Diario della caduta di un regime.
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Re: Diario della caduta di un regime.
Gli effetti delle scelte di Renzi cominciano a farsi sentire una settimana dopo. Prima è cominciato ad esplodere l'NCD e oggi FI.
Le sacerdotesse del Royal Baby Paràkulos, ostentano sicurezza e indifferenza, ma questo governo è rimasto in piedi perché è un governo di centrodestra.
Adesso la componente di destra sta esplodendo.
Negli ultimi giorni i commentatori politici e e i politici di destra, convenivano sulla spregiudicatezza di Renzi.
Andreotti, aveva inventato la politica dei due forni. A Renzi viene attribuita l'invenzione della politica dei tre forni.
Velardi, l'ex consigliere di D'Alema, ieri ha sostenuto che si tratta della politica dei quattro forni. Facendo riferimento alle alleanze registrate per la Corte Costituzionale.
Due forni, tre, quattro, è un modo di procedere azzardato e prima o poi doveva succedere.
Patto Nazareno, Forza Italia esplode e fa saltare l’intesa. Il Pd: “Ognuno per sé”
Toti: “Il patto si è rotto”. L'ufficio di presidenza: "Valuteremo caso per caso". Serracchiani: "Tutto finito? Meglio così, soprattutto per noi" (Ma se è stato renzi a volerlo già prima che diventasse premier? L'Asilo Mariuccia al potere - ndt). Lotti: "Contenti loro, contenti tutti". Bonafè: "Vedremo al referendum se gli italiani stanno con noi o con Toti". Boschi: "Se ci ripensano siamo qui". Già scontro in conferenza dei capigruppo: sul ddl Boschi si voterà dal 10. Brunetta: "Parlamento violentato"
di F. Q. | 4 febbraio 2015
Il patto del Nazareno non sta tanto bene. Anzi può diventare un divorzio.
L’intesa Renzi-Berlusconi – che ha compiuto da poco un anno – non supera l’ultimo ostacolo.
L’elezione di Sergio Mattarella a presidente della Repubblica lascia cicatrici. Forza Italia è squassata e provoca la rottura del patto del Nazareno.
“Il patto non è più vincolante” recita il documento finale dell’ufficio di presidenza perché il metodo per l’elezione del capo dello Stato è stato “inaccettabile” e la scelta “unilaterale”.
Il Pd non aspetta a rispondere: “Se il patto del Nazareno è finito, meglio così” dichiara la vicesegretaria Debora Serracchiani.
“Contenti loro, contenti tutti” aggiunge il sottosegretario a Palazzo Chigi Luca Lotti.
“Al referendum gli italiani decideranno se stare con noi o con Toti e Brunetta” sintetizza la Bonafè.
Il peso da dare alle dinamiche di queste ore si può interpretare dai toni, inediti per l’ultimo anno di rapporti tra Pd e Forza Italia.
“Stando ai numeri che abbiamo espresso in Senato io non starei così sereno. Forza Italia è stata più volte determinante” provoca Giovanni Toti.
“Abbiamo già avuto modo di apprezzare le qualità di Toti nella gestione dei numeri al momento dell’elezione del Presidente della Repubblica” risponde Francesco Bonifazi, tesoriere del Pd.
Forza Italia continua a far ricadere la rottura dell’accordo sulla mancata intesa per il Quirinale, come se il nome del capo dello Stato dovesse essere condiviso da contratto, da patto del Nazareno, insomma.
Nel frattempo il governo sta per mettere mano alla norma detta “Salva Berlusconi” che si trova all’interno del decreto fiscale.
Difficile capire se sia più la frantumazione di Forza Italia a provocare la caduta del patto del Nazareno o il patto del Nazareno la ragione della guerra civile interna tra i berlusconiani.
Di certo Berlusconi si è trovato davanti al malumore di larga parte del partito.
Lo ha reso esplicito Raffaele Fitto che ha inserito l’intesa tra il segretario del Pd e l’ex Cavaliere tra gli “errori clamorosi”, i capi d’imputazione per i quali tutti i vertici del partito devono essere azzerati.
Berlusconi non gli ha dato retta, ha respinto le dimissioni dei dirigenti e dei capigruppo Renato Brunetta e Paolo Romani, ma evidentemente ha dato il via ai primi effetti di questa rottura.
In conferenza dei capigruppo, a Montecitorio, si è verificato un lungo braccio di ferro tra lo stesso Brunetta e il collega del Pd Roberto Speranza per la calendarizzazione del ddl Boschi sulle riforme istituzionali.
E alla fine l’ha spuntata il democratico: si voterà da martedì 10 a sabato 14.
“Si sceglie di violentare il Parlamento – sostiene Brunetta – il che è inaccettabile”.
Replica il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi: “Brunetta non sa che gli italiani, quelli che hanno la fortuna di avere un lavoro, lavorano cinque giorni a settimana, dal lunedì al venerdì”.
Ernesto Carbone @ernestocarbone
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Non è morto il patto del Nazareno, è morta Forza Italia.
15:28 - 4 Feb 2015
21 RETWEET 21 PREFERITI
Così hanno cominciato a cantare i cannoni renziani: senza vincoli “la strada delle riforme sarà più semplice.
Arrivare al 2018 senza Brunetta e Berlusconi per noi è molto meglio” dichiara la vicesegretaria Debora Serracchiani. “Contenti loro, contenti tutti – aggiunge Simona Bonafè, europarlamentare campionessa di preferenze – Berlusconi rinuncia a incidere sul futuro del paese, problema tutto suo e dei suoi illuminati strateghi. Faremo le riforme e ci vedremo al referendum: gli italiani decideranno se stare con noi o con Toti e Brunetta”.
Niente per convincere Forza Italia e infatti la nota che esce dall’ufficio di presidenza di Palazzo Grazioli fa cadere ogni diplomazia.
“Nel prosieguo del cammino di approvazione delle leggi di riforma che fino ad oggi ci hanno visto impegnati in un sostegno generalizzato” vedrà Forza Italia “libera di valutare quanto proposto di volta in volta, senza alcun vincolo politico derivante dagli accordi che hanno fin qui guidato, nello spirito e negli obiettivi, un percorso comune e condiviso che oggi è stato fatto venir meno dalla nostra controparte”.
