Pil, cambiano i criteri di misurazione.
-
- Messaggi: 1990
- Iscritto il: 21/02/2012, 19:25
Pil, cambiano i criteri di misurazione.
Pil, cambiano i criteri di misurazione. Dentro anche droga e prostituzione. E le modifiche aiutano il governo
L'Huffington Post
Di Flavio Bini
Pubblicato: 22/05/2014 15:38 CEST Aggiornato: 22/05/2014 19:47..
La buona notizia arriva ora, ma dispiegherà tutti i suoi effetti positivi soltanto a partire da ottobre. È in arrivo infatti una piccola rivoluzione per il Pil, uno dei principali indicatori di crescita del Paese, per la cui misurazione – ha comunicato oggi l’Istat – a partire da quest’anno cambieranno radicalmente alcuni criteri. E a concorrere al nuovo calcolo ci saranno ad esempio una serie di attività illegali come il traffico di sostanze stupefacenti, la prostituzione e il contrabbando, fino ad ora rimaste escluse.
Soltanto una piccola fetta dell’immensa, e complessa, trasformazione decisa dall’Istituto di Statistica in accordo con tutti i Paesi europei che però – tecnicismi a parte – interessa molto anche al governo. Il “ricalcolo” del Pil, che riguarderà tutto l’arco temporale dal 1995 ad oggi, proprio perché riferito a tutte le serie storiche e non solo all'ultimo anno, non avrà un impatto rilevante sulle previsioni di crescita – il famoso 0,8% del Def – proprio perché il dato normalmente è calcolato come variazione rispetto all’anno precedente, il cui dato anch’esso cambierà con il nuovo sistema di calcolo. Tuttavia, ed è questa la buona notizia per il governo, la crescita del Pil potrà avere un impatto significativo su indicatori chiave come il rapporto deficit/Pil e il rapporto debito/Pil. In poche parole, aumentando con il nuovo sistema di calcolo il denominatore – il Pil – il rapporto è destinato naturalmente a scendere. Una vera e propria manna dal cielo per il governo che proprio su questi indicatori di finanza pubblica è ancora osservato speciale di Bruxelles.
Ma se la buona notizia è indiscutibile, quello che è difficile stabilire da ora è quanto positiva potrà essere la sorpresa per il governo. Vale a dire di quanto crescerà il Pil in termini di valore assoluto, stimato nel 2013 a 1560 miliardi. Una prima risposta l’ha fornita già la Commissione Europea lo scorso 16 gennaio spiegando che i nuovi sistemi di calcolo potrebbero alzare il livello del PIl europeo del 2,4%, mentre nel caso italiano l’impatto positivo potrebbe essere tra l’1 e il 2%, ribadendo, come spiegato sopra, che l’impatto sulle variazioni annua sarà invece marginale.
Ma cosa c’è nel dettaglio in questa piccola rivoluzione statistica che rischia di avere impatti enormi sui saldi del Paese? L’Istituto di Statistica divide in tre la gamma di modifiche che entreranno in vigore a partire da quest’anno. I cambiamenti introdotti con il Sec2010, quelli cioè uniformi a tutti i Paesi dell’Unione, riguarderanno la capitalizzazione delle spese in ricerca e sviluppo; la riclassificazione da consumi intermedi a investimenti della spesa per armamenti sostenuta dalle amministrazioni pubbliche; una nuova metodologia di stima degli scambi con l'estero di merci da sottoporre a lavorazione, per i quali si registra il valore del solo servizio di trasformazione e non più quello dei beni scambiati; la verifica del perimetro delle amministrazioni pubbliche sulla base degli aggiustamenti metodologici introdotti dal sec2010.
La stima di Eurostat di impatto positivo sul Pil variabile tra l’1 e il 2%, riguarda però solo il primo di questi tre capitoli. Accanto a queste novità, come detto spicca anche l’introduzione nel calcolo delle attività illegali e il ricalcolo di alcuni elementi che già ora figurano nel Pil ma che i nuovi strumenti informativi permettono di misurare con più precisione. A partire dalla cosiddetta “economia non osservata”, quella parte di ricchezza prodotta nel cono d’ombra del sommerso. Insomma, in prospettiva, sommate tutte le novità, l’impatto positivo potrebbe essere anche superiore a quanto previsto da Bruxelles a gennaio.
http://www.huffingtonpost.it/2014/05/22 ... 71122.html
-------------------------------------------------------------------------------------
Il caos piu' completo in questa societa' iper liberista.
