Perché?

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
Rom
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Iscritto il: 29/01/2015, 12:46

Re: Perché?

Messaggio da Rom »

flaviomob ha scritto:Non sono state solo le primarie, che tecnicamente hanno espresso il segretario del PD, non il presidente del consiglio.
Questa ed altre hanno costituito una serie di forzature che hanno permesso di sbarazzarsi di Bersani e, con tutti i suoi limiti, di una impostazione della coalizione PD-SEL che avesse ancora un minimo di parvenza alternativa a quella berlusconiana. Come la decisione di Napolitano di non conferire almeno l'incarico esplorativo a Bersani, le pressioni di Napolitano a favore del governo Monti, le false promesse di quest'ultimo che finì paradossalmente col candidarsi essendo già senatore a vita, il PD costretto a sostenerne le politiche impopolari e, ora lo sappiamo, inefficaci, etc etc. fino alle false rassicurazione di Renzi che non avrebbe cercato di far fuori Letta, il successo elettorale ex post alle europee "comprato" con gli 80 euro, etc. etc.
Sì, certo che sì: come dice Paolo Conte, è tutto un insieme di cose, che fa sì che siam ridotti accussì.
Ma sono tutte cose che risalgono a una radice comune, che in questi anni è stata definita in vari modi, chi in negativo, chi in positivo: la "fine delle ideologie", la "modernità", il "riformismo", la "governabilità", il "realismo", la "estinzione della lotta di classe",...
Io preferisco la dizione che riguarda le ideologie: non sono finite, naturalmente, perché non esiste una realtà che non sia la materializzazione di un'ideologia e non esiste un'alternativa a questa realtà, o un progetto di cambiamnto, o anche un "riformismo" che non si fondi su un'ideologia.
Quella che è venuta a mancare - buttata via con l'acqua del bagnetto, diciamo - è stata proprio questa seconda, cioè l'alternativa.
In sostanza la sinistra si è subordinata all'ideologia dominante, facendola propria, con poche e irrilevanti variazioni: non è un caso che Presidente che ha officiato la fase terminale di questo processo sia Giorgio Napolitano, il Migliorista d'antan.
Al di là, però, della pochezza manifestata da certi personaggi, le ragioni sono profonde: l'estinzione non della lotta di classe, e nemmeno della classe operaia, ma l'estinzione della forza della classe operaia - che in questo senso, politico, non era mai stata la guida vera e propria della sinistra, ma era certamente stata il riferimento socio-politico sul quale misurarne l'identità e l'azione.
Eravamo giovani, eravamo arroganti, eravamo ridicoli, eravamo eccessivi, eravamo avventati. Eravamo bandiere rosse. E avevamo ragione.
flaviomob
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Re: Perché?

Messaggio da flaviomob »

Certo.
Quello che voglio dire è che anche su un piano di semplice correttezza, su cui l'essere o meno di sinistra non è rilevante ma l'avere saldi principi di onestà "democratica" sì, ci sono stati molti passaggi che anche i "liberaldemocratici" o semplicemente i democratici avrebbero dovuto denunciare e rifiutare. Analogamente, per fare un confronto di proporzioni più vaste, con le menzogne di Bush e Blair che indussero parlamenti e opinione pubblica a pensare che l'attacco all'Iraq fosse giusto. Hanno mentito alle loro nazioni e non hanno pagato per questo: ciò è fuori dalla responsabilità democratica, non solo dell'etica di un pensiero di sinistra ed evidenzia una crisi non solo italiana ma globale.
Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
Rom
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Re: Perché?

Messaggio da Rom »

