LA LUNGA AGONIA ITALIANA

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
Maucat
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Re: LA LUNGA AGONIA ITALIANA

Messaggio da Maucat »

Non basta la Troika europea, da Bruxelles devono proprio chiudere il nostro Parlamento e amministrarci da li cacciando tutti gli attuali nostri governanti... :(
erding
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Re: LA LUNGA AGONIA ITALIANA

Messaggio da erding »

Maucat ha scritto:Non basta la Troika europea, da Bruxelles devono proprio chiudere il nostro Parlamento e amministrarci da li cacciando tutti gli attuali nostri governanti... :(

È vero che, finora abbiamo dimostrato di non esserne capaci, ma il cacciarli tocca a noi.
È il minimo che potremmo fare per sperare in un possibile(?) riscatto.
Ultima modifica di erding il 11/12/2014, 16:36, modificato 1 volta in totale.
paolo11
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Re: LA LUNGA AGONIA ITALIANA

Messaggio da paolo11 »

Un grande errore Dell'Europa è stato quello di acettare nazioni con redditi da lavoro dipendenti diversi uno dall'altro.Quindi
si è verificato lo spostamento di aziende ecc....dove conveniva di piu.Certamente non è stata fatta L'europa unita per i lavoratori ecc...
Ciao
paolo11
iospero
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Re: LA LUNGA AGONIA ITALIANA

Messaggio da iospero »

DA CIWATI
Il ricattone


Se non fate quello che dico io, si va a votare.

Sai che roba: secondo me bisognava aver già votato. E sai che paura: se si andasse a votare ora, i risultati del governo più frettoloso del mondo starebbero a zero.

Se volete votare quest’anno c’è il Mattarellum, l’anno prossimo l’Italicum.

Unico paese al mondo che ha un sistema elettorale per oggi, uno per domani e uno per dopodomani. Una cosa da matti, ma vuoi mettere la suspense?

Se il Parlamento cambia la Costituzione, il governo si dimette.

Peccato che sia il Parlamento e non il governo a cambiare la Costituzione.

Con questo Parlamento non si riescono a fare le riforme.

E allora perché hai deciso di diventare premier senza passare dal voto e di prolungare i tempi delle larghe intese fino al 2018?

Se volete discutere, allora pubblico le spese delle segreterie precedenti.

La domanda è: se sono così interessanti, perché non le pubblichi subito. E perché non pubblichi anche le voci di entrate delle cene? Perché la privacy vale per gli uni e non per gli altri? E perché non hai chiesto la liberatoria?

Insomma, il ricattone assomiglia tanto a un bluff. E la verità è che a votare ci vuole andare il premier.
camillobenso
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Re: LA LUNGA AGONIA ITALIANA

Messaggio da camillobenso »

La fine della seconda Repubblica.


Vescovi a Napolitano: “Un corrotto è più eversivo di un anti-politico onesto”
Politica & Palazzo

"Corruzione e antipolitica sono il risultato della mancanza di etica all’interno della politica", ha spiegato a Radio Vaticana monsignor Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso e presidente della Commissione Cei per gli affari sociali e il lavoro: una risposta al capo dello Stato che mercoledì si era schierato contro la "antipolitica che è patologia eversiva"
di Marco Pasciuti | 11 dicembre 2014

Si guardano dalle due rive opposte del Tevere, la Conferenza Episcopale Italiana e il Quirinale. E da oggi a dividerli, oltre al fiume, c’è anche la valutazione delle conseguenze che la corruzione comporta per la vita politica nel Paese. Un “politico corrotto” è “più eversivo” di chi fa antipolitica in maniera onesta, ha scandito alla Radio Vaticana Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso Bojano e presidente della Commissione Cei per gli affari sociali e il lavoro. Una precisa risposta a Giorgio Napolitano che con l’opinione pubblica ancora attonita di fonte all’inchiesta “Mondo di mezzo”, l’inchiesta che ha svelato gli indicibili accordi tra la criminalità e la politica romana, ha ritenuto opportuno scagliarsi contro la “antipolitica” che è “patologia eversiva“. A poche ore di distanza, la Conferenza dei vescovi è l’unica istituzione a prendere una posizione critica sulle parole dell’inquilino del Colle.

Con la tempesta di Mafia Capitale che soffia furiosa sulle istituzioni e sui palazzi del potere romano, uno dei pochi spiragli di luce sembra arrivare da oltretevere. “Corruzione e antipolitica, alla fine, sono il medesimo risultato triste di un fenomeno di mancanza di etica all’interno della politica – ha spiegato monsignor Bregantini – dobbiamo creare un’economia dove le decisioni non siano prese da pochi in stanze oscure, ma che siano trasparenti. Ci devono essere organi di controllo, la partecipazione della base. E’ il buio che crea la corruzione o l’antipolitica”. Le parole dell’arcivescovo suonano come una chiara risposta a Giorgio Napolitano: “La critica della politica e dei partiti, preziosa e feconda nel suo rigore, purché non priva di obiettività, senso della misura e capacità di distinguere è degenerata in anti-politica, cioè in patologia eversiva“, aveva detto il capo dello Stato mercoledì all’Accademia dei Lincei, scatenando la reazione del Movimento 5 Stelle e della rete Internet.

Alla domanda se sia più eversivo un politico corrotto o un antipolitico onesto, il capo-commissione Cei risponde senza titubanze: “Un politico corrotto“. “E’ la corruzione che crea entrambi i guai: l’allontanamento dalla politica e poi, di conseguenza, il disservizio – è il punto di partenza del ragionamento di Bregantini – però, non stiamo lì tutti, con l’indice puntato contro pochi; dobbiamo tutti insieme dire: creiamo delle istituzioni partecipative che ci permettano di tenere sotto controllo i politici, non solo additandoli ma condividendo, imparando però anche da noi stessi che il denaro, se non lo sai usare, ti schiavizza”. Bregantini si dice preoccupato per la situazione politico-sociale ed economica dell’Italia, “però – aggiunge – c’è anche una fortissima reazione morale che c’è stata, ad esempio, dopo la questione di Roma: ha dimostrato che c’è una società sana, che non si rassegna“.

Un intervento che si iscrive nel solco della linea dettata da Papa Francesco fin dai primi mesi di pontificato. Era il 25 luglio 2013 quando da una favela di Rio il pontefice esortava i giovani a “non scoraggiarsi mai” nonostante la “corruzione da persone che, invece di cercare il bene comune, cercano il proprio interesse”, e si ripeteva l’8 novembre scagliandosi contro la “dea tangente“. Le “forme di corruzione, oggi così capillarmente diffuse offendono gravemente Dio”, avvertiva il 12 dicembre mentre i richiami più forti sono arrivati nel 2014, il secondo anno di pontificato, a cominciare dalla messa tenuta in Vaticano per i politici durante la quale il 24 marzo Francesco disse: “No alla corruzione, agli interessi di partito e ai dottori del dovere e ai sepolcri imbiancati”. I danni causati dai “corrotti economici, corrotti politici o corrotti ecclesiastici li pagano i poveri“, avvertiva Bergoglio il 6 giugno per poi tornare sull’argomento poco più di un mese fa, il 23 ottobre: “Le forme di corruzione che bisogna perseguire con maggiore severità sono quelle che causano gravi danni sociali come le frodi contro la pubblica amministrazione o l’esercizio sleale dell’amministrazione o qualsiasi sorta di ostacolo alla giustizia“.

Ha scelto una personalità di alto profilo, la Conferenza Episcopale Italiana, per commentare le parole del presidente della Repubblica. Presidente della Commissione vescovile per gli affari sociali e il lavoro, prima di arrivare a Campobasso nel 2007, Giancarlo Maria Bregantini è stato un vescovo di frontiera: per 13 anni ha guidato la diocesi di Locri, dove scelse per sé un ruolo di forte opposizione alla criminalità organizzata. Quando nell’ottobre del 2005 venne ucciso Francesco Fortugno, vicepresidente della Regione Calabria, Bregantini aveva incoraggiato i giovani a scendere in piazza e far sentire la loro voce contro la mafia. La sua azione contro la ‘ndrangheta ha guadagnato la ribalta dopo la strage di Duisburg, quando aveva ottenuto che per le vittime ci fossero i funerali pubblici, era riuscito a incidere sulle donne nel tentativo di riportare la pace tra le famiglie della faida di San Luca e si era recato in Germania per incontrare gli emigrati calabresi. Ma sono in molti ancora quelli che lo rimpiangono nella Locride anche per il suo ruolo di organizzatore ed ideatore di tante cooperative sociali che hanno dato lavoro ai giovani dell’area, una delle più povere e violente della regione. Quest’anno Papa Bergoglio gli ha affidato la redazione delle meditazioni della via crucis al Colosseo e secondo voci che circolano oltretevere ha le carte in regola per approdare alla guida di una grande diocesi come Roma e Napoli o per un incarico di rilievo all’interno della curia romana.
di Marco Pasciuti | 11 dicembre 2014

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12 ... a/1267455/
camillobenso
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Re: LA LUNGA AGONIA ITALIANA

Messaggio da camillobenso »

La fine della seconda Repubblica.


POLITICA & PALAZZO
Corruzione, Re Giorgio Napolitano è nudo. Davanti ai vescovi
di Peter Gomez | 11 dicembre 2014


In un Paese di ipocriti a dire che il re è nudo alla fine deve essere un prete. “È più eversivo un politico corrotto di un antipolitico onesto” spiega con normale buon senso l’arcivescovo di Campobasso monsignor Giancarlo Bregantini, capo della commissione episcopale sul lavoro della Cei, a cui papa Bergoglio ha quest’anno affidato la redazione delle meditazioni della via Crucis al Colosseo. E le sue parole, che arrivano a commento dell’ultimo intervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, suonano rivoluzionarie.

Come al solito, dopo il monito presidenziale che ha indicato l’anti-politica come “la più grave delle patologie cui siamo chiamati a far fronte”, in pochi hanno proferito pubblicamente parola. Certo, si sono fatti sentire sulla Rete molti italiani. Ha protestato come ovvio Beppe Grillo. Ma gli altri, gli osservatori, i cosiddetti intellettuali, gli uomini di partito e i commentatori di quasi tutti i giornali, hanno taciuto. Fermi, immobili, tutti sull’attenti. E non per il rispetto che si deve a un uomo molto anziano o alla fondamentale carica istituzionale che ricopre: sono rimasti invece zitti un po’ per interesse (c’è chi fa parte del sistema) e un po’ per vigliaccheria (a mettersi contro il Quirinale non si fa molta carriera).
[b]Così per 24 ore nella nazione più corrotta d’Europa è stato quasi impossibile trovare qualcuno che dicesse ciò che è ovvio: sull’anti-politica ogni opinione pro o contro ha diritto di cittadinanza. E quella di chi in teoria (molto in teoria, secondo noi) è chiamato a difendere la Costituzione, ne ha più di ogni altra. Ma sostenere che si tratta del problema maggiore cui “un paese civile”deve far fronte è semplicemente falso. E chi lo dice dimentica, si spera solo a causa dell’incedere degli anni, mafia, camorra, ‘ndrangheta.[/b] Scorda gli amministratori pubblici (moltissimi, ma non tutti) o le aziende e le coop (molte, ma non tutte) che rubano a man bassa.

Povera Italia e poveri italiani che, quasi per un paradosso della storia, oggi devono assistere alla strana scena in cui un vescovo, costretto a lasciare la diocesi di Locri e Gerace perché minacciato dalle ‘ndrine, ricorda a un ex comunista insediato al Quirinale come stanno le cose: “Corruzione e antipolitica sono il medesimo triste risultato della mancanza di etica all’interno della politica”. Per uscirne non servono moniti, ma “decisioni non prese da pochi in stanze oscure”, “ci devono essere organi di controllo e partecipazione della base. È il buio che crea la corruzione o l’anti-politica”.

Presidente, faccia uno sforzo, prima di dimettersi lo dica anche Lei.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12 ... i/1267770/
camillobenso
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Re: LA LUNGA AGONIA ITALIANA

Messaggio da camillobenso »


La fine della seconda Repubblica.




il Fatto 11.12.14
Gianfranco Pasquino Il politologo
“Giorgio ha fallito, avremo una successione farsa”
di Emiliano Liuzzi

Ha appena ascoltato il discorso del presidente Giorgio Napolitano all’Accademia dei Lincei, Gianfranco Pasquino, politologo. Lo ha ascoltato e riletto. “Conosco il presidente e l’uomo politico dal 1983, e anche questo discorso ha il limite di tutti i suoi discorsi, non va mai oltre l’approccio che storicizza e non lo sfiora mai l’autocritica, quella politica. Non affronta il tema di quello che i partiti producono, né la cultura marxista dalla quale proviene”.
L’impressione è che abbia sparato nel mucchio.
Ci può anche stare, ma se ci si mette in gioco. E mi sarei aspettato autocritica anche sull’Europa, su quella grande utopia che è l’Europa. Ma non l’ha fatto.
Se l’è presa coi populisti. Ce l’aveva con Grillo?
Soprattutto con Grillo, ma il populismo non è solo quello. E non è solo Berlusconi. Populismo è quello di Salvini, lo è stato quello di Di Pietro e il tentativo di Ingroia, sono tutti esempi di populismo.
Anche su Renzi il presidente ha cambiato idea, da un po’ di tempo a questa parte. O è solo un’impressione ?
Ha cambiato atteggiamento nei confronti di Renzi. Atteggiamento e approccio, almeno da un mese e mezzo.
È Renzi il banditore di speranza in un passaggio del discorso?
Ce l’ha con Grillo, ma indirettamente anche con Renzi. Dal quale, ripeto, il presidente da un mese e mezzo ha preso le distanze. In maniera sottile, ma assai evidente.
Lei crede che Napolitano abbia fallito?
Ha vinto nell’accettare l’incarico, forse. Quando il Paese non aveva né governo né un presidente della Repubblica, ma non ha ottenuto quello che voleva. Se per fallimento si intende essersi affidati a persone mediocri, a un manipolo di ipocriti, sì, ha fallito.
Non lascia una situazione migliore: c’è un governo che senza i numeri di Forza Italia traballa e un presidente da eleggere un’altra volta senza nessuna idea.
Lui ha provato a imporre il suo candidato.
E chi sarebbe?
Giuliano Amato. Questo credo che sia una verità incontrovertibile. Ma Amato non ha i numeri del Parlamento. E dunque non riuscirà a incidere sulla successione come in un periodo si era illuso di poter fare.
Chi sarà il prossimo presidente?
Non lo so. Non credo Amato. Vedo molta confusione, autocandidature, come quella di Pietro Grasso, che rivendica il suo essere seconda carica dello Stato, l’autocandidatura di Laura Boldrini e quella di Anna Finocchiaro, ma sono loro che giocano un’altra partita.
Difficile pensare a come possa finire.
Certo, se nel 2013 fu una tragedia, ho l’impressione che si vada verso una farsa. Proporre il nome di Riccardo Muti è una farsa. Non so come possa essere venuto in mente: il Paese ha bisogno di un politico, di un uomo delle istituzioni e che conosca la Costituzione, non di uno scienziato da esportazione.
Cosa si augura che faccia Napolitano, quando sarà il momento, come ultimo atto?
Spero che non nomini nessun senatore a vita e che lui stesso rinunci alla carica, come invece gli spetterebbe. Questo spero che lo faccia, sarebbe un atto fondamentale. Non sarà così. E non ci sarà nessuno che, invece che giocare al toto nomi, tracci il profilo di un presidente del quale l’Italia avrebbe bisogno.
camillobenso
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Re: LA LUNGA AGONIA ITALIANA

Messaggio da camillobenso »

Renzi non dà più garanzie. Il Quirinale vede nero
(Fabrizio d’Esposito).
12/12/2014 di triskel182


TIMORI PER L’ELEZIONE DEL SUCCESSORE ALLA PRESIDENZA E PER I RAPPORTI CON L’UE.

Giorgio Napolitano e Matteo Renzi sono ormai alla coabitazione forzata, da separati in casa. La conferma è arrivata l’altra sera in un passaggio clamoroso del discorso che il capo dello Stato ha svolto alla Accademia dei Lincei, a Roma, quello sull’antipolitica grillina e leghista come “patologia eversiva”, tanto per intenderci. Un passaggio completamente ignorato da stampa e agenzie (con pochissime eccezioni, tra cui l’Huffington Post) e che ritaglia l’identikit attuale del presidente del Consiglio, secondo le allusioni del Quirinale: “Un banditore di smisurate speranze ” arrivato alla guida del governo “senza alcun ben determinato retroterra”. Parole durissime, di grande disincanto e forte delusione verso il “giovane” premier, che il politologo Gianfranco Pasquino, presente alla prolusione di Napolitano di mercoledì scorso, ha riassunto in questo modo: “Il presidente ha preso le distanze da Renzi da un mese e mezzo, in maniera sottile ma evidente”.

Il riferimento temporale di Pasquino è ben preciso. Ossia l’inizio di novembre, quando Repubblica e Fatto danno conto della “stanchezza” di Napolitano e della decisione irrevocabile di andarsene nel primo mese del 2015. Dalle colonne del quotidiano di Ezio Mauro, con il timbro di Stefano Folli, la scelta del capo dello Stato viene tratteggiata in senso minaccioso verso lo stesso Renzi. Per due motivi. Il primo: “Piuttosto che sciogliere le Camere e darti le elezioni anticipato mi dimetto prima”. Il secondo: “Me ne vado anche se tu mi hai chiesto e continui a chiedermi di rimanere fino alla primavera”. ADESSO, PERÒ, in questa fase, quel “banditore di smisurate speranze” contiene soprattutto la stizza di Napolitano per un’altra, cruciale partita. Quella della sua successione. Ed è per questo che ieri dal Colle non è giunta alcuna smentita sul destinatario di quell’affermazione. Anzi. Ambienti del Quirinale precisano, in modo perfido, che più che un attacco si tratta di un invito a Renzi a salvarsi da se stesso e dall’improvvisazione che sembra guidare la sua azione di governo. È la vicenda del metodo Quartapelle, dal nome della deputata trentenne del Pd che Renzi voleva incasellare alla Farnesina al posto della Mogherini. Di qui l’ampio riferimento ai giovani senza un ben determinato retroterra, sempre nell’intervento ai Lincei. Raccontano che Napolitano rimase letteralmente scioccato dalla proposta, una cosa mai vista nella sua lunga parabola istituzionale e politica e fu necessaria una trattativa di alcuni giorni per trovare un compromesso sul nome di Paolo Gentiloni, attuale ministro degli Esteri. Ecco, il capo dello Stato è terrorizzato dal metodo Quartapelle applicato all’elezione del prossimo presidente della Repubblica, che Renzi vorrebbe “accomodante” per non farsi oscurare. In pratica, la distanza di questo dicembre tra Napolitano e Renzi si misura sul futuro inquilino del Quirinale. Anche perché le avvisaglie del tormentone dei nomi circolati va nella direzione temuta da Re Giorgio, quello del metodo Quartapelle. Sia nella versione musical-architettonica (Riccardo Muti e Renzo Piano), sia in quella giovane, ritenuta debole e senza autorevolezza ( Roberta Pinotti e Raffaele Cantone). Al contrario, Napolitano vorrebbe pilotare la sua successione ma sa che il suo candidato prediletto, Giuliano Amato, piace a Silvio Berlusconi ma non a Renzi. Come poi è emerso chiaramente dall’appuntamento di ieri a Torino tra Napolitano e il presidente della Repubblica tedesca, Joachim Gauck, la preoccupazione del Colle è quella di evitare “polemiche unilaterali e contrapposizioni paralizzanti” tra Roma e Berlino. Anche in questo la critica a Renzi è fin troppo evidente. Non solo. C’è una grave ragione che obbliga Napolitano, dal suo punto di vista, a seguire con attenzione la partita dei grandi elettori del capo dello Stato. Il presidente della Repubblica, raccontano sempre, è consapevole di come il premier venga percepito dai maggiori attori della scena europea. E l’impressione ricavata, nonostante l’ego smisurato di Renzi, è del tutto negativa. Ecco perché un eventuale ticket Renzi-Pinotti, per fare un esempio, spaventa il Quirinale. Con un premier percepito negativamente (e senza investitura elettorale) e un capo dello Stato non autorevole a chi si rivolgerebbero la Merkel e Draghi, per non dire Obama? Sinora questo ruolo è stato sempre riconosciuto, a partire dal 2011, a Napolitano, lord protettore di ben due governi scelti da lui (Monti e Letta) e garante obtorto collo dell’ultimo. E il metodo Quartapelle del banditore di smisurate speranze rischia di azzerare questo schema.

Da Il Fatto Quotidiano del 12/12/2014.
erding
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Re: LA LUNGA AGONIA ITALIANA

Messaggio da erding »

Matteo al consiglio dei ministri sull' anticorruzione:
"Oh ragá mo é andata come é andata, facciamo finta che siamo tutti sbigottiti, facciamo finta di fare una ripulita
però da domani mi raccomando, ragá per favore da domani fate un po' di selezione,
non prendete mazzette dal primo che passa e che cacchio!non fate i bischeri!!"


...un pensiero forse non esplicitato ma molto ...verosimile!
camillobenso
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Re: LA LUNGA AGONIA ITALIANA

Messaggio da camillobenso »

AUGURI DI SVENTURA

Torna la punizione per i tricolori creduloni e non. L'indomito "palla continua", minaccia di ritornare in campo.

Sul fondo ci siamo già arrivati. Adesso ci danno piccone e pala per scavare il fondo dell'oceano.

Che punizione atroce................


Gli auguri di Natale di Silvio Berlusconi
Il leader di Forza Italia: «Tra pochi mesi tornerò libero di lavorare insieme a tutti gli azzurri» | agr - Corriere TV


http://video.corriere.it/gli-auguri-nat ... 8982c0cb34
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