Economia

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cielo 70
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Re: Economia

Messaggio da cielo 70 »

L'Istat che riporta questi dati è quell'istituto che diceva che c'è la deflazione? Comunque è un dato ottimistico che ben il 29% ancora riesce a risparmiare.
camillobenso
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Re: Economia

Messaggio da camillobenso »

Economia - Deflazione - 1

Deflazione (economia)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


La deflazione è, in macroeconomia, una diminuzione del livello generale dei prezzi[1]. Il fenomeno opposto si definisce inflazione. La deflazione non va confusa con la disinflazione, che descrive semplicemente un rallentamento del tasso di inflazione.


Descrizione
La deflazione deriva dalla debolezza della domanda di beni e servizi, cioè un freno nella spesa di consumatori e aziende, che, in regime di deflazione, sono incentivati a posporre gli acquisti di beni e servizi non indispensabili, con l'aspettativa di ulteriori cali dei prezzi, con l'effetto di innescare una spirale negativa. Le imprese, non riuscendo a vendere a determinati prezzi parte dei beni e servizi, cercano di collocarli a prezzi inferiori.

La riduzione dei prezzi si ripercuote conseguentemente per le imprese sui ricavi, anch'essi generalmente in calo. Ne deriva il tentativo da parte delle imprese di ridurre i costi, attraverso la diminuzione dei costi per l'acquisto di beni e servizi da altre imprese, del costo del lavoro e tramite un minor ricorso al credito.

L'andamento deflativo dei prezzi tende a verificarsi come conseguenza di una recessione economica per la diminuzione della domanda aggregata di beni. Studi empirici più recenti hanno messo però in discussione la relazione tra deflazione e depressione economica[2]. Casi di forte deflazione possono indurre il fenomeno della tesaurizzazione, intesa come incetta dell'unità monetaria della quale si prevede un ulteriore aumento del potere d'acquisto.

Secondo Keynes, in tempi di crisi economica il risparmio è distruttivo perché se tutti risparmiano la domanda aggregata diminuisce ulteriormente e con essa diminuisce la ricchezza in quanto diminuiscono produzione aggregata e occupazione. Dunque, aumentando la massa liquida a disposizione si favorisce la speculazione e non gli investimenti. La tendenza al risparmio e all'accumulazione di denaro sono, sempre secondo Keynes, le caratteristiche peculiari della crisi. In particolare, la relazione empirica tra deflazione e crescita della disoccupazione è stata descritta mediante la Curva di Phillips[3].
camillobenso
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Re: Economia

Messaggio da camillobenso »

Economia - Deflazione - 2


Italia in deflazione per la prima volta dal 1959. E torna a salire la disoccupazione
In agosto l'indice dei prezzi al consumo è calato dello 0,1% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. E' la prima volta dal settembre del 1959, quando però l’economia era in forte crescita. Il tasso di disoccupazione arriva al 12,6%, in aumento dello 0,5% rispetto a un anno prima: persi oltre mille posti al giorno

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 29 agosto 2014Commenti (40)


Lo spauracchio tante volte evocato negli ultimi mesi si materializza. L’Italia in agosto è entrata in deflazione: l’indice dei prezzi al consumo misurato dall’Istat ha segnato un calo dello 0,1% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Insomma, i prezzi hanno invertito la rotta. A luglio salivano ancora (+0,1%), come è normale in un’economia in salute, ma in dieci grandi città, tra cui Roma e Torino, erano già in discesa. Un campanello di allarme che ora suona come l’anticipazione di una tendenza generalizzata. E quasi inedita: è la prima volta dal settembre del 1959, quando però l’economia era in forte crescita. Sono scesi anche i prezzi del cosiddetto carrello della spesa, cioè l’insieme dei beni essenziali che comprende l’alimentare e i prodotti per la cura della casa e della persona. Il ribasso annuo in questo caso è pari allo 0,2%, anche se in recupero rispetto al -0,6% di luglio. Una doccia gelata per il governo di Matteo Renzi, che nel pomeriggio si riunirà per il tanto annunciato Consiglio dei ministri chiamato ad approvare il decreto Sblocca Italia e il pacchetto giustizia.

