Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
https://www.youtube.com/watch?v=U_AHtC8 ... ubs_digest
Buccarella: un codice "etico e di comportamento..." a 5 stelle
Ciao
Paolo11
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Paolo11
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Come andrà a finire????
I termini usati da Grillo sono forse troppo estremi, ma nella sostanza che si vada verso una premessa autoritaria è fuori discussione.
Qual'é il modo giusto di giocare questa partita a scacchi????
Usare termini estremi come fa Beppe, oppure meno estremi ma più convincenti e tali che smuova le masse. Ammesso che le masse si possano smuovere come ha segnalato con molto pragmatismo erding, ieri in altro 3D??????
Una precisazione per Paolino.
Caro Paolo, faccio fatica a comprendere la strategia di Beppe Grillo. Potrebbe usare una strategia vincente mettendo il Cicciobello mannaro con le spalle al muro, ed invece sceglie di scendere a giocare la partita al livello di Renzie.
L'altra sera ad In Onda anche Gianfranco Fini ha capito i giochi in atto.
Renzie ha scelto la via più facile di fare goal con l'approvazione della prima sessione della riforma del Senato prima delle ferie perché non è in grado di mettere mano alla riforma economica.
Anch'io sono dello stesso parere ma con un sospetto in più, che dietro tutto questo ci sia anche Napolitano che si è rotto di fare O' presidente.
Quando gli è stato proposto il secondo incarico la situazione era diversa. A spingere per il secondo mandato sono stati Bersani e Berlusconi. Bersani adesso è fuori scena e Berlusconi si è ridotto al ruolo di ricattatore per sopravvivere.
Da quel compromesso di 15 mesi fa è nato il governo Lettanipote che poi è fallito clamorosamente.
Adesso King George ne ha piene le scuffie. Se si approva qualche riforma può tentare di abdicare per passare gli ultimi giorni a Capri.
Dal punto di vista strettamente militare, quindi, il tallone di Achille del fiorentino sono le riforme economiche. Non capisco perché Grillo e i 5S non attacchino a fondo su questo fronte.
Ad esempio, un nodo cruciale è la restituzione del debito intero del PA entro luglio. Come ha promesso Cicciobello, nella famosa comparsata della televendita delle pentole bucate appena nominato premier.
Ha promesso 68 miliardi. Di cui 22 pagati da Lettanipote come puoi vedere da youtube.
Tu, che immagino che sei in contatto con i grillini, perché non proponi di fare un mazzo tanto al televenditore su larga scala come fa il Grillo, chiedendogli 10 volte al giorno per i prossimi 15 giorni il rispetto degli impegni sulla restituzione del debito della PA??????.
Solo in questo modo si può battere Pittibimbo, mettendolo davanti alle sue responsabilità economiche non mantenute.
http://www.youtube.com/watch?v=vXoQ4JVBDlw&hd=1
PS. Questa mattina ad Agorà estate, Roberto Weber di Ixè, ha presentato per la terza settimana di seguito il sondaggio su cosa chiedono gli italiani come soluzione primaria.
Al primo posto c'è sempre il lavoro con un aumento di 2 punti percentuali rispetto alla settimana scorsa. Sono il 64 % degli italiani che chiedono lavoro.
Solo il 3% chiede le riforme del Senato.
Con le riforme del Senato non si mangia e servono solo a BR. Più R che B.
Non capisco perché i 5S non puntano a fondo sul tema economico. Su questo tema molti potrebbero cambiare idea. Ma occorrono proposte concrete e non promesse da marinaio.
Prova a proporlo sul Blog del marchese del Grillo. Digli di darsi una mossa in questo senso e di smettere le danze imposte da Renzi.
^^^^^^^^^
POLITICA & PALAZZO
Senato, Grillo: 'E' golpe, via Napolitano'
Grasso dopo polemiche Pd: 'Io imparziale'
Il leader M5S attacca: "Mussolini aveva più pudore". Renzi: "Colpo di Stato? Magari colpo di sole"
Il presidente di Palazzo Madama dopo accuse dem voto segreto: "Regolamento non lascia margini"
Blog Marco Travaglio - Firmiamo per fermarli / No ai ladri di democrazia: partecipa alla petizione
“Mussolini ebbe più pudore”. Il giorno dopo il corteo (M5S, Sel e Lega Nord) al Quirinale per protestare contro la modifica del Senato (leggi), Grillo attacca sul blog: “Un patto per cambiare la Costituzione di cui nessuno sa un beneamato caXXo fatto con un pregiudicato, è colpo di Stato”. Renzi replica su Twitter: “Si dice sole. Il tuo è un colpo di sole”. Intanto il presidente del Senato Grasso si difende dalle polemiche interne al Pd sul voto segreto: "Regolamento non lascia margini, indignato da scontri"
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07 ... a/1071740/
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Grillo: “Mussolini ebbe più pudore. E’ colpo di Stato”. Renzi: “E’ colpo di sole”
Il leader del Movimento 5 stelle sul blog attacca la modifica del Senato e critica il presidente della Repubblica: "D'ora in poi non avremo più alcun contatto con lui". Unica via d'uscita, scrive: "Il ritorno alle urne". Il presidente del Consiglio risponde poco dopo su Twitter. Il presidente Grasso: "Spettacolo dello scontro politico mi ha addolorato. Io imparziale"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 25 luglio 2014Commenti (1362)
Beppe Grillo lo chiama “colpo di Stato“. Matteo Renzi lo definisce “colpo di sole”. E intanto il presidente del Senato Pietro Grasso si difende dalle accuse arrivate dai banchi del Partito democratico: “Io sono imparziale. Basta muro contro muro”. Dentro e fuori dall’Aula, continua lo scontro sulla riforma di Palazzo Madama che il governo vuole approvare a tutti i costi entro la pausa estiva. E la storia degli ultimi giorni è solo l’inizio di una lunga odissea: prima la decisione della seconda carica dello Stato di accettare il voto segreto su alcuni emendamenti, poi la “tagliola” sugli interventi in Aula per arrivare al voto l’8 di agosto e infine il corteo dei partiti di minoranza (M5S, Sel e Lega Nord) al Quirinale che Napolitano non ha ricevuto “perché indisposto”.
