riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancellati.
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Esodato manda una lettera a Mario Monti
18 febbraio 2015 – 07:00 –
“Buonasera Senatore Monti
Al Corriere della Sera ha dichiarato che sugli esodati è stata montata molta panna.
Evidentemente Lei come da sua vergognosa abitudine, continua a lanciare ingiustificabili insinuazioni per non dire infamie, nei confronti di quelle persone, che dopo tre anni ancora non sanno se quel danno sarà sanato oppure no.
Anche questa volta lancia il sasso e poi nasconde la mano, senza spiegare cosa intende dire con “molta panna montata”.
In tre anni non ha mai accettato di rispondere e di parlare di esodati, in quell’anno di suo governo ha sempre delegato la Fornero, che a sua volta delegava il viceministro Martone di presentarsi nelle varie trasmissioni.
Dopo il flop del suo governo che ha creato la peggiore manovra sulle pensioni solo allo scopo di fare soldi creando nello stesso momento gli esodati, dopo aver fatto la peggiore riforma sul lavoro che ha spinto al suicidio circa 800 padri di famiglia, è venuta fuori la verità.
Praticamente avete venduto l’Italia al fabbisogno dell’Europa sotto gli ordini della Merkel.
La stessa Fornero dopo che non aveva più incarichi politici, ha dichiarato che in quell’anno da Ministro era stata completamente abbandonata da Lei, specialmente quando era sotto attacco dagli esodati, da tutto il popolo dei pensionati e dalle forze politiche di opposizione, dichiarando inoltre che sugli esodati era stato fatto un errore.
Lei sig. Senatore non si è mai assunto le sue responsabilità, l’unica cosa che sapeva dire e che sa dire ancora è quella “che ci ha tirato fuori dal precipizio”, ma per cortesia!
Comunque ritornando alla “panna”, Lei sicuramente è una persona che di panna se ne intende.
Ho dato un’occhiata al suo curriculum vite, sicuramente nulla da eccepire visto GLI IMPORTANTI incarichi che ha coperto sin da giovane e che hanno spinto il Re a premiarla, dandole la carica di senatore a vita.
Sicuramente però avrà messo le mani in molta panna, visto i suoi guadagni (RESI PUBBLICI).
Ha dichiarato per il 2010 un reddito di 1 milione 515 mila e 744 euro e un patrimonio depositato in conti correnti, depositi, titoli e gestioni patrimoniali per un totale di 11 milioni 522 mila euro.
Complimenti! Mi tolga una curiosità, la sera prima di andare a dormire fa il bagno nella panna? Dicono che è molto rilassante. Le consiglio di comprarsi un monta panna, così la prossima la monterà direttamente Lei.
http://www.cesaredamiano.org/2015/02/17 ... /#comments
18 febbraio 2015 – 07:00 –
“Buonasera Senatore Monti
Al Corriere della Sera ha dichiarato che sugli esodati è stata montata molta panna.
Evidentemente Lei come da sua vergognosa abitudine, continua a lanciare ingiustificabili insinuazioni per non dire infamie, nei confronti di quelle persone, che dopo tre anni ancora non sanno se quel danno sarà sanato oppure no.
Anche questa volta lancia il sasso e poi nasconde la mano, senza spiegare cosa intende dire con “molta panna montata”.
In tre anni non ha mai accettato di rispondere e di parlare di esodati, in quell’anno di suo governo ha sempre delegato la Fornero, che a sua volta delegava il viceministro Martone di presentarsi nelle varie trasmissioni.
Dopo il flop del suo governo che ha creato la peggiore manovra sulle pensioni solo allo scopo di fare soldi creando nello stesso momento gli esodati, dopo aver fatto la peggiore riforma sul lavoro che ha spinto al suicidio circa 800 padri di famiglia, è venuta fuori la verità.
Praticamente avete venduto l’Italia al fabbisogno dell’Europa sotto gli ordini della Merkel.
La stessa Fornero dopo che non aveva più incarichi politici, ha dichiarato che in quell’anno da Ministro era stata completamente abbandonata da Lei, specialmente quando era sotto attacco dagli esodati, da tutto il popolo dei pensionati e dalle forze politiche di opposizione, dichiarando inoltre che sugli esodati era stato fatto un errore.
Lei sig. Senatore non si è mai assunto le sue responsabilità, l’unica cosa che sapeva dire e che sa dire ancora è quella “che ci ha tirato fuori dal precipizio”, ma per cortesia!
Comunque ritornando alla “panna”, Lei sicuramente è una persona che di panna se ne intende.
Ho dato un’occhiata al suo curriculum vite, sicuramente nulla da eccepire visto GLI IMPORTANTI incarichi che ha coperto sin da giovane e che hanno spinto il Re a premiarla, dandole la carica di senatore a vita.
Sicuramente però avrà messo le mani in molta panna, visto i suoi guadagni (RESI PUBBLICI).
Ha dichiarato per il 2010 un reddito di 1 milione 515 mila e 744 euro e un patrimonio depositato in conti correnti, depositi, titoli e gestioni patrimoniali per un totale di 11 milioni 522 mila euro.
