lavoro.
Ma queste riforme non sono la terapia adatta al sistema Italia. Non hanno niente a che vedere con l’infarto che ha subito il sistema economico italiano.
Prima bisogna salvare gli italiani da questo infarto, perché come tutti gli infarti, il tempo gioca un ruolo importantissimo per l’infartuato.
Nessuno sostiene che non si debbano esaminare le riforme costituzionali, ma da sei anni a questa parte non sono di certo la priorità assoluta di questa nazione. Gli ultimi sondaggi di Roberto Weber di Ixé, tra i più affidabili perché è di provenienza austriaca, indicano che il 62 % degli italiani richiedono le riforme per far tornare il lavoro, mentre solo il 3 % chiede la riforma del Senato. In aperta violazione della Carta Costituzionale, questa classe politica non ne vuole tenere conto e sfida beffardamente il Paese.
Augurandomi che la sua formazione politica e civile non La induca a comportarsi come i suoi poco esimi colleghi, quando ricevono questo tipo di comunicazione presso la propria casella parlamentare, non fornendo risposta, ed augurandomi che Lei possa comunque battersi per salvare il Paese dal collasso economico, La saluto cordialmente.
A.Hopkins
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Gentile Onorevole Bindi,
l’ho ascoltata questa sera ad In Onda, traendo soddisfazione che ci sia ancora qualcuno che sappia interpretare i valori fondamentali della Costituzione. Sono d’accordo in linea di massima con quanto da Lei esposto ad eccezione di alcuni punti. Con questo scritto mi premuro di farLe osservare l’errore esposto, pesantissimo, quando Lei, ha affermato che procedendo in questo modo, sgombrando la strada con le riforme istituzionali, si possono poi risolvere più facilmente i problemi del Paese.
Le faccio debitamente osservare l’introduzione ai diritti fondamentali della Carta Costituzionale, articolo 1 – 2 – 3.
Articolo – 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
Articolo – 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Articolo – 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese
Da sei anni l’Italia non è più una Repubblica fondata sul lavoro, ma sulla disoccupazione. Non ha garantito i diritti inviolabili dell’uomo. Ma soprattutto, da sei anni ha rinunciato a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale.
La fase declinante del sistema Italia, anche dal punto di vista economico, è già presente, negli anni ’70 quando Aldo Moro, unico politico italiano in grado di leggere la politica con 15 anni d’anticipo, si espone ufficialmente nel richiedere il concorso della sinistra di Enrico Berlinguer per cercare di salvare il Paese. Questa sua visione politica gli costerà la vita. Ma la storia gli darà ragione quando nei primi anni novanta cade la Prima Repubblica. Il ventennio Berlusconiano ad eccezione dell’intermezzo di Romano Prodi, non prende in considerazione il declino economico italiano che diventa macroscopico quando nel 2008 inizia la crisi dell’Occidente. Non era certo alla coppia Berlusconi – Tremonti che si poteva chiedere un’intervento adeguato alla bisogna. Mario Monti, in quanto economista e presidente della più prestigiosa università di Economia del Paese, inizialmente, sulla carta, poteva offrire sufficienti garanzie di saper operare nel profondo della crisi economica italiana, ma non sarà così. Enrico Letta era la persona meno adatta a guidare il Paese in questa fase. Anche perché più politico che economista. Dal 2011 al 2014 la crisi si aggrava profondamente. Dopo questa serie di general Cadorna, doveva essere nominato un generale Diaz dotato di uno staff tecnico di grande eccellenza in economia per tamponare, stabilizzare e tentare di rianimare lo stato comatoso dell’economia italiana. In più mi premuro di farLe osservare un particolare tecnico inerente all’economia che risulta alieno ai politici, agli economisti, e ai giornalisti in genere. Noi siamo all’interno della Terza Rivoluzione industriale iniziata 40 anni fa. Lo sviluppo dei sistemi produttivi e non solo, grazie agli sviluppi concomitanti di automazione, informatica e telecomunicazione, stanno massicciamente sostituendo l’uomo nelle varie attività lavorative. Le faccio un semplice esempio di cui avrà certo preso visione. Per il momento alcune casse nei supermercati sono automatiche. Già da anni negli Usa i licenziamenti in questo settore sono massicci. Chi investe oggi, preferisce il robot all’uomo. Mi rendo conto che per i politici è materia aliena, ma nel mondo al di fuori delle politica la vita si sta sviluppando in questo modo. Diventa quindi più che ovvio che il suggerimento ultimo di madame Lagarde del Fmi, rivolto all’Italia, sia quello di privilegiarle riforme sul lavoro che manca, sull’occupazione e sulla giustizia. Che poi sono le raccomandazioni della Ue. All’estero, le priorità della società italiana riescono a coglierle meglio della classe politica italiana, che da anni si avvita sulle riforme Costituzionali solo perché riguardano direttamente la conservazione del loro posto di lavoro.
