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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Istat: “Record disoccupazione giovanile”. Cnel: “Impossibile tornare livelli pre-crisi”
Cala il tasso generale che scende di 0,3 punti percentuali, ma è nuovo picco nella fascia 15-24 anni dove i senza occupazione sono 710mila. "Per tornare al 7 per cento servirebbero 2 milioni di posti entro il 2020"

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 30 settembre 2014Commenti (879)



Nuovo record per la disoccupazione giovanile. Mentre cala il tasso generale di 0,3 punti percentuali, si registra un nuovo picco per i più giovani. L’Istat nel suo bollettino rileva che il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero la quota dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 44,2%, ed è ancora in crescita di 1,0 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 3,6 punti nel confronto tendenziale. Si tratta del dato più alto dal ’77, data di inizio delle serie storiche trimestrali. Una situazione preoccupante confermata anche dal Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) che nell’ultimo rapporto dice: “Impossibile tornare ai livelli di occupazione pre-crisi”.

I disoccupati, secondo l’Istat, tra i 15-24enni sono 710 mila. L’incidenza dei disoccupati sulla popolazione in questa fascia di età è pari all’11,9%, stabile rispetto al mese precedente ma in aumento di 0,7 punti percentuali su base annua. Dal calcolo del tasso di disoccupazione sono pertanto esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, ad esempio perché impegnati negli studi: questi sono circa 4 milioni 372 mila, in aumento dello 0,7% nel confronto congiunturale (+28 mila) e dello 0,2% su base annua (+9 mila). Il tasso di inattività dei giovani tra 15 e 24 anni, pari al 73,2%, cresce di 0,5 punti percentuali nell’ultimo mese e di 0,7 punti nei dodici mesi. Ad agosto 2014 risultavano occupati 895 mila giovani tra i 15 e i 24 anni, in diminuzione del 3,6% rispetto al mese precedente (-33 mila) e del 9,0% su base annua (-88 mila). Il tasso di occupazione giovanile, pari al 15,0%, diminuisce di 0,5 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,4 punti nei dodici mesi. Il numero di giovani disoccupati, pari a 710 mila, aumenta dello 0,3% nell’ultimo mese (+2 mila) e del 5,6% rispetto a dodici mesi prima (+37 mila)”. L’incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari all’11,9% (cioè più di un giovane su 10 è disoccupato). Tale incidenza è stabile nell’ultimo mese mentre aumenta di 0,7 punti rispetto allo scorso anno.

Piccolo spiraglio si vede invece in merito al tasso di occupazione generale che ad agosto è stato pari al 55,7%, in crescita di 0,1 punti percentuali sia in termini congiunturali sia rispetto a dodici mesi prima. Gli occupati ad agosto sono 22 milioni 380 mila, in aumento dello 0,1% rispetto al mese precedente (+32 mila) e sostanzialmente invariati su base annua. Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni aumenta dello 0,2% rispetto al mese precedente mentre diminuisce dello 0,5% rispetto a dodici mesi prima. Il tasso di inattività, pari al 36,4%, cresce di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali mentre diminuisce di 0,1 punti su base annua.

La situazione è confermata anche dal Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) nel Rapporto sul mercato del lavoro 2013\2014. In sette anni (dal 2007) si sono persi 1 milione di posti di lavoro. Si disegna così un quadro di tendenziale peggioramento, a ritmi alternati, che solo nel 2013 ha mostrato una stabilizzazione del mercato del lavoro. La sensazione, si legge, è quella di un’inversione di tendenza che potrà prendere il via a partire dal 2015. Impossibile, però, poter tornare ai livelli pre-crisi: “Sarebbero necessari 2 milioni di posti di lavoro in più entro il 2020″. I settori ad aver risentito maggiormente della crisi sono quello manifatturiero e dell’edilizia, ma il trend caratterizza tutte le occupazioni. Il segnale di ripresa registrato dal 2013 non ha, però, fatto ripartire un mercato che risulta ancora stagnante. Anche il livello d’istruzione dei lavoratori, dice il Cnel, si è tendenzialmente abbassato, questo perché le aziende preferiscono assumere manodopera non qualificata, quindi a costi ridotti, da formare. Questo elemento è la diretta conseguenza di scarsi investimenti italiani in ricerca (1,27% del Pil), quasi la metà rispetto alla media comunitaria (2,08%). Questa situazione provoca un netto arretramento dello stile di vita, non solo tra i disoccupati, ma anche tra i lavoratori a basso reddito, aumentando così il fenomeno dei “working poor“. La riprova si trova nel crollo del potere d’acquisto che, dal 2009 al 2013, è tornato ai livelli di dieci anni fa, con un crollo del 6,7%.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09 ... i/1137998/
cielo 70
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da cielo 70 »

