Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!
http://www.youtube.com/watch?v=yFsqRBTxFnw&hd=1
INTERVISTA
Spending review, #Cottarellistaisereno
Taddei (Pd): "Non aumenteremo la spesa"
Filippo Taddei, responsabile economico del Partito democratico, rassicura il commissario ed ex economista dell'Fmi: «Segnalare i rischi è il suo lavoro». E annuncia: «Non ci sarà nessuna manovra correttiva»
DI LUCA SAPPINO
31 luglio 2014
Spending review, #Cottarellistaisereno
Taddei (Pd): Non aumenteremo la spesa
Carlo Cottarelli non è un gufo, ma con Matteo Renzi non ha mai avuto un buon rapporto. Era stato messo a far tagli da Enrico Letta. E se Renzi gli ha cambiato ufficio, allontanandolo anche fisicamente da palazzo Chigi, Cottarelli ora lancia la sua bomba, pensa di mollare l’incarico, fa trapelare la notizia di dossier pronti ma chiusi in un cassetto e dice che, il parlamento soprattutto, sta utilizzando «i risparmi sulla spesa per aumentarla», vanificando così i tagli e allontanando l’auspicata «riduzione delle tasse».
Dalla segreteria renziana arriva acqua sul fuoco: «Quello di Cottarelli è un richiamo alla responsabilità» dice all’Espresso il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei. Un richiamo, «giusto» ma non così necessario, perché «quello che noi vogliamo fare è riallocare la spesa, aumentandola su scuola e università, ad esempio, ma non aumentarla nel suo complesso».
«Non va letta come una polemica col governo» dice insomma Taddei. Che poi minimizza anche gli effetti della sbagliata previsione sul Pil (0,8 aveva detto il premier presentando il Def, 0,3 sarà per il fondo monetario internazionale): «Non è tanto un problema per i conti pubblici, quanto un problema perché ritarda la ripresa dell'occupazione». «Non ci sarà nessuna manovra correttiva» assicura ancora Taddei. E sugli effetti depressivi dei tagli, replicando all’economista Emiliano Brancaccio, intervistato dell’Espresso , precisa: «Se fai una revisione della spesa che taglia inefficienze e redistribuisce risorse dai più protetti ai meno protetti, come si può argomentare che sia recessiva?». Sul rischio, paventato dal forzista Renato Brunetta, di un’imminente lettera di richiamo della Bce, Taddei assume un tono incredulo: «Non riesco a capire perché se ne parli», dice. «La fonte Brunetta non mi pare delle più attendibili».
Taddei, il commissario Carlo Cottarelli accusa il parlamento: «Si sta diffondendo la pratica di autorizzare nuove spese indicando che la copertura sarà trovata attraverso future operazioni di revisione della spesa o, in assenza di queste, attraverso tagli lineari delle spese ministeriali». La polemica però è anche col governo. «No. Ho sentito Cottarelli e il suo è solo un richiamo alla responsabilità, senza polemica verso il governo, ma rivolto a tutte le istituzioni repubblicane. È suo compito segnalare ogni volta che i risparmi rischiano di venire utilizzati per altro che non sia la riduzione della pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese, priorità dell’Italia, del Pd e del governo Renzi».
Cottarelli dà anche una cifra: «Il totale delle risorse che sono state spese prima di essere risparmiate per effetto di queste decisioni ammonta ora a 1,6 miliardi per il 2015».
«Cottarelli avrà i suoi calcoli, e mette insieme sicuramente l’emendamento su quota 96 con altri piccoli interventi
collegati al decreto della P.A. Ma, ripeto, è il suo ruolo: fa bene a segnalare ma non deve preoccuparsi. Noi vogliamo riallocare la spesa, sì, aumentando ad esempio quella per scuola e università, ma una cosa è riallocare la spesa, un'altra è aumentarla nel suo complesso».
Esistono questi 25 dossier chiusi in un cassetto?
«I dossier esistono, ma non sono chiusi in un cassetto. Sono stati condivisi ai più alti livelli. Alcuni sono più utili di altri, come in tutte le cose. Il lavoro di Cottarelli non si esaurisce però nei dossier, e va oltre, perché Cottarelli non è un archivista ma un economista esperto e le sue raccomandazioni sono molto dettagliate e sistemiche»
Alle parole di Cottarelli si aggiunge la sbagliata previsione sull'andamento del Pil. Mezzo punto in meno (0,8 aveva detto il premier, 0,3 per l'Fmi), vale 4 miliardi. Che effetto avrà sui piani annunciati dal governo?
«Aspettiamo i dati definitivi sul secondo trimestre prima di poterlo dire. Il rallentamento della crescita, la cui entità valuteremo tra qualche giorno, non è però tanto un problema per i conti pubblici, quanto perché ritarda la ripresa dell'occupazione».
Dovrete veramente trovare, in sede di legge di stabilità, altri 25 miliardi? L'economista critico Emiliano Brancaccio dice all'Espresso che così avremo solo più effetti depressivi. Pensate invece che tagliando la spesa il Pil alla fine crescerà?
«Nessuna manovra correttiva. Sappiamo però che la legge di stabilità sarà impegnativa, questo sì, perché grandi sono gli impegni delle riforme strutturali che abbiamo preso».
E gli effetti depressivi?
«Sugli effetti depressivi dei tagli alla spesa vorrei che fossimo chiari: se fai una revisione della spesa che taglia inefficienze e redistribuisce risorse dai più protetti ai meno protetti, come si può argomentare che sia recessiva? Il Pd vuole tutelare la spesa pubblica perché vuole mantenere lo stato sociale. Non c'è modo migliore di proteggere lo stato sociale che migliorarne l'efficacia, scagliandosi senza tentennamenti contro sprechi e abusi».
Renato Brunetta ha persino ipotizzato una nuova lettera della Bce. Pensa arriverà?