Da recessione col nuovo calcolo passeremo al +1-2 % del PIL.
Di noi faranno cio che vogliono e quando la recessione o i loro interessi verranno meno, le trovate rispuntano come sempre succede.
E se questa revisione del calcolo la si fosse fatta 10-15 anni fa che sarebbe successo a questo "bel" paese o a tutta l'Europa?
Si aspettava che i debiti della unificazione della germania fossero saldati con interessi a 2 cifre?
Cari Zione ed altri, qui non succedera' una minchia. Il popolo oramai e' stato plasmato a lor misura e tutto passere senza alcun problema. Casomai con un po' di vaselina se si incontreranno intoppi e tutto scivolera' via senza alcun mugugno.
E poi ci sono sempre facebook e twitter, che io considero sottoprodotti culturali, in cui si puo' perdere del tempo e rilassarci per non pensare ai veri problemi della vita.
Certo, e' un mio giudizio personale e quindi sempre opinabile.
un salutone
L'Huffington Post
Di Flavio Bini
Pubblicato: 22/05/2014 15:38 CEST Aggiornato: 22/05/2014 19:47..
La buona notizia arriva ora, ma dispiegherà tutti i suoi effetti positivi soltanto a partire da ottobre. È in arrivo infatti una piccola rivoluzione per il Pil, uno dei principali indicatori di crescita del Paese, per la cui misurazione – ha comunicato oggi l’Istat – a partire da quest’anno cambieranno radicalmente alcuni criteri. E a concorrere al nuovo calcolo ci saranno ad esempio una serie di attività illegali come il traffico di sostanze stupefacenti, la prostituzione e il contrabbando, fino ad ora rimaste escluse.
Soltanto una piccola fetta dell’immensa, e complessa, trasformazione decisa dall’Istituto di Statistica in accordo con tutti i Paesi europei che però – tecnicismi a parte – interessa molto anche al governo. Il “ricalcolo” del Pil, che riguarderà tutto l’arco temporale dal 1995 ad oggi, proprio perché riferito a tutte le serie storiche e non solo all'ultimo anno, non avrà un impatto rilevante sulle previsioni di crescita – il famoso 0,8% del Def – proprio perché il dato normalmente è calcolato come variazione rispetto all’anno precedente, il cui dato anch’esso cambierà con il nuovo sistema di calcolo. Tuttavia, ed è questa la buona notizia per il governo, la crescita del Pil potrà avere un impatto significativo su indicatori chiave come il rapporto deficit/Pil e il rapporto debito/Pil. In poche parole, aumentando con il nuovo sistema di calcolo il denominatore – il Pil – il rapporto è destinato naturalmente a scendere. Una vera e propria manna dal cielo per il governo che proprio su questi indicatori di finanza pubblica è ancora osservato speciale di Bruxelles.
Ma se la buona notizia è indiscutibile, quello che è difficile stabilire da ora è quanto positiva potrà essere la sorpresa per il governo. Vale a dire di quanto crescerà il Pil in termini di valore assoluto, stimato nel 2013 a 1560 miliardi. Una prima risposta l’ha fornita già la Commissione Europea lo scorso 16 gennaio spiegando che i nuovi sistemi di calcolo potrebbero alzare il livello del PIl europeo del 2,4%, mentre nel caso italiano l’impatto positivo potrebbe essere tra l’1 e il 2%, ribadendo, come spiegato sopra, che l’impatto sulle variazioni annua sarà invece marginale.