Il giorno dopo il primo a tornare all’attacco è il leader del Movimento 5 stelle sul blog. “Un Parlamento votato con una legge incostituzionale”, scrive Grillo in una nota dal titolo “Aridatece er puzzone“, “un presidente della Repubblica che nomina come e peggio di un monarca tre presidenti del Consiglio senza passare dalle elezioni, un patto per cambiare la Costituzione di cui nessuno sa un beneamato caXXo fatto con un pregiudicato. Ora si vuole eliminare il Senato elettivo inserendovi i gerarchetti locali dei partiti e una Camera di nominati. Questo si chiama colpo di Stato. Mussolini ebbe più pudore. Non le chiamò riforme”. La risposta del presidente del Consiglio arriva poco dopo su Twitter: “Caro Beppe: si dice sole. Il tuo è un colpo di sole”. Prima, sempre sui social network, Renzi aveva ribadito l’intenzione di fare un referendum tra i cittadini in seguito all’eventuale approvazione del ddl Boschi: “Perché le opposizioni urlano? Di cosa hanno paura? Del voto degli italiani?”.
Matteo Renzi ✔ @matteorenzi
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Riforme: dice Grillo che il nostro è un colpo di stato. Caro Beppe: si dice sole. Il tuo è un colpo di sole! #noalibi #sidicesole
12:45 PM - 25 Jul 2014
Grillo attacca poi il Presidente della Repubblica con il quale i 5 stelle, scrive sul blog, non avranno più contatti. “Il regista di questo scempio”, continua il post, “è Napolitano che dovrebbe almeno per pudore istituzionale dimettersi subito e con il quale le forze democratiche non dovrebbero avere più alcun rapporto. Il M5S non terrà d’ora in poi alcun contatto con un uomo che ha abdicato al suo ruolo di garante della Costituzione. Si spera che anche altre forze politiche si associno e lo isolino prima che sia troppo tardi, prima del buio a mezzogiorno”. Unica via d’uscita secondo il leader è il ritorno alle urne: “La via d’uscita da questa situazione”, conclude, “è rappresentata da nuove elezioni, la legge c’è. E’ quella emendata dalla corte costituzionale, con le preferenze e senza un abnorme premio di maggioranza. Il M5S non ha paura di tornare alle urne per rilegittimare il parlamento, anche domani se necessario. La minaccia di Renzie di nuove elezioni è una pistola scarica e lui lo sa”.
In contemporanea il presidente del Senato alla cerimonia del Ventaglio difende la sua posizione dopo gli scontri in Aula: “A proposito di tempi, ostruzionismo e contingentamento ,voglio dire che lo spettacolo offerto dal duro scontro politico di questi giorni mi ha molto addolorato e, in alcuni momenti, indignato. Non è questa l’immagine che la politica, e questa istituzione in particolare, deve dare al Paese”. E parla poi della decisione di concedere lo scrutinio segreto su alcuni emendamenti: “Sui criteri che mi hanno ispirato nella scelta di concedere il voto segreto su ben specifici emendamenti, la risposta è molto semplice: il regolamento non lascia alcun margine di interpretazione”. La seconda carica dello Stato respinge i dubbi sulla condivisione delle riforme e chiede nuovi interventi sul tema giustizia e corruzione: “Queste riforme sono attese da decenni, largamente condivise soprattutto nelle loro linee essenziali: superamento del bicameralismo paritario, nuovo equilibrio tra i due rami del Parlamento, snellimento del processo legislativo e riduzione del numero dei parlamentari”. E aggiunge: “La profonda crisi che l’Italia affronta, non solo economica e politica ma anche etica richiede interventi di diverso genere: liberalizzazioni, privatizzazioni, riforma mercato del lavoro, revisione spesa pubblica, modernizzazione P.A. Ma anche la riforma della giustizia e la lotta alla corruzione. Proprio stamattina ho proposto in Consiglio di Presidenza di prevedere nei regolamenti del Senato sui vitalizi e le pensioni dei senatori la cessazione di qualsiasi erogazione nei confronti degli ex senatori condannati in via definitiva per fatti di mafia, di corruzione e per altri gravi reati.“. E conclude chiedendo una riflessione sul ddl diffamazione per i giornalisti da approfondire dopo l’estate: “Ha alcuni importanti elementi di novità, primo fra tutti l’abolizione del carcere per i giornalisti”.
I termini usati da Grillo sono forse troppo estremi, ma nella sostanza che si vada verso una premessa autoritaria è fuori discussione.
Qual'é il modo giusto di giocare questa partita a scacchi????
Usare termini estremi come fa Beppe, oppure meno estremi ma più convincenti e tali che smuova le masse. Ammesso che le masse si possano smuovere come ha segnalato con molto pragmatismo erding, ieri in altro 3D??????
Una precisazione per Paolino.
Caro Paolo, faccio fatica a comprendere la strategia di Beppe Grillo. Potrebbe usare una strategia vincente mettendo il Cicciobello mannaro con le spalle al muro, ed invece sceglie di scendere a giocare la partita al livello di Renzie.
L'altra sera ad In Onda anche Gianfranco Fini ha capito i giochi in atto.
Renzie ha scelto la via più facile di fare goal con l'approvazione della prima sessione della riforma del Senato prima delle ferie perché non è in grado di mettere mano alla riforma economica.