«Non mi risulta alcuna possibilità che la Bce ci mandi una lettera. Non riesco a capire perché se ne parli. Data la loro esperienza di governo, la fonte Brunetta non mi pare delle più attendibili».
http://espresso.repubblica.it/palazzo/2 ... i-1.175082
INTERVISTA
Spending review, #Cottarellistaisereno
Taddei (Pd): "Non aumenteremo la spesa"
Filippo Taddei, responsabile economico del Partito democratico, rassicura il commissario ed ex economista dell'Fmi: «Segnalare i rischi è il suo lavoro». E annuncia: «Non ci sarà nessuna manovra correttiva»
DI LUCA SAPPINO
31 luglio 2014
Spending review, #Cottarellistaisereno
Taddei (Pd): Non aumenteremo la spesa
Carlo Cottarelli non è un gufo, ma con Matteo Renzi non ha mai avuto un buon rapporto. Era stato messo a far tagli da Enrico Letta. E se Renzi gli ha cambiato ufficio, allontanandolo anche fisicamente da palazzo Chigi, Cottarelli ora lancia la sua bomba, pensa di mollare l’incarico, fa trapelare la notizia di dossier pronti ma chiusi in un cassetto e dice che, il parlamento soprattutto, sta utilizzando «i risparmi sulla spesa per aumentarla», vanificando così i tagli e allontanando l’auspicata «riduzione delle tasse».
Dalla segreteria renziana arriva acqua sul fuoco: «Quello di Cottarelli è un richiamo alla responsabilità» dice all’Espresso il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei. Un richiamo, «giusto» ma non così necessario, perché «quello che noi vogliamo fare è riallocare la spesa, aumentandola su scuola e università, ad esempio, ma non aumentarla nel suo complesso».
«Non va letta come una polemica col governo» dice insomma Taddei. Che poi minimizza anche gli effetti della sbagliata previsione sul Pil (0,8 aveva detto il premier presentando il Def, 0,3 sarà per il fondo monetario internazionale): «Non è tanto un problema per i conti pubblici, quanto un problema perché ritarda la ripresa dell'occupazione». «Non ci sarà nessuna manovra correttiva» assicura ancora Taddei. E sugli effetti depressivi dei tagli, replicando all’economista Emiliano Brancaccio, intervistato dell’Espresso , precisa: «Se fai una revisione della spesa che taglia inefficienze e redistribuisce risorse dai più protetti ai meno protetti, come si può argomentare che sia recessiva?». Sul rischio, paventato dal forzista Renato Brunetta, di un’imminente lettera di richiamo della Bce, Taddei assume un tono incredulo: «Non riesco a capire perché se ne parli», dice. «La fonte Brunetta non mi pare delle più attendibili».
Taddei, il commissario Carlo Cottarelli accusa il parlamento: «Si sta diffondendo la pratica di autorizzare nuove spese indicando che la copertura sarà trovata attraverso future operazioni di revisione della spesa o, in assenza di queste, attraverso tagli lineari delle spese ministeriali». La polemica però è anche col governo. «No. Ho sentito Cottarelli e il suo è solo un richiamo alla responsabilità, senza polemica verso il governo, ma rivolto a tutte le istituzioni repubblicane. È suo compito segnalare ogni volta che i risparmi rischiano di venire utilizzati per altro che non sia la riduzione della pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese, priorità dell’Italia, del Pd e del governo Renzi».
Cottarelli dà anche una cifra: «Il totale delle risorse che sono state spese prima di essere risparmiate per effetto di queste decisioni ammonta ora a 1,6 miliardi per il 2015».
«Cottarelli avrà i suoi calcoli, e mette insieme sicuramente l’emendamento su quota 96 con altri piccoli interventi
collegati al decreto della P.A. Ma, ripeto, è il suo ruolo: fa bene a segnalare ma non deve preoccuparsi. Noi vogliamo riallocare la spesa, sì, aumentando ad esempio quella per scuola e università, ma una cosa è riallocare la spesa, un'altra è aumentarla nel suo complesso».
Esistono questi 25 dossier chiusi in un cassetto?
«I dossier esistono, ma non sono chiusi in un cassetto. Sono stati condivisi ai più alti livelli. Alcuni sono più utili di altri, come in tutte le cose. Il lavoro di Cottarelli non si esaurisce però nei dossier, e va oltre, perché Cottarelli non è un archivista ma un economista esperto e le sue raccomandazioni sono molto dettagliate e sistemiche»
Alle parole di Cottarelli si aggiunge la sbagliata previsione sull'andamento del Pil. Mezzo punto in meno (0,8 aveva detto il premier, 0,3 per l'Fmi), vale 4 miliardi. Che effetto avrà sui piani annunciati dal governo?
«Aspettiamo i dati definitivi sul secondo trimestre prima di poterlo dire. Il rallentamento della crescita, la cui entità valuteremo tra qualche giorno, non è però tanto un problema per i conti pubblici, quanto perché ritarda la ripresa dell'occupazione».
Dovrete veramente trovare, in sede di legge di stabilità, altri 25 miliardi? L'economista critico Emiliano Brancaccio dice all'Espresso che così avremo solo più effetti depressivi. Pensate invece che tagliando la spesa il Pil alla fine crescerà?
«Nessuna manovra correttiva. Sappiamo però che la legge di stabilità sarà impegnativa, questo sì, perché grandi sono gli impegni delle riforme strutturali che abbiamo preso».
E gli effetti depressivi?
«Sugli effetti depressivi dei tagli alla spesa vorrei che fossimo chiari: se fai una revisione della spesa che taglia inefficienze e redistribuisce risorse dai più protetti ai meno protetti, come si può argomentare che sia recessiva? Il Pd vuole tutelare la spesa pubblica perché vuole mantenere lo stato sociale. Non c'è modo migliore di proteggere lo stato sociale che migliorarne l'efficacia, scagliandosi senza tentennamenti contro sprechi e abusi».
Renato Brunetta ha persino ipotizzato una nuova lettera della Bce. Pensa arriverà?
«Non mi risulta alcuna possibilità che la Bce ci mandi una lettera. Non riesco a capire perché se ne parli. Data la loro esperienza di governo, la fonte Brunetta non mi pare delle più attendibili».
http://espresso.repubblica.it/palazzo/2 ... i-1.175082
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!
