IL 25 APRILE SIA FESTA PER TUTTI
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Re: IL 25 APRILE SIA FESTA PER TUTTI
Da Gli Altri, articolo di Piero Sansonetti 24 aprile 2012
Basta con il 25 aprile delle cerimonie. La nuova Liberazione e' l'Amnistia.
Quest'anno ci sono due venticinque aprile. Uno festeggia la Liberazione e chiede una nuova e moderna Liberazione. Lo ha organizzato Marco Pannella, che guida la Marcia per l'Amnistia. E' un momento di lotta politica. L'altro e' una cerimonia, noiosa e stupida come lo sono sempre le cerimonie, e che serve solo a riaffermare, quasi settant'anni dopo la Resistenza, l'esistenza di un "ceto antifascista".
Cos'e' un "ceto antifascista"? La riproposizione - in assenza di valori nuovi e "pensati" -di valori antichi, non piu' viventi, "scongelati" da una specie di freezer politico. Il "ceto antifascista" non ha eta', contiene al suo interno anziani militanti di sinistra, legati ai vecchi miti comunisti o addirittura stalinisti e giovani, orfani delle ideologie, privi di nuove idee e alla ricerca di un'identita' qualsiasi, purche' netta, purche' di squadra, purche' sostenuta da una certa quantita' di violenza o comunque di diritto alla violenza.
Il ceto antifascista quest'anno ha riproposto un corteo dell'Anpi che ha come obiettivo la lotta al fascismo. Del tutto incurante del fatto che il fascismo non esiste piu' e ci sono invece, nella societa', molti altri avversari da battere: la xenofobia, la tecnocrazia, il classismo, il forcaiolismo, per esempio.
Il ceto antifascista ha organizzato un corteo - in contrapposizione con la marcia annunciata da molto tempo dai radicali - che ha avuto come sua caratteristica essenziale l'"esclusione". Di chi? Dei fascisti, ovviamente. E cioe' del sindaco di Roma e della Presidente della regione, che sono due ex-esponenti del Msi. In realta' da molto tempo sia Alemanno sia Polverini non si dichiarano piu' fascisti, come e' logico che sia, visto che Mussolini e' stato fucilato 67 anni fa. E al momento svolgono il ruolo di legittimi rappresentanti della democrazia a Roma e nel Lazio.
Evidentemente l'idea che le elezioni siano un aspetto del tutto secondario della democrazia (vedi l'insediamento del governo extra-elettorale Monti-Fornero) e' ormai consolidata.
La vecchiezza dell'antifascismo di maniera ha dato, credo, un risalto ancora piu' grande all'antifascismo moderno e politico dei radicali e di Pannella. I quali hanno posto all'ordine del giorno il tema della Liberazione, e hanno messo, su questo piano, i partiti e le forze politiche di fronte a una scelta da fare. Amnistia o no? L'amnistia e' uno degli aspetti della Liberazione 2012.
Non credo affatto che il tema dell'amnistia sia marginale, rispetto alla sostanza della lotta politica di oggi. E' vero che stiamo attraversando una crisi economica devastante. Pero' mi chiedo: e' possibile immaginare una uscita da questa crisi solo sul terreno dell'economia, e cioe' senza la definizione di un quadro politico, di un progetto di societa'? Beh, non ho dubbi sul fatto che il tema dell'amnistia (cioe' dell'idea di giustizia, di liberta', di pena e di risarcimento) sia fondamentale per la costruzione di un modello moderno e liberale di societa'.
L'amnistia e' una propsta che ha due conseguenze. La prima pratica la seconda ideale. La conseguenza pratica e' l'"ingorgo" inutile che sta paralizzando la giustizia italiana. E rendendo le carceri un luogo di tortura di stato.
