QUALE "RIFORMA" PER LA SCUOLA?
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QUALE "RIFORMA" PER LA SCUOLA?
La riforma della scuola di Matteo Renzi?
Sconti alle private e meno assunzioni
Dopo mesi di annunci e consultazioni il decreto “Buona scuola” del Governo è pronto: il maxi piano per stabilizzare i precari storici si è ristretto di 50 mila posti e su spinta degli alfaniani arrivano le detrazioni fiscali per chi iscrive i figli alle paritarie
di Luca Sappino e Michele Sasso 2 marzo 2015
http://espresso.repubblica.it/attualita ... e-1.201968
Poi il rinvio... si cambia
Riforma scuola, il passaggio parlamentare potrebbe risultare fatale per i precari
I tempi sono stretti. Lo dicono i sindacati, lo confermano le tabelle di marcia dei provvedimenti legislativi e soprattutto quelle delle procedure del ministero. Senza i nomi dei nuovi assunti la macchina non si mette in moto. E in Aula le varie correnti (anche all’interno del Pd) potrebbero cominciare a perorare la causa dell’una o dell’altra categoria. L’approvazione di piccole variazioni costringerebbe a rivedere tutto l’impianto
di Lorenzo Vendemiale | 4 marzo 2015
Niente decreto. Alla fine Matteo Renzi ha deciso di “passare la palla al Parlamento” sulla scuola: la riforma si farà con un normale disegno di legge. E così centinaia di migliaia di precari restano in sospeso, delusi. Con il passaggio al ddl, nonostante le rassicurazioni del premier, si aprono non poche incognite sulla realizzazione del piano: perché assumere oltre 100mila docenti e ridefinire gli organici di tutte le scuole richiede passaggi burocratici obbligati, forse incompatibili con i tempi lunghi del dibattito parlamentare. E in ballo ci sono circa 180mila posti complessivi (…)
Renzi è un contonuo ricorrere ...ad artifici menzogneri offrendo serenità
con trucchetti lessicali
Sconti alle private e meno assunzioni
Dopo mesi di annunci e consultazioni il decreto “Buona scuola” del Governo è pronto: il maxi piano per stabilizzare i precari storici si è ristretto di 50 mila posti e su spinta degli alfaniani arrivano le detrazioni fiscali per chi iscrive i figli alle paritarie
di Luca Sappino e Michele Sasso 2 marzo 2015
http://espresso.repubblica.it/attualita ... e-1.201968
Poi il rinvio... si cambia
Riforma scuola, il passaggio parlamentare potrebbe risultare fatale per i precari
I tempi sono stretti. Lo dicono i sindacati, lo confermano le tabelle di marcia dei provvedimenti legislativi e soprattutto quelle delle procedure del ministero. Senza i nomi dei nuovi assunti la macchina non si mette in moto. E in Aula le varie correnti (anche all’interno del Pd) potrebbero cominciare a perorare la causa dell’una o dell’altra categoria. L’approvazione di piccole variazioni costringerebbe a rivedere tutto l’impianto
di Lorenzo Vendemiale | 4 marzo 2015
Niente decreto. Alla fine Matteo Renzi ha deciso di “passare la palla al Parlamento” sulla scuola: la riforma si farà con un normale disegno di legge. E così centinaia di migliaia di precari restano in sospeso, delusi. Con il passaggio al ddl, nonostante le rassicurazioni del premier, si aprono non poche incognite sulla realizzazione del piano: perché assumere oltre 100mila docenti e ridefinire gli organici di tutte le scuole richiede passaggi burocratici obbligati, forse incompatibili con i tempi lunghi del dibattito parlamentare. E in ballo ci sono circa 180mila posti complessivi (…)
Renzi è un contonuo ricorrere ...ad artifici menzogneri offrendo serenità
con trucchetti lessicali
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Re: QUALE "RIFORMA" PER LA SCUOLA?
Per me è tutto una presa per i fondelli, anzi è il preludio alla fine del governo e a nuove elezioni, la riforma della scuola non partirà.
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Re: QUALE "RIFORMA" PER LA SCUOLA?
Editoriale
Scuola a tempo perso
— Alba Sasso, 4.3.2015
Dunque i soldi per le assunzioni dei precari ci sarebbero, secondo quanto dichiara il Presidente del consiglio. Ma al solito, i problemi nascono dal fastidioso esercizio della democrazia. Per cui tutti questi parlamentari che pretendono didiscutere, vederci chiaro, fare i conti rispetto al disegno di legge e/o decreto sulla scuola, di fatto ne intralciano la realizzazione, e alla fine saranno loro i responsabili della mancata assunzione di migliaia di precari tanto sbandierata.