Ma cosa c’è nel dettaglio in questa piccola rivoluzione statistica che rischia di avere impatti enormi sui saldi del Paese? L’Istituto di Statistica divide in tre la gamma di modifiche che entreranno in vigore a partire da quest’anno. I cambiamenti introdotti con il Sec2010, quelli cioè uniformi a tutti i Paesi dell’Unione, riguarderanno la capitalizzazione delle spese in ricerca e sviluppo; la riclassificazione da consumi intermedi a investimenti della spesa per armamenti sostenuta dalle amministrazioni pubbliche; una nuova metodologia di stima degli scambi con l'estero di merci da sottoporre a lavorazione, per i quali si registra il valore del solo servizio di trasformazione e non più quello dei beni scambiati; la verifica del perimetro delle amministrazioni pubbliche sulla base degli aggiustamenti metodologici introdotti dal sec2010.
La stima di Eurostat di impatto positivo sul Pil variabile tra l’1 e il 2%, riguarda però solo il primo di questi tre capitoli. Accanto a queste novità, come detto spicca anche l’introduzione nel calcolo delle attività illegali e il ricalcolo di alcuni elementi che già ora figurano nel Pil ma che i nuovi strumenti informativi permettono di misurare con più precisione. A partire dalla cosiddetta “economia non osservata”, quella parte di ricchezza prodotta nel cono d’ombra del sommerso. Insomma, in prospettiva, sommate tutte le novità, l’impatto positivo potrebbe essere anche superiore a quanto previsto da Bruxelles a gennaio.
http://www.huffingtonpost.it/2014/05/22 ... 71122.html
-------------------------------------------------------------------------------------
Il caos piu' completo in questa societa' iper liberista.
Da recessione col nuovo calcolo passeremo al +1-2 % del PIL.
Di noi faranno cio che vogliono e quando la recessione o i loro interessi verranno meno, le trovate rispuntano come sempre succede.
E se questa revisione del calcolo la si fosse fatta 10-15 anni fa che sarebbe successo a questo "bel" paese o a tutta l'Europa?
Si aspettava che i debiti della unificazione della germania fossero saldati con interessi a 2 cifre?
Cari Zione ed altri, qui non succedera' una minchia. Il popolo oramai e' stato plasmato a lor misura e tutto passere senza alcun problema. Casomai con un po' di vaselina se si incontreranno intoppi e tutto scivolera' via senza alcun mugugno.
E poi ci sono sempre facebook e twitter, che io considero sottoprodotti culturali, in cui si puo' perdere del tempo e rilassarci per non pensare ai veri problemi della vita.
Certo, e' un mio giudizio personale e quindi sempre opinabile.
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Pil, cambiano i criteri di misurazione.
A questo punto variamo anche il metro di 10 cm.
Così, ad esempio, diminuiranno i metri quadrati degli appartamenti, potremmo avere più stoffa allo stesso prezzo, se i furbastri dei commercianti furbastri non aumentano il prezzo prima................e così via...............
Così, ad esempio, diminuiranno i metri quadrati degli appartamenti, potremmo avere più stoffa allo stesso prezzo, se i furbastri dei commercianti furbastri non aumentano il prezzo prima................e così via...............
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Pil, cambiano i criteri di misurazione.
A pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca...
Giulio Andreotti
La Mafia SpA controlla la Ue???????????????
Giulio Andreotti
La Mafia SpA controlla la Ue???????????????
-
- Messaggi: 2102
- Iscritto il: 21/02/2012, 22:29
Re: Pil, cambiano i criteri di misurazione.
I commercianti a Roma si lamentano perché gli vengono spazzati via i tabolini abusivi dal suolo pubblico. Però quando gli chiedi lo scontrino...camillobenso ha scritto:A questo punto variamo anche il metro di 10 cm.
Così, ad esempio, diminuiranno i metri quadrati degli appartamenti, potremmo avere più stoffa allo stesso prezzo, se i furbastri dei commercianti furbastri non aumentano il prezzo prima................e così via...............
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
Robert Harris, "Archangel"
-
- Messaggi: 522
- Iscritto il: 18/03/2012, 10:43
Re: Pil, cambiano i criteri di misurazione.
Speravo, anche se era difficile vista la logica dominante, che veramente ci fosse qualcuno che nel calcolo del benessere avesse inserito dei parametri più in linea con uno sviluppo sostenibile, invece qui si va ancora più indietro. Il pil dovrebbe in caso aumentare se la droga e la mafia fossero ridimensionate.