Il ministro Padoan: «L'economia italiana peggiora, la velocità delle riforme è tutto»
Roberto Napoletano06 agosto 2014Commenti (83)
Sulla faccia di Pier Carlo Padoan, persona seria e timoniere dell'Economia, è stampata la delicatezza del momento, l'attesa dei dati dell'Istat di questa mattina per lui è già un'amara realtà, il ciclo non si è invertito e non siamo nemmeno immobili, la verità è che continuiamo a scendere, il motore dell'economia italiana perde giri. «Finiremo con la troika» butto lì. «No, no, assolutamente no» urla e aggiunge: «La prego, lo scriva a caratteri cubitali». Si ferma un attimo, ancora uno scatto, e poi di getto: «Il Paese deve riformarsi da solo e lo sta facendo. Dobbiamo farlo ancora più in fretta». Sulla crescita in Europa quasi tutti sono messi male, ma noi stiamo sempre peggio di tutti e abbiamo un debito pubblico che non teme confronti. Sulla debolezza italiana pesano ovviamente i focolai di crisi internazionale, soprattutto quelli che riguardano l'energia e l'Ucraina, dobbiamo coprirci da nuovi rischi. Il quadro finale non può che uscire ulteriormente deteriorato e alimentare gli interrogativi dei mercati. «Io so, e i mercati sanno, che il Paese è fortemente orientato a sostenere la crescita, ci vorrà più tempo ma non li deluderemo», scandisce con voce ferma.
Ministro Padoan è un po' di tempo che la sentiamo ripetere che l'economia è ferma, non si riprende. Che fa: si iscrive anche lei al partito dei gufi?
No, non mi iscrivo a nessun partito dei gufi, sono sempre stato iscritto al partito dei realisti e qui resto. I dati dell'economia anche più recenti confermano un'economia che stenta a uscire dalla recessione. Rimango, però, convinto che esistano segnali positivi che andranno apprezzandosi nei prossimi anni.
Parlo del 2015 e del 2016. E dico questo non per una banalità contabile, ma perché è importante mantenere una prospettiva di medio periodo e i primi atti del governo Renzi sono, per me, tutti orientati a un obiettivo: realizzare politiche con impatto duraturo e crescente nel lungo termine.
Non ho capito: è vero o no che l'economia sta andando male, male, non è ferma, addirittura in recessione?
I dati negativi che ci arrivano dall'Istat riguardano, soprattutto, gli investimenti mentre, invece, i dati su consumi e esportazioni sono moderatamente positivi. Questo fa sperare bene sul recupero di fiducia delle famiglie e conferma che c'è una fase di uscita dalla recessione che è molto faticosa perché la recessione è davvero profonda. Non dimentichiamoci che il 2013 ha chiuso con un risultato finale di meno 1,9.
Il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli, ha detto che l'effetto degli 80 euro è «quasi invisibile». Renzi ha risposto che la ripresa è come l'estate: prima o poi arriva. Si è mai pentito di avere iniziato dal bonus Irpef e non dall'Irap? No, non mi sono mai pentito, naturalmente avrei voluto avere a disposizione risorse per fare di più, ma è importante del bonus Irpef ricordare due cose. La prima: riguarda 11 milioni di persone. La seconda: sarà permanente. Questo è importante perchè le famiglie devono avere più risorse e più fiducia per fare sì che queste risorse vengano spese.
Quanto dell'aumento record della Tasi, da un capo all'altro del Paese, è dovuto indirettamente alla copertura del bonus Irpef?
L'aumento della Tasi è slegato da coperture del bonus, ha a che fare con politiche fiscali del governo precedente che noi abbiamo ereditato.
Insisto: se i Comuni non sono in grado di fare i tagli richiesti, non crede che seguano la scorciatoia di aumentare la Tasi e, quindi, mettano una parte del bonus sul conto a carico dei contribuenti? Questa è una scelta successiva, i Comuni hanno a disposizione questo strumento, ma certo il Governo Renzi non vuole utilizzare la Tasi per finanziare il bonus.
Se la crescita è zero o addirittura negativa e non 0,8, la strada che ci separa dal 3% di deficit/pil si stringe pericolosamente. Sarà larga a sufficienza per evitare una manovra in autunno?
Il 3% nel 2014, e anche nel 2015, non sarà superato. Non ci sarà bisogno di una manovra aggiuntiva.
Sia sincero, ministro: premesso che il Paese non è in grado di sopportare un'altra manovra, come fa con questi numeri a essere così sicuro di poterla evitare? In base alle informazioni che ho adesso e alle previsioni che abbiamo aggiornato con le nuove informazioni Istat, ribadisco quello che ho appena detto.
Nel Def di aprile è scritto che, con la legge di stabilità, si devono fare 15 miliardi di tagli della spesa. Si possono conseguire tagli selettivi per un importo così rilevante in un tempo così breve? Non sarà che alla fine arriverà, come sempre, la doppia scure dei tagli lineari e di nuove tasse?
I tagli buoni e giusti si possono fare e il Governo farà di tutto per evitare l'applicazione di misure di salvaguardia come sono quelle dei tagli lineari o nuove tasse. Io penso che si possano fare.
Roberto Napoletano - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/asvxjn
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=ABVZ1lhB
Roberto Napoletano06 agosto 2014Commenti (83)
Sulla faccia di Pier Carlo Padoan, persona seria e timoniere dell'Economia, è stampata la delicatezza del momento, l'attesa dei dati dell'Istat di questa mattina per lui è già un'amara realtà, il ciclo non si è invertito e non siamo nemmeno immobili, la verità è che continuiamo a scendere, il motore dell'economia italiana perde giri. «Finiremo con la troika» butto lì. «No, no, assolutamente no» urla e aggiunge: «La prego, lo scriva a caratteri cubitali». Si ferma un attimo, ancora uno scatto, e poi di getto: «Il Paese deve riformarsi da solo e lo sta facendo. Dobbiamo farlo ancora più in fretta». Sulla crescita in Europa quasi tutti sono messi male, ma noi stiamo sempre peggio di tutti e abbiamo un debito pubblico che non teme confronti. Sulla debolezza italiana pesano ovviamente i focolai di crisi internazionale, soprattutto quelli che riguardano l'energia e l'Ucraina, dobbiamo coprirci da nuovi rischi. Il quadro finale non può che uscire ulteriormente deteriorato e alimentare gli interrogativi dei mercati. «Io so, e i mercati sanno, che il Paese è fortemente orientato a sostenere la crescita, ci vorrà più tempo ma non li deluderemo», scandisce con voce ferma.