Il ministro Boschi fa pesare di nuovo che il problema è tutto dei berlusconiani: “Le riforme vanno avanti, le abbiamo appena calendarizzate alla Camera dove abbiamo una ampia maggioranza. Se poi Forza Italia ci ripensa, siamo qui”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02 ... e/1396266/
Le sacerdotesse del Royal Baby Paràkulos, ostentano sicurezza e indifferenza, ma questo governo è rimasto in piedi perché è un governo di centrodestra.
Adesso la componente di destra sta esplodendo.
Negli ultimi giorni i commentatori politici e e i politici di destra, convenivano sulla spregiudicatezza di Renzi.
Andreotti, aveva inventato la politica dei due forni. A Renzi viene attribuita l'invenzione della politica dei tre forni.
Velardi, l'ex consigliere di D'Alema, ieri ha sostenuto che si tratta della politica dei quattro forni. Facendo riferimento alle alleanze registrate per la Corte Costituzionale.
Due forni, tre, quattro, è un modo di procedere azzardato e prima o poi doveva succedere.
Patto Nazareno, Forza Italia esplode e fa saltare l’intesa. Il Pd: “Ognuno per sé”
Toti: “Il patto si è rotto”. L'ufficio di presidenza: "Valuteremo caso per caso". Serracchiani: "Tutto finito? Meglio così, soprattutto per noi" (Ma se è stato renzi a volerlo già prima che diventasse premier? L'Asilo Mariuccia al potere - ndt). Lotti: "Contenti loro, contenti tutti". Bonafè: "Vedremo al referendum se gli italiani stanno con noi o con Toti". Boschi: "Se ci ripensano siamo qui". Già scontro in conferenza dei capigruppo: sul ddl Boschi si voterà dal 10. Brunetta: "Parlamento violentato"
di F. Q. | 4 febbraio 2015
Il patto del Nazareno non sta tanto bene. Anzi può diventare un divorzio.
L’intesa Renzi-Berlusconi – che ha compiuto da poco un anno – non supera l’ultimo ostacolo.
L’elezione di Sergio Mattarella a presidente della Repubblica lascia cicatrici. Forza Italia è squassata e provoca la rottura del patto del Nazareno.
“Il patto non è più vincolante” recita il documento finale dell’ufficio di presidenza perché il metodo per l’elezione del capo dello Stato è stato “inaccettabile” e la scelta “unilaterale”.
Il Pd non aspetta a rispondere: “Se il patto del Nazareno è finito, meglio così” dichiara la vicesegretaria Debora Serracchiani.
“Contenti loro, contenti tutti” aggiunge il sottosegretario a Palazzo Chigi Luca Lotti.
“Al referendum gli italiani decideranno se stare con noi o con Toti e Brunetta” sintetizza la Bonafè.
Il peso da dare alle dinamiche di queste ore si può interpretare dai toni, inediti per l’ultimo anno di rapporti tra Pd e Forza Italia.
“Stando ai numeri che abbiamo espresso in Senato io non starei così sereno. Forza Italia è stata più volte determinante” provoca Giovanni Toti.
“Abbiamo già avuto modo di apprezzare le qualità di Toti nella gestione dei numeri al momento dell’elezione del Presidente della Repubblica” risponde Francesco Bonifazi, tesoriere del Pd.
Forza Italia continua a far ricadere la rottura dell’accordo sulla mancata intesa per il Quirinale, come se il nome del capo dello Stato dovesse essere condiviso da contratto, da patto del Nazareno, insomma.
Nel frattempo il governo sta per mettere mano alla norma detta “Salva Berlusconi” che si trova all’interno del decreto fiscale.
Difficile capire se sia più la frantumazione di Forza Italia a provocare la caduta del patto del Nazareno o il patto del Nazareno la ragione della guerra civile interna tra i berlusconiani.
Di certo Berlusconi si è trovato davanti al malumore di larga parte del partito.
Lo ha reso esplicito Raffaele Fitto che ha inserito l’intesa tra il segretario del Pd e l’ex Cavaliere tra gli “errori clamorosi”, i capi d’imputazione per i quali tutti i vertici del partito devono essere azzerati.
Berlusconi non gli ha dato retta, ha respinto le dimissioni dei dirigenti e dei capigruppo Renato Brunetta e Paolo Romani, ma evidentemente ha dato il via ai primi effetti di questa rottura.
In conferenza dei capigruppo, a Montecitorio, si è verificato un lungo braccio di ferro tra lo stesso Brunetta e il collega del Pd Roberto Speranza per la calendarizzazione del ddl Boschi sulle riforme istituzionali.
E alla fine l’ha spuntata il democratico: si voterà da martedì 10 a sabato 14.
“Si sceglie di violentare il Parlamento – sostiene Brunetta – il che è inaccettabile”.
Replica il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi: “Brunetta non sa che gli italiani, quelli che hanno la fortuna di avere un lavoro, lavorano cinque giorni a settimana, dal lunedì al venerdì”.
Ernesto Carbone @ernestocarbone
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15:28 - 4 Feb 2015
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Così hanno cominciato a cantare i cannoni renziani: senza vincoli “la strada delle riforme sarà più semplice.
Arrivare al 2018 senza Brunetta e Berlusconi per noi è molto meglio” dichiara la vicesegretaria Debora Serracchiani. “Contenti loro, contenti tutti – aggiunge Simona Bonafè, europarlamentare campionessa di preferenze – Berlusconi rinuncia a incidere sul futuro del paese, problema tutto suo e dei suoi illuminati strateghi. Faremo le riforme e ci vedremo al referendum: gli italiani decideranno se stare con noi o con Toti e Brunetta”.
Niente per convincere Forza Italia e infatti la nota che esce dall’ufficio di presidenza di Palazzo Grazioli fa cadere ogni diplomazia.
“Nel prosieguo del cammino di approvazione delle leggi di riforma che fino ad oggi ci hanno visto impegnati in un sostegno generalizzato” vedrà Forza Italia “libera di valutare quanto proposto di volta in volta, senza alcun vincolo politico derivante dagli accordi che hanno fin qui guidato, nello spirito e negli obiettivi, un percorso comune e condiviso che oggi è stato fatto venir meno dalla nostra controparte”.
Il ministro Boschi fa pesare di nuovo che il problema è tutto dei berlusconiani: “Le riforme vanno avanti, le abbiamo appena calendarizzate alla Camera dove abbiamo una ampia maggioranza. Se poi Forza Italia ci ripensa, siamo qui”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02 ... e/1396266/
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Re: Diario della caduta di un regime.