flaviomob ha scritto:Certo.
Quello che voglio dire è che anche su un piano di semplice correttezza, su cui l'essere o meno di sinistra non è rilevante ma l'avere saldi principi di onestà "democratica" sì, ci sono stati molti passaggi che anche i "liberaldemocratici" o semplicemente i democratici avrebbero dovuto denunciare e rifiutare. Analogamente, per fare un confronto di proporzioni più vaste, con le menzogne di Bush e Blair che indussero parlamenti e opinione pubblica a pensare che l'attacco all'Iraq fosse giusto. Hanno mentito alle loro nazioni e non hanno pagato per questo: ciò è fuori dalla responsabilità democratica, non solo dell'etica di un pensiero di sinistra ed evidenzia una crisi non solo italiana ma globale.
Anche tu, sono sicuro, hai pensato che fosse un arguto svolazzo filosofico, la citazione di Nietzsche: un giorno a dividerci sarà il buon gusto, non più le idee.
Invece no: era una fotografia.
Per tanto tempo già le idee funzionavano poco, nelle società divise tra plebe e aristocrazia: il popolo doveva pensare a sopravvivere, nel senso materiale della legna da ardere e l'acqua da titare su dai pozzi, e nei palazzi, nelle corti le idee erano largamente prevaricate dalle carriere, dal tenersi buono il boia del re e la cameriera della regina.
Voltata pagina, sull'eco illuministico che era sopravvissuto perfino alla Restaurazione, la società borghese era sembrata essere per un momento il luogo dove le idee potevano confrontarsi e misurarsi nel gioco democratico - benchè quelle democrazie primigenie fosssero piuttosto ristrette.
Ma a sopravvivere non era stato solo l'eco illuministico, il più recente, ma anche la logica delle corti e dei palazzi, e la sopravvivenza del popolo non era meno dura, ora che a tirare su l'acqua dai pozzi c'erano le macchine a vapore: a tutti questi zombi, si aggiungeva vivissimo il capitalismo e l'affarismo, la reificazione di ogni aspetto della vita, dal tempo al lavoro, dall'arte ai sentimenti.
Le idee, in questo guazzabuglio, più che prevaricate sono state ridotte a una delle variabili del sistema economico: possono essere diverse, anzi devono essere diverse , ma la loro diversità non ha alcun significato, non ha conseguenze, non deve avere conseguenze, perché se le avesse sarebbe la negazione della democrazia (capitalistica): alias, la democrazia formale non può - non deve - avere conseguenze sul sistema economico.
Dove si rifugia, in un simile contesto, la facoltà di rifiuto, l'obiezione di coscienza? Nella ripulsa personale. Nel "buon gusto", che diventa come la moneta corrente ufficiosa, per non dire clandestina, quando quella ufficiale è svalutata come i marchi nella repubblica di Weimar.
Il buon gusto è qualcosa di molto più semplice di quanto sembri. Il cativo gusto, ugualmente è plateale.
Il Basso Impero è sempre pieno di personaggi grotteschi, di caricature, di maschere buffe.
E' il momento dei cavalli che diventano consoli, senza meravigliare più nessuno: la gente fa visita al signor console portando carote e zollette di zucchero, e nitrisce per dire buongiorno.
Vogliamo fare l'elenco dei buffoni, con la faccia da buffoni, che riescono ad avere successo e a ottenere applausi? - un tempo sarebbero stati presi a pernacchie.
No, non lo facciamo, sarebbe troppo lungo e rischiamo di lasciare fuori qualcuno, dato l'affollamento.
Quindi, l'osservazione che tu fai è perfetta. Sarebbe perfetta, così come un Notturno di Chopin suonato a una festa di carnevale quando tutti so' mbriachi e fanno il trenino. Noi a sinistra - io per primo - siamo così: continuiamo a difendere le idee, invece di usarle, mentre mascheriamo la ripulsa per non sembrare schizzinosi e antidemocratici.
Eravamo giovani, eravamo arroganti, eravamo ridicoli, eravamo eccessivi, eravamo avventati. Eravamo bandiere rosse. E avevamo ragione.
iafran
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Re: Perché?

Messaggio da iafran »

Rom ha scritto:Al di là, però, della pochezza manifestata da certi personaggi, le ragioni sono profonde: l'estinzione non della lotta di classe, e nemmeno della classe operaia, ma l'estinzione della forza della classe operaia - che in questo senso, politico, non era mai stata la guida vera e propria della sinistra, ma era certamente stata il riferimento socio-politico sul quale misurarne l'identità e l'azione.
La classe operaia continua ad esserci, non la si vede probabilmente per la penuria di lavoro e per la trasformazione in "classe dei poveri" che ha subito. Essa è stata ingenua a farsi sedurre dai nostri "soloni di infima categoria"(che hanno predicato il "tramonto delle ideologie", che il "pubblico" fosse negativo ed il "privato" moderno e funzionale) ed a demandare la soluzione della crisi sociale al leader decisionista (meglio se era liberista-capitalista e tele-parlatore ... e con l'appoggio di una classe di privilegiati e di potenti, a garanzia del suo progetto).
Hai proprio ragione che la classe operaia, rinunciando (suo malgrado) a manifestare tutta la propria forza, abbia quasi "autorizzato" i "liberisti" di fare a modo loro (complice anche una legge elettorale - fatta in proprio - per annullare la voce delle opposizioni e il dissenso).
flaviomob
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Re: Perché?

Messaggio da flaviomob »

Mi viene in mente il paragone "calcistico" che Rom faceva con il PRI - Fiorentina. Ecco, quello che voglio dire è che una volta esistevano laici liberali che non avevano bisogno di essere "di sinistra" - o almeno non socialista - per indignarsi di fronte all'inciviltà antidemocratica.