-
- Messaggi: 1990
- Iscritto il: 21/02/2012, 19:25
Re: Pil, cambiano i criteri di misurazione.
MORANDO RILANCIA SULLE PRIVATIZZAZIONI: ACCELERAZIONE SU ENI ED ENEL
Il governo ricalcola Pil e debito
C’è la ricerca (ma anche la droga)
Aggiornamento per tutti i Paesi Ue: a ottobre il quadro sui conti
di Andrea Ducci
ROMA - Un ritardo che vale un tesoretto. La nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Def) sarà consegnata dal governo il prossimo primo ottobre. Un mini slittamento rispetto alla data precedente, fissata per il 20 settembre. Il rinvio è dovuto all’introduzione delle nuove regole per il calcolo del Prodotto interno lordo (Pil). In sostanza, nelle prossime settimane l’Istat dovrà elaborare le nuove stime del Pil, utilizzando le regole statistiche del Sistema europeo di calcolo (Sec) 2010, aggiornando così quelle ormai superate del Sec 1995. Al di là delle sigle significa che per calcolare la ricchezza prodotta saranno comprese alcune voci finora rimaste escluse. Per esempio le spese in ricerca e sviluppo, considerate fino ad oggi come uscite pure anziché investimenti, le spese militari, oltre che il conteggio dell’economia illegale (stupefacenti, contrabbando e prostituzione). Un ricalcolo che devono fare tutti i Paesi europei.
Va da sé che aggiungere queste nuove voci significa fare crescere in modo significativo il Pil.
Le stime per l’Italia prevedono che alla fine il governo si ritrovi in dote un paio di punti di Pil, circa 32 miliardi di euro. Un tesoretto, appunto, da tenere in conto nell’elaborazione dei fatidici rapporti tra deficit e Pil e tra debito e Pil. Per il deficit un aumento del Pil dovrebbe garantire all’esecutivo un margine di sicurezza ulteriore per scongiurare lo sforamento della soglia del 3%, stabilita da Maastricht. Quanto al debito, ci sarà un calo rispetto al livello record attuale. Non a caso, ieri sera il ministero dell’Economia in una nota ha precisato che l’aggiornamento del Def è fissato per l’inizio di ottobre «in considerazione del termine del 22 settembre indicato dall’Istat per la diffusione dei nuovi dati annuali sino al 2013 secondo il nuovo sistema europeo di calcolo». L’utilizzo delle nuove statistiche sul Pil, basate sul Sec 2010, è secondo via XX Settembre il presupposto «essenziale per la predisposizione di un Def coerente con questa nuova metodologia di rilevazione adottata a livello europeo».
Una carta jolly, insomma, nella manica del governo. Il punto è che l’aiutino del nuovo sistema di calcolo non basterà a fare quadrare i conti.
Tanto che il governo non fa più mistero di volere accelerare la cessione di ulteriori quote di Eni ed Enel.
A dirlo in modo esplicito è stato ieri il viceministro dell’Economia, Enrico Morando. «Nella nota di aggiornamento al Def sarà ribadito e rafforzato il piano pluriennale di privatizzazioni di aziende pubbliche da destinare interamente e integralmente alla riduzione del debito». L’idea più probabile è di vendere un pacchetto del 5% di ciascuna delle due società, sebbene Morando preferisca non sbilanciarsi: «Le quantità saranno definite al momento opportuno». Il viceministro ha inoltre ripetuto che le risorse per stabilizzare il bonus Irpef di 80 euro e per ridurre il carico fiscale su lavoro e imprese arriveranno dalla spending review e dall’attivazione del fondo per la riduzione delle tasse previsto dalla legge di stabilità.
