Il "nuovo" governo Renzi
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
Se questo italicum passa con i voti di FI , il governo non ha più la maggioranza e se sfiduciato Renzi deve presentarsi al presidente della Repubblica .
Mi sembra che questa sia la prassi
Mi sembra che questa sia la prassi
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
Ormai Di Renzi e Berlusconi sono schifato.
Nel M5S abbiamo visto tutti quello che si dicevano in streaming con Renzi ecc....Questa dovrebbe essere una regola per tutti.Non il Patto del Nazzareno che ogni giorno ne salta fuori una di nuovo.Sono pagati da noi quei due dobbiamo sapere quello che si dicono in diretta.
Ciao
Paolo11
Nel M5S abbiamo visto tutti quello che si dicevano in streaming con Renzi ecc....Questa dovrebbe essere una regola per tutti.Non il Patto del Nazzareno che ogni giorno ne salta fuori una di nuovo.Sono pagati da noi quei due dobbiamo sapere quello che si dicono in diretta.
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Paolo11
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
SODOMA & CAMORRA
Annunciaziò,..Annunciaziò.....
Auto blu, un flop la rottamazione di Renzi. Il governo ne ha 1.060 di troppo
Palazzo Chigi ha imposto il tetto di cinque auto pubbliche a tutte le amministrazioni. Ma a nove mesi dall'annuncio ne ha in dotazione ancora 15. I ministeri dovrebbero averne 93, ma nei parchi auto se contano ancora 1.153. Rottamazioni? Nel 2014 lo Stato si è liberato di 4mila vetture vecchie ma ne ha comprate 1.300 nuove, vanificando il risparmio. E il governo commissaria la pubblicazione dei censimenti
di Thomas Mackinson | 23 gennaio 2015
Palazzo Chigi ne ha a disposizione ancora 15, dieci più del limite che ha imposto per legge a tutte le amministrazioni pubbliche. E per una di troppo, proprio quella a disposizione di Renzi, bisticcia pure con i magistrati della Corte dei Conti. Il dicastero della Difesa, del resto, ne ha in dotazione ancora 361, comprese tre Maserati volute da Ignazio La Russa che nessuno s’è sognato di acquistare, aderendo all’operazione di asta su ebay che fu tra i primi colpi ad effetto del governo. E tra i primi flop.
E’ come sparare sulla Croce Rossa, d’accordo. Ma tocca tornare sulla piaga delle auto blu, il più odiato tra i simboli del privilegio e il più difficile – a quanto pare – da estirpare. La scorsa primavera il governo aveva promesso un taglio risolutivo allo spreco, imponendo massimo cinque auto – ad uso esclusivo o non esclusivo – per ogni ministero o amministrazione centrale dello Stato con oltre 600 dipendenti. Un tetto che scende a 4 mezzi se i dipendenti sono compresi tra le 401 e le 600 unità, a 3 tra i 200 e i 400 per arrivare a una sola auto per le amministrazioni fino a 50 dipendenti.
Sembrava la svolta buona. La stretta è stata decisa ad aprile col decreto Irpef (legge n. 66/2014). “Vuol dire semplicemente che i sottosegretari andranno a piedi”, twittava Renzi. Il tempo ha però messo le ganasce alle buone intenzioni e la rottamazione delle auto pubbliche è andata avanti col freno tirato: quelle blu e grigie erano 55.286 al primo gennaio 2014, a novembre (ultimo dato disponibile) se ne contavano 4.210 in meno. Ma parte dello sforzo, per così dire, veniva poi vanificato dal concomitante acquisto di 1.276 vetture nuove di pacca, come rivelato dal Ilfattoquotidiano.it tra polemiche, interrogazioni parlamentari e funambolici tentativi di negare il paradosso di uno Stato che deve vendere e invece acquista. I numeri, alla fine, sono questi: la riduzione si ferma a quota 2.934, il saldo a 53.860 che significa ancora una ogni mille italiani. E i conti sono presto fatti: ai 95 milioni di risparmio stimato dai tagli fin qui operati ne andranno sottratti 70 milioni, quanto il valore della convenzione d’acquisto. Il beneficio reale sarà dunque di 25 milioni. Più che di tagli, visto il miliardo e passa l’anno che ancora si spende per questa voce, sarebbe più corretto parlare di limature.
