Diario della caduta di un regime.
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Re: Diario della caduta di un regime.
Corriere 22.12.14
Le facili medaglie d’oro dell’ottimismo di Stato
di Pierluigi Battista
Sei contrario alla candidatura olimpica di Roma per il 2024? Allora sei un «pessimista» cronico, vedi tutto nero, non hai fiducia, sei restio a ripartire, non vuoi dare un chance al nostro Paese, non pensi che ce la possiamo fare, uccidi la speranza. Non si dice: guarda che i tuoi argomenti sono fragili, il progetto di un nuovo velodromo è fantastico, hai fatto male i conti, i risultati saranno meravigliosi, l’economia nazionale migliorerà. No, si certifica la prevalenza della dimensione psicologica su quella fattuale, della rigogliosa umoralità sulla banale realtà, dell’emotivo sul razionale, del cuore sulla prosaica realtà. Siamo così depressi e sfiniti da non aspettare altro che il brivido dell’ottimismo. Il nuovo messia dovrà essere tutto sprint, uno che dica «speranza» ogni tre parole, che sia vitale, ipercinetico, energizzante: forse lo abbiamo trovato.
Sulla prevalenza dell’umorale sul reale si costruisce un’intera politica economica fondata su questa sequenza della psicologia collettiva: gli italiani hanno paura, si tengono i quattrini nel materasso con lo stesso spirito di chi fa provvista al supermercato per affrontare i momenti più bui, ma se noi diamo fiducia e speranza, se si annunciano domani formidabili, allora gli italiani ricominceranno a consumare, a spendere, a investire e l’economia, come per incanto, ripartirà. La stessa cosa per la candidatura olimpica di Roma. Non si dice: facciamo una legge sugli appalti che eviti i colossali sprechi che hanno devastato Roma in tutti i grandi eventi dove sono state sistematicamente disilluse tutte le speranze del passato. Ma si dice invece: facciamo un bello sforzo di volontà e vedrete che stavolta sarà diverso. Non si dice: abbiamo fatto tesoro del passato, non butteremo nell’immondizia i grandiosi investimenti che hanno umiliato Roma. Si dice: abbiate fiducia, riponete tutta la speranza in gente così vitale come noi, non vedete come siamo pieni di sprint? Gli argomenti svaniscono, i fatti evaporano. Chi critica è un «gufo», chi chiede dati di realtà flirta con il disfattismo, chi obietta sulla magnificenza di un annuncio indulge al più cupo «pessimismo». Il dominio dello psicologico esige un adeguamento incondizionato all’ingiunzione dell’ottimismo di Stato. Il resto è molesta misantropia, umor nero, tetraggine. Ma non si potrebbe fare diversamente? «Benaltrista, conservatore». Ma è vero che l'Olimpiade ad Atene ha contribuito al default greco? «Rosicone».
Le facili medaglie d’oro dell’ottimismo di Stato
di Pierluigi Battista
Sei contrario alla candidatura olimpica di Roma per il 2024? Allora sei un «pessimista» cronico, vedi tutto nero, non hai fiducia, sei restio a ripartire, non vuoi dare un chance al nostro Paese, non pensi che ce la possiamo fare, uccidi la speranza. Non si dice: guarda che i tuoi argomenti sono fragili, il progetto di un nuovo velodromo è fantastico, hai fatto male i conti, i risultati saranno meravigliosi, l’economia nazionale migliorerà. No, si certifica la prevalenza della dimensione psicologica su quella fattuale, della rigogliosa umoralità sulla banale realtà, dell’emotivo sul razionale, del cuore sulla prosaica realtà. Siamo così depressi e sfiniti da non aspettare altro che il brivido dell’ottimismo. Il nuovo messia dovrà essere tutto sprint, uno che dica «speranza» ogni tre parole, che sia vitale, ipercinetico, energizzante: forse lo abbiamo trovato.
Sulla prevalenza dell’umorale sul reale si costruisce un’intera politica economica fondata su questa sequenza della psicologia collettiva: gli italiani hanno paura, si tengono i quattrini nel materasso con lo stesso spirito di chi fa provvista al supermercato per affrontare i momenti più bui, ma se noi diamo fiducia e speranza, se si annunciano domani formidabili, allora gli italiani ricominceranno a consumare, a spendere, a investire e l’economia, come per incanto, ripartirà. La stessa cosa per la candidatura olimpica di Roma. Non si dice: facciamo una legge sugli appalti che eviti i colossali sprechi che hanno devastato Roma in tutti i grandi eventi dove sono state sistematicamente disilluse tutte le speranze del passato. Ma si dice invece: facciamo un bello sforzo di volontà e vedrete che stavolta sarà diverso. Non si dice: abbiamo fatto tesoro del passato, non butteremo nell’immondizia i grandiosi investimenti che hanno umiliato Roma. Si dice: abbiate fiducia, riponete tutta la speranza in gente così vitale come noi, non vedete come siamo pieni di sprint? Gli argomenti svaniscono, i fatti evaporano. Chi critica è un «gufo», chi chiede dati di realtà flirta con il disfattismo, chi obietta sulla magnificenza di un annuncio indulge al più cupo «pessimismo». Il dominio dello psicologico esige un adeguamento incondizionato all’ingiunzione dell’ottimismo di Stato. Il resto è molesta misantropia, umor nero, tetraggine. Ma non si potrebbe fare diversamente? «Benaltrista, conservatore». Ma è vero che l'Olimpiade ad Atene ha contribuito al default greco? «Rosicone».
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Re: Diario della caduta di un regime.
http://www.tzetze.it/redazione/2014/12/ ... la_moglie/
Tiziano Renzi, l'accusa: 'ha spogliato una società per cedere i beni all'azienda della moglie'
Il padre del premier nei giorni scorsi è stato sentito dai magistrati. Scrive il Fatto Quotidiano:
Secondo l'accusa Tiziano Renzi prima di dichiarare il fallimento della sua società con debiti per un milione 300 mila euro, nel novembre 2013, l'avrebbe spogliata del ramo sano cedendo i beni disponibili alla Eventi6, azienda di proprietà della moglie, Laura Bovoli. Si sarebbe dunque attuato il classico schema di tante bancarotte fraudolente: un debitore che, attraverso vendite più o meno fasulle, sfugge ai propri creditori nascondendo i beni. A insospettire i magistrati è stato il prezzo di cessione da marito a moglie: appena 3878,67 euro.
Il contratto viene firmato l'8 ottobre 2010. Tiziano Renzi cede alla consorte auto, furgoni, muletti, capannoni e altri beni per 173.000 euro complessivi e uno stato patrimoniale con 218.786 euro in attivo e 214.907 in passivo: la differenza è la cifra che viene corrisposta per la cessione.
Dopo appena sei giorni, il 14 ottobre 2010, Tiziano Renzi torna dal notaio e trasferisce la sede della Chil Post Srl a Genova, si dimette da presidente e nomina suo sostituto Antonello Gabelli di Alessandria. Tre settimane dopo, il 3 novembre, cede l'intera proprietà della società a Gian Franco Massone, prestanome per il figlio Mariano. Ma l'azienda è ormai priva di beni ed è gravata da un passivo di un milione e 150.000 euro, compresi 496.000 euro di esposizione con la banca Credito cooperativo di Pontassieve guidata da Spanò.
Sia l'esposizione con la banca sia i debiti verso i fornitori non vengono ripianati e Massone dichiara il fallimento della Chil Post nel 2013. Il tribunale fallimentare, esaminando gli atti, trova inusuale la cessione alla Eventi6, in particolare il fatto che nella società della moglie di Tiziano Renzi confluiscano solo le passività necessarie a pareggiare nello stato patrimoniale le voci in attivo, come un debito con la Cassa di risparmio di Firenze per complessivi 185.000 euro.
IL dubbio è che, per trasferire i contratti in essere per la distribuzione dei giornali-tra cui Il Messaggero e quelli del gruppo l'Espresso - e i vari beni, come le auto e i capannoni, Tiziano Renzi abbia spostato solo i debiti necessari a far figurare il pareggio, lasciando nelle mani di Massone il grosso del debito.Al momento, insieme a Tiziano Renzi, il fascicolo coinvolge gli amministratori Gabelli e Massone, nessuno della Eventi6.
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Paolo11
Tiziano Renzi, l'accusa: 'ha spogliato una società per cedere i beni all'azienda della moglie'
Il padre del premier nei giorni scorsi è stato sentito dai magistrati. Scrive il Fatto Quotidiano:
Secondo l'accusa Tiziano Renzi prima di dichiarare il fallimento della sua società con debiti per un milione 300 mila euro, nel novembre 2013, l'avrebbe spogliata del ramo sano cedendo i beni disponibili alla Eventi6, azienda di proprietà della moglie, Laura Bovoli. Si sarebbe dunque attuato il classico schema di tante bancarotte fraudolente: un debitore che, attraverso vendite più o meno fasulle, sfugge ai propri creditori nascondendo i beni. A insospettire i magistrati è stato il prezzo di cessione da marito a moglie: appena 3878,67 euro.
Il contratto viene firmato l'8 ottobre 2010. Tiziano Renzi cede alla consorte auto, furgoni, muletti, capannoni e altri beni per 173.000 euro complessivi e uno stato patrimoniale con 218.786 euro in attivo e 214.907 in passivo: la differenza è la cifra che viene corrisposta per la cessione.
Dopo appena sei giorni, il 14 ottobre 2010, Tiziano Renzi torna dal notaio e trasferisce la sede della Chil Post Srl a Genova, si dimette da presidente e nomina suo sostituto Antonello Gabelli di Alessandria. Tre settimane dopo, il 3 novembre, cede l'intera proprietà della società a Gian Franco Massone, prestanome per il figlio Mariano. Ma l'azienda è ormai priva di beni ed è gravata da un passivo di un milione e 150.000 euro, compresi 496.000 euro di esposizione con la banca Credito cooperativo di Pontassieve guidata da Spanò.
Sia l'esposizione con la banca sia i debiti verso i fornitori non vengono ripianati e Massone dichiara il fallimento della Chil Post nel 2013. Il tribunale fallimentare, esaminando gli atti, trova inusuale la cessione alla Eventi6, in particolare il fatto che nella società della moglie di Tiziano Renzi confluiscano solo le passività necessarie a pareggiare nello stato patrimoniale le voci in attivo, come un debito con la Cassa di risparmio di Firenze per complessivi 185.000 euro.
IL dubbio è che, per trasferire i contratti in essere per la distribuzione dei giornali-tra cui Il Messaggero e quelli del gruppo l'Espresso - e i vari beni, come le auto e i capannoni, Tiziano Renzi abbia spostato solo i debiti necessari a far figurare il pareggio, lasciando nelle mani di Massone il grosso del debito.Al momento, insieme a Tiziano Renzi, il fascicolo coinvolge gli amministratori Gabelli e Massone, nessuno della Eventi6.
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Re: Diario della caduta di un regime.
SONDAGGIO
Corruzione, è come ai tempi di Tangentopoli
Secondo il barometro politico Demopolis, l’inchiesta sullo scandalo di mafia Capitale ha indotto gli italiani a pensare che da Mani Pulite a oggi sia cambiato davvero poco
Corruzione, è come ai tempi di Tangentopoli
Per il 53% degli italiani, secondo un sondaggio dell’Istituto Demopolis per l’Espresso, negli ultimi anni la corruzione in Italia si è aggravata, mentre per 4 cittadini su 10 resta diffusa come prima. Per appena il 7% è diminuita rispetto al periodo di Mani Pulite.
“L’inchiesta sullo scandalo di Roma Capitale – afferma il direttore di Demopolis Pietro Vento – induce l’opinione pubblica a ritenere che poco sia cambiato, nei sistemi di corruzione, rispetto agli anni di Tangentopoli”.
Lo scandalo di Roma, dopo i casi Expo e Mose, incide anche sulla fiducia, già molto labile, dei cittadini: secondo quanto emerge dal Barometro Politico Demopolis di dicembre, dopo una lieve ripresa di credibilità che si era registrata nei mesi scorsi, torna oggi ai minimi storici (5%) il grado di fiducia degli italiani nei partiti.
Nota informativa
L’indagine è stata condotta dal 12 al 14 dicembre, per il settimanale l’Espresso, dall’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento, su un campione di 1.000 intervistati, rappresentativo dell’universo della popolazione italiana maggiorenne e stratificato in base al genere, alla fascia di età, al titolo di studi ed all’area di residenza. Approfondimenti su www.demopolis.it
MAFIA CAPITALE CORRUZIONE
© Riproduzione riservata 22 dicembre 2014
http://espresso.repubblica.it/attualita ... =HEF_RULLO
Corruzione, è come ai tempi di Tangentopoli
Secondo il barometro politico Demopolis, l’inchiesta sullo scandalo di mafia Capitale ha indotto gli italiani a pensare che da Mani Pulite a oggi sia cambiato davvero poco
Corruzione, è come ai tempi di Tangentopoli
Per il 53% degli italiani, secondo un sondaggio dell’Istituto Demopolis per l’Espresso, negli ultimi anni la corruzione in Italia si è aggravata, mentre per 4 cittadini su 10 resta diffusa come prima. Per appena il 7% è diminuita rispetto al periodo di Mani Pulite.
“L’inchiesta sullo scandalo di Roma Capitale – afferma il direttore di Demopolis Pietro Vento – induce l’opinione pubblica a ritenere che poco sia cambiato, nei sistemi di corruzione, rispetto agli anni di Tangentopoli”.
Lo scandalo di Roma, dopo i casi Expo e Mose, incide anche sulla fiducia, già molto labile, dei cittadini: secondo quanto emerge dal Barometro Politico Demopolis di dicembre, dopo una lieve ripresa di credibilità che si era registrata nei mesi scorsi, torna oggi ai minimi storici (5%) il grado di fiducia degli italiani nei partiti.
Nota informativa
L’indagine è stata condotta dal 12 al 14 dicembre, per il settimanale l’Espresso, dall’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento, su un campione di 1.000 intervistati, rappresentativo dell’universo della popolazione italiana maggiorenne e stratificato in base al genere, alla fascia di età, al titolo di studi ed all’area di residenza. Approfondimenti su www.demopolis.it
MAFIA CAPITALE CORRUZIONE
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Re: Diario della caduta di un regime.
Se il 53 % degli italiani ritiene che la corruzione sia aumentata, e che per il 40 % è rimasta uguale dopo Tangentopoli, significa che per il 93 % (53+40) dell’italian people crede che come minimo la corruzione è rimasta inalterata da allora.
Prendiamo atto che gli italiani sono consapevoli di vivere in un Paese completamente corrotto.
E a questo punto che si fa????
Continuiamo a far finta che il problema non esiste, come negli ultimi 20 anni????
La ripresa in queste condizioni scordiamocela, anche se Confindustria per sostenere la bella figheira che ha accettato di far passare il testo del Job Act, da loro preparato, sostiene Pittibimbo raccontando che prossimamente (grazie a quel documento) tra qualche mese ci sarà la ripresa.
Abbiamo visto quale ripresa c’è stata quando si sono inventati i precari.
Possiamo dire senza ombra di dubbio che questi sono tempi gay. Il senatore Razzi-Crozza direbbe: “Gay è bello…".
Sono anni che sta andando in onda la fiction: “Sodoma & Camorra”.
Non avrei mai pensato che la sodomia andasse tanto di moda tra gli italiani.
Prima ha colpito il centrodestra con Berlusconi, ed oggi registriamo che la sodomia consensuale ha colpito anche il centro””””sinistra””””. (Ammesso che il Pd possa definirsi in parte di sinistra)
Prendiamo atto che gli italiani sono consapevoli di vivere in un Paese completamente corrotto.
E a questo punto che si fa????
Continuiamo a far finta che il problema non esiste, come negli ultimi 20 anni????
La ripresa in queste condizioni scordiamocela, anche se Confindustria per sostenere la bella figheira che ha accettato di far passare il testo del Job Act, da loro preparato, sostiene Pittibimbo raccontando che prossimamente (grazie a quel documento) tra qualche mese ci sarà la ripresa.
Abbiamo visto quale ripresa c’è stata quando si sono inventati i precari.
Possiamo dire senza ombra di dubbio che questi sono tempi gay. Il senatore Razzi-Crozza direbbe: “Gay è bello…".
Sono anni che sta andando in onda la fiction: “Sodoma & Camorra”.
Non avrei mai pensato che la sodomia andasse tanto di moda tra gli italiani.
Prima ha colpito il centrodestra con Berlusconi, ed oggi registriamo che la sodomia consensuale ha colpito anche il centro””””sinistra””””. (Ammesso che il Pd possa definirsi in parte di sinistra)
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Re: Diario della caduta di un regime.
Era prevedibile? Direi di si. In un corpo ammalato come quello italiano prima o poi se non fai niente di concreto per curarlo certe manifestazioni prendono forma.
E come al solito la società italiana è sempre in grave ritardo sulle malattie.
Bologna, incendio sulla linea dell’Alta Velocità: treni in tilt. Lupi: “Terrorismo”
Cronaca
Incendiati quattro pozzetti nella stazione di Santa Viola, pesanti ripercussioni sul traffico ferroviario. Sul luogo sono state trovate scritte recenti 'No Tav'. Analogie con attentato di Firenze. Perquisizioni nelle abitazioni di presunti anarco-insurrezionalisti. Allarme del ministro dei Trasporti, ma Renzi frena: "Non torniamo a rievocare parole del passato, è in atto un’operazione di sabotaggio e verifichiamo quanto accaduto"
di F. Q. | 23 dicembre 2014
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12 ... o/1292472/
E come al solito la società italiana è sempre in grave ritardo sulle malattie.
Bologna, incendio sulla linea dell’Alta Velocità: treni in tilt. Lupi: “Terrorismo”
Cronaca
Incendiati quattro pozzetti nella stazione di Santa Viola, pesanti ripercussioni sul traffico ferroviario. Sul luogo sono state trovate scritte recenti 'No Tav'. Analogie con attentato di Firenze. Perquisizioni nelle abitazioni di presunti anarco-insurrezionalisti. Allarme del ministro dei Trasporti, ma Renzi frena: "Non torniamo a rievocare parole del passato, è in atto un’operazione di sabotaggio e verifichiamo quanto accaduto"
di F. Q. | 23 dicembre 2014
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Re: Diario della caduta di un regime.
Nelle parole del passato centravano pure i servizi deviati.
I servizi ora come sono?
Ciao
Paolo11
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Paolo11
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Re: Diario della caduta di un regime.
Ogni uomo è un mondo a sé. Neppure con i figli a volte si riesce ad avere un’affinità di idee abbastanza corposa. Eppure, come si dice abitualmente, sono sangue del tuo sangue. Spesso questi mondi uno diverso dall’altro trovano di avere in comune una parte del proprio mondo con altri. La politica e la visione della politica creano molteplici “famiglie di pensiero”.
Una di queste è il ritorno del pensiero nazista che abbiamo cercato di tenere il più lontano possibile per 70 anni.
Ma una crisi economico-finanziaria di queste dimensioni in concomitanza di una caduta di valori, non poteva non riproporre i fantasmi del passato.
La fine della Prima Guerra Mondiale trova impreparata la classe dirigente italiana a muoversi nel dopo guerra. In concomitanza la rivoluzione russa con l’abbattimento della dinastia dei Romanov spaventa le classi dirigenti italiane intenzionate a non ripetere l’esperienza russa. E’ in questo modo che Benito Mussolini trova la via spianata per andare al potere. Più tardi, la crisi del ’29 creerà mostri nel mondo Occidentale.
Questa crisi dei giorni nostri, malgrado le solite balle raccontate dai gestori del potere, è peggiore di quella del ’29.
Allora non era in corso la Terza Rivoluzione Industriale, dove le macchine vengono utilizzate per sostituire l’uomo. Oltre al fatto che sta nascendo una nuova aristocrazia mondiale basata sul possesso di fortune immense. I poveri diventano sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi.
L’imbianchino di Berlino sognava un Reich millenario. Novant’anni più tardi questi sogni tornano di moda.
^^^^^^^
“No ai diritti politici e al lavoro femminile”
Ecco la folle Costituzione dell’Ordine nuovo
Dall’inchiesta sul gruppo neofascista, il testo della Carta studiata dell’ex repubblichino Rutilio Sermonti
“UOMINI DEGENERATI, STATO TUTELI L’IGIENE”. E L’ENERGIA? “SOLO UMANA O ANIMALE” (di A. Cumbo)
Giustizia & Impunità
“La nazione italiana è una realtà unitaria morale, politica ed economica insieme, superiore per potenza e durata a quella degli individui che la compongono…”. E’ l’incipit della “Costituzione” trovata dal Ros dei carabinieri tra le carte del gruppo che voleva ricostituire l’organizzazione neofascista Ordine nuovo e progettava attentati contro magistrati e politici. Il testo regola anche i “menomati” e l'”igiene”, vieta le tv private e rinnega il capitalismo (leggi). E recita: “Lo Stato considera aberrante qualsiasi iniziativa diretta a indurre e a facilitare, alla parte femminile della popolazione, un crescente accesso alle attività economiche retribuite”
di Antonio Massari
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12 ... e/1292868/
Una di queste è il ritorno del pensiero nazista che abbiamo cercato di tenere il più lontano possibile per 70 anni.
Ma una crisi economico-finanziaria di queste dimensioni in concomitanza di una caduta di valori, non poteva non riproporre i fantasmi del passato.
La fine della Prima Guerra Mondiale trova impreparata la classe dirigente italiana a muoversi nel dopo guerra. In concomitanza la rivoluzione russa con l’abbattimento della dinastia dei Romanov spaventa le classi dirigenti italiane intenzionate a non ripetere l’esperienza russa. E’ in questo modo che Benito Mussolini trova la via spianata per andare al potere. Più tardi, la crisi del ’29 creerà mostri nel mondo Occidentale.
Questa crisi dei giorni nostri, malgrado le solite balle raccontate dai gestori del potere, è peggiore di quella del ’29.
Allora non era in corso la Terza Rivoluzione Industriale, dove le macchine vengono utilizzate per sostituire l’uomo. Oltre al fatto che sta nascendo una nuova aristocrazia mondiale basata sul possesso di fortune immense. I poveri diventano sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi.
L’imbianchino di Berlino sognava un Reich millenario. Novant’anni più tardi questi sogni tornano di moda.
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“No ai diritti politici e al lavoro femminile”
Ecco la folle Costituzione dell’Ordine nuovo
Dall’inchiesta sul gruppo neofascista, il testo della Carta studiata dell’ex repubblichino Rutilio Sermonti
“UOMINI DEGENERATI, STATO TUTELI L’IGIENE”. E L’ENERGIA? “SOLO UMANA O ANIMALE” (di A. Cumbo)
Giustizia & Impunità
“La nazione italiana è una realtà unitaria morale, politica ed economica insieme, superiore per potenza e durata a quella degli individui che la compongono…”. E’ l’incipit della “Costituzione” trovata dal Ros dei carabinieri tra le carte del gruppo che voleva ricostituire l’organizzazione neofascista Ordine nuovo e progettava attentati contro magistrati e politici. Il testo regola anche i “menomati” e l'”igiene”, vieta le tv private e rinnega il capitalismo (leggi). E recita: “Lo Stato considera aberrante qualsiasi iniziativa diretta a indurre e a facilitare, alla parte femminile della popolazione, un crescente accesso alle attività economiche retribuite”
di Antonio Massari
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Re: Diario della caduta di un regime.
NOTTE DA INCUBO PER PITTIBIMBO
Stamani il problema dell’incendio sulla linea dell’alta velocità a Bologna. In serata l’annuncio di Sacconi:
Lavoro: Sacconi, domani D-day, o via art.18 o via governo
Adnkronos News – 2 ore 41 minuti fa
Roma, 23 dic.(AdnKronos) - "Domani d-day della politica italiana. O via l'art 18 o via il governo per crollo credibilità". A indicare l'aut aut di fronte al quale si verrà a trovare l'esecutivo al termine del Cdm che dovrà varare il primo dei decreti attuativi del Jobs act, quello sul contratto a tutele crescenti, e' Maurizio Sacconi, capogruppo al Senato di Area popolare, su Twitter.
https://it.finance.yahoo.com/notizie/la ... nance.html
La notizia era passata nella parte finale del TG7 delle 20,00 di Mentana.
Non si capisce bene chi domani sera a quest’ora avrà fatto la figura del pirla.
Sacconi che spara cazzate senza senso, oppure Pittibimbo che pur di rimanere in sella per mangiare il panettone si calerà le braghe davanti a Sacconi????
Non si capisce bene l’odio verso il mondo del lavoro da parte dell’ex socialista (di Mussolini) Sacconi.
Stamani il problema dell’incendio sulla linea dell’alta velocità a Bologna. In serata l’annuncio di Sacconi:
Lavoro: Sacconi, domani D-day, o via art.18 o via governo
Adnkronos News – 2 ore 41 minuti fa
Roma, 23 dic.(AdnKronos) - "Domani d-day della politica italiana. O via l'art 18 o via il governo per crollo credibilità". A indicare l'aut aut di fronte al quale si verrà a trovare l'esecutivo al termine del Cdm che dovrà varare il primo dei decreti attuativi del Jobs act, quello sul contratto a tutele crescenti, e' Maurizio Sacconi, capogruppo al Senato di Area popolare, su Twitter.
https://it.finance.yahoo.com/notizie/la ... nance.html
La notizia era passata nella parte finale del TG7 delle 20,00 di Mentana.
Non si capisce bene chi domani sera a quest’ora avrà fatto la figura del pirla.
Sacconi che spara cazzate senza senso, oppure Pittibimbo che pur di rimanere in sella per mangiare il panettone si calerà le braghe davanti a Sacconi????
Non si capisce bene l’odio verso il mondo del lavoro da parte dell’ex socialista (di Mussolini) Sacconi.
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Re: Diario della caduta di un regime.
Nel marzo del 2012, Zagrebelsky dichiarò che i partiti erano falliti. A quasi tre anni da quella data il crollo continua.
«Il Partito democratico è una "associazione per delinquere"?»
La Stampa 24.12.14
La metà della somma sequestrata riguarda il capogruppo del Pd Marco Monari
Sequestrate case e indennità ai politici per le spese pazze in Emilia Romagna
“Congelati” 1,2 milioni a 8 capigruppo: la metà della somma riguarda quello del Pd
«Il Partito democratico è una "associazione per delinquere"?»
La Stampa 24.12.14
La metà della somma sequestrata riguarda il capogruppo del Pd Marco Monari
Sequestrate case e indennità ai politici per le spese pazze in Emilia Romagna
“Congelati” 1,2 milioni a 8 capigruppo: la metà della somma riguarda quello del Pd
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Re: Diario della caduta di un regime.
Mestieri usuranti
(Marco Travaglio).
31/12/2014 di triskel182
La notte di Capodanno non guasterebbe un minuto di raccoglimento per la scomparsa del giornalismo.
Una categoria che, pur generalmente malfamata, nel secolo scorso vide l’Italia primeggiare nel mondo con fuoriclasse come Montanelli, Bocca, Biagi, Rinaldi.
E oggi si può dichiarare, salvo sparute eccezioni, ufficialmente estinta.
Costretti (spesso da se stessi) a scodinzolare appresso a Re Giorgio e alla Regina Clio mentre fanno gli scatoloni per lo Storico Trasloco (più o meno come nel 2013: il Quirinale costa il triplo di Buckingham Palace, ma i bagagli se li fanno loro da soli); ridotti ad applaudire per la seconda volta una conferenza stampa di Sua Eccellenza Renzi che li aveva appena sbeffeggiati,anziché alzarsi e lasciarlo lì a parlare da solo di Fonzie, Al Pacino e Newsroom;
intenti a magnificare l’eroica impresa del comandante Argilio Giacomazzi, meritevole di encomio solenne per aver fatto il minimo sindacale del suo dovere sulla nave Norman in fiamme, non scappando come uno Schettino qualunque; impegnati a camuffare da reportage sul Natale le più invereconde marchette agli sponsor pubblicitari; i giornalisti italiani fanno di tutto per giustificare la pessima fama di cui godono, tant’è che tra le figure più credibili per gli italiani la nostra sfugge ai radar, ben al di sotto dei politici (accreditati di un ragguardevole 3%).
Intanto l’Ordine dei giornalisti, indaffaratissimo a processare Barbara D’Urso perché si permette di fare domande (si fa per dire) ai politici senza essere iscritta all’Albo, non trova nulla da ridire sullo spettacolo avvilente di un premier che risolve la crisi di Europa (uno dei due giornali del suo partito) trasferendone la sede a Palazzo Chigi e sostituendo la redazione col suo ufficio stampa(pagato da noi).
Forse perché Renzi ne ha fin troppi di giornali di partito: quelli di Forza Italia. Ormai la stampa berlusconiana è una e trina. Il Foglio di Giuliano La Prostata non ha più dubbi e lecca sempre e solo Renzi (“le tempie appena segnate ai primi capelli bianchi… esalta l’aspetto di luce… tono sordo di sfida al dio invisibile dell’austerità economica che abita l’Olimpo della Banca centrale tedesca… uno schiocco di parole… ottimista spumeggiare di certezze… sintomatica percussione… rappresentazione di metalinguaggio e mimica facciale… e lui non ci casca”: copyright Salvatore Merlo).
Libero lecca l’altro Matteo, Salvini, senz’abbandonare il vecchio Silvio. Al Giornale invece si consuma il dramma di Sallusti. Già molto provato dal rientro a casa della Daniela dopo anni di tournée nei talk show, Zio Tibia se l’era cavata leccando sia Renzi sia Silvio.
“Renzi ha le palle”, titolò qualche mese fa: e non alludeva a quelle che racconta, ma al coraggio dimostrato col Patto del Nazareno (e in effetti per accordarsi con B. ci vuole un bel coraggio).
Ora che però il padrone sta per tornare a piede libero e, almeno a parole, dà segni di insofferenza verso il governo, lo Zio Tibia non sa più chi leccare.
Nel dubbio, ha sdoppiato il Giornale. La parte sinistra della prima pagina è tutta lingua: “Il premier asfalta i nemici del Nazareno”. La parte destra invece tutta frusta: “Il governo non sa contare i morti”,“Tesseramentotruffa:abbiamoiscrittoilDuce al Pd (firmato Renzi)”, “Catasto, prima stangata dell’anno”. Idem nelle pagine interne, anzi alterne: una leccata nelle pari e una scudisciata nelle dispari.
Due Giornali al prezzo di uno (per onestà con i lettori bisognerebbe cambiar testata). Il tragicomico caso di sdoppiamento,che costringe Sallusti & C. a intingere la penna ora nella saliva ora nel curaro, è dovuto a una malaugurata penuria di ordini precisi. Bei tempi quelli di Prodi e di B.: si sapeva subito chi menare e chi accarezzare. Ora il padrone tentenna, cambia ideaogniduepertre,mandainputcontraddittori.Ha persino tolto il veto su Prodi al Quirinale (tanto a fotterlo ci pensa il Pd). Mettetevi nei panni di Tibia, che stava già caricando a pallettoni Paolo Guzzanti per una nuova serie a puntate del caso Mitrokhin. Ma si può vivere così? Una prece.
Da Il Fatto Quotidiano del 31/12/2014.
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