Francesco un papa ...Cristiano!
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
parole del papa:
La guerra è insita nel DNA del capitalismo.
Dal Papa nulla di nuovo: la guerra è insita nel capitalismo
Pubblicato: 19/08/2014 12:36 CEST Aggiornato: 19/08/2014 12:36 CEST
Nulla di nuovo nelle parole di Papa Francesco: è la terza guerra mondiale. Perché, è ben noto, che la guerra è insita nel dna del capitalismo, nella sua logica, al pari, ieri, del massimo profitto e oggi della rendita finanziaria: la Grande Depressione del 1929 non fu, forse, risolta con la seconda guerra mondiale? Ossia con l'esplosiva ascesa dell'industria bellica? E lo stesso non si è ripetuto nel corso degli anni con l'Algeria, il Viet-Nam, l'Iraq, l'Afganistan e il conflitto israeliano-palestinese?
Che il primo Papa gesuita della Chiesa sia un abile comunicatore, meglio un affabulatore, è arcinoto: ma da questo ad assumerlo come referente culturale, addirittura come un rivoluzionario del pensiero che in altri modi ripete la dottrina classica della Chiesa, specie da una certa sinistra catto-comunista, ce ne corre!
Come smemorati di Collegno, costoro dimenticano, cancellano, le spietate guerre di religione ispirate dal cristianesimo, dimenticano, cancellano, il sempre risorgente imperialismo missionario che ha il suo precedente nella politica della cristianità armata, le crociate, contro l'altra parte non cristiana, per la conversione degli infedeli: una prassi che ha portato a una cattiva guerra, quella delle camere a gas, a una guerra di sterminio, alla guerra in cui non si riconosce all'altra parte se non il dovere di esser eliminata.
Orbene, era il 1977 quando Riccardo Lombardi, di cui il 18 settembre prossimo ricorre il trentennale della cremazione senza riti religiosi, ammoniva:
Ci dobbiamo rendere conto che il capitalismo costa troppo a noi, operai, lavoratori, ceti intermedi e costa troppo al terzo mondo e alla struttura generale dell'umanità. E, se anche esso, dal punto di vista razionale, potesse avere delle possibilità di progredire ancora e di produrre ancora di più, ammesso che lo possa fare, sarebbe lo stesso intollerabile. E non è cosa da poco questo fatto, non è un criterio morale; si tratta di porlo con i piedi per terra, senza bisogno di fare i profeti. Tante volte si è detto che il capitalismo era moribondo, poi si è trasformato e ha saputo reggere alle crisi. [...] La crisi allora oggi lo porta in una delle sue fasi più pericolose, pericolose per lui, ma anche per tutti perchè possono sfociare in guerra
Allergico al compromesso storico sia nella versione togliattiana della svolta di Salerno, il governo di unione nazionale con il Maresciallo fascista Pietro Badoglio che nei governi di unione sacra con la Dc di Alcide Gasperi, che nella versione berlingueriana dei governi di solidarietà nazionale, Lombardi chiese, inutilmentea, alle sinistre, compreso il suo Psi, una profonda ristrutturazione e un programma comune:
Non è un buon governo, è un governo diverso, non è una migliore e più onesta amministrazione ma è il cambiamento delle strutture; bisogna cambiare le strutture perchè la lotta contro il parassitismo, contro le rendite, contro le forme parassitarie, non si farà mai se non a livello marginale: per farla bisogna cambiare il sistema che le produce, che non è la Dc, la quale le utilizza e le aggrava [...] è il sistema che bisogna cambiare
Siamo ancora qui: e quel che è peggio nel più totale vuoto di idee che abbiano un sapore minimo di sinistra in direzione di uguaglianza, libertà, giustizia sociale. Basterebbe riprendere aggiornandole le direttrici, allora, indicate da Lombardi per vivere non tanto meglio quanto diversamente: infrenare le inframmettenze clericali; generalizzazione dell'occupazione attraverso la riduzione del tempo di lavoro; ristrutturazione della produzione e dei consumi: dai beni non durevoli a forte profitto a quelli durevoli e a forte utilità sociale; l'uguaglianza economico-sociale che esalti le differenze e ne promuova di nuove.
