Il "nuovo" governo Renzi
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
Non è un caso che scelgano spesso foto con atteggiamenti che ricordano il nonno Benny.
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
Uno che sostiene che vuole cambiare l'Italia e lo fa con Berlusconi, un vecchio fallito della politica di 78 anni, non può essere che un pericoloso mentecatto.
INIZIATIVA DEL SEGRETARIO
Renzi, mail a iscritti Pd:«Chi difende il sistema, difende diseguaglianze»
Dopo il video, la lettera indirizzata agli elettori del partito democratico.
«Siamo qui per cambiare l’Italia, non accetteremo mai di fare le foglie di fico alla vecchia guardia»
«Carissime democratiche, carissimi democratici, mentre volgono al termine le tante Feste dell’Unità svoltesi in tutta Italia, invio questa email..» Inizia così la lettera inviata da Matteo Renzi a tutti gli iscritti e alle iscritte del Pd. Un’iniziativa non casuale quella del Segretario del Pd in questi giorni impegnato - da Presidente del Consiglio - in un braccio di ferro difficile con i sindacati per via del Jobs act, la riforma del lavoro.
«Qui per cambiare l’Italia»
«Voglio innanzitutto ringraziarvi dell’impegno sul territorio, della passione, della dedizione con cui state aiutando il PD in queste ore così delicate. Già, perché il risultato del 25 maggio – con quello squillante 40,8% – impone a tutti noi di essere all’altezza di una grande responsabilità: ridare fiducia all’Italia e agli italiani. Tocca a noi, nessuno si senta escluso. Carissime democratiche, carissimi democratici, noi siamo qui per cambiare l’Italia e non accetteremo mai di fare le foglie di fico alla vecchia guardia che a volte ritorna».
«Dopo discussioni ora momento finale»
«L'Italia sta cambiando molto. Dalle riforme istituzionali e costituzionali fino alla giustizia, passando per il terzo settore e la politica estera, dove il successo della nomina di Federica Mogherini costituisce un motivo di orgoglio e speranza per ciascuno di noi. In questi mesi - aggiunge Renzi - stiamo lavorando moltissimo. E ormai siamo al momento finale di discussioni che pure erano state bloccate per anni come quella su una legge elettorale in grado di assicurare un vincitore certo o la riforma costituzionale che sono già alla seconda lettura e che dovranno essere affrontate senza indugio dal parlamento in queste settimane. Perché se la politica cambia se stessa e dà il buon esempio, poi, tutto è più semplice.
«La scuola»
La lettera prosegue così: «Tra le prossime sfide segnalo in modo particolare: la scuola. Perché solo dando valore e dignità all'impegno degli insegnanti e alle aspettative delle famiglie riusciremo a risollevare l'Italia. Qui trovate il link del progetto del Governo. Vi prego di leggerlo, di discuterlo nei circoli, a scuola, in ufficio. La riforma della scuola non può essere la solita legge calata dall'alto. Abbiamo due mesi per discuterne ovunque, non perdiamo questa occasione. Coinvolgendo mamme e figli, prof e custodi, nonni e assessori»
«Il lavoro»
«Il 29 settembre presenterò in direzione nazionale il Jobs Act. Dobbiamo attirare nuovi investimenti, perché senza nuovi investimenti non ci saranno posti di lavoro e aumenteranno i disoccupati. Ma dobbiamo anche cambiare un sistema ingiusto che divide i cittadini in persone di serie A e di serie B e umilia i precari. Chi oggi difende il sistema vigente difende un modello di diseguaglianze dove i diritti dipendono dalla provenienza o dall'età. Noi vogliamo difendere i diritti di chi non ha diritti. Quelli di cui nessuno si è occupato fino ad oggi».
«Il fisco»
«Abbiamo iniziato a ridurre la pressione fiscale - scrive il presidente del Consiglio - restituendo 80 euro a undici milioni di italiani e diminuendo l'odiosa Irap del 10% per le aziende perché ancora oggi in Italia il costo del lavoro è troppo alto. Per colpa mia, peraltro, non siamo riusciti a comunicare bene il taglio del 10% dell'Irap che è già avvenuto, ma di cui non parla nessuno. Il fisco deve essere meno caro, certo. Ma anche più semplice. Per questo nell'ambito del programma dei mille giorni, partendo già dal prossimo anno, introdurremo innanzitutto la dichiarazione dei redditi precompilata. Bloccare l'emorragia dei posti di lavoro e tornare a crescere, semplificare il fisco pagando meno (ma pagando tutti, finalmente!) e, prima di tutto, investire sull'educazione e sulla scuola: questa è la nostra sfida
«Foglie di fico»
Ci hanno detto che siamo di destra per questo. Ci hanno paragonato ai leader della destra liberista anglosassone degli anni Ottanta. A me hanno insegnato che essere di sinistra significa combattere un'ingiustizia, non conservarla. Davanti a un problema c'è chi trova soluzioni provando a cambiare e chi organizza convegni lasciando le cose come sono. Anche nel nostro partito c'è chi vuole cogliere la palla al balzo per tornare agli scontri ideologici e magari riportare il Pd del 25%. Noi no. Noi siamo qui per cambiare l'Italia e non accetteremo mai di fare le foglie di fico alla vecchia guardia che a volte ritorna. O almeno ci prova. Sul sito trovate l'indicazione della nuova segreteria. Chi può ci dia una mano, partendo dalle iniziative per le imminenti regionali e per le forme di autofinanziamento. Abbiamo la grande occasione di cambiare il paese più bello del mondo: Aiutiamoci a farlo sul serio».
La Cigl porge la mano a Renzi, poi la Camusso la ritira
La lettera di Renzi è arrivata dopo una mattinata calda dal punto di vista della discussione sulla riforma del lavoro. La Cgil via Twitter , intervenendo in particolare sull’articolo 18, ha coniato un nuovo hashtag, #fattinonideologia con cui ha replicato alle accuse del premier, secondo il quale il sindacato difende le ideologie e non le persone. «Non vogliamo che chi lavora possa essere licenziato senza una ragione #fattinonideologia». E ancora: «Basta insulti al sindacato: guardiamoci negli occhi e discutiamone». «Mandare tutti in serie B non è estendere i diritti e le tutele». Una raffica di tweet insomma che sono sembrati un invito al premier a sedersi al tavolo del confronto. Poche ore più tardi però il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha rilasciato un'intervista ad una tv di La Spezia nella quale ha affermato che Renzi «sbaglia a non mostrarsi favorevole al dialogo sulle questioni poste dal Jobs Act perché non si possono affrontare temi estremamente importanti come questi senza il dialogo e il confronto e sopratutto con atti di forza che tolgono i diritti a chi li ha, senza dare nessuna prospettiva al mondo del precariato».
20 settembre 2014 | 19:58
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/politica/14_sett ... d4d4.shtml
INIZIATIVA DEL SEGRETARIO
Renzi, mail a iscritti Pd:«Chi difende il sistema, difende diseguaglianze»
Dopo il video, la lettera indirizzata agli elettori del partito democratico.
«Siamo qui per cambiare l’Italia, non accetteremo mai di fare le foglie di fico alla vecchia guardia»
«Carissime democratiche, carissimi democratici, mentre volgono al termine le tante Feste dell’Unità svoltesi in tutta Italia, invio questa email..» Inizia così la lettera inviata da Matteo Renzi a tutti gli iscritti e alle iscritte del Pd. Un’iniziativa non casuale quella del Segretario del Pd in questi giorni impegnato - da Presidente del Consiglio - in un braccio di ferro difficile con i sindacati per via del Jobs act, la riforma del lavoro.
«Qui per cambiare l’Italia»
«Voglio innanzitutto ringraziarvi dell’impegno sul territorio, della passione, della dedizione con cui state aiutando il PD in queste ore così delicate. Già, perché il risultato del 25 maggio – con quello squillante 40,8% – impone a tutti noi di essere all’altezza di una grande responsabilità: ridare fiducia all’Italia e agli italiani. Tocca a noi, nessuno si senta escluso. Carissime democratiche, carissimi democratici, noi siamo qui per cambiare l’Italia e non accetteremo mai di fare le foglie di fico alla vecchia guardia che a volte ritorna».
«Dopo discussioni ora momento finale»
«L'Italia sta cambiando molto. Dalle riforme istituzionali e costituzionali fino alla giustizia, passando per il terzo settore e la politica estera, dove il successo della nomina di Federica Mogherini costituisce un motivo di orgoglio e speranza per ciascuno di noi. In questi mesi - aggiunge Renzi - stiamo lavorando moltissimo. E ormai siamo al momento finale di discussioni che pure erano state bloccate per anni come quella su una legge elettorale in grado di assicurare un vincitore certo o la riforma costituzionale che sono già alla seconda lettura e che dovranno essere affrontate senza indugio dal parlamento in queste settimane. Perché se la politica cambia se stessa e dà il buon esempio, poi, tutto è più semplice.
«La scuola»
La lettera prosegue così: «Tra le prossime sfide segnalo in modo particolare: la scuola. Perché solo dando valore e dignità all'impegno degli insegnanti e alle aspettative delle famiglie riusciremo a risollevare l'Italia. Qui trovate il link del progetto del Governo. Vi prego di leggerlo, di discuterlo nei circoli, a scuola, in ufficio. La riforma della scuola non può essere la solita legge calata dall'alto. Abbiamo due mesi per discuterne ovunque, non perdiamo questa occasione. Coinvolgendo mamme e figli, prof e custodi, nonni e assessori»
«Il lavoro»
«Il 29 settembre presenterò in direzione nazionale il Jobs Act. Dobbiamo attirare nuovi investimenti, perché senza nuovi investimenti non ci saranno posti di lavoro e aumenteranno i disoccupati. Ma dobbiamo anche cambiare un sistema ingiusto che divide i cittadini in persone di serie A e di serie B e umilia i precari. Chi oggi difende il sistema vigente difende un modello di diseguaglianze dove i diritti dipendono dalla provenienza o dall'età. Noi vogliamo difendere i diritti di chi non ha diritti. Quelli di cui nessuno si è occupato fino ad oggi».