Complimenti! Mi tolga una curiosità, la sera prima di andare a dormire fa il bagno nella panna? Dicono che è molto rilassante. Le consiglio di comprarsi un monta panna, così la prossima la monterà direttamente Lei.
http://www.cesaredamiano.org/2015/02/17 ... /#comments
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Uilp: I pensionati hanno bisogno di certezze e non di continue minacce
“I confini della povertà e del disagio si sono notevolmente estesi.
I pensionati rischiano di pagare un prezzo sempre più alto a causa di scelte di rigore poco lungimiranti e inique.
Si pone, perciò, un problema di adeguatezza delle pensioni future che, già a partire da oggi, andrebbero rivalutate, così come va rafforzata l’assistenza agli anziani.
E innanzitutto basta con le proposte inquietanti su presunte, nuove riforme del sistema pensionistico:
abbiamo bisogno di certezze e non di continue minacce”. E’ quanto sostiene Vincenzo Tortorelli, segretario regionale Uilp.
“Un altro aspetto fondamentale per fare chiarezza sulla spesa previdenziale – aggiunge – è attuare finalmente una vera separazione della previdenza dall’assistenza, contabilizzare le tasse che i pensionati pagano e che sono tra le più alte d’Europa.
E fornire a Istat e Eurostat i dati corretti. Così si capirebbe che non spendiamo troppo per le pensioni e troppo poco per l’assistenza; in tal modo, anche le istituzioni europee e mondiali smetterebbero di chiederci ulteriori tagli alle pensioni”.
Per il segretario dei pensionati della UIL “in questi anni, sono aumentate le diseguaglianze, si è ristretto il perimetro dei diritti e l’emarginazione sociale ha esteso la propria platea di ultimi, deboli e meno fortunati. Il sistema produttivo si sta sgretolando, si sta esaurendo la sua spinta propulsiva e la sua capacità progettuale.
Per la prima volta, molti figli vivono e sono destinati a vivere peggio dei loro genitori.
La sostenibilità economica e sociale di questi sistemi si basa sulla loro capacità di produrre beni attraverso il lavoro dei cittadini che vivono e si riconoscono in essi.
Laddove il lavoro si riduce, diminuiscono anche i consumi, le imprese entrano in crisi, lo Stato è destinato a incamerare meno introiti, la sua legittimità e credibilità diminuiscono e inevitabilmente è destinato a non poter garantire adeguati servizi ai cittadini e alle imprese.
La Uil non intende rassegnarsi a questo processo di declino e vuole dare il proprio contributo nella ricerca della smarrita strada per lo sviluppo.
Noi siamo convinti che la strada da percorrere per uscire dalla crisi non sia quella lastricata dai sacrifici né dall’ulteriore impoverimento.
Al contrario, bisogna puntare su una società forte perché produttiva, fondata sul lavoro delle persone che produce benessere e migliore qualità di vita.
Occorrono provvedimenti che facilitino la trasparenza del rapporto previdenziale, permettendo a tutti una conoscenza completa della propria posizione contributiva.
Bisogna infine affrontare la problematica relativa al prelievo contributivo posto a carico dei pensionati che svolgono attività di lavoro; riequilibrare il sistema attraverso una razionalizzazione delle tante e troppe diverse gestioni previdenziali presenti ed eliminare i privilegi ancora esistenti. Bisogna anche razionalizzare le diverse modalità di calcolo ancora esistenti per le indennità di buonuscita che spesso penalizzano alcune categorie rispetto ad altre.
Una diversità di regole e di aliquote che non si concilia con il funzionamento del sistema.
Il prelievo di solidarietà sulle pensioni elevate, e introdotto con l’ultima legge di stabilità, andrebbe meglio riconsiderato tenendo conto delle recenti pronunce della Corte Costituzionale, ed eventualmente prendendo in considerazione il reddito personale.
Infine, intervenire sul sistema di individuazione dei coefficienti di trasformazione:
introdurre i coefficienti per coorti di età eliminando il sistema implicito di disincentivi alla permanenza al lavoro.
Perciò – conclude Tortorelli – invitiamo il neo presidente dell’Inps Boeri a cominciare ad attuare questi provvedimenti, invece di pensare a fare nuovamente cassa con le pensioni di chi ha lavorato per anni e pagato decenni di contributi”.
http://www.pensioniblog.it/2015/02/26/u ... e-minacce/
“I confini della povertà e del disagio si sono notevolmente estesi.
I pensionati rischiano di pagare un prezzo sempre più alto a causa di scelte di rigore poco lungimiranti e inique.
Si pone, perciò, un problema di adeguatezza delle pensioni future che, già a partire da oggi, andrebbero rivalutate, così come va rafforzata l’assistenza agli anziani.
E innanzitutto basta con le proposte inquietanti su presunte, nuove riforme del sistema pensionistico:
abbiamo bisogno di certezze e non di continue minacce”. E’ quanto sostiene Vincenzo Tortorelli, segretario regionale Uilp.
“Un altro aspetto fondamentale per fare chiarezza sulla spesa previdenziale – aggiunge – è attuare finalmente una vera separazione della previdenza dall’assistenza, contabilizzare le tasse che i pensionati pagano e che sono tra le più alte d’Europa.
