Il "nuovo" governo Renzi
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
La vox populi:
Vincenzo Giancristofaro • 12 minuti fa
Ma da un bischero cosa ci si poteva aspettare, se non delle bischerate.. non lo dico io, ma i risultati conseguiti da costui, se rassegnerebbe le dimissioni sarebbe un gran sollievo per il Paese, preso spudoratamente in giro da questo manicheo schizofrenico paranoico.. guardatelo dal suo ingresso in campo cosa ha prodotto..#staiserenoEnrico# e giù di queste menate..ogni volta che apre bocca in Europa lo zittiscono..se questo è il nuovo.. a me sa di déjà vu!
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rudy49 • 16 minuti fa
signori pensate al dramma dei Fiorentini!fra un mese se lo ritroveranno stabilmente a sparare balle per aiutare l'amicone Nardella(sono masochisti) vedrete che gli troveranno anche un posticino in comune come usciere
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Cobra89 • 28 minuti fa
R come recessione
E come emergenza democratica
N come niente lavori
Z come zero risultati
I come incompetente
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Loris Lorenzi • 31 minuti fa
Grazie al PD e al PDL-FI+CDN, sono stati buttati al vento miliardi su miliardi per l'acquisto degli F35, sommergibili nucleari, navi militari, carrarmati, spedizioni militari all'estero, partecipazioni statali in enti da anni in profondo rosso, autentici regali di miliardi alle banche private italiane, finanziamenti a fondo perduto per fondazioni, giornali, riviste, cinema, teatri, emittenti TV, radio, ippodromi, rimborsi elettorali ai partiti ed ora, solo ora, si accorgono che nelle tasche dello Stato italiano non c'è nemmeno più un euro. CHE GRANDI GENI!!!!
Ma sia il PD che il PDL-FI e CDN continueranno tranquillamente a prendere i rimborsi elettorali fino almeno al 2017. Poi hanno già escogitato un altro trucco per sostituirli con la dichiarazione dei redditi.
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Muffa • 31 minuti fa
Tra un soldo falso e renzi, dove sta la differenza?
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excaliburprimo • 32 minuti fa
Ecco le ultime iscrizioni nel registro dei gufi !
**************
OCSE ;
Fondo Monetario Internazionale ;
Katainen con la truppa del board Commissione Europea ;
Confindustria ;
Confcommercio ;
Agenzie di rating internazionale ;
L'Economist ;
Wall Street Journal ;
Eugenio Scalfari ;
gli economisti Alesina e Giavazzi ;
Marco Travaglio ;
Roberto Saviano ;
Gianfranco Fini ( per quello che vale ) ;
lavoce.info .
Affrettatevi, pochi posti ancora disponibili sugli alberi !
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nuvoladoro • 32 minuti fa
L'Intervento è stato effettuato con estremo successo: il paziente è MORTO... senza anestesia. Era talmente deficiente che mi è bastato dargli 80€ e raccontargli due favolette.
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Vincenzo Giancristofaro • 12 minuti fa
Ma da un bischero cosa ci si poteva aspettare, se non delle bischerate.. non lo dico io, ma i risultati conseguiti da costui, se rassegnerebbe le dimissioni sarebbe un gran sollievo per il Paese, preso spudoratamente in giro da questo manicheo schizofrenico paranoico.. guardatelo dal suo ingresso in campo cosa ha prodotto..#staiserenoEnrico# e giù di queste menate..ogni volta che apre bocca in Europa lo zittiscono..se questo è il nuovo.. a me sa di déjà vu!
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rudy49 • 16 minuti fa
signori pensate al dramma dei Fiorentini!fra un mese se lo ritroveranno stabilmente a sparare balle per aiutare l'amicone Nardella(sono masochisti) vedrete che gli troveranno anche un posticino in comune come usciere
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Cobra89 • 28 minuti fa
R come recessione
E come emergenza democratica
N come niente lavori
Z come zero risultati
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Loris Lorenzi • 31 minuti fa
Grazie al PD e al PDL-FI+CDN, sono stati buttati al vento miliardi su miliardi per l'acquisto degli F35, sommergibili nucleari, navi militari, carrarmati, spedizioni militari all'estero, partecipazioni statali in enti da anni in profondo rosso, autentici regali di miliardi alle banche private italiane, finanziamenti a fondo perduto per fondazioni, giornali, riviste, cinema, teatri, emittenti TV, radio, ippodromi, rimborsi elettorali ai partiti ed ora, solo ora, si accorgono che nelle tasche dello Stato italiano non c'è nemmeno più un euro. CHE GRANDI GENI!!!!
Ma sia il PD che il PDL-FI e CDN continueranno tranquillamente a prendere i rimborsi elettorali fino almeno al 2017. Poi hanno già escogitato un altro trucco per sostituirli con la dichiarazione dei redditi.
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Muffa • 31 minuti fa
Tra un soldo falso e renzi, dove sta la differenza?
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excaliburprimo • 32 minuti fa
Ecco le ultime iscrizioni nel registro dei gufi !
**************
OCSE ;
Fondo Monetario Internazionale ;
Katainen con la truppa del board Commissione Europea ;
Confindustria ;
Confcommercio ;
Agenzie di rating internazionale ;
L'Economist ;
Wall Street Journal ;
Eugenio Scalfari ;
gli economisti Alesina e Giavazzi ;
Marco Travaglio ;
Roberto Saviano ;
Gianfranco Fini ( per quello che vale ) ;
lavoce.info .
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nuvoladoro • 32 minuti fa
L'Intervento è stato effettuato con estremo successo: il paziente è MORTO... senza anestesia. Era talmente deficiente che mi è bastato dargli 80€ e raccontargli due favolette.
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
gs zab • 44 minuti fa
E che c'era d'aspettarsi con un simile pagliaccio alla guida? Di grazia che siamo sotto "solo" dello 0,4....per adesso....
Il gelataio ci farà schiantare come un asteroide in fase di collisione...
Il peggior premier della storia Repubblica che Berlusconi al confronto appare un grande statista....fate voi.....
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PASQUALE • 44 minuti fa
Questo dimostra .....che siamo governati da ........INCOMPETENTI..!.......... POPOLO ITALIANO:................SVEGLIATI.!
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Quids1n • un'ora fa
-
-
Mah!
Meno consumi, niente industria ...
Mi sarei aspettato di vedere i fautori dell'ormai celebre 'decrescita felice'
accogliere questa notizia con smisurata gaiezza!!!
E invece tutti a lamentarsi con il consueto lancio di epiteti a destra e a manca ...
mentre tutt'oggi un fitto alone di mistero circonda la politica economica del M5S!
LOLLISSIMO
-
-
-
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override • un'ora fa
Frottolo. Non provo pena per lui ma per i suoi cari. Vedo lui come un incapace, inetto e, a tratti, incosciente. La pena per la moglie, i figli, se maggiorenji, i genitori. Penso che lo guardino con tanta tenera pena. Noi possiamo buttare nella monnezza lui e la sua pletora di idioti e veline ma i suoi cari se lo devono tenere. E ogni volta che apre bocca in famiglia chissá se pensano a lui come a "er bucia".