«Il fisco»
«Abbiamo iniziato a ridurre la pressione fiscale - scrive il presidente del Consiglio - restituendo 80 euro a undici milioni di italiani e diminuendo l'odiosa Irap del 10% per le aziende perché ancora oggi in Italia il costo del lavoro è troppo alto. Per colpa mia, peraltro, non siamo riusciti a comunicare bene il taglio del 10% dell'Irap che è già avvenuto, ma di cui non parla nessuno. Il fisco deve essere meno caro, certo. Ma anche più semplice. Per questo nell'ambito del programma dei mille giorni, partendo già dal prossimo anno, introdurremo innanzitutto la dichiarazione dei redditi precompilata. Bloccare l'emorragia dei posti di lavoro e tornare a crescere, semplificare il fisco pagando meno (ma pagando tutti, finalmente!) e, prima di tutto, investire sull'educazione e sulla scuola: questa è la nostra sfida
«Foglie di fico»
Ci hanno detto che siamo di destra per questo. Ci hanno paragonato ai leader della destra liberista anglosassone degli anni Ottanta. A me hanno insegnato che essere di sinistra significa combattere un'ingiustizia, non conservarla. Davanti a un problema c'è chi trova soluzioni provando a cambiare e chi organizza convegni lasciando le cose come sono. Anche nel nostro partito c'è chi vuole cogliere la palla al balzo per tornare agli scontri ideologici e magari riportare il Pd del 25%. Noi no. Noi siamo qui per cambiare l'Italia e non accetteremo mai di fare le foglie di fico alla vecchia guardia che a volte ritorna. O almeno ci prova. Sul sito trovate l'indicazione della nuova segreteria. Chi può ci dia una mano, partendo dalle iniziative per le imminenti regionali e per le forme di autofinanziamento. Abbiamo la grande occasione di cambiare il paese più bello del mondo: Aiutiamoci a farlo sul serio».
La Cigl porge la mano a Renzi, poi la Camusso la ritira
La lettera di Renzi è arrivata dopo una mattinata calda dal punto di vista della discussione sulla riforma del lavoro. La Cgil via Twitter , intervenendo in particolare sull’articolo 18, ha coniato un nuovo hashtag, #fattinonideologia con cui ha replicato alle accuse del premier, secondo il quale il sindacato difende le ideologie e non le persone. «Non vogliamo che chi lavora possa essere licenziato senza una ragione #fattinonideologia». E ancora: «Basta insulti al sindacato: guardiamoci negli occhi e discutiamone». «Mandare tutti in serie B non è estendere i diritti e le tutele». Una raffica di tweet insomma che sono sembrati un invito al premier a sedersi al tavolo del confronto. Poche ore più tardi però il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha rilasciato un'intervista ad una tv di La Spezia nella quale ha affermato che Renzi «sbaglia a non mostrarsi favorevole al dialogo sulle questioni poste dal Jobs Act perché non si possono affrontare temi estremamente importanti come questi senza il dialogo e il confronto e sopratutto con atti di forza che tolgono i diritti a chi li ha, senza dare nessuna prospettiva al mondo del precariato».
20 settembre 2014 | 19:58
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
La vox populi del Corriere.it:
Mephisto20 settembre 2014 | 21:03
Matteo non mollare..
VOTA RISPONDI1Lettore_1038620420 settembre 2014 | 20:54
E allora devi toglierli a chi ce l'ha e il lavoro l'ha ottenuto onestamente?
VOTA 1RISPONDIRisposta a: c.alvaro Vedi la discussione >
VitoNardi20 settembre 2014 | 20:52
Vuole fare quello che un qualsiasi governo conservatore farebbe in questi casi con ... tanti compagni al seguito ! Mah, speriamo bene !!
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3bigo6720 settembre 2014 | 20:52
Belle parole.... ma mi domandavo? Invece chi inciucia con un condannato interdetto dai pubblici uffici...come lo giudica il Nostro Presidente Renzi??
VOTA 3RISPONDI
Ruvido-2120 settembre 2014 | 20:50
Va bene Renzi ... ma non solo a parole!
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1Lettore_872803620 settembre 2014 | 20:49
fassina va allontanato dal partito insieme a dalema e non da poco la restituzione di tutti i soldi di cui sono appropiati facendo i dipendenti dello stato;specie il secondo grandi
VOTA 1RISPONDI
3Castigat ridendo mores20 settembre 2014 | 20:46
Occhio che arriva il programma dei 10.000 giorni...
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1Lettore_872803620 settembre 2014 | 20:44
chi non vuole l'abolizione dell'articolo 18 ;e' meglio faccia parte di un'altra italia... o ci sviluppiamo o soccombiamo sotto il macigno tasse...
VOTA 1RISPONDI4
lacustremigrato20 settembre 2014 | 20:43
Atteggiamenti e pose sono sempre più da uomo di Predappio. Può anche avere dei punti a favorie ,almeno nelle intenzioni, ma con questi continui show in tv da nuovo messia, perderà sempre più consenso.
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2Castigat ridendo mores20 settembre 2014 | 20:41
E chi difende il Credito Cooperativo di Pontassieve?
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Lettore_872803620 settembre 2014 | 20:41
avanti renzi fai qualcosa...altrimenti moriamo...
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1c.alvaro20 settembre 2014 | 20:40
Adesso basta difendere i diritti dei raccomandati e dei privilegiati a costo di fare un referendum sulla riforma lavoro. I sindacati italiani hanno fallito il loro mandato e devono rinnovarsi. In questo paese, la maggior parte dei lavoratori non ha alcun diritto sul lavoro. Troppi non hanno proprio un lavoro.
VOTA 1RISPONDI Vedi la discussione completa >
Lettore_872803620 settembre 2014 | 20:40
camusso subito fuori dall'italia.. abolire subito lart' 18.. lo stallo e' anche gran merito dei sindacati'''
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Lettore_278233120 settembre 2014 | 20:40
Non serve dialogo. Serve azione, subito. Se sbagli, Renzi sei finito. Se discuti con Camusso, e sbagli, tu sei finito comunque, e Camusso viene sulla nostra tomba a portare i crisantemi. Basta: chi non fa non sbaglia mai. Fai Renzi una buona volta.
VOTA RISPONDI4QuidsIn20 settembre 2014 | 20:39
«Carissime democratiche, carissimi democratici, ..». Ma questa e-mail l'ha mandata anche ai comunisti che tutt'oggi pullulano nel PD?
Mephisto20 settembre 2014 | 21:03
Matteo non mollare..
VOTA RISPONDI1Lettore_1038620420 settembre 2014 | 20:54
E allora devi toglierli a chi ce l'ha e il lavoro l'ha ottenuto onestamente?
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VitoNardi20 settembre 2014 | 20:52
Vuole fare quello che un qualsiasi governo conservatore farebbe in questi casi con ... tanti compagni al seguito ! Mah, speriamo bene !!
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3bigo6720 settembre 2014 | 20:52
Belle parole.... ma mi domandavo? Invece chi inciucia con un condannato interdetto dai pubblici uffici...come lo giudica il Nostro Presidente Renzi??
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Ruvido-2120 settembre 2014 | 20:50
Va bene Renzi ... ma non solo a parole!
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1Lettore_872803620 settembre 2014 | 20:49
fassina va allontanato dal partito insieme a dalema e non da poco la restituzione di tutti i soldi di cui sono appropiati facendo i dipendenti dello stato;specie il secondo grandi
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3Castigat ridendo mores20 settembre 2014 | 20:46
Occhio che arriva il programma dei 10.000 giorni...
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1Lettore_872803620 settembre 2014 | 20:44
chi non vuole l'abolizione dell'articolo 18 ;e' meglio faccia parte di un'altra italia... o ci sviluppiamo o soccombiamo sotto il macigno tasse...
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lacustremigrato20 settembre 2014 | 20:43
Atteggiamenti e pose sono sempre più da uomo di Predappio. Può anche avere dei punti a favorie ,almeno nelle intenzioni, ma con questi continui show in tv da nuovo messia, perderà sempre più consenso.
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2Castigat ridendo mores20 settembre 2014 | 20:41
E chi difende il Credito Cooperativo di Pontassieve?
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Lettore_872803620 settembre 2014 | 20:41
avanti renzi fai qualcosa...altrimenti moriamo...
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1c.alvaro20 settembre 2014 | 20:40
Adesso basta difendere i diritti dei raccomandati e dei privilegiati a costo di fare un referendum sulla riforma lavoro. I sindacati italiani hanno fallito il loro mandato e devono rinnovarsi. In questo paese, la maggior parte dei lavoratori non ha alcun diritto sul lavoro. Troppi non hanno proprio un lavoro.
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Lettore_872803620 settembre 2014 | 20:40
camusso subito fuori dall'italia.. abolire subito lart' 18.. lo stallo e' anche gran merito dei sindacati'''
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Lettore_278233120 settembre 2014 | 20:40
Non serve dialogo. Serve azione, subito. Se sbagli, Renzi sei finito. Se discuti con Camusso, e sbagli, tu sei finito comunque, e Camusso viene sulla nostra tomba a portare i crisantemi. Basta: chi non fa non sbaglia mai. Fai Renzi una buona volta.
VOTA RISPONDI4QuidsIn20 settembre 2014 | 20:39
«Carissime democratiche, carissimi democratici, ..». Ma questa e-mail l'ha mandata anche ai comunisti che tutt'oggi pullulano nel PD?
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
VitoNardi20 settembre 2014 | 20:52
Vuole fare quello che un qualsiasi governo conservatore farebbe in questi casi con ... tanti compagni al seguito ! Mah, speriamo bene !!
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3bigo6720 settembre 2014 | 20:52
Belle parole.... ma mi domandavo? Invece chi inciucia con un condannato interdetto dai pubblici uffici...come lo giudica il Nostro Presidente Renzi??
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Ruvido-2120 settembre 2014 | 20:50
Va bene Renzi ... ma non solo a parole!
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1Lettore_872803620 settembre 2014 | 20:49
fassina va allontanato dal partito insieme a dalema e non da poco la restituzione di tutti i soldi di cui sono appropiati facendo i dipendenti dello stato;specie il secondo grandi
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3Castigat ridendo mores20 settembre 2014 | 20:46
Occhio che arriva il programma dei 10.000 giorni...
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1Lettore_872803620 settembre 2014 | 20:44
chi non vuole l'abolizione dell'articolo 18 ;e' meglio faccia parte di un'altra italia... o ci sviluppiamo o soccombiamo sotto il macigno tasse...
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4lacustremigrato20 settembre 2014 | 20:43
Atteggiamenti e pose sono sempre più da uomo di Predappio. Può anche avere dei punti a favorie ,almeno nelle intenzioni, ma con questi continui show in tv da nuovo messia, perderà sempre più consenso.
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Castigat ridendo mores20 settembre 2014 | 20:41
E chi difende il Credito Cooperativo di Pontassieve?
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Lettore_872803620 settembre 2014 | 20:41
avanti renzi fai qualcosa...altrimenti moriamo...
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c.alvaro20 settembre 2014 | 20:40
Adesso basta difendere i diritti dei raccomandati e dei privilegiati a costo di fare un referendum sulla riforma lavoro. I sindacati italiani hanno fallito il loro mandato e devono rinnovarsi. In questo paese, la maggior parte dei lavoratori non ha alcun diritto sul lavoro. Troppi non hanno proprio un lavoro.