Il governo conosce bene le condizioni in cui versa la scuola. E sa quindi che l’assunzione immediata, promessa e ora rinviata, di precari sarebbe una boccata di ossigeno, benvenuta e auspicata da tutti, nel segno della continuità didattica necessaria per la «buona scuola». Invece no. Ora tutto ritorna in alto mare. I precari al solito vengono usati come merce di scambio politica, il ruolo mediatico del presidente del consiglio prevale su tutto, passa sopra alla stessa ministra ed alle aspettative di decine di migliaia di famiglie. Un governo la cui unica stella polare sembra essere quella dei «like» sui social mostra clamorosamente la propria mancanza di visione strategica per un settore, la scuola pubblica, che invece strategica è per il futuro del paese.
Ci auguriamo che si ponga un rimedio veloce ed efficace a questo balletto privo di dignità. Nulla impedisce al governo di decretare da subito le assunzioni, e di mantenere l’impianto del disegno di legge da discutere poi in Parlamento, dove certo risiede il potere costituzionale di fare le leggi. Non vorremmo che per una volta, il rispetto delle prerogative della divisione dei poteri fosse solo un alibi, l’ennesimo, per rimandare sine die la soluzione di un problema che rende precarie non solo le vite degli insegnanti, ma l’intera scuola e per scaricare tutta la colpa sui parlamentari fannulloni e su tutti i «gufi del mondo» che si ostinano a ostacolare il manovratore. O che, al contrario, l’urgenza di risolvere il problema (senza dimenticare l’infrazione dell’Europa per le mancate assunzioni) finisca col soffocare il tempo del dibattito parlamentare sulla scuola. Un tempo considerato, con tutta evidenza, «perso». Insomma, si dice di scegliere la via parlamentare per poi renderla impraticabile.
Un capolavoro di astuzia, non c’è che dire. Ma alla fine la copertura finanziaria per i 150.000, poi 120.000, poi 90.000 precari c’è o no?
P.S. Le ultime decisioni non cambiano i termini del problema. Rimane l’incertezza sulle assunzioni, sugli strumenti legislativi e normativi e sulle coperture.
http://ilmanifesto.info/scuola-a-tempo-perso/
Scuola a tempo perso
— Alba Sasso, 4.3.2015
Dunque i soldi per le assunzioni dei precari ci sarebbero, secondo quanto dichiara il Presidente del consiglio. Ma al solito, i problemi nascono dal fastidioso esercizio della democrazia. Per cui tutti questi parlamentari che pretendono didiscutere, vederci chiaro, fare i conti rispetto al disegno di legge e/o decreto sulla scuola, di fatto ne intralciano la realizzazione, e alla fine saranno loro i responsabili della mancata assunzione di migliaia di precari tanto sbandierata.
Il governo conosce bene le condizioni in cui versa la scuola. E sa quindi che l’assunzione immediata, promessa e ora rinviata, di precari sarebbe una boccata di ossigeno, benvenuta e auspicata da tutti, nel segno della continuità didattica necessaria per la «buona scuola». Invece no. Ora tutto ritorna in alto mare. I precari al solito vengono usati come merce di scambio politica, il ruolo mediatico del presidente del consiglio prevale su tutto, passa sopra alla stessa ministra ed alle aspettative di decine di migliaia di famiglie. Un governo la cui unica stella polare sembra essere quella dei «like» sui social mostra clamorosamente la propria mancanza di visione strategica per un settore, la scuola pubblica, che invece strategica è per il futuro del paese.
Ci auguriamo che si ponga un rimedio veloce ed efficace a questo balletto privo di dignità. Nulla impedisce al governo di decretare da subito le assunzioni, e di mantenere l’impianto del disegno di legge da discutere poi in Parlamento, dove certo risiede il potere costituzionale di fare le leggi. Non vorremmo che per una volta, il rispetto delle prerogative della divisione dei poteri fosse solo un alibi, l’ennesimo, per rimandare sine die la soluzione di un problema che rende precarie non solo le vite degli insegnanti, ma l’intera scuola e per scaricare tutta la colpa sui parlamentari fannulloni e su tutti i «gufi del mondo» che si ostinano a ostacolare il manovratore. O che, al contrario, l’urgenza di risolvere il problema (senza dimenticare l’infrazione dell’Europa per le mancate assunzioni) finisca col soffocare il tempo del dibattito parlamentare sulla scuola. Un tempo considerato, con tutta evidenza, «perso». Insomma, si dice di scegliere la via parlamentare per poi renderla impraticabile.