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andrea • un'ora fa
il bomba ha deciso che non venderà più pentole ma solo macchine usate di terza mano
vedrete che cosi farà ripartire l'economia altrimenti chiamerà l'aci
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Guglielmo Tringali • un'ora fa
Su' Ciccio dai, andersen....
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socrate • un'ora fa
80 euro inefficaci mi sembra un titolo inappropiato visto che ci ha vinto le europee col 41% di minchia consensi!
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Claudio Pacini • un'ora fa
se te ti autoproponi a governare una situazione così, la prima cosa che devi fare, ma la prima in assoluto, è quella di ridurti gli emolumenti all'osso e abolirti ogni privilegio, e non per dare il buon esempio, ma come atto dovuto dopo 30 anni di orge. se te non lo fai allora dimostri che sei in malafede e che non ti sei affatto autoproposto, ma che ti ci hanno messo e che non hai la minima intenzione, non dico tanto di promuovere i miei interessi, ma nemmeno di tutelare i miei diritti. sei un ciarlatano e come tale funzionersti bene forse a vendere le pomate per il penis enlargement, e se hai trovato una percentuale di sostenitori e solo perché la disfunzione erettile pare un fenomeno in preoccupante aumento.
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Giorgia • un'ora fa
No sbaglio se dico che in questi 6 mesi è riuscito a fare peggio di B.
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fenicottero • un'ora fa
Come si fa a prendere sul serio un Governo alleato con B?La percezione è che le cose non cambieranno mai!
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goodison08 • un'ora fa
Renzi Matteo , Bari , 13/9/2014.
"Oggi il presidente del Consiglio è come l’allenatore di una squadra che ha
giocatori forti che però non si parlano e con un clima delicato negli
spogliatoi. Ma l’allenatore ha la testa dura e soprattutto per la prima
volta sugli spalti c’è gente che fa il tifo perchè la squadra vinca".
Tu chiamale , se vuoi , emozioni....
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gpv goodison08 • un'ora fa
Magari a Bari.
A Napoli se la squadra o l'allenatore non funzionano piovono fischi.
Dagli torto...
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mediamente goodison08 • un'ora fa
Anche con Prandelli.
Non mi far dire chi è il Balotelli della situazione.
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Stefano goodison08 • un'ora fa
che tristezza chi vota questo pagliaccio ....
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Bannato goodison08 • un'ora fa
Io le chiamerei chiacchiere anzi fuffa...
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Andrea • un'ora fa
E poi i gufi erano quelli del M5S che dicevano da subito che gli 80 euro erano inutili e che era meglio usarli per abbassare le tasse alle imprese o sostenere chi non ha piu´ un lavoro.
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Luca 1978 • un'ora fa
Keep calm and EMIGRATE!
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gino • un'ora fa
Renzi 2.0, tutto virtual game! @agonzi!
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Rodolfo Valentino • un'ora fa
Meglio gli 80 euro di Renzi che 1000 euro fantasmi di Grillo.
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E che c'era d'aspettarsi con un simile pagliaccio alla guida? Di grazia che siamo sotto "solo" dello 0,4....per adesso....
Il gelataio ci farà schiantare come un asteroide in fase di collisione...
Il peggior premier della storia Repubblica che Berlusconi al confronto appare un grande statista....fate voi.....
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PASQUALE • 44 minuti fa
Questo dimostra .....che siamo governati da ........INCOMPETENTI..!.......... POPOLO ITALIANO:................SVEGLIATI.!
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Quids1n • un'ora fa
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Mah!
Meno consumi, niente industria ...
Mi sarei aspettato di vedere i fautori dell'ormai celebre 'decrescita felice'
accogliere questa notizia con smisurata gaiezza!!!
E invece tutti a lamentarsi con il consueto lancio di epiteti a destra e a manca ...
mentre tutt'oggi un fitto alone di mistero circonda la politica economica del M5S!
LOLLISSIMO
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override • un'ora fa
Frottolo. Non provo pena per lui ma per i suoi cari. Vedo lui come un incapace, inetto e, a tratti, incosciente. La pena per la moglie, i figli, se maggiorenji, i genitori. Penso che lo guardino con tanta tenera pena. Noi possiamo buttare nella monnezza lui e la sua pletora di idioti e veline ma i suoi cari se lo devono tenere. E ogni volta che apre bocca in famiglia chissá se pensano a lui come a "er bucia".
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andrea • un'ora fa
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Guglielmo Tringali • un'ora fa
Su' Ciccio dai, andersen....
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socrate • un'ora fa
80 euro inefficaci mi sembra un titolo inappropiato visto che ci ha vinto le europee col 41% di minchia consensi!
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Claudio Pacini • un'ora fa
se te ti autoproponi a governare una situazione così, la prima cosa che devi fare, ma la prima in assoluto, è quella di ridurti gli emolumenti all'osso e abolirti ogni privilegio, e non per dare il buon esempio, ma come atto dovuto dopo 30 anni di orge. se te non lo fai allora dimostri che sei in malafede e che non ti sei affatto autoproposto, ma che ti ci hanno messo e che non hai la minima intenzione, non dico tanto di promuovere i miei interessi, ma nemmeno di tutelare i miei diritti. sei un ciarlatano e come tale funzionersti bene forse a vendere le pomate per il penis enlargement, e se hai trovato una percentuale di sostenitori e solo perché la disfunzione erettile pare un fenomeno in preoccupante aumento.
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Giorgia • un'ora fa
No sbaglio se dico che in questi 6 mesi è riuscito a fare peggio di B.
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fenicottero • un'ora fa
Come si fa a prendere sul serio un Governo alleato con B?La percezione è che le cose non cambieranno mai!
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goodison08 • un'ora fa
Renzi Matteo , Bari , 13/9/2014.
"Oggi il presidente del Consiglio è come l’allenatore di una squadra che ha
giocatori forti che però non si parlano e con un clima delicato negli
spogliatoi. Ma l’allenatore ha la testa dura e soprattutto per la prima
volta sugli spalti c’è gente che fa il tifo perchè la squadra vinca".
Tu chiamale , se vuoi , emozioni....
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gpv goodison08 • un'ora fa
Magari a Bari.
A Napoli se la squadra o l'allenatore non funzionano piovono fischi.
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mediamente goodison08 • un'ora fa
Anche con Prandelli.
Non mi far dire chi è il Balotelli della situazione.
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Stefano goodison08 • un'ora fa
che tristezza chi vota questo pagliaccio ....
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Bannato goodison08 • un'ora fa
Io le chiamerei chiacchiere anzi fuffa...
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Andrea • un'ora fa
E poi i gufi erano quelli del M5S che dicevano da subito che gli 80 euro erano inutili e che era meglio usarli per abbassare le tasse alle imprese o sostenere chi non ha piu´ un lavoro.
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Luca 1978 • un'ora fa
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gino • un'ora fa
Renzi 2.0, tutto virtual game! @agonzi!