E fornire a Istat e Eurostat i dati corretti. Così si capirebbe che non spendiamo troppo per le pensioni e troppo poco per l’assistenza; in tal modo, anche le istituzioni europee e mondiali smetterebbero di chiederci ulteriori tagli alle pensioni”.
Per il segretario dei pensionati della UIL “in questi anni, sono aumentate le diseguaglianze, si è ristretto il perimetro dei diritti e l’emarginazione sociale ha esteso la propria platea di ultimi, deboli e meno fortunati. Il sistema produttivo si sta sgretolando, si sta esaurendo la sua spinta propulsiva e la sua capacità progettuale.
Per la prima volta, molti figli vivono e sono destinati a vivere peggio dei loro genitori.
La sostenibilità economica e sociale di questi sistemi si basa sulla loro capacità di produrre beni attraverso il lavoro dei cittadini che vivono e si riconoscono in essi.
Laddove il lavoro si riduce, diminuiscono anche i consumi, le imprese entrano in crisi, lo Stato è destinato a incamerare meno introiti, la sua legittimità e credibilità diminuiscono e inevitabilmente è destinato a non poter garantire adeguati servizi ai cittadini e alle imprese.
La Uil non intende rassegnarsi a questo processo di declino e vuole dare il proprio contributo nella ricerca della smarrita strada per lo sviluppo.
Noi siamo convinti che la strada da percorrere per uscire dalla crisi non sia quella lastricata dai sacrifici né dall’ulteriore impoverimento.
Al contrario, bisogna puntare su una società forte perché produttiva, fondata sul lavoro delle persone che produce benessere e migliore qualità di vita.
Occorrono provvedimenti che facilitino la trasparenza del rapporto previdenziale, permettendo a tutti una conoscenza completa della propria posizione contributiva.
Bisogna infine affrontare la problematica relativa al prelievo contributivo posto a carico dei pensionati che svolgono attività di lavoro; riequilibrare il sistema attraverso una razionalizzazione delle tante e troppe diverse gestioni previdenziali presenti ed eliminare i privilegi ancora esistenti. Bisogna anche razionalizzare le diverse modalità di calcolo ancora esistenti per le indennità di buonuscita che spesso penalizzano alcune categorie rispetto ad altre.
Una diversità di regole e di aliquote che non si concilia con il funzionamento del sistema.
Il prelievo di solidarietà sulle pensioni elevate, e introdotto con l’ultima legge di stabilità, andrebbe meglio riconsiderato tenendo conto delle recenti pronunce della Corte Costituzionale, ed eventualmente prendendo in considerazione il reddito personale.
Infine, intervenire sul sistema di individuazione dei coefficienti di trasformazione:
introdurre i coefficienti per coorti di età eliminando il sistema implicito di disincentivi alla permanenza al lavoro.
Perciò – conclude Tortorelli – invitiamo il neo presidente dell’Inps Boeri a cominciare ad attuare questi provvedimenti, invece di pensare a fare nuovamente cassa con le pensioni di chi ha lavorato per anni e pagato decenni di contributi”.
http://www.pensioniblog.it/2015/02/26/u ... e-minacce/
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Poletti, nella Stabilità si tornerà a parlare di pensioni
Il ministro del Lavoro non esclude che il governo Renzi possa introdurre nuove norme che favoriscano l'uscita anticipata dal Lavoro a fronte di un assegno più esiguo. Il tutto però dovrà essere compatibile con il bilancio dello Stato e le regole europee
MILANO - Un intervento sulle pensioni, per rendere l'uscita più flessibile, partendo da situazioni più specifiche e delicate, "coinciderà con la legge di stabilità" e, dunque, in un quadro di tenuta dei conti pubblici.
Lo ha affermato il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, aggiungendo che è necessario avviare prima una riflessione e "parlare con misura senza alimentare aspettative".
Nel corso di una conferenza stampa all'Inail, Poletti ha sottolineato che il tema della flessibilità in uscita "credo sia una delle possibilità. Bisogna guardare a un panorama molto diversificato e verificare i problemi cui dare una risposta".
Il responsabile del Lavoro ha spiegato che c'è "un problema generale" legato a una "possibile flessibilità in uscita.
E' una delle opzioni.
Ma ci sono anche specifiche condizioni che si riferiscono a chi perde il lavoro e non arriva a maturare i requisiti pensionistici". Secondo Poletti, per questi ultimi, "o si adotta un ammortizzatore specifico o si individua una modalità ponte per andare in pensione".
In ogni caso, bisogna "partire dalle situazioni socialmente più delicate", ha rimarcato.
Il presidente dell'Inps, Tito Boeri, ha rilanciato il tema di uscite anticipate.
"Finora il tema degli esodati - ha detto in una intervista al Corriere - è stato affrontato con sei decreti di salvaguardia che spesso però aiutano anche chi ha redditi elevati mentre ci sono tante altre situazioni non protette.
Bisognerebbe insomma spendere meglio le risorse pubbliche, prevedendo per esempio un reddito minimo per contrastare le situazioni di povertà, finanziato dalla fiscalità generale. Poi, dal lato della previdenza, è chiaro che, usando il calcolo contributivo, si potrebbero introdurre forme di flessibilità". E ha parlato di consentire un'uscita anticipata ma con pensioni più leggere.