La guerra è insita nel DNA del capitalismo.
Dal Papa nulla di nuovo: la guerra è insita nel capitalismo
Pubblicato: 19/08/2014 12:36 CEST Aggiornato: 19/08/2014 12:36 CEST
Nulla di nuovo nelle parole di Papa Francesco: è la terza guerra mondiale. Perché, è ben noto, che la guerra è insita nel dna del capitalismo, nella sua logica, al pari, ieri, del massimo profitto e oggi della rendita finanziaria: la Grande Depressione del 1929 non fu, forse, risolta con la seconda guerra mondiale? Ossia con l'esplosiva ascesa dell'industria bellica? E lo stesso non si è ripetuto nel corso degli anni con l'Algeria, il Viet-Nam, l'Iraq, l'Afganistan e il conflitto israeliano-palestinese?
Che il primo Papa gesuita della Chiesa sia un abile comunicatore, meglio un affabulatore, è arcinoto: ma da questo ad assumerlo come referente culturale, addirittura come un rivoluzionario del pensiero che in altri modi ripete la dottrina classica della Chiesa, specie da una certa sinistra catto-comunista, ce ne corre!
Come smemorati di Collegno, costoro dimenticano, cancellano, le spietate guerre di religione ispirate dal cristianesimo, dimenticano, cancellano, il sempre risorgente imperialismo missionario che ha il suo precedente nella politica della cristianità armata, le crociate, contro l'altra parte non cristiana, per la conversione degli infedeli: una prassi che ha portato a una cattiva guerra, quella delle camere a gas, a una guerra di sterminio, alla guerra in cui non si riconosce all'altra parte se non il dovere di esser eliminata.
Orbene, era il 1977 quando Riccardo Lombardi, di cui il 18 settembre prossimo ricorre il trentennale della cremazione senza riti religiosi, ammoniva:
Ci dobbiamo rendere conto che il capitalismo costa troppo a noi, operai, lavoratori, ceti intermedi e costa troppo al terzo mondo e alla struttura generale dell'umanità. E, se anche esso, dal punto di vista razionale, potesse avere delle possibilità di progredire ancora e di produrre ancora di più, ammesso che lo possa fare, sarebbe lo stesso intollerabile. E non è cosa da poco questo fatto, non è un criterio morale; si tratta di porlo con i piedi per terra, senza bisogno di fare i profeti. Tante volte si è detto che il capitalismo era moribondo, poi si è trasformato e ha saputo reggere alle crisi. [...] La crisi allora oggi lo porta in una delle sue fasi più pericolose, pericolose per lui, ma anche per tutti perchè possono sfociare in guerra
Allergico al compromesso storico sia nella versione togliattiana della svolta di Salerno, il governo di unione nazionale con il Maresciallo fascista Pietro Badoglio che nei governi di unione sacra con la Dc di Alcide Gasperi, che nella versione berlingueriana dei governi di solidarietà nazionale, Lombardi chiese, inutilmentea, alle sinistre, compreso il suo Psi, una profonda ristrutturazione e un programma comune:
Non è un buon governo, è un governo diverso, non è una migliore e più onesta amministrazione ma è il cambiamento delle strutture; bisogna cambiare le strutture perchè la lotta contro il parassitismo, contro le rendite, contro le forme parassitarie, non si farà mai se non a livello marginale: per farla bisogna cambiare il sistema che le produce, che non è la Dc, la quale le utilizza e le aggrava [...] è il sistema che bisogna cambiare
Siamo ancora qui: e quel che è peggio nel più totale vuoto di idee che abbiano un sapore minimo di sinistra in direzione di uguaglianza, libertà, giustizia sociale. Basterebbe riprendere aggiornandole le direttrici, allora, indicate da Lombardi per vivere non tanto meglio quanto diversamente: infrenare le inframmettenze clericali; generalizzazione dell'occupazione attraverso la riduzione del tempo di lavoro; ristrutturazione della produzione e dei consumi: dai beni non durevoli a forte profitto a quelli durevoli e a forte utilità sociale; l'uguaglianza economico-sociale che esalti le differenze e ne promuova di nuove.
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
Gli indifferenti ultima “crociata” di Papa Bergoglio
(Adriano Sofri).
