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Pierre Seel, storia di un deportato omosessuale
Scritto da: Giorgio - giovedì 15 gennaio 2015

A lui, primo francese a parlare della sua deportazione in quanto omosessuale, nel 2008 la città di Tolosa ha dedicato una via. Un tardivo riconoscimento per un uomo scampato agli orrori del campo di concentramento di Schirmeck-Vorbrücko.



Fu il primo e solo francese a parlare pubblicamente della sua deportazione. L’unico che parlò apertamente di come la sua omosessualità fosse stata la causa prima del suo arresto, poi della sua prigionia nel campo di concentramento di Schirmeck-Vorbrück, dove vide morire, assalito da un branco di cani addestrati, il suo giovane amante. Ferite indelebilmente incise nella sua anima che per anni Pierre Seel (1923-2005) tenne celate dentro di sé. La Francia del dopoguerra non era certo benevola nei confronti degli omosessuali e per sfuggire al ludibrio pubblico ad un certo punto l’uomo decise addirittura di mettere su famiglia.

Soltanto nel 1981, Seel, stanco dell’omertà che pesava sulla deportazione e morte di tanti omosessuali, fece la scelta di uscire definitivamente allo scoperto. Una presa di posizione che gli causò nuove aggressioni ed insulti, ma non era più tempo di retromarce.

Da allora Seel infatti non smise mai di lottare per i diritti civili dei gay, scrivendo un libro di memorie che fece sensazione ed adoperandosi perché il ricordo di quell’infamia non finisse nel dimenticatoio. Emersero così i dettagli delle torture e della sodomizzazione effettuata con un bastone di legno. Un elenco lungo di violenze che l’uomo dovette subire, prima di riagguantare la libertà. Una libertà spesso solo parziale, visto l’ambiente omofobo in cui Seel dovette vivere per buona parte della sua vita.

http://www.queerblog.it/post/154618/pie ... mosessuale
Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
camillobenso
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Al Tg3 delle 19,00 hanno mandato in onda il servizio da Milano dove si sono uniti i tradizionalisti della destra.

Dei ragazzi di opinione avversa sono entrati ed hanno cercato di parlare al microfono.

Dopo essere stati allontanati ha preso la parola l'ex comunista di Democrazia bollettaria, Roberto Maroni che molto elegantemente ha dichiarato:

<<Figuriamoci se mi facevo condizionare da 4 pirla>>

Bravo ex compagno, ti sei fatto influenzare tutta la vita per un posto al sole e per i dané.
camillobenso
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DIRITTI
La guerra della scuola agli omosessuali
Tra boicottaggi, licenziamenti e "manuali"

Negli istituti italiani si fa sempre più feroce la battaglia di associazioni dei genitori e organizzazioni religiose per "bandire la teoria del genere" e "difendere la famiglia tradizionale". Con il risultato che si moltiplicano gli episodi di omofobia e i dibattiti sulla sessualità vengono banditi
DI ARIANNA GIUNTI
16 gennaio 2015




Avevano promesso la guerra al mondo “omosex” e a una non meglio precisata “teoria del genere”. Avevano annunciato che si sarebbero battuti affinché nelle aule scolastiche parole come “gay”, “lesbiche”, “transgender” ma anche “monofamiglie” e “unioni civili” non entrassero mai. E la promessa è stata mantenuta.

La chiamano “battaglia a difesa della famiglia tradizionale”, è promossa da associazioni e organizzazioni religiose, e in teoria dovrebbe semplicemente sponsorizzare l’importanza e la bellezza di un’unione composta da uomo e donna. In realtà, si tratterebbe di una campagna di boicottaggio verso qualsiasi tentativo di spiegare l’omosessualità in classe, che sta avendo come teatro alcuni istituti scolastici e che rischia di avere conseguenze deleterie. Poiché gli effetti - come dimostrano recenti fatti di cronaca - si sono già cominciati a far sentire.