La vox populi
cave canem • alcuni secondi fa
Semplificando un po', si potrebbe dire "i ladri di Pisa"...
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frantic • alcuni secondi fa
Berlusconi riabilitato il PD gli ha detto vai adesso tocca a te.
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frantic • 5 minuti fa
avranno anche rotto ma u Ziu Silvviu la Soddisfazione di pisciare a ☭Botteghe Oscure oggi Nazareno se le tolta.
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macduff • 8 minuti fa
Sceneggiata vecchia e inutile. Senza alcun ritegno questa gentaglia fa finta di litigare.
bonanotte popolo...
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frantic • 9 minuti fa
dove sono gli Spartani PDni☭ che difendevano il Patto del Nazareno? non commentano, forse stanno registrando come pubblico dalla D'Urso?
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MiRiprendo LaLiberta • 13 minuti fa
Il patto si è concluso con l'elezione del presidente della repubblica che piace a B
http://limbeccata.it/politica/...
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frantic • 13 minuti fa
i PDni☭ hanno liberato Berlusconi detto u Ziu Silvviu e fanno il Teatrino, ahahahahahah
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cave canem • alcuni secondi fa
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Berlusconi riabilitato il PD gli ha detto vai adesso tocca a te.
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avranno anche rotto ma u Ziu Silvviu la Soddisfazione di pisciare a ☭Botteghe Oscure oggi Nazareno se le tolta.
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macduff • 8 minuti fa
Sceneggiata vecchia e inutile. Senza alcun ritegno questa gentaglia fa finta di litigare.
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dove sono gli Spartani PDni☭ che difendevano il Patto del Nazareno? non commentano, forse stanno registrando come pubblico dalla D'Urso?
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MiRiprendo LaLiberta • 13 minuti fa
Il patto si è concluso con l'elezione del presidente della repubblica che piace a B
http://limbeccata.it/politica/...
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i PDni☭ hanno liberato Berlusconi detto u Ziu Silvviu e fanno il Teatrino, ahahahahahah
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Re: Diario della caduta di un regime.
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frantic • 23 minuti fa
la Festa dell'Amicizia è stata sempre coperta con i manifesti Falcemartello, bastava ascoltare il Compagno Violante e si capiva.
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frantic • 26 minuti fa
dal 1992 fino ad oggi i voti delle Feste de l'Unità☭ sono serviti per far Governare la Democrazia Cristiana.
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Norrin Radd • 26 minuti fa
boschi : sempre a disposizione del papy..
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Francy Viarons • 27 minuti fa
#FIVE YEARS ..MORE
+ la foto di un abbraccio fra Matteo&Agnese.
Leggeremo questo tweet.. alle prossime elezioni. Piaccia o non piaccia.
Scilpio??...desaparecido
Beppe?? al 10%..questo vuole con le sue .."exit-Pools"
Salvini?? al 15-16 % max..max
Alfano ??...0,......
Altri insieme??...4-6%
A meno che Salvini e Beppe si mettano insieme...come sarebbe naturale...e..allora... potrebbe..forse....NASCERE UNA OPPOSIZIONE CREDIBILE !!!!
è già scritto..e nessuno se ne rende conto.
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frantic • 23 minuti fa
la Festa dell'Amicizia è stata sempre coperta con i manifesti Falcemartello, bastava ascoltare il Compagno Violante e si capiva.
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frantic • 26 minuti fa
dal 1992 fino ad oggi i voti delle Feste de l'Unità☭ sono serviti per far Governare la Democrazia Cristiana.
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Norrin Radd • 26 minuti fa
boschi : sempre a disposizione del papy..
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Francy Viarons • 27 minuti fa
#FIVE YEARS ..MORE
+ la foto di un abbraccio fra Matteo&Agnese.
Leggeremo questo tweet.. alle prossime elezioni. Piaccia o non piaccia.
Scilpio??...desaparecido
Beppe?? al 10%..questo vuole con le sue .."exit-Pools"
Salvini?? al 15-16 % max..max
Alfano ??...0,......
Altri insieme??...4-6%
A meno che Salvini e Beppe si mettano insieme...come sarebbe naturale...e..allora... potrebbe..forse....NASCERE UNA OPPOSIZIONE CREDIBILE !!!!
è già scritto..e nessuno se ne rende conto.
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Re: Diario della caduta di un regime.
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frantic • 34 minuti fa
a Bugiardiiiiiiiii☭ è dal 1994 che esiste il Patto di Botteghe Oscure oggi Nazareno, ma chi vi crede più.
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MiRiprendo LaLiberta • 37 minuti fa
Ma se è da almeno vent'anni che stanno d'accordo! Finito questo patto ne faranno un altro. I patti si rifanno ad obiettivi raggiungi. Prima il patto della crostata, ora quello del nazareno, loro fanno i patti e noi facciamo i polli!
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Daniel Fortesque • 43 minuti fa
Gli applausi a Mattarella, son già finiti!
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Daniel Fortesque • 44 minuti fa
Sì! Dai! Datevele di Santa Ragione, che ci divertiamo un po' anche noi, che stavano a diventa' 'na noia, 'sti governi "Napolitan-qualche cosa"!
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Daniel Fortesque • un'ora fa
Patto Nazareno, Forza Italia esplode e fa saltare l’intesa. Il Pd: “Ognuno per sé”:
ragazzi, si ha presente la frase: "Gli affari sono affari!"? Bene: per tanti di noi, educati in un certo modo, anche magari molto "cattolico", offuscati da "cose" come l'affetto, l'amicizia, il sentimento, il mantenere fede ad un impegno... ...certe altre, di "cose", potranno sembrarci pure strane! Non è così! Lì, a quei livelli, si tratta di affari, solo di affari, di maledetti affari!
È, grosso modo, matematica pura! Il tutto si riduce, e "matematicamente", ad un mero e semplice: "Mi conviene, o non mi conviene?", né più e né meno.di questo.
Ovviamente, le valutazioni si fanno tenendo anche conto di cosa, ogni atto, potrebbe determinare, successivamente, come per il gioco degli scacchi, o per le "sponde" a biliardo... ...ma sempre la convenienza ultima, sarà il parametro di riferimento finale!
