Perché?

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lucfig
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Perché?

Messaggio da lucfig »

Francamente mi risulta assai difficile a capire come mai il sig. Berlusconi ha rotto il patto del Nazzareno.

Per le votazioni di Mattarella?

Mi risulta assai assurdo, visto che l'ha votato per la Corte Costituzionale.

Perché ha rotto il patto mettendo in confusione il suo elettorato e in difficoltà le sue aziende?

Qualcuno mi può far capire?
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shiloh
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Re: Perché?

Messaggio da shiloh »

lucfig ha scritto:Francamente mi risulta assai difficile a capire come mai il sig. Berlusconi ha rotto il patto del Nazzareno.

Per le votazioni di Mattarella?

Mi risulta assai assurdo, visto che l'ha votato per la Corte Costituzionale.

Perché ha rotto il patto mettendo in confusione il suo elettorato e in difficoltà le sue aziende?

Qualcuno mi può far capire?

ehm...
il patto del Nazzareno l'ha rotto il bimbo d'oro,non la mummia cinese:
Berlusconi stavolta l'ha presa nel kiulen...
cardif
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Re: Perché?

Messaggio da cardif »

Credo che l'ex cavaliere (meno male che almeno gli hanno tolto il titolo) abbia capito che con questa riforma e con l'aria che tira, la sua morte politica è assicurata.
Finché si sentiva necessario e poteva riuscire ad avere qualche tornaconto per le sue entrate, andava ancora bene fare il patto del Nazzareno: vivi e lasciami vivere (questo è il patto).
Ma poiché Renzi ha tanto consenso da non aver più bisogno del suo supporto, l'ex si sente sempre più inutile ed insicuro di avere garanzie e coperture, sempre per le sue aziende.
E cerca di riacquistare almeno un potere di veto, se non il potere del comando.
cardif
camillobenso
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Re: Perché?

Messaggio da camillobenso »

1) Perché il Royal Baby Paràkulos, ha in mente una ed una sola cosa. Il suo successo personale.
Per poterlo realizzare è disposto a tutto.

Da cosa si differenzia dal Caimano?

Il Caimano, invece, non disdegna anche lui il successo, ma ha sempre privilegiato sopra ogni cosa l’accumulo di denaro. Non so se dipende dal Dna, o se è dovuto ad un trauma infantile. Silvietto è del ’36. Quando scoppia la seconda guerra mondiale ha 4 anni. Non so se negli anni successivi della guerra e del dopoguerra, abbia subito un trauma infantile per carenza di cibo o di beni materiali.

Il fatto è che durante il liceo, frequentato presso l’Istituto Salesiano di Via Copernico a Milano, a due passi dalla Stazione Centrale, il quindicenne Silvietto Berlusconi aveva esternato tutta la sua grande propensione per il mercantilismo sfrenato¸ mirante all’accumulo di denaro proveniente da:
- Si faceva pagare in contanti tutte le prestazioni scolastiche offerte ai compagni. (Compiti in classe e suggerimenti attraverso pizzini nei suddetti compiti in classe)
- Durante l’anno scolastico non apriva mai un libro di sua proprietà fornitogli regolarmente dal padre. Lui studiava facendosi prestare, sempre, i libri dai compagni. A fine anno, i libri di testo, intatti, li rivendeva.
Questo lo ha raccontato in Tv una quindicina di anni fa, un suo ex insegnante salesiano.
Silvietto, nel liceo di Via Copernico era noto per quanto sopra.

L’accumulo di denaro è sempre stato una costante della sua vita. Anche perché gli consentiva di soddisfare la passione più grande dopo i soldi. La gnocca.

All’inizio degli anni ’50, le ragazze che dovevano passare davanti al Bar di Via Volturno, frequentato regolarmente da Silvietto, erano costrette a transitare sul marciapiede opposto perché il focoso futuro presidente del Milan le tampinava tutte quante.

Silvietto entra forzosamente in politica perché nel 1992 le sue aziende accumulano un debito di 7.140 miliardi di vecchie lire e la magistratura, dopo l’abbandono del CAF, può agire nei suoi confronti.


2) Il Royal Baby, invece pratica la politica solo per soddisfare il proprio ego, che è fortissimo. Sovrumano. Il marchese del Grillo è un signor nessuno nei suoi confronti.