Gli scogli sono la Commisione europea e i conti pubblici:
"Per l’Ue se si consentono i pensionamenti anticipati risalta solo l’aumento immediato della spesa ma non il fatto che poi si risparmierà perché l’importo della pensione sarà più basso.
Bisogna battersi in Europa per arrivare a una valutazione intertemporale del bilancio". La flessibilità verso la pensione a fronte di penalizzazioni (un assegno previdenziale più basso) "è una delle possibilità su cui sta riflettendo il Governo tenendo conto delle richieste dell'Ue", ha confermato Poletti:
introdurre flessibilità in uscita significa spendere di più subito ma risparmiare in futuro.
Poletti ha poi affermato che convocherà i sindacati, che hanno chiesto un incontro al ministro, dopo aver fatto un momento di "verifica e riflessione" anche con l'inps e il nuovo presidente Tito Boeri. "Li vedrò - ha detto - ma non c'è ancora una data. Dobbiamo fare un minimo di verifica e avere un pò di tempo per una visione condivisa. Naturalmente ascolteremo i sindacati che hanno delle proposte da avanzare". Il ministro ha aggiunto che "il tema delle pensioni è particolarmente delicato e sensibile". Pertanto, la sede naturale per ipotizzare delle modifiche alla legge Fornero non può che essere la manovra finanziaria che "definisce la tenuta" dei conti pubblici del paese. "Per decidere - ha concluso - dobbiamo però prima lavorarci, studiare. Dobbiamo fare un lavoro preliminare di studio e poi arrivare alle decisioni".
http://www.repubblica.it/economia/2015/ ... f=HREC1-20
Il ministro del Lavoro non esclude che il governo Renzi possa introdurre nuove norme che favoriscano l'uscita anticipata dal Lavoro a fronte di un assegno più esiguo. Il tutto però dovrà essere compatibile con il bilancio dello Stato e le regole europee
MILANO - Un intervento sulle pensioni, per rendere l'uscita più flessibile, partendo da situazioni più specifiche e delicate, "coinciderà con la legge di stabilità" e, dunque, in un quadro di tenuta dei conti pubblici.
Lo ha affermato il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, aggiungendo che è necessario avviare prima una riflessione e "parlare con misura senza alimentare aspettative".
Nel corso di una conferenza stampa all'Inail, Poletti ha sottolineato che il tema della flessibilità in uscita "credo sia una delle possibilità. Bisogna guardare a un panorama molto diversificato e verificare i problemi cui dare una risposta".
Il responsabile del Lavoro ha spiegato che c'è "un problema generale" legato a una "possibile flessibilità in uscita.
E' una delle opzioni.
Ma ci sono anche specifiche condizioni che si riferiscono a chi perde il lavoro e non arriva a maturare i requisiti pensionistici". Secondo Poletti, per questi ultimi, "o si adotta un ammortizzatore specifico o si individua una modalità ponte per andare in pensione".
In ogni caso, bisogna "partire dalle situazioni socialmente più delicate", ha rimarcato.
Il presidente dell'Inps, Tito Boeri, ha rilanciato il tema di uscite anticipate.
"Finora il tema degli esodati - ha detto in una intervista al Corriere - è stato affrontato con sei decreti di salvaguardia che spesso però aiutano anche chi ha redditi elevati mentre ci sono tante altre situazioni non protette.
Bisognerebbe insomma spendere meglio le risorse pubbliche, prevedendo per esempio un reddito minimo per contrastare le situazioni di povertà, finanziato dalla fiscalità generale. Poi, dal lato della previdenza, è chiaro che, usando il calcolo contributivo, si potrebbero introdurre forme di flessibilità". E ha parlato di consentire un'uscita anticipata ma con pensioni più leggere.
Gli scogli sono la Commisione europea e i conti pubblici:
"Per l’Ue se si consentono i pensionamenti anticipati risalta solo l’aumento immediato della spesa ma non il fatto che poi si risparmierà perché l’importo della pensione sarà più basso.
Bisogna battersi in Europa per arrivare a una valutazione intertemporale del bilancio". La flessibilità verso la pensione a fronte di penalizzazioni (un assegno previdenziale più basso) "è una delle possibilità su cui sta riflettendo il Governo tenendo conto delle richieste dell'Ue", ha confermato Poletti:
introdurre flessibilità in uscita significa spendere di più subito ma risparmiare in futuro.
Poletti ha poi affermato che convocherà i sindacati, che hanno chiesto un incontro al ministro, dopo aver fatto un momento di "verifica e riflessione" anche con l'inps e il nuovo presidente Tito Boeri. "Li vedrò - ha detto - ma non c'è ancora una data. Dobbiamo fare un minimo di verifica e avere un pò di tempo per una visione condivisa. Naturalmente ascolteremo i sindacati che hanno delle proposte da avanzare". Il ministro ha aggiunto che "il tema delle pensioni è particolarmente delicato e sensibile". Pertanto, la sede naturale per ipotizzare delle modifiche alla legge Fornero non può che essere la manovra finanziaria che "definisce la tenuta" dei conti pubblici del paese. "Per decidere - ha concluso - dobbiamo però prima lavorarci, studiare. Dobbiamo fare un lavoro preliminare di studio e poi arrivare alle decisioni".
http://www.repubblica.it/economia/2015/ ... f=HREC1-20
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
traduzione:
stanno preparando l'ennesimo cetriolone.
si tratta solo di capire in che forma arriva...
stanno preparando l'ennesimo cetriolone.
si tratta solo di capire in che forma arriva...