Un insegnante omosessuale costretto a dimettersi e un alunno preso a calci in aula da un professore che gli avrebbe urlato “essere gay è una brutta malattia”, tanto per fare due esempi.
VEDI ANCHE:
Scuola media
"Io, insegnante gay, costretto a dimettermi"

La storia di Daniele Baldoni, docente di danza in una scuola privata, andato via dall'istituto dopo che alcuni genitori si erano lamentati per il suo "stile di vita non adatto". Non gli andava a genio la sua omosessualità

Scenario di entrambi gli episodi, la cattolicissima Umbria. Da dove questa campagna è partita e si è poi estesa in quasi tutta Italia, come risulta a l’Espresso e come conferma l’associazione Arcigay, che oggi lancia l’allarme parlando di “clima di odio” e che continua a ricevere segnalazioni quasi quotidiane da parte di allievi, insegnanti e genitori laici, preoccupati da questa “deriva oscurantista”.

E’ iniziato tutto - appunto - nella provincia di Perugia, dove le famiglie di alcuni studenti si sono viste recapitare fuori dalle scuole un “manuale di autodifesa dalla teoria del gender”, redatto dal forum delle Associazioni familiari dell’Umbria e dall’organizzazione La Manif Pour Tous Italia, che riunisce varie confessioni religiose. Il vademecum in questione - senza troppi giri di parole - invita i genitori dei ragazzi a boicottare ogni tentativo di affrontare l’argomento omosessualità in classe e a rifiutare negli istituti scolastici gli incontri con rappresentanti di associazioni gay, esponenti della “cultura omosessuale” o “la diffusione di materiale didattico pericoloso”. Sul sito dell’organizzazione, inoltre, compare una lista di asili “gay friendly” dai quali stare alla larga. “Controllate costantemente che nella scuola di vostro figlio non si parli di omofobia. Sono parole chiave che nascondono l’indottrinamento della teoria del gender. Controllate ogni giorno i loro quaderni e diari. E date l’allarme!”, si legge nel decalogo distribuito alle famiglie.

Rapidamente, il manuale di autodifesa si è diffuso anche in altre regioni italiane. In Veneto, per esempio. A Venezia recentemente alcuni insegnanti di religione sono corsi ai ripari improvvisando lezioni nelle quali si mettono in guardia i ragazzi “dalle insidie dell’ideologia omosessuale” mentre a Verona il consiglio comunale ha approvato una mozione “per monitorare i progetti di educazione sessuale e affettiva nelle scuole cittadine” .
E così dall’autunno scorso le scuole veronesi sono tenute, in base alla mozione, ad avvertire preventivamente i genitori dei corsi e degli approfondimenti sulla sessualità, e allo stesso tempo il Comune è impegnato a raccogliere eventuali segnalazioni e proteste da parte delle famiglie preoccupate che nelle ore di educazioni civica si parli “di famiglie omosessuali, adozione e relazioni gay”.
VEDI ANCHE:
Flavio Tosi
Gay a scuola, ancora battaglia

Il Comune di Verona ha approvato un "Ordine del giorno" in cui si chiede al sindaco di istituire un osservatorio pro-famiglia tradizionale. Per bloccare gli insegnamenti che metterebbero a rischio "la morale" in classe. Proprio mentre Tosi diceva sì alle coppie di fatto. E l'attacco all'educazione laica arriva anche altrove

Neppure la Capitale è rimasta immune alla “crociata”. Nel celebre liceo romano Giulio Cesare è finito in rissa - e con un ricorso al Tribunale civile da parte dei genitori - il tentativo da parte di un docente di far leggere agli studenti alcuni passaggi di un romanzo di Melania Mazzucco, che descriveva scene di amore omosessuale.
In Piemonte la situazione non sembra essere migliore. Eppure nelle aule scolastiche, di educazione alla sessualità (di qualunque genere), ci sarebbe proprio bisogno. Soprattutto per permettere agli studenti di superare paure e pregiudizi. Visto che i casi di omofobia continuano a essere all’ordine del giorno.