[img]
http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-conte ... .59.56.png[/img]
In alcuni comparti dello Stato, poi, il giro di vite non è mai cominciato. I ministeri, ad esempio, sono lontani anni luce dal limite di cinque vetture che corrisponde a 93 auto in tutto, non una di più. Nei loro parcheggi, tra possesso e noleggio, si contano oggi ben 1.153 auto blu: 814 alla Giustizia, 174 alle Politiche agricole, 33 ai Beni culturali, 16 agli Esteri, 14 alla Salute e così via. A nove mesi dal decreto che doveva asfaltarle, dunque, siamo a 1.060 di troppo.
E’ pur vero che tra gennaio e novembre, calcola il Formez, tra i ministeri se ne contano 209 di meno. E che quelle di servizio sono scese da 2.126 a 1.710 (-416). Di questo passo però, al ritmo del 15% e del 19%, serviranno altri quattro anni per centrare la riduzione prevista, proprio quanto manca alla fine della legislatura. A pensar male si potrebbe perfino dubitare che sia una coincidenza, quanto un calcolo per assicurarsi l’uscita di scena col botto: “cari italiani, noi siamo quelli che hanno rottamato le auto blu”.
Comunque sia il governo ci tiene. Infatti ha avocato a sé alcune delicate competenze in materia. Dal 31 dicembre – ad esempio – non è più il Formez, struttura tecnica esterna, a curare la comunicazione dei dati del censimento. I numeri li dà il ministero della Funzione pubblica, cioé il governo. Chi volesse sapere come vanno le rottamazioni deve passare da Palazzo Chigi. L’impresa al momento si rivela alquanto complicata: sarà la “migrazione” tra uffici, ma al vecchio numero di help desk per le amministrazioni (06.82888731) non risponde nessuno, e neppure all’indirizzo autoblu@governo.it. Non solo. Il governo ha deciso per legge di rendere annuale anziché mensile l’aggiornamento dei dati. I gufi dovranno dunque armarsi di pazienza: se i numeri non saranno esaltanti dovranno aspettare 12 mesi. Salvo che le cose vadano bene, è inteso. Perché allora sarà un fiorire di comunicati, slide e conferenze stampa.
Nel frattempo rimandi e dilazioni hanno già allargato il solco tra annunci e fatti. “Ora tutti a piedi alle riunioni”, aveva scherzato il ministro Madia il 25 settembre annunciando di aver finalmente chiuso il decreto di attuazione della legge di aprile. Forse era sano ottimismo, visto che il suo ministero ha impiegato sei mesi per approntare i quattro articoli (quattro!) che mettono nero su bianco le regole che disciplinano la progressiva riduzione delle auto blu. Ne passeranno poi altri tre prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, che avverrà solo l’11 dicembre.
La gestazione del provvedimento, del resto, è stata segnata da qualche incidente di percorso. Uno ha investito direttamente la Presidenza del Consiglio, alla quale la Corte dei Conti ha mosso rilievi. Il testo del decreto attuativo si premurava di specificare (art. 2 comma 2) che in aggiunta alle cinque vetture ad uso non esclusivo alla Presidenza e ai ministri “potrà essere assegnata un’ulteriore autovettura in uso esclusivo”, lasciando così intendere che il limite fosse derogabile. Colto sul punto, Palazzo Chigi sarà costretto a chiarire che le due disposizioni vanno lette insieme a sommatoria: non ci sarà dunque una deroga ad uso del governo. La stessa sforbiciata, nel testo finale, è stata oggetto poi di una diluizione a scaglioni progressivi: le amministrazioni con 50 vetture a carico dovranno adeguarsi entro due mesi, quelle fino a 100 entro giugno, oltre questo limite a fine anno. Così, senza dare troppo nell’occhio, la poderosa riduzione è slittata al 31 dicembre 2015.