Oggi, Renzi, sentendosi forte (lasciamo perdere di cosa!), decide che è meglio "Ognuno per sé!" quando appena ieri l'altro, "Micio! Micio!", il Cavaliere, se lo era tirato fin dentro il Nazareno, affinché ne potesse marcare il territorio!
Però, devo dire che so' contento, ammesso che la notizia sia vera per come riportata dal titolo, e che duri, che qui, le smentite, le riconsiderazioni, e le "corrette interpretazioni", sono roba all'ordine del giorno. So' contento, perché credo che Renzi-PD, da solo, tutto sommato, non ce la riesca a fare... ...staremo a vedere.
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frantic • 34 minuti fa
a Bugiardiiiiiiiii☭ è dal 1994 che esiste il Patto di Botteghe Oscure oggi Nazareno, ma chi vi crede più.
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MiRiprendo LaLiberta • 37 minuti fa
Ma se è da almeno vent'anni che stanno d'accordo! Finito questo patto ne faranno un altro. I patti si rifanno ad obiettivi raggiungi. Prima il patto della crostata, ora quello del nazareno, loro fanno i patti e noi facciamo i polli!
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Daniel Fortesque • 43 minuti fa
Gli applausi a Mattarella, son già finiti!
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Daniel Fortesque • 44 minuti fa
Sì! Dai! Datevele di Santa Ragione, che ci divertiamo un po' anche noi, che stavano a diventa' 'na noia, 'sti governi "Napolitan-qualche cosa"!
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Daniel Fortesque • un'ora fa
Patto Nazareno, Forza Italia esplode e fa saltare l’intesa. Il Pd: “Ognuno per sé”:
ragazzi, si ha presente la frase: "Gli affari sono affari!"? Bene: per tanti di noi, educati in un certo modo, anche magari molto "cattolico", offuscati da "cose" come l'affetto, l'amicizia, il sentimento, il mantenere fede ad un impegno... ...certe altre, di "cose", potranno sembrarci pure strane! Non è così! Lì, a quei livelli, si tratta di affari, solo di affari, di maledetti affari!
È, grosso modo, matematica pura! Il tutto si riduce, e "matematicamente", ad un mero e semplice: "Mi conviene, o non mi conviene?", né più e né meno.di questo.
Ovviamente, le valutazioni si fanno tenendo anche conto di cosa, ogni atto, potrebbe determinare, successivamente, come per il gioco degli scacchi, o per le "sponde" a biliardo... ...ma sempre la convenienza ultima, sarà il parametro di riferimento finale!
Oggi, Renzi, sentendosi forte (lasciamo perdere di cosa!), decide che è meglio "Ognuno per sé!" quando appena ieri l'altro, "Micio! Micio!", il Cavaliere, se lo era tirato fin dentro il Nazareno, affinché ne potesse marcare il territorio!
Però, devo dire che so' contento, ammesso che la notizia sia vera per come riportata dal titolo, e che duri, che qui, le smentite, le riconsiderazioni, e le "corrette interpretazioni", sono roba all'ordine del giorno. So' contento, perché credo che Renzi-PD, da solo, tutto sommato, non ce la riesca a fare... ...staremo a vedere.
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Re: Diario della caduta di un regime.
Cristina Correani • un'ora fa
"Nell’interesse degli italiani è imperativo che Berlusconi stia per sempre lontano dalla gestione della cosa pubblica". (Debora Serracchiani, 04/02/2013)
"Berlusconi è sempre il benvenuto, ci dà più garanzie del M5S".
(Debora Serracchiani, 19/07/2014)
"Se il patto del Nazareno è finito, meglio così. La strada delle riforme sarà più semplice. Arrivare al 2018 senza Brunetta e Berlusconi per noi è molto meglio".
(Debora Serracchiani, 04/02/2015)
-
Ecco la coerenza piddina.
Senza dimenticare il trombato ma sereno Letta jr che nel luglio di tre anni fa disse candidamente che avrebbe preferito di gran lunga berlusconi in parlamento al posto dei 5stelle. Più che un auspicio, una profezia.
Nell'interesse degli italiani sarebbe meglio che le persone come Debora Serracchiani smettano di occuparsi delle cose di tutti, vista la loro coerenza e correttezza è già molto se riescono a gestire le loro.
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goodison08 • un'ora fa
Da dove nascono tutte queste fibrillazioni ?
Molto semplice : basta guardare i sondaggi che , nella migliore delle ipotesi , assegnano una settantina di seggi ai peones del (fu) centro-destra. Aggiungiamoci il livello oramai endemico di astensione , recuperabile solo nel lunghissimo periodo e il fenomeno dei pentastellati , che continuano a confermarsi - di gran lunga - come la seconda formazione politica italiana.
Questa è la migliore risposta a tutti quelli che inveiscono contro il M5S , con giudizi sprezzanti sulla sua presunta inutilità ( e lo dice uno che non li vota ) . Mettetevi l'anima in pace , milioni di italiani quando sentono il termine "uomo politico" sbarrano le porte di casa e nascondono l'argenteria , seppur con diverse gradazioni che possono arrivare fino al non voto. Vedere questa classe dirigente sull'orlo di una crisi di nervi , pronta ad attaccarsi al treno di Renzi finché dura , non HA PREZZO.
Per tutto il resto , c'è MasterCard....
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Daniel Fortesque goodison08 • un'ora fa
♫♪ ... Il mio nemico non ha divisa
ama le armi ma non le usa
nella fondina tiene le carte Visa
e quando uccide non chiede scusa ... ♪♫
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"Nell’interesse degli italiani è imperativo che Berlusconi stia per sempre lontano dalla gestione della cosa pubblica". (Debora Serracchiani, 04/02/2013)
"Berlusconi è sempre il benvenuto, ci dà più garanzie del M5S".
(Debora Serracchiani, 19/07/2014)
"Se il patto del Nazareno è finito, meglio così. La strada delle riforme sarà più semplice. Arrivare al 2018 senza Brunetta e Berlusconi per noi è molto meglio".
(Debora Serracchiani, 04/02/2015)
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Ecco la coerenza piddina.
Senza dimenticare il trombato ma sereno Letta jr che nel luglio di tre anni fa disse candidamente che avrebbe preferito di gran lunga berlusconi in parlamento al posto dei 5stelle. Più che un auspicio, una profezia.
Nell'interesse degli italiani sarebbe meglio che le persone come Debora Serracchiani smettano di occuparsi delle cose di tutti, vista la loro coerenza e correttezza è già molto se riescono a gestire le loro.