E poco prima l’Istat aveva diffuso altri dati preoccupanti: quelli sulla disoccupazione, che in luglio ha toccato il 12,6% registrando un aumento dello 0,5% sui dodici mesi e dello 0,3% rispetto a giugno. In numeri, significa che lo scorso mese si è registrato un calo di occupati pari a 35mila unità. Come se si fossero persi più di mille posti al giorno. I senza lavoro sono a questo punto 3 milioni e 220 mila, in aumento del 2,2% rispetto al mese precedente (+69 mila) e del 4,6% su base annua (+143 mila), mentre gli occupati calano a 22,36 milioni, -35 mila sul mese prima e 71mila in meno su base annua. Rispetto al mese precedente la disoccupazione aumenta sia per la componente maschile (+3,3%), sia per quella femminile (+1%). Ma il divario tra uomini e donne sul mercato del lavoro resta enorme: nel secondo trimestre 2014 il tasso di occupazione dei primi è stato del 64,7%, mentre le lavoratrici erano solo il 46,5% del totale delle donne attive. Entrambi i dati sono in calo dello 0,1% sull’anno prima.

L’unico segnale positivo arriva dalla disoccupazione giovanile, con il tasso che scende al 42,9%, -0,8 punti rispetto al mese prima. Ma resta pur sempre più alto del 2,9% rispetto al luglio 2013. L’incidenza dei disoccupati di 15-24 anni sulla popolazione in questa fascia di età è pari all’11,8%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,1 punti su base annua.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08 ... e/1102360/
cielo 70
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Re: Economia

Messaggio da cielo 70 »

Anche se fosse, non sarebbe un segnale negativo, visto che negli anni precedenti l'inflazione autentica annuale è stata almeno del 10%.
camillobenso
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Re: Economia

Messaggio da camillobenso »

Economia - Deflazione - 3


Deflazione, il rischio è anche psicologico
di Loretta Napoleoni | 31 agosto 2014Commenti (352)



L’Italia rischia la deflazione, un male forse peggiore dell’inflazione a giudicare dalle difficoltà pluri-decennali che il Giappone continua a incontrare per uscirne fuori.

La deflazione è in effetti l’opposto dell’inflazione poiché i prezzi invece di salire scendono: la loro caduta, a sua volta, fa crollare investimenti, salari e occupazione. In ultima analisi la deflazione distrugge ricchezza.

L’aspetto più pericoloso è, come nell’inflazione, quello psicologico. L’economia si contrae anche perché la gente, anticipando prezzi futuri sempre più bassi, pospone gli acquisti, e così facendo deprime il consumo, che a sua volta fa scendere la domanda globale, la produzione, l’investimento, insomma un cane che si morde la coda.

L’importanza che l’aspetto psicologico gioca nel fenomeno della deflazione dipende dalla composizione demografica del Paese in oggetto e dalle dimensioni del debito. Va da solo che più vecchia è la prima e più grande è il secondo tanto più difficile sarà contrastare le spinte inflazioniste.


In Giappone una popolazione in via d’invecchiamento è da almeno vent’anni convinta che prima o poi questo debito dovrà essere pagato, ciò fa presagire un futuro ancora più nero del presente.


Fino ad oggi tutti gli sforzi del governo per far ripartire la spesa sono falliti proprio perché la popolazione è sicura che lo stato per ripagare il debito continuerà a tagliare salari, pensioni e assistenza sociale, ciò equivale a dire avrà un comportamento deflattivo.


Di fronte a queste aspettative la gente non spende anche se il tasso d’interesse è a zero e la banca centrale pompa liquidità nel sistema, piuttosto risparmia quel poco che ha e quindi deprime ulteriormente l’economia.

L’esempio del Giappone, una nazione in deflazione dalla metà degli anni Novanta, ben illustra quanto sia difficile interrompere la spirale deflazionista una volta che il processo economico e quello psicologico si auto-alimentano.

In Europa, l’Italia e la Spagna sono le prime nazioni che rischiano di scivolare lungo la spirale deflazionista.

L’Italia è insieme alla Germania quella che assomiglia di più demograficamente al Giappone ed anche quella con un rapporto debito pubblico/PIL più vicino in termini percentuali a quello giapponese.

Per ora le prospettive per il Bel Paese sono pessime: in agosto l’indice dei prezzi al consumo prodotto dall’Istat è sceso dello 0,1 per cento rispetto ad agosto del 2013.

E’ la prima volta dal 1959 che questo succede, ma allora l’economia era in fase ascendente anche grazie agli aiuti economici del Piano Marshall e alla ricostruzione del dopoguerra.


Oggi la situazione è ben diversa.


Tutti gli indicatori economici sembrano preannunciare un autunno di deflazione: il tasso di disoccupazione è tornato al di sopra del 12 per cento ( 12,6 per cento); il Pil è sceso dello 0,2 per cento su base annuale; le esportazioni sono aumentate (1,9 per cento) meno delle importazioni (2 per cento).