22/09/2014 di triskel182
LE PAROLE pronunciate ieri da papa Francesco a Tirana sarebbero ovvie se non fosse per il contesto.
Di luogo, perché l’Albania è un paese di maggioranza musulmana, con una forte presenza cristiana, cattolica e ortodossa.
E di tempo, per le violenze e le minacce che il sedicente Stato Islamico fa incombere su chiunque non renda omaggio alla sua caricatura di religione. Il luogo, intanto. Il papa che aveva scelto Lampedusa per il suo primo viaggio da pontefice, ha scelto l’Albania, già visitata da Giovanni Paolo II nel 1993, per il primo viaggio europeo.
La convivenza fra le fedi che ha voluto lodare e raccomandare è qui l’erede di una tirannide accanitamente ateistica che opprimeva ogni desiderio religioso e, quanto ai cristiani, aveva ucciso decine di sacerdoti e «distrutto 1820 chiese, trasformandone alcune in cinema e palestre».
Nella discussione incandescente dei giorni scorsi sull’abuso di religione qualcuno aveva osservato che i non credenti sono nel mondo d’oggi i meno disposti all’intolleranza e alla violenza: argomento non infondato (i non credenti passano inosservati nelle descrizioni dello stato del mondo) ma ancora oscurato dalle sciagure dei paradisi terrestri totalitari e delle loro superstizioni. «Nessuno — ha ammonito il papa — pensi di potersi fare scudo di Dio mentre progetta e compie atti di violenza e di sopraffazione! Nessuno prenda a pretesto la religione per le proprie azioni contrarie alla dignità dell’uomo e ai suoi diritti fondamentali, in primo luogo quello alla vita e alla libertà religiosa per tutti!». Parole che rimandano immediatamente ai cristiani, agli yazidi, ai sunniti renitenti braccati nella tempesta islamista irachena da giugno a oggi.
Ma riguardano la persecuzione religiosa che infuria in tanta parte dell’Africa e dell’Asia, che uccide e caccia i cristiani, eccita l’odio fra musulmani e indù, proclama la guerra totale fra sunniti e sciiti e dentro le rispettive sette. Una sorte singolare aveva accolto le parole del papa al ritorno dalla Corea.
Si era detto per un verso che finalmente rinnegavano la millenaria dottrina della “guerra giusta”, e per l’opposto che finalmente autorizzavano l’intervento contro gli aggressori. Qualunque fosse l’interpretazione, si trattava di una “svolta”: è il destino del papa Francesco, che tutto quel che dice si muti in svolta. In realtà il malinteso stava nell’immagine, efficace e anche lei non originale, di una terza guerra mondiale a pezzi, che induceva a estendere la nozione di guerra anche alla risposta necessaria.
La Chiesa, che ha i suoi fanatici, ha tuttavia rinunciato da tempo alla guerra giusta, non solo perché, come ha (ovviamente) esclamato Francesco a Redipuglia, «la guerra è una follia!»; ma perché la guerra esige una parte schierata contro un’altra parte, e a scanso che ciò possa ancora avvenire, è una comunità internazionale senza parte che deve prevenire la violenza e punirla quando non si lascia addomesticare.
Così, a fine agosto, parlando di Iraq e Siria, il papa aveva detto che «è lecito fermare l’aggressore ingiusto. Sottolineo il verbo: fermare. Non dico bombardare o fare la guerra.
Dico: fermarlo. I mezzi con i quali si possono fermare dovranno essere valutati…». L’altra faccia del malinteso stava in quel «non dico bombardare o fare la guerra». Pressoché inavvertitamente, fare la guerra o bombardare erano detti come sinonimi, o come passi successivi: ma anche la più compatta e introvabile delle comunità internazionali, il Consiglio di sicurezza unanime e l’intera Assemblea generale, avrebbero potuto fermare il sedicente Califfato durante l’esodo dei cristiani e l’assedio degli yazidi sul monte Sinjar senza, com’è avvenuto, «bombardare»? Fin dall’appello al dovere dell’ingerenza umanitaria di papa Wojtyla a Sarajevo, la Chiesa ha fatto propria più limpidamente degli Stati europei e dell’orpello dei loro 28 eserciti nazionali l’idea di una polizia internazionale. La quale però non si distingue da una polizia nazionale, e d’altra parte dall’azione di guerra, per i mezzi usati, bensì per la loro proporzione con la minaccia cui risponde, oltre che per il rispetto del diritto e la premura alle vite umane.