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Rodolfo Valentino • un'ora fa
Meglio gli 80 euro di Renzi che 1000 euro fantasmi di Grillo.
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
Crisi, doccia gelida dall’Ocse: “Nel 2014 il Pil italiano in calo dello 0,4%”
L'Italia è fanalino di coda del G7. Il dato prefigura uno scenario molto peggiore di qualsiasi altra previsione recente, nonostante il -0,2% registrato dall'Istat nel secondo trimestre. L'organizzazione ha tagliato le stime di crescita per Roma di ben 0,9 punti percentuali. Al contrario l'area euro registrerà nel complesso un progresso dello 0,8%, con la Germania a +1,5% e la Francia a +0,4%
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 15 settembre 2014Commenti (2159)
Doccia gelida per l’Italia dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. L’Ocse ha tagliato drasticamente le stime di crescita per il Paese, arrivando a prevedere che nel 2014 il prodotto interno lordo crollerà dello 0,4%, contro il +0,5% stimato solo a maggio. E’ l’unico dato negativo tra i Paesi del G7 e prefigura il terzo anno di recessione dopo che nel 2012 il pil è calato del 2,4% e nel 2013 si è contratto dell’1,9%. Finora nessun altro istituto di ricerca aveva stimato un calo del genere, nonostante il -0,2% registrato dall’Istat nel secondo trimestre: finora il quadro più pessimistico era quello delineato dall’agenzia di rating Moody’s, che in agosto ha prefigurato per l’anno scorso una contrazione limitata però allo 0,1%.
A luglio il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso le stime, portandole però a un non così cupo +0,3%.
Mentre Standard&Poor’s, proprio lunedì, ha diffuso un report in cui prevede una crescita zero, dato identico a quello diffuso dal Centro studi di Confindustria due mesi fa.
Moody’s, in particolare, spiega di aver sopravvalutato l’impatto delle misure varate dal governo di Matteo Renzi. L’agenzia riteneva che il bonus Irpef di 80 euro potesse spingere la crescita di 0,3 punti percentuali, mentre ora “sembra più plausibile” un +0,1%.
E meno benefici rispetto al previsto sono arrivati anche dal pagamento dei debiti arretrati della pubblica amministrazione. Dopo la notizia, Piazza Affari ha virato in territorio negativo scendendo a -0,9%, per poi recuperare lievemente nel corso della mattinata e aumentare le perdite nel pomeriggio fino a -1,10%.
Più difficile il percorso verso la legge di Stabilità – Di fronte a un calo del pil dello 0,4%, che fa dell’Italia il fanalino di coda dell’Eurozona, poco può fare la revisione legata al nuovo metodo di calcolo Esa 2010, tanto attesa al ministero dell’Economia guidato da Pier Carlo Padoan. Quel ritocco “cosmetico” deciso in sede europea, infatti, ha effetto solo sul livello assoluto del prodotto ma non sulla sua variazione rispetto al periodo precedente. L’esecutivo, che ha deciso di rimandare all’1 ottobre l’aggiornamento del Documento di economia e finanza proprio per aspettare i dati rivisti relativi al 2013, potrà dunque ancora contare su un “aiutino” per quanto riguarda i rapporti deficit/pil e debito/pil. Ma non evitare di tagliare in modo corposo le proprie previsioni di crescita, che come è noto nella prima versione del Def si attestavano allo 0,8%. Un cambiamento di scenario che, insieme alla deflazione ormai conclamata, complica notevolmente il lavoro dell’esecutivo anche sul fronte del reperimento dei 20 miliardi necessari per la legge di Stabilità. Sforbiciare la spesa rende infatti più faticosa l’uscita dalla recessione. E la reazione negativa dei mercati può complicare la riuscita del piano di privatizzazioni, peraltro già in affanno. Non solo: sebbene ora siano ai minimi storici, anche i tassi di interesse che il Tesoro deve pagare per finanziare il debito pubblico potrebbero salire.
Per l’eurozona prevista crescita dello 0,8%. Germania in progresso dell’1,5% – Solo nel 2015, secondo l’organizzazione parigina, l’Italia vedrà una timida ripresa dello 0,1%. Contro il “corposo” +1,1% della precedente stima. Per l’area euro, al contrario, l’Ocse prevede una crescita quest’anno dello 0,8%, in accelerazione all’1,1% nel 2015. Il Pil dovrebbe aumentare in Germania dell’1,5% sia quest’anno che il prossimo, nonostante la frenata dello 0,2% nel secondo trimestre, mentre in Francia il prodotto interno lordo dovrebbe assestarsi allo 0,4% nel 2014 e all’1% nel 2015. Una ripresa con il freno a mano tirato, insomma. Il recupero in Eurolandia “rimane deludente, specialmente nei Paesi più grandi: Germania, Francia, Italia”, scrive l’Ocse nell’Interim economic essessment. Ma “mentre la ripresa in alcune economie periferiche è incoraggiante, altri Paesi fronteggiano ancora sfide strutturali e di bilancio, insieme al peso di un alto debito“. L’identikit è esattamente quello di Roma.
Tenere sotto controllo i conti pubblici ma sfruttare la flessibilità nelle regole Ue – Al contrario la ripresa “è solida” negli Stati Uniti, si sta rafforzando in India ed è in linea con il potenziale in Giappone e Cina. “L’inferiore sincronizzazione economica dei diversi Paesi si riflette in requisiti di strategia politica divergenti. Ciò nonostante, resta vero che le condizioni monetarie dovrebbero rimanere di sostegno in tutte le principali economie avanzate, mentre la maggior parte dei Paesi dovrebbero fare ulteriori progressi nel consolidamento di bilancio per assicurare che il debito resti sostenibile”. No ad un allentamento del controllo sui conti pubblici, dunque. Ma, è la ricetta dell’Ocse, occorre anche usare tutti gli spazi di flessibilità esistenti. “Vista la debolezza della domanda, la flessibilità all’interno delle regole europee dovrebbe essere utilizzata per sostenere la crescita”.