A questo scenario sconfortante si deve aggiungere la dura posizione assunta dalla Germania nei confronti della politica monetaria espansiva ventilata da Draghi, che molti sono convinti aiuterebbe l’economia.


Il ministro delle finanze tedesco, Wolfang Schaeuble, ha infatti dichiarato che la banca centrale europea ha esaurito le munizioni per aiutare l’eurozona e ha aggiunto che il problema non è la scarsa liquidità ma l’eccessiva quantità di moneta in circolazione.

Secondo il governo di Matteo Renzi, invece, il problema centrale della nostra economia è proprio la mancanza di liquidità, che si manifesta attraverso la scarsa presenza di capitali esteri per l’investimento. Dato che non possiamo stampare moneta l’unico modo per ottenerla è farla arrivare dall’estero.

Ma pochi sono disposti a investire in un Paese dove il sistema legale è al collasso e quello di tassazione è tra i più alti al mondo. Ecco quindi la necessità di un pacchetto di riforme per far ripartire l’economia. Tutte approvate dal governo e ora da passare al vaglio del Parlamento.

Funzioneranno? Solo se non verranno annacquate dai politici per difendere le varie lobby o per tagliare le gambe a Renzi, ma soprattutto se riusciranno a rompere la paura psicologica che la popolazione ha di spendere e quella degli investitori stranieri di investire in una nazione in deflazione. Certo dopo anni di crescita negativa e di promesse infrante, trasformare il pessimismo in ottimismo è quasi impossibile.

Una soluzione radicale, che forse anche il Giappone dovrebbe prendere in considerazione è l’abbandono delle dottrine neo-liberiste, sulle quali, va detto, poggia l’apparato monetario ed economico dell’Unione Europea, a favore della nazionalizzazione del debito, con relativa cancellazione. Ma anche questa manovra rivoluzionaria potrebbe non funzionare se la popolazione non è disposta a cambiare in positivo le aspettative future e a rinegoziare la maturità dei titoli di stato per una data lontana nel futuro. Tutto ciò potrebbe richiedere il rinnovamento dell’intera classe politica.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08 ... o/1103574/
camillobenso
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Re: Economia

Messaggio da camillobenso »

camillobenso • 5 minuti fa
Tieni duro, questo commento deve ancora essere approvato da Il Fatto Quotidiano.
Parte prima
Gentile Dottoressa Napoleoni,
Pongo anche a Lei come ai suoi colleghi economisti che si cimentano su questo quotidiano, due domande che continuano a non avere risposta.
Non comprendo perché, soprattutto gli economisti, eludono due fattori determinanti che influiscono sul sistema economico degli ultimi quindici anni.
1) Siamo all’interno della terza rivoluzione industriale già dagli anni ’70. In questi anni sta producendo effetti devastanti sull’occupazione. La terza rivoluzione non colpisce più solo le tute blu, ma anche indiscriminatamente tutti gli altri settori compresi i colletti bianchi.
L’automazione è l’unico sistema in questo tipo di transizione economica, sociale, etica e morale, per produrre investimenti con ritorno economico. Un esempio banalissimo segnalatomi solo tre giorni fa.
E’ stato inaugurato un fitness installato in quattro piani di un edificio civile, in cui tutto funziona automaticamente. Richiede solo la bassa manovalanza per le pulizie, che per il momento non si può automatizzare.
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camillobenso • 8 minuti fa
Tieni duro, questo commento deve ancora essere approvato da Il Fatto Quotidiano.
Parte seconda