La conseguenza ideale e' l'apertura di un nuovo ciclo, libertario, che inverta lo spirito pubblico che negli ultimi vent'anni ha dominato nel nostro paese, e cioe' quello spirito che si rifa' alla necessita' di una giustizia intesa nei termini di vendetta e di pena, di divisione della comunita' in giusti e reprobi, di affermazione di una superiorita' antropologica degli onesti, di gente perbene, e che sostituisca il sistema delle pene (della vendetta catartica) con un sistema di, di diritti, di risarcimenti.
L'amnistia, oggi, e' la Liberazione. E' il 25 aprile. Non offre iedologie, non offre identita'? Gia', e' la sua forza.
P.S. Nei giorni scorsi i giovani democratici di Roma (cioe' i ragazzi del Pd) sono andati in Via Rasella a commemorare la Resistenza romana. Il capo dei giovani democratici ha dichiarato all'Unita' che la scelta di Via Rasella e' stata perche' Via Rasella e' il luogo simbolo dei partigiani e ha detto che loro sono voluti andare li' perche' non si disperdano i valori che Via Rasella ci ha lasciato.
Non so bene come commentare. Ho la speranza che il giovane democratico confondesse Via Rasella con le Fosse Ardeatine. Le Fosse Ardeatine (dove i nazisti uccisero e seppellirono 335 partigiani, soldati e cittadini inermi) sono il simbolo della lotta alla barbarie fascista. Via Rasella, dove un'azione partigiana (contestatissima) fece strage di 32 giovani soldati tedeschi e tirolesi, e' un'altra cosa.
Non c'e' bisogno di mettere in discussione la legittimita' dell'azione (azione di guerra, tutta interna alla logica guerresca) e dunque la limpidita' del comportamento del partigiano Bentivegna, per capire che a Via Rasella, comunque, ci fu una strage. Strage giusta? Strage legittima? Strage dolorosamente e tragicamente necessaria? E' una discussione che faremo un'altra volta. Pero' diciamolo: una strage non possiede nessun valore da tramandare ai posteri, non vi pare?
Basta con il 25 aprile delle cerimonie. La nuova Liberazione e' l'Amnistia.
Quest'anno ci sono due venticinque aprile. Uno festeggia la Liberazione e chiede una nuova e moderna Liberazione. Lo ha organizzato Marco Pannella, che guida la Marcia per l'Amnistia. E' un momento di lotta politica. L'altro e' una cerimonia, noiosa e stupida come lo sono sempre le cerimonie, e che serve solo a riaffermare, quasi settant'anni dopo la Resistenza, l'esistenza di un "ceto antifascista".
Cos'e' un "ceto antifascista"? La riproposizione - in assenza di valori nuovi e "pensati" -di valori antichi, non piu' viventi, "scongelati" da una specie di freezer politico. Il "ceto antifascista" non ha eta', contiene al suo interno anziani militanti di sinistra, legati ai vecchi miti comunisti o addirittura stalinisti e giovani, orfani delle ideologie, privi di nuove idee e alla ricerca di un'identita' qualsiasi, purche' netta, purche' di squadra, purche' sostenuta da una certa quantita' di violenza o comunque di diritto alla violenza.
Il ceto antifascista quest'anno ha riproposto un corteo dell'Anpi che ha come obiettivo la lotta al fascismo. Del tutto incurante del fatto che il fascismo non esiste piu' e ci sono invece, nella societa', molti altri avversari da battere: la xenofobia, la tecnocrazia, il classismo, il forcaiolismo, per esempio.
Il ceto antifascista ha organizzato un corteo - in contrapposizione con la marcia annunciata da molto tempo dai radicali - che ha avuto come sua caratteristica essenziale l'"esclusione". Di chi? Dei fascisti, ovviamente. E cioe' del sindaco di Roma e della Presidente della regione, che sono due ex-esponenti del Msi. In realta' da molto tempo sia Alemanno sia Polverini non si dichiarano piu' fascisti, come e' logico che sia, visto che Mussolini e' stato fucilato 67 anni fa. E al momento svolgono il ruolo di legittimi rappresentanti della democrazia a Roma e nel Lazio.