Intanto oggi al ministero delle Infrastrutture si terrà una riunione con il ministro Maurizio Lupi per affinare i contenuti salienti del decreto Sblocca Italia. La bozza prevede misure su infrastrutture, grandi opere, municipalizzate, e pacchetto incentivi sulla casa. Il testo definitivo arriverà in consiglio dei Ministri il 29 agosto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA 21 agosto 2014 | 07:44
http://www.corriere.it/economia/14_agos ... 7e0e.shtml
Il governo ricalcola Pil e debito
C’è la ricerca (ma anche la droga)
Aggiornamento per tutti i Paesi Ue: a ottobre il quadro sui conti
di Andrea Ducci
ROMA - Un ritardo che vale un tesoretto. La nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Def) sarà consegnata dal governo il prossimo primo ottobre. Un mini slittamento rispetto alla data precedente, fissata per il 20 settembre. Il rinvio è dovuto all’introduzione delle nuove regole per il calcolo del Prodotto interno lordo (Pil). In sostanza, nelle prossime settimane l’Istat dovrà elaborare le nuove stime del Pil, utilizzando le regole statistiche del Sistema europeo di calcolo (Sec) 2010, aggiornando così quelle ormai superate del Sec 1995. Al di là delle sigle significa che per calcolare la ricchezza prodotta saranno comprese alcune voci finora rimaste escluse. Per esempio le spese in ricerca e sviluppo, considerate fino ad oggi come uscite pure anziché investimenti, le spese militari, oltre che il conteggio dell’economia illegale (stupefacenti, contrabbando e prostituzione). Un ricalcolo che devono fare tutti i Paesi europei.
Va da sé che aggiungere queste nuove voci significa fare crescere in modo significativo il Pil.
Le stime per l’Italia prevedono che alla fine il governo si ritrovi in dote un paio di punti di Pil, circa 32 miliardi di euro. Un tesoretto, appunto, da tenere in conto nell’elaborazione dei fatidici rapporti tra deficit e Pil e tra debito e Pil. Per il deficit un aumento del Pil dovrebbe garantire all’esecutivo un margine di sicurezza ulteriore per scongiurare lo sforamento della soglia del 3%, stabilita da Maastricht. Quanto al debito, ci sarà un calo rispetto al livello record attuale. Non a caso, ieri sera il ministero dell’Economia in una nota ha precisato che l’aggiornamento del Def è fissato per l’inizio di ottobre «in considerazione del termine del 22 settembre indicato dall’Istat per la diffusione dei nuovi dati annuali sino al 2013 secondo il nuovo sistema europeo di calcolo». L’utilizzo delle nuove statistiche sul Pil, basate sul Sec 2010, è secondo via XX Settembre il presupposto «essenziale per la predisposizione di un Def coerente con questa nuova metodologia di rilevazione adottata a livello europeo».
Una carta jolly, insomma, nella manica del governo. Il punto è che l’aiutino del nuovo sistema di calcolo non basterà a fare quadrare i conti.
Tanto che il governo non fa più mistero di volere accelerare la cessione di ulteriori quote di Eni ed Enel.
A dirlo in modo esplicito è stato ieri il viceministro dell’Economia, Enrico Morando. «Nella nota di aggiornamento al Def sarà ribadito e rafforzato il piano pluriennale di privatizzazioni di aziende pubbliche da destinare interamente e integralmente alla riduzione del debito». L’idea più probabile è di vendere un pacchetto del 5% di ciascuna delle due società, sebbene Morando preferisca non sbilanciarsi: «Le quantità saranno definite al momento opportuno». Il viceministro ha inoltre ripetuto che le risorse per stabilizzare il bonus Irpef di 80 euro e per ridurre il carico fiscale su lavoro e imprese arriveranno dalla spending review e dall’attivazione del fondo per la riduzione delle tasse previsto dalla legge di stabilità.
Intanto oggi al ministero delle Infrastrutture si terrà una riunione con il ministro Maurizio Lupi per affinare i contenuti salienti del decreto Sblocca Italia. La bozza prevede misure su infrastrutture, grandi opere, municipalizzate, e pacchetto incentivi sulla casa. Il testo definitivo arriverà in consiglio dei Ministri il 29 agosto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA 21 agosto 2014 | 07:44
http://www.corriere.it/economia/14_agos ... 7e0e.shtml
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Pil, cambiano i criteri di misurazione.