Ministro Padoan è un po' di tempo che la sentiamo ripetere che l'economia è ferma, non si riprende. Che fa: si iscrive anche lei al partito dei gufi?
No, non mi iscrivo a nessun partito dei gufi, sono sempre stato iscritto al partito dei realisti e qui resto. I dati dell'economia anche più recenti confermano un'economia che stenta a uscire dalla recessione. Rimango, però, convinto che esistano segnali positivi che andranno apprezzandosi nei prossimi anni.
Parlo del 2015 e del 2016. E dico questo non per una banalità contabile, ma perché è importante mantenere una prospettiva di medio periodo e i primi atti del governo Renzi sono, per me, tutti orientati a un obiettivo: realizzare politiche con impatto duraturo e crescente nel lungo termine.
Non ho capito: è vero o no che l'economia sta andando male, male, non è ferma, addirittura in recessione?
I dati negativi che ci arrivano dall'Istat riguardano, soprattutto, gli investimenti mentre, invece, i dati su consumi e esportazioni sono moderatamente positivi. Questo fa sperare bene sul recupero di fiducia delle famiglie e conferma che c'è una fase di uscita dalla recessione che è molto faticosa perché la recessione è davvero profonda. Non dimentichiamoci che il 2013 ha chiuso con un risultato finale di meno 1,9.
Il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli, ha detto che l'effetto degli 80 euro è «quasi invisibile». Renzi ha risposto che la ripresa è come l'estate: prima o poi arriva. Si è mai pentito di avere iniziato dal bonus Irpef e non dall'Irap? No, non mi sono mai pentito, naturalmente avrei voluto avere a disposizione risorse per fare di più, ma è importante del bonus Irpef ricordare due cose. La prima: riguarda 11 milioni di persone. La seconda: sarà permanente. Questo è importante perchè le famiglie devono avere più risorse e più fiducia per fare sì che queste risorse vengano spese.
Quanto dell'aumento record della Tasi, da un capo all'altro del Paese, è dovuto indirettamente alla copertura del bonus Irpef?
L'aumento della Tasi è slegato da coperture del bonus, ha a che fare con politiche fiscali del governo precedente che noi abbiamo ereditato.
Insisto: se i Comuni non sono in grado di fare i tagli richiesti, non crede che seguano la scorciatoia di aumentare la Tasi e, quindi, mettano una parte del bonus sul conto a carico dei contribuenti? Questa è una scelta successiva, i Comuni hanno a disposizione questo strumento, ma certo il Governo Renzi non vuole utilizzare la Tasi per finanziare il bonus.
Se la crescita è zero o addirittura negativa e non 0,8, la strada che ci separa dal 3% di deficit/pil si stringe pericolosamente. Sarà larga a sufficienza per evitare una manovra in autunno?
Il 3% nel 2014, e anche nel 2015, non sarà superato. Non ci sarà bisogno di una manovra aggiuntiva.
Sia sincero, ministro: premesso che il Paese non è in grado di sopportare un'altra manovra, come fa con questi numeri a essere così sicuro di poterla evitare? In base alle informazioni che ho adesso e alle previsioni che abbiamo aggiornato con le nuove informazioni Istat, ribadisco quello che ho appena detto.
Nel Def di aprile è scritto che, con la legge di stabilità, si devono fare 15 miliardi di tagli della spesa. Si possono conseguire tagli selettivi per un importo così rilevante in un tempo così breve? Non sarà che alla fine arriverà, come sempre, la doppia scure dei tagli lineari e di nuove tasse?
I tagli buoni e giusti si possono fare e il Governo farà di tutto per evitare l'applicazione di misure di salvaguardia come sono quelle dei tagli lineari o nuove tasse. Io penso che si possano fare.
Roberto Napoletano - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/asvxjn
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!
L'Italia era cresciuta negli anni 50/60 del secolo scorso perché aumentando il reddito disponibile della grande massa della classe operaia e della piccola borghesia i consumi di massa avevano spinto la nostra economia interna. Oggi dopo oltre un decennio di corsa al maxi-profitto ad ogni costo ci siamo mangiati l'uovo e non abbiamo più la gallina. Esportiamo meno perché le nostre aziende non hanno capito in tempo cosa significasse la Globalizzazione e hanno perso la battaglia dell'innovazione, il nostro mercato interno si rimpicciolisce sempre più perché il reddito disponibile per i consumi diminuisce sempre più per aumenti di tasse, aumento del costo della vita e stagnazione e/o riduzione dei salari e la somma di tutto ciò è la Recessione... Un Paese con un debito normale potrebbe allentare i cordoni della borsa e cercare di ridare fiato alle possibilità di consumo delle masse ma uno con un debito come il nostro no! Allora la frittata è fatta, ringraziamo i politici degli anni '80 che fecero crescere a dismisura il debito pubblico tanto poi loro non ci sarebbero stati più quando la bomba sarebbe esplosa, ringraziamo chi ha promesso miracoli irrealizzabili solo per salvarsi il suo di dietro, ringraziamo chi non permette di sconfiggere l'illegalità dilagante e vive di corruzione, ringraziamo chi non vuole redistribuire le ricchezze di questo Paese, ringraziamo chi ha permesso il regredimento culturale della nostra società rovesciando la scala dei valori necessaria per lo sviluppo e la coesione sociale di un paese civile...
Tutto ciò porterebbe a pensare che qualcosa di "grosso" dovrebbe accadere prima o poi, che la coscienza civile dovrebbe ribellarsi, che in un sussulto di orgoglio il popolo italiano dovrebbe sollevarsi contro tale abbrutimento... e invece non vi preoccupate tra 15 giorni inizierà il Campionato di Calcio e tutto rimarrà come sempre fino alla distruzione totale del nostro nonostante tutto amato Paese...