Anch'io sono dello stesso parere ma con un sospetto in più, che dietro tutto questo ci sia anche Napolitano che si è rotto di fare O' presidente.
Quando gli è stato proposto il secondo incarico la situazione era diversa. A spingere per il secondo mandato sono stati Bersani e Berlusconi. Bersani adesso è fuori scena e Berlusconi si è ridotto al ruolo di ricattatore per sopravvivere.
Da quel compromesso di 15 mesi fa è nato il governo Lettanipote che poi è fallito clamorosamente.
Adesso King George ne ha piene le scuffie. Se si approva qualche riforma può tentare di abdicare per passare gli ultimi giorni a Capri.
Dal punto di vista strettamente militare, quindi, il tallone di Achille del fiorentino sono le riforme economiche. Non capisco perché Grillo e i 5S non attacchino a fondo su questo fronte.
Ad esempio, un nodo cruciale è la restituzione del debito intero del PA entro luglio. Come ha promesso Cicciobello, nella famosa comparsata della televendita delle pentole bucate appena nominato premier.
Ha promesso 68 miliardi. Di cui 22 pagati da Lettanipote come puoi vedere da youtube.
Tu, che immagino che sei in contatto con i grillini, perché non proponi di fare un mazzo tanto al televenditore su larga scala come fa il Grillo, chiedendogli 10 volte al giorno per i prossimi 15 giorni il rispetto degli impegni sulla restituzione del debito della PA??????.
Solo in questo modo si può battere Pittibimbo, mettendolo davanti alle sue responsabilità economiche non mantenute.
http://www.youtube.com/watch?v=vXoQ4JVBDlw&hd=1
PS. Questa mattina ad Agorà estate, Roberto Weber di Ixè, ha presentato per la terza settimana di seguito il sondaggio su cosa chiedono gli italiani come soluzione primaria.
Al primo posto c'è sempre il lavoro con un aumento di 2 punti percentuali rispetto alla settimana scorsa. Sono il 64 % degli italiani che chiedono lavoro.
Solo il 3% chiede le riforme del Senato.
Con le riforme del Senato non si mangia e servono solo a BR. Più R che B.
Non capisco perché i 5S non puntano a fondo sul tema economico. Su questo tema molti potrebbero cambiare idea. Ma occorrono proposte concrete e non promesse da marinaio.
Prova a proporlo sul Blog del marchese del Grillo. Digli di darsi una mossa in questo senso e di smettere le danze imposte da Renzi.
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POLITICA & PALAZZO
Senato, Grillo: 'E' golpe, via Napolitano'
Grasso dopo polemiche Pd: 'Io imparziale'
Il leader M5S attacca: "Mussolini aveva più pudore". Renzi: "Colpo di Stato? Magari colpo di sole"
Il presidente di Palazzo Madama dopo accuse dem voto segreto: "Regolamento non lascia margini"
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“Mussolini ebbe più pudore”. Il giorno dopo il corteo (M5S, Sel e Lega Nord) al Quirinale per protestare contro la modifica del Senato (leggi), Grillo attacca sul blog: “Un patto per cambiare la Costituzione di cui nessuno sa un beneamato caXXo fatto con un pregiudicato, è colpo di Stato”. Renzi replica su Twitter: “Si dice sole. Il tuo è un colpo di sole”. Intanto il presidente del Senato Grasso si difende dalle polemiche interne al Pd sul voto segreto: "Regolamento non lascia margini, indignato da scontri"
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Grillo: “Mussolini ebbe più pudore. E’ colpo di Stato”. Renzi: “E’ colpo di sole”
Il leader del Movimento 5 stelle sul blog attacca la modifica del Senato e critica il presidente della Repubblica: "D'ora in poi non avremo più alcun contatto con lui". Unica via d'uscita, scrive: "Il ritorno alle urne". Il presidente del Consiglio risponde poco dopo su Twitter. Il presidente Grasso: "Spettacolo dello scontro politico mi ha addolorato. Io imparziale"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 25 luglio 2014Commenti (1362)
Beppe Grillo lo chiama “colpo di Stato“. Matteo Renzi lo definisce “colpo di sole”. E intanto il presidente del Senato Pietro Grasso si difende dalle accuse arrivate dai banchi del Partito democratico: “Io sono imparziale. Basta muro contro muro”. Dentro e fuori dall’Aula, continua lo scontro sulla riforma di Palazzo Madama che il governo vuole approvare a tutti i costi entro la pausa estiva. E la storia degli ultimi giorni è solo l’inizio di una lunga odissea: prima la decisione della seconda carica dello Stato di accettare il voto segreto su alcuni emendamenti, poi la “tagliola” sugli interventi in Aula per arrivare al voto l’8 di agosto e infine il corteo dei partiti di minoranza (M5S, Sel e Lega Nord) al Quirinale che Napolitano non ha ricevuto “perché indisposto”.
Il giorno dopo il primo a tornare all’attacco è il leader del Movimento 5 stelle sul blog. “Un Parlamento votato con una legge incostituzionale”, scrive Grillo in una nota dal titolo “Aridatece er puzzone“, “un presidente della Repubblica che nomina come e peggio di un monarca tre presidenti del Consiglio senza passare dalle elezioni, un patto per cambiare la Costituzione di cui nessuno sa un beneamato caXXo fatto con un pregiudicato. Ora si vuole eliminare il Senato elettivo inserendovi i gerarchetti locali dei partiti e una Camera di nominati. Questo si chiama colpo di Stato. Mussolini ebbe più pudore. Non le chiamò riforme”. La risposta del presidente del Consiglio arriva poco dopo su Twitter: “Caro Beppe: si dice sole. Il tuo è un colpo di sole”. Prima, sempre sui social network, Renzi aveva ribadito l’intenzione di fare un referendum tra i cittadini in seguito all’eventuale approvazione del ddl Boschi: “Perché le opposizioni urlano? Di cosa hanno paura? Del voto degli italiani?”.