All’istituto Pininfarina di Moncalieri, per esempio, è ancora in corso un’inchiesta interna sulla frase pronunciata lo scorso novembre da un’insegnante di religione: “Dall’omosessualità si può guarire con la psicanalisi, perché è un problema psicologico”, avrebbe detto la donna.

Racconta a l’Espresso Giorgio B., 16 anni, studente del Pininfarina e attivista di Arcigay Torino: “Per anni ho dovuto subire battute e minacce più o meno velate, per via della mia omosessualità. Poi ho deciso di fare coming out, con i miei compagni e con la mia famiglia, ed è stata una liberazione. Da allora ho cominciato a ricevere lettere, sfoghi, segnalazioni da parte di studenti di tutta Italia. E mi sono reso conto che la situazione è allarmante. L’omofobia non può più essere tollerata come semplice “libertà di opinione” ma trattata per quella che è: discriminazione”.

A riferire un panorama inquietante è anche una recente indagine effettuata Studenti.it, popolarissimo portale dedicato agli allievi delle scuole medie e superiori. Secondo loro, il 58 per cento degli studenti italiani ha subito o ha direttamente assistito in prima persona a episodi di omofobia. Nei dettagli, il 38 per cento riferisce di essere stato testimone di episodi di discriminazione e di omofobia da parte di studenti verso altri studenti, il 12 per cento dichiara di aver assistito a episodi di questo genere da parte di professori ai danni degli allievi e l’8 per cento rivela di esserne stato vittima in prima persona.

A spiegare bene la situazione è il circolo Arcigay Omphalos di Perugia, il primo a denunciare la diffusione degli “opuscoli di autodifesa dalla teoria del gender”. “Questo è il risultato delle campagne di odio che i movimenti oltranzisti cattolici e di estrema destra stanno portando avanti in tutto il Paese - spiega il presidente Patrizia Stefani - Le loro manifestazioni, apparentemente silenziose e rispettose, sono invece intrise di odio e discriminazione non solo verso le famiglie “arcobaleno”, ma anche verso chiunque non condivida con loro una visione di ‘famiglia tradizionale’”. “Con sospetto e diffidenza - aggiunge Stefani - vengono guardate anche le famiglie composte da un solo genitore o da coppie conviventi che hanno figli senza essere regolarmente sposate”.

Contattata da l’Espresso, l’associazione La Manif pour tous - co-autrice del vademecum “contro l’ideologia del genere" - respinge al mittente ogni accusa, parlando di semplice libertà di espressione: “Sono stati gli stessi genitori dei ragazzi a chiederci di redigere questa guida - spiega il presidente Filippo Savarese - tutto questo perché le famiglie sono intimorite dagli incontri che avvengono a scuola con le associazioni pro-gay e vogliono poter scegliere l’educazione da impartire ai propri figli”.

“Basti sapere - aggiunge Savarese - che la nostra raccolta firme online a difesa della famiglia tradizionale ha già raggiunto quasi 21mila adesioni”.

A chi li accusa di essere omofobi (l’associazione si scaglia apertamente contro l’entrata in vigore di una legge contro l’omofobia), rispondono: “Essere contro le unioni gay non significa essere omofobi”. Sul sito dell’associazione, però, alla voce “tredici motivi per dire ‘no’ alla legge sull’omofobia” compare un articolo firmato dall’avvocato Gianfranco Amato, presidente di Giuristi per la Vita, già autore di controverse dichiarazioni sul matrimonio omosessuale nelle quali paragonò il matrimonio fra due uomini a quello fra “un uomo e un cane”. Stavolta l’avvocato - invocando la libertà di espressione - cita le Sacre Scritture: “l’omosessualità rappresenta una grave depravazione, Il catechismo definisce l’omosessualità come un insieme di atti intrinsecamente disordinati e contrari alla legge naturale. Se questa legge fosse approvata dirlo diventerebbe un reato”.