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goodison08 • un'ora fa
Da dove nascono tutte queste fibrillazioni ?
Molto semplice : basta guardare i sondaggi che , nella migliore delle ipotesi , assegnano una settantina di seggi ai peones del (fu) centro-destra. Aggiungiamoci il livello oramai endemico di astensione , recuperabile solo nel lunghissimo periodo e il fenomeno dei pentastellati , che continuano a confermarsi - di gran lunga - come la seconda formazione politica italiana.
Questa è la migliore risposta a tutti quelli che inveiscono contro il M5S , con giudizi sprezzanti sulla sua presunta inutilità ( e lo dice uno che non li vota ) . Mettetevi l'anima in pace , milioni di italiani quando sentono il termine "uomo politico" sbarrano le porte di casa e nascondono l'argenteria , seppur con diverse gradazioni che possono arrivare fino al non voto. Vedere questa classe dirigente sull'orlo di una crisi di nervi , pronta ad attaccarsi al treno di Renzi finché dura , non HA PREZZO.
Per tutto il resto , c'è MasterCard....
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Daniel Fortesque goodison08 • un'ora fa
♫♪ ... Il mio nemico non ha divisa
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Re: Diario della caduta di un regime.
Nel Regno delle due Sicilie
Le 1.300 sedute fantasma dei consiglieri di Agrigento e in città scoppia la rivolta
(ALESSANDRA ZINITI).
05/02/2015 di triskel182
Manifestazioni e cartelli in strada per lo scandalo delle commissioni “Convocate solo per intascare i gettoni, sprecati 300mila euro in un anno”.
AGRIGENTO – Il tam tam corre sul web, in pochi giorni sono seimila quelli che aderiscono al gruppo #Noisiamoaltro #Agrigentomanifesta . Ma a prendere tutti in contropiede sono i mille che improvvisamente si ritrovano a Porta di Ponte alle otto di sera per marciare sul Comune mentre le telecamere di Ballarò raccontano all’Italia intera che cos’è la “malapolitica” messa all’indice dal neo-presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Perché qui dove l’acqua continua ad arrivare nei rubinetti delle case solo ogni quattro giorni mentre le bollette sono le più care d’Italia, dove il Comune sull’orlo del dissesto “sostiene” con assegni da 28 euro all’anno famiglie indigenti con figli disabili, dove centinaia di dipendenti pubblici sono indagati per essere rimasti a casa ad assistere ipotetici familiari malati, qui non ha mai protestato nessuno, la rassegnazione l’ha sempre avuta vinta. E invece lo scandalo di quei 30 consiglieri comunali che in un anno, riunendosi ben 1.133 volte senza produrre alcunché, hanno intascato gettoni di presenza per quasi 300.000 euro, fa rinascere improvvisamente la voglia di indignarsi.
In via Atenea, il salotto buono di Agrigento, la crisi ha il volto di due negozi su tre con le saracinesche abbassate e il cartello “affittasi”. È su quelle vetrine che ieri sono i comparsi i volantini della rivolta, affissi dagli agrigentini di #Noisiamoaltro che provano a ripercorrere la strada segnata dieci anni fa a Palermo dai giovani di Addiopizzo. «Un popolo che non si ribella è un popolo senza dignità», è lo slogan che gridano sotto le finestre di un Comune ormai sotto un duplice assedio: quello della gente, strangolata dalla crisi e umiliata dal malaffare che prosciuga le poche risorse pubbliche che arrivano nelle casse di un’amministrazione prossima al dissesto, e quello della Procura della Repubblica che sta stringendo il cerchio sullo scandalo dei gettoni delle commissioni consiliari ma anche sulle tangenti che alcuni di quegli stessi consiglieri avrebbero ricevuto per approvare alcune varianti al piano regolatore generale che, come nel più classico dei copioni, farebbero quintuplicare il valore di alcuni terreni che diventerebbero edificabili. Due blitz in due giorni nello storico palazzo di città che da mesi (dopo le dimissioni del sindaco Marco Zambuto, travolto dalla legge Severino a seguito di una condanna per abuso d’ufficio in primo grado poi cancellata in appello) è amministrato da un commissario in attesa delle elezioni in programma in primavera. Prima la Guardia di Finanza che indaga sul caso delle commissioni consiliari, e ieri la Digos che ha sequestrato, alla vigilia della seduta decisiva del consiglio comunale prevista per questa sera, tutte le carte relative al piano regolatore. Tutta documentazione finita sul tavolo del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo che coordina il pool pubblica amministrazione.
Per strada, al bar, la gente fa i conti in tasca ai 30 consiglieri comunali: 1.133 sedute delle sei commissioni consiliari permanenti nel corso del 2104, sedute di pochi minuti che non hanno prodotto praticamente nulla e sono costate al Comune quasi 300 milioni di euro e portato mediamente nelle tasche di ogni consigliere circa 10mila euro. Cifre enormi se comparate con quelle di qualsiasi Comune, soprattutto se si considera che, nella speciale classifica della vivibilità delle città italiane, Agrigento è all’ultimo posto. E ora anche il ministero delle Finanze annuncia un’ispezione. «Bravi, portateveli tutti in carcere», grida, mimando con le mani il gesto delle manette, un gruppo di cittadini che, nella piazza del Comune, assiste all’arrivo dei magistrati e dei poliziotti che indagano sul giro di tangenti sul piano regolatore di cui ci sarebbe prova in una pen drive contenente le conversazioni tra alcuni consiglieri che parlano delle mazzette intascate. È una campagna elettorale al vetriolo quella che si preannuncia in una città dove la Lega nord prova a fare breccia candidando Marco Marcolin, deputato nazionale, che da Montebelluna in provincia di Treviso si è già trasferito qui da mesi. «Ognuno ha il governo che si merita — dicono gli animatori della rivolta — ora è giunto il momento di dimostrare che “noi siamo altro” da questi ladroni. La vera protesta non sarà l’atto di manifestazione contro un consiglio comunale che ha ridotto Agrigento ultima in qualsiasi classifica sulla vivibilità in Italia, ma ripartire con la consapevolezza e la convinzione che da oggi quel sistema elettivo basato sul voto “all’amico di”, al “figlio di” viene a morire. Oggi Agrigento ha la possibilità di recuperare la propria dignità, ha la possibilità di dimostrare che tutta la città si discosta da quel tipo di politica».