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Lettore_872803620 settembre 2014 | 20:40
camusso subito fuori dall'italia.. abolire subito lart' 18.. lo stallo e' anche gran merito dei sindacati'''
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Lettore_278233120 settembre 2014 | 20:40
Non serve dialogo. Serve azione, subito. Se sbagli, Renzi sei finito. Se discuti con Camusso, e sbagli, tu sei finito comunque, e Camusso viene sulla nostra tomba a portare i crisantemi. Basta: chi non fa non sbaglia mai. Fai Renzi una buona volta.
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QuidsIn20 settembre 2014 | 20:39
«Carissime democratiche, carissimi democratici, ..». Ma questa e-mail l'ha mandata anche ai comunisti che tutt'oggi pullulano nel PD?VOTA 4RISPONDIbigo6720 settembre 2014 | 20:38
Belle parole parole parole parole parole..............
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Kersey20 settembre 2014 | 20:38
Quante parole da vero parolaio! Ma quante parole, ci vengono fuori da tutti i pori le parole di Renzi. E basta! Stiamo guardando cosa fai, se non lo hai capito, e fin qui non hai fatto niente. Anche se cadesse il tuo governo domani non sarebbe un disastro per l'Italia.
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Sacco20 settembre 2014 | 20:38
Nel frattempo aveva detto che entro domani i debiti della p.a. sarebbero stati ripagati. E invece proprio oggi sono stati quantificati ancora in 35 miliardi. I soliti annunci al vento, ma con gli italiani é una dote ben apprezzata. Aspettiamoceli ancora per una ventina di anni.
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Lettore_583011020 settembre 2014 | 20:37
E' impensabile che a Bruxelles pensino sul serio che in Italia possano venire fatte prossimamente riforme strutturali se chi le deve fare fa parte di una scombicchierata accozzaglia di post-comunisti. Si mettano in testa a Bruxelles che i nostri sinistri non sono della specie del socialdemocratico Schröder di Germania , dato che i nostri sinistri hanno nel loro DNA i batteri fecali del marxismo dato che loro si sono sempre abbeverati alle fregnacce demenziali che venivano pronunciate e propangandate nella Mosca di Stalin, di Breznev, di Kruschov. E' da li che prendevano le direttive; è da li che apprendevano le lezioni di economia politica e di politica economica i nostri neo-riformatori. Roba da chiodi. Ci sarà da ridere e/o da....piangere.
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giadri20 settembre 2014 | 20:37
Mentre scrivo non ho ancora visto pubblicato nessun commento su questo forum. Malpancisti a ripetizione, gufi e rosiconi di professione, smettetela di criticare Renzi, dategli una mano, finitela di sparargli contro. La mia è una speranza nei vostri confronti. Se ancora non avete capito che Renzi sta finalmente facendo seriamente ed efficamente, una rivoluzione democratica e nello stesso tempo salvare l'Italia, allora siete veramente persone non degne di essere chiamati e di sentirsi italiani.
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Lettore_98064820 settembre 2014 | 20:33
Il falso boy scout ha capito pochissimo dei problemi strutturali italiani e non sa che pesci pigliare. Sarebbe più onesto nel riconoscere che questa riforma del lavoro la vuole l'Europa e, volenti o nolenti, sarebbe necessario accettarla. Lui invece vuol convincersi e vuol convincerci che è quella giusta. Se le cose stanno così Renzi, e l'ho già detto tantissime volte, è uomo politicamente di destra, ecco perché fa accordi con Berlusconi al quale è ideologicamente vicinissimo ed è questo il motivo principale, ma ce ne sono anche tanti altri, perché io, elettore storico del PD, ho abbandonato il partito e non lo voterò mai.
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sonkla20 settembre 2014 | 20:32
....LA SFRONTATEZZA E' AL SUO APOGEO!!!....l'"erede" del Berlusca...da non credere!
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michele30020 settembre 2014 | 20:28
#Renzi_chi?..quanno cevò cevò..
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ARNA4120 settembre 2014 | 20:27
FORZA Renz,i continua così. Anzi crea un nuovo PARCO PREISCTORICO , tutto italiano, e rinchiudi i vecchi DINOSAUTRI o meglio I BRONTOSAURI che non sono altro che dei fossili della Politica.
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Idee Usate20 settembre 2014 | 20:27
Non capisco questo accanimento verso le tutele del lavoro. Ecco una proposta alternativa: Oggi le grandi aziende transazionali fanno un sacco di soldi vendendo i loro prodotti ini Italia (Apple, Samsung, Wolkswagen, ecc.). Bene continuino pure, purché investano in Italia e creino posti di lavoro qualificati, altrimenti vadano a vendere altrove.
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brunicione20 settembre 2014 | 20:27
Ma caro Renzi, se vuoi veramente cambiare il paese, parla con gente come me o altri che possono dare un contributo sul futuro del paese, è ridicolo che perdi il tuo tempo a parlare con i sindacati che, tra l'altro, fanno gli stessi discorsi da 30 anni, senza aver ancora capito in che stato hanno contribuito a ridurre il paese
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oliver5120 settembre 2014 | 20:24
Certo che è un personaggio con molta faccia tosta!!!
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Lettore_80851120 settembre 2014 | 20:22
Basta paternalismo di vecchio stampo clerical-partitico. Al posto di prediche odiose e inutili usiamo il buonsenso. Falliti, rendetevi conto che chiese e partiti, sono ormai frequentati da attaccati alla greppia che, pensano di avere una corsia preferenziale, per non lavorare e sudare come tutti.
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asvingin20 settembre 2014 | 20:21
Riforme istituzionali, costituzionali, giustizia, riforma del lavoro... Sono tutte proposte della destra, da venti anni, sempre affossate dal muro dell'ideologia. Il fatto che oggi il Pd rinnovato faccia le riforme della destra, è la prova definitiva che il Paese è stato bloccato per 20 anni dalla vetero-sinistra, non dalla destra.
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goldenchild20 settembre 2014 | 20:20
"essere di sinistra significa combattere un'ingiustizia, non conservarla" - Appunto. E' per questo che il tuo governo è bene che cada il prima possibile. Così la pianti di sfasciare lo statuto dei lavoratori, il senato (che sarà composto da nominati e degli indagati, se passasse quella porcheria di riforma), e in generale l'Italia. Sai, non vorremmo che l'Italia facesse la stessa fine che è capitata alle aziende della tua famiglia.
Vuole fare quello che un qualsiasi governo conservatore farebbe in questi casi con ... tanti compagni al seguito ! Mah, speriamo bene !!
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3bigo6720 settembre 2014 | 20:52
Belle parole.... ma mi domandavo? Invece chi inciucia con un condannato interdetto dai pubblici uffici...come lo giudica il Nostro Presidente Renzi??
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Ruvido-2120 settembre 2014 | 20:50
Va bene Renzi ... ma non solo a parole!
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1Lettore_872803620 settembre 2014 | 20:49
fassina va allontanato dal partito insieme a dalema e non da poco la restituzione di tutti i soldi di cui sono appropiati facendo i dipendenti dello stato;specie il secondo grandi
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3Castigat ridendo mores20 settembre 2014 | 20:46
Occhio che arriva il programma dei 10.000 giorni...
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1Lettore_872803620 settembre 2014 | 20:44
chi non vuole l'abolizione dell'articolo 18 ;e' meglio faccia parte di un'altra italia... o ci sviluppiamo o soccombiamo sotto il macigno tasse...
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4lacustremigrato20 settembre 2014 | 20:43
Atteggiamenti e pose sono sempre più da uomo di Predappio. Può anche avere dei punti a favorie ,almeno nelle intenzioni, ma con questi continui show in tv da nuovo messia, perderà sempre più consenso.
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Castigat ridendo mores20 settembre 2014 | 20:41
E chi difende il Credito Cooperativo di Pontassieve?
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Lettore_872803620 settembre 2014 | 20:41
avanti renzi fai qualcosa...altrimenti moriamo...
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c.alvaro20 settembre 2014 | 20:40
Adesso basta difendere i diritti dei raccomandati e dei privilegiati a costo di fare un referendum sulla riforma lavoro. I sindacati italiani hanno fallito il loro mandato e devono rinnovarsi. In questo paese, la maggior parte dei lavoratori non ha alcun diritto sul lavoro. Troppi non hanno proprio un lavoro.
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Lettore_872803620 settembre 2014 | 20:40
camusso subito fuori dall'italia.. abolire subito lart' 18.. lo stallo e' anche gran merito dei sindacati'''
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Lettore_278233120 settembre 2014 | 20:40
Non serve dialogo. Serve azione, subito. Se sbagli, Renzi sei finito. Se discuti con Camusso, e sbagli, tu sei finito comunque, e Camusso viene sulla nostra tomba a portare i crisantemi. Basta: chi non fa non sbaglia mai. Fai Renzi una buona volta.
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QuidsIn20 settembre 2014 | 20:39
«Carissime democratiche, carissimi democratici, ..». Ma questa e-mail l'ha mandata anche ai comunisti che tutt'oggi pullulano nel PD?VOTA 4RISPONDIbigo6720 settembre 2014 | 20:38
Belle parole parole parole parole parole..............
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Kersey20 settembre 2014 | 20:38
Quante parole da vero parolaio! Ma quante parole, ci vengono fuori da tutti i pori le parole di Renzi. E basta! Stiamo guardando cosa fai, se non lo hai capito, e fin qui non hai fatto niente. Anche se cadesse il tuo governo domani non sarebbe un disastro per l'Italia.
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Sacco20 settembre 2014 | 20:38
Nel frattempo aveva detto che entro domani i debiti della p.a. sarebbero stati ripagati. E invece proprio oggi sono stati quantificati ancora in 35 miliardi. I soliti annunci al vento, ma con gli italiani é una dote ben apprezzata. Aspettiamoceli ancora per una ventina di anni.
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Lettore_583011020 settembre 2014 | 20:37
E' impensabile che a Bruxelles pensino sul serio che in Italia possano venire fatte prossimamente riforme strutturali se chi le deve fare fa parte di una scombicchierata accozzaglia di post-comunisti. Si mettano in testa a Bruxelles che i nostri sinistri non sono della specie del socialdemocratico Schröder di Germania , dato che i nostri sinistri hanno nel loro DNA i batteri fecali del marxismo dato che loro si sono sempre abbeverati alle fregnacce demenziali che venivano pronunciate e propangandate nella Mosca di Stalin, di Breznev, di Kruschov. E' da li che prendevano le direttive; è da li che apprendevano le lezioni di economia politica e di politica economica i nostri neo-riformatori. Roba da chiodi. Ci sarà da ridere e/o da....piangere.