Ma queste riforme non sono la terapia adatta al sistema Italia. Non hanno niente a che vedere con l’infarto che ha subito il sistema economico italiano.
Prima bisogna salvare gli italiani da questo infarto, perché come tutti gli infarti, il tempo gioca un ruolo importantissimo per l’infartuato.
Nessuno sostiene che non si debbano esaminare le riforme costituzionali, ma da sei anni a questa parte non sono di certo la priorità assoluta di questa nazione. Gli ultimi sondaggi di Roberto Weber di Ixé, tra i più affidabili perché è di provenienza austriaca, indicano che il 62 % degli italiani richiedono le riforme per far tornare il lavoro, mentre solo il 3 % chiede la riforma del Senato. In aperta violazione della Carta Costituzionale, questa classe politica non ne vuole tenere conto e sfida beffardamente il Paese.
Augurandomi che la sua formazione politica e civile non La induca a comportarsi come i suoi poco esimi colleghi, quando ricevono questo tipo di comunicazione presso la propria casella parlamentare, non fornendo risposta, ed augurandomi che Lei possa comunque battersi per salvare il Paese dal collasso economico, La saluto cordialmente.
A.Hopkins
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!
Era ora che qualcuno si svegliasse. Dopo 3 tentativi di colpo di Stato andati a male qualcuno ha pensato che bisognasse percorrere un'altra strada. Quella del '19-'22 del secolo scorso. E gli italiani rispondono : PRESENTE!!!!!
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“Sento l’eco della riforma piduista di Gelli”
(Silvia Truzzi).
25/07/2014 di triskel182
Paolo Maddalena, vicepresidente emerito della Consulta, non è l’unico giurista ad avere più di una perplessità sulla riforma costituzionale.
E vuol precisare subito una circostanza dirimente: “La riforma costituzionale va letta in un quadro più ampio, cioè quello della politica internazionale. Qualora andasse in porto, costituirebbe un’ulteriore facilitazione per i poteri finanziari, perché si toglierebbe rappresentatività al popolo. Ho l’impressione che il potere finanziario orienti la politica italiana, che va a scatafascio. Ogni giorno aumenta il debito pubblico, ogni giorno cresce la disoccupazione. Le istituzioni europee e internazionali – mi riferisco alla Bce, al Fondo monetario internazionale – mi pare siano state occupate dalle banche e dagli speculatori.
E dunque le politiche di cui siamo destinatari, fanno gli interessi delle banche e non dei cittadini italiani.
Nel Paese va avanti una politica recessiva: le responsabilità sono dei governi che hanno sottoscritto e dato esecuzione al fiscal compact.
Siamo divenuti schiavi della speculazione finanziaria.
In tutto questo, ci stiamo gingillando su modifiche costituzionali che a mio avviso sarebbe molto meglio lasciar perdere”.
Il premier continua a ripetere che intende andare fino in fondo… Il nuovo esecutivo mi pare abbia ansia di dimostrare all’opinione pubblica di essere “il governo del fare”.
Il guaio è che fanno delle cose, ma trascurandone il contenuto: non è per nulla detto che il nuovo sia meglio del vecchio. Soprattutto quando si tocca la legge fondamentale della Repubblica. È un documento che molti c’invidiano e che moltissimi ci hanno copiato. È pericoloso toccare l’ordine costituzionale in questo momento. La riforma, che si lega inscindibilmente alla legge elettorale, non mi convince affatto: una minoranza di maggioranza potrà incidere anche sugli organismi di garanzia. Perché? La Costituzione italiana si fonda sull’equilibrio dei poteri, che viene infranto da questa pseudo-riforma costituzionale.