La partita, dopo nove mesi, deve ancora cominciare. Entro metà febbraio il primo blocco di amministrazioni – quelle sotto i 50 dipendenti – sarà chiamato a rispettare i nuovi tetti e liberarsi del fardello, vendendo le auto di troppo o cedendole gratuitamente alle onlus riconosciute. Che lo facciano davvero non è scontato. La sanzione per chi non si adegua infatti è limitata a un taglio del 50% delle spese ammesse per auto di servizio rispetto a quanto utilizzato nel 2013. Non ricade direttamente sulle tasche dei dirigenti, non incide sui loro premi di risultato. Il ministro Madia si dice convinta del contrario: “Adesso nessuna amministrazione può tirarsi indietro e già entro due mesi vedremo i primi risultati di rilievo destinati a diventare ancora più rilevanti nel corso del 2015”, ha detto ostentando fiducia nel deterrente. Per sapere chi ha ragione tocca aspettare. E scrutare il parcheggio.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01 ... o/1363423/
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Auto blu, un flop la rottamazione di Renzi. Il governo ne ha 1.060 di troppo
Palazzo Chigi ha imposto il tetto di cinque auto pubbliche a tutte le amministrazioni. Ma a nove mesi dall'annuncio ne ha in dotazione ancora 15. I ministeri dovrebbero averne 93, ma nei parchi auto se contano ancora 1.153. Rottamazioni? Nel 2014 lo Stato si è liberato di 4mila vetture vecchie ma ne ha comprate 1.300 nuove, vanificando il risparmio. E il governo commissaria la pubblicazione dei censimenti
di Thomas Mackinson | 23 gennaio 2015
Palazzo Chigi ne ha a disposizione ancora 15, dieci più del limite che ha imposto per legge a tutte le amministrazioni pubbliche. E per una di troppo, proprio quella a disposizione di Renzi, bisticcia pure con i magistrati della Corte dei Conti. Il dicastero della Difesa, del resto, ne ha in dotazione ancora 361, comprese tre Maserati volute da Ignazio La Russa che nessuno s’è sognato di acquistare, aderendo all’operazione di asta su ebay che fu tra i primi colpi ad effetto del governo. E tra i primi flop.
E’ come sparare sulla Croce Rossa, d’accordo. Ma tocca tornare sulla piaga delle auto blu, il più odiato tra i simboli del privilegio e il più difficile – a quanto pare – da estirpare. La scorsa primavera il governo aveva promesso un taglio risolutivo allo spreco, imponendo massimo cinque auto – ad uso esclusivo o non esclusivo – per ogni ministero o amministrazione centrale dello Stato con oltre 600 dipendenti. Un tetto che scende a 4 mezzi se i dipendenti sono compresi tra le 401 e le 600 unità, a 3 tra i 200 e i 400 per arrivare a una sola auto per le amministrazioni fino a 50 dipendenti.
Sembrava la svolta buona. La stretta è stata decisa ad aprile col decreto Irpef (legge n. 66/2014). “Vuol dire semplicemente che i sottosegretari andranno a piedi”, twittava Renzi. Il tempo ha però messo le ganasce alle buone intenzioni e la rottamazione delle auto pubbliche è andata avanti col freno tirato: quelle blu e grigie erano 55.286 al primo gennaio 2014, a novembre (ultimo dato disponibile) se ne contavano 4.210 in meno. Ma parte dello sforzo, per così dire, veniva poi vanificato dal concomitante acquisto di 1.276 vetture nuove di pacca, come rivelato dal Ilfattoquotidiano.it tra polemiche, interrogazioni parlamentari e funambolici tentativi di negare il paradosso di uno Stato che deve vendere e invece acquista. I numeri, alla fine, sono questi: la riduzione si ferma a quota 2.934, il saldo a 53.860 che significa ancora una ogni mille italiani. E i conti sono presto fatti: ai 95 milioni di risparmio stimato dai tagli fin qui operati ne andranno sottratti 70 milioni, quanto il valore della convenzione d’acquisto. Il beneficio reale sarà dunque di 25 milioni. Più che di tagli, visto il miliardo e passa l’anno che ancora si spende per questa voce, sarebbe più corretto parlare di limature.