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giadri20 settembre 2014 | 20:37
Mentre scrivo non ho ancora visto pubblicato nessun commento su questo forum. Malpancisti a ripetizione, gufi e rosiconi di professione, smettetela di criticare Renzi, dategli una mano, finitela di sparargli contro. La mia è una speranza nei vostri confronti. Se ancora non avete capito che Renzi sta finalmente facendo seriamente ed efficamente, una rivoluzione democratica e nello stesso tempo salvare l'Italia, allora siete veramente persone non degne di essere chiamati e di sentirsi italiani.
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Lettore_98064820 settembre 2014 | 20:33
Il falso boy scout ha capito pochissimo dei problemi strutturali italiani e non sa che pesci pigliare. Sarebbe più onesto nel riconoscere che questa riforma del lavoro la vuole l'Europa e, volenti o nolenti, sarebbe necessario accettarla. Lui invece vuol convincersi e vuol convincerci che è quella giusta. Se le cose stanno così Renzi, e l'ho già detto tantissime volte, è uomo politicamente di destra, ecco perché fa accordi con Berlusconi al quale è ideologicamente vicinissimo ed è questo il motivo principale, ma ce ne sono anche tanti altri, perché io, elettore storico del PD, ho abbandonato il partito e non lo voterò mai.
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sonkla20 settembre 2014 | 20:32
....LA SFRONTATEZZA E' AL SUO APOGEO!!!....l'"erede" del Berlusca...da non credere!
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michele30020 settembre 2014 | 20:28
#Renzi_chi?..quanno cevò cevò..
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ARNA4120 settembre 2014 | 20:27
FORZA Renz,i continua così. Anzi crea un nuovo PARCO PREISCTORICO , tutto italiano, e rinchiudi i vecchi DINOSAUTRI o meglio I BRONTOSAURI che non sono altro che dei fossili della Politica.
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Idee Usate20 settembre 2014 | 20:27
Non capisco questo accanimento verso le tutele del lavoro. Ecco una proposta alternativa: Oggi le grandi aziende transazionali fanno un sacco di soldi vendendo i loro prodotti ini Italia (Apple, Samsung, Wolkswagen, ecc.). Bene continuino pure, purché investano in Italia e creino posti di lavoro qualificati, altrimenti vadano a vendere altrove.
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brunicione20 settembre 2014 | 20:27
Ma caro Renzi, se vuoi veramente cambiare il paese, parla con gente come me o altri che possono dare un contributo sul futuro del paese, è ridicolo che perdi il tuo tempo a parlare con i sindacati che, tra l'altro, fanno gli stessi discorsi da 30 anni, senza aver ancora capito in che stato hanno contribuito a ridurre il paese
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oliver5120 settembre 2014 | 20:24
Certo che è un personaggio con molta faccia tosta!!!
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Lettore_80851120 settembre 2014 | 20:22
Basta paternalismo di vecchio stampo clerical-partitico. Al posto di prediche odiose e inutili usiamo il buonsenso. Falliti, rendetevi conto che chiese e partiti, sono ormai frequentati da attaccati alla greppia che, pensano di avere una corsia preferenziale, per non lavorare e sudare come tutti.
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asvingin20 settembre 2014 | 20:21
Riforme istituzionali, costituzionali, giustizia, riforma del lavoro... Sono tutte proposte della destra, da venti anni, sempre affossate dal muro dell'ideologia. Il fatto che oggi il Pd rinnovato faccia le riforme della destra, è la prova definitiva che il Paese è stato bloccato per 20 anni dalla vetero-sinistra, non dalla destra.
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goldenchild20 settembre 2014 | 20:20
"essere di sinistra significa combattere un'ingiustizia, non conservarla" - Appunto. E' per questo che il tuo governo è bene che cada il prima possibile. Così la pianti di sfasciare lo statuto dei lavoratori, il senato (che sarà composto da nominati e degli indagati, se passasse quella porcheria di riforma), e in generale l'Italia. Sai, non vorremmo che l'Italia facesse la stessa fine che è capitata alle aziende della tua famiglia.
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
Pinocchio, Benito, Matteo Renzi
1) La prima sparata Pinocchio Renzi la fa il 12 di marzo scorso.
Nessuno lo ha obbligato a raccontare le Nuove avventure di Pinocchio 2014.
E' stata una sua scelta di comunicazione. Non direi politica, perché Renzi con la politica non centra nulla.
2) Per correggere la prima pinocchiata perché qualcuno gli ha fatto vedere che non era possibile, da Vespa cambia la data e la sposta ad oggi, giorno di San Matteo.
http://www.youtube.com/watch?v=8gBIoFlRBRw
Ovviamente anche la seconda pinocchiata non l'ha mantenuta.
3) I media della carta stampata rispondono così, ma anche i media della Tv oggi non si sono tirati indietro:
il Fatto 21.9.14
I pagamenti alle imprese
Debiti Pa: è San Matteo, manca il miracolo
di Marco Palombi
“Se entro la fine dell’estate, diciamo il 21 settembre che è San Matteo, saranno pagati tutti i debiti della Pubblica amministrazione lei andrà a piedi da Firenze a Monte Senario”. Il 13 marzo, sulla comoda poltrona di Porta a Porta, il premier aveva fatto una scommessa con Bruno Vespa: per lui, se avesse perso, niente pellegrinaggio (“so dove mi mandano gli italiani tanto”), ma il rischio assai più rilevante di sentirsi dare del “buffone”. Oggi, come si sa, è proprio San Matteo e quindi andrà verificato intanto se il problema dei debiti commerciali pregressi della P. A. sia stato risolto e, secondariamente, dove dovrà recarsi Matteo Renzi e con che qualifica.
LA CGIA, sempre attenta alle scadenze mediatiche, ieri ha fornito alcuni numeri: “Nel biennio 2013-2014 sono stati messi a disposizione 56,8 miliardi di euro e entro il 21 luglio 2014 (ultimo aggiornamento disponibile) ne sono stati pagati 26,1: alle imprese mancano 30,7 miliardi. La promessa non è stata mantenuta”. I numeri degli artigiani di Mestre, però, non coincidono con quelli del Tesoro: i soldi stanziati dai due governi precedenti – come ha riporta, sempre ieri, uno studio di Confartigianato – sono più o meno 47 miliardi e mezzo, esattamente l’indebitamento ulteriore che Mario Monti contrattò a più riprese con la Commissione europea: “All’appello mancano 21,4 miliardi di euro che gli imprenditori aspettano di riscuotere – ha spiegato il presidente Giorgio Merletti –. Allo scorso 21 luglio erano stati pagati alle aziende 26,139 miliardi, pari al 55% dei 47,519 stanziati con lo Sblocca-debiti e la Legge di Stabilità 2014”.
In realtà, e sempre a stare ai dati presenti sul sito del Tesoro (sempre aggiornati al 21 luglio), ai 26 miliardi che risultano pagati direttamente dalle amministrazioni coinvolte vanno aggiunti oltre sei miliardi di crediti certificati online dalle aziende e scontabili in banca secondo un decreto del governo Renzi che coinvolge anche Cassa depositi e prestiti come garante. A quanto risulta al Fatto Quotidiano, infine, a inizio settembre il totale dei debiti commerciali complessivamente saldato dallo Stato ammontava a circa 43 miliardi, cioè quasi l’intero margine di nuovo debito concesso dalla Ue all’Italia a questo fine.
Se questi dati saranno confermati, bisognerà ammettere che c’è stata una discreta accelerazione nei pagamenti durante l’ultimo anno. La cosa va peraltro di pari passo con un complessivo miglioramento dei tempi di pagamento delle fatture grazie a un lavoro impostato già dal governo Letta: i tempi di attesa medi per essere saldati – dice lo studio già citato di Confartigianato – si sono ridotti da 104 a 88 giorni (ma al Sud si aspetta fino a 108), un miglioramento anche se “siamo ben lontani dal traguardo di 30 giorni imposto dalla legge”, spiega Merletti. Per Francesco Boccia (Pd), presidente della commissione Bilancio della Camera, la situazione non è più drammatica: “Per la fine dell’anno riusciremo a pagare i debiti accumulati a fine 2012 aumentando il debito pubblico. Comunque non farei diventare questo discorso sui debiti delle P. A. oggetto del conflitto politico: abbiamo fatto abbastanza, adesso completiamo l’opera con la Legge di Stabilità”.
IL PROBLEMA VERO, antico come sanno i cultori della materia, è sapere di che cifre si parla, quale sia cioè lo stock dei debiti commerciali dello Stato e dunque quanto bisogna ancora pagare (anche se la formula della certificazione con sconto in banca e garanzia di Cdp porta la questione fuori dal perimetro dei conti pubblici, almeno per un po’). I tempi in cui volavano i 90 o addirittura i 120 miliardi sono finiti, ma anche le analisi più recenti basate sui dati di Banca d’Italia concordano nel fatto che la cifra è superiore allo stanziamento di 47 miliardi: anche secondo il Tesoro è probabile che la cifra, alla fine del processo, supererà i 60 miliardi complessivi. Insomma, se Renzi non si fosse impiccato come al solito alle sue promesse (“entro il 21 settembre”), stavolta gli si poteva pure concedere il risultato. E invece no: fa di tutto per farsi smentire.
La Stampa 21.9.14
“Debiti dello Stato. Mancano rimborsi per oltre 20 miliardi”
Artigiani e aziende all’attacco sui ritardi nei pagamenti
Il Tesoro: dati non aggiornati, siamo vicini al traguardo
di Paolo Baroni
Il giorno di San Matteo è arrivato, il premier può festeggiare, le imprese italiane un po’ meno. «Entro il 21 settembre – aveva promesso Renzi la scorsa primavera durante una intervista a Porta a porta – pagheremo tutti gli arretrati della pubblica amministrazione». «Il traguardo è ancora distante» ha denunciato invece ieri il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti snocciolando tutta una serie di dati: sino a tutto lo scorso 21 luglio risultavano pagati appena 26,1 miliardi di euro su un totale di 47,5 stanziati. Insomma siamo ad appena il 55% del totale: a 163 giorni dalla fine dell’anno gli imprenditori devono ancora riscuotere 21,38 miliardi. Addirittura, secondo la Cgia di Mestre, che basa i suoi calcoli partendo da uno stock di 66,5 miliardi, il «conto» ancora da saldare ammonterebbe a 35 miliardi.
E mentre Forza Italia attacca il governo, dal Tesoro, che aggiornerà ufficialmente i suoi dati nei prossimi giorni, arrivano però altre cifre. Negli ultimi 60 giorni sarebbero stati infatti liquidati almeno 5-6 miliardi in più cui vanno aggiunti altri 6 miliardi di crediti che le imprese hanno chiesto di certificare per ottenere la garanzia dello Stato. Insomma, secondo via XX Settembre, dove si è fatto di tutto per accelerare mettendo in campo ogni tipo di strumento, saremmo già a quota 38 ed il traguardo dei 47 sarebbe ormai prossimo.