Vorrei fare una semplice constatazione, che parte dal 37 per cento del premio di maggioranza previsto dagli accordi del Nazareno, che potrebbe essere portato al 40, ma poco conta. Considerando che votano in media metà degli italiani, la percentuale scende al 18,5. Cioè il 18,5, se va bene il 20 per cento degli italiani decide tutto.
Ma la democrazia dove va a finire? Dove va a finire il bilanciamento dei poteri? La cosa mi pare grave: sento l’eco del piduismo, della riforma di Gelli. Noi diamo un potere enorme al capo del governo che poi potrà fare tutto ciò che vuole. E sarà l’esecutore delle prescrizioni delle banche internazionali, che governano la politica monetaria. Non dimentichiamo poi che il premio di maggioranza consente al governo di incidere sulla composizione della Corte costituzionale e sul Colle. Cosa pensa del Senato dei cento?
Ritengo che il Senato debba essere elettivo, per un principio di democraticità. Sono d’accordo con la riduzione del numero dei senatori, ma non sulla modalità di scelta: penso che si debba lasciare al popolo la possibilità di eleggere i propri rappresentanti.
Sarebbe auspicabile che la scelta avvenisse tra persone che abbiano dato prova di alta cultura istituzionale, che abbiano agito nell’interesse esclusivo della nazione, che non abbiano conflitti d’interesse né mai abbiano avuto a che fare con la giustizia.
Per quanto riguarda le competenze, sarebbe opportuno limitarle a questioni di grande rilevanza e di spessore costituzionale. In tal modo si abbrevierebbero i tempi per l’approvazione delle leggi. Proprio questo Parlamento, delegittimato dalla sentenza della Consulta, doveva fare le riforme? No, certo: è un parlamento di nominati. Ci vorrebbe una Costituente . Io ho 78 anni, ho memoria della prima Assemblea, ma quella Costituente non era composta da persone a caso, magari di bell’aspetto ma non si sa quanto di cultura. Allora avevamo grandi uomini, di altissimo profilo scientifico, etico, culturale. Ora io nell’agone politico non vedo persone in grado di fare una riforma costituzionale: sarebbe davvero meglio che lasciassero la Carta così com’è. C’è stato un grande dibattito sull’immunità. I rappresentanti del popolo non hanno bisogno dell’immunità: anzi penso che l’unico punto in cui la Carta dovrebbe essere modificata, visti i tempi, è quello che mantiene l’immunità. Dovrebbe valere per tutti quanto afferma la Costituzione all’articolo 54: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore”.
Da Il Fatto Quotidiano del 25/07/2014.
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“Sento l’eco della riforma piduista di Gelli”
(Silvia Truzzi).
25/07/2014 di triskel182
Paolo Maddalena, vicepresidente emerito della Consulta, non è l’unico giurista ad avere più di una perplessità sulla riforma costituzionale.
E vuol precisare subito una circostanza dirimente: “La riforma costituzionale va letta in un quadro più ampio, cioè quello della politica internazionale. Qualora andasse in porto, costituirebbe un’ulteriore facilitazione per i poteri finanziari, perché si toglierebbe rappresentatività al popolo. Ho l’impressione che il potere finanziario orienti la politica italiana, che va a scatafascio. Ogni giorno aumenta il debito pubblico, ogni giorno cresce la disoccupazione. Le istituzioni europee e internazionali – mi riferisco alla Bce, al Fondo monetario internazionale – mi pare siano state occupate dalle banche e dagli speculatori.
E dunque le politiche di cui siamo destinatari, fanno gli interessi delle banche e non dei cittadini italiani.
Nel Paese va avanti una politica recessiva: le responsabilità sono dei governi che hanno sottoscritto e dato esecuzione al fiscal compact.
Siamo divenuti schiavi della speculazione finanziaria.
In tutto questo, ci stiamo gingillando su modifiche costituzionali che a mio avviso sarebbe molto meglio lasciar perdere”.
Il premier continua a ripetere che intende andare fino in fondo… Il nuovo esecutivo mi pare abbia ansia di dimostrare all’opinione pubblica di essere “il governo del fare”.