Evidentemente l'idea che le elezioni siano un aspetto del tutto secondario della democrazia (vedi l'insediamento del governo extra-elettorale Monti-Fornero) e' ormai consolidata.
La vecchiezza dell'antifascismo di maniera ha dato, credo, un risalto ancora piu' grande all'antifascismo moderno e politico dei radicali e di Pannella. I quali hanno posto all'ordine del giorno il tema della Liberazione, e hanno messo, su questo piano, i partiti e le forze politiche di fronte a una scelta da fare. Amnistia o no? L'amnistia e' uno degli aspetti della Liberazione 2012.
Non credo affatto che il tema dell'amnistia sia marginale, rispetto alla sostanza della lotta politica di oggi. E' vero che stiamo attraversando una crisi economica devastante. Pero' mi chiedo: e' possibile immaginare una uscita da questa crisi solo sul terreno dell'economia, e cioe' senza la definizione di un quadro politico, di un progetto di societa'? Beh, non ho dubbi sul fatto che il tema dell'amnistia (cioe' dell'idea di giustizia, di liberta', di pena e di risarcimento) sia fondamentale per la costruzione di un modello moderno e liberale di societa'.
L'amnistia e' una propsta che ha due conseguenze. La prima pratica la seconda ideale. La conseguenza pratica e' l'"ingorgo" inutile che sta paralizzando la giustizia italiana. E rendendo le carceri un luogo di tortura di stato.
La conseguenza ideale e' l'apertura di un nuovo ciclo, libertario, che inverta lo spirito pubblico che negli ultimi vent'anni ha dominato nel nostro paese, e cioe' quello spirito che si rifa' alla necessita' di una giustizia intesa nei termini di vendetta e di pena, di divisione della comunita' in giusti e reprobi, di affermazione di una superiorita' antropologica degli onesti, di gente perbene, e che sostituisca il sistema delle pene (della vendetta catartica) con un sistema di, di diritti, di risarcimenti.
L'amnistia, oggi, e' la Liberazione. E' il 25 aprile. Non offre iedologie, non offre identita'? Gia', e' la sua forza.
P.S. Nei giorni scorsi i giovani democratici di Roma (cioe' i ragazzi del Pd) sono andati in Via Rasella a commemorare la Resistenza romana. Il capo dei giovani democratici ha dichiarato all'Unita' che la scelta di Via Rasella e' stata perche' Via Rasella e' il luogo simbolo dei partigiani e ha detto che loro sono voluti andare li' perche' non si disperdano i valori che Via Rasella ci ha lasciato.
Non so bene come commentare. Ho la speranza che il giovane democratico confondesse Via Rasella con le Fosse Ardeatine. Le Fosse Ardeatine (dove i nazisti uccisero e seppellirono 335 partigiani, soldati e cittadini inermi) sono il simbolo della lotta alla barbarie fascista. Via Rasella, dove un'azione partigiana (contestatissima) fece strage di 32 giovani soldati tedeschi e tirolesi, e' un'altra cosa.
Non c'e' bisogno di mettere in discussione la legittimita' dell'azione (azione di guerra, tutta interna alla logica guerresca) e dunque la limpidita' del comportamento del partigiano Bentivegna, per capire che a Via Rasella, comunque, ci fu una strage. Strage giusta? Strage legittima? Strage dolorosamente e tragicamente necessaria? E' una discussione che faremo un'altra volta. Pero' diciamolo: una strage non possiede nessun valore da tramandare ai posteri, non vi pare?
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Re: IL 25 APRILE SIA FESTA PER TUTTI
Oh, bentornato Filippo.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: IL 25 APRILE SIA FESTA PER TUTTI
Comunque è una vergogna che si lavori il 1 Maggio.Festa dei lavoratori.