Le fiabe per adulti raccontate dal mondo politico tricolore dagli addetti dei media e dagli economisti, sulla possibilità di ripresa nel Bel Paese non hanno nessuna attinenza pratica.
Il Prof. De Masi, ha segnalato nel febbraio scorso che se qualora ci fosse stato un lieve accenno di ripresa gli investitori avrebbero preferito l’impiego di robot rispetto al personale umano.
Detto fatto, due mesi dopo sulla prima pagina de Il Sole 24 Ore, un articolo segnalava che il settore dei robot aveva raggiunto un incremento dell’83 % degli ordinativi.
2) La paga oraria di tre ore di un operaio italiano
corrisponde ad un mese di paga di un operaio nel centro della Cina.
Come se ne viene fuori?
Tutti fattori che concorrono a determinare a modo loro alla deflazione.
In attesa di una cortese risposta Le porgo distinti saluti.
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claunuc • un'ora fa
un bell'orticello, quattro bestie e si fotta l'economia con tutti gli economisti, ogni volta
che si registra un dato uguale a 50-60 anni fa, personalmente, la prendo SEMPRE come una notizia positiva
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VITTORIO • 6 ore fa
se il problema e' la deflazione e non l'inflazione, allora vuol dire che l'offerta di prodotti e' superiore alla domanda, e i consumi, con tutto quello che ne consegue, languono. Ma allora, se così è, cosa c'entrano l'art 18, lo statuto dei lavoratori e tutto l'altro armamentario ultra liberista?
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Marcostituzione • 8 ore fa
E' possibile che invece si tratti di una diversa forma di DEFLAZIONE?
Si potrebbe considerare l'ipotesi che il calo sia in settori
definibili nella categoria "superfluo" o "non necessario"?
Non stiamo pagando forse il prezzo di rendite finanziarie
non reinvestite in settori essenziali ma utilizzate per investimenti
in settori poco solidi o destinati a rendere ( e molto) solo in situazioni
di disponibilità a spendere in beni non essenziali?
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Kammela • 15 ore fa
Rimandare i consumi....ma perchè bisogna consumare come forsennati per tirare semplicemente e squallidamente avanti, buttare cose seminuove e funzionanti e ammazzarsi di lavoro per girare come i matti, magari di domenica, in alienanti centri commerciali?
Ma non è che siamo tutti stanchi di consumare ed abbiamo trovato il coraggio di ammettere che alla vetrinetta di nonna ci sentiamo troppo affezzionati per "consumarla"?
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Claude the big M. Kammela • 6 ore fa
Perché questo è come funziona la nostra economia!
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andreazyx • 16 ore fa
Uno si rende conto di aver fatto troppi debiti. Comincia a risparmiare. Viene circondato da venditori di finanziarie che vogliono farlo consumare come e più di prima facendogli accendere altri prestiti su prestiti. Lui si rifiuta, vuole prima vedere una consistente riduzione del proprio debito e degli interessi da pagare. Lo tacciano di rovinare l'economia perché "non consuma". Questi venditori di patacche non sanno che la base della prosperità, come sa ogni persona con buonsenso, è il risparmio(=riduzione del debito). Il consumo senza la base del risparmio (con tanti debiti) è la ricetta per il sottosviluppo.
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lucciolo71 • 16 ore fa
La deflazione è un effetto, non una causa; come la si sconfigge (ammesso e non concesso che la si debba sconfiggere)? magari analizzando e correggendo le cause, non certo annunciando (dubbie) manovre miracolose del governo che, con tutte le imposte su consumi e risparmi che ci ha rifilato, ce la sta già mettendo tutta per far salire i prezzi e deprimere i consumi.
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Leopoldo • 18 ore fa
il problema è politico : una classe dirigente con il cervello putrido non ce la farà mai a salvare un paese sottoposto a anni e anni di ruberie di ogni genere. Draghi potrà dare camion di soldi a questa gente : troveranno subito il modo di farli fuori. la Merkel in persona potrà dare vagoni di euro ma non risolverà nulla : manca totalmente l'approccio alla rinascita. il problema è psicologico? NO è strutturale: non c'è soldo pubblico che non faccia brutta fine. Anche tra privati le cose non vanno meglio : un cambio dell'olio a me sembra una tassa più che un servizio. Forse in questo paese gli unici prezzi onesti sono quelli delle lucciole? occorre una svolta che non si vede.
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Riccardo Ferrari • 19 ore fa
I nostri politici, e i media non sono da meno, ci illudono che la crisi sia passeggera dimenticando di situarla in un contesto mondiale completamente e irrimediabilmente nuovo, ossia l'emergenza crescente di potenze economiche come Cina, India ed altre con un gigantesco serbatoio di popolazione a bassissimo reddito, il che significa dei prezzi di produzione altamente competitivi e in grado di portare le nostre economie allo sfascio senza adeguate barriere doganali peraltro inconcepibili a meno di dolorose ritorsioni da parte dei paesi emergenti cha di crescita hanno assolutamentr bisogno. Il dilemma ci porta a concepire nuove modalità di convivenza e di sviluppo purtroppo difficili da far condividere.
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Paolo De Santis • 19 ore fa
la deflazione non e' per se stessa un fattore negativo, il problema in italia e' che la deflazione e' un risultato della depressione in cui il paese si trova, non ci sono piu consumi, l'offerta e' maggiore della richiesta. Povera italia.
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camillobenso
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Re: Economia

Messaggio da camillobenso »

Ale • 19 ore fa
"la deflazione distrugge ricchezza" dipende dalla definizione di ricchezza. Una mela varrà sempre una mela, e se passa da 2€ a 1€ significa che con il reddito o il risparmio si compra di più, quindi si prende più ricchezza con la stessa cifra, come se venisse creata dal nulla.