In quel discorso improvvisato sull’aereo, Francesco aveva aggiunto anche che «fermare l’aggressore ingiusto è un diritto dell’umanità, ma è anche un diritto che ha l’aggressore di essere fermato perché non faccia il male». Poteva sembrare un complemento utopistico, o appunto francescano, il diritto del lupo a non essere lupo, ma aveva un senso: perché una volta fermato, l’aggressore potrebbe accorgersi della bruttezza, oltre che dell’infamia, della sua esistenza. Potrebbe avere compassione di sé, una volta fermato. Il papa ha cura di vedere quale macchina stia dietro le prime file dei tagliatori di teste e degli stupratori. Gli uomini del «A me che importa?», e gli «affaristi della guerra», come li ha chiamati a Redipuglia. «Forse guadagnano tanto, ma il loro cuore corrotto ha perso la capacità di piangere … E questa è l’ora del pianto». Non solo del pianto.
Da La Repubblica del 22/09/2014.
(Adriano Sofri).
22/09/2014 di triskel182
LE PAROLE pronunciate ieri da papa Francesco a Tirana sarebbero ovvie se non fosse per il contesto.
Di luogo, perché l’Albania è un paese di maggioranza musulmana, con una forte presenza cristiana, cattolica e ortodossa.
E di tempo, per le violenze e le minacce che il sedicente Stato Islamico fa incombere su chiunque non renda omaggio alla sua caricatura di religione. Il luogo, intanto. Il papa che aveva scelto Lampedusa per il suo primo viaggio da pontefice, ha scelto l’Albania, già visitata da Giovanni Paolo II nel 1993, per il primo viaggio europeo.
La convivenza fra le fedi che ha voluto lodare e raccomandare è qui l’erede di una tirannide accanitamente ateistica che opprimeva ogni desiderio religioso e, quanto ai cristiani, aveva ucciso decine di sacerdoti e «distrutto 1820 chiese, trasformandone alcune in cinema e palestre».
Nella discussione incandescente dei giorni scorsi sull’abuso di religione qualcuno aveva osservato che i non credenti sono nel mondo d’oggi i meno disposti all’intolleranza e alla violenza: argomento non infondato (i non credenti passano inosservati nelle descrizioni dello stato del mondo) ma ancora oscurato dalle sciagure dei paradisi terrestri totalitari e delle loro superstizioni. «Nessuno — ha ammonito il papa — pensi di potersi fare scudo di Dio mentre progetta e compie atti di violenza e di sopraffazione! Nessuno prenda a pretesto la religione per le proprie azioni contrarie alla dignità dell’uomo e ai suoi diritti fondamentali, in primo luogo quello alla vita e alla libertà religiosa per tutti!». Parole che rimandano immediatamente ai cristiani, agli yazidi, ai sunniti renitenti braccati nella tempesta islamista irachena da giugno a oggi.
Ma riguardano la persecuzione religiosa che infuria in tanta parte dell’Africa e dell’Asia, che uccide e caccia i cristiani, eccita l’odio fra musulmani e indù, proclama la guerra totale fra sunniti e sciiti e dentro le rispettive sette. Una sorte singolare aveva accolto le parole del papa al ritorno dalla Corea.
Si era detto per un verso che finalmente rinnegavano la millenaria dottrina della “guerra giusta”, e per l’opposto che finalmente autorizzavano l’intervento contro gli aggressori. Qualunque fosse l’interpretazione, si trattava di una “svolta”: è il destino del papa Francesco, che tutto quel che dice si muti in svolta. In realtà il malinteso stava nell’immagine, efficace e anche lei non originale, di una terza guerra mondiale a pezzi, che induceva a estendere la nozione di guerra anche alla risposta necessaria.