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Riforme: dice Grillo che il nostro è un colpo di stato. Caro Beppe: si dice sole. Il tuo è un colpo di sole! #noalibi #sidicesole
12:45 PM - 25 Jul 2014
Grillo attacca poi il Presidente della Repubblica con il quale i 5 stelle, scrive sul blog, non avranno più contatti. “Il regista di questo scempio”, continua il post, “è Napolitano che dovrebbe almeno per pudore istituzionale dimettersi subito e con il quale le forze democratiche non dovrebbero avere più alcun rapporto. Il M5S non terrà d’ora in poi alcun contatto con un uomo che ha abdicato al suo ruolo di garante della Costituzione. Si spera che anche altre forze politiche si associno e lo isolino prima che sia troppo tardi, prima del buio a mezzogiorno”. Unica via d’uscita secondo il leader è il ritorno alle urne: “La via d’uscita da questa situazione”, conclude, “è rappresentata da nuove elezioni, la legge c’è. E’ quella emendata dalla corte costituzionale, con le preferenze e senza un abnorme premio di maggioranza. Il M5S non ha paura di tornare alle urne per rilegittimare il parlamento, anche domani se necessario. La minaccia di Renzie di nuove elezioni è una pistola scarica e lui lo sa”.
In contemporanea il presidente del Senato alla cerimonia del Ventaglio difende la sua posizione dopo gli scontri in Aula: “A proposito di tempi, ostruzionismo e contingentamento ,voglio dire che lo spettacolo offerto dal duro scontro politico di questi giorni mi ha molto addolorato e, in alcuni momenti, indignato. Non è questa l’immagine che la politica, e questa istituzione in particolare, deve dare al Paese”. E parla poi della decisione di concedere lo scrutinio segreto su alcuni emendamenti: “Sui criteri che mi hanno ispirato nella scelta di concedere il voto segreto su ben specifici emendamenti, la risposta è molto semplice: il regolamento non lascia alcun margine di interpretazione”. La seconda carica dello Stato respinge i dubbi sulla condivisione delle riforme e chiede nuovi interventi sul tema giustizia e corruzione: “Queste riforme sono attese da decenni, largamente condivise soprattutto nelle loro linee essenziali: superamento del bicameralismo paritario, nuovo equilibrio tra i due rami del Parlamento, snellimento del processo legislativo e riduzione del numero dei parlamentari”. E aggiunge: “La profonda crisi che l’Italia affronta, non solo economica e politica ma anche etica richiede interventi di diverso genere: liberalizzazioni, privatizzazioni, riforma mercato del lavoro, revisione spesa pubblica, modernizzazione P.A. Ma anche la riforma della giustizia e la lotta alla corruzione. Proprio stamattina ho proposto in Consiglio di Presidenza di prevedere nei regolamenti del Senato sui vitalizi e le pensioni dei senatori la cessazione di qualsiasi erogazione nei confronti degli ex senatori condannati in via definitiva per fatti di mafia, di corruzione e per altri gravi reati.“. E conclude chiedendo una riflessione sul ddl diffamazione per i giornalisti da approfondire dopo l’estate: “Ha alcuni importanti elementi di novità, primo fra tutti l’abolizione del carcere per i giornalisti”.
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Ma se tanto quando si chiede a Grillo di collaborare questo risponde male come era stato fatto nello streaming con Bersani e nell'elezione di Prodi; e anche qualche giorno fa ha detto che il tempo era scaduto, facendo ricordare le farse della prima repubblica, ora che vuole? questo governo e il precedente sono la conseguenza del suo settarismo.
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
cielo 70 ha scritto:Ma se tanto quando si chiede a Grillo di collaborare questo risponde male come era stato fatto nello streaming con Bersani e nell'elezione di Prodi; e anche qualche giorno fa ha detto che il tempo era scaduto, facendo ricordare le farse della prima repubblica, ora che vuole? questo governo e il precedente sono la conseguenza del suo settarismo.
Caro cielo 70,
oramai siamo al caos completo. Si naviga a vista.
Prova a leggere l'ultimo post con le informazioni di quella cecca pettegola di Dagospia che però ha sempre orecchie d'appertutto:
http://forumisti.mondoforum.com/viewtop ... 234#p33234
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Rimetti a noi i nostri debiti
Su 56 miliardi di esposto nei confronti delle imprese lo Stato ne ha restituiti 26. Tra un rinvio e un altro le aziende aspettano ancora che il Governo mantenga le promesse. Ma il tempo stringe e Padoan deve trovare 30 miliardi in due mesi
Pubblicato da Redazione online il 20 luglio 2014
Nella sezione Politica
A proposito di: debiti, governo, imprese, Pa
Di Thomas Mackinson per Il Fatto Quotidiano
Dal Tesoro assicurano che si tratta solo di una “svista”, un errore che risale all’insediamento del nuovo governo. Fatto sta che lo strumento-bussola che doveva servire a monitorare i trasferimenti dello Stato per far fronte ai crediti delle imprese è fermo, incredibilmente, da quattro mesi. “Il prossimo aggiornamento è previsto per il 23 aprile 2014” si legge sul sito del Mef appositamente dedicato al pagamento dei debiti delle amministrazioni pubbliche. Ma la verità, forse, è un’altra. Il buio sui pagamenti effettivi è anche un modo per non smentire l’ottimismo che il presidente del Consiglio Matteo Renzi sparge da mesi su un tema che nel frattempo è esploso, diventando emergenza per l’economia del Paese, fardello intollerabile sulla ripresa, ferita aperta alle regole del mercato e ai principi dello Stato di diritto, zavorra che affonda il debito pubblico. Difficile, per chi ha promesso tanto, spiegare che a fronte di tutto questo un credito su due è ancora da pagare.