A me sembra il gioco delle tre carte che i napoletani fanno nei mezzanini della Metropolitana Milanese.
Quindi, per dare un grande contributo al PIL nazionale ci dovremmo mettere tutti a spacciare droga. E visto che facciamo uno sforzo nazionale le forze dell'ordine gireranno la faccia dall'altra parte?
Dovremmo organizzare treni della felicità verso i Paesi dell'Est e importare donne dall'Africa per aumentare il PIL?
Ieri ho fatto un commento su IFQ, ma è stato cancellato, deve essere il solito controllore renziano.
" Possiamo dire che le Mafie SpA dominano in Europa?
A volte IFQ sembra limitato come quotidiano libero, indipendente ed aderente alla funzione di quarto potere.
Accetta insulti di bassa lega, ma rifiuta osservazioni inerenti alla realtà quotidiana.
Quindi, per dare un grande contributo al PIL nazionale ci dovremmo mettere tutti a spacciare droga. E visto che facciamo uno sforzo nazionale le forze dell'ordine gireranno la faccia dall'altra parte?
Dovremmo organizzare treni della felicità verso i Paesi dell'Est e importare donne dall'Africa per aumentare il PIL?
Ieri ho fatto un commento su IFQ, ma è stato cancellato, deve essere il solito controllore renziano.
" Possiamo dire che le Mafie SpA dominano in Europa?
A volte IFQ sembra limitato come quotidiano libero, indipendente ed aderente alla funzione di quarto potere.
Accetta insulti di bassa lega, ma rifiuta osservazioni inerenti alla realtà quotidiana.
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Pil, cambiano i criteri di misurazione.
Cambiano i criteri di , misurazione.............ma non si chiamerà più PIL = Prodotto Interno (ba)Lordo,....ma :
Prodotto Interno Lurido
Fonte IFQ
Prodotto Interno Lurido
Fonte IFQ
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Pil, cambiano i criteri di misurazione.
Da informazione Tv, ci si rende conto che in Germania ha un senso contabilizzare la prostituzione nel PIL in quanto, essendo legalizzata, produce un gettito fiscale di 14 miliardi di euro. Da noi prima dovrebbero legalizzarla e poi introdurre il nuovo sistema di calcolo.
Ma poi lo Stato dovrebbe farci sapere come stima il PIL criminale. O conosce i dati e non lo persegue, o spara cifre a c...........
Ma poi lo Stato dovrebbe farci sapere come stima il PIL criminale. O conosce i dati e non lo persegue, o spara cifre a c...........
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Pil, cambiano i criteri di misurazione.
PIL - Prodotto Interno Lurido - 1
Corriere 10.9.14
Le attività criminali nella contabilità
La verità (ingannevole) di un Pil che cambia
di Danilo Taino
Nel marzo 1968, Robert Kennedy, in quel momento candidato alla presidenza degli Stati Uniti, in un famoso discorso notò che il calcolo del Prodotto nazionale lordo comprendeva le testate nucleari, il napalm impiegato in Vietnam, le spese per le prigioni e altre cose più o meno orribili; ma non considerava la bellezza della poesia e la forza dei legami matrimoniali. C’era parecchia retorica in quelle parole. Quel discorso, però, torna alla mente alla luce della rivalutazione del Pil annunciata ieri dall’Istat.
Torna alla mente e ricorda che il Pil è importante ma non è tutto. Sarebbe dunque una buona idea approfittare dell’introduzione nella contabilità nazionale di certe attività criminali, della prostituzione e degli investimenti per ricerca e sviluppo — cioè di quel che ha fatto ieri l’Istat — per rimettere al suo posto quello spettro con le catene, il Pil appunto, che da un po’ di anni ha preso posto nel salotto degli italiani (e non solo nel loro, naturalmente).
Sembra diventato un vitello d’oro, dal quale dipende il nostro benessere. Ma non c’è niente da adorare: ora è fatto anche di cocaina e di contrabbando. Non è un fine: è uno strumento statistico, senza meriti e senza colpe, senza idee e senza morale, con il quale misurare le attività volontarie che si svolgono in un Paese. E neanche troppo preciso, a dire il vero. Sarebbe meglio considerarlo un numero utile per fare confronti internazionali (se tutti usano gli stessi criteri).