3) Matteo Richetti, uno dei suoi amici da lungo tempo, nel momento in cui era caduto in disgrazia, per via dell’incidente della Regione Emilia-Romagna, ha fatto sapere che Matteuccio, governa con i dati dei sondaggi sempre aggiornati sul tavolo.

4) Un mese e mezzo fa, i sondaggi personali lo davano di poco sopra il 50%. Gli addetti ai lavori commentarono che scendere sotto il 50% significava imboccare la curva del declino.

5) Fino a pochi giorni prima dell’elezioni di Mattarella, i sondaggi personali di Matteuccio, erano crollati al 31%.

Era evidente che un giocatore spregiudicato come lui, tentasse di porre rimedio alla prima occasione. E questa occasione era rappresentata dall’elezione del presidente.

Gli accordi con Alfano e Berlusconi erano per un personaggio condiviso, non perché così si rendeva un “servizio” al Paese, ma perché ritornava utile al consenso in caduta libera dei due capipopolo di centrodestra.

Invece il furbo fiorentino ha giocato in modo tale da intestarsi tutto il successo. Ha giocato in modo tale che Mattarella a poche ore dall’elezione figurasse come il candidato del Pd, prendere o lasciare, e non dell’accordo con Alfano e Berlusconi.

Infatti, il successo è stato trionfalmente accreditato al Royal Baby Paràkulos da tutti quanti.

L’incazzatura di Alfano e di Silvietto, non è tanto per il nome che potevano condividere, ma solo per il fatto di essere stato esclusi da quel successo di cui avevano tanto bisogno.

Tra l’altro, Silvietto, giocando d’azzardo negli ultimi tempi, aveva premuto sull’acceleratore pensando di trarne un profitto personale assecondando le puttanate di Matteuccio trascurando completamente gli interessi di FI rispetto ai suoi.

Ovvio che i suoi in rivolta, gli abbiano attribuito tutte le responsabilità per il fallimento dell’ultima fase della politica del Patto del Nazareno. Berlusconi era stato fatto fesso da chi si è impossessato del successo dell’elezione presidenziale.

Paolo Pagliaro, nel giorno dell’elezione di Mattarella, ha commissionato un sondaggio a Demopolis, per conoscere il favore personale di Renzi. Infatti, in quelle ore, era schizzato dal 31 % al 63%.

Adesso si è ridimensionato, ma comunque è salito oltre il 34 %. Anche il Pd negli ultimi giorni ha invertito la tendenza ricominciando a risalire. Di poco, 0, ma da 10 giorni con il segno +.

L’elezione di Mattarella viene ritenuta un successo personale di Renzi. Che abbia fregato gli amici Alfano e Berlusconi poco importa. L’importante era conseguire un successo personale.

Dalla parte di Berlusconi questa mossa è stata vista come uno sgarro, dopo che per un’anno, il Royal Baby, era stato considerato il suo successore naturale cercato in tutti questi anni. Basta ricordarsi il polverone sollevato dai media per mesi e mesi indicando Marina la sua erede personale in politica. Una soluzione che non ha mai visto la luce perché Silvietto era il primo ad opporsi per amore della figlia.


6) Nello stesso tempo, con quella manovra, il Royal Baby, cercava di evitare sorprese dalla sinistra cimiteriale del partito a luci rosse.
camillobenso
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Re: Perché?

Messaggio da camillobenso »

Berlusconi: “Nazareno? Nefasto continuare”
Intanto Renzi congela la delega fiscale salva-B.

L’ex Cavaliere: “A rompere è stato il Pd. Da oggi tutto cambia”. Ma non chiude su Italicum e riforme
Sulla soglia di non punibilità sotto il 3% il governo si prende altri tre mesi lasciando appeso l’ex Cavaliere


Patto del Nazareno, Berlusconi: “A romperlo è stato il Pd, ora cambia tutto”
Politica
L'ex presidente del Consiglio ai parlamentari di Forza Italia: "La colpa è mia perché ci avevo creduto. Continuare sarebbe ottuso e nefasto". Annuncia di tornare "in campo" dal 9 marzo e che "con la Lega siamo amici ma niente diktat". Mentre manda un messaggio a Fitto: "Decida se sta con noi o no"
di F. Q. | 11 febbraio 2015


http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02 ... o/1416267/
lucfig
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Re: Perché?

Messaggio da lucfig »

Caro camillobenso proprio perché a Berlusconi il governo conviene economicamente perché ha voluto rompere?

La storia di Mattarella non mi convince, poteva, appena Renzi ha annunciato il nome, appoggiarlo facendo si che fosse una scelta condivisa e uscendo dall'angolo che si era messo.