L’ultima fotografia è dunque quella relativa alle azioni dei governi precedenti, i decreti Monti (dl 35/2013) e Letta (102/2013) relativi ai debiti accertati al 31 dicembre 2012, per i quali sono stati messi sul piatto 47 miliardi di euro da erogare nel biennio 2013-2014. Racconta che di quella massa finanziaria immessa nel circuito delle pubbliche amministrazioni è stata pagata una quota pari a 23,5 miliardi, altrettanto (22 miliardi) era da pagare nel 2014. Delle liquidazioni successive non si ha più notizia. Le slide bollinate dal Ministero si sono fermate, in barba alle buone pratiche di trasparenza ed efficienza. Da allora, fa sapere il Mef, a fronte di 56.839 milioni di euro stanziati, i pagamenti effettivi registrati ammontano oggi a 26.139 milioni. In pratica la metà dei crediti esigibili al 31 dicembre 2013 è ancora tutta da saldare. Le sole liquidazioni spendibili, in altre parole, sono ancora riferibili alle azioni dei precedenti governi. Da quello incarica sono piovute invece sopratutto promesse. “Paghiamo tutto entro luglio”, annunciava mesi fa il capo del governo. Anzinò, entro settembre. E ora che siamo vicini all’ennesima scadenza, è partita la caccia al Tesoro per trovare i 31 miliardi che servono a tenere fede all’ultima promessa: pagare tutto entro due mesi.
La bomba dei debiti e l’esplosione degli annunci
Il fatto è che su su via XX Settembre sembra si sia abbattuta la “bomba” Renzi. Impossibile, anche per i tecnici del Mef, star dietro ai proclami del nuovo presidente del Consiglio. Matteo Renzi ne ha collezionati una serie, salvo procrastinarli di mese in mese. Premier da tre giorni, a Ballarò annunciava che “La Cassa Depositi e Prestiti in 15 giorni permetterà di sbloccare i 60 miliardi che sono bloccati per i debiti della P.A”. Due settimane dopo, all’uscita da un Cdm, confermerà lo sblocco “immediato e totale dei debiti della P.a”, ma per i 22 miliardi già stanziati dal governo Letta, mentre altri “68 miliardi li pagheremo entro luglio”. Cioè cinque mesi dopo rispetto al primo impegno. Ma non è poi un problema, perché il giorno dopo Renzi cambia poltrona e versione. Da Bruno Vespa torna sul tema, procrastinando lo sblocco al 21 di settembre. “Per San Matteo, ultimo giorno d’estate, se ci riusciamo lei va in pellegrinaggio a piedi da Firenze a Monte Senario”, dirà al conduttore.
Tra i debiti scaduti nel 2013 uno su due è ancora da pagare
Mercoledì scorso, in audizione al Senato, il ragioniere generale dello Stato Daniele Franco ha diffuso però alcuni numeri che confermano il ritardo nelle liquidazioni delle fatture. Tra il 2013 e 2014 (vedi Tavolo 1) sono stati stanziati 56,8 miliardi di euro, le risorse assegnate sono state pari a 43,1 miliardi e quelle rese effettivamente disponibili 30, cioè il 63% del totale. I pagamenti effettuati sono stati invece pari a 26,1 miliardi di euro. In pratica, meno della metà dello stock di debito accumulato nel 2013 è stato pagato, anche se i soldi (teoricamente) sono disponibili. ”Nei prossimi mesi ci sarà un aumento significativo dell’entità pagata”, ha spiegato Franco, conteggiando in 75 miliardi lo stock del debito pregresso (per la Banca d’Italia erano 91, ma il dato contiene anche i debiti non scaduti).
http://www.lanotiziagiornale.it/rimetti ... le-promes/
.....................................................
Padoan lo ha detto anche in TV pochi giorni addietro a settenbre verranno pagati.
Se è una bufala a settembre Renzi può andarsene.
Ciao
Paolo11
Su 56 miliardi di esposto nei confronti delle imprese lo Stato ne ha restituiti 26. Tra un rinvio e un altro le aziende aspettano ancora che il Governo mantenga le promesse. Ma il tempo stringe e Padoan deve trovare 30 miliardi in due mesi
Pubblicato da Redazione online il 20 luglio 2014
Nella sezione Politica
A proposito di: debiti, governo, imprese, Pa
Di Thomas Mackinson per Il Fatto Quotidiano
Dal Tesoro assicurano che si tratta solo di una “svista”, un errore che risale all’insediamento del nuovo governo. Fatto sta che lo strumento-bussola che doveva servire a monitorare i trasferimenti dello Stato per far fronte ai crediti delle imprese è fermo, incredibilmente, da quattro mesi. “Il prossimo aggiornamento è previsto per il 23 aprile 2014” si legge sul sito del Mef appositamente dedicato al pagamento dei debiti delle amministrazioni pubbliche. Ma la verità, forse, è un’altra. Il buio sui pagamenti effettivi è anche un modo per non smentire l’ottimismo che il presidente del Consiglio Matteo Renzi sparge da mesi su un tema che nel frattempo è esploso, diventando emergenza per l’economia del Paese, fardello intollerabile sulla ripresa, ferita aperta alle regole del mercato e ai principi dello Stato di diritto, zavorra che affonda il debito pubblico. Difficile, per chi ha promesso tanto, spiegare che a fronte di tutto questo un credito su due è ancora da pagare.