Riforme “ambiziose” per aumentare competizione e occupazione – Poi il richiamo sulla necessità delle riforme: “Il continuo fallimento dell’economia globale nel generare una crescita forte, equilibrata ed inclusiva sottolinea l’urgenza di sforzi di riforma ambiziosi”. Per rafforzare sostanzialmente la crescita”, insiste l’organizzazione parigina, “alcuni Paesi stanno cogliendo l’opportunità di riforme strutturali e devono ora assicurarne l’effettiva implementazione, mentre altri devono essere più ambiziosi per aumentare la competizione e l’occupazione“. In particolare “abbassare le barriere al commercio, ridurre gli oneri amministrativi sulle imprese” e liberalizzare i servizi deve essere “una priorità comune delle economie avanzate”. L’Ocse afferma che “l’occupazione deve essere accresciuta nei Paesi con un grande carico fiscale sul lavoro”, attraverso “la riduzione dei contributi per la sicurezza sociale”, in particolare in Francia.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09 ... 4/1121143/
L'Italia è fanalino di coda del G7. Il dato prefigura uno scenario molto peggiore di qualsiasi altra previsione recente, nonostante il -0,2% registrato dall'Istat nel secondo trimestre. L'organizzazione ha tagliato le stime di crescita per Roma di ben 0,9 punti percentuali. Al contrario l'area euro registrerà nel complesso un progresso dello 0,8%, con la Germania a +1,5% e la Francia a +0,4%
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 15 settembre 2014Commenti (2159)
Doccia gelida per l’Italia dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. L’Ocse ha tagliato drasticamente le stime di crescita per il Paese, arrivando a prevedere che nel 2014 il prodotto interno lordo crollerà dello 0,4%, contro il +0,5% stimato solo a maggio. E’ l’unico dato negativo tra i Paesi del G7 e prefigura il terzo anno di recessione dopo che nel 2012 il pil è calato del 2,4% e nel 2013 si è contratto dell’1,9%. Finora nessun altro istituto di ricerca aveva stimato un calo del genere, nonostante il -0,2% registrato dall’Istat nel secondo trimestre: finora il quadro più pessimistico era quello delineato dall’agenzia di rating Moody’s, che in agosto ha prefigurato per l’anno scorso una contrazione limitata però allo 0,1%.
A luglio il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso le stime, portandole però a un non così cupo +0,3%.
Mentre Standard&Poor’s, proprio lunedì, ha diffuso un report in cui prevede una crescita zero, dato identico a quello diffuso dal Centro studi di Confindustria due mesi fa.
Moody’s, in particolare, spiega di aver sopravvalutato l’impatto delle misure varate dal governo di Matteo Renzi. L’agenzia riteneva che il bonus Irpef di 80 euro potesse spingere la crescita di 0,3 punti percentuali, mentre ora “sembra più plausibile” un +0,1%.
E meno benefici rispetto al previsto sono arrivati anche dal pagamento dei debiti arretrati della pubblica amministrazione. Dopo la notizia, Piazza Affari ha virato in territorio negativo scendendo a -0,9%, per poi recuperare lievemente nel corso della mattinata e aumentare le perdite nel pomeriggio fino a -1,10%.
Più difficile il percorso verso la legge di Stabilità – Di fronte a un calo del pil dello 0,4%, che fa dell’Italia il fanalino di coda dell’Eurozona, poco può fare la revisione legata al nuovo metodo di calcolo Esa 2010, tanto attesa al ministero dell’Economia guidato da Pier Carlo Padoan. Quel ritocco “cosmetico” deciso in sede europea, infatti, ha effetto solo sul livello assoluto del prodotto ma non sulla sua variazione rispetto al periodo precedente. L’esecutivo, che ha deciso di rimandare all’1 ottobre l’aggiornamento del Documento di economia e finanza proprio per aspettare i dati rivisti relativi al 2013, potrà dunque ancora contare su un “aiutino” per quanto riguarda i rapporti deficit/pil e debito/pil. Ma non evitare di tagliare in modo corposo le proprie previsioni di crescita, che come è noto nella prima versione del Def si attestavano allo 0,8%. Un cambiamento di scenario che, insieme alla deflazione ormai conclamata, complica notevolmente il lavoro dell’esecutivo anche sul fronte del reperimento dei 20 miliardi necessari per la legge di Stabilità. Sforbiciare la spesa rende infatti più faticosa l’uscita dalla recessione. E la reazione negativa dei mercati può complicare la riuscita del piano di privatizzazioni, peraltro già in affanno. Non solo: sebbene ora siano ai minimi storici, anche i tassi di interesse che il Tesoro deve pagare per finanziare il debito pubblico potrebbero salire.
Per l’eurozona prevista crescita dello 0,8%. Germania in progresso dell’1,5% – Solo nel 2015, secondo l’organizzazione parigina, l’Italia vedrà una timida ripresa dello 0,1%. Contro il “corposo” +1,1% della precedente stima. Per l’area euro, al contrario, l’Ocse prevede una crescita quest’anno dello 0,8%, in accelerazione all’1,1% nel 2015. Il Pil dovrebbe aumentare in Germania dell’1,5% sia quest’anno che il prossimo, nonostante la frenata dello 0,2% nel secondo trimestre, mentre in Francia il prodotto interno lordo dovrebbe assestarsi allo 0,4% nel 2014 e all’1% nel 2015. Una ripresa con il freno a mano tirato, insomma. Il recupero in Eurolandia “rimane deludente, specialmente nei Paesi più grandi: Germania, Francia, Italia”, scrive l’Ocse nell’Interim economic essessment. Ma “mentre la ripresa in alcune economie periferiche è incoraggiante, altri Paesi fronteggiano ancora sfide strutturali e di bilancio, insieme al peso di un alto debito“. L’identikit è esattamente quello di Roma.
Tenere sotto controllo i conti pubblici ma sfruttare la flessibilità nelle regole Ue – Al contrario la ripresa “è solida” negli Stati Uniti, si sta rafforzando in India ed è in linea con il potenziale in Giappone e Cina. “L’inferiore sincronizzazione economica dei diversi Paesi si riflette in requisiti di strategia politica divergenti. Ciò nonostante, resta vero che le condizioni monetarie dovrebbero rimanere di sostegno in tutte le principali economie avanzate, mentre la maggior parte dei Paesi dovrebbero fare ulteriori progressi nel consolidamento di bilancio per assicurare che il debito resti sostenibile”. No ad un allentamento del controllo sui conti pubblici, dunque. Ma, è la ricetta dell’Ocse, occorre anche usare tutti gli spazi di flessibilità esistenti. “Vista la debolezza della domanda, la flessibilità all’interno delle regole europee dovrebbe essere utilizzata per sostenere la crescita”.
Riforme “ambiziose” per aumentare competizione e occupazione – Poi il richiamo sulla necessità delle riforme: “Il continuo fallimento dell’economia globale nel generare una crescita forte, equilibrata ed inclusiva sottolinea l’urgenza di sforzi di riforma ambiziosi”. Per rafforzare sostanzialmente la crescita”, insiste l’organizzazione parigina, “alcuni Paesi stanno cogliendo l’opportunità di riforme strutturali e devono ora assicurarne l’effettiva implementazione, mentre altri devono essere più ambiziosi per aumentare la competizione e l’occupazione“. In particolare “abbassare le barriere al commercio, ridurre gli oneri amministrativi sulle imprese” e liberalizzare i servizi deve essere “una priorità comune delle economie avanzate”. L’Ocse afferma che “l’occupazione deve essere accresciuta nei Paesi con un grande carico fiscale sul lavoro”, attraverso “la riduzione dei contributi per la sicurezza sociale”, in particolare in Francia.
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
La vox populi:
E' una valanga di commenti quella in arrivo su IFQ.
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http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09 ... 4/1121143/
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
E' completamente inutile impegnarsi per salvare il salvabile.
Gli italiani sono quasi tutti tommasiani (devoti di San Tommaso). Devono per forza sbattere il muso per capire.