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
shiloh ha scritto:traduzione:
stanno preparando l'ennesimo cetriolone.
si tratta solo di capire in che forma arriva...
Per la solita via .......La Vie En Rose
https://www.youtube.com/watch?v=q1IYUvrn8gk
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Intanto avete sentito di quella donna Ucraina!Tutto in nero prostituzione affito 400 euro a settimana.Im piu aveva fatto il rincongiungimento dei familiari 500 euro al padre 500 euro alla moglie e i genitori erano in Ucraina.Tanto diceva se c'è una ispezione li chiamo subito che tornino dicendo erano a parenti.Ad un artigiano che muore la moglie non riesce neache a prendere i 500 euro.Si dovrebbe pure abolire il famoso 60% di riduzione pensione se muore il coniuge,se è solo quello che entra in casa.Le spese riscaldamento luce ecc....non cambiano, anzi un anziano spende un sacco di soldi in medicinali.
Ciao
Paolo11
Ciao
Paolo11
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Innanzitutto mi scuso per l'uso di un vocabolo appartenente al genere "torpiloquio", usato ordinariamente dai ragazzi indigeni di queste parti negli anni '50. Poi ripreso successivamente durante il periodo di leva al servizio dello Stato e poi definitivamente abbandonato negli anni susseguenti.
Non mi sarei mai immaginato che nella fase dei dinosauri relegati nel recinto pre morte, di dover fare ricorso ancora a un lessico della notte dei tempi.
Ma quando ce vò ce vò. (Trilussa)
Il Tg7 ha appena mandato in onda un servizio relativo alle intenzioni della Banda Renzi, in materia di pensioni. Intendendo riportare la notizia sul forum, mi sono accorto che l'amico shiloh lo aveva già anticipato al forum ieri.
Poletti, nella Stabilità si tornerà a parlare di pensioni
Il ministro del Lavoro non esclude che il governo Renzi possa introdurre nuove norme che favoriscano l'uscita anticipata dal Lavoro a fronte di un assegno più esiguo. Il tutto però dovrà essere compatibile con il bilancio dello Stato e le regole europee
Non mi stupisce tanto che questi poco commendevoli "inculapasseri" professionisti,
facciano il loro lavoro di proconsoli dei poteri forti nazionali, europei ed internazionali. Perché facendo il loro lavoro ci guadagnano abbastanza bene economicamente, oltre alla derivante notorietà nazionale che altrimenti gli sarebbe negata per via della pochezza individuale dei singoli.
Quanto invece stupisce la mancata reazione del mondo del lavoro. Dal mondo della politica non posso aspettarmi nulla.
Non posso fare accenno alla sinistra perché questa non esiste più da anni, da quando hanno scelto di diventare democristiani per interessi personalissimi. (Andatevi a rivedere l’intervento ad Agorà della scorsa settimana, del VOLTAGABBANA, Latorre, a suo tempo al servizio del conte Max per convenienza, ed oggi ferventissimo renziano, sempre per deplorevole convenienza).
Il problema base è semplice semplice.
Quando 9 anni fa, Romano Prodi si rende conto che la penetrazione commerciale del Paese del Dragone, iniziata 8 anni prima sul teatro europeo comincia ad avere risvolti preoccupanti e duraturi, oltre ad essere proiettati nel futuro, essendo Romano ancora uno dei pochi economisti dell'Ue con la testa sopra le spalle, malgrado in molti si divertono a ridimensionarlo definendolo "Il Mortadella", il Prof. avvertì l'Europa di porre rimedio all’invasione cinese, altrimenti saremmo andati incontro alla "Notte dell'Europa".
Ovviamente l'avvertimento riguardava anche gli italioti.
Chi, della classe dirigente dell’epoca, fosse dotato di un minimo di spirito europeo, oppure nello stivalone, di un minimo di nazionalismo, di un minimo minimissimo, quasi impercettibile, senso di appartenenza alla tribù tricolore, avrebbe dovuto reagire all’istante a questa segnalazione di guerra di Romano. Già, perché le guerre non sono solo quelle guerreggiate con cannoni e carrarmati e fanteria al seguito, ma lo sono anche quelle economiche. Soprattutto perché nella civiltà industriale con la tecnologia che si sviluppa in modo esponenziale, la guerra è sempre all'opera, con il pericolo dietro l’angolo che sfoci in quella classica delle armi. Perché non possiamo permetterci il lusso di dimenticare quanto aveva individuato nelle sue riflessioni Von Clausewitz, maggior generale dell'esercito prussiano, 1780-1831.
« La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi. La guerra non è dunque, solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi. »
Ma quelle classi dirigenti della Ue, comprese, ovviamente, le nostre, attuatrici di ordini, legate alla zona alta della piramide sociale a cui faceva riferimento Nadia Urbinati su “Il Manifesto” la scorsa settimana, hanno reagito secondo il disegno globale in atto.