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http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-conte ... .59.56.png[/img]
In alcuni comparti dello Stato, poi, il giro di vite non è mai cominciato. I ministeri, ad esempio, sono lontani anni luce dal limite di cinque vetture che corrisponde a 93 auto in tutto, non una di più. Nei loro parcheggi, tra possesso e noleggio, si contano oggi ben 1.153 auto blu: 814 alla Giustizia, 174 alle Politiche agricole, 33 ai Beni culturali, 16 agli Esteri, 14 alla Salute e così via. A nove mesi dal decreto che doveva asfaltarle, dunque, siamo a 1.060 di troppo.
E’ pur vero che tra gennaio e novembre, calcola il Formez, tra i ministeri se ne contano 209 di meno. E che quelle di servizio sono scese da 2.126 a 1.710 (-416). Di questo passo però, al ritmo del 15% e del 19%, serviranno altri quattro anni per centrare la riduzione prevista, proprio quanto manca alla fine della legislatura. A pensar male si potrebbe perfino dubitare che sia una coincidenza, quanto un calcolo per assicurarsi l’uscita di scena col botto: “cari italiani, noi siamo quelli che hanno rottamato le auto blu”.
Comunque sia il governo ci tiene. Infatti ha avocato a sé alcune delicate competenze in materia. Dal 31 dicembre – ad esempio – non è più il Formez, struttura tecnica esterna, a curare la comunicazione dei dati del censimento. I numeri li dà il ministero della Funzione pubblica, cioé il governo. Chi volesse sapere come vanno le rottamazioni deve passare da Palazzo Chigi. L’impresa al momento si rivela alquanto complicata: sarà la “migrazione” tra uffici, ma al vecchio numero di help desk per le amministrazioni (06.82888731) non risponde nessuno, e neppure all’indirizzo autoblu@governo.it. Non solo. Il governo ha deciso per legge di rendere annuale anziché mensile l’aggiornamento dei dati. I gufi dovranno dunque armarsi di pazienza: se i numeri non saranno esaltanti dovranno aspettare 12 mesi. Salvo che le cose vadano bene, è inteso. Perché allora sarà un fiorire di comunicati, slide e conferenze stampa.
Nel frattempo rimandi e dilazioni hanno già allargato il solco tra annunci e fatti. “Ora tutti a piedi alle riunioni”, aveva scherzato il ministro Madia il 25 settembre annunciando di aver finalmente chiuso il decreto di attuazione della legge di aprile. Forse era sano ottimismo, visto che il suo ministero ha impiegato sei mesi per approntare i quattro articoli (quattro!) che mettono nero su bianco le regole che disciplinano la progressiva riduzione delle auto blu. Ne passeranno poi altri tre prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, che avverrà solo l’11 dicembre.
La gestazione del provvedimento, del resto, è stata segnata da qualche incidente di percorso. Uno ha investito direttamente la Presidenza del Consiglio, alla quale la Corte dei Conti ha mosso rilievi. Il testo del decreto attuativo si premurava di specificare (art. 2 comma 2) che in aggiunta alle cinque vetture ad uso non esclusivo alla Presidenza e ai ministri “potrà essere assegnata un’ulteriore autovettura in uso esclusivo”, lasciando così intendere che il limite fosse derogabile. Colto sul punto, Palazzo Chigi sarà costretto a chiarire che le due disposizioni vanno lette insieme a sommatoria: non ci sarà dunque una deroga ad uso del governo. La stessa sforbiciata, nel testo finale, è stata oggetto poi di una diluizione a scaglioni progressivi: le amministrazioni con 50 vetture a carico dovranno adeguarsi entro due mesi, quelle fino a 100 entro giugno, oltre questo limite a fine anno. Così, senza dare troppo nell’occhio, la poderosa riduzione è slittata al 31 dicembre 2015.