Il guaio è che fanno delle cose, ma trascurandone il contenuto: non è per nulla detto che il nuovo sia meglio del vecchio. Soprattutto quando si tocca la legge fondamentale della Repubblica. È un documento che molti c’invidiano e che moltissimi ci hanno copiato. È pericoloso toccare l’ordine costituzionale in questo momento. La riforma, che si lega inscindibilmente alla legge elettorale, non mi convince affatto: una minoranza di maggioranza potrà incidere anche sugli organismi di garanzia. Perché? La Costituzione italiana si fonda sull’equilibrio dei poteri, che viene infranto da questa pseudo-riforma costituzionale.
Vorrei fare una semplice constatazione, che parte dal 37 per cento del premio di maggioranza previsto dagli accordi del Nazareno, che potrebbe essere portato al 40, ma poco conta. Considerando che votano in media metà degli italiani, la percentuale scende al 18,5. Cioè il 18,5, se va bene il 20 per cento degli italiani decide tutto.
Ma la democrazia dove va a finire? Dove va a finire il bilanciamento dei poteri? La cosa mi pare grave: sento l’eco del piduismo, della riforma di Gelli. Noi diamo un potere enorme al capo del governo che poi potrà fare tutto ciò che vuole. E sarà l’esecutore delle prescrizioni delle banche internazionali, che governano la politica monetaria. Non dimentichiamo poi che il premio di maggioranza consente al governo di incidere sulla composizione della Corte costituzionale e sul Colle. Cosa pensa del Senato dei cento?
Ritengo che il Senato debba essere elettivo, per un principio di democraticità. Sono d’accordo con la riduzione del numero dei senatori, ma non sulla modalità di scelta: penso che si debba lasciare al popolo la possibilità di eleggere i propri rappresentanti.
Sarebbe auspicabile che la scelta avvenisse tra persone che abbiano dato prova di alta cultura istituzionale, che abbiano agito nell’interesse esclusivo della nazione, che non abbiano conflitti d’interesse né mai abbiano avuto a che fare con la giustizia.
Per quanto riguarda le competenze, sarebbe opportuno limitarle a questioni di grande rilevanza e di spessore costituzionale. In tal modo si abbrevierebbero i tempi per l’approvazione delle leggi. Proprio questo Parlamento, delegittimato dalla sentenza della Consulta, doveva fare le riforme? No, certo: è un parlamento di nominati. Ci vorrebbe una Costituente . Io ho 78 anni, ho memoria della prima Assemblea, ma quella Costituente non era composta da persone a caso, magari di bell’aspetto ma non si sa quanto di cultura. Allora avevamo grandi uomini, di altissimo profilo scientifico, etico, culturale. Ora io nell’agone politico non vedo persone in grado di fare una riforma costituzionale: sarebbe davvero meglio che lasciassero la Carta così com’è. C’è stato un grande dibattito sull’immunità. I rappresentanti del popolo non hanno bisogno dell’immunità: anzi penso che l’unico punto in cui la Carta dovrebbe essere modificata, visti i tempi, è quello che mantiene l’immunità. Dovrebbe valere per tutti quanto afferma la Costituzione all’articolo 54: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore”.
Da Il Fatto Quotidiano del 25/07/2014.
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!
Oramai siamo alla frutta,....la Repubblica parlamentare italiana non esiste più. Dallo sfascio dei partiti, 19 marzo 2012, Zagrebelsky a Milano, i partiti non riescono a ricostituirsi.
Il Pd si è trovato un padrone come FI.