Gli unici a rimetterci sono quelli che hanno fatto investimenti prevedendo prezzi stabili o al rialzo, ma fa parte del rischio.

Se la gente volontariamente rimanda i consumi significa che spreca di meno, la vedo come una cosa positiva, e può portare ad una ripulita delle attività produttive, dove restano a galla solo quelle che vendono cose richieste.
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Forzaecoraggio • 20 ore fa
Bravissima.

Finché rimaniamo nell´euro dobbiamo fare quello che vuole la zia Merkel che ovviamente ha tutto l´interesse di far fuori quella che era una sua temibile concorrente. Ora non ci fa certo beneficenza.

E noi ormai grazie agli ultimi venti anni della nostra politica economica, della PD, non possiamo farci più niente.

Se non aspettare ipnotizzati e abbagliati dalla luce della automobile che ci sta investendo.

Sperando di non soffrire troppo.

Con cordialità.
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Claude the big M. Forzaecoraggio • 6 ore fa
forse ti sei persa un piccolo passaggio degli ultimi 20 anni: non ha governato il PD!
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flaneg51 Claude the big M. • 2 ore fa
...sei tu che ti sei perso qualcosa....!!!!!
..se poi dici cosi perchè ritieni il PD un " nuovo partito nato dal nulla....

beh..oltre ad essere bugiardo NON prendi in giro gli altri ...

MA TE STESSO...!!!!
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Psycho • 20 ore fa
"Tutto ciò potrebbe richiedere il rinnovamento dell’intera classe politica."... sono d' accordo passiamoli per le armi
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scinthe • 20 ore fa
Deflazione? la gente non spende? .........ma se una larga fetta della popolazione italiana si e' impegnata addirittura la collanina o il braccialetto nei cosiddetti "compro oro" di cosa ci meravigliamo......per non parlare delle case il continuo crescere delle tasse ha ridotto il valore degli immobili di un 20-30%....- rendite finanziarie? chi ha 4 risparmi in italia viene tassato nello stesso modo di chi ha invece milioni di euro ossia il 26% ...........-lasciamo lavorare il governo liberamente, loro hanno a cuore la sorte dei poveri e stanno facendo tutto per incrementarli enormemente.
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Stefano Mencarelli • 21 ore fa
ma quali riforme, scusi?

Ma le pare che Renzi potrà mai risolvere qualcosa tranne che i suoi interessi personali?
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Claude the big M. Stefano Mencarelli • 6 ore fa
...strano che quando c'era 'er banana l'italiota medio credeva che lo gnomo di arcore avrebbe fatto qualcosa per il paese! se non era conflitto d'interessa questo...

evidentemente l'italiota si merita il paese che ha!
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cielo 70
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Re: Economia

Messaggio da cielo 70 »

Non è vero che si rimandano i consumi. Si pagano le bollette arretrate.
peanuts
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Iscritto il: 21/02/2012, 22:29

Re: Economia

Messaggio da peanuts »

Queste non vi sembrerebbero buone idee?

http://diellemagazine.wordpress.com/201 ... dustriali/
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Economia

Messaggio da camillobenso »

Economia - La patrimoniale - 1


Qualcuno ci arriva, ma tutti gli altri?


Una decina di giorni fa, Cirino Pomicino, uno dei vecchi politici sodali del Divo Giulio, forse perché fuori dalle pressioni dei giochi politici, ad Agorà estate ha dichiarato che i soldi si vanno a prendere dove ci sono.

Ovvero presso quel 10% di italiani che detiene il 47 % del patrimonio privato italiano.

E' la cosa più banale che si può pensare.

Dove va a prendere i soldi un ladro professionista?

Là dove sa che i soldi ci sono di sicuro. Non rischia a vuoto come un ladro di quarta categoria.

La rapina del secolo del secondo novecento è stata quella del treno Glasgow - Londra.

Lì i ladri sono andati a colpo sicuro.

Ergo, i soldi si prendono dove ci sono.

E' stato Diego Della Valle poco fa ad In Onda, a precisare che la patrimoniale la devono fare ai ricchi italiani, di cui fa parte.

Perché i politici, tutti quanti, compresi quelli della finta sinistra, ad eccezione di Ferrero che lo dice da una vita, non scelgono la via più semplice?????????????

Dice ancora Della Valle: I soldi li prendano da noi e lascino stare le forze dell'ordine.

Della Valle è forse un rivoluzionario?????????
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