La Chiesa, che ha i suoi fanatici, ha tuttavia rinunciato da tempo alla guerra giusta, non solo perché, come ha (ovviamente) esclamato Francesco a Redipuglia, «la guerra è una follia!»; ma perché la guerra esige una parte schierata contro un’altra parte, e a scanso che ciò possa ancora avvenire, è una comunità internazionale senza parte che deve prevenire la violenza e punirla quando non si lascia addomesticare.
Così, a fine agosto, parlando di Iraq e Siria, il papa aveva detto che «è lecito fermare l’aggressore ingiusto. Sottolineo il verbo: fermare. Non dico bombardare o fare la guerra.
Dico: fermarlo. I mezzi con i quali si possono fermare dovranno essere valutati…». L’altra faccia del malinteso stava in quel «non dico bombardare o fare la guerra». Pressoché inavvertitamente, fare la guerra o bombardare erano detti come sinonimi, o come passi successivi: ma anche la più compatta e introvabile delle comunità internazionali, il Consiglio di sicurezza unanime e l’intera Assemblea generale, avrebbero potuto fermare il sedicente Califfato durante l’esodo dei cristiani e l’assedio degli yazidi sul monte Sinjar senza, com’è avvenuto, «bombardare»? Fin dall’appello al dovere dell’ingerenza umanitaria di papa Wojtyla a Sarajevo, la Chiesa ha fatto propria più limpidamente degli Stati europei e dell’orpello dei loro 28 eserciti nazionali l’idea di una polizia internazionale. La quale però non si distingue da una polizia nazionale, e d’altra parte dall’azione di guerra, per i mezzi usati, bensì per la loro proporzione con la minaccia cui risponde, oltre che per il rispetto del diritto e la premura alle vite umane.
In quel discorso improvvisato sull’aereo, Francesco aveva aggiunto anche che «fermare l’aggressore ingiusto è un diritto dell’umanità, ma è anche un diritto che ha l’aggressore di essere fermato perché non faccia il male». Poteva sembrare un complemento utopistico, o appunto francescano, il diritto del lupo a non essere lupo, ma aveva un senso: perché una volta fermato, l’aggressore potrebbe accorgersi della bruttezza, oltre che dell’infamia, della sua esistenza. Potrebbe avere compassione di sé, una volta fermato. Il papa ha cura di vedere quale macchina stia dietro le prime file dei tagliatori di teste e degli stupratori. Gli uomini del «A me che importa?», e gli «affaristi della guerra», come li ha chiamati a Redipuglia. «Forse guadagnano tanto, ma il loro cuore corrotto ha perso la capacità di piangere … E questa è l’ora del pianto». Non solo del pianto.
Da La Repubblica del 22/09/2014.
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
Nel segno di Francesco - 1
Al Tg7 delle 20,00 Mentana annuncia in esclusiva che un arcivescovo polacco è stato arrestato per pedofilia dietro le mura Leonine.
E' la prima volta nella storia Vaticana.
Al Tg7 delle 20,00 Mentana annuncia in esclusiva che un arcivescovo polacco è stato arrestato per pedofilia dietro le mura Leonine.
E' la prima volta nella storia Vaticana.
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
camillobenso ha scritto:Nel segno di Francesco - 1
Al Tg7 delle 20,00 Mentana annuncia in esclusiva che un arcivescovo polacco è stato arrestato per pedofilia dietro le mura Leonine.
E' la prima volta nella storia Vaticana.
Speriamo che... nel segno di Francesco, ci siano tante altre "prime volte".
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
Lo spero anche io.
Dovrebbe per esempio far riesumare Albino Luciani e far fare esami accurati e poi chiarire tutto sulla Orlandi
Dovrebbe per esempio far riesumare Albino Luciani e far fare esami accurati e poi chiarire tutto sulla Orlandi
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
In questo momento di sottovuoto spinto, di mancanza assoluta di riferimenti, il vero capo della sinistra è Francesco.
Da queste parti, ex cittadella rossa, dopo un’ulteriore sbandamento verso Renzi, che sta velocemente rientrando in queste settimane, ma che comunque esprime un governo della città di sinistra o di quello che ne è rimasto, ininterrottamente dal 1946, il vero punto di riferimento rimane Francesco.