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25 LUG 2014 15:16
1. SU E GIU’ PER IL SENATO SI PARLA APERTAMENTE DELLE TELEFONATE CHE RE GIORGIO AVREBBE FATTO AD ALCUNI SENATORI PER INVITARLI A VOTARE LE RIFORME BOSCORENZIANE -
2. TELEFONATE CON QUESTO MONITO INCORPORATO: "NON POSSO TENERE IN PIEDI UN GOVERNO CHE NON HA LA FIDUCIA SULLE RIFORME COSTITUZIONALI". QUINDI, O VOTARE COMPATTI, O SCIOLGO LE CAMERE. DI FATTO METTEREBBE LA FIDUCIA PER CONTO DEL GOVERNO -
3. UN TETTO AGLI STIPENDI AI DIPENDETI DEL PARLAMENTO? PERFETTO! MA GLI ALTRI TETTI, QUELLI SOPRA LA TESTA, DEI CONSIGLIERI DEL CAPO DELLO STATO RESTERANNO INVARIATI? -
4. PROPRIO IN VIA DELLA DATARIA, GIUSTO DI FRONTE AL QUIRINALE, CI SONO I DISCRETISSIMI APPARTAMENTI “A DISPOSIZIONE” DEL SEGRETARIO GENERALE DONATO MARRA -
5. AIUTO! I 5 STELLE STANNO PENSANDO A UNA NUOVA RICHIESTA DI IMPEACHMENT PER IL PRESIDENTE MONARCA SCARTABELLANDO TUTTE LE LETTERE PERCHÉ SOSPETTANO INTERFERENZE QUIRINALIZIE INDEBITE ANCHE SUI PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI IN CORSO
1. DAGOREPORT
Nel mini Transatlantico del Senato (ah, i guasti del bicameralismo...) si parla apertamente delle telefonate che il Capo dello Stato, al secolo Re Giorgio II, avrebbe fatto ad alcuni senatori per invitarli a votare le riforme boscorenziane.
Telefonate con questo monito incorporato: "Non posso tenere in piedi un governo che non ha la fiducia sulle riforme costituzionali". Quindi, o votare compatti, o sciolgo le Camere. Di fatto dunque, poiché sulle norme costituzionali il governo non può chiedere il voto di fiducia, se le cose sono andate effettivamente in questo modo sul filo del telefono, sarebbe il Capo dello Stato a porre indirettamente la questione di fiducia per conto del governo.
Ingerenza, comportamento legittimo da parte del Colle, posizionamento entro o oltre la Costituzione? Una volta si diceva: "quando il Parlamento lavora, il Quirinale tace". Oggi invece userebbe il telefono.
2. I TETTI CALDI DEL QUIRINALE
Taglia e ritaglia, anche re Giorgio alla fine c'è arrivato. Ed ecco a noi la nota virtuosa del Colle: Napolitano I ha deciso «l'applicazione del tetto di 240 mila euro annui previsto dall'articolo 13, comma 1, del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66 ai compensi dei Consiglieri del Presidente della Repubblica a contratto», nonchè l'«applicazione del medesimo tetto alle retribuzioni del personale».
boldrini campionessa di facce schifate con napolitano
In altre parole: anche al Colle non si scherza, e d'ora in poi, in fatto di stipendi, ci sarà un tetto per tutti. Complimentissimi! Però c'è un piccolo dettaglio che nessuno qui chiarisce: resteranno invariati gli altri tetti di cui i consiglieri presidenziali godono alla grande o gli leveranno pure quelli sopra la testa? I tetti del casotto al mare nella tenuta di Castelporziano, per intenderci, o magari quelli della casetta a Roma?
Già, già, già... Proprio in via della Dataria, giusto di fronte al palazzo del Quirinale, ci sono i discretissimi appartamenti «a disposizione» dei consiglieri del presidente. Alloggio ovviamente di servizio, ammobiliato di tutto punto, con bollette ovviamente a carico del Quirinale e sorveglianza gratuita h 24.
montalcini al quirinale napolitano e marra - Copyright Pizzi
Non parliamo di Tasi e Tari che qui, per gli inquilini, manco si sa cosa siano, come non esiste la romanissima nevrosi da parcheggio introvabile: a via della Dataria i consiglieri ci possono tranquillamente parcheggiare l'automobile (di servizio). Anzi, manco la parcheggiano loro, perchè ci pensano le scorte.
Ma dai? Massì! A goderne da sempre sono il segretario generale del Quirinale, al presente impersonato da Donato Marra, e il capo della segreteria del presidente, Carlo Guelfi, ma non ci siamo fatti mancare i portavoce (ci ha abitato lo storico Pasquale Cascella) e i consiglieri diplomatici e militari, come il mitologico generale (in pensione, ma pur sempre splendido nella sua divisa) Rolando Mosca Moschini.
Ovvio che l'appartamento più bello di tutti, quello con terrazzo sotto le stelle e vista su tutta Roma, spetti al segretario generale Marra. Poveretto, Napolitano gli ha appena dato una sforbiciata all'indennità di funzione, riducendola “all'importo dell'indennità di comando prevista per i Consiglieri del Presidente della Repubblica, pari a 141mila euro annui lordi”.