Tutto ciò porterebbe a pensare che qualcosa di "grosso" dovrebbe accadere prima o poi, che la coscienza civile dovrebbe ribellarsi, che in un sussulto di orgoglio il popolo italiano dovrebbe sollevarsi contro tale abbrutimento... e invece non vi preoccupate tra 15 giorni inizierà il Campionato di Calcio e tutto rimarrà come sempre fino alla distruzione totale del nostro nonostante tutto amato Paese...
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!
No so bene quando ma la domanda vera è "cosa" succederà. Qua prima o poi qualcuno inizierà a imitare quello di palazzo chigi...camillobenso ha scritto:La domanda sorge spontanea:
Secondo voi quanto durerà questa agonia,....prima che succeda qualcosa,.... qualsiasi cosa????????
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!
In che senso?peanuts ha scritto:No so bene quando ma la domanda vera è "cosa" succederà. Qua prima o poi qualcuno inizierà a imitare quello di palazzo chigi...camillobenso ha scritto:La domanda sorge spontanea:
Secondo voi quanto durerà questa agonia,....prima che succeda qualcosa,.... qualsiasi cosa????????
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!
Nel senso che c'è il rischio che la disperazione di tanta gente (e non mi riferisco certo ai "poveri" gestori di piazza Navona ai quali sono stati tolti i tavolini abusivi dal suolo pubblico, imparino a fare gli scontrini piuttosto...) porti ad atti di violenza.
Non sto incitando nessuno, chiariamo. Ma qua stiamo andando verso un disastro che manco immaginiamo. Di questo passo finiremo commissariati.
Ma l'urgenza del governo di caimano-bis pare la riforma del senato.
Non sto incitando nessuno, chiariamo. Ma qua stiamo andando verso un disastro che manco immaginiamo. Di questo passo finiremo commissariati.
Ma l'urgenza del governo di caimano-bis pare la riforma del senato.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!
7 AGO 2014 16:50
SVEGLIA DA DRAGHI – GLI STATI UE DEVONO CEDERE SOVRANITÀ SULLE RIFORME STRUTTURALI - IL CAPO DELLA BCE METTE LE DITA NELLA PIAGA: L’EURO NON HA FUTURO SENZA UN’EUROPA FEDERALE
Draghi dice che i tassi staranno fermi a lungo e che le misure della Bce spingeranno l’inflazione verso il 2%. Una delle colpe del Pil italiano in recessione è “il basso livello degli investimenti privati, dovuto anche all’incertezza sulle riforme”. E i rischi geopolitici aumentati possono penalizzare la ripresa…
Da Ansa.it
Il consiglio della Bce è unanimemente determinato a usare anche misure non convenzionali se fosse necessario. Gli interventi riporteranno l'inflazione verso l'obiettivo del 2%. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi.
Questi alcuni passaggi del suo intervento:
Per i Paesi dell'Eurozona è arrivato il momento di "cedere sovranità" all'Europa per quanto riguarda le riforme strutturali.
All'interno del 'quantitative easing', "l'acquisto di titoli di Stato è sempre sul tavolo".
"Uno dei componenti del basso Pil italiano è il basso livello degli investimenti privati". Il basso livello degli investimenti privati che ha pesato sul Pil italiano, e non solo, "è dovuto anche all'incertezza sulle riforme, un freno molto potente che scoraggia gli investimenti".
Le informazioni disponibili indicano una ripresa nell'Eurozona che procede a ritmo moderato e disomogeneo fra i vari Paesi.
I rischi geopolitici aumentati possono penalizzare la ripresa nell'Eurozona.
I Paesi dell'Eurozona devono intensificare le riforme strutturali e "non disfare i progressi fatti nel consolidamento di bilancio", con misure favorevoli alla crescita.
Se dovesse cambiare lo scenario inflazionistico di medio e lungo termine dell'Eurozona, la Bce potrebbe utilizzare misure non convenzionali incluso il quantitative easing, cioè l'acquisto su larga scala di titoli.
"I Paesi che hanno fatto programmi convincenti di riforma strutturale stanno andando meglio, molto meglio di quelli che non lo hanno fatto o lo hanno fatto in maniera insufficiente".
Bce: tassi invariati allo 0,15% - Tutto fermo alla Bce: il consiglio direttivo ha lasciato il tasso principale allo 0,15%, quello sui PRESTITI marginali allo 0,40% e quello sui depositi in negativo a -0,10%. Lo comunica l'Eurotower.
SVEGLIA DA DRAGHI – GLI STATI UE DEVONO CEDERE SOVRANITÀ SULLE RIFORME STRUTTURALI - IL CAPO DELLA BCE METTE LE DITA NELLA PIAGA: L’EURO NON HA FUTURO SENZA UN’EUROPA FEDERALE
Draghi dice che i tassi staranno fermi a lungo e che le misure della Bce spingeranno l’inflazione verso il 2%. Una delle colpe del Pil italiano in recessione è “il basso livello degli investimenti privati, dovuto anche all’incertezza sulle riforme”. E i rischi geopolitici aumentati possono penalizzare la ripresa…
Da Ansa.it
Il consiglio della Bce è unanimemente determinato a usare anche misure non convenzionali se fosse necessario. Gli interventi riporteranno l'inflazione verso l'obiettivo del 2%. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi.
Questi alcuni passaggi del suo intervento:
Per i Paesi dell'Eurozona è arrivato il momento di "cedere sovranità" all'Europa per quanto riguarda le riforme strutturali.
All'interno del 'quantitative easing', "l'acquisto di titoli di Stato è sempre sul tavolo".
"Uno dei componenti del basso Pil italiano è il basso livello degli investimenti privati". Il basso livello degli investimenti privati che ha pesato sul Pil italiano, e non solo, "è dovuto anche all'incertezza sulle riforme, un freno molto potente che scoraggia gli investimenti".
Le informazioni disponibili indicano una ripresa nell'Eurozona che procede a ritmo moderato e disomogeneo fra i vari Paesi.
I rischi geopolitici aumentati possono penalizzare la ripresa nell'Eurozona.
I Paesi dell'Eurozona devono intensificare le riforme strutturali e "non disfare i progressi fatti nel consolidamento di bilancio", con misure favorevoli alla crescita.