L’aspetto più stupefacente che meriterebbe uno studio sociologico approfondito, è che la maggioranza di coloro che sono di sinistra sono atei. Ancora di più. Ci sta un vecchio sindacalista ottantenne, un vecchio residuato di quel Pci che guardava a Mosca come la Mecca, fedele al vecchio apparato comunista, che considera Berlinguer un traditore per essere passato sotto la Nato, dimenticando che poi quel mondo è caduto dopo la caduta del Muro di Berlino, che però ha una grande ammirazione e stima per Francesco.
Pur essendo stato senz’altro, conoscendo il personaggio, un grande mangiapreti da giovane.
L’ultimo che ha professato la sua stima per Francesco è stato Santoro giovedì scorso a Servizio Pubblico.
Ma è solo l’ultimo, perché Francesco è un’intoccabile per:
Maurizio Crozza,
Dario Fo, che credo sia ateo,
ed altri ancora che mentre sto scrivendo non mi vengono in mente.
Francesco non piace invece ai cattolici. Socci, di Comunione e Liberazione, gli si sta scagliando contro in tutti i modi, compreso il fatto di contestare la sua elezione, ritenuta fasulla.
Da queste parti, ex cittadella rossa, dopo un’ulteriore sbandamento verso Renzi, che sta velocemente rientrando in queste settimane, ma che comunque esprime un governo della città di sinistra o di quello che ne è rimasto, ininterrottamente dal 1946, il vero punto di riferimento rimane Francesco.
L’aspetto più stupefacente che meriterebbe uno studio sociologico approfondito, è che la maggioranza di coloro che sono di sinistra sono atei. Ancora di più. Ci sta un vecchio sindacalista ottantenne, un vecchio residuato di quel Pci che guardava a Mosca come la Mecca, fedele al vecchio apparato comunista, che considera Berlinguer un traditore per essere passato sotto la Nato, dimenticando che poi quel mondo è caduto dopo la caduta del Muro di Berlino, che però ha una grande ammirazione e stima per Francesco.
Pur essendo stato senz’altro, conoscendo il personaggio, un grande mangiapreti da giovane.
L’ultimo che ha professato la sua stima per Francesco è stato Santoro giovedì scorso a Servizio Pubblico.
Ma è solo l’ultimo, perché Francesco è un’intoccabile per:
Maurizio Crozza,
Dario Fo, che credo sia ateo,
ed altri ancora che mentre sto scrivendo non mi vengono in mente.
Francesco non piace invece ai cattolici. Socci, di Comunione e Liberazione, gli si sta scagliando contro in tutti i modi, compreso il fatto di contestare la sua elezione, ritenuta fasulla.
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
Sei certo, caro camillo, che la maggioranza di coloro che sono di sinistra sono atei?
Non ne sarei del tutto convinto.
Ma poi... gli atei ...esistono??
Di una cosa sono convinto che un cristiano cattolico non possa essere di destra.
Un saluto erding
Non ne sarei del tutto convinto.
Ma poi... gli atei ...esistono??
Di una cosa sono convinto che un cristiano cattolico non possa essere di destra.
Un saluto erding
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
Papa Francesco, Leoncavallo: “Parole più a sinistra di quelle dei partiti di sinistra”
“Non ci si preoccupi troppo, il Leoncavallo non si è convertito” hanno assicurato dallo storico centro sociale milanese che martedì ha ascoltato “con favore” il messaggio di Bergoglio che in Vaticano ha incontrato movimenti popolari, campesinos e centri sociali, ambulanti e senza-terra, cartoneros e abitanti delle periferie
Le parole di Papa Francesco all’incontro con i movimenti di base al Leoncavallo “a tratti sono sembrate molto più a sinistra di quelle di partiti che dovrebbero esserlo nel proprio Dna”. “Non ci si preoccupi troppo, il Leoncavallo non si è convertito” hanno assicurato dallo storico centro sociale milanese che ha ascoltato “con favore” il messaggio di Bergoglio. “Abbiamo avuto la sensazione di vivere in un mondo alla rovescia – hanno aggiunto – ma lo stupore, abbiamo imparato, fa parte del nostro camminare domandando”.