Perché questa crisi che affligge il mondo Occidentale dobbiamo pagarla anche noi salvando le classi inferiori??????
Non è preferibile scaricarla tutta sulle classi inferiori e buona notte, salvandoci noi dal disastro?????
Un primo risultato lo vediamo già con il Job act, di cui ieri l’alta casta tedesca si è compiaciuta con mucho gusto con Mattarella, in visita di Stato in Germania. I crucchi delle UR Lodges, di Bildelberg, e di analoghe organizzazioni similari, sono molto soddisfatti dell’impegno dei discendenti di Enea, nell’applicare l’imposizione delle loro “””riforme”””.
Dopo l’imposizione della Monti – Fornero, ora stanno proseguendo con l’opera di smantellamento delle classi inferiori, imponendo a Leopoldo Paràkulos, ed al suo governo fantoccio, tramite l’ex comunista Poletti, punti perfetti, di dare un altro giro di vite ai sudditi tricolori.
Ovvio che non ci siano economisti degni del titolo di studio ai vertici dell’Ue, come non ci sono all’interno del governo fantoccio di Roma. Perché quella proposta, và, oltre a danneggiare i diretti interessati, anche nella direzione di bloccare la tanto sbandierata ripresa dell’economia.
Certo, chi di soldi ne ha tanti se ne sbatte altamente di cosa succede nei piani inferiori dei sudditi-schiavi.
Non mi sarei mai immaginato che nella fase dei dinosauri relegati nel recinto pre morte, di dover fare ricorso ancora a un lessico della notte dei tempi.
Ma quando ce vò ce vò. (Trilussa)
Il Tg7 ha appena mandato in onda un servizio relativo alle intenzioni della Banda Renzi, in materia di pensioni. Intendendo riportare la notizia sul forum, mi sono accorto che l'amico shiloh lo aveva già anticipato al forum ieri.
Poletti, nella Stabilità si tornerà a parlare di pensioni
Il ministro del Lavoro non esclude che il governo Renzi possa introdurre nuove norme che favoriscano l'uscita anticipata dal Lavoro a fronte di un assegno più esiguo. Il tutto però dovrà essere compatibile con il bilancio dello Stato e le regole europee
Non mi stupisce tanto che questi poco commendevoli "inculapasseri" professionisti,
facciano il loro lavoro di proconsoli dei poteri forti nazionali, europei ed internazionali. Perché facendo il loro lavoro ci guadagnano abbastanza bene economicamente, oltre alla derivante notorietà nazionale che altrimenti gli sarebbe negata per via della pochezza individuale dei singoli.
Quanto invece stupisce la mancata reazione del mondo del lavoro. Dal mondo della politica non posso aspettarmi nulla.
Non posso fare accenno alla sinistra perché questa non esiste più da anni, da quando hanno scelto di diventare democristiani per interessi personalissimi. (Andatevi a rivedere l’intervento ad Agorà della scorsa settimana, del VOLTAGABBANA, Latorre, a suo tempo al servizio del conte Max per convenienza, ed oggi ferventissimo renziano, sempre per deplorevole convenienza).
Il problema base è semplice semplice.
Quando 9 anni fa, Romano Prodi si rende conto che la penetrazione commerciale del Paese del Dragone, iniziata 8 anni prima sul teatro europeo comincia ad avere risvolti preoccupanti e duraturi, oltre ad essere proiettati nel futuro, essendo Romano ancora uno dei pochi economisti dell'Ue con la testa sopra le spalle, malgrado in molti si divertono a ridimensionarlo definendolo "Il Mortadella", il Prof. avvertì l'Europa di porre rimedio all’invasione cinese, altrimenti saremmo andati incontro alla "Notte dell'Europa".
Ovviamente l'avvertimento riguardava anche gli italioti.
Chi, della classe dirigente dell’epoca, fosse dotato di un minimo di spirito europeo, oppure nello stivalone, di un minimo di nazionalismo, di un minimo minimissimo, quasi impercettibile, senso di appartenenza alla tribù tricolore, avrebbe dovuto reagire all’istante a questa segnalazione di guerra di Romano. Già, perché le guerre non sono solo quelle guerreggiate con cannoni e carrarmati e fanteria al seguito, ma lo sono anche quelle economiche. Soprattutto perché nella civiltà industriale con la tecnologia che si sviluppa in modo esponenziale, la guerra è sempre all'opera, con il pericolo dietro l’angolo che sfoci in quella classica delle armi. Perché non possiamo permetterci il lusso di dimenticare quanto aveva individuato nelle sue riflessioni Von Clausewitz, maggior generale dell'esercito prussiano, 1780-1831.
« La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi. La guerra non è dunque, solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi. »
Ma quelle classi dirigenti della Ue, comprese, ovviamente, le nostre, attuatrici di ordini, legate alla zona alta della piramide sociale a cui faceva riferimento Nadia Urbinati su “Il Manifesto” la scorsa settimana, hanno reagito secondo il disegno globale in atto.
Perché questa crisi che affligge il mondo Occidentale dobbiamo pagarla anche noi salvando le classi inferiori??????
Non è preferibile scaricarla tutta sulle classi inferiori e buona notte, salvandoci noi dal disastro?????