Da La Repubblica del 05/02/2015.
Le 1.300 sedute fantasma dei consiglieri di Agrigento e in città scoppia la rivolta
(ALESSANDRA ZINITI).
05/02/2015 di triskel182
Manifestazioni e cartelli in strada per lo scandalo delle commissioni “Convocate solo per intascare i gettoni, sprecati 300mila euro in un anno”.
AGRIGENTO – Il tam tam corre sul web, in pochi giorni sono seimila quelli che aderiscono al gruppo #Noisiamoaltro #Agrigentomanifesta . Ma a prendere tutti in contropiede sono i mille che improvvisamente si ritrovano a Porta di Ponte alle otto di sera per marciare sul Comune mentre le telecamere di Ballarò raccontano all’Italia intera che cos’è la “malapolitica” messa all’indice dal neo-presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Perché qui dove l’acqua continua ad arrivare nei rubinetti delle case solo ogni quattro giorni mentre le bollette sono le più care d’Italia, dove il Comune sull’orlo del dissesto “sostiene” con assegni da 28 euro all’anno famiglie indigenti con figli disabili, dove centinaia di dipendenti pubblici sono indagati per essere rimasti a casa ad assistere ipotetici familiari malati, qui non ha mai protestato nessuno, la rassegnazione l’ha sempre avuta vinta. E invece lo scandalo di quei 30 consiglieri comunali che in un anno, riunendosi ben 1.133 volte senza produrre alcunché, hanno intascato gettoni di presenza per quasi 300.000 euro, fa rinascere improvvisamente la voglia di indignarsi.
In via Atenea, il salotto buono di Agrigento, la crisi ha il volto di due negozi su tre con le saracinesche abbassate e il cartello “affittasi”. È su quelle vetrine che ieri sono i comparsi i volantini della rivolta, affissi dagli agrigentini di #Noisiamoaltro che provano a ripercorrere la strada segnata dieci anni fa a Palermo dai giovani di Addiopizzo. «Un popolo che non si ribella è un popolo senza dignità», è lo slogan che gridano sotto le finestre di un Comune ormai sotto un duplice assedio: quello della gente, strangolata dalla crisi e umiliata dal malaffare che prosciuga le poche risorse pubbliche che arrivano nelle casse di un’amministrazione prossima al dissesto, e quello della Procura della Repubblica che sta stringendo il cerchio sullo scandalo dei gettoni delle commissioni consiliari ma anche sulle tangenti che alcuni di quegli stessi consiglieri avrebbero ricevuto per approvare alcune varianti al piano regolatore generale che, come nel più classico dei copioni, farebbero quintuplicare il valore di alcuni terreni che diventerebbero edificabili. Due blitz in due giorni nello storico palazzo di città che da mesi (dopo le dimissioni del sindaco Marco Zambuto, travolto dalla legge Severino a seguito di una condanna per abuso d’ufficio in primo grado poi cancellata in appello) è amministrato da un commissario in attesa delle elezioni in programma in primavera. Prima la Guardia di Finanza che indaga sul caso delle commissioni consiliari, e ieri la Digos che ha sequestrato, alla vigilia della seduta decisiva del consiglio comunale prevista per questa sera, tutte le carte relative al piano regolatore. Tutta documentazione finita sul tavolo del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo che coordina il pool pubblica amministrazione.
Per strada, al bar, la gente fa i conti in tasca ai 30 consiglieri comunali: 1.133 sedute delle sei commissioni consiliari permanenti nel corso del 2104, sedute di pochi minuti che non hanno prodotto praticamente nulla e sono costate al Comune quasi 300 milioni di euro e portato mediamente nelle tasche di ogni consigliere circa 10mila euro. Cifre enormi se comparate con quelle di qualsiasi Comune, soprattutto se si considera che, nella speciale classifica della vivibilità delle città italiane, Agrigento è all’ultimo posto. E ora anche il ministero delle Finanze annuncia un’ispezione. «Bravi, portateveli tutti in carcere», grida, mimando con le mani il gesto delle manette, un gruppo di cittadini che, nella piazza del Comune, assiste all’arrivo dei magistrati e dei poliziotti che indagano sul giro di tangenti sul piano regolatore di cui ci sarebbe prova in una pen drive contenente le conversazioni tra alcuni consiglieri che parlano delle mazzette intascate. È una campagna elettorale al vetriolo quella che si preannuncia in una città dove la Lega nord prova a fare breccia candidando Marco Marcolin, deputato nazionale, che da Montebelluna in provincia di Treviso si è già trasferito qui da mesi. «Ognuno ha il governo che si merita — dicono gli animatori della rivolta — ora è giunto il momento di dimostrare che “noi siamo altro” da questi ladroni. La vera protesta non sarà l’atto di manifestazione contro un consiglio comunale che ha ridotto Agrigento ultima in qualsiasi classifica sulla vivibilità in Italia, ma ripartire con la consapevolezza e la convinzione che da oggi quel sistema elettivo basato sul voto “all’amico di”, al “figlio di” viene a morire. Oggi Agrigento ha la possibilità di recuperare la propria dignità, ha la possibilità di dimostrare che tutta la città si discosta da quel tipo di politica».
Da La Repubblica del 05/02/2015.
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Re: Diario della caduta di un regime.
"Sono tutti Agrigento" ... (in Italia)camillobenso ha scritto:Le 1.300 sedute fantasma dei consiglieri di Agrigento e in città scoppia la rivolta
(ALESSANDRA ZINITI).
... E invece lo scandalo di quei 30 consiglieri comunali che in un anno, riunendosi ben 1.133 volte senza produrre alcunché, hanno intascato gettoni di presenza per quasi 300.000 euro, fa rinascere improvvisamente la voglia di indignarsi.
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Re: Diario della caduta di un regime.
"Per strada, al bar, la gente fa i conti in tasca ai 30 consiglieri comunali"
Ecco dove stavano questi qua!
http://www.huffingtonpost.it/2015/01/05 ... 15284.html
cardif
Ecco dove stavano questi qua!
http://www.huffingtonpost.it/2015/01/05 ... 15284.html
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Re: Diario della caduta di un regime.
Patto Nazareno, Verdini medita rivincita: “Come Mike Bongiorno. Busta 1, 2 o 3?”