La partita, dopo nove mesi, deve ancora cominciare. Entro metà febbraio il primo blocco di amministrazioni – quelle sotto i 50 dipendenti – sarà chiamato a rispettare i nuovi tetti e liberarsi del fardello, vendendo le auto di troppo o cedendole gratuitamente alle onlus riconosciute. Che lo facciano davvero non è scontato. La sanzione per chi non si adegua infatti è limitata a un taglio del 50% delle spese ammesse per auto di servizio rispetto a quanto utilizzato nel 2013. Non ricade direttamente sulle tasche dei dirigenti, non incide sui loro premi di risultato. Il ministro Madia si dice convinta del contrario: “Adesso nessuna amministrazione può tirarsi indietro e già entro due mesi vedremo i primi risultati di rilievo destinati a diventare ancora più rilevanti nel corso del 2015”, ha detto ostentando fiducia nel deterrente. Per sapere chi ha ragione tocca aspettare. E scrutare il parcheggio.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01 ... o/1363423/
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
Forza Italia, il primo giorno di opposizione:
800 emendamenti e insulti a Renzi dagli house organ della famiglia Berlusconi
L’ora della rappresaglia è scattata. È nei numeri: 800 sono i sub-emendamenti che Forza Italia ha presentato a una legge di riforma che aveva votato al Senato. Ed è nei toni degli house organ berlusconiani. Bastava leggere il Giornale, che stamattina ha aperto a nove colonne con questo titolo: “La deriva autoritaria. Il metodo Renzi: minacciare”. Come ai tempi del metodo Boffo, il fondo è delicato come una mazza chiodata. Si parla di “califfato” di Renzi e il leader che fino a qualche settimana fa veniva descritto come l’erede del Cavaliere e il capo di un unico, grande partito della Nazione, ora è paragonato al sanguinario Valentino dei Borgia.
(...)
http://www.huffingtonpost.it/2015/02/10 ... 51540.html?
800 emendamenti e insulti a Renzi dagli house organ della famiglia Berlusconi
L’ora della rappresaglia è scattata. È nei numeri: 800 sono i sub-emendamenti che Forza Italia ha presentato a una legge di riforma che aveva votato al Senato. Ed è nei toni degli house organ berlusconiani. Bastava leggere il Giornale, che stamattina ha aperto a nove colonne con questo titolo: “La deriva autoritaria. Il metodo Renzi: minacciare”. Come ai tempi del metodo Boffo, il fondo è delicato come una mazza chiodata. Si parla di “califfato” di Renzi e il leader che fino a qualche settimana fa veniva descritto come l’erede del Cavaliere e il capo di un unico, grande partito della Nazione, ora è paragonato al sanguinario Valentino dei Borgia.
(...)
http://www.huffingtonpost.it/2015/02/10 ... 51540.html?
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
Questo "disaccordo" renderà la vita difficile a Renzi (ci crediamo?), il loro accordo ... a tutti gli italiani.erding ha scritto:Forza Italia, il primo giorno di opposizione:
800 emendamenti e insulti a Renzi dagli house organ della famiglia Berlusconi
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
"L’ora della rappresaglia è scattata."
E' tutta invidia.
Pure Berlusconi parlò di decisioni da prendere tra i capipartito, e che i parlamentari si dovevano adeguare. Con la conseguenza che il Parlamento si poteva pure chiudere e formare solo un direttorio dei leader di partito.
Pure Berlusconi disse che i 'suoi' parlamentari che gli mettevano i bastoni tra le ruote non li avrebbe ricandidati. Con la conseguenza di avere un Parlamento asservito al suo volere, col potere di ricatto.
Berlusconi l'ha detto ma non l'ha fatto. Adesso che Renzi lo sta facendo Berlusconi si rende conto che non è democratico.
Ah Berlusco', che ci vuoi fa'; Renzi è più bravo di te. Ha convinto più gente di te che così va bene
- che così si sa già dalla mattina dopo chi governa, che importa come;
- che così aumenta la tanto decantata 'governabilità', che significa che il Capo del partito di maggioranza relativa fa il pieno col premio e 'comanda' meglio;
- che le leggi si fanno per il bene dei cittadini e non si deve guardare se ci va bene pure Berlusconi, proprio come dicevano i tuoi quando facevi le leggi ad tuam personam.
Insomma Renzi sta facendo quello che dicevi e facevi tu. Ma la gente è più contenta.
bah
cardif
E' tutta invidia.
Pure Berlusconi parlò di decisioni da prendere tra i capipartito, e che i parlamentari si dovevano adeguare. Con la conseguenza che il Parlamento si poteva pure chiudere e formare solo un direttorio dei leader di partito.
Pure Berlusconi disse che i 'suoi' parlamentari che gli mettevano i bastoni tra le ruote non li avrebbe ricandidati. Con la conseguenza di avere un Parlamento asservito al suo volere, col potere di ricatto.