Un primo risultato lo vediamo già con il Job act, di cui ieri l’alta casta tedesca si è compiaciuta con mucho gusto con Mattarella, in visita di Stato in Germania. I crucchi delle UR Lodges, di Bildelberg, e di analoghe organizzazioni similari, sono molto soddisfatti dell’impegno dei discendenti di Enea, nell’applicare l’imposizione delle loro “””riforme”””.
Dopo l’imposizione della Monti – Fornero, ora stanno proseguendo con l’opera di smantellamento delle classi inferiori, imponendo a Leopoldo Paràkulos, ed al suo governo fantoccio, tramite l’ex comunista Poletti, punti perfetti, di dare un altro giro di vite ai sudditi tricolori.
Ovvio che non ci siano economisti degni del titolo di studio ai vertici dell’Ue, come non ci sono all’interno del governo fantoccio di Roma. Perché quella proposta, và, oltre a danneggiare i diretti interessati, anche nella direzione di bloccare la tanto sbandierata ripresa dell’economia.
Certo, chi di soldi ne ha tanti se ne sbatte altamente di cosa succede nei piani inferiori dei sudditi-schiavi.
Ultima modifica di camillobenso il 04/03/2015, 21:11, modificato 1 volta in totale.
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Pensioni: Damiano, ddl flessibilita’ a esame commissione Lavoro
Pubblicato il 4 marzo 2015
(AGI) – Roma, 4 mar. –
“La commissione Lavoro della Camera riprendera’ l’esame del disegno di legge sulla flessibilita’ del sistema pensionistico e calendarizzera’ una proposta relativa al pensionamento delle donne”, anticipa Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera.
“L’obiettivo della commissione – spiega – e’ quello di intervenire nel dibattito in corso con proposte di merito e unitarie, al fine di contribuire a correggere la riforma Fornero.
Sono previste audizioni informali con il ministro del Lavoro, il presidente dell’INPS e le parti sociali, anche al fine di confrontarsi con la proposta di CGIL, CISL e UIL sulle pensioni.
Rendere piu’ flessibile il sistema previdenziale vuol dire togliere dalla condizione di poverta’ molti cittadini senza lavoro e in attesa per anni della pensione e favorire lo svecchiamento delle aziende, attraverso il turnover, con l’ingresso dei giovani al lavoro”.
(AGI) Red/Bal 041619 MAR 15 . NNNN
http://www.cesaredamiano.org/2015/03/04 ... /#comments
****************
son proprio curioso di vedere cosa ti combinano questi qua...ammesso che combinino qualcosa ovviamente.
se tanto mi dà tanto,
una cosa del genere nelle mani della Salamella aromatizzata alla banana finirà per essere un provvedimento del tipo TFR in busta paga:
un gran casino mediatico che in concreto si è trasformato in un aumento della tassazione sul TFR stesso...che sia in busta paga o no.
vedremo...
Pubblicato il 4 marzo 2015
(AGI) – Roma, 4 mar. –
“La commissione Lavoro della Camera riprendera’ l’esame del disegno di legge sulla flessibilita’ del sistema pensionistico e calendarizzera’ una proposta relativa al pensionamento delle donne”, anticipa Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera.
“L’obiettivo della commissione – spiega – e’ quello di intervenire nel dibattito in corso con proposte di merito e unitarie, al fine di contribuire a correggere la riforma Fornero.
Sono previste audizioni informali con il ministro del Lavoro, il presidente dell’INPS e le parti sociali, anche al fine di confrontarsi con la proposta di CGIL, CISL e UIL sulle pensioni.
Rendere piu’ flessibile il sistema previdenziale vuol dire togliere dalla condizione di poverta’ molti cittadini senza lavoro e in attesa per anni della pensione e favorire lo svecchiamento delle aziende, attraverso il turnover, con l’ingresso dei giovani al lavoro”.
(AGI) Red/Bal 041619 MAR 15 . NNNN
http://www.cesaredamiano.org/2015/03/04 ... /#comments
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son proprio curioso di vedere cosa ti combinano questi qua...ammesso che combinino qualcosa ovviamente.
se tanto mi dà tanto,
una cosa del genere nelle mani della Salamella aromatizzata alla banana finirà per essere un provvedimento del tipo TFR in busta paga:
un gran casino mediatico che in concreto si è trasformato in un aumento della tassazione sul TFR stesso...che sia in busta paga o no.
vedremo...
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- Iscritto il: 24/01/2015, 20:23
Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Alla 41^ pagina è evidente che non posso aver letto quello che è stato scritto prima. Può darsi che ripeto qualcosa. Pazienza.
Mi riferisco al sistema contributivo, che ormai è quasi a regime.
Scrivo lo stesso perché c'è una cosa (vabbè, non solo una) che non capisco: la riforma Fornero ha stabilito che tra i requisiti per l'accesso alla pensione, oltre all'età, c'è il minimo di anni contributivi pari a 20 per accedere alla pensione, che già erano 15 con la riforma Amato. Qual è la ragione?