Ritengo che sia sbagliato prendere come metro sempre i giovani e peggio ancora quelli dai 15 ai 24 anni. Nessuno parla di chi ha 40 anni e il lavoro, almeno quello regolare con un contratto, non ce l'ha avuto mai.
Maucat
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Maucat »

Ma i guru dell'economia dicono che si deve essere flessibili nel lavoro che va e viene nel mondo moderno, il problema è che chi dice queste cose (Ichino per esempio) non ha mai veramente lavorato e non lo farà mai...
iospero
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da iospero »

La Francia non fa i compiti a casa: Stop austerity e deficit al 4,4%. Prc: Se lo fa la Francia può farlo anche l'Italia!

La Francia «rifiuta l’austerità» e per «rimettere il Paese sulla strada giusta» non rispetterà gli obiettivi sul deficit fino al 2017. Non sono le parole di un matto rivoluzionario comunista intervistato per le strade i parigi, ma sono parole uscite dalla bocca del ministro delle Finanze Michel Sapin, pronunciate in occasioen della presentazione della Finanziaria 2015, che pare andare contro i voleri e i diktat della Commissione europea. Infatti, prevede un deficit del 4,4% del Pil nel 2014, del 4,3% nel 2015 e del 3,8% nel 2016. Sotto la fatidica soglia del 3% solo nel 2017: 2,8%. «Abbiamo preso la decisione di adattare il passo di riduzione del deficit - spiega Sapin - alla situazione economica del Paese»

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, commenta in questo modo la "disobbedienza" francese e attacca il governo Renzi: "Adesso non ci vengano a dire che non si può fare: la decisione della Francia di disobbedire ai trattati europei è un passo che finalmente va nella direzione giusta. L'Italia faccia come la Francia e disobbedisca ai trattati: aumentando il deficit del 2% ci sarebbero le risorse per fare un milione di posti di lavoro, uscendo dalle politiche recessive e dalle inutili sofferenze a cui il governo Renzi condanna il popolo italiano. Invece di fare il gioco delle 3 carte mettendo il TFR in busta paga - ma i soldi sono sempre dei lavoratori - Renzi metta sul tavolo soldi freschi, smettendola di fare il servo scemo della Merkel".
pancho
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da pancho »

iospero ha scritto:La Francia non fa i compiti a casa: Stop austerity e deficit al 4,4%. Prc: Se lo fa la Francia può farlo anche l'Italia!

La Francia «rifiuta l’austerità» e per «rimettere il Paese sulla strada giusta» non rispetterà gli obiettivi sul deficit fino al 2017. Non sono le parole di un matto rivoluzionario comunista intervistato per le strade i parigi, ma sono parole uscite dalla bocca del ministro delle Finanze Michel Sapin, pronunciate in occasioen della presentazione della Finanziaria 2015, che pare andare contro i voleri e i diktat della Commissione europea. Infatti, prevede un deficit del 4,4% del Pil nel 2014, del 4,3% nel 2015 e del 3,8% nel 2016. Sotto la fatidica soglia del 3% solo nel 2017: 2,8%. «Abbiamo preso la decisione di adattare il passo di riduzione del deficit - spiega Sapin - alla situazione economica del Paese»