Lo spirito con cui il ‘Leonka’ è andato in Vaticano è lo stesso con cui mandò una delegazione a Porto Alegre nel 2002. ”Capimmo che in quel continente i linguaggi del cambiamento erano due: quello delle sinistre e quello del cattolicesimo sociale. Quella rete mondiale di relazioni che si opponeva alla globalizzazione ha continuato a esistere, a comunicare e a lottare nelle grandi occasioni di incontri mondiali e nel locale, anche quando i riflettori erano spenti, Così abbiamo fatto noi e così i nostri compagni degli altri continenti”.
L’amore per i poveri è alla base del Vangelo e dunque non è “ideologia” operare per la difesa degli ultimi del pianeta. “Se parlo di terra, casa e lavoro per alcuni il Papa è comunista” e invece “quello per cui voi lottate sono diritti sacri“. ha detto ieri pontefice all’incontro con movimenti popolari, campesinos e centri sociali, ambulanti e senza-terra, cartoneros e abitanti delle periferie. E li ha incoraggiati ad andare avanti. Un lungo discorso nella lingua del cuore, lo spagnolo, in parte a braccio, nel quale il Papa non ha avuto timore di pronunciare più volte la parola “lotta”. “Continuate con la vostra lotta fate bene a tutti”. Con un avvertimento: il sistema va cambiato “con coraggio ma anche con intelligenza, con tenacia ma senza fanatismo, con passione ma senza violenza”.
La platea, circa trecento persone, è stata di quelle mai viste all’interno della mura Leonine: i movimenti popolari dell’America Latina ma ci sono no-global di tutto il mondo. A rappresentare l’Italia il Centro sociale Leoncavallo, Banca Etica, Genuino Clandestino e la Fabbrica Recuperata Rimaflow. Ai movimenti il Papa conferma che sta scrivendo un’Enciclica sull’ecologia. “Siate certi che le vostre preoccupazioni saranno presenti in essa”. E anche l’incoraggiamento. “Avete i piedi nel fango e le mani nella carne, odorate di quartiere, di popolo di lotta, siete un torrente di energia morale”. E allora “il vento di promessa, che ravviva la speranza in un mondo migliore, si trasformi in un uragano. Questo – ha concluso Francesco – è il mio desiderio”. E anche i rosari distribuiti alla fine dell’incontro erano in ‘tema’ con la giornata. Tutti rigorosamente fatti a mano da artigiani, cartoneros e lavoratori dell’economia popolare dell’America Latina.
“Non ci si preoccupi troppo, il Leoncavallo non si è convertito” hanno assicurato dallo storico centro sociale milanese che martedì ha ascoltato “con favore” il messaggio di Bergoglio che in Vaticano ha incontrato movimenti popolari, campesinos e centri sociali, ambulanti e senza-terra, cartoneros e abitanti delle periferie
Le parole di Papa Francesco all’incontro con i movimenti di base al Leoncavallo “a tratti sono sembrate molto più a sinistra di quelle di partiti che dovrebbero esserlo nel proprio Dna”. “Non ci si preoccupi troppo, il Leoncavallo non si è convertito” hanno assicurato dallo storico centro sociale milanese che ha ascoltato “con favore” il messaggio di Bergoglio. “Abbiamo avuto la sensazione di vivere in un mondo alla rovescia – hanno aggiunto – ma lo stupore, abbiamo imparato, fa parte del nostro camminare domandando”.
Lo spirito con cui il ‘Leonka’ è andato in Vaticano è lo stesso con cui mandò una delegazione a Porto Alegre nel 2002. ”Capimmo che in quel continente i linguaggi del cambiamento erano due: quello delle sinistre e quello del cattolicesimo sociale. Quella rete mondiale di relazioni che si opponeva alla globalizzazione ha continuato a esistere, a comunicare e a lottare nelle grandi occasioni di incontri mondiali e nel locale, anche quando i riflettori erano spenti, Così abbiamo fatto noi e così i nostri compagni degli altri continenti”.