La classe operaia, nel momento in cui cessa di essere consapevole della propria peculiarità, della propria essenza, della propria storia, insomma di se stessa, cessa di essere "classe", diventa plebe, diventa un segmento di mercato, un target per i produttori di cellulari sofisticatissimi e scarpe alla moda.
Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
cardif
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Re: Perché?

Messaggio da cardif »

Fu un errore consentire che alle primarie per la scelta del Segretario del PD potessero votate anche quelli non iscritti al partito. Che senso ha?
Per l'elezione del Segretario del Pd nel 2013 è stato modificato il Regolamento del 2009, che prevedeva il voto riservato agli iscritti.
Si è fatta confusione con l'elezione del leader di coalizione, come fu per Prodi nel 2005. E con quelle di Veltroni del 2007, ma che erano la ratifica del Segretatio di un partito che nasceva allora.
Molti l'hanno detto, ma non si è voluto dare l'impressione che il Pd si arroccasse in difesa della vecchia nomenklatura, e si è sbagliato, a cominciare da Bersani che era il Segretario. E si continua a sbagliare, come in Liguria.
Sul mancato incarico a Bersani e sull'entrata in scena di Monti le cose le ho interpretate come ho riportato nell'argomento 'Lettera a Napolitano'. Non ci ho visto errori da parte di Bersani né di Napolitano, ma convenienza politica a lasciare la palla a Monti.
Il quale Monti, dal canto suo, ha dimostrato di non essere in grado di formare un partito consistente e saperlo guidare. E' stato un suo errore di valutazione. Ma pure questo in molti l'avevano detto che non avrebbe fatto strada.
Dopo l'errore di prima, la direzione del PD ne ha fatto un altro a togliere il sostegno a Letta e consentire la sua sostituzione con Renzi, che continua ad essere anche Segretario. Questa doppia carica comporta dei limiti, secondo me. Per esempio: Mattarella è stato proposto, e quindi scelto, dal Pd attraverso il suo segretario-Capo o dal Capo del governo? A me non pare questione da poco, visto che il PdR deve esercitare un contrappeso al potere esercitato dal PdC. Ma se è il PdC che sceglie il PdR non va bene come procedura. Che poi Mattarella saprà essere indipendente da Renzi, lo penso, e comunque lo spero.

Vale, e deve continuare a valere, il principio di maggioranza, naturalmente. Certamente però è un peccato quando la minoranza ha più ragione ma resta tale.
Penso che di debba tornare a far votare i soli iscritti nelle primarie, da fare solo se e in quanto servono.
Penso che le regole stabilite secondo certi criteri non debbano essere modificate per l'utilità di qualcuno, e non per una revisione dei criteri precedenti.
E ci metto pure che la maggioranza, anche quella interna ad un partito, non s'impunti a non voler sentire ragioni. Spesso la minoranza ha più ragioni.
Questo vale, per esempio, per le riforme costituzionali e per la legge elettorale che la maggioranza del Pd, di nome Renzi, vuole per forza fare in quel modo.

cardif
Rom
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Re: Perché?

Messaggio da Rom »

cardif ha scritto:Fu un errore consentire che alle primarie per la scelta del Segretario del PD potessero votate anche quelli non iscritti al partito. Che senso ha?
Non fu un "errore", caro Cardif. Fu una gigantesca cazzata, tenacemente sostenuta, voluta, cercata, argomentata.
Sulle "primarie, io e altri abbiamo polemizzato duramente, in linea di principio, considerandole - per dirla breve - un'americanata demagogica e scema.
In via subordinata, se proprio dovevano esserci, era ovvio che bisognava che fossero riservate agli iscritti.
Tutto quello che di male si diceva contro le primarie e contro "questo tipo" di primarie si è fatalmente verificato: ma non me ne faccio un vanto, perché era una profezia troppo facile.

Sull'identificazione tra Segretario e presidente del consiglio, dobbiamo distinguere.
Secondo la formula precedente, in cui il segretario era espressione di una linea politica e di un'identità prevalente del partito, aveva una logica che il candidato premier fosse il segretario, perché era in sostanza "il partito" che andava al governo.
Con la personalizzazione, che queste primarie rappresentano, è la persona eletta dalle primarie che diventa segretario, certificando una scissione tra persona e partito e rendendo ancora più paradossale che questa persona possa diventare premier, sostenuto dai rappresentanti parlamentari di un partito dei quali non è espressione.
C'è un limite al genere e alla quantità di errori che si possono fare, in ogni campo: in politica, riuscire a realizzare un tale guazzabuglio è da squalifica immediata e interdizione perpetua.
Eravamo giovani, eravamo arroganti, eravamo ridicoli, eravamo eccessivi, eravamo avventati. Eravamo bandiere rosse. E avevamo ragione.
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