A spingere la discussione più in là, sottolineando una mancata presa di posizione del governo in materia di educazione “al diverso”, è invece l’associazione Equality Italia, che si occupa di diritti, e che ricordando il vuoto legislativo in materia di omofobia lancia un vero e proprio “j’accuse” al governo Renzi, colpevole di aver fatto troppo poco in questo campo: “Il ministro dell’Istruzione Giannini ci deve spiegare una volta per tutte se sta con la laicità della scuola o con le organizzazioni religiose, vista la mancanza di educazione alle differenze nelle aule scolastiche”, dichiara il presidente Aurelio Mancuso. “Ma la responsabilità di questo ‘Medioevo di ritorno’ non è solamente del ministero dell’Istruzione - aggiunge Mancuso - perché quando ci sono casi di omofobia, sia ai danni di studenti che di insegnanti, non possiamo far a meno che notare un assordante e gravissimo silenzio da parte dei sindacati della scuola. Una situazione che ci fa sentire tremendamente soli”.
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http://espresso.repubblica.it/attualita ... =HEF_RULLO
camillobenso
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La dimostrazione che la destra omofoba è ipocrita e perlomeno blasfema ed anticristiana viene dal convegno di Milano di oggi, dove ci stavano i più belli bell’imbusti della congrega, compresi i soliti Amicone, Adinolfi, non mancava Lupi per CL, Decorato ecc. Non ultimo Maroncino solo in cerca di voti.

Sarebbe opportuno che questi fondamentalisti cattolici, spiegassero una volta per tutte, visto che sostengono che la presenza di ogni essere umano su questa Terra dipende dalla volontà di Dio, perché non accettano la volontà del Creatore, quando si riscontrano in natura soggetti che dimostrano attrazione verso il proprio sesso. Se ci sono omosessuali, seguendo la logica cattolica questo dipende dalla volontà di Dio.

I fondamentalisti invece no. Pretendono di escluderli dalla parità di diritti in tutti i sensi.

Oggi a Milano si battevano per la supremazia della famiglia tradizionale.


Ma sotto il piano del diritto anche gli omosessuali devono avere le stesse opportunità di convivenza civile.

Non si capisce perché questi finti cristiani debbano negare dei diritti a chi non ha scelto di sua volontà di avere una sessualità differente.



http://www.tg.la7.it/repliche-tgla7?id=145156
Punto 26.26
camillobenso
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Re: Diritti! Diritti!

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Sempre più in basso


Se al Meazza, qualche istante prima del fischio d’inizio del derby Milan – Inter, il mediano destro rossonero, oltrepassasse la linea di metà campo per andare a posizionarsi nella parte centrale della metà campo nerazzurra, la tifoseria dagli spalti comincerebbe a rumoreggiare.

Si chiederebbe subito se quel mediano è completamente fatto di coca o “di quel bon”.

Invece ieri sera, quando l’operatore del Regionale della Lombardia in servizio presso il convegno in favore della famiglia tradizionale, organizzato a Milano col patrocinio della Regione Lombardia, dai finti cattolici, inquadra la prima fila, ecco che compare sorridente, il mediano della squadra avversaria.

Si è lui, proprio lui. L’immarcescibile monsieur Robertò Formigonì. Che da queste parti è classificato come colui che ha la faccia come il lato B, che per mantenere alta la nomea si presenta al convegno in favore della famiglia tradizionale. Lui che da anni convive con un maschietto, schierato a favore della famiglia tradizionale.

Questa mattina, poi, mi hanno segnalato il servizio su La Repubblica.


Milano, prete pedofilo al convegno anti gay
Imbarazzo all’evento in difesa della famiglia: alle spalle di Maroni e Formigoni spunta Mauro Inzoli, detto don Mercedes
Polemica sul religioso, amante delle auto di lusso, condannato dal Vaticano a ritirarsi a vita privata per abusi

di Matteo Pucciarelli


MILANO È seduto in seconda fila, sorridente. Dietro al presidente Roberto Maroni e al suo predecessore Roberto Formigoni, di cui per lungo tempo è stato confessore.

