iL CONFLITO DI INTERESSI
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- Iscritto il: 24/02/2012, 18:16
iL CONFLITO DI INTERESSI
Ieri è uscita la Sistina. Nel senso della proposta sul conflitto d’interessi redatta dal presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Sisto.
Partivamo bene, con quattro proposte – tra cui quella del vostro affezionatissimo (A.C. 1832) – tutte ispirate ad logica di prevenzione, secondo l’esempio degli Stati Uniti, abbandonando quella di un mero accertamento successivo, senza peraltro reali poteri sanzionatori, previsto dalla legge Frattini e criticato da tutti gli organi indipendenti intervenute sul punto: dalla Commissione di Venezia all’Antitrust, che ha la competenza per l’applicazione della legge.
Siamo arrivati – per ora – piuttosto male. Il testo del relatore Sisto, infatti, è più debole di tutti e quattro quelli presentati.
Mancano del tutto, ad esempio, le incompatibilità post-carica, necessarie per evitare fenomeni di indebita influenza e commistione tra interessi che devono rimanere separati.
Manca del tutto il blind trust che anche ieri, durante un seminario all’Università di Pisa, è emerso come lo strumento più efficace di separazione degli interessi, come riconosciuto dallo stesso presidente dell’Antitrust.
Ma anche la prevista gestione fiduciaria non è comunque assistita da garanzie idonee a escludere – in via preventiva – il conflitto d’interessi. La stessa definizione di quest’ultimo risulta troppo farraginosa.
Inoltre non vi sono sanzioni efficaci in caso di violazione degli strumenti di prevenzione.
Infine, il controllo è rimesso a una commissione di cinque persone, molto debole, non assistita da adeguate garanzie di qualificazione e di indipendenza. Anche perché i suoi componenti dovrebbero esercitare le funzioni a titolo gratuito, e quindi necessariamente a tempo molto parziale (salvo che non si tratti di persone molto ricche e magari, quindi, cariche esse stesse di conflitti d’interessi). Inoltre i poteri di cui dispone la commissione ne confermano ulteriormente la debolezza.
Insomma, il lavoro da fare è molto.
Molto di più di quello che ci sarebbe stato da fare rimanendo più fedelmente ancorati ai quattro testi presentati. Per parte mia comincerò presentando una serie di emendamenti migliorativi, contando sulla collaborazione dei colleghi. A partire da quelli di centrosinistra e del Movimento 5 stelle il cui testo non era distante dal mio. Appunto.
Partivamo bene, con quattro proposte – tra cui quella del vostro affezionatissimo (A.C. 1832) – tutte ispirate ad logica di prevenzione, secondo l’esempio degli Stati Uniti, abbandonando quella di un mero accertamento successivo, senza peraltro reali poteri sanzionatori, previsto dalla legge Frattini e criticato da tutti gli organi indipendenti intervenute sul punto: dalla Commissione di Venezia all’Antitrust, che ha la competenza per l’applicazione della legge.
Siamo arrivati – per ora – piuttosto male. Il testo del relatore Sisto, infatti, è più debole di tutti e quattro quelli presentati.
Mancano del tutto, ad esempio, le incompatibilità post-carica, necessarie per evitare fenomeni di indebita influenza e commistione tra interessi che devono rimanere separati.
Manca del tutto il blind trust che anche ieri, durante un seminario all’Università di Pisa, è emerso come lo strumento più efficace di separazione degli interessi, come riconosciuto dallo stesso presidente dell’Antitrust.
Ma anche la prevista gestione fiduciaria non è comunque assistita da garanzie idonee a escludere – in via preventiva – il conflitto d’interessi. La stessa definizione di quest’ultimo risulta troppo farraginosa.
Inoltre non vi sono sanzioni efficaci in caso di violazione degli strumenti di prevenzione.
Infine, il controllo è rimesso a una commissione di cinque persone, molto debole, non assistita da adeguate garanzie di qualificazione e di indipendenza. Anche perché i suoi componenti dovrebbero esercitare le funzioni a titolo gratuito, e quindi necessariamente a tempo molto parziale (salvo che non si tratti di persone molto ricche e magari, quindi, cariche esse stesse di conflitti d’interessi). Inoltre i poteri di cui dispone la commissione ne confermano ulteriormente la debolezza.
Insomma, il lavoro da fare è molto.
Molto di più di quello che ci sarebbe stato da fare rimanendo più fedelmente ancorati ai quattro testi presentati. Per parte mia comincerò presentando una serie di emendamenti migliorativi, contando sulla collaborazione dei colleghi. A partire da quelli di centrosinistra e del Movimento 5 stelle il cui testo non era distante dal mio. Appunto.
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