Politica
Dopo la (dichiarata) rottura dell'accordo Renzi-Berlusconi, quello che ne fu l'artefice manda messaggi ermetici. Bersaglio, il cerchio magico del leader Fi che ha gioito, non calcolando che dietro l'apparenza piaciosa "Matteo non fa prigionieri, lo ammazza". Il Corriere pubblica alcuni suoi appunti, lui smentisce. Ma attende la resa dei conti
di F. Q. | 7 febbraio 2015 COMMENTI
Tornano in mente le poche parole di Jena, alias Riccardo Barenghi, sulla Stampa di qualche giorno fa: “Ricordatevi che il Nazareno dopo tre giorni è risorto”.
Denis Verdini usa – secondo quanto riporta oggi Francesco Verderami sul Corriere – una metafora assai più profana: “Come Mike Bongiorno, sto lì: busta numero uno, busta numero due e busta numero tre”.
La mente corre a un imberbe Matteo Renzi che al cospetto del grande Mike (che il centrodestra candidò a un certo punto a senatore a vita) nel 1994 partecipava alla Ruota della Fortuna, portato peraltro là da uno zio amico di Silvio Berlusconi, e vinceva parecchi milioni (di lire).
Una girandola di suggestioni, insomma, tutte a loro modo coerenti con il punto fermo che emerge dai retroscena poltici: Verdini, lo sconfitto silente e illividito dopo l’elezione di Mattarella al Quirinale e la dichiarata frantumazione del patto fra Renzi e Berlusconi, in realtà medita la vendetta e soprattutto la rivincita sul cerchio magico berlusconiano.
Per la precisione, scriverebbe Verdini in alcuni appunti di cui oggi Verderami dà conto: “Mi sento sollevato, libero da responsabilità. Osservo nani e ballerine far festa per la fine del Patto. Io sto seduto sulla riva del fiume in attesa di pescare qualche pesciolino”. E qui parte l’accenno ermetico a Mike Bongiorno e alle sue celebri buste.
Verdini smentisce: “Su diversi quotidiani mi vengono attribuite frasi e dichiarazioni nelle quali non mi riconosco”, fa sapere in una nota.
“Non è mai stato mio costume parlare con i giornalisti, riceverli nel mio ufficio nè tanto meno distribuire loro miei appunti personali, come invece sembra dall’articolo di Francesco Verderami”.
Fatto sta che il combinato disposto delle indiscrezioni romane dipinge l’ufficiale di collegamento tra il leader di Forza Italia e il premier-segretario Pd tutt’altro che rassegnato.
Il fiorentino Verdini Renzi lo conosce bene. Dietro la piaciosa apparenza mediatica, tra un tweet e una slide, “Silvio non ha capito che questo qui non fa prigionieri”, è la sua tesi.
“Matteo lo ammazza, non scherza, mica è D’Alema che abbaiava solamente. E siamo solo all’inizio”.
Altre metafore altre suggestioni. Nel caricatore di Renzi ce n’è abbastanza per impallinare l’ex Cavaliere, negli scorsi decenni più volte caduto e più volte risorto (sempre aproposito di Nazareno…), spesso grazie a provvidenziali aiutini provenienti da centrosinistra (ricordate la Bicamerale?): la riforma salva-Silvio della frode fiscale, innanzitutto, ma anche la partita appena aperta delle frequenze tv, l’intervento sulla prescrizione e la sorte di chissà quali altri cavilli – presenti o venturi – che possano aprire o serrare il chiavistello della riabilitazione dopo la condannna al processo diritti tv e/o dell’incandidabilità ex legge Severino.
Tutti ottimi argomenti per cui l’ufficiale di collegamento prevede di essere richiamato presto in servizio.
Ma la partita di Verdini è tutta interna a Forza Italia. Facile intuire di quali “pesciolini” attenda paziente il passaggio l’artefice del Patto del Nazareno, il già trumviro nei coordinatori del Pdl.
Il riferimento è al cerchio magico di Silvio Berlusconi, la fidanzata Francesca Pascale, la “badante” Maria Rosiaria Rossi, il “consigliere politico” Giovanni Toti…
Quelli che hanno gioito – irresponsabilmente, secondo lui – alla fine della magica intesa, dop lo strappo su Giuliano Amato e all’ascesa di Sergio Mattarella al Colle.
Di fronte a un Matteo Renzi baldanzoso e strafottente che assicura di avere lo stesso “i numeri”, pescati in Parlamento tra i nuovi “responsabili”. Che cosa succederà ora?
La soluzione, forse, è ancora racchiusa nelle buste di Verdini: la uno, la due o la tre, amici ascoltatori?
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02 ... a/1405707/
Politica
Dopo la (dichiarata) rottura dell'accordo Renzi-Berlusconi, quello che ne fu l'artefice manda messaggi ermetici. Bersaglio, il cerchio magico del leader Fi che ha gioito, non calcolando che dietro l'apparenza piaciosa "Matteo non fa prigionieri, lo ammazza". Il Corriere pubblica alcuni suoi appunti, lui smentisce. Ma attende la resa dei conti
di F. Q. | 7 febbraio 2015 COMMENTI
Tornano in mente le poche parole di Jena, alias Riccardo Barenghi, sulla Stampa di qualche giorno fa: “Ricordatevi che il Nazareno dopo tre giorni è risorto”.
Denis Verdini usa – secondo quanto riporta oggi Francesco Verderami sul Corriere – una metafora assai più profana: “Come Mike Bongiorno, sto lì: busta numero uno, busta numero due e busta numero tre”.
La mente corre a un imberbe Matteo Renzi che al cospetto del grande Mike (che il centrodestra candidò a un certo punto a senatore a vita) nel 1994 partecipava alla Ruota della Fortuna, portato peraltro là da uno zio amico di Silvio Berlusconi, e vinceva parecchi milioni (di lire).
Una girandola di suggestioni, insomma, tutte a loro modo coerenti con il punto fermo che emerge dai retroscena poltici: Verdini, lo sconfitto silente e illividito dopo l’elezione di Mattarella al Quirinale e la dichiarata frantumazione del patto fra Renzi e Berlusconi, in realtà medita la vendetta e soprattutto la rivincita sul cerchio magico berlusconiano.