Ciao
Paolo11
Ciao
Paolo11
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Re: IL 25 APRILE SIA FESTA PER TUTTI
L’antifascismo non è un optional
di Moni Ovadia
28 aprile 2012
La ricorrenza del 25 aprile di quest’anno ha marcato alcune importanti precisazioni quanto mai opportune, particolarmente in quest’epoca politicamente confusa ed incerta segnata dalla più feroce crisi economica dopo quella del ’29, crisi che è anche sociale e morale.
Le esclusioni di alcuni leader politici che rivestono ruoli istituzionali, come Renata Polverini e Gianni Alemanno,
dalle celebrazioni della Resistenza Antifascista, organizzate dall’Anpi,
possono apparire come ingiustamente discriminatorie solo a chi guardi al significato della liberazione dal nazifascismo in modo superficiale o peggio strumentale.
L’antifascismo non è un optional da indossare il giorno della festa.
L’antifascismo è il pensiero fondativo della nostra democrazia, è l’humus in cui è stata concepita la nostra mirabile Costituzione.
La Costituzione italiana e la Carta universale dei diritti dell’uomo, che su di essa venne modellata, sono libri sacri laici che proclamano ed edificano il patto per una nuova umanità di persone uguali, libere, affratellate da un comune senso di giustizia.
Gli articoli enunciati al presente implicano tuttavia una sollecitazione progettuale rivolta al futuro perché i diritti vengano inverati nel tempo, incessantemente.
Lo statuto dei lavoratori, per esempio, fa parte del solco tracciato dai padri costituenti.
Non si può massacrare la giustizia sociale e poi millantare uno spirito antifascista.
Non si possono discriminare i gay, i rom, gli immigrati, affermare lo ius sanguinis come fondamento della cittadinanza, flirtare con i neonazisti e dire di condividere i valori dell’antifascismo.
Era tempo di chiarirlo.
http://leparole-ipensieri.comunita.unit ... -optional/
di Moni Ovadia
28 aprile 2012
La ricorrenza del 25 aprile di quest’anno ha marcato alcune importanti precisazioni quanto mai opportune, particolarmente in quest’epoca politicamente confusa ed incerta segnata dalla più feroce crisi economica dopo quella del ’29, crisi che è anche sociale e morale.
Le esclusioni di alcuni leader politici che rivestono ruoli istituzionali, come Renata Polverini e Gianni Alemanno,
dalle celebrazioni della Resistenza Antifascista, organizzate dall’Anpi,
possono apparire come ingiustamente discriminatorie solo a chi guardi al significato della liberazione dal nazifascismo in modo superficiale o peggio strumentale.
L’antifascismo non è un optional da indossare il giorno della festa.
L’antifascismo è il pensiero fondativo della nostra democrazia, è l’humus in cui è stata concepita la nostra mirabile Costituzione.
La Costituzione italiana e la Carta universale dei diritti dell’uomo, che su di essa venne modellata, sono libri sacri laici che proclamano ed edificano il patto per una nuova umanità di persone uguali, libere, affratellate da un comune senso di giustizia.
Gli articoli enunciati al presente implicano tuttavia una sollecitazione progettuale rivolta al futuro perché i diritti vengano inverati nel tempo, incessantemente.
Lo statuto dei lavoratori, per esempio, fa parte del solco tracciato dai padri costituenti.
Non si può massacrare la giustizia sociale e poi millantare uno spirito antifascista.
Non si possono discriminare i gay, i rom, gli immigrati, affermare lo ius sanguinis come fondamento della cittadinanza, flirtare con i neonazisti e dire di condividere i valori dell’antifascismo.
Era tempo di chiarirlo.
http://leparole-ipensieri.comunita.unit ... -optional/
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Re: IL 25 APRILE SIA FESTA PER TUTTI
Ho visto un vecchio partigiano intervistato dalla Rai.Rispondere con le lacrime,abbiamo conbattuto per avere un' Italia Migliore, certamente non volevamo questa.
Ciao
Paolo11
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