Crisi, Standard&Poor’s: “L’Italia bloccata in recessione, quest’anno crescita zero”
Un rapporto dell'agenzia di rating taglia le stime sul prodotto interno lordo: l'effetto del bonus di 80 euro e del pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, spiegano gli analisti, era stato sopravvalutato. Ora "le sofferenze per l'Italia sono diventate più pronunciate" e influenzano negativamente tutta l'Eurozona. Giudizio positivo sulle ultime misure decise dalla Bce, che potrebbero spingere la crescita nel medio termine
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 15 settembre 2014Commenti (150)
bandiere ue
Stime di crescita azzerate e “sofferenze più pronunciate” per l’Italia. Il verdetto, comunque ben più clemente rispetto a quello dell’Ocse, arriva da Standard&Poor’s, che in un rapporto definisce “fragili” le condizioni economiche dell’Eurozona e attribuisce la colpa a tre fattori, tra cui proprio la debolezza dell’Italia. “La crescita degli scambi mondiali è stata abbastanza modesta finora quest’anno, la spesa delle aziende ha mostrato piccoli segnali di ripresa mentre le sofferenze dell’Italia sono diventate più pronunciate”, si legge nella parte dedicata alle cause della sofferenza dell’area euro. E, se Germania e Francia sono “in difficoltà per sostenere la ripresa iniziata lo scorso anno”, “l’Italia resta bloccata nella recessione”: le nuove stime per l’anno in corso sono di una crescita zero, contro il +0,5% previsto a giugno.
Quadro più ottimistico rispetto a quello di grave recessione (Pil giù dello 0,4%) prefigurato dall’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ma resta il fatto che
l’”incapacità dell’Italia nel tirarsi fuori dalla recessione quest’anno” rappresenta “un fattore negativo” che pesa per il complesso dell’eurozona. E non mancano le bacchettate all’indirizzo del governo Matteo Renzi. Nello spiegare i motivi della revisione, infatti, S&P scrive di aver “sopravvalutato” tre fattori: in primo luogo l’impatto delle misure di stimolo annunciate a marzo dal premier, ovvero il bonus Irpef e il pagamento degli arretrati della pubblica amministrazione, da cui attendeva un impatto positivo di 0,3 punti percentuali, mentre ora “sembra più plausibile” un +0,1%. Inoltre, “l’ampia decelerazione osservata fuori dall’Italia dal primo trimestre sta esercitando un peso più pesante sulle esportazioni italiane”, soprattutto verso Germania, Francia e Usa. Infine, “i ritardi nelle riforme strutturali intraprese finora non hanno aiutato a sollevare la fiducia delle imprese e degli investitori”.
S&P ha comunque rivisto al ribasso anche le previsioni per la Francia, da +0,7% a +0,5%) e Paesi Bassi (da +1% a +0,8%), mentre si conferma l’andamento positivo per Germania, a +1,8%, Spagna, a +1,3%, e Belgio, con un +1,1%. ”I deludenti risultati del secondo trimestre hanno gettato dubbi sulla sostenibilità della ripresa dell’Eurozona, ma le ultime azioni messe in campo dalla Bce suggeriscono un approccio più proattivo che potrebbe alla fine annunciare un programma completo di ‘quantitative easing’ e sostenere la crescita nel medio termine”, scrive Standard&Poor’s. La prestazione del Pil dell’eurozona nel secondo trimestre “ha deluso” le attese e le “prospettive restano cupe”, anche se “la crescita potrebbe riprendersi un po’ nei prossimi trimestri, in particolare per la la capacità di ripartenza dell’economia tedesca e per il modesto miglioramento del credito” favorito anche dalle misure della Bce. “Pensiamo – sostengono gli analisti – che gli annunci da parte della Bce di ulteriori tagli ai tassi di interesse, di nuove operazioni di rifinanziamento a lungo termine e di acquisti di titoli garantiti possano spingere la crescita nel medio termine, aprendo anche la strada a un programma di allentamento monetario attraverso un piano di quantitative easing pienamente implementato”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09 ... o/1121026/
Gli italiani sono quasi tutti tommasiani (devoti di San Tommaso). Devono per forza sbattere il muso per capire.
Crisi, Standard&Poor’s: “L’Italia bloccata in recessione, quest’anno crescita zero”
Un rapporto dell'agenzia di rating taglia le stime sul prodotto interno lordo: l'effetto del bonus di 80 euro e del pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, spiegano gli analisti, era stato sopravvalutato. Ora "le sofferenze per l'Italia sono diventate più pronunciate" e influenzano negativamente tutta l'Eurozona. Giudizio positivo sulle ultime misure decise dalla Bce, che potrebbero spingere la crescita nel medio termine
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 15 settembre 2014Commenti (150)
bandiere ue
Stime di crescita azzerate e “sofferenze più pronunciate” per l’Italia. Il verdetto, comunque ben più clemente rispetto a quello dell’Ocse, arriva da Standard&Poor’s, che in un rapporto definisce “fragili” le condizioni economiche dell’Eurozona e attribuisce la colpa a tre fattori, tra cui proprio la debolezza dell’Italia. “La crescita degli scambi mondiali è stata abbastanza modesta finora quest’anno, la spesa delle aziende ha mostrato piccoli segnali di ripresa mentre le sofferenze dell’Italia sono diventate più pronunciate”, si legge nella parte dedicata alle cause della sofferenza dell’area euro. E, se Germania e Francia sono “in difficoltà per sostenere la ripresa iniziata lo scorso anno”, “l’Italia resta bloccata nella recessione”: le nuove stime per l’anno in corso sono di una crescita zero, contro il +0,5% previsto a giugno.
Quadro più ottimistico rispetto a quello di grave recessione (Pil giù dello 0,4%) prefigurato dall’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ma resta il fatto che
l’”incapacità dell’Italia nel tirarsi fuori dalla recessione quest’anno” rappresenta “un fattore negativo” che pesa per il complesso dell’eurozona. E non mancano le bacchettate all’indirizzo del governo Matteo Renzi. Nello spiegare i motivi della revisione, infatti, S&P scrive di aver “sopravvalutato” tre fattori: in primo luogo l’impatto delle misure di stimolo annunciate a marzo dal premier, ovvero il bonus Irpef e il pagamento degli arretrati della pubblica amministrazione, da cui attendeva un impatto positivo di 0,3 punti percentuali, mentre ora “sembra più plausibile” un +0,1%. Inoltre, “l’ampia decelerazione osservata fuori dall’Italia dal primo trimestre sta esercitando un peso più pesante sulle esportazioni italiane”, soprattutto verso Germania, Francia e Usa. Infine, “i ritardi nelle riforme strutturali intraprese finora non hanno aiutato a sollevare la fiducia delle imprese e degli investitori”.