Ma di sicuro, tra la lussuosa pensione della Camera e l'ottimo stipendio da segretario generale (prima dei tagli prendeva mezzo milione di euro l'anno, più del doppio di re Giorgio) non ha molto da lamentarsi. Aggiungeteci lo chef pagato dal Quirinale, il cameriere, l'auto di servizio, l'autista e la scorta, a disposizione pure della signora Marra, che non guida, e che da otto anni viene scarrozzata dagli uomini del Quirinale. Ovviamente aggratis. Che avete detto? Bisogna metterci un tetto?
3. CHE I 5 STELLE STANNO PENSANDO A UNA NUOVA RICHIESTA DI IMPEACHMENT PER IL PRESIDENTE
Che cos'ha appena gridato Grillo? Al colpo di Stato? Con la regia di Napolitano? Tanto che «Il M5S non terrà d’ora in poi alcun contatto con un uomo che ha abdicato al suo ruolo di garante della Costituzione», sperando che «anche altre forze politiche si associno e lo isolino prima che sia troppo tardi, prima del buio a mezzogiorno»?
Beh, da giorni i muri dei palazzi raccontano questa storia: che i 5 stelle stanno pensando a una nuova richiesta di impeachment per il presidente. Stanno anzi cercando, ventre a terra, tutte le lettere - ufficiali, ufficiose o riservate - partite dal Colle negli ultimi tempi, sospettando interferenze quirinalizie indebite anche sui provvedimenti legislativi in corso.
Dicono anche, i muri, che alcune lettere destinate a presidenti di commissione siano abbastanza esplicite. E che qualche presidente non rieletto, forse forse, avrebbe tanto piacere di togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Dicono.
Il Pd si è trovato un padrone come FI.
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25 LUG 2014 15:16
1. SU E GIU’ PER IL SENATO SI PARLA APERTAMENTE DELLE TELEFONATE CHE RE GIORGIO AVREBBE FATTO AD ALCUNI SENATORI PER INVITARLI A VOTARE LE RIFORME BOSCORENZIANE -
2. TELEFONATE CON QUESTO MONITO INCORPORATO: "NON POSSO TENERE IN PIEDI UN GOVERNO CHE NON HA LA FIDUCIA SULLE RIFORME COSTITUZIONALI". QUINDI, O VOTARE COMPATTI, O SCIOLGO LE CAMERE. DI FATTO METTEREBBE LA FIDUCIA PER CONTO DEL GOVERNO -
3. UN TETTO AGLI STIPENDI AI DIPENDETI DEL PARLAMENTO? PERFETTO! MA GLI ALTRI TETTI, QUELLI SOPRA LA TESTA, DEI CONSIGLIERI DEL CAPO DELLO STATO RESTERANNO INVARIATI? -
4. PROPRIO IN VIA DELLA DATARIA, GIUSTO DI FRONTE AL QUIRINALE, CI SONO I DISCRETISSIMI APPARTAMENTI “A DISPOSIZIONE” DEL SEGRETARIO GENERALE DONATO MARRA -
5. AIUTO! I 5 STELLE STANNO PENSANDO A UNA NUOVA RICHIESTA DI IMPEACHMENT PER IL PRESIDENTE MONARCA SCARTABELLANDO TUTTE LE LETTERE PERCHÉ SOSPETTANO INTERFERENZE QUIRINALIZIE INDEBITE ANCHE SUI PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI IN CORSO
1. DAGOREPORT
Nel mini Transatlantico del Senato (ah, i guasti del bicameralismo...) si parla apertamente delle telefonate che il Capo dello Stato, al secolo Re Giorgio II, avrebbe fatto ad alcuni senatori per invitarli a votare le riforme boscorenziane.
Telefonate con questo monito incorporato: "Non posso tenere in piedi un governo che non ha la fiducia sulle riforme costituzionali". Quindi, o votare compatti, o sciolgo le Camere. Di fatto dunque, poiché sulle norme costituzionali il governo non può chiedere il voto di fiducia, se le cose sono andate effettivamente in questo modo sul filo del telefono, sarebbe il Capo dello Stato a porre indirettamente la questione di fiducia per conto del governo.
Ingerenza, comportamento legittimo da parte del Colle, posizionamento entro o oltre la Costituzione? Una volta si diceva: "quando il Parlamento lavora, il Quirinale tace". Oggi invece userebbe il telefono.