Se dovesse cambiare lo scenario inflazionistico di medio e lungo termine dell'Eurozona, la Bce potrebbe utilizzare misure non convenzionali incluso il quantitative easing, cioè l'acquisto su larga scala di titoli.
"I Paesi che hanno fatto programmi convincenti di riforma strutturale stanno andando meglio, molto meglio di quelli che non lo hanno fatto o lo hanno fatto in maniera insufficiente".
Bce: tassi invariati allo 0,15% - Tutto fermo alla Bce: il consiglio direttivo ha lasciato il tasso principale allo 0,15%, quello sui PRESTITI marginali allo 0,40% e quello sui depositi in negativo a -0,10%. Lo comunica l'Eurotower.
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!
peanuts ha scritto:Nel senso che c'è il rischio che la disperazione di tanta gente (e non mi riferisco certo ai "poveri" gestori di piazza Navona ai quali sono stati tolti i tavolini abusivi dal suolo pubblico, imparino a fare gli scontrini piuttosto...) porti ad atti di violenza.
Non sto incitando nessuno, chiariamo. Ma qua stiamo andando verso un disastro che manco immaginiamo. Di questo passo finiremo commissariati.
Ma l'urgenza del governo di caimano-bis pare la riforma del senato.
Manco farlo apposta stavo postando nello stesso istante la notizia riportata dell'Ansa.
Questi alcuni passaggi del suo intervento:
Per i Paesi dell'Eurozona è arrivato il momento di "cedere sovranità" all'Europa per quanto riguarda le riforme strutturali.
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!
Ad Agorà li chiamano " Sentiment", opinioni dall'inglese. Sono sondaggi fatti al momento durante la trasmissione.
Stamani hanno chiesto ai telespettatori se Renzi risolverà i problemi dell'Italia.
L'89,61 % ha risposto di no.
Stamani hanno chiesto ai telespettatori se Renzi risolverà i problemi dell'Italia.
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!
ECONOMIA & LOBBY
'Paesi Euro cedano sovranità su riforme'
E Draghi bastona l'Italia: 'E' in ritardo'
Presidente Bce: "L'incertezza di Roma blocca investimenti". E cita Giustizia e Competitività
"Su temi strutturali stati agiscano come a livello di bilancio". E Renzi fa sapere di "apprezzare"
Sull'Italia pesa "l'incertezza" sulla riforme e "non c'è niente che la politica monetaria possa fare" per sopperire ai ritardi dei governi. Così Mario Draghi, che arriva subito al punto: "I Paesi che hanno fatto le riforme strutturali vanno bene, molto meglio di quei Paesi che non le hanno fatte o le hanno fatte solo in parte. Quindi per i Paesi dell’Eurozona è arrivato il momento di "cedere sovranità" all’Europa per quanto riguarda le riforme strutturali, così come è avvenuto per il fiscal compact
http://www.ilfattoquotidiano.it/
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Riforme, Draghi: “Per Paesi Eurozona è momento di cedere sovranità all’Europa”
Il presidente della Bce ammonisce Renzi e Padoan: "Investitori scoraggiati da assenza di interventi risolutivi nella Penisola. I Paesi che li hanno fatti hanno registrato dei miglioramenti e l’occupazione è aumentata. Non per tutto ci vuole tanto tempo"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 7 agosto 2014
Per i Paesi dell’Eurozona è arrivato il momento di “cedere sovranità” all’Europa per quanto riguarda le riforme strutturali. A lanciare il sasso nello stagno è stato il presidente della Bce, Mario Draghi. ”E’ probabilmente giunto il tempo di iniziare a condividere la sovranità a livello europeo anche per quanto riguarda le riforme strutturali”, ha detto in particolare al termine del consiglio direttivo dell’Eurotower sottolineando la necessità di “fare sul piano delle riforme strutturali quello che è stato fatto a livello di bilancio“. Ogni riferimento all’Italia non è puramente casuale, visto che secondo Draghi “una delle componenti del basso Pil italiano è il significativo debole livello degli investimenti privati, nonostante una riprese dei consumi”. La causa? “L‘incertezza e la mancanza di riforme strutturali che non sono condotte con sufficiente impegno” e sono all’origine dello scoraggiamento degli investimenti, mentre occorrono passi avanti su “mercato del lavoro, nella giustizia civile e nella concorrenza” e “non c’è niente che la politica monetaria possa fare” per sopperire ai ritardi dei governi. Tra le priorità, anche il taglio del carico fiscale, tema che riguarda i Paesi euro “con il più alto livello tassazione in un’area in cui le tasse sono le più alte al mondo”.
Parole che pesano come pietre, che però Matteo Renzi ha fatto sapere ha molto apprezzato, secondo quanto l’Ansa riferisce di aver appreso da fonti di Palazzo Chigi. Da Francoforte, poi, è arrivata anche una risposta indiretta, alle fresche dichiarazioni del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che poco prima dell’intervento di Draghi da Francoforte, a Roma aveva detto alla Camera che “è sbagliato e fuorviante, come fanno molti commentatori, prendere in considerazione un quadro macroeconomico di pochi trimestri per valutare l’efficacia e l’impatto dell’azione di governo”. Valutazione che il numero uno della Banca Centrale europea condivide solo in parte: “Alcune riforme hanno un impatto immediato, mentre altre hanno bisogno di tempo – ha detto Draghi per poi puntare il dito – Gli investitori sono scoraggiati dal clima di incertezza che regna e che è molto esteso in Italia. Gli investitori privati sono scoraggiati perché devono aspettare mesi per ottenere autorizzazioni, 8-9 mesi per arrivare alla fine di un vero e proprio percorso a ostacoli“, ha puntato il dito.
E questa situazione, secondo l’ex governatore della Banca d’Italia, “è legata all’assenza di riforme strutturali sui mercati dei prodotti, burocratico, del lavoro e a livello giuridico. Tutte queste riforme farebbero sentire rapidamente i loro effetti. Molti pensano che ci vuole molto tempo per registrare gli effetti delle riforme strutturali. Non è così. I Paesi che hanno condotto le riforme strutturali vanno bene, molto meglio di quei Paesi che non le hanno fatte o le hanno fatte solo in parte e l’occupazione è aumentata. E’ vero che alcune riforme strutturali si fanno sentire più rapidamente e che altre che necessitano più tempo”. Il rallentamento della Germania, poi, non c’entra con le riforme ma “è dovuto a fattori tecnici“. E “se i rischi geopolitici si materializzano ci sarà un allentamento della crescita, ma sarà del tutto diversa la situazione per i Paesi che hanno fatto le riforme”.