Un capolavoro di astuzia, non c’è che dire. Ma alla fine la copertura finanziaria per i 150.000, poi 120.000, poi 90.000 precari c’è o no?
P.S. Le ultime decisioni non cambiano i termini del problema. Rimane l’incertezza sulle assunzioni, sugli strumenti legislativi e normativi e sulle coperture.
http://ilmanifesto.info/scuola-a-tempo-perso/
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Re: QUALE "RIFORMA" PER LA SCUOLA?
E così le scuole private
si accaparrano i soldi pubblici
Roberto Ciccarelli, 4.3.2015
La riforma. Proteste di M5S, Cgil e associazioni, ma il governo sembra intenzionato a concedere gli sgravi.
Il Pd resta spaccato, e i cattolici festeggiano: ma chiedono di approvare in fretta la legge
Se l’assunzione di una parte dei precari è ancora a rischio, le scuole paritarie e cattoliche quasi esultano. Il governo Renzi ha confermato di volere inserire nel disegno di legge le detrazioni fiscali promesse dal sottosegretario all’Istruzione Toccafondi, confermate dal ministro Giannini, e rivendicate da 44 parlamentari del Pd insieme a quelli dell’Ncd. (...)
http://ilmanifesto.info/e-cosi-le-scuol ... -pubblici/
Costituzione italiana Articolo 33
L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
E` prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.
Se solo si rispettasse la costituzione
si accaparrano i soldi pubblici
Roberto Ciccarelli, 4.3.2015
La riforma. Proteste di M5S, Cgil e associazioni, ma il governo sembra intenzionato a concedere gli sgravi.
Il Pd resta spaccato, e i cattolici festeggiano: ma chiedono di approvare in fretta la legge
Se l’assunzione di una parte dei precari è ancora a rischio, le scuole paritarie e cattoliche quasi esultano. Il governo Renzi ha confermato di volere inserire nel disegno di legge le detrazioni fiscali promesse dal sottosegretario all’Istruzione Toccafondi, confermate dal ministro Giannini, e rivendicate da 44 parlamentari del Pd insieme a quelli dell’Ncd. (...)
http://ilmanifesto.info/e-cosi-le-scuol ... -pubblici/
Costituzione italiana Articolo 33
L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
E` prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.
Se solo si rispettasse la costituzione
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Re: QUALE "RIFORMA" PER LA SCUOLA?
Lo Stato è particolarmente assente nella scuola primaria e in particolare nel centrosud.
Perché alcune famiglie scelgono la scuola privata ?
La motivazione principale è dovuta al fatto che si sa in anticipo quali saranno gli insegnanti per il proprio figlio, cosa alquanto difficile nelle scuole statali sia perché tanti insegnanti non sono di ruolo e quindi devono ancora essere nominati, sia perché la formazioni delle classi prime di regola viene fatta in base alle lingue straniere scelte e al sorteggio.
Uno dei punti dolenti sta nel fatto che nelle scuole private gli insegnanti vengono scelti dai capi d'istituto mentre ciò non è possibile nelle scuole statali che devono nominare in base a delle graduatorie.
Ultimamente si riconosce lo stesso punteggio per anno di insegnamento sia nella scuola statale che in quella privata legalmente riconosciuta, sembra un criterio giusto, ma non lo è, perché in conseguenza del fatto che le scuole private scelgono gli insegnanti non rispettando le graduatorie succede anche che da un lato per maturare punteggio alcuni insegnanti accettano condizioni svantaggiose economicamente, dall'altro maturando punteggio superano nelle graduatorie i colleghi che non hanno ottenuto l'incarico.
Perché alcune famiglie scelgono la scuola privata ?
La motivazione principale è dovuta al fatto che si sa in anticipo quali saranno gli insegnanti per il proprio figlio, cosa alquanto difficile nelle scuole statali sia perché tanti insegnanti non sono di ruolo e quindi devono ancora essere nominati, sia perché la formazioni delle classi prime di regola viene fatta in base alle lingue straniere scelte e al sorteggio.
Uno dei punti dolenti sta nel fatