"Allahu Akbar!"

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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camillobenso
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Re: "Allahu Akbar!"

Messaggio da camillobenso »

Diciamo semplicemente che non è finita. Alle innumerevoli reazioni del mondo occidentale, adesso cominciano a manifestarsi le controreazioni del mondo islamico.



Charlie Hebdo, a Istanbul manifestanti islamici bruciano le vignette del giornale

Di Alessandro Di Liegro

Nella mattinata di ieri il giornale ha subito un raid della polizia volto a controllare che non venissero pubblicate vignette dal contenuto blasfemo, reato che in Turchia è punibile col carcere. Dopo l'intervento delle forze dell'ordine, che hanno verificato come il quotidiano non contenesse la copertina mostrante un Maometto piangente, il giornale è però andato regolarmente in edicola.

Centinaia di manifestanti di fede islamica si sono riuniti davanti alla sede del quotidiano, nel quartiere Sesli di Istanbul, gridando slogan contro il quotidiano e inneggiando allo Stato Islamico e all'azione dei fratelli Kouachi, prima di bruciare un gran numero di copie del giornale.

Sulla questione è intervenuto anche il primo Ministro turco Ahmet Davutoglu che ha descritto come la pubblicazione delle vignette sul profeta Maometto sia un'aperta provocazione ai fedeli musulmani. “La libertà di stampa non è libertà d'insultare” ha detto Davutoglu ai giornalisti in una conferenza stampa tenutasi ad Ankara il giorno dopo la pubblicazione del Cumhuriyet e di alcuni siti d'informazione turchi i quali hanno pubblicato la copertina incriminata.
“In questo Paese non permettiamo che si insulti il profeta – continua Davutoglu – e come governo noi non possiamo mettere allo stesso piano la libertà di stampa e la bassezza degli insulti”.

“Siamo determinati a proteggere l'onore del profeta allo stesso modo in cui ci siamo posti contro il terrorismo a Parigi ma se qualcuno pubblica vignette che insultano Maometto, è un'aperta provocazione alla sensibilità religiosa che c'è in Turchia” conclude.


Lo scorso mercoledì un tribunale turco ha ordinato il blocco dell'accesso ai siti online in cui viene mostrata l'ultima copertina dello Charlie Hebdo, dopo una petizione di un avvocato il quale affermava che la pubblicazione di quelle vignette avrebbe potuto causare disordini pubblici.

Giovedì 15 Gennaio 2015, 12:33 - Ultimo aggiornamento: 17:26


http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/E ... 2208.shtml
camillobenso
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Re: "Allahu Akbar!"

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Dopo la fase emotiva della strage di mercoledì 7 gennaio, subentra la fase riflessiva che porta con se il bagaglio appresso delle divisioni.

Oggi si è espresso Francesco ed inevitabilmente partono le prime divisioni.


Bergoglio: “Non si può deridere la fede. Uccidere in nome di Dio? Aberrazione”
Cronaca
Papa Francesco parla ai giornalisti sull'aereo durante il viaggio che lo porta dallo Sri Lanka alle Filippine: "La libertà di espressione ha il limite di non offendere nessuno". Definisce i terroristi "squilibrati". E sulla possibilità di attentati dice: "Ho paura per i fedeli"
di Francesco Antonio Grana | 15 gennaio 2015


Video + articolo

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01 ... i/1341477/
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Re: "Allahu Akbar!"

Messaggio da camillobenso »

Dato che questa è la mia prima ed ultima esperienza di vita su questo pianeta, dovendo esprimere un giudizio su questo viaggio, direi senza ombra di dubbio che è stata un’esperienza pessima per quanto riguarda i condizionamenti in generale, e la qualità della vita quando dipende da altri.

Anche Francesco non poteva non sbarellare in questo clima torbido, provocando un precedente molto pericoloso in questa fase.

Solo domenica scorsa Furio Colombo aveva eletto Francesco come l’unico punto di riferimento in Europa.

Oggi con questa uscita estemporanea ha incrinato un mito della sinistra, oltre a far venire qualche dubbio sull’offrire l’altra guancia.


Papa: «Se dici una parolaccia su mia mamma ti devi aspettare un pugno»
http://video.corriere.it/papa-non-si-pu ... 4fc7ea2d25


Questa presa di posizione farà parecchio discutere.

Se è l'elettricista del San Camillo in pausa caffé davanti alla macchinetta a pronunciare questa frase è un conto. Ma se lo fa il capo della cristianità è un altro.
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Re: "Allahu Akbar!"

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Bergoglio: “Non si può deridere la fede. Uccidere in nome di Dio? Aberrazione”
Cronaca
Papa Francesco parla ai giornalisti sull'aereo durante il viaggio che lo porta dallo Sri Lanka alle Filippine: "La libertà di espressione ha il limite di non offendere nessuno". Definisce i terroristi "squilibrati". E sulla possibilità di attentati dice: "Ho paura per i fedeli"
di Francesco Antonio Grana | 15 gennaio 2015 COMMENTI


“Uccidere in nome di Dio è un’aberrazione. Non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri, non si può deridere la religione. E la libertà di espressione ha il limite di non offendere nessuno”. Così Papa Francesco ha risposto alle domande dei 76 giornalisti del volo papale, nell’ormai consueta conferenza stampa ad alta quota mentre l’aereo lo portava dallo Sri Lanka nelle Filippine per la seconda tappa del suo viaggio in Asia. “Se subissi un attentato – ha confidato Bergoglio – chiedo solo la grazia che non mi faccia male. Non sono coraggioso. Ho paura del dolore fisico, ma ho il difetto di avere un bella dose di incoscienza. In Vaticano abbiamo misure di sicurezza prudenti ma sicure, ma mi preoccupo prima di tutto per i fedeli“.

Davanti al terrorismo che minaccia attacchi ai simboli dell’Occidente, e dunque anche alla Santa Sede, il Pontefice ha spiegato che “sempre il miglior modo di rispondere è la mitezza. Essere miti, umili come il pane. Senza aggressività, anche se c’è gente che questo non lo capisce”. Oltre al pericolo per gli attentati, Bergoglio ha annunciato che a marzo finirà la sua seconda enciclica, quella sui temi ambientali, che è già alla terza bozza e che sarà pubblicata molto probabilmente a giugno o al massimo a luglio, e ha condannato duramente coloro che schiavizzano i bambini e gli usano per il turismo sessuale.

Ma la riflessione più ampia Francesco l’ha dedicata ai tragici attentati di Parigi, ribadendo anche quanto aveva affermato nel discorso al corpo diplomatico accreditato in Vaticano e ai leader delle diverse confessioni religiose presenti nello Sri Lanka. Francesco ha spiegato che sia “la libertà religiosa che la libertà di espressione sono diritti umani fondamentali. Non si può violarli. Ma, andiamo a Parigi, parliamoci chiaro, non si può nascondere una verità: la religione si deve praticare con libertà, senza offendere, senza imporre né uccidere. E la libertà di espressione è un diritto, un obbligo in un certo senso, perché c’é il dovere di dire quello che si pensa per aiutare il bene comune. Se un deputato o un senatore non lo dice, allora non collabora al bene comune. Dunque abbiamo l’obbligo di esprimere il nostro pensiero, ma senza offendere”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01 ... i/1341477/
camillobenso
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Re: "Allahu Akbar!"

Messaggio da camillobenso »

C.v.d.

La rete si è subito scatenata. Il tema è caldo e farà molto discutere.

La vox populi.


cave canem • 4 minuti fa
Il papa "dei poveri" parla come un qualsiasi ayatollah: è giusto che sia così, le religioni monoteistiche sono la disgrazia dell'umanità.
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asmodeus • 7 minuti fa
Dal momento che nessuno si sognerà mai di obbligare i cattolici ad abortire, divorziare, suicidarsi, convivere, omoconiungarsi, cremarsi, usare contraccettivi, guardare vignette, vedere pornografia, ecc,
Non si capisce per quale motivo e con quale insano diritto si sentano in dovere di tentare in tutti i modi possibili di impedirlo al resto dell'umanità.
Si meriterebbero ben altro che la derisione.
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Ciccio Bello • 18 minuti fa
Basta..Basta.. Brosio sta piangendo a dirotto..
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camillobenso
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Re: "Allahu Akbar!"

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Damiano Bortolato • 29 minuti fa
Eccome se si può, anzi si DEVE!!
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promo2000 • 29 minuti fa
Se dovessi scegliere il diavolo e dio, il diavolo , meno spietato non arrogante e non tronfio..
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promo2000 • 33 minuti fa
il papa altro che pecorella un lupo pieno di se, si crede di essere un dogma l'infallibilità papale (o infallibilità pontificia) afferma che il papa non può sbagliare quando parla ex cathedra, ossia come dottore o pastore universale della Chiesa (episcopus servus servorum Dei). Dunque, il dogma vale solo quando esercita il ministero petrino proclamando un nuovo dogma o definendo una dottrina in modo definitivo come rivelata.dio.
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camillobenso
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Re: "Allahu Akbar!"

Messaggio da camillobenso »

Non ne avevamo già abbastanza di problemi da risolvere, ci mancava anche quello religioso:

Crisi economica
Crisi produttiva
Crisi occupazionale
Crisi politica
Crisi morale
Crisi etica

e adesso ci aggiungiamo quella religiosa.

Il mondo sta saltando???


^^^^^^


lupus • un'ora fa
Ieri producevo il commento che segue:-
"Per professione sono a contatto con i giovani.
Spesso mi accade che qualche ragazzo/a venga ad accusare il grande dolore causatogli/le
dall'insulto di un compagno che, ad esempio, lo/la ha chiamato/a figlio/a di p.........na.
Non riesco ad aiutarla se non in questo modo:-
- è p.......na tua madre?
no?
e allora perche te la prendi?
si?
pensi che faccia del male a qualcuno?
no!
Vedi, il tuo compagno, offensivo, è un poveraccio.
Sai quanti poveracci incontrerai nella tua vita?
Migliaia.
E non potrai far nulla per impedire loro di "praticare" la loro imbecillità.
Cosa fai, permetterai, per sempre, a tutti questi, di turbare momenti della tua preziosa vita?
Non farlo!
Non è giusto.
Dante: "non ragioniam di loro, ma guarda e passa".
Ma è tanto difficile per chi si dice "offeso"?"
E questo qua se ne viene con un pugno!!!!
Le religioni vanno ignorate e vanno ignorati chi non le ignora
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Hai voglia a questo punto a riportare il treno sui binari!!!!!
camillobenso
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Re: "Allahu Akbar!"

Messaggio da camillobenso »

COSTA_Y • 2 ore fa
E' evidente che Francesco ha sbagliato tutto stavolta. Pensate solo come avrebbe commentato la notizia il suo capo. Secondo il suo stesso libro sacro, il suo capo avrebbe assunto tutt'altro atteggiamento.
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Harry Fotter • 2 ore fa
a me pare un'uscita, molto infelice, in difesa del potere esercitato dalle religioni. Praticamente una difesa di casta e che tra l'altro legittima anche il terrorismo. Ma chi lo stabilisce che una religione è incriticabile e che quello che viene detto (da uomini più o meno ispirati) è verità assoluta? Bella anche la storia del pugno che mi sembra andare contro a "porgi l'altra guancia" o a "benedici chi ti maledice".
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Rob Halford • 2 ore fa
Parole più che sensate. Solo il FQ (e i suoi lettori) non sembrano arrivarci.
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flaviomob
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Re: "Allahu Akbar!"

Messaggio da flaviomob »

I fondamentalisti e gli Ultimi Uomini

di Slavoj Žižek

[Questo intervento è uscito su «The New Statesman». Ringraziamo l’autore per averci concesso di pubblicare la nostra traduzione italiana. Il titolo è redazionale]

Ora, mentre siamo tutti sotto choc dopo la furia omicida negli uffici di Charlie Hebdo, è il momento giusto per trovare il coraggio di pensare. Dovremmo, com’è ovvio, condannare senza ambiguità gli omicidi come un attacco alla sostanza stessa delle nostre libertà e farlo senza riserve nascoste (del tipo «comunque Charlie Hebdo provocava e umiliava troppo i Musulmani»). Ma questo pathos di solidarietà universale non è abbastanza. Dobbiamo pensare più a fondo.

Pensare più a fondo non ha nulla a che fare con la relativizzazione a buon mercato del crimine (il mantra «chi siamo noi occidentali, perpetratori di massacri terribili nel Terzo Mondo, per condannare atti simili»). Ha ancora meno a che fare con la paura patologica di molta sinistra liberal occidentale: rendersi colpevole di islamofobia. Per questa falsa sinistra ogni critica verso l’Islam è espressione di islamofobia occidentale: Salman Rushdie fu accusato di aver provocato inutilmente i Musulmani e quindi di essere responsabile, almeno in parte, della fatwa che lo ha condannato a morte, eccetera. Il risultato di una simile posizione è quello che ci può aspettare in questi casi: più la sinistra liberal occidentale esprime la propria colpevolezza, più viene accusata dai fondamentalisti di ipocrisia che nasconde odio per l’Islam. Questa costellazione riproduce perfettamente il paradosso del Super-io: più obbedisci a ciò che l’Altro ti chiede, più sei colpevole. Più tolleri l’Islam, più la pressione su di te è destinata a crescere.

Ecco perché trovo insufficienti i richiami alla moderazione sulla falsariga dell’appello di Simon Jenkins («The Guardian», 7 gennaio), secondo il quale il nostro compito è quello di «non reagire eccessivamente, di non pubblicizzare eccessivamente le conseguenze dell’accaduto. È invece quello di trattare ogni evento come un episodio di orrore passeggero». L’attacco a Charlie Hebdo non è stato un mero «episodio di orrore passeggero»: seguiva un preciso piano religioso e politico e, come tale, era parte di uno schema molto più ampio. Certo: non dobbiamo reagire eccessivamente se per questo si intende soccombere a una cieca islamofobia – dovremmo però analizzare questo piano in modo spregiudicato.

Non abbiamo bisogno di demonizzare i terroristi trasformandoli in fanatici eroi suicidi, ma di sfatare questo mito demoniaco. Molto tempo fa, Friedrich Nietzsche comprese che la cultura occidentale stava andando verso l’Ultimo Uomo, una creatura apatica senza grandi passioni o impegni. Incapace di sognare e stanco della vita, l’Ultimo Uomo non prende rischi; cerca solo comfort e sicurezza, tolleranza verso gli altri: «Un piccolo veleno di tanto in tanto: è quello che ci vuole per fare sogni piacevoli. E più veleno alla fine, per una morte piacevole. Hanno i loro piccoli piaceri diurni e i loro piccoli piaceri notturni, ma hanno riguardo per la propria salute. ‘Abbiamo scoperto la felicità’ – dicono gli Ultimi Uomini, e strizzano l’occhio». Può in effetti sembrare che lo iato tra il Primo Mondo permissivo e la reazione fondamentalista corra sempre di più lungo la linea divisoria fra chi conduce una vita lunga, soddisfacente e piena di ricchezza materiale e culturale, e chi invece dedica la propria esistenza a una qualche Causa trascendente. Non è forse questa l’antitesi fra ciò che Nietzsche chiama nichilismo «passivo» e «attivo»? Noi in Occidente siamo gli Ultimi Uomini nietzschiani, immersi in stupidi piaceri quotidiani, mentre i musulmani radicali sono pronti a rischiare tutto, impegnati nella lotta fino all’autodistruzione. La seconda venuta di William Butler Yeats sembra rendere a pieno la nostra situazione attuale: «I migliori sono privi di ogni convinzione, mentre i peggiori sono pieni di appassionata intensità». È un’eccellente descrizione della frattura tra i liberali anemici e i fondamentalisti appassionati: “i migliori” non hanno più la capacità di impegnarsi interamente; “i peggiori” si impegnano in un fanatismo razzista, religioso, sessista.

Ma i terroristi fondamentalisti corrispondono veramente a questa descrizione? Ciò di cui sono privi è un tratto che si ritrova facilmente in tutti i fondamentalisti veri, dai buddisti tibetani agli Amish americani: l’assenza di risentimento e invidia, la profonda indifferenza verso lo stile di vita dei non-credenti. Se i cosiddetti fondamentalisti di oggi davvero credessero di aver trovato la loro via per la Verità, perché dovrebbero sentirsi minacciati dai non-credenti, perché dovrebbero invidiarli? Quando un buddista incontra un edonista occidentale, a malapena lo condanna: si limita a notare con benevolenza che la ricerca di felicità dell’edonista si sconfigge da sola. A differenza dei veri fondamentalisti, i terroristi pseudo-fondamentalisti sono profondamente turbati, intrigati, affascinati dalla vita peccaminosa dei non-credenti. È facile intuire che, combattendo l’altro peccaminoso, combattano in realtà la loro stessa tentazione.

È qui che la diagnosi di Yeats non è all’altezza della situazione attuale: l’intensità passionale dei terroristi testimonia una mancanza di vera convinzione. Quanto dev’essere fragile la fede di un musulmano se si sente minacciata da una stupida caricatura in un settimanale di satira? Il terrore fondamentalista non si fonda sulla certezza della propria superiorità e sul desiderio di salvaguardare l’identità religiosa e culturale dall’assalto della civiltà consumistica globale. Il problema dei fondamentalisti non è che noi li consideriamo inferiori, ma che loro stessi si sentono segretamente tali. Ecco perché le nostre rassicurazioni condiscendenti e politicamente corrette li rendono solo più furiosi, e nutrono il loro risentimento. Il problema non è la differenza culturale (il loro sforzo di preservare la propria identità), ma praticamente l’opposto: i fondamentalisti sono già come noi; segretamente hanno già introiettato i nostri parametri, alla luce dei quali misurano se stessi.

Paradossalmente, quello che manca ai fondamentalisti è proprio una dose di vera convinzione ‘razzista’: la certezza della propria superiorità. Le recenti vicissitudini del fondamentalismo islamico confermano la vecchia intuizione di Benjamin per cui «ogni ascesa del fascismo reca testimonianza di una rivoluzione fallita»: l’ascesa del fascismo rappresenta il fallimento della sinistra, ma al tempo stesso è la prova che c’era un potenziale rivoluzionario, il malcontento, che la sinistra non è stata capace di mobilitare. La stessa cosa vale per il cosiddetto ‘fascismo islamico’ di oggi? L’ascesa dell’islamismo radicale non è il correlativo esatto della scomparsa della sinistra laica nei paesi musulmani? Quando, nella primavera del 2009, i Talebani conquistarono la valle dello Swat in Pakistan, il «New York Times» scrisse che avevano organizzato «una rivolta di classe che sfrutta divisioni profonde fra un piccolo gruppo di latifondisti ricchi e i loro affittuari senza terra». Se, «approfittando delle condizioni difficili dei contadini», i Talebani stavano «sollevando l’allarme sulle condizioni sociali del Pakistan, che rimane largamente feudale», che cosa impedisce ai democratici liberal in Pakistan, così come negli Stati Uniti, di approfittare allo stesso modo di questa situazione e provare ad aiutare i contadini senza terra? La triste conseguenza di tutto questo è che le forze feudali in Pakistan sono le «alleate naturali» della democrazia liberale…

Che dire dei valori fondamentali del liberalismo: la libertà, l’uguaglianza, eccetera? Il paradosso è che il liberalismo stesso non è abbastanza forte per proteggerli dall’attacco fondamentalista. Il fondamentalismo è una reazione (una reazione falsa, mistificante, com’è ovvio) a un difetto vero del liberalismo, e per questo viene generato di continuo dal liberalismo. Lasciato a se stesso, il liberalismo si indebolirà lentamente da solo: la sola cosa che può salvare i suoi valori fondamentali è una sinistra rinnovata. Per far sopravvivere la sua eredità-chiave, il liberalismo ha bisogno dell’aiuto fraterno della sinistra radicale. È questo l’unico modo per sconfiggere il fondamentalismo, per togliergli il terreno da sotto i piedi.

Pensare in risposta agli assassinii di Parigi significa abbandonare la soddisfazione autocompiaciuta del permissivismo liberale e accettare che il conflitto fra il permissivismo liberale e il fondamentalismo è, in ultima analisi, un falso conflitto – un circolo vizioso fra due poli che si generano e si presuppongono l’uno con l’altro. Ciò che Max Horkheimer disse del fascismo e del capitalismo negli anni Trenta – quelli che non vogliono parlare in modo critico del capitalismo dovrebbero tacere anche sul fascismo – dovrebbe essere applicato anche al fondamentalismo di oggi: quelli che non vogliono parlare in modo critico della democrazia liberale dovrebbero tacere anche sul fondamentalismo religioso.

http://www.sinistrainrete.info/estero/4 ... omini.html
Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
stefano '62
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Re: "Allahu Akbar!"

Messaggio da stefano '62 »

camillobenso ha scritto:Diciamo semplicemente che non è finita. Alle innumerevoli reazioni del mondo occidentale, adesso cominciano a manifestarsi le controreazioni del mondo islamico.



Charlie Hebdo, a Istanbul manifestanti islamici bruciano le vignette del giornale

Di Alessandro Di Liegro

Nella mattinata di ieri il giornale ha subito un raid della polizia volto a controllare che non venissero pubblicate vignette dal contenuto blasfemo, reato che in Turchia è punibile col carcere. Dopo l'intervento delle forze dell'ordine, che hanno verificato come il quotidiano non contenesse la copertina mostrante un Maometto piangente, il giornale è però andato regolarmente in edicola.

Centinaia di manifestanti di fede islamica si sono riuniti davanti alla sede del quotidiano, nel quartiere Sesli di Istanbul, gridando slogan contro il quotidiano e inneggiando allo Stato Islamico e all'azione dei fratelli Kouachi, prima di bruciare un gran numero di copie del giornale.

Sulla questione è intervenuto anche il primo Ministro turco Ahmet Davutoglu che ha descritto come la pubblicazione delle vignette sul profeta Maometto sia un'aperta provocazione ai fedeli musulmani. “La libertà di stampa non è libertà d'insultare” ha detto Davutoglu ai giornalisti in una conferenza stampa tenutasi ad Ankara il giorno dopo la pubblicazione del Cumhuriyet e di alcuni siti d'informazione turchi i quali hanno pubblicato la copertina incriminata.
“In questo Paese non permettiamo che si insulti il profeta – continua Davutoglu – e come governo noi non possiamo mettere allo stesso piano la libertà di stampa e la bassezza degli insulti”.

“Siamo determinati a proteggere l'onore del profeta allo stesso modo in cui ci siamo posti contro il terrorismo a Parigi ma se qualcuno pubblica vignette che insultano Maometto, è un'aperta provocazione alla sensibilità religiosa che c'è in Turchia” conclude.


Lo scorso mercoledì un tribunale turco ha ordinato il blocco dell'accesso ai siti online in cui viene mostrata l'ultima copertina dello Charlie Hebdo, dopo una petizione di un avvocato il quale affermava che la pubblicazione di quelle vignette avrebbe potuto causare disordini pubblici.

Giovedì 15 Gennaio 2015, 12:33 - Ultimo aggiornamento: 17:26


http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/E ... 2208.shtml
Ma la Turchia chi è che la vuole fare entrare in Europa....io ero rimasto all reazione scandalizzata dei ministri europei quando Berlusconi ne proponeva l'ingresso,ma mi sono perso i motivi per cui poi l'hanno infilata in lista di attesa.
Adesso speriamo che gli dicano di no a questo paese assurdo e che sia finita lì.
Esiste la Carta dei diritti dell'Uomo,che rappresenta il sunto di quei pochi grammi di buono che la società degli uomini ha prodotto in mezzo a tonellate di schifezze e atrocità,che all'articolo 19 recita:

Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il
diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare,
ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza
riguardo a frontiere.


Nessun Paese che disconosca il valore assoluto di quella Carta deve venire ammesso alla Unione Europea,e la Turchia che in spregio all'articolo 19 ricompensa con il carcere chi esprime le proprie opinioni contrarie all'Islam di sicuro è al di fuori della Carta.

Sappiamo tutti benissimo che se qualcosa di simile a quelle vignette venisse pubblicata in Italia nei confronti del Cattolicesimo anche il Vaticano lancerebbe i suoi strali,e ne ha lanciati per molto meno.
La differenza con la Turchia però è che se secondo l'Islam chiunque deve restare sottomesso (Islam) anche i non islamici pena la morte terrena,invece nel cristianesimo il giudizio e la punizione sono sempre e solo ultraterreni e non contemplano la morte perchè esistono alcuni divieti precisi (non uccidere) che nell'Islam invece non ci sono,e che anche senza le leggi italiane impedirebbero al Vaticano di incarcerare e ammazzare.
Mi pare una differenza non da poco.
La differenza che aumenta le probabilità di sviluppare integralismi terroristici in conflitto coi precetti della Carta dei Diritti in una religione,e le abbatte nell'altra.

Il fondamentalismo religioso è il contrario del rispetto in tutte le religioni,ma in certe religioni è più facile svilupparlo che in altre.
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