L’ultima fotografia è dunque quella relativa alle azioni dei governi precedenti, i decreti Monti (dl 35/2013) e Letta (102/2013) relativi ai debiti accertati al 31 dicembre 2012, per i quali sono stati messi sul piatto 47 miliardi di euro da erogare nel biennio 2013-2014. Racconta che di quella massa finanziaria immessa nel circuito delle pubbliche amministrazioni è stata pagata una quota pari a 23,5 miliardi, altrettanto (22 miliardi) era da pagare nel 2014. Delle liquidazioni successive non si ha più notizia. Le slide bollinate dal Ministero si sono fermate, in barba alle buone pratiche di trasparenza ed efficienza. Da allora, fa sapere il Mef, a fronte di 56.839 milioni di euro stanziati, i pagamenti effettivi registrati ammontano oggi a 26.139 milioni. In pratica la metà dei crediti esigibili al 31 dicembre 2013 è ancora tutta da saldare. Le sole liquidazioni spendibili, in altre parole, sono ancora riferibili alle azioni dei precedenti governi. Da quello incarica sono piovute invece sopratutto promesse. “Paghiamo tutto entro luglio”, annunciava mesi fa il capo del governo. Anzinò, entro settembre. E ora che siamo vicini all’ennesima scadenza, è partita la caccia al Tesoro per trovare i 31 miliardi che servono a tenere fede all’ultima promessa: pagare tutto entro due mesi.
La bomba dei debiti e l’esplosione degli annunci
Il fatto è che su su via XX Settembre sembra si sia abbattuta la “bomba” Renzi. Impossibile, anche per i tecnici del Mef, star dietro ai proclami del nuovo presidente del Consiglio. Matteo Renzi ne ha collezionati una serie, salvo procrastinarli di mese in mese. Premier da tre giorni, a Ballarò annunciava che “La Cassa Depositi e Prestiti in 15 giorni permetterà di sbloccare i 60 miliardi che sono bloccati per i debiti della P.A”. Due settimane dopo, all’uscita da un Cdm, confermerà lo sblocco “immediato e totale dei debiti della P.a”, ma per i 22 miliardi già stanziati dal governo Letta, mentre altri “68 miliardi li pagheremo entro luglio”. Cioè cinque mesi dopo rispetto al primo impegno. Ma non è poi un problema, perché il giorno dopo Renzi cambia poltrona e versione. Da Bruno Vespa torna sul tema, procrastinando lo sblocco al 21 di settembre. “Per San Matteo, ultimo giorno d’estate, se ci riusciamo lei va in pellegrinaggio a piedi da Firenze a Monte Senario”, dirà al conduttore.
Tra i debiti scaduti nel 2013 uno su due è ancora da pagare
Mercoledì scorso, in audizione al Senato, il ragioniere generale dello Stato Daniele Franco ha diffuso però alcuni numeri che confermano il ritardo nelle liquidazioni delle fatture. Tra il 2013 e 2014 (vedi Tavolo 1) sono stati stanziati 56,8 miliardi di euro, le risorse assegnate sono state pari a 43,1 miliardi e quelle rese effettivamente disponibili 30, cioè il 63% del totale. I pagamenti effettuati sono stati invece pari a 26,1 miliardi di euro. In pratica, meno della metà dello stock di debito accumulato nel 2013 è stato pagato, anche se i soldi (teoricamente) sono disponibili. ”Nei prossimi mesi ci sarà un aumento significativo dell’entità pagata”, ha spiegato Franco, conteggiando in 75 miliardi lo stock del debito pregresso (per la Banca d’Italia erano 91, ma il dato contiene anche i debiti non scaduti).
http://www.lanotiziagiornale.it/rimetti ... le-promes/
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Padoan lo ha detto anche in TV pochi giorni addietro a settenbre verranno pagati.
Se è una bufala a settembre Renzi può andarsene.
Ciao
Paolo11
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
paolo11 ha scritto:Rimetti a noi i nostri debiti
Su 56 miliardi di esposto nei confronti delle imprese lo Stato ne ha restituiti 26. Tra un rinvio e un altro le aziende aspettano ancora che il Governo mantenga le promesse. Ma il tempo stringe e Padoan deve trovare 30 miliardi in due mesi
Pubblicato da Redazione online il 20 luglio 2014
Nella sezione Politica
A proposito di: debiti, governo, imprese, Pa
Di Thomas Mackinson per Il Fatto Quotidiano
Dal Tesoro assicurano che si tratta solo di una “svista”, un errore che risale all’insediamento del nuovo governo. Fatto sta che lo strumento-bussola che doveva servire a monitorare i trasferimenti dello Stato per far fronte ai crediti delle imprese è fermo, incredibilmente, da quattro mesi. “Il prossimo aggiornamento è previsto per il 23 aprile 2014” si legge sul sito del Mef appositamente dedicato al pagamento dei debiti delle amministrazioni pubbliche. Ma la verità, forse, è un’altra. Il buio sui pagamenti effettivi è anche un modo per non smentire l’ottimismo che il presidente del Consiglio Matteo Renzi sparge da mesi su un tema che nel frattempo è esploso, diventando emergenza per l’economia del Paese, fardello intollerabile sulla ripresa, ferita aperta alle regole del mercato e ai principi dello Stato di diritto, zavorra che affonda il debito pubblico. Difficile, per chi ha promesso tanto, spiegare che a fronte di tutto questo un credito su due è ancora da pagare.
L’ultima fotografia è dunque quella relativa alle azioni dei governi precedenti, i decreti Monti (dl 35/2013) e Letta (102/2013) relativi ai debiti accertati al 31 dicembre 2012, per i quali sono stati messi sul piatto 47 miliardi di euro da erogare nel biennio 2013-2014. Racconta che di quella massa finanziaria immessa nel circuito delle pubbliche amministrazioni è stata pagata una quota pari a 23,5 miliardi, altrettanto (22 miliardi) era da pagare nel 2014. Delle liquidazioni successive non si ha più notizia. Le slide bollinate dal Ministero si sono fermate, in barba alle buone pratiche di trasparenza ed efficienza. Da allora, fa sapere il Mef, a fronte di 56.839 milioni di euro stanziati, i pagamenti effettivi registrati ammontano oggi a 26.139 milioni. In pratica la metà dei crediti esigibili al 31 dicembre 2013 è ancora tutta da saldare. Le sole liquidazioni spendibili, in altre parole, sono ancora riferibili alle azioni dei precedenti governi. Da quello incarica sono piovute invece sopratutto promesse. “Paghiamo tutto entro luglio”, annunciava mesi fa il capo del governo. Anzinò, entro settembre. E ora che siamo vicini all’ennesima scadenza, è partita la caccia al Tesoro per trovare i 31 miliardi che servono a tenere fede all’ultima promessa: pagare tutto entro due mesi.