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, commenta in questo modo la "disobbedienza" francese e attacca il governo Renzi: "Adesso non ci vengano a dire che non si può fare: la decisione della Francia di disobbedire ai trattati europei è un passo che finalmente va nella direzione giusta. L'Italia faccia come la Francia e disobbedisca ai trattati: aumentando il deficit del 2% ci sarebbero le risorse per fare un milione di posti di lavoro, uscendo dalle politiche recessive e dalle inutili sofferenze a cui il governo Renzi condanna il popolo italiano. Invece di fare il gioco delle 3 carte mettendo il TFR in busta paga - ma i soldi sono sempre dei lavoratori - Renzi metta sul tavolo soldi freschi, smettendola di fare il servo scemo della Merkel".
Ha ragione da vendere Ferrero ma purtroppo gli italiani son fatti cosi'. Credono di essere politicizzati ma non lo sono per niente. Di cosa stiamo parlando in questi giorni se non dell'articolo 18 da eliminare mentre i problemi del paese stanno ben da un'altra parte.

E lor signori lo sanno bene ma sanno pure che davanti trovano solo merli da dar becchime in continuazione perche' di questo hanno bisogno.
Provocano e creano l'attenzione su un problema rilevante per poi in sordina far passare di tutto.

E' una strategia conosciuta da anni e questo serve pure, se ce ne fosse bisogno, per ricattarti poi con delle contropartite.

Se ne riuscissimo a venir fuori senza tante ammaccature sicuramente ci troveremo davanti ad un'altro problema di uguale o maggior importanza.
Questo piccolino amante delle ruote della fortuna va avanti con spot ogni giorno.

Dopo le freddure di questi mesi, proprio oggi dichiara alla stampa che gli straordinari delle forze dell'ordine impegnate negli stadi devono essere pagati dalle società di calcio, non dai cittadini. Lo sa che questo fa "audience" fra il popolo di merli.

Chi di noi non sarebbe d'accordo su questo? L'abbiamo sempre detto o no?

Fa sondare il popolo e quindi sa cosa deve dare e cosa deve prendere senza che se ne accorgano.

Se il popolo chiede "pilu" ti da "pilu" ma ti lascia solo questo sapendo che ti e' piu' che sufficiente anche se casomai piu' tardi te ne accorgi che te l'ha messo in quel posto. Pero' e' troppo tardi e te lo devi tenere.

Gli italiani non son piu' quelli di una volta che appena sentivano l'odore di una disuguaglianza fermavano i treni.

Ora son cambiati perche nel tempo son stati modellati a misura del consumismo e spesso vanno pure in depressione se non riescono a girare e rigirare nei centri commerciali.

Ora ce ne vorra' per smuoverli da questo "torpore" auto-suicida. Sono arrivati a tal punto che vorrebbero far la rivoluzione nel momento in cui dovessero trovarsi personalmente col culo per terra. Purtroppo non e' cosi e di questo devono prenderne atto al piu' presto.

La scuola di Berlusconi ha fatto proseliti anche nel PD ma sopratutto al suo segretario e presidente del consiglio.
Che vogliamo di piu'? Un amaro Lucano?i


un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Il punto


Dopo Crozza, questa sera, a Dimartedì si presenta Bruneo Vespa, fresco fresco dalla presentazione del suo ultimo libro “ITALIANI VOLTAGGABBANA”. Presentazione a cui ha partecipato Silvio Berlusconi. Floris non può fare a meno di approfittare dell’opportunità chiedendo al conduttore di Porta a Porta le ultime notizie fresche fresche sul Cd.

La notizia era già circolata nelle ultime 24 ore. Berlusconi aveva dichiarato: “Salvini farà la punta ed io il regista”. Ma la novità di questa sera è che il capo di FI intende lanciare Salvini candidato premier.

Che questo paese sia allo sfascio in modo irreversibile è un dato di fatto che viene percepito giorno dopo giorno da fasce sempre più larghe della popolazione italiana. Ma che non si abbia la minima volontà di uscire da questa putrefatta e maleodorante palude, oltre essere un fatto avvilente, è anche sconcertante perché ci porta ad affermare che alla fine agli italiani piaccia vivere in queste condizioni precarie, disagiate e senza futuro.