«Nonostante gli sforzi compiuti negli ultimi due anni, che hanno portato a un calo del 15,4% dei debiti commerciali dello Stato, l’Italia – lamenta invece Merletti - rimane il Paese europeo con la più alta quota di debiti commerciali della Pa, pari al 3,3% del Pil». La colpa dei ritardi? Lo scarto tra fabbisogni assegnati e cifre effettivamente versate, ma soprattutto i tempi richiesti dalle varie procedure e le troppe complicazioni che le imprese, soprattutto le piccole, si trovano a dover affrontare.
In tutto, alla data dell’8 settembre, al ministero del Tesoro risultava che fossero 15.613 le imprese registrate sulla piattaforma che certifica i crediti per un totale di 56.189 istanze di pagamento ed un controvalore complessivo di 6 miliardi e 55 milioni. Confartigianato parla di vera e propria «maratona». Dal 24 agosto le registrazioni sono cresciute al ritmo di 49 al giorno, che si traducono in 252 richieste in più al giorno per un controvalore di 22 milioni (importo medio delle richieste 107.762 euro). La quota maggiore riguarda gli enti locali (3,09 miliardi), seguiti da Asl (1,29) e Regioni (885 milioni).
Strada in salita, insomma, come rivela anche un sondaggio Ispo/Confartigianato su un campione di piccole e medie imprese interessate al saldo degli arretrati: il 61% degli imprenditori intervistati non conosce l’esistenza della piattaforma governativa. Del restante 39% che invece la conosce, solo il 9% l’ha utilizzata «promuovendola» con un voto più che sufficiente. Tra chi ha deciso di non usarla, prevale lo scetticismo sulla sua efficacia e il timore che la certificazione allunghi i tempi di riscossione. Intanto, rispetto all’inizio dell’anno, si registra un sensibile miglioramento sul versante dei tempi di pagamento della Pa: tra gennaio e settembre si è passati da 104 a 88 giorni, con un “record” di 75 giorni per le Asl (rispetto ai 106 rilevati di gennaio). Più lenti i Comuni (89 giorni contro 104). Soltanto il 15% degli imprenditori intervistati da Confartigianato dichiara di essere stato pagato entro il termine di 30 giorni previsto dalle nuove normativa. In crescita, invece, dal 12% al 19% la percentuale di imprese che segnala comportamenti anomali da parte della Pa come la richiesta di ritardare l’emissione delle fatture, o la pretesa di una loro remissione con la contestazione pretestuosa dei beni e servizi forniti.
«Governo e imprese – sottolinea Merletti - ce la stanno mettendo tutta, ora, però, i debiti vanno certificati, e soprattutto, bisogna pagarli. Se perdessimo anche questa occasione, gli imprenditori non saprebbero davvero più a che Santo votarsi per vedersi riconosciuto il diritto ad essere pagate dalla Pa. Da parte nostra, continuiamo a essere convinti che la strada più semplice sia la compensazione secca, diretta e universale tra i debiti della Pa con i debiti fiscali e contributivi che le imprese devono allo Stato».
4) In Italia è in corso da anni una pericolosissima epidemia. LA BERLUSCONITE.
La berlusconite ha colpito in modo particolare Pinocchio, Benito, Matteo Renzi.
Oggi alle accuse sacrosante risponde alla Berlusconi:
Debiti Pa, palazzo Chigi respinge accuse
"Mancati pagamenti? Non è colpa nostra"
La nota dopo gli attacchi a Renzi, che aveva promesso di saldare tutto entro il 21 settembre (leggi)
"Tutte le aziende in condizione di essere pagate, ma procedura farraginosa per meccanismi passati"
Debiti Pa, palazzo Chigi respinge accuse "Mancati pagamenti? Non è colpa nostra"
Fermi tutti, Bruno Vespa dovrà andare in pellegrinaggio da Firenze a Monte Senario: non è vero che Matteo Renzi ha smentito se stesso non rispettando l’impegno, preso a marzo nel salotto di Porta a Porta, di saldare entro il 21 settembre tutti i debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese. A sostenerlo una nota di Palazzo Chigi diffusa a oltre 24 ore dall’esplosione della polemica aperta dalla Cgia che ha stimato l’arretrato in circa 35 miliardi
http://www.ilfattoquotidiano.it/
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Debiti Pa, Palazzo Chigi: “Impegni rispettati, mancano 2-3 miliardi: colpa Ue”
La tesi dell'esecutivo, snocciolata in più punti, è che gli strumenti per pagare sono stati predisposti e messi a disposizione, basta che le imprese si impegnino per usarli. Massima comprensione per i creditori ma la colpa è delle "assurdità del passato" e delle "inefficienze" degli enti locali. La sfida, però, è "vinta nei tempi previsti"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 21 settembre 2014Commenti (397)
Fermi tutti, Bruno Vespa dovrà andare in pellegrinaggio da Firenze a Monte Senario: non è vero che Matteo Renzi ha smentito se stesso non rispettando l’impegno, preso a marzo nel salotto di Porta a Porta, di saldare entro il 21 settembre tutti i debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese pena prendersi del “buffone” dagli italiani e farsi mandare “dove io so”. A sostenerlo una nota di Palazzo Chigi diffusa a oltre 24 ore dall’esplosione della polemica sulla promessa mancata, aperta dagli artigiani di Mestre che hanno stimato l’arretrato in circa 35 miliardi di euro e alimentata nel corso di tutto il weekend da ogni parte sociale e politica. Ex ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera incluso.
La tesi dell’esecutivo, snocciolata in più punti, è che gli strumenti per pagare sono stati predisposti e messi a disposizione, basta che le imprese si impegnino per usarli. Massima comprensione per i creditori ‘cornuti e mazziati’, ma la colpa è delle “assurdità del passato” e delle “inefficienze” degli enti locali. Che detto dal governo dei sindaci non è poco. La sfida, però, rivendica Palazzo Chigi, è vinta nei tempi previsti. Resta indietro solo una piccolissima parte del dovuto, sostiene ancora l’esecutivo, che pure aveva appena detto di non essere in grado di sapere con certezza a quanto ammontano i suoi debiti. Ma che in coda alla nota parla di “solo” 2-3 miliardi di euro di debiti su investimenti che sono stati esclusi dai pagamenti per colpa di Bruxelles che impedisce allo Stato di sforare il 3% del deficit.
“Cerchiamo di fare un po’ di ordine sulla questione dei debiti della Pubblica Amministrazione per evitare che informazioni parziali contribuiscano soltanto a creare confusione – esordisce il comunicato – Il dato di partenza è il seguente: oggi lo Stato non è in grado di avere una mappatura chiara, una fotografia certa dei debiti cui deve fare fronte. È il motivo per il quale la fatturazione elettronica, che abbiamo introdotto tra le novità della riforma della Pubblica Amministrazione lo scorso giugno, è lo strumento chiave per determinare, d’ora in avanti, il chi, il quanto e il quando dell’impegno preso dallo Stato nei confronti dei suoi creditori”.
“Primo punto: abbiamo realizzato il sistema – prosegue la nota – che permetterà di controllare se tutti gli enti centrali pagano a 30 giorni. Adesso va esteso anche alle amministrazioni locali e il sistema girerà definitivamente. Secondo punto: tutti i soggetti che hanno un debito verso la Pa sono oggi – grazie all’accordo tra governo, banche e Cdp – in condizione di essere pagati. Purtroppo devono sottostare a una procedura che prevede la certificazione del credito sul sito del governo. Ma se l’operazione è complicata dal punto di vista procedurale, il concetto è molto semplice”.
“Entro il 21 settembre – viene quindi assicurato – abbiamo messo a disposizione i soldi per pagare tutti i debiti di parte corrente. Purtroppo non tutti sono stati pagati perché il procedimento richiede un comportamento attivo (registrazione) da parte delle aziende. In un mondo normale il pagamento dovrebbe essere automatico. Purtroppo l’assurdo meccanismo del passato e l’inefficienza di molti enti locali impone di usare questa procedura. Ma – questo e il punto chiave – lo Stato si è messo nelle condizione di pagare tutti i debiti”.
“E dunque è corretto – sottolinea infine palazzo Chigi – sostenere che la sfida di liberare risorse per pagare tutti i debiti Pa è vinta. Rimane quella di semplificare e imporre efficienza a tutta la pubblica amministrazione. Rimangono fuori da questo computo – che comunque supera ampiamente i 30 miliardi – solo quella quota parte di debiti della Pa su investimenti (stimati tra i due e i tre miliardi di euro) per i quali i soldi ci sono, ma il problema è il rispetto del 3% sul deficit”. In altri termini, “le risorse ci sono, ma rimane il problema di rispettare il patto di stabilità e non sforare il 3%. Gli unici debiti non pagabili al momento sono questi. Non 60 miliardi, come abbiamo letto da qualche parte, ma – è la conclusione – una cifra che oscilla tra i due e i tre miliardi, che rischiano di farci sforare il 3%; vincolo europeo che noi intendiamo onorare e rispettare”.
Pronta la replica della Cgia di Mestre che aveva sollevato il caso. “Forse i suoi collaboratori non l’hanno informato bene: ma sui debiti della Pa le cose, purtroppo per le imprese, non stanno come ha affermato. Il problema non è quanti soldi sono stati messi a disposizione, ma conoscere quanti soldi sono stati pagati alle imprese rispetto al debito complessivo accumulato in questi anni dalla Pa nei confronti dei fornitori”, fa sapere il segretario del’associazione, Giuseppe Bortolussi. “Tra il 2013 e il 2014 gli ultimi esecutivi hanno messo a disposizione 56,8 miliardi di euro. Al 21 luglio scorso, ultimo dato aggiornato, sono stati pagati 26,1 miliardi. Pertanto, l’incidenza dei pagamenti effettuati sul totale dei soldi messi a disposizione è pari al 46 per cento. Stando alle affermazioni rilasciate la settimana scorsa dal ministro Padoan, la Pa, dal 21 luglio ad oggi, avrebbe pagato altri 5/6 miliardi. Se li aggiungiamo ai precedenti, entro il 21 settembre dovrebbero essere stati onorati 32 miliardi di euro circa, ovvero il 56,3%. Delle risorse messe a disposizione”, ribadisce sottolineando che il problema non è quanto la Pa ha pagato sul totale dei soldi messi a disposizione, ma quanti soldi sono stati dati alle aziende sull’ammontare complessivo del debito contratto dallo Stato nei confronti delle imprese. “E’ questo il nodo da sciogliere – prosegue Bortolussi – Renzi ci può dire a quanto ammonta lo stock del debito? La verità è che non lo sa lui e nemmeno il ministero dell’Economia. Gli unici che l’hanno stimato sono i ricercatori della Banca d’Italia“.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09 ... e/1128557/
1) La prima sparata Pinocchio Renzi la fa il 12 di marzo scorso.