Berlusconi l'ha detto ma non l'ha fatto. Adesso che Renzi lo sta facendo Berlusconi si rende conto che non è democratico.
Ah Berlusco', che ci vuoi fa'; Renzi è più bravo di te. Ha convinto più gente di te che così va bene
- che così si sa già dalla mattina dopo chi governa, che importa come;
- che così aumenta la tanto decantata 'governabilità', che significa che il Capo del partito di maggioranza relativa fa il pieno col premio e 'comanda' meglio;
- che le leggi si fanno per il bene dei cittadini e non si deve guardare se ci va bene pure Berlusconi, proprio come dicevano i tuoi quando facevi le leggi ad tuam personam.
Insomma Renzi sta facendo quello che dicevi e facevi tu. Ma la gente è più contenta.
bah
cardif
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
Riforme, scontro M5S-Pd: “Blocchiamo l’aula”
Minoranza dem vs Boschi: “Fuori dal mondo”
I 5 Stelle chiedono di togliere il quorum ai referendum in cambio del ritiro degli emendamenti, ma salta
l’accordo. Il bersaniano D’Attorre: “Qualcuno dovrà rispondere per averci portato a questa situazione”
Riforme, salta trattativa governo-M5S. Minoranza Pd: “Boschi in altro mondo”
Ostruzionismo in Aula durante l'approvazione del ddl Boschi. I 5 Stelle hanno proposto di togliere il quorum ai referendum in cambio del ritiro di tutti i loro emendamenti, ma non si è trovato l'accordo. Attacchi in Aula dalle opposizioni. Il bersaniano D'Attorre: "Qualcuno dovrà rispondere per averci portato a questa situazione"
di F. Q. | 12 febbraio 2015
Articolo + Video
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02 ... a/1419753/
Minoranza dem vs Boschi: “Fuori dal mondo”
I 5 Stelle chiedono di togliere il quorum ai referendum in cambio del ritiro degli emendamenti, ma salta
l’accordo. Il bersaniano D’Attorre: “Qualcuno dovrà rispondere per averci portato a questa situazione”
Riforme, salta trattativa governo-M5S. Minoranza Pd: “Boschi in altro mondo”
Ostruzionismo in Aula durante l'approvazione del ddl Boschi. I 5 Stelle hanno proposto di togliere il quorum ai referendum in cambio del ritiro di tutti i loro emendamenti, ma non si è trovato l'accordo. Attacchi in Aula dalle opposizioni. Il bersaniano D'Attorre: "Qualcuno dovrà rispondere per averci portato a questa situazione"
di F. Q. | 12 febbraio 2015
Articolo + Video
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02 ... a/1419753/
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
come si fa a trasformare una lurida porcata di destra in una cosa presentabile ???
gli si dà il pomposo nome di “Riforma”
e così ecco in serie:
la riforma Gelmini che massacra la scuola pubblica,
la riforma Fornero che massacra i pensionandi,
la riforma Salamella-Sacconi che massacra i diritti dei lavoratori,soprattutto dei più giovani,
e adesso la riforma della legge elettorale che ci toglierà il diritto di eleggere i nostri rappresentanti,
perchè chi va sulle liste elettorali e quindi in parlamento lo decidono i partiti e non gli elettori.
gli si dà il pomposo nome di “Riforma”
e così ecco in serie:
la riforma Gelmini che massacra la scuola pubblica,
la riforma Fornero che massacra i pensionandi,
la riforma Salamella-Sacconi che massacra i diritti dei lavoratori,soprattutto dei più giovani,
e adesso la riforma della legge elettorale che ci toglierà il diritto di eleggere i nostri rappresentanti,
perchè chi va sulle liste elettorali e quindi in parlamento lo decidono i partiti e non gli elettori.
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
Per fortuna c'è il referendum e dai sondaggi risulta che il 73% è favorevole al senato elettivo e vuole scegliere i parlamentari o con le preferenze o con le primarie . Se gli italiani sono coerenti povero Renzi che figuraccia !!!
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Re: Il "nuovo" governo Renzi
Anch'io penso che il referendum impallinerà il machiavellico Napoleoncino di Rignano.
Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
Chi c’è in linea
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