2. I TETTI CALDI DEL QUIRINALE
Taglia e ritaglia, anche re Giorgio alla fine c'è arrivato. Ed ecco a noi la nota virtuosa del Colle: Napolitano I ha deciso «l'applicazione del tetto di 240 mila euro annui previsto dall'articolo 13, comma 1, del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66 ai compensi dei Consiglieri del Presidente della Repubblica a contratto», nonchè l'«applicazione del medesimo tetto alle retribuzioni del personale».
boldrini campionessa di facce schifate con napolitano
In altre parole: anche al Colle non si scherza, e d'ora in poi, in fatto di stipendi, ci sarà un tetto per tutti. Complimentissimi! Però c'è un piccolo dettaglio che nessuno qui chiarisce: resteranno invariati gli altri tetti di cui i consiglieri presidenziali godono alla grande o gli leveranno pure quelli sopra la testa? I tetti del casotto al mare nella tenuta di Castelporziano, per intenderci, o magari quelli della casetta a Roma?
Già, già, già... Proprio in via della Dataria, giusto di fronte al palazzo del Quirinale, ci sono i discretissimi appartamenti «a disposizione» dei consiglieri del presidente. Alloggio ovviamente di servizio, ammobiliato di tutto punto, con bollette ovviamente a carico del Quirinale e sorveglianza gratuita h 24.
montalcini al quirinale napolitano e marra - Copyright Pizzi
Non parliamo di Tasi e Tari che qui, per gli inquilini, manco si sa cosa siano, come non esiste la romanissima nevrosi da parcheggio introvabile: a via della Dataria i consiglieri ci possono tranquillamente parcheggiare l'automobile (di servizio). Anzi, manco la parcheggiano loro, perchè ci pensano le scorte.
Ma dai? Massì! A goderne da sempre sono il segretario generale del Quirinale, al presente impersonato da Donato Marra, e il capo della segreteria del presidente, Carlo Guelfi, ma non ci siamo fatti mancare i portavoce (ci ha abitato lo storico Pasquale Cascella) e i consiglieri diplomatici e militari, come il mitologico generale (in pensione, ma pur sempre splendido nella sua divisa) Rolando Mosca Moschini.
Ovvio che l'appartamento più bello di tutti, quello con terrazzo sotto le stelle e vista su tutta Roma, spetti al segretario generale Marra. Poveretto, Napolitano gli ha appena dato una sforbiciata all'indennità di funzione, riducendola “all'importo dell'indennità di comando prevista per i Consiglieri del Presidente della Repubblica, pari a 141mila euro annui lordi”.
Ma di sicuro, tra la lussuosa pensione della Camera e l'ottimo stipendio da segretario generale (prima dei tagli prendeva mezzo milione di euro l'anno, più del doppio di re Giorgio) non ha molto da lamentarsi. Aggiungeteci lo chef pagato dal Quirinale, il cameriere, l'auto di servizio, l'autista e la scorta, a disposizione pure della signora Marra, che non guida, e che da otto anni viene scarrozzata dagli uomini del Quirinale. Ovviamente aggratis. Che avete detto? Bisogna metterci un tetto?
3. CHE I 5 STELLE STANNO PENSANDO A UNA NUOVA RICHIESTA DI IMPEACHMENT PER IL PRESIDENTE
Che cos'ha appena gridato Grillo? Al colpo di Stato? Con la regia di Napolitano? Tanto che «Il M5S non terrà d’ora in poi alcun contatto con un uomo che ha abdicato al suo ruolo di garante della Costituzione», sperando che «anche altre forze politiche si associno e lo isolino prima che sia troppo tardi, prima del buio a mezzogiorno»?
Beh, da giorni i muri dei palazzi raccontano questa storia: che i 5 stelle stanno pensando a una nuova richiesta di impeachment per il presidente. Stanno anzi cercando, ventre a terra, tutte le lettere - ufficiali, ufficiose o riservate - partite dal Colle negli ultimi tempi, sospettando interferenze quirinalizie indebite anche sui provvedimenti legislativi in corso.
Dicono anche, i muri, che alcune lettere destinate a presidenti di commissione siano abbastanza esplicite. E che qualche presidente non rieletto, forse forse, avrebbe tanto piacere di togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Dicono.
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