Perché la rottura?

Non è più libero perché Renzi lo tiene ancora per la gola, vedi rinvio della delega fiscale ... perché ha rotto aiutando Renzi a uscire dall'accusa del "accordo con il nemico"?
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iafran
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Re: Perché?

Messaggio da iafran »

lucfig ha scritto:Caro camillobenso proprio perché a Berlusconi il governo conviene economicamente perché ha voluto rompere?

La storia di Mattarella non mi convince, poteva, appena Renzi ha annunciato il nome, appoggiarlo facendo si che fosse una scelta condivisa e uscendo dall'angolo che si era messo.

Perché la rottura?

Non è più libero perché Renzi lo tiene ancora per la gola, vedi rinvio della delega fiscale ... perché ha rotto aiutando Renzi a uscire dall'accusa del "accordo con il nemico"?
Ma uno Stato che si regge su tali accordi "politici" che genere di Stato è?
Rom
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Re: Perché?

Messaggio da Rom »

Molte cose accadono perchè sono destinate ad accadere.
Quando rimaniamo nella cronaca abbiamo l'mpressione che tutto poteva succedere in un modo diverso: le occasioni nelle quali il "naso di Cleopatra" avrebbe cambiato la storia sono continue. In fondo, il mondo è pieno di nasi.
La Seconda repubblica era basata sul sostanziale consociativismo tra le due forze che si erano divise l'eredità del pentapartito, Forza Italia e PDS/Ulivo, che insieme rappresentavano in una forma più trasparente la condizione che si era andata consolidando negli ultimi anni della Prima. Una rappresentazione e una condizione che sono state l'ultima metamorfosi di un certo tipo di società, e di politica.
Il fatto che il berlusconismo soprattutto, ma anche il centro-sinistra, abbiano avuto aspetti, parole, comportamenti grotteschi appartiene a una fenomenologia comune a tutti i tardi imperi, cioè alle fasi terminali di una storia che riesce soltanto a riproporre se stessa in forma di farsa.

Quella società, adesso, non c'è più. Non è più nemmeno possibile continuare a immaginare, a illudersi, che ci sia, e non aleggiano nemmeno gli echi, le allucinazioni uditive e iconografiche che potevano in qualche misura sostenere quelle illusioni.
Forza Italia, Berlusconi, le aziende stesse del personaggio, così come le aspettative della sinistra che sta dentro il PD, sono macerie che segnano il tracciato di strade ormai inesistenti, e i "patti", le regole, le consociazioni e le dissociazioni sono come i cartelli stradali che qua e là, svettando tra le macerie, indicano direzioni immaginarie.
Il Nazareno non ha più ragione di esistere: non esistono più due mondi che cercano un accordo (equo o iniquo che sia).
Ne esiste uno solo, quello del PD renziano, prodotto da una società diversa da quella precedente: politicamente, ma soprattutto culturalmente e psichicamente diversa, che il berlusconismo (i suoi modi di essere e i suoi interessi) li ha digeriti e fatti propri.
Eravamo giovani, eravamo arroganti, eravamo ridicoli, eravamo eccessivi, eravamo avventati. Eravamo bandiere rosse. E avevamo ragione.
cardif
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Iscritto il: 24/01/2015, 20:23

Re: Perché?

Messaggio da cardif »

Molte cose accadono perchè sono destinate ad accadere.

Ma perché?
E' un 'destino' sovrumano che fa sì che accadano?
E' il principio di causalità, il determinismo?
E', in antitesi, l'uomo che incide col suo libero arbitrio, e in che misura?
Il razionalismo interviene, in che misura?
O intervengono le pulsioni umane, le spinte della psiche, a far agire gli uomini in un modo apparentemente 'predeterminato'?
Anche il grande Lev diceva che non fu Napoleone da solo a decidere l'andamento della campagna di Russia ma l'opinione pubblica che si era andata maturando.
"Solo sottoponendo all'osservazione una unità infinitamente piccola, un differenziale della storia, vale a dire le tendenze omogenee degli uomini, e riuscendo ad integrare, cioè ad esprimere la somma di questi valori infinitamente piccoli, noi possiamo sperare di comprendere le leggi della storia".
E nemmeno Hitler, Mussolini, Stalin, per rimanere in Europa, sarebbero arrivati a combinare quel po' po' di casino, se non ci fosse stato un buon sostegno popolare.