Non capisco perché i contributi versati per meno di 20 anni non possano dar luogo ad una pensione commisurata. Potrebbe succedere che un autonomo fortunato con alto reddito versi contributi in 15 anni in misura anche maggiore di che versa importi inferiori ma per 25 anni. Perché il primo non dovrebbe percepire una pensione, come spetta al secondo? Che sistema contributivo è, questo, legato agli anni di versamenti e non all'importo versato?
La pensione viene calcolata sul montante contributivo: maggiore è l'importo dei versamenti e minore è la speranza di vita, più alta è la pensione. E viceversa.
E fin qui va bene. E' quasi come versare ad una assicurazione per avere una rendita vitalizia, con la differenza che si contribuisce anche a forme di welfare.
Non so se è stato risolto il problema dei cosiddetti contributi silenti, che in prevalenza sono quelli versati per meno di 20 anni.
Se non viene concesso almeno il diritto al rimborso dei contributi che non danno diritto ad una pensione si avrebbe un Stato ladro che impone per legge il versamento dei contributi e poi se li tiene, in virtù del principio solidaristico che i soldi gli servono per il welfare. Ma intanto chi li ha versati in cambio di nulla si sente derubato. E allora ci si potrebbe addirittura sentire in diritto di essere ladri nei confronti dello Stato, lavorando a nero e non versando i contributi. E già che uno si trova, non versa nemmeno le tasse.
Con lavori sempre più precari e saltuari, sia per le tante forme di contratto concesse alle imprese che per la crisi, saranno sempre più coloro che, già deboli nel mercato del lavoro, sono anche derubati in questo modo con aliquote per di più pesanti.
Se ne parla da tanto ma non si riesce a fare una prima cosa necessaria: la separazione tra previdenza a carico dei contributi, ed assistenza a carico della fiscalità generale.
No è accettabile che si versino contributi pensionistici a vuoto. Capirei un concetto diverso: non si ha diritto ad una pensione se il montante contributivo non raggiunge un importo minimo, e non un certo numero di anni di contribuzione. In questo modo chi ha versato meno del montante minimo perde l'importo versato, ma ha la pensione sociale minima. E chi ha versato di più ha diritto ad una pensione di importo maggiore.
Così la voce previdenza risulterà certamente attiva. Il resto è a carico della collettività.
Almeno secondo me.
cardif
Mi riferisco al sistema contributivo, che ormai è quasi a regime.
Scrivo lo stesso perché c'è una cosa (vabbè, non solo una) che non capisco: la riforma Fornero ha stabilito che tra i requisiti per l'accesso alla pensione, oltre all'età, c'è il minimo di anni contributivi pari a 20 per accedere alla pensione, che già erano 15 con la riforma Amato. Qual è la ragione?
Non capisco perché i contributi versati per meno di 20 anni non possano dar luogo ad una pensione commisurata. Potrebbe succedere che un autonomo fortunato con alto reddito versi contributi in 15 anni in misura anche maggiore di che versa importi inferiori ma per 25 anni. Perché il primo non dovrebbe percepire una pensione, come spetta al secondo? Che sistema contributivo è, questo, legato agli anni di versamenti e non all'importo versato?
La pensione viene calcolata sul montante contributivo: maggiore è l'importo dei versamenti e minore è la speranza di vita, più alta è la pensione. E viceversa.
E fin qui va bene. E' quasi come versare ad una assicurazione per avere una rendita vitalizia, con la differenza che si contribuisce anche a forme di welfare.
Non so se è stato risolto il problema dei cosiddetti contributi silenti, che in prevalenza sono quelli versati per meno di 20 anni.
Se non viene concesso almeno il diritto al rimborso dei contributi che non danno diritto ad una pensione si avrebbe un Stato ladro che impone per legge il versamento dei contributi e poi se li tiene, in virtù del principio solidaristico che i soldi gli servono per il welfare. Ma intanto chi li ha versati in cambio di nulla si sente derubato. E allora ci si potrebbe addirittura sentire in diritto di essere ladri nei confronti dello Stato, lavorando a nero e non versando i contributi. E già che uno si trova, non versa nemmeno le tasse.
Con lavori sempre più precari e saltuari, sia per le tante forme di contratto concesse alle imprese che per la crisi, saranno sempre più coloro che, già deboli nel mercato del lavoro, sono anche derubati in questo modo con aliquote per di più pesanti.
Se ne parla da tanto ma non si riesce a fare una prima cosa necessaria: la separazione tra previdenza a carico dei contributi, ed assistenza a carico della fiscalità generale.
No è accettabile che si versino contributi pensionistici a vuoto. Capirei un concetto diverso: non si ha diritto ad una pensione se il montante contributivo non raggiunge un importo minimo, e non un certo numero di anni di contribuzione. In questo modo chi ha versato meno del montante minimo perde l'importo versato, ma ha la pensione sociale minima. E chi ha versato di più ha diritto ad una pensione di importo maggiore.
Così la voce previdenza risulterà certamente attiva. Il resto è a carico della collettività.
Almeno secondo me.
cardif
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- Iscritto il: 08/01/2015, 0:53
Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Sono d'accordo. Bisogna aggiungere anche, a proposito di derubati, che gli stranieri immigrati versano più contributi previdenziali di quanto riceveranno mai dallo stato: si parla addirittura di 45 miliardi versati a fronte di pensioni versate solo per 4,7 mld. Vergognoso!
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