L’amore per i poveri è alla base del Vangelo e dunque non è “ideologia” operare per la difesa degli ultimi del pianeta. “Se parlo di terra, casa e lavoro per alcuni il Papa è comunista” e invece “quello per cui voi lottate sono diritti sacri“. ha detto ieri pontefice all’incontro con movimenti popolari, campesinos e centri sociali, ambulanti e senza-terra, cartoneros e abitanti delle periferie. E li ha incoraggiati ad andare avanti. Un lungo discorso nella lingua del cuore, lo spagnolo, in parte a braccio, nel quale il Papa non ha avuto timore di pronunciare più volte la parola “lotta”. “Continuate con la vostra lotta fate bene a tutti”. Con un avvertimento: il sistema va cambiato “con coraggio ma anche con intelligenza, con tenacia ma senza fanatismo, con passione ma senza violenza”.
La platea, circa trecento persone, è stata di quelle mai viste all’interno della mura Leonine: i movimenti popolari dell’America Latina ma ci sono no-global di tutto il mondo. A rappresentare l’Italia il Centro sociale Leoncavallo, Banca Etica, Genuino Clandestino e la Fabbrica Recuperata Rimaflow. Ai movimenti il Papa conferma che sta scrivendo un’Enciclica sull’ecologia. “Siate certi che le vostre preoccupazioni saranno presenti in essa”. E anche l’incoraggiamento. “Avete i piedi nel fango e le mani nella carne, odorate di quartiere, di popolo di lotta, siete un torrente di energia morale”. E allora “il vento di promessa, che ravviva la speranza in un mondo migliore, si trasformi in un uragano. Questo – ha concluso Francesco – è il mio desiderio”. E anche i rosari distribuiti alla fine dell’incontro erano in ‘tema’ con la giornata. Tutti rigorosamente fatti a mano da artigiani, cartoneros e lavoratori dell’economia popolare dell’America Latina.
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
“Se parlo di terra, casa e lavoro per alcuni il Papa è comunista” e invece “quello per cui voi lottate sono diritti sacri“.
Questa frase campeggiava ieri su tutti i quotidiani
Questa frase campeggiava ieri su tutti i quotidiani
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
31 ottobre 2014
Crozza-Bergoglio rimprovera Renzi: "Non posso fare tutto io"
Nel Paese delle Meraviglie di crozza si siedono allo stesso tavolo Papa Bergoglio e Matteo Renzi. Il Crozza-Pontefice ce l'ha col premier: "Mi sono dovuto occupare io dei lavoratori di meridiana e della Thyssen. Io mi occupo di vangelo, sei tu l'uomo della sinistra. Non posso fare tutto io". E il comico, nei panni del premier, ammette: "Non mi piace il disagio degli operai che non arrivano a fine mese. Mi piace cenare con Marchionne e incontrare Farinetti da Eataly"
video La7
Da non perdere
Papa Bergoglio oggi può essere fondamentale per meglio indirizzare l'opinione degli italiani su Renzi e il renzismo,
cosa da non trascurare rispetto al passato . Molte cose sono cambiate da quando nelle elezioni del 2008 la Sinistra arcobaleno arrivò appena al 3% , allora c'era ancora un PD di centro-sinstra, c'era una FI in vigore, c'era una situazione del paese del tutto diversa, quindi non dobbiamo piangerci addosso.
Crozza-Bergoglio rimprovera Renzi: "Non posso fare tutto io"
Nel Paese delle Meraviglie di crozza si siedono allo stesso tavolo Papa Bergoglio e Matteo Renzi. Il Crozza-Pontefice ce l'ha col premier: "Mi sono dovuto occupare io dei lavoratori di meridiana e della Thyssen. Io mi occupo di vangelo, sei tu l'uomo della sinistra. Non posso fare tutto io". E il comico, nei panni del premier, ammette: "Non mi piace il disagio degli operai che non arrivano a fine mese. Mi piace cenare con Marchionne e incontrare Farinetti da Eataly"
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Papa Bergoglio oggi può essere fondamentale per meglio indirizzare l'opinione degli italiani su Renzi e il renzismo,
cosa da non trascurare rispetto al passato . Molte cose sono cambiate da quando nelle elezioni del 2008 la Sinistra arcobaleno arrivò appena al 3% , allora c'era ancora un PD di centro-sinstra, c'era una FI in vigore, c'era una situazione del paese del tutto diversa, quindi non dobbiamo piangerci addosso.
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