L'altro ieri c'è stata la pulsione preponderante di un individuo che ha per metro di misura la propria capacità di arricchimento, e quindi la propria ricchezza.
E c'è stata la pulsione di una certa parte della società, bisognosa di una guida 'autorevole' in quel senso, capace di 'far arricchire tutti noi, visto che è stato capace di arricchirsi lui'. Ci sono stati gli imprenditori che hanno applaudito fiduciosi al 'ghe pensi mì'.
Ieri è toccato a Grillo assorbire l'ondata di repulsione verso la politica politicante, affaristica e disonesta.
Oggi tocca a Renzi interpretare il pubblico sentire, la voglia di cambiamento, un rinnovamento basato sulla rottamazione ed il giovanilismo, a prescindere dalla direzione. Pur di accettare il cambiamento si dimentica quello che si voleva poco tempo fa (per esempio la scelta dei parlamentari) e si accetta una qualunque modifica (per esempio l'eliminazione dell'elezione dei senatori).
Naturalmente stiamo nell'altro ieri, ieri e oggi. Non è ancora Storia.

Boh, vallassapé. Comunque questo è 'oltre' (come dice Grillo) il perché posto.

cardif
Rom
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Re: Perché?

Messaggio da Rom »

cardif ha scritto:Molte cose accadono perchè sono destinate ad accadere.
Ma perché?
E' un 'destino' sovrumano che fa sì che accadano?
E' il principio di causalità, il determinismo?
E', in antitesi, l'uomo che incide col suo libero arbitrio, e in che misura?
Allora diciamo che le cose accadono perché ci sono buone ragioni perché accadano - anzi, ottime ragioni.
Bisogna allora capire cosa siano "le ragioni", per poi indagare se siano "ottime" tanto quanto necessario per essere "causa decisiva".
Le ragioni sono la sede nella quale si esercita il libero arbitrio, o meglio, l'insieme dei liberi arbitrì di tutte le persone coinvolte.
Tutto questo è un modo complicato per definire quella che correntemente si chiama "una strada tracciata".
Qualche volta la traccia si riesce a vedere da prima, altre volte si vede chiaramente solo dopo.
Il libero arbitrio va visto nella sua dimensione sociale, cioè se è capace di diventare una forza che abbia un peso, una funzione determinante nel tracciare quella strada, o nel tracciarne una diramazione.
L'errore che commettono gli storici "annalisti" (che generalmente sono dalla parte degli "eroi che cambiano il corso della storia") è di non considerare l'eroe come il prodotto stesso della storia, ossia come un fattore anch'esso coerente con la traccia segnata.

Il fatto, per esempio, che nella Repubblica romana ci fosse sempre qualcuno pronto e capace di risolvere le situazioni difficili, talvolta disperate, è in realtà falso, ma allo stesso tempo vero, dove la sfera del vero ricomprende e annulla quella del falso: il sistema del doppio console era un assurdo sul piano funzionale, che infatti era la causa diretta e indiretta dei momenti difficili, ma corrispondeva anche a una eccezionale flessibilità nel governo della città/stato.
Una flessibilità resa possibile dall'esistenza di una classe dominante di cittadini tutti ugualmente interessati alla sorte dello stato, e tutti ugualmente versatili nelle attività e nelle competenze richieste dal fatto di essere classe dirigente: al momento opportuno era possibile che a capo della situazione si trovasse l'uomo giusto, o che quello giusto sostituisse quello sbagliato.
La società dei consoli ha perduto molte battaglie contro l'una o l'altra delle società degli "eroi", ma ha vinto tutte le guerre, o alla peggio ha saputo gestire vantaggiosamente le guerre che non riusciva a vincere per le ragioni più diverse.
Nel corso della storia repubblicana di Roma è capitato, quindi, molte volte il caso in cui un osservatore avrebbe potuto dire che un certo determinato esito "era destinato ad accadere", negativo o positivo che fosse: c'erano ottime ragioni perché accadesse.

Trasportando il caso nel presente, riferito all'ormai vexata quaestio della sinistra: Renzi è il "capo" che era scritto che ci fosse, così come era scritto che fosse un esemplare umano simile a Berlusconi,nel momento in cui a decidere è un "pubblico" costruito da trent'anni di televisione.
Eravamo giovani, eravamo arroganti, eravamo ridicoli, eravamo eccessivi, eravamo avventati. Eravamo bandiere rosse. E avevamo ragione.
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