Per la precisione, scriverebbe Verdini in alcuni appunti di cui oggi Verderami dà conto: “Mi sento sollevato, libero da responsabilità. Osservo nani e ballerine far festa per la fine del Patto. Io sto seduto sulla riva del fiume in attesa di pescare qualche pesciolino”. E qui parte l’accenno ermetico a Mike Bongiorno e alle sue celebri buste.
Verdini smentisce: “Su diversi quotidiani mi vengono attribuite frasi e dichiarazioni nelle quali non mi riconosco”, fa sapere in una nota.
“Non è mai stato mio costume parlare con i giornalisti, riceverli nel mio ufficio nè tanto meno distribuire loro miei appunti personali, come invece sembra dall’articolo di Francesco Verderami”.
Fatto sta che il combinato disposto delle indiscrezioni romane dipinge l’ufficiale di collegamento tra il leader di Forza Italia e il premier-segretario Pd tutt’altro che rassegnato.
Il fiorentino Verdini Renzi lo conosce bene. Dietro la piaciosa apparenza mediatica, tra un tweet e una slide, “Silvio non ha capito che questo qui non fa prigionieri”, è la sua tesi.
“Matteo lo ammazza, non scherza, mica è D’Alema che abbaiava solamente. E siamo solo all’inizio”.
Altre metafore altre suggestioni. Nel caricatore di Renzi ce n’è abbastanza per impallinare l’ex Cavaliere, negli scorsi decenni più volte caduto e più volte risorto (sempre aproposito di Nazareno…), spesso grazie a provvidenziali aiutini provenienti da centrosinistra (ricordate la Bicamerale?): la riforma salva-Silvio della frode fiscale, innanzitutto, ma anche la partita appena aperta delle frequenze tv, l’intervento sulla prescrizione e la sorte di chissà quali altri cavilli – presenti o venturi – che possano aprire o serrare il chiavistello della riabilitazione dopo la condannna al processo diritti tv e/o dell’incandidabilità ex legge Severino.
Tutti ottimi argomenti per cui l’ufficiale di collegamento prevede di essere richiamato presto in servizio.
Ma la partita di Verdini è tutta interna a Forza Italia. Facile intuire di quali “pesciolini” attenda paziente il passaggio l’artefice del Patto del Nazareno, il già trumviro nei coordinatori del Pdl.
Il riferimento è al cerchio magico di Silvio Berlusconi, la fidanzata Francesca Pascale, la “badante” Maria Rosiaria Rossi, il “consigliere politico” Giovanni Toti…
Quelli che hanno gioito – irresponsabilmente, secondo lui – alla fine della magica intesa, dop lo strappo su Giuliano Amato e all’ascesa di Sergio Mattarella al Colle.
Di fronte a un Matteo Renzi baldanzoso e strafottente che assicura di avere lo stesso “i numeri”, pescati in Parlamento tra i nuovi “responsabili”. Che cosa succederà ora?
La soluzione, forse, è ancora racchiusa nelle buste di Verdini: la uno, la due o la tre, amici ascoltatori?
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Re: Diario della caduta di un regime.
La vox populi
Renato il Bruzio • 38 minuti fa
Di tutte queste vergognose manovre ed immorali intrallazzi cosa ne pensano i giovani occupy del fu PD? Ancora sono propensi a fidarsi del renzino-pinocchino e della sua politica pro-corrotti ed affarista? Come il rottamatore-parolaio potrà fare le leggi contro la corruzione, il conflitto d'interessi, le lobby, ecc.?
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Surak 2.0 • un'ora fa
Sembra solo uno che faceva il doppiogioco e che avendo perso quello apparentemente principale (essere il tutore degli interessi di Berlusconi nel Patto) si rintani dal vero "datore di lavoro e riconoscenza" (Renzi)
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naoss61 • un'ora fa
La cosa pazzesca che renzi sta ricattando Berlusconi per ottenere riforme costituzionali che puzzano moltissimo.
Queste non sono manovre politiche per risanare i problemi degli italiani ma manovre che con il ricatto a Berlusconi, permettono a questo nuovo duce d'incatenere l'Italia alla Troika e al dissanguamento lento ed inesorabile.
Se Berlusconi cede, guadagna un po' di tempo ma consegna l'Italia a questo cinico mercenario che ci consegnerà mani e piedi ad un futuro non piacevole, se non cede, dovrà trovare da subito, altre strade per proteggere le sue aziende ed anche la sua persona ma permetterà all'Italia di avere delle possibilità di liberarsi dal gioco sporco di questo essere immondo.
Io temo che la posta in gioco sia molto alta e che in ogni caso l'Italia non può stare serena!
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Saverio Schinzari naoss61 • 19 minuti fa
Il più immondo politico (sic ! ) che l'Italia abbia conosciuto dal dopoguerra ad oggi !
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Renato il Bruzio • 38 minuti fa
Di tutte queste vergognose manovre ed immorali intrallazzi cosa ne pensano i giovani occupy del fu PD? Ancora sono propensi a fidarsi del renzino-pinocchino e della sua politica pro-corrotti ed affarista? Come il rottamatore-parolaio potrà fare le leggi contro la corruzione, il conflitto d'interessi, le lobby, ecc.?
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Surak 2.0 • un'ora fa
Sembra solo uno che faceva il doppiogioco e che avendo perso quello apparentemente principale (essere il tutore degli interessi di Berlusconi nel Patto) si rintani dal vero "datore di lavoro e riconoscenza" (Renzi)
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naoss61 • un'ora fa
La cosa pazzesca che renzi sta ricattando Berlusconi per ottenere riforme costituzionali che puzzano moltissimo.
Queste non sono manovre politiche per risanare i problemi degli italiani ma manovre che con il ricatto a Berlusconi, permettono a questo nuovo duce d'incatenere l'Italia alla Troika e al dissanguamento lento ed inesorabile.
Se Berlusconi cede, guadagna un po' di tempo ma consegna l'Italia a questo cinico mercenario che ci consegnerà mani e piedi ad un futuro non piacevole, se non cede, dovrà trovare da subito, altre strade per proteggere le sue aziende ed anche la sua persona ma permetterà all'Italia di avere delle possibilità di liberarsi dal gioco sporco di questo essere immondo.
Io temo che la posta in gioco sia molto alta e che in ogni caso l'Italia non può stare serena!
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Saverio Schinzari naoss61 • 19 minuti fa
Il più immondo politico (sic ! ) che l'Italia abbia conosciuto dal dopoguerra ad oggi !
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