Al discusso convegno di sabato in difesa della famiglia “tradizionale” c’era anche don Mauro Inzoli, il prete pedofilo costretto dallo stesso Vaticano a ritirarsi a vita privata. Con parole peraltro durissime, firmate nel giugno scorso dalla Congregazione per la dottrina della fede: «Inzoli non potrà assumere ruoli di responsabilità e operare in enti a scopo educativo. Non potrà dimorare nella Diocesi di Crema, entrarvi e svolgere in essa qualsiasi atto ministeriale. Dovrà inoltre intraprendere, per almeno cinque anni, un’adeguata psicoterapia».


Sembra quasi la legge del contrappasso: una delle associazioni che aveva organizzato il forum (Obiettivo Chaire) è nata proprio per curare i gay («Diamo aiuto a quello che ce lo chiedono, non è un obbligo», è il loro refrain), quando invece una persona da curare con “adeguata psicoterapia” era proprio lì davanti.


La sua presenza al forum sembrava essere passata inosservata. Inzoli, già fondatore del Banco Alimentare e soprannominato “don Mercedes” per il suo tenore di vita, era l’animatore della onlus “Fraternità”. Nel 2010 si comincia a parlare della sua pedofilia, il caso diventa oggetto di indagine all’interno della Chiesa e alla fine arriva la lettera del vescovo di Crema Oscar Cantoni:

«In considerazione della gravità dei comportamenti e del conseguente scandalo, provocato da abusi su minori, don Inzoli è invitato a una vita di preghiera e di umile riservatezza, come segni di conversione e di penitenza. Gli è inoltre prescritto di sottostare ad alcune restrizioni, la cui inosservanza comporterà la dimissione dallo stato clericale ».


Un anno fa il senatore lombardo di Sel Franco Bordo presenta un esposto in Procura contro don Inzoli e viene aperta un’inchiesta, con il magistrato Roberto Di Martino che chiede una rogatoria al Vaticano. È stato Bordo ad accorgersi di lui, dalla foto di un giornale che ritraeva la platea dell’auditorium Testori: «Un bel quadretto, non c’è che dire — dice — la Regione a braccetto con il prete pedofilo è la ciliegina sulla torta di un convegno che, nonostante le rassicurazioni, nei fatti si è dimostrato essere omofobo ».


Il direttore di Tempi Luigi Amicone, moderatore del convegno, spiega di non essersi accorto di don Inzoli. «È un libero cittadino e non mi risulta che abbia restrizioni alla circolazione da parte della giustizia italiana. Ma — aggiunge — se come lui sa benissimo ha un problema molto serio aperto con la Chiesa, mi pare che non ci volesse un genio per capire che se si voleva ferire la giornata di sabato, quello era il modo: presentarsi nelle prime file».


Mentre un altro dei relatori, l’ex deputato del Pd Mario Adinolfi, contrattacca: «La pedofilia mi fa schifo. Detto questo, chiederei un minimo di equanimità al prossimo congresso dei radicali con Mambro e Fioravanti. Tranquilli, nel loro caso non dovete fare neanche la fatica di fare lo screening di ogni singola faccia del pubblico. Loro parlano dal palco».

Negli ambienti della Regione il passaparola sull’apparizione in platea di don Inzoli è stato velocissimo, e improvvisamente la sua presenza è stata ridotta a una sfilza di «non saprei » e «non lo conosco bene».

L’incontro “Difendere la famiglia per difendere la comunità” aveva scatenato un putiferio prima e durante. “Prima” perché c’era il logo di Expo sulla locandina, con il ministro Maurizio Martina e l’ad della società dell’esposizione Giuseppe Sala che ne avevano richiesto (inutilmente) la rimozione al Pirellone; “durante” perché a un ragazzo di 22 anni era stata tolta parola, con lui ricoperto di insulti («merda», «finocchio») e portato via di peso, solo perché aveva chiesto ai presenti se erano sicuri che i loro figli fossero eterosessuali.