Nessuno lo ha obbligato a raccontare le Nuove avventure di Pinocchio 2014.
E' stata una sua scelta di comunicazione. Non direi politica, perché Renzi con la politica non centra nulla.
2) Per correggere la prima pinocchiata perché qualcuno gli ha fatto vedere che non era possibile, da Vespa cambia la data e la sposta ad oggi, giorno di San Matteo.
http://www.youtube.com/watch?v=8gBIoFlRBRw
Ovviamente anche la seconda pinocchiata non l'ha mantenuta.
3) I media della carta stampata rispondono così, ma anche i media della Tv oggi non si sono tirati indietro:
il Fatto 21.9.14
I pagamenti alle imprese
Debiti Pa: è San Matteo, manca il miracolo
di Marco Palombi
“Se entro la fine dell’estate, diciamo il 21 settembre che è San Matteo, saranno pagati tutti i debiti della Pubblica amministrazione lei andrà a piedi da Firenze a Monte Senario”. Il 13 marzo, sulla comoda poltrona di Porta a Porta, il premier aveva fatto una scommessa con Bruno Vespa: per lui, se avesse perso, niente pellegrinaggio (“so dove mi mandano gli italiani tanto”), ma il rischio assai più rilevante di sentirsi dare del “buffone”. Oggi, come si sa, è proprio San Matteo e quindi andrà verificato intanto se il problema dei debiti commerciali pregressi della P. A. sia stato risolto e, secondariamente, dove dovrà recarsi Matteo Renzi e con che qualifica.
LA CGIA, sempre attenta alle scadenze mediatiche, ieri ha fornito alcuni numeri: “Nel biennio 2013-2014 sono stati messi a disposizione 56,8 miliardi di euro e entro il 21 luglio 2014 (ultimo aggiornamento disponibile) ne sono stati pagati 26,1: alle imprese mancano 30,7 miliardi. La promessa non è stata mantenuta”. I numeri degli artigiani di Mestre, però, non coincidono con quelli del Tesoro: i soldi stanziati dai due governi precedenti – come ha riporta, sempre ieri, uno studio di Confartigianato – sono più o meno 47 miliardi e mezzo, esattamente l’indebitamento ulteriore che Mario Monti contrattò a più riprese con la Commissione europea: “All’appello mancano 21,4 miliardi di euro che gli imprenditori aspettano di riscuotere – ha spiegato il presidente Giorgio Merletti –. Allo scorso 21 luglio erano stati pagati alle aziende 26,139 miliardi, pari al 55% dei 47,519 stanziati con lo Sblocca-debiti e la Legge di Stabilità 2014”.
In realtà, e sempre a stare ai dati presenti sul sito del Tesoro (sempre aggiornati al 21 luglio), ai 26 miliardi che risultano pagati direttamente dalle amministrazioni coinvolte vanno aggiunti oltre sei miliardi di crediti certificati online dalle aziende e scontabili in banca secondo un decreto del governo Renzi che coinvolge anche Cassa depositi e prestiti come garante. A quanto risulta al Fatto Quotidiano, infine, a inizio settembre il totale dei debiti commerciali complessivamente saldato dallo Stato ammontava a circa 43 miliardi, cioè quasi l’intero margine di nuovo debito concesso dalla Ue all’Italia a questo fine.
Se questi dati saranno confermati, bisognerà ammettere che c’è stata una discreta accelerazione nei pagamenti durante l’ultimo anno. La cosa va peraltro di pari passo con un complessivo miglioramento dei tempi di pagamento delle fatture grazie a un lavoro impostato già dal governo Letta: i tempi di attesa medi per essere saldati – dice lo studio già citato di Confartigianato – si sono ridotti da 104 a 88 giorni (ma al Sud si aspetta fino a 108), un miglioramento anche se “siamo ben lontani dal traguardo di 30 giorni imposto dalla legge”, spiega Merletti. Per Francesco Boccia (Pd), presidente della commissione Bilancio della Camera, la situazione non è più drammatica: “Per la fine dell’anno riusciremo a pagare i debiti accumulati a fine 2012 aumentando il debito pubblico. Comunque non farei diventare questo discorso sui debiti delle P. A. oggetto del conflitto politico: abbiamo fatto abbastanza, adesso completiamo l’opera con la Legge di Stabilità”.
IL PROBLEMA VERO, antico come sanno i cultori della materia, è sapere di che cifre si parla, quale sia cioè lo stock dei debiti commerciali dello Stato e dunque quanto bisogna ancora pagare (anche se la formula della certificazione con sconto in banca e garanzia di Cdp porta la questione fuori dal perimetro dei conti pubblici, almeno per un po’). I tempi in cui volavano i 90 o addirittura i 120 miliardi sono finiti, ma anche le analisi più recenti basate sui dati di Banca d’Italia concordano nel fatto che la cifra è superiore allo stanziamento di 47 miliardi: anche secondo il Tesoro è probabile che la cifra, alla fine del processo, supererà i 60 miliardi complessivi. Insomma, se Renzi non si fosse impiccato come al solito alle sue promesse (“entro il 21 settembre”), stavolta gli si poteva pure concedere il risultato. E invece no: fa di tutto per farsi smentire.
La Stampa 21.9.14
“Debiti dello Stato. Mancano rimborsi per oltre 20 miliardi”
Artigiani e aziende all’attacco sui ritardi nei pagamenti
Il Tesoro: dati non aggiornati, siamo vicini al traguardo
di Paolo Baroni
Il giorno di San Matteo è arrivato, il premier può festeggiare, le imprese italiane un po’ meno. «Entro il 21 settembre – aveva promesso Renzi la scorsa primavera durante una intervista a Porta a porta – pagheremo tutti gli arretrati della pubblica amministrazione». «Il traguardo è ancora distante» ha denunciato invece ieri il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti snocciolando tutta una serie di dati: sino a tutto lo scorso 21 luglio risultavano pagati appena 26,1 miliardi di euro su un totale di 47,5 stanziati. Insomma siamo ad appena il 55% del totale: a 163 giorni dalla fine dell’anno gli imprenditori devono ancora riscuotere 21,38 miliardi. Addirittura, secondo la Cgia di Mestre, che basa i suoi calcoli partendo da uno stock di 66,5 miliardi, il «conto» ancora da saldare ammonterebbe a 35 miliardi.
E mentre Forza Italia attacca il governo, dal Tesoro, che aggiornerà ufficialmente i suoi dati nei prossimi giorni, arrivano però altre cifre. Negli ultimi 60 giorni sarebbero stati infatti liquidati almeno 5-6 miliardi in più cui vanno aggiunti altri 6 miliardi di crediti che le imprese hanno chiesto di certificare per ottenere la garanzia dello Stato. Insomma, secondo via XX Settembre, dove si è fatto di tutto per accelerare mettendo in campo ogni tipo di strumento, saremmo già a quota 38 ed il traguardo dei 47 sarebbe ormai prossimo.
«Nonostante gli sforzi compiuti negli ultimi due anni, che hanno portato a un calo del 15,4% dei debiti commerciali dello Stato, l’Italia – lamenta invece Merletti - rimane il Paese europeo con la più alta quota di debiti commerciali della Pa, pari al 3,3% del Pil». La colpa dei ritardi? Lo scarto tra fabbisogni assegnati e cifre effettivamente versate, ma soprattutto i tempi richiesti dalle varie procedure e le troppe complicazioni che le imprese, soprattutto le piccole, si trovano a dover affrontare.
In tutto, alla data dell’8 settembre, al ministero del Tesoro risultava che fossero 15.613 le imprese registrate sulla piattaforma che certifica i crediti per un totale di 56.189 istanze di pagamento ed un controvalore complessivo di 6 miliardi e 55 milioni. Confartigianato parla di vera e propria «maratona». Dal 24 agosto le registrazioni sono cresciute al ritmo di 49 al giorno, che si traducono in 252 richieste in più al giorno per un controvalore di 22 milioni (importo medio delle richieste 107.762 euro). La quota maggiore riguarda gli enti locali (3,09 miliardi), seguiti da Asl (1,29) e Regioni (885 milioni).
Strada in salita, insomma, come rivela anche un sondaggio Ispo/Confartigianato su un campione di piccole e medie imprese interessate al saldo degli arretrati: il 61% degli imprenditori intervistati non conosce l’esistenza della piattaforma governativa. Del restante 39% che invece la conosce, solo il 9% l’ha utilizzata «promuovendola» con un voto più che sufficiente. Tra chi ha deciso di non usarla, prevale lo scetticismo sulla sua efficacia e il timore che la certificazione allunghi i tempi di riscossione. Intanto, rispetto all’inizio dell’anno, si registra un sensibile miglioramento sul versante dei tempi di pagamento della Pa: tra gennaio e settembre si è passati da 104 a 88 giorni, con un “record” di 75 giorni per le Asl (rispetto ai 106 rilevati di gennaio). Più lenti i Comuni (89 giorni contro 104). Soltanto il 15% degli imprenditori intervistati da Confartigianato dichiara di essere stato pagato entro il termine di 30 giorni previsto dalle nuove normativa. In crescita, invece, dal 12% al 19% la percentuale di imprese che segnala comportamenti anomali da parte della Pa come la richiesta di ritardare l’emissione delle fatture, o la pretesa di una loro remissione con la contestazione pretestuosa dei beni e servizi forniti.
«Governo e imprese – sottolinea Merletti - ce la stanno mettendo tutta, ora, però, i debiti vanno certificati, e soprattutto, bisogna pagarli. Se perdessimo anche questa occasione, gli imprenditori non saprebbero davvero più a che Santo votarsi per vedersi riconosciuto il diritto ad essere pagate dalla Pa. Da parte nostra, continuiamo a essere convinti che la strada più semplice sia la compensazione secca, diretta e universale tra i debiti della Pa con i debiti fiscali e contributivi che le imprese devono allo Stato».
4) In Italia è in corso da anni una pericolosissima epidemia. LA BERLUSCONITE.
La berlusconite ha colpito in modo particolare Pinocchio, Benito, Matteo Renzi.