La bomba dei debiti e l’esplosione degli annunci
Il fatto è che su su via XX Settembre sembra si sia abbattuta la “bomba” Renzi. Impossibile, anche per i tecnici del Mef, star dietro ai proclami del nuovo presidente del Consiglio. Matteo Renzi ne ha collezionati una serie, salvo procrastinarli di mese in mese. Premier da tre giorni, a Ballarò annunciava che “La Cassa Depositi e Prestiti in 15 giorni permetterà di sbloccare i 60 miliardi che sono bloccati per i debiti della P.A”. Due settimane dopo, all’uscita da un Cdm, confermerà lo sblocco “immediato e totale dei debiti della P.a”, ma per i 22 miliardi già stanziati dal governo Letta, mentre altri “68 miliardi li pagheremo entro luglio”. Cioè cinque mesi dopo rispetto al primo impegno. Ma non è poi un problema, perché il giorno dopo Renzi cambia poltrona e versione. Da Bruno Vespa torna sul tema, procrastinando lo sblocco al 21 di settembre. “Per San Matteo, ultimo giorno d’estate, se ci riusciamo lei va in pellegrinaggio a piedi da Firenze a Monte Senario”, dirà al conduttore.
Tra i debiti scaduti nel 2013 uno su due è ancora da pagare
Mercoledì scorso, in audizione al Senato, il ragioniere generale dello Stato Daniele Franco ha diffuso però alcuni numeri che confermano il ritardo nelle liquidazioni delle fatture. Tra il 2013 e 2014 (vedi Tavolo 1) sono stati stanziati 56,8 miliardi di euro, le risorse assegnate sono state pari a 43,1 miliardi e quelle rese effettivamente disponibili 30, cioè il 63% del totale. I pagamenti effettuati sono stati invece pari a 26,1 miliardi di euro. In pratica, meno della metà dello stock di debito accumulato nel 2013 è stato pagato, anche se i soldi (teoricamente) sono disponibili. ”Nei prossimi mesi ci sarà un aumento significativo dell’entità pagata”, ha spiegato Franco, conteggiando in 75 miliardi lo stock del debito pregresso (per la Banca d’Italia erano 91, ma il dato contiene anche i debiti non scaduti).
http://www.lanotiziagiornale.it/rimetti ... le-promes/
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Padoan lo ha detto anche in TV pochi giorni addietro a settenbre verranno pagati.
Se è una bufala a settembre Renzi può andarsene.
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Paolo11
Da più parti si parla di una manovra correttiva a settembre.
30 miliardi.
Padoan dove prende tutti questi soldi?
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Paolo Maddalena
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Paolo Maddalena (Napoli, 27 marzo 1936) è un giurista e magistrato italiano, che ha ricoperto l'incarico di giudice costituzionale.
Dopo una lunga carriera nella quale ha coniugato l'attività di studio e ricerca nei settori del diritto romano, diritto amministrativo e costituzionale e diritto ambientale con le funzioni di magistrato, culminate con la nomina alle funzioni di presidente di sezione della Corte dei conti, il 17 luglio 2002 è stato eletto alla Corte costituzionale nella quota riservata alla magistratura contabile. Ha assunto le sue funzioni dopo aver giurato il 30 luglio dello stesso anno. Successivamente, il 10 dicembre 2010 è stato nominato vicepresidente della Corte dal neo-eletto presidente Ugo De Siervo, carica nella quale è stato riconfermato il 6 giugno 2011 dal neo-eletto presidente Alfonso Quaranta. Tra il 30 aprile 2011 e il 6 giugno dello stesso anno ha svolto le funzioni di presidente della Corte. Il suo mandato è giunto a termine il 30 luglio 2011.
Attività didattica e scientifica[modifica | modifica sorgente]
Subito dopo la laurea (conseguita presso l'Università di Napoli nel 1958), Maddalena iniziò l'attività didattica e scientifica nell'ambito del diritto romano, come assistente di Antonio Guarino. Libero docente di Istituzioni di diritto romano dal 1971, successivamente al suo ingresso in magistratura spostò i suoi interessi verso il diritto amministrativo e costituzionale. I principali risultati in questo settore hanno riguardato una nuova configurazione della responsabilità amministrativa e la tesi della risarcibilità del danno pubblico ambientale. Dopo avere insegnato per alcuni anni nell'Università di Pavia, parallelamente al suo impegno come magistrato, dal 1991 al 1998 è stato titolare della cattedra Jean Monnet Diritto della Comunità Europea per il patrimonio culturale ed ambientale presso l'Università degli Studi della Tuscia a Viterbo. In questo periodo si è occupato, in numerosi scritti, anche dei profili istituzionali ed ordinamentali dell'Unione Europea.
L'impegno in magistratura e altri incarichi[modifica | modifica sorgente]
Maddalena è entrato nella Magistratura della Corte dei Conti nel 1971. Dopo un lungo periodo trascorso presso la Procura Generale, nell'ultimo periodo, dal 1995, è stato Procuratore regionale del Lazio. Ha avuto modo di applicare le tesi da lui prospettate in sede scientifica sia collaborando allo svolgimento di numerose istruttorie, in particolare su temi ambientali, sia svolgendo incarichi di diversa natura. Tra l'altro ha fatto parte del gruppo Ecologia e Territorio istituito presso la Corte suprema di cassazione, è stato Capo di gabinetto presso il Ministero della Pubblica istruzione e Capo ufficio legislativo presso il Ministero dell'Ambiente.