Mancava il “dopo”: eccolo servito.

******

il Fatto 19.1.15
Don Mauro Inzoli, ex tesoriere di CL
Condannato dal Vaticano per abusi su minori al Convegno sulla Famiglia


DAVVERO un bel quadretto a difesa #famiglia, don Inzoli condannato dal Vaticano per abusi su minori”. È il testo di un tweet pubblicato sul profilo ufficiale di Sinistra Ecologia e Libertà, che allega una foto tratta dal Corriere della Sera, scattata durante il “Convegno sulla famiglia” tenutosi a Milano sabato, che ritrae – alle spalle del presidente della Lombardia Roberto Maroni, del suo predecessore Roberto Formigoni, del presidente del Consiglio regionale Cattaneo e dell’assessore alla cultura Cappellini – don Mauro Inzoli, ex tesoriere di Cl, soprannominato “don Mercedes” per la sua passione per la bella vita. Inzoli, indagato per casi di abusi su minori, è stato condannato dalla Congregazione per la dottrina della fede a una “pena medicinale perpetua”. “In considerazione della gravità dei comportamenti e del conseguente scandalo, provocato da abusi su minori, – si legge nel decreto – don Inzoli è invitato a una vita di preghiera e di umile riservatezza, come segni di conversione e di penitenza. Non potrà celebrare l’Eucaristia e gli altri sacramenti, né predicare”. Nulla però, a quanto pare, gli vieta di partecipare a convegni in difesa della “famiglia tradizionale”.
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Re: Diritti! Diritti!

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https://fbcdn-sphotos-g-a.akamaihd.net/ ... 7cb2529044

Spero che si veda

Maroni conosceva già benissimo il prete accusato di pedofilia.
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Re: Diritti! Diritti!

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Adinolfi sbaglia. Soprattutto d'inverno, nel suo caso, il condom protegge efficacemente, dalla pioggia e dal freddo e mantiene i capelli in ordine.
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Re: Diritti! Diritti!

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Non vi avevo ancora sciroppato la mia petizione! Accorrete, siorri e siorre, accorrete :) :)

https://www.change.org/p/comune-di-mila ... e-stazioni

ATM chiude il bilancio con diversi milioni di euro di utile ogni anno. E' vergognoso che la maggior parte delle stazioni delle linee M1 e M2 siano inaccessibili o difficilmente accessibili alle carrozzine.
LETTERA A
Assessore alla mobilità Comune di Milano
ATM
ATM: ascensori per persone con disabilità in tutte le stazioni della metropolitana nelle linee M1 e M2. Attualmente i montascale non sono presenti che in alcune fermate, spesso succede che siano danneggiati o malfunzionanti. Il costo del biglietto è raddoppiato in un decennio, l'azienda chiude i bilanci con utili milionari e non si trova il denaro da investire per garantire l'accessibilità alle persone con disabilità. Ciò è iniquo, vergognoso, anticostituzionale. ATM deve garantire un servizio pubblico accessibile a tutti.
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Re: Diritti! Diritti!

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andare camminare firmare!

http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/Ser ... 340/P/9995

Arabia Saudita: religioso condannato a morte dopo un processo iniquo
Data di pubblicazione dell'appello: 19.11.2014
UA: 271/14 Index: MDE 23/028/2014 Arabia Saudita Status dell'appello: aperto
Campagna Individui a rischio
Sheikh Nimr al-Nimr, eminente religioso musulmano sciita dell'Arabia Saudita, è stato condannato a morte con accuse generiche in seguito a un processo iniquo. La sua condanna deve essere annullata e deve essere rilasciato immediatamente.
...
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Non è un paese per disabili

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http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01 ... i/1347948/

Il nuovo calcolo ISEE: le famiglie di disabili rischiano di perdere il diritto agli alloggi popolari.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01 ... e/1368576/

Chi si prende cura dei familiari disabili perde il lavoro e lo Stato non gli garantisce nemmeno la pensione.
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