Il Pil non misura infatti il mondo: quello che vi succede, la sua poesia e le emozioni dei matrimoni, non ci finiranno mai dentro. Non misurerà mai la felicità, come d’altra parte nessun’altra statistica riuscirà a fare. Misurerà le differenze tra noi e la Germania, i cambiamenti tra una società che prende atto della prostituzione e della marijuana e una che non ne voleva sentire parlare, potrà persino suggerire quanto vuole essere moderno, o quanto poco nel caso dell’Italia, un Paese che investe o non investe in ricerca e innovazione. Ma sarà sempre un numero più piccolo della realtà. Fino alla Grande Depressione degli anni Trenta, il Pil non esisteva. Oggi rischia di diventare un feticcio, o un’ossessione.
Non facciamone un gran caso, o uno scandalo, dunque, della decisione dell’Istat: si adegua al mondo, ci aiuterà ad abbassare di qualche decimo di punto il peso del debito nazionale ma, per il resto, non cambierà l’Italia. Forse aiuta a dare disciplina. Le rivoluzioni, però, non le fanno gli statistici — ci ricordava Robert Kennedy.
Danilo Taino
Corriere 10.9.14
Le attività criminali nella contabilità
La verità (ingannevole) di un Pil che cambia
di Danilo Taino
Nel marzo 1968, Robert Kennedy, in quel momento candidato alla presidenza degli Stati Uniti, in un famoso discorso notò che il calcolo del Prodotto nazionale lordo comprendeva le testate nucleari, il napalm impiegato in Vietnam, le spese per le prigioni e altre cose più o meno orribili; ma non considerava la bellezza della poesia e la forza dei legami matrimoniali. C’era parecchia retorica in quelle parole. Quel discorso, però, torna alla mente alla luce della rivalutazione del Pil annunciata ieri dall’Istat.
Torna alla mente e ricorda che il Pil è importante ma non è tutto. Sarebbe dunque una buona idea approfittare dell’introduzione nella contabilità nazionale di certe attività criminali, della prostituzione e degli investimenti per ricerca e sviluppo — cioè di quel che ha fatto ieri l’Istat — per rimettere al suo posto quello spettro con le catene, il Pil appunto, che da un po’ di anni ha preso posto nel salotto degli italiani (e non solo nel loro, naturalmente).
Sembra diventato un vitello d’oro, dal quale dipende il nostro benessere. Ma non c’è niente da adorare: ora è fatto anche di cocaina e di contrabbando. Non è un fine: è uno strumento statistico, senza meriti e senza colpe, senza idee e senza morale, con il quale misurare le attività volontarie che si svolgono in un Paese. E neanche troppo preciso, a dire il vero. Sarebbe meglio considerarlo un numero utile per fare confronti internazionali (se tutti usano gli stessi criteri).
Il Pil non misura infatti il mondo: quello che vi succede, la sua poesia e le emozioni dei matrimoni, non ci finiranno mai dentro. Non misurerà mai la felicità, come d’altra parte nessun’altra statistica riuscirà a fare. Misurerà le differenze tra noi e la Germania, i cambiamenti tra una società che prende atto della prostituzione e della marijuana e una che non ne voleva sentire parlare, potrà persino suggerire quanto vuole essere moderno, o quanto poco nel caso dell’Italia, un Paese che investe o non investe in ricerca e innovazione. Ma sarà sempre un numero più piccolo della realtà. Fino alla Grande Depressione degli anni Trenta, il Pil non esisteva. Oggi rischia di diventare un feticcio, o un’ossessione.
Non facciamone un gran caso, o uno scandalo, dunque, della decisione dell’Istat: si adegua al mondo, ci aiuterà ad abbassare di qualche decimo di punto il peso del debito nazionale ma, per il resto, non cambierà l’Italia. Forse aiuta a dare disciplina. Le rivoluzioni, però, non le fanno gli statistici — ci ricordava Robert Kennedy.
Danilo Taino
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 14 ospiti