Osservando i termini usati sui media cartacei, c’è una corrente di pensiero che descrive questi giorni come quelli della Terza Repubblica. Mentre altri, più realisticamente li definiscono come solo la coda del berlusconismo. Fino a quando Berlusconi non uscirà completamente di scena, come avvenuto per Mussolini, o Craxi e compagni di merende della Prima Repubblica, non si potrà mai dire di essere entrati in una fase nuova.
Con questa trovata di oggi, si comprende una volontà precisa del boss di FI di non volersi togliere di mezzo tanto facilmente. Silvio si aggrappa disperatamente a tutto quanto possibile la situazione gli offre per non uscire di scena. Nel vivere giorno per giorno la sua complicata vita politica, Berlusconi si aggrappa a tutto ciò che lo può tenere artificialmente in vita. Nei mesi scorsi si è inventato il Patto del Nazareno portato a termine grazie all’influenza di Verdini su Renzi. Con il caso della Regione Emilia, il peso di Salvini è aumentato notevolmente, e Berlusconi intende sfruttarlo.

La tendenza dei commentatori nell’ultima fase politica, è quella di indicare come prossime le elezioni a primavera. Da domenica scorsa questa possibilità è diventata più concreta che mai. Ed ecco che Berlusconi, che non mai stato un politico, fiuta un’ennesima opportunità per salvarsi lanciando Salvini candidato premier, chiedendo unità, unità, unità, a tutto il Cd.
La parabola di Grillo è in fase calante per mancanza di idee e progettazione politico-economica. Se si va ad elezioni a rimetterci saranno solo e soltanto gli italiani perché assisteremo ad uno scontro Salvini – Renzi che si tradurrà nell’ennesima operazione di potere sostenuta da interessi di parte. Niente a che vedere con gli interessi urgenti del sistema paese che ha bisogno prima di arrestare la sua caduta, stabilizzarla e tentare di risalire la china, confidando che il processo della Notte dell’Europa proceda lentamente.

Pensare ad uno scontro tra i due Mattei fa venire i brividi. Non si può voler male all’Italia e agli italiani fino a questo punto.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Il punto

Dalla rassegna stampa di stamani.

Bindi: Se Matteo non cambia, un altro partito.

Quale????

Il dato emiliano ha dato uno scossone alla politica.

Renzi, un bambino nel corpo di un adulto, liquida il tutto con 2 a 0 palla al centro. L'astensione è secondaria.

Da lui non ci si poteva aspettare altro.

Ma i veterani sanno cosa vuol dire il dissenso di 750 mila a sei mesi dalle elezioni di maggio.

E' l'intero Paese che va in frantumi. Grillo come agit prop ci sa fare ma di politica non capisce nulla.

Il centro destra è in subbuglio.
Maucat
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Maucat »

L'unica soluzione è convogliare quei voti mancanti da giugno a adesso al PD, e sono tanti più di quelli che il PD prende adesso, su un nuovo progetto politico CREDIBILE con facce serie e senza i "notabili" di sempre e far questo prima che la destra si riorganizzi e attiri di nuovo consensi.
Solo così si può sperare di trovare una via d'uscita all'attuale situazione.
pancho
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da pancho »

Maucat ha scritto:L'unica soluzione è convogliare quei voti mancanti da giugno a adesso al PD, e sono tanti più di quelli che il PD prende adesso, su un nuovo progetto politico CREDIBILE con facce serie e senza i "notabili" di sempre e far questo prima che la destra si riorganizzi e attiri di nuovo consensi.
Solo così si può sperare di trovare una via d'uscita all'attuale situazione.
concordo pienamente con te. Questa penso sia l'ultima possibilità' che ci viene data. Non approfittarne sarebbe da stolti.
Ma come?

Un salutone da Juan
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Maucat
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Maucat »

Se sapessi come lo avrei già fatto... non faccio il "politico" di professione.
Qui a Roma c'è tanta gente inc****ta ma poi quando gli dici di aggregarsi per qualcosa hanno tutti da fare qualcosa di altro.
Serve un'idea portata avanti da una faccia spendibile e credibile.
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