Tanto più che “la ripresa nell’area dell’euro è debole, frabile e disomogenea. Se guardiamo agli ultimi 2-3 mesi il trend di crescita è un pò rallentato”. E, appunto, i rischi geopolitici sono “cresciuti in tutto il mondo”, ma la crisi tra Russia e Ucraina “ha un peso maggiore sull’Europa” che nel resto del mondo. Le ripercussioni più temute sono soprattutto sui prezzi dell’energia, ma è difficile valutare le conseguenze e definire ora quali sono le opzioni nel futuro soprattutto se il conflitto si intensifica”. Difficoltoso quantificare anche “gli effetti delle sanzioni nei confronti della Russia e quello delle contro-sanzioni nei confronti dell’Ue”.
Al momento, però, secondo Draghi, “la crisi sui flussi finanziari e commerciali ha effetti molto limitati. Poche sono le istituzioni finanziarie che hanno legami con quelle russe”. Quanto alle banche di Mosca russe presenti nell’area dell’euro “avranno accesso agli strumenti di rifinanziamento ma dovranno far conoscere i loro bisogni in liquidità. Sarà dato soddisfazione alla loro richiesta se al termine dell’esame verrà determinato che queste liquidità non sono utilizzate per aggirare le misure restrittive decise a livello europeo”. Gli istituti di credito russi, ha aggiunto, “dovranno spiegare e giustificare le loro domande e il supervisore passerà al setaccio queste domande”.
A proposito di banche, poi, soddisfazione e compiacimento per la soluzione portoghese del caso Banco Espirito Santo. “Le decisioni prese dalle Autorità portoghesi, dalla Bce e dall’Antitrust Ue su Banco Espirito Santo (Bes) sono state rapide e efficaci. La costituzione di una nuova banca e della bad bank ha rassicurato i mercati e le altre banche”, ha sottolineato Draghi. Tuttavia questo “non vuol dire che tutto il lavoro è stato ancora compiuto. Ora ci sarà il trasferimento degli asset alle due entità, bisognerà fissare il prezzo, guardare all’esposizione in Angola.
Le azioni che sono state condotte hanno permesso di fare fronte alle perdite, alle difficoltà”. Il Fondo di Risoluzione, rileva Draghi, “è proprietario di questa banca e speriamo che provvederà a rivenderla al più presto. Nessun fondo pubblico è stato mobilizzato. Le differenze di prezzo durante il trasferimento degli asset dovranno essere assunti dal settore bancario e non dallo Stato”.
Quanto alla situazione generale, l’inflazione nell’eurozona “dovrebbe rimanere su livelli bassi nel corso dei prossimi mesi, per poi aumentare gradualmente durante il 2015 e il 2016″. Draghi ha quindi ribadito che il consiglio direttivo della Bce è pronto a utilizzare “tutte le misure non convenzionali, compreso il quantitative easing (l’immissione di liquidità nel sistema attraverso l’acquisto di beni sul modello seguito dalla Banca Centrale americana, ndr) se le prospettive nel medio termine sull’inflazione cambiano” in peggio. E all’interno del quantitative easing, “l’acquisto di titoli di Stato è sempre sul tavolo”, ha precisato a domanda puntuale.
La Bce è cambiata con la crisi: “ha più strumenti a disposizione, perché in un tempo straordinario c’è bisogno di risposte straordinarie”, ma “agisce sempre all’interno del suo mandato, che resta quello di mantenere la stabilità dei prezzi”, ha quindi ribadito il concetto in implicita risposta ai suoi detrattori. “Siamo cresciuti ma non è cambiato il pilastro della nostra azione”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08 ... a/1084871/
'Paesi Euro cedano sovranità su riforme'
E Draghi bastona l'Italia: 'E' in ritardo'
Presidente Bce: "L'incertezza di Roma blocca investimenti". E cita Giustizia e Competitività
"Su temi strutturali stati agiscano come a livello di bilancio". E Renzi fa sapere di "apprezzare"
Sull'Italia pesa "l'incertezza" sulla riforme e "non c'è niente che la politica monetaria possa fare" per sopperire ai ritardi dei governi. Così Mario Draghi, che arriva subito al punto: "I Paesi che hanno fatto le riforme strutturali vanno bene, molto meglio di quei Paesi che non le hanno fatte o le hanno fatte solo in parte. Quindi per i Paesi dell’Eurozona è arrivato il momento di "cedere sovranità" all’Europa per quanto riguarda le riforme strutturali, così come è avvenuto per il fiscal compact
http://www.ilfattoquotidiano.it/
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Riforme, Draghi: “Per Paesi Eurozona è momento di cedere sovranità all’Europa”
Il presidente della Bce ammonisce Renzi e Padoan: "Investitori scoraggiati da assenza di interventi risolutivi nella Penisola. I Paesi che li hanno fatti hanno registrato dei miglioramenti e l’occupazione è aumentata. Non per tutto ci vuole tanto tempo"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 7 agosto 2014
Per i Paesi dell’Eurozona è arrivato il momento di “cedere sovranità” all’Europa per quanto riguarda le riforme strutturali. A lanciare il sasso nello stagno è stato il presidente della Bce, Mario Draghi. ”E’ probabilmente giunto il tempo di iniziare a condividere la sovranità a livello europeo anche per quanto riguarda le riforme strutturali”, ha detto in particolare al termine del consiglio direttivo dell’Eurotower sottolineando la necessità di “fare sul piano delle riforme strutturali quello che è stato fatto a livello di bilancio“. Ogni riferimento all’Italia non è puramente casuale, visto che secondo Draghi “una delle componenti del basso Pil italiano è il significativo debole livello degli investimenti privati, nonostante una riprese dei consumi”. La causa? “L‘incertezza e la mancanza di riforme strutturali che non sono condotte con sufficiente impegno” e sono all’origine dello scoraggiamento degli investimenti, mentre occorrono passi avanti su “mercato del lavoro, nella giustizia civile e nella concorrenza” e “non c’è niente che la politica monetaria possa fare” per sopperire ai ritardi dei governi. Tra le priorità, anche il taglio del carico fiscale, tema che riguarda i Paesi euro “con il più alto livello tassazione in un’area in cui le tasse sono le più alte al mondo”.