S&P ha comunque rivisto al ribasso anche le previsioni per la Francia, da +0,7% a +0,5%) e Paesi Bassi (da +1% a +0,8%), mentre si conferma l’andamento positivo per Germania, a +1,8%, Spagna, a +1,3%, e Belgio, con un +1,1%. ”I deludenti risultati del secondo trimestre hanno gettato dubbi sulla sostenibilità della ripresa dell’Eurozona, ma le ultime azioni messe in campo dalla Bce suggeriscono un approccio più proattivo che potrebbe alla fine annunciare un programma completo di ‘quantitative easing’ e sostenere la crescita nel medio termine”, scrive Standard&Poor’s. La prestazione del Pil dell’eurozona nel secondo trimestre “ha deluso” le attese e le “prospettive restano cupe”, anche se “la crescita potrebbe riprendersi un po’ nei prossimi trimestri, in particolare per la la capacità di ripartenza dell’economia tedesca e per il modesto miglioramento del credito” favorito anche dalle misure della Bce. “Pensiamo – sostengono gli analisti – che gli annunci da parte della Bce di ulteriori tagli ai tassi di interesse, di nuove operazioni di rifinanziamento a lungo termine e di acquisti di titoli garantiti possano spingere la crescita nel medio termine, aprendo anche la strada a un programma di allentamento monetario attraverso un piano di quantitative easing pienamente implementato”.
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
https://www.youtube.com/watch?v=5_p62UlUrVE
CENTINAIO: ECCO LE CARCERI VUOTE INUTILIZZATE IN TUTTO IL PAESE
Ciao
Paolo11
CENTINAIO: ECCO LE CARCERI VUOTE INUTILIZZATE IN TUTTO IL PAESE
Ciao
Paolo11
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
Siamo in fondo alla classifica per l’indice di giustizia sociale
(ANDREA TARQUINI).
16/09/2014 di triskel182
BERLINO – In Italia le misure d’austerità imposte dagli imperativi di risanamento dei conti sovrani e di salvataggio dell’euro hanno pesantemente aggravato le disuguaglianze sociali e le ingiustizie e raddoppiato il numero dei poveri: il 12,4 per cento del totale della popolazione. E quanto a inclusione sociale, cioè alla capacità di inserire le persone nella vita sociale e lavorativa normale, il nostro paese è sceso al ventiquattresimo posto sui ventotto paesi dell’Unione europea. Soltanto l’Ungheria dell’autoritarismo nazionalista del premier Viktor Orbàn, la Romania, la Bulgaria (cioè il più povero dei paesi dell’Unione europea) e la Grecia stremata dall’iperindebitamento e dalle draconiane misure di rigore imposte dalla Troika, stanno peggio di noi. Lo afferma la fondazione Bertelsmann, l’influente centro studi legato alla grande azienda editoriale tedesca, nel suo rapporto pubblicato ieri.
Gli italiani poveri, cioè «costretti a pesanti privazioni materiali », scrive il rapporto, sono quasi raddoppiati dall’inizio della crisi economica, passando dal 6,8 per cento della popolazione nel 2007 al 12,4 nel 2013. Lo studio pone l’Italia, appunto, al poco invidiabile 24mo posto per inclusione sociale. Ai vertici della classifica sono invece paesi del Nord Europa, cioè Svezia, Finlandia e Danimarca. L’Italia è al penultimo posto per giustizia intergenerazionale e al primo posto per quota di Neet, ossia i giovani che non lavorano e non studiano.
Il rapporto della fondazione Bertelsmann sottolinea che la situazione è in peggioramento nell’intero vecchio continente: «Le rigide politiche di austerità portate avanti durante la crisi, e le riforme strutturali miranti alla stabilizzazione economica e dei conti pubblici, hanno avuto nella maggior parte dei casi effetti negativi sulla giustizia sociale». Implicita ma durissima condanna del rigore alla tedesca.
Da La Repubblica del 16/09/2014.
(ANDREA TARQUINI).
16/09/2014 di triskel182
BERLINO – In Italia le misure d’austerità imposte dagli imperativi di risanamento dei conti sovrani e di salvataggio dell’euro hanno pesantemente aggravato le disuguaglianze sociali e le ingiustizie e raddoppiato il numero dei poveri: il 12,4 per cento del totale della popolazione. E quanto a inclusione sociale, cioè alla capacità di inserire le persone nella vita sociale e lavorativa normale, il nostro paese è sceso al ventiquattresimo posto sui ventotto paesi dell’Unione europea. Soltanto l’Ungheria dell’autoritarismo nazionalista del premier Viktor Orbàn, la Romania, la Bulgaria (cioè il più povero dei paesi dell’Unione europea) e la Grecia stremata dall’iperindebitamento e dalle draconiane misure di rigore imposte dalla Troika, stanno peggio di noi. Lo afferma la fondazione Bertelsmann, l’influente centro studi legato alla grande azienda editoriale tedesca, nel suo rapporto pubblicato ieri.
Gli italiani poveri, cioè «costretti a pesanti privazioni materiali », scrive il rapporto, sono quasi raddoppiati dall’inizio della crisi economica, passando dal 6,8 per cento della popolazione nel 2007 al 12,4 nel 2013. Lo studio pone l’Italia, appunto, al poco invidiabile 24mo posto per inclusione sociale. Ai vertici della classifica sono invece paesi del Nord Europa, cioè Svezia, Finlandia e Danimarca. L’Italia è al penultimo posto per giustizia intergenerazionale e al primo posto per quota di Neet, ossia i giovani che non lavorano e non studiano.
Il rapporto della fondazione Bertelsmann sottolinea che la situazione è in peggioramento nell’intero vecchio continente: «Le rigide politiche di austerità portate avanti durante la crisi, e le riforme strutturali miranti alla stabilizzazione economica e dei conti pubblici, hanno avuto nella maggior parte dei casi effetti negativi sulla giustizia sociale». Implicita ma durissima condanna del rigore alla tedesca.
Da La Repubblica del 16/09/2014.
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
“Non consentiamo a uno scoop di mettere in crisi dei posti di lavoro o a un avviso di garanzia citofonato sui giornali di cambiare la politica di un Paese”
Matteo Renzi oggi
Ieri il "nonno" Benny, finito a Piazzale Loreto. Poi lo "zio", morto ad Hammamet.
Poi il "babbo" ancora tra i piedi.
Un'altra giornata inutile a tempo scaduto. Pittibimbo lo sa e tenta di venire fuori dall'angolo, come il nonno in "Mussolini ultimo atto".
^^^^^^
GIUSTIZIA & IMPUNITÀ
Attacca stampa e pm. Ed evoca il voto
Matteo Renzi come Berlusconi e Craxi
Il premier: "Governo fino a 2018? Se il parlamento cambia marcia". Su Eni e Bonaccini: "Avvisi di
garanzia citofonati ai giornali non cambiano la politica del Paese". E torna alla mente il leader Psi
Attacca stampa e pm. Ed evoca il voto Matteo Renzi come Berlusconi e Craxi
“Quando si mettono le manette a finanzieri che rappresentano quasi la metà del listino di Borsa, è difficile non prevedere varchi aperti per le correnti speculative”. Così, alla Camera, il 10 luglio 1981, Bettino Craxi interveniva su Roberto Calvi. Oltre 40 anni dopo, riferite all'ad di Eni Descalzi, indagato per corruzione, Renzi ha detto parole simili: “Non consentiamo a uno scoop di mettere in crisi dei posti di lavoro o a un avviso di garanzia citofonato sui giornali di cambiare la politica di un Paese”
di Mario Portanova
http://www.ilfattoquotidiano.it/#?refresh_ce
^^^^
“Quando si mettono le manette a finanzieri che rappresentano in modo diretto o indiretto gruppi che contano per quasi la metà del listino di Borsa, è difficile non prevedere incontrollabili reazioni psicologiche e varchi aperti per le correnti speculative”.