Il 1º aprile 2014 è stato nominato esperto a titolo gratuito dal Sindaco di Messina Renato Accorinti, nel quadro del Laboratorio Messina per i beni comuni e le istituzioni partecipate.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Paolo Maddalena (Napoli, 27 marzo 1936) è un giurista e magistrato italiano, che ha ricoperto l'incarico di giudice costituzionale.
Dopo una lunga carriera nella quale ha coniugato l'attività di studio e ricerca nei settori del diritto romano, diritto amministrativo e costituzionale e diritto ambientale con le funzioni di magistrato, culminate con la nomina alle funzioni di presidente di sezione della Corte dei conti, il 17 luglio 2002 è stato eletto alla Corte costituzionale nella quota riservata alla magistratura contabile. Ha assunto le sue funzioni dopo aver giurato il 30 luglio dello stesso anno. Successivamente, il 10 dicembre 2010 è stato nominato vicepresidente della Corte dal neo-eletto presidente Ugo De Siervo, carica nella quale è stato riconfermato il 6 giugno 2011 dal neo-eletto presidente Alfonso Quaranta. Tra il 30 aprile 2011 e il 6 giugno dello stesso anno ha svolto le funzioni di presidente della Corte. Il suo mandato è giunto a termine il 30 luglio 2011.
Attività didattica e scientifica[modifica | modifica sorgente]
Subito dopo la laurea (conseguita presso l'Università di Napoli nel 1958), Maddalena iniziò l'attività didattica e scientifica nell'ambito del diritto romano, come assistente di Antonio Guarino. Libero docente di Istituzioni di diritto romano dal 1971, successivamente al suo ingresso in magistratura spostò i suoi interessi verso il diritto amministrativo e costituzionale. I principali risultati in questo settore hanno riguardato una nuova configurazione della responsabilità amministrativa e la tesi della risarcibilità del danno pubblico ambientale. Dopo avere insegnato per alcuni anni nell'Università di Pavia, parallelamente al suo impegno come magistrato, dal 1991 al 1998 è stato titolare della cattedra Jean Monnet Diritto della Comunità Europea per il patrimonio culturale ed ambientale presso l'Università degli Studi della Tuscia a Viterbo. In questo periodo si è occupato, in numerosi scritti, anche dei profili istituzionali ed ordinamentali dell'Unione Europea.
L'impegno in magistratura e altri incarichi[modifica | modifica sorgente]
Maddalena è entrato nella Magistratura della Corte dei Conti nel 1971. Dopo un lungo periodo trascorso presso la Procura Generale, nell'ultimo periodo, dal 1995, è stato Procuratore regionale del Lazio. Ha avuto modo di applicare le tesi da lui prospettate in sede scientifica sia collaborando allo svolgimento di numerose istruttorie, in particolare su temi ambientali, sia svolgendo incarichi di diversa natura. Tra l'altro ha fatto parte del gruppo Ecologia e Territorio istituito presso la Corte suprema di cassazione, è stato Capo di gabinetto presso il Ministero della Pubblica istruzione e Capo ufficio legislativo presso il Ministero dell'Ambiente.
Il 1º aprile 2014 è stato nominato esperto a titolo gratuito dal Sindaco di Messina Renato Accorinti, nel quadro del Laboratorio Messina per i beni comuni e le istituzioni partecipate.
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
https://www.youtube.com/watch?v=BvJU3uA ... ploademail
Decreto-legge competitività, l'intervento in dichiarazione di voto di
-------------------------------------------------
https://www.youtube.com/watch?v=TuX2MlS ... ploademail
Decreto-legge competitività, L'intervento di Girotto (M5S)
Non mi dite che non fanno opposizione.
Ciao
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https://www.youtube.com/watch?v=TuX2MlS ... ploademail
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Paolo11
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
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Decreto-legge competitività, l'intervento di Bulgarelli (M5S
Ciao
Paolo11
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Oggi:
Grillo: Colpo di stato
Renzi : Colpo di Sole
Grillo : Colpo P2
^^^^^^^^^^^
Questi scambi di battute
non è che facciano bene al Paese.
Rimane comunque un problema. Quello che i punti di vista Grillo - Maddalena, giudice della Consulta coincidono sulla puzza P2.
Ma non solo. Un certo mondo intellettuale di sinistra o anche di centro, non ha mai smesso di pensare allo zampone della P2.
Gelli ha 94 anni e ha fallito circa il ritorno al passato fascista tramite colpi di Stato.
Quale massima soddisfazione prima di morire vedere il sogno piduista coronato.
Il clima, anche se tutti fanno finta di niente é quello del '19 - '22 del secolo scorso.
Gli italiani sono come sostiene erding.
E ALLORA CHE SI FA??????
Grillo: Colpo di stato
Renzi : Colpo di Sole
Grillo : Colpo P2
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Questi scambi di battute
non è che facciano bene al Paese.
Rimane comunque un problema. Quello che i punti di vista Grillo - Maddalena, giudice della Consulta coincidono sulla puzza P2.
Ma non solo. Un certo mondo intellettuale di sinistra o anche di centro, non ha mai smesso di pensare allo zampone della P2.
Gelli ha 94 anni e ha fallito circa il ritorno al passato fascista tramite colpi di Stato.
Quale massima soddisfazione prima di morire vedere il sogno piduista coronato.
Il clima, anche se tutti fanno finta di niente é quello del '19 - '22 del secolo scorso.
Gli italiani sono come sostiene erding.
E ALLORA CHE SI FA??????
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