Oggi alle accuse sacrosante risponde alla Berlusconi:
Debiti Pa, palazzo Chigi respinge accuse
"Mancati pagamenti? Non è colpa nostra"
La nota dopo gli attacchi a Renzi, che aveva promesso di saldare tutto entro il 21 settembre (leggi)
"Tutte le aziende in condizione di essere pagate, ma procedura farraginosa per meccanismi passati"
Debiti Pa, palazzo Chigi respinge accuse "Mancati pagamenti? Non è colpa nostra"
Fermi tutti, Bruno Vespa dovrà andare in pellegrinaggio da Firenze a Monte Senario: non è vero che Matteo Renzi ha smentito se stesso non rispettando l’impegno, preso a marzo nel salotto di Porta a Porta, di saldare entro il 21 settembre tutti i debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese. A sostenerlo una nota di Palazzo Chigi diffusa a oltre 24 ore dall’esplosione della polemica aperta dalla Cgia che ha stimato l’arretrato in circa 35 miliardi
http://www.ilfattoquotidiano.it/
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Debiti Pa, Palazzo Chigi: “Impegni rispettati, mancano 2-3 miliardi: colpa Ue”
La tesi dell'esecutivo, snocciolata in più punti, è che gli strumenti per pagare sono stati predisposti e messi a disposizione, basta che le imprese si impegnino per usarli. Massima comprensione per i creditori ma la colpa è delle "assurdità del passato" e delle "inefficienze" degli enti locali. La sfida, però, è "vinta nei tempi previsti"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 21 settembre 2014Commenti (397)
Fermi tutti, Bruno Vespa dovrà andare in pellegrinaggio da Firenze a Monte Senario: non è vero che Matteo Renzi ha smentito se stesso non rispettando l’impegno, preso a marzo nel salotto di Porta a Porta, di saldare entro il 21 settembre tutti i debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese pena prendersi del “buffone” dagli italiani e farsi mandare “dove io so”. A sostenerlo una nota di Palazzo Chigi diffusa a oltre 24 ore dall’esplosione della polemica sulla promessa mancata, aperta dagli artigiani di Mestre che hanno stimato l’arretrato in circa 35 miliardi di euro e alimentata nel corso di tutto il weekend da ogni parte sociale e politica. Ex ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera incluso.
La tesi dell’esecutivo, snocciolata in più punti, è che gli strumenti per pagare sono stati predisposti e messi a disposizione, basta che le imprese si impegnino per usarli. Massima comprensione per i creditori ‘cornuti e mazziati’, ma la colpa è delle “assurdità del passato” e delle “inefficienze” degli enti locali. Che detto dal governo dei sindaci non è poco. La sfida, però, rivendica Palazzo Chigi, è vinta nei tempi previsti. Resta indietro solo una piccolissima parte del dovuto, sostiene ancora l’esecutivo, che pure aveva appena detto di non essere in grado di sapere con certezza a quanto ammontano i suoi debiti. Ma che in coda alla nota parla di “solo” 2-3 miliardi di euro di debiti su investimenti che sono stati esclusi dai pagamenti per colpa di Bruxelles che impedisce allo Stato di sforare il 3% del deficit.
“Cerchiamo di fare un po’ di ordine sulla questione dei debiti della Pubblica Amministrazione per evitare che informazioni parziali contribuiscano soltanto a creare confusione – esordisce il comunicato – Il dato di partenza è il seguente: oggi lo Stato non è in grado di avere una mappatura chiara, una fotografia certa dei debiti cui deve fare fronte. È il motivo per il quale la fatturazione elettronica, che abbiamo introdotto tra le novità della riforma della Pubblica Amministrazione lo scorso giugno, è lo strumento chiave per determinare, d’ora in avanti, il chi, il quanto e il quando dell’impegno preso dallo Stato nei confronti dei suoi creditori”.
“Primo punto: abbiamo realizzato il sistema – prosegue la nota – che permetterà di controllare se tutti gli enti centrali pagano a 30 giorni. Adesso va esteso anche alle amministrazioni locali e il sistema girerà definitivamente. Secondo punto: tutti i soggetti che hanno un debito verso la Pa sono oggi – grazie all’accordo tra governo, banche e Cdp – in condizione di essere pagati. Purtroppo devono sottostare a una procedura che prevede la certificazione del credito sul sito del governo. Ma se l’operazione è complicata dal punto di vista procedurale, il concetto è molto semplice”.
“Entro il 21 settembre – viene quindi assicurato – abbiamo messo a disposizione i soldi per pagare tutti i debiti di parte corrente. Purtroppo non tutti sono stati pagati perché il procedimento richiede un comportamento attivo (registrazione) da parte delle aziende. In un mondo normale il pagamento dovrebbe essere automatico. Purtroppo l’assurdo meccanismo del passato e l’inefficienza di molti enti locali impone di usare questa procedura. Ma – questo e il punto chiave – lo Stato si è messo nelle condizione di pagare tutti i debiti”.
“E dunque è corretto – sottolinea infine palazzo Chigi – sostenere che la sfida di liberare risorse per pagare tutti i debiti Pa è vinta. Rimane quella di semplificare e imporre efficienza a tutta la pubblica amministrazione. Rimangono fuori da questo computo – che comunque supera ampiamente i 30 miliardi – solo quella quota parte di debiti della Pa su investimenti (stimati tra i due e i tre miliardi di euro) per i quali i soldi ci sono, ma il problema è il rispetto del 3% sul deficit”. In altri termini, “le risorse ci sono, ma rimane il problema di rispettare il patto di stabilità e non sforare il 3%. Gli unici debiti non pagabili al momento sono questi. Non 60 miliardi, come abbiamo letto da qualche parte, ma – è la conclusione – una cifra che oscilla tra i due e i tre miliardi, che rischiano di farci sforare il 3%; vincolo europeo che noi intendiamo onorare e rispettare”.
Pronta la replica della Cgia di Mestre che aveva sollevato il caso. “Forse i suoi collaboratori non l’hanno informato bene: ma sui debiti della Pa le cose, purtroppo per le imprese, non stanno come ha affermato. Il problema non è quanti soldi sono stati messi a disposizione, ma conoscere quanti soldi sono stati pagati alle imprese rispetto al debito complessivo accumulato in questi anni dalla Pa nei confronti dei fornitori”, fa sapere il segretario del’associazione, Giuseppe Bortolussi. “Tra il 2013 e il 2014 gli ultimi esecutivi hanno messo a disposizione 56,8 miliardi di euro. Al 21 luglio scorso, ultimo dato aggiornato, sono stati pagati 26,1 miliardi. Pertanto, l’incidenza dei pagamenti effettuati sul totale dei soldi messi a disposizione è pari al 46 per cento. Stando alle affermazioni rilasciate la settimana scorsa dal ministro Padoan, la Pa, dal 21 luglio ad oggi, avrebbe pagato altri 5/6 miliardi. Se li aggiungiamo ai precedenti, entro il 21 settembre dovrebbero essere stati onorati 32 miliardi di euro circa, ovvero il 56,3%. Delle risorse messe a disposizione”, ribadisce sottolineando che il problema non è quanto la Pa ha pagato sul totale dei soldi messi a disposizione, ma quanti soldi sono stati dati alle aziende sull’ammontare complessivo del debito contratto dallo Stato nei confronti delle imprese. “E’ questo il nodo da sciogliere – prosegue Bortolussi – Renzi ci può dire a quanto ammonta lo stock del debito? La verità è che non lo sa lui e nemmeno il ministero dell’Economia. Gli unici che l’hanno stimato sono i ricercatori della Banca d’Italia“.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09 ... e/1128557/
Ultima modifica di camillobenso il 21/09/2014, 22:34, modificato 3 volte in totale.
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
DA TIZIANO RENZI SOLO LAVORATORI ATIPICI E 8 MILIONI DI ATTIVO
(Davide Vecchi).
21/09/2014 di triskel182
GLI STRILLONI ERANO STUDENTI: “CI PAGAVAMO LE SIGARETTE, CI SVEGLIAVAMO ALL’ALBA MA ERA TUTTO REGOLARE”.
Dieci società in trent’anni e appena un dipendente a tempo indeterminato: il figlio Matteo. Della vita imprenditoriale di papà Tiziano Renzi, ora sotto la lente degli inquirenti di Genova che lo hanno indagato per la bancarotta della Chil Post, colpisce anche la gestione del personale. Dal 1984 a oggi, le dieci società che impegnano Renzi senior fanno uso quasi esclusivo di lavoratori atipici. Anche le sorelle di Matteo, del resto, sono tuttora inquadrate nell’azienda di famiglia, la Eventi 6, con contratti co.co.co. E l’attuale premier è stato regolarizzato appena una settimana prima della candidatura alla poltrona sicura di presidente della Provincia di Firenze così da vedersi versare i contributi previdenziali prima da Palazzo Medici Riccardi e, una volta diventato sindaco, da Palazzo Vecchio. Lui si è affidato alla politica, mica ai sindacati.
NEI CAPANNONI renziani nessun problema di licenziamenti per l’articolo 18, picchetti per la tutela dei diritti, cause di lavoro e via dicendo. Tutto dribblato alla radice. E ora, da premier, Renzi junior vuole adottare il Jobs act, una riforma del lavoro che secondo Cgil, Cisl e Uil cancella un paio di secoli di lotte. Lui difende la sua creatura. E attacca. “A quei sindacati che vogliono contestarci io chiedo: dove eravate in questi anni quando si è prodotta la più grande ingiustizia, tra chi il lavoro ce l’ha e chi no, tra chi ce l’ha a tempo indeterminato e chi precario?”. Insomma è colpa dei sindacati se l’esercito più numeroso d’Italia, dopo i pensionati, è quello dei precari. Una convinzione forse maturata vedendo le attività del padre.
Proprio sui contratti atipici, infatti, sembra fondarsi il Tiziano Act. E le società di Renzi senior, per quanto rimanessero in vita spesso meno di due anni, avevano comunque un’attività importante. Alcune hanno registrato anche risultati economici di rilievo. Come la Chil Post che nel 2009 supera i 4 milioni di euro di fatturato o la Mail Service che nel 2006, prima di essere ceduta, chiude il bilancio indicando nello stato patrimoniale un attivo di 4 milioni. La Uno Comunicazione e la Arturo, società attive tra il 2002 e il 2008, registrano rispettivamente ricavi di 458 mila e 954 mila euro. Insomma le aziende di lavoro ne hanno. In settori per lo più legati all’editoria: distribuzione di giornali e volantini, attività di marketing e promozione di iniziative specifiche legate a determinati prodotti, solitamente allegati alle riviste. Attività che richiedono dunque molta manodopera.
Lo stesso Matteo Renzi, prima di darsi alla politica, lavorava alla Chil Post e consegnava il materiale da distribuire in vari punti di Firenze agli strilloni. In gran parte studenti universitari. Giovani. IN CITTÀ molti hanno collaborato con la Chil, alcuni sono poi diventati giornalisti di testate locali. Quelli che abbiamo rintracciato ci hanno concesso il ricordo di quell’esperienza in cambio dell’anonimato.
“Era faticoso perché ci svegliavamo all’alba, ma per il resto era il classico lavoro da studenti e ci ripagavamo sigarette e qualche uscita di sera”. Il contratto era atipico. “Ma era regolare, cioè potevano farlo e fra l’altro devo dire che era onesto perché oltre al fisso ci riconosceva una percentuale, seppur minima, su ogni copia che riuscivamo a vendere”. Lo stipendio più alto ricevuto? “400 euro, mi sembra di ricordare, su un annetto buono di lavoro”.