Così, alla Camera dei deputati, il 10 luglio 1981, Bettino Craxi interveniva su Roberto Calvi, il presidente del Banco Ambrosiano che aveva tentato il suicidio nel carcere di Lodi, dove si trovava da un mese e mezzo dopo l’arresto per esportazione illecita di capitali.
L’inchiesta svelò poi il più grande scandalo finanziario-politico-criminale (e piduistico) del Dopoguerra.
Oltre quarant’anni dopo, parole molto simili sono risuonate nella stessa aula per bocca del presidente del Consiglio Matteo Renzi: “Aspettiamo le indagini e rispettiamo le sentenze, ma non consentiamo a uno scoop di mettere in crisi dei posti di lavoro o a un avviso di garanzia citofonato sui giornali di cambiare la politica aziendale di un Paese”, ha scandito mentre illustrava ai deputati il programma dei “Mille giorni”.
E ha chiarito: “Se questa è una svolta prendetevi la svolta, ma è un dato di fatto per rendere l’Italia un Paese civile”.
Questa volta il riferimento è a Claudio Descalzi, nuovo amministratore delegato di Eni nominato proprio dal governo Renzi, indagato dalla Procura di Milano per corruzione internazionale nell’acquisizione di una grande concessione petrolifera in Nigeria.
Che l’avviso di garanzia a Descalzi sia stato “citofonato” ai giornali suona come un’implicita accusa ai pm del capoluogo lombardo, ma in realtà la notizia è emersa da una rogatoria della Procura inviata a Londra, volta a ottenere il sequestro di fondi appartenenti a Ebeka Obi, nigeriano accusato di essere stato l’intermediario delle mazzette.
Citofoni a parte, il Presidente del consiglio era già intervenuto – su Twitter – appena si era diffusa la notizia, con una difesa incondizionata del manager neo-indagato: “Sono felice di aver scelto Claudio Descalzi come Ceo di Eni. Potessi lo rifarei domattina”.
Come tutti, Descalzi è innocente fino al giudizio definitivo. In base alle carte londinesi, i magistrati hanno documentato incontri all’Hotel Principe di Savoia nel 2010 tra il manager – all’epoca capo della divisione Oil & Gas del “cane a sei zampe” – e il ministro nigeriano del petrolio Dan Etete, oltre ad alcuni intermediari. Agli atti c’è un’intercettazione tra Descalzi e il faccendiere Luigi Bisignani, anche lui indagato, dove i due discutono degli intermediari dell’affare petrolifero e Bisignani dice fra l’altro: ”Sì, ma devi dargli la roba, non dargliela direttamente a quell’altro”.
Non risulta che Renzi abbia convocato l’uomo che ha posto al vertice del più grande gruppo italiano per pretendere chiarimenti sull’affare nigeriano e sul suo ruolo nella presunta corruzione.
Questo nonostante la mitragliata di dichiarazioni sulla lotta alla corruzione seguite agli scandali Expo e Mose, compreso il famoso “daspo” da infliggere “ai politici che prendono tangenti”.
Del resto, un altro illustre predecessore del premier, Silvio Berlusconi, aveva affrontato il tema della corruzione internazionale con toni simili:
“E’ un fenomeno che esiste ed è inutile negare questa condizione di necessità se si ha da trattare con qualche regime o Paese del terzo mondo”, affermava il leader di Forza Italia il 14 febbraio 2013 ad Agorà su Raitre, riferendosi in quel caso all’inchiesta su Finmeccanica. “Negarlo”, aggiungeva, “è moralismo da sepolcri imbiancati”.
Nel suo programma dei “mille giorni” illustrato oggi alle Camere, Renzi ha rivendicato l’autonomia delle imprese e dei politici dagli “avvisi di garanzia”, ma non ha citato la lotta alla corruzione.
E’ vero che il suo governo ha licenziato il decreto sui nuovi poteri all’Autorità guidata da Raffaele Cantone, ma è anche vero che in Senato si attende da mesi una nuova legge contro le tangenti che l’esecutivo ha annunciato “motu proprio”, con l’effetto di troncare l’iter dei testi già depositati, compreso quello firmato nel primo giorno della legislatura da Pietro Grasso. Un caso sollevato tra gli altri da Felice Casson, anche lui del Pd come Renzi.
La corruzione internazionale è un tema delicato. I grandi gruppi operano spesso in Paesi dove ungere le ruote governative per concludere affari miliardari è una prassi.
Da qui la “linea” mirabilmente esplicitata da Berlusconi in occasione dello scandalo Finmeccanica. Diverse Ong, per contro, denunciano come questa pratica contribuisca a sostenere classi dirigenti impresentabili e distorca l’uso delle risorse in Paesi dove milioni di persone vivono in miseria.
C’è però un’aggravante tutta italiana: i grandi gruppi più attivi in quei Paesi, come Eni e Finmeccanica, aziende coinvolte negli anni in un numerosi casi di corruzione interna ed estera, sono pubblici. E i loro vertici sono nominati dal governo.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09 ... o/1122619/
Matteo Renzi oggi
Ieri il "nonno" Benny, finito a Piazzale Loreto. Poi lo "zio", morto ad Hammamet.
Poi il "babbo" ancora tra i piedi.
Un'altra giornata inutile a tempo scaduto. Pittibimbo lo sa e tenta di venire fuori dall'angolo, come il nonno in "Mussolini ultimo atto".
^^^^^^
GIUSTIZIA & IMPUNITÀ
Attacca stampa e pm. Ed evoca il voto
Matteo Renzi come Berlusconi e Craxi
Il premier: "Governo fino a 2018? Se il parlamento cambia marcia". Su Eni e Bonaccini: "Avvisi di
garanzia citofonati ai giornali non cambiano la politica del Paese". E torna alla mente il leader Psi
Attacca stampa e pm. Ed evoca il voto Matteo Renzi come Berlusconi e Craxi
“Quando si mettono le manette a finanzieri che rappresentano quasi la metà del listino di Borsa, è difficile non prevedere varchi aperti per le correnti speculative”. Così, alla Camera, il 10 luglio 1981, Bettino Craxi interveniva su Roberto Calvi. Oltre 40 anni dopo, riferite all'ad di Eni Descalzi, indagato per corruzione, Renzi ha detto parole simili: “Non consentiamo a uno scoop di mettere in crisi dei posti di lavoro o a un avviso di garanzia citofonato sui giornali di cambiare la politica di un Paese”
di Mario Portanova
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“Quando si mettono le manette a finanzieri che rappresentano in modo diretto o indiretto gruppi che contano per quasi la metà del listino di Borsa, è difficile non prevedere incontrollabili reazioni psicologiche e varchi aperti per le correnti speculative”.
Così, alla Camera dei deputati, il 10 luglio 1981, Bettino Craxi interveniva su Roberto Calvi, il presidente del Banco Ambrosiano che aveva tentato il suicidio nel carcere di Lodi, dove si trovava da un mese e mezzo dopo l’arresto per esportazione illecita di capitali.
L’inchiesta svelò poi il più grande scandalo finanziario-politico-criminale (e piduistico) del Dopoguerra.
Oltre quarant’anni dopo, parole molto simili sono risuonate nella stessa aula per bocca del presidente del Consiglio Matteo Renzi: “Aspettiamo le indagini e rispettiamo le sentenze, ma non consentiamo a uno scoop di mettere in crisi dei posti di lavoro o a un avviso di garanzia citofonato sui giornali di cambiare la politica aziendale di un Paese”, ha scandito mentre illustrava ai deputati il programma dei “Mille giorni”.
E ha chiarito: “Se questa è una svolta prendetevi la svolta, ma è un dato di fatto per rendere l’Italia un Paese civile”.
Questa volta il riferimento è a Claudio Descalzi, nuovo amministratore delegato di Eni nominato proprio dal governo Renzi, indagato dalla Procura di Milano per corruzione internazionale nell’acquisizione di una grande concessione petrolifera in Nigeria.
Che l’avviso di garanzia a Descalzi sia stato “citofonato” ai giornali suona come un’implicita accusa ai pm del capoluogo lombardo, ma in realtà la notizia è emersa da una rogatoria della Procura inviata a Londra, volta a ottenere il sequestro di fondi appartenenti a Ebeka Obi, nigeriano accusato di essere stato l’intermediario delle mazzette.
Citofoni a parte, il Presidente del consiglio era già intervenuto – su Twitter – appena si era diffusa la notizia, con una difesa incondizionata del manager neo-indagato: “Sono felice di aver scelto Claudio Descalzi come Ceo di Eni. Potessi lo rifarei domattina”.
Come tutti, Descalzi è innocente fino al giudizio definitivo. In base alle carte londinesi, i magistrati hanno documentato incontri all’Hotel Principe di Savoia nel 2010 tra il manager – all’epoca capo della divisione Oil & Gas del “cane a sei zampe” – e il ministro nigeriano del petrolio Dan Etete, oltre ad alcuni intermediari. Agli atti c’è un’intercettazione tra Descalzi e il faccendiere Luigi Bisignani, anche lui indagato, dove i due discutono degli intermediari dell’affare petrolifero e Bisignani dice fra l’altro: ”Sì, ma devi dargli la roba, non dargliela direttamente a quell’altro”.
Non risulta che Renzi abbia convocato l’uomo che ha posto al vertice del più grande gruppo italiano per pretendere chiarimenti sull’affare nigeriano e sul suo ruolo nella presunta corruzione.
Questo nonostante la mitragliata di dichiarazioni sulla lotta alla corruzione seguite agli scandali Expo e Mose, compreso il famoso “daspo” da infliggere “ai politici che prendono tangenti”.
Del resto, un altro illustre predecessore del premier, Silvio Berlusconi, aveva affrontato il tema della corruzione internazionale con toni simili:
“E’ un fenomeno che esiste ed è inutile negare questa condizione di necessità se si ha da trattare con qualche regime o Paese del terzo mondo”, affermava il leader di Forza Italia il 14 febbraio 2013 ad Agorà su Raitre, riferendosi in quel caso all’inchiesta su Finmeccanica. “Negarlo”, aggiungeva, “è moralismo da sepolcri imbiancati”.
Nel suo programma dei “mille giorni” illustrato oggi alle Camere, Renzi ha rivendicato l’autonomia delle imprese e dei politici dagli “avvisi di garanzia”, ma non ha citato la lotta alla corruzione.
E’ vero che il suo governo ha licenziato il decreto sui nuovi poteri all’Autorità guidata da Raffaele Cantone, ma è anche vero che in Senato si attende da mesi una nuova legge contro le tangenti che l’esecutivo ha annunciato “motu proprio”, con l’effetto di troncare l’iter dei testi già depositati, compreso quello firmato nel primo giorno della legislatura da Pietro Grasso. Un caso sollevato tra gli altri da Felice Casson, anche lui del Pd come Renzi.
La corruzione internazionale è un tema delicato. I grandi gruppi operano spesso in Paesi dove ungere le ruote governative per concludere affari miliardari è una prassi.
Da qui la “linea” mirabilmente esplicitata da Berlusconi in occasione dello scandalo Finmeccanica. Diverse Ong, per contro, denunciano come questa pratica contribuisca a sostenere classi dirigenti impresentabili e distorca l’uso delle risorse in Paesi dove milioni di persone vivono in miseria.
C’è però un’aggravante tutta italiana: i grandi gruppi più attivi in quei Paesi, come Eni e Finmeccanica, aziende coinvolte negli anni in un numerosi casi di corruzione interna ed estera, sono pubblici. E i loro vertici sono nominati dal governo.
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
Mille giorni, Villarosa (M5S): “Da Renzi le solite fesserie. Ci sarà voto anticipato”
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http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/09/ ... to/296699/
Per una volta mi aspettavo un discorso concreto, ma sono rimasto deluso”. Così il parlamentare M5S Alessio Villarosa boccia l’informativa del presidente del Consiglio Matteo Renzi a Montecitorio: “Ci sarà la legge di stabilità e il premier non riuscirà a mantenere le promesse che ha fatto”
di Manolo Lanaro
Video
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Per una volta mi aspettavo un discorso concreto, ma sono rimasto deluso”. Così il parlamentare M5S Alessio Villarosa boccia l’informativa del presidente del Consiglio Matteo Renzi a Montecitorio: “Ci sarà la legge di stabilità e il premier non riuscirà a mantenere le promesse che ha fatto”
di Manolo Lanaro
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
Mille giorni, Brunetta (Fi): “Aria fritta, dal premier ‘sbuffonaggine’ acuta”
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http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/09/ ... ta/296701/
“45 minuti di aria fritta senza nessuna autocritica dei fallimenti. Il tasso di realizzazione dei programmi di Matteo Renzi è fra il 10 e il 20 per cento”. Il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta commenta l’informativa del premier alla Camera: “L’Italia non ha mille giorni, il premier non ha la i voti per fare le cose che dovrebbe fare come la riforma della Giustizia e il superamento dell’articolo 18. E’ un premier democristiano sostenuto da una maggioranza comunista” di Manolo Lanaro
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“45 minuti di aria fritta senza nessuna autocritica dei fallimenti. Il tasso di realizzazione dei programmi di Matteo Renzi è fra il 10 e il 20 per cento”. Il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta commenta l’informativa del premier alla Camera: “L’Italia non ha mille giorni, il premier non ha la i voti per fare le cose che dovrebbe fare come la riforma della Giustizia e il superamento dell’articolo 18. E’ un premier democristiano sostenuto da una maggioranza comunista” di Manolo Lanaro
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