Parole che pesano come pietre, che però Matteo Renzi ha fatto sapere ha molto apprezzato, secondo quanto l’Ansa riferisce di aver appreso da fonti di Palazzo Chigi. Da Francoforte, poi, è arrivata anche una risposta indiretta, alle fresche dichiarazioni del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che poco prima dell’intervento di Draghi da Francoforte, a Roma aveva detto alla Camera che “è sbagliato e fuorviante, come fanno molti commentatori, prendere in considerazione un quadro macroeconomico di pochi trimestri per valutare l’efficacia e l’impatto dell’azione di governo”. Valutazione che il numero uno della Banca Centrale europea condivide solo in parte: “Alcune riforme hanno un impatto immediato, mentre altre hanno bisogno di tempo – ha detto Draghi per poi puntare il dito – Gli investitori sono scoraggiati dal clima di incertezza che regna e che è molto esteso in Italia. Gli investitori privati sono scoraggiati perché devono aspettare mesi per ottenere autorizzazioni, 8-9 mesi per arrivare alla fine di un vero e proprio percorso a ostacoli“, ha puntato il dito.
E questa situazione, secondo l’ex governatore della Banca d’Italia, “è legata all’assenza di riforme strutturali sui mercati dei prodotti, burocratico, del lavoro e a livello giuridico. Tutte queste riforme farebbero sentire rapidamente i loro effetti. Molti pensano che ci vuole molto tempo per registrare gli effetti delle riforme strutturali. Non è così. I Paesi che hanno condotto le riforme strutturali vanno bene, molto meglio di quei Paesi che non le hanno fatte o le hanno fatte solo in parte e l’occupazione è aumentata. E’ vero che alcune riforme strutturali si fanno sentire più rapidamente e che altre che necessitano più tempo”. Il rallentamento della Germania, poi, non c’entra con le riforme ma “è dovuto a fattori tecnici“. E “se i rischi geopolitici si materializzano ci sarà un allentamento della crescita, ma sarà del tutto diversa la situazione per i Paesi che hanno fatto le riforme”.
Tanto più che “la ripresa nell’area dell’euro è debole, frabile e disomogenea. Se guardiamo agli ultimi 2-3 mesi il trend di crescita è un pò rallentato”. E, appunto, i rischi geopolitici sono “cresciuti in tutto il mondo”, ma la crisi tra Russia e Ucraina “ha un peso maggiore sull’Europa” che nel resto del mondo. Le ripercussioni più temute sono soprattutto sui prezzi dell’energia, ma è difficile valutare le conseguenze e definire ora quali sono le opzioni nel futuro soprattutto se il conflitto si intensifica”. Difficoltoso quantificare anche “gli effetti delle sanzioni nei confronti della Russia e quello delle contro-sanzioni nei confronti dell’Ue”.
Al momento, però, secondo Draghi, “la crisi sui flussi finanziari e commerciali ha effetti molto limitati. Poche sono le istituzioni finanziarie che hanno legami con quelle russe”. Quanto alle banche di Mosca russe presenti nell’area dell’euro “avranno accesso agli strumenti di rifinanziamento ma dovranno far conoscere i loro bisogni in liquidità. Sarà dato soddisfazione alla loro richiesta se al termine dell’esame verrà determinato che queste liquidità non sono utilizzate per aggirare le misure restrittive decise a livello europeo”. Gli istituti di credito russi, ha aggiunto, “dovranno spiegare e giustificare le loro domande e il supervisore passerà al setaccio queste domande”.
A proposito di banche, poi, soddisfazione e compiacimento per la soluzione portoghese del caso Banco Espirito Santo. “Le decisioni prese dalle Autorità portoghesi, dalla Bce e dall’Antitrust Ue su Banco Espirito Santo (Bes) sono state rapide e efficaci. La costituzione di una nuova banca e della bad bank ha rassicurato i mercati e le altre banche”, ha sottolineato Draghi. Tuttavia questo “non vuol dire che tutto il lavoro è stato ancora compiuto. Ora ci sarà il trasferimento degli asset alle due entità, bisognerà fissare il prezzo, guardare all’esposizione in Angola.
Le azioni che sono state condotte hanno permesso di fare fronte alle perdite, alle difficoltà”. Il Fondo di Risoluzione, rileva Draghi, “è proprietario di questa banca e speriamo che provvederà a rivenderla al più presto. Nessun fondo pubblico è stato mobilizzato. Le differenze di prezzo durante il trasferimento degli asset dovranno essere assunti dal settore bancario e non dallo Stato”.
Quanto alla situazione generale, l’inflazione nell’eurozona “dovrebbe rimanere su livelli bassi nel corso dei prossimi mesi, per poi aumentare gradualmente durante il 2015 e il 2016″. Draghi ha quindi ribadito che il consiglio direttivo della Bce è pronto a utilizzare “tutte le misure non convenzionali, compreso il quantitative easing (l’immissione di liquidità nel sistema attraverso l’acquisto di beni sul modello seguito dalla Banca Centrale americana, ndr) se le prospettive nel medio termine sull’inflazione cambiano” in peggio. E all’interno del quantitative easing, “l’acquisto di titoli di Stato è sempre sul tavolo”, ha precisato a domanda puntuale.
La Bce è cambiata con la crisi: “ha più strumenti a disposizione, perché in un tempo straordinario c’è bisogno di risposte straordinarie”, ma “agisce sempre all’interno del suo mandato, che resta quello di mantenere la stabilità dei prezzi”, ha quindi ribadito il concetto in implicita risposta ai suoi detrattori. “Siamo cresciuti ma non è cambiato il pilastro della nostra azione”.
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