QUANTIFICARE i contratti atipici firmati da Tiziano Renzi è impossibile. Ma dai bilanci e dalle visure risulta che ha firmato un solo tempo indeterminato, al figlio Matteo. Dalla prima società, la Speedy, creata nel luglio 1984 e poi liquidata nel 2005, alla Chil Post, ultima azienda di cui il padre del premier è stato titolare. Nel 2007 figurano tre “addetti” alla Arturo, indicati dalla Camera di Commercio come dato “ufficioso”. La società gestiva un forno e la compravendita di beni alimentari, attività che possono essere svolte solo con l’impiego di alcune specifiche figure professionali. Lo dice la legge, in effetti, mica i sindacati.
Da Il Fatto Quotidiano del 21/09/2014.
(Davide Vecchi).
21/09/2014 di triskel182
GLI STRILLONI ERANO STUDENTI: “CI PAGAVAMO LE SIGARETTE, CI SVEGLIAVAMO ALL’ALBA MA ERA TUTTO REGOLARE”.
Dieci società in trent’anni e appena un dipendente a tempo indeterminato: il figlio Matteo. Della vita imprenditoriale di papà Tiziano Renzi, ora sotto la lente degli inquirenti di Genova che lo hanno indagato per la bancarotta della Chil Post, colpisce anche la gestione del personale. Dal 1984 a oggi, le dieci società che impegnano Renzi senior fanno uso quasi esclusivo di lavoratori atipici. Anche le sorelle di Matteo, del resto, sono tuttora inquadrate nell’azienda di famiglia, la Eventi 6, con contratti co.co.co. E l’attuale premier è stato regolarizzato appena una settimana prima della candidatura alla poltrona sicura di presidente della Provincia di Firenze così da vedersi versare i contributi previdenziali prima da Palazzo Medici Riccardi e, una volta diventato sindaco, da Palazzo Vecchio. Lui si è affidato alla politica, mica ai sindacati.
NEI CAPANNONI renziani nessun problema di licenziamenti per l’articolo 18, picchetti per la tutela dei diritti, cause di lavoro e via dicendo. Tutto dribblato alla radice. E ora, da premier, Renzi junior vuole adottare il Jobs act, una riforma del lavoro che secondo Cgil, Cisl e Uil cancella un paio di secoli di lotte. Lui difende la sua creatura. E attacca. “A quei sindacati che vogliono contestarci io chiedo: dove eravate in questi anni quando si è prodotta la più grande ingiustizia, tra chi il lavoro ce l’ha e chi no, tra chi ce l’ha a tempo indeterminato e chi precario?”. Insomma è colpa dei sindacati se l’esercito più numeroso d’Italia, dopo i pensionati, è quello dei precari. Una convinzione forse maturata vedendo le attività del padre.
Proprio sui contratti atipici, infatti, sembra fondarsi il Tiziano Act. E le società di Renzi senior, per quanto rimanessero in vita spesso meno di due anni, avevano comunque un’attività importante. Alcune hanno registrato anche risultati economici di rilievo. Come la Chil Post che nel 2009 supera i 4 milioni di euro di fatturato o la Mail Service che nel 2006, prima di essere ceduta, chiude il bilancio indicando nello stato patrimoniale un attivo di 4 milioni. La Uno Comunicazione e la Arturo, società attive tra il 2002 e il 2008, registrano rispettivamente ricavi di 458 mila e 954 mila euro. Insomma le aziende di lavoro ne hanno. In settori per lo più legati all’editoria: distribuzione di giornali e volantini, attività di marketing e promozione di iniziative specifiche legate a determinati prodotti, solitamente allegati alle riviste. Attività che richiedono dunque molta manodopera.
Lo stesso Matteo Renzi, prima di darsi alla politica, lavorava alla Chil Post e consegnava il materiale da distribuire in vari punti di Firenze agli strilloni. In gran parte studenti universitari. Giovani. IN CITTÀ molti hanno collaborato con la Chil, alcuni sono poi diventati giornalisti di testate locali. Quelli che abbiamo rintracciato ci hanno concesso il ricordo di quell’esperienza in cambio dell’anonimato.
“Era faticoso perché ci svegliavamo all’alba, ma per il resto era il classico lavoro da studenti e ci ripagavamo sigarette e qualche uscita di sera”. Il contratto era atipico. “Ma era regolare, cioè potevano farlo e fra l’altro devo dire che era onesto perché oltre al fisso ci riconosceva una percentuale, seppur minima, su ogni copia che riuscivamo a vendere”. Lo stipendio più alto ricevuto? “400 euro, mi sembra di ricordare, su un annetto buono di lavoro”.
QUANTIFICARE i contratti atipici firmati da Tiziano Renzi è impossibile. Ma dai bilanci e dalle visure risulta che ha firmato un solo tempo indeterminato, al figlio Matteo. Dalla prima società, la Speedy, creata nel luglio 1984 e poi liquidata nel 2005, alla Chil Post, ultima azienda di cui il padre del premier è stato titolare. Nel 2007 figurano tre “addetti” alla Arturo, indicati dalla Camera di Commercio come dato “ufficioso”. La società gestiva un forno e la compravendita di beni alimentari, attività che possono essere svolte solo con l’impiego di alcune specifiche figure professionali. Lo dice la legge, in effetti, mica i sindacati.
Da Il Fatto Quotidiano del 21/09/2014.
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
Bugiardo bugiardo.
22/09/2014 di triskel182
http://www.beppegrillo.it/videos/0_btfxf7pq.php
“Non ci sono santi che tengano. Ecco l’ennesima bugia del nostro premier che, balla dopo balla, ci sta portando verso il baratro. Nel salottino di Bruno Vespa, a marzo scorso, Renzi aveva promesso che avrebbe liquidato entro oggi (giorno di San Matteo) gli oltre 60 miliardi di pendenze arretrate delle pubbliche amministrazioni. Basta farsi un giro sul sito del Mef o leggere i giornali per scoprire che siamo a circa 30 miliardi effettivamente erogati. Tra l’altro si tratta di soldi in gran parte stanziati dai governi precedenti, per cui i meriti di Renzi sono pressoché pari a zero. Cosa se ne fanno le imprese italiane dei divertiti siparietti e delle scommesse del premier con Vespa? Forse le poltroncine bianche di RaiUno hanno dato un po’ alla testa al presidente del Consiglio. Ora siamo curiosi di sapere se il capo del governo smaltirà qualche chilo andando a piedi in pellegrinaggio a Monte Senario.
In ogni caso ci colpisce tanta superficialità del premier. Il M5S, dal canto suo, continua a lavorare accanto alle Pmi e, infatti, chiediamo al governo di sbloccare il decreto attuativo già scaduto per la compensazione delle cartelle Equitalia con i crediti verso la Pa. Inoltre ricordiamo a Palazzo Chigi che si avvicina la scadenza del 30 settembre, termine entro cui si sono impegnati a sbloccare il fondo di micro-credito per le piccole e medie imprese”.
Di M5S Camera da beppegrillo.it
22/09/2014 di triskel182
http://www.beppegrillo.it/videos/0_btfxf7pq.php
“Non ci sono santi che tengano. Ecco l’ennesima bugia del nostro premier che, balla dopo balla, ci sta portando verso il baratro. Nel salottino di Bruno Vespa, a marzo scorso, Renzi aveva promesso che avrebbe liquidato entro oggi (giorno di San Matteo) gli oltre 60 miliardi di pendenze arretrate delle pubbliche amministrazioni. Basta farsi un giro sul sito del Mef o leggere i giornali per scoprire che siamo a circa 30 miliardi effettivamente erogati. Tra l’altro si tratta di soldi in gran parte stanziati dai governi precedenti, per cui i meriti di Renzi sono pressoché pari a zero. Cosa se ne fanno le imprese italiane dei divertiti siparietti e delle scommesse del premier con Vespa? Forse le poltroncine bianche di RaiUno hanno dato un po’ alla testa al presidente del Consiglio. Ora siamo curiosi di sapere se il capo del governo smaltirà qualche chilo andando a piedi in pellegrinaggio a Monte Senario.
In ogni caso ci colpisce tanta superficialità del premier. Il M5S, dal canto suo, continua a lavorare accanto alle Pmi e, infatti, chiediamo al governo di sbloccare il decreto attuativo già scaduto per la compensazione delle cartelle Equitalia con i crediti verso la Pa. Inoltre ricordiamo a Palazzo Chigi che si avvicina la scadenza del 30 settembre, termine entro cui si sono impegnati a sbloccare il fondo di micro-credito per le piccole e medie imprese”.
Di M5S Camera da beppegrillo.it
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
Chi dimentica la storia è costretto a riviverla.
Primo Levi
Tg7 ore 20,00
In assenza di Pinocchio, Benito, Matteo Renzi, è Marco Lotti che ne fa le veci nel mondo della comunicazione.
<<Chi ha perso le primarie non può certo dettare la linea>>
E' una visione puramente fascista che è lontanissima dagli elementari principi della democrazia.
Ma questo non mi stupisce la democrazia è morta anni fa in questo stramaledetto Paese dei Duci.
Era solo questione di tempo che i fascistelli venissero allo scoperto.
Qualche emerenziano di queste parti sei mesi fa si è offeso ed indignato per l'accusa di fascismo appiccicata ai renziani.
Si tratta solo di avere pazienza. Il tempo è galantuomo.
Certe attitudini non si possono nascondere in eterno. Prima o poi si manifestano.
Primo Levi
Tg7 ore 20,00
In assenza di Pinocchio, Benito, Matteo Renzi, è Marco Lotti che ne fa le veci nel mondo della comunicazione.
<<Chi ha perso le primarie non può certo dettare la linea>>
E' una visione puramente fascista che è lontanissima dagli elementari principi della democrazia.
Ma questo non mi stupisce la democrazia è morta anni fa in questo stramaledetto Paese dei Duci.
Era solo questione di tempo che i fascistelli venissero allo scoperto.
Qualche emerenziano di queste parti sei mesi fa si è offeso ed indignato per l'accusa di fascismo appiccicata ai renziani.
Si tratta solo di avere pazienza. Il tempo è galantuomo.
Certe attitudini non si possono nascondere in eterno. Prima o poi si manifestano.
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
Jobs Act, Civati (Pd): “Così com’è non lo voto. Se lo vota FI, si va da Napolitano”
e allora si va al voto con la legge elettorale della Consulta ?
e allora si va al voto con la legge elettorale della Consulta ?
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
Speriamo mantenga la posizione...iospero ha scritto:Jobs Act, Civati (Pd): “Così com’è non lo voto. Se lo vota FI, si va da Napolitano”
e allora si va al voto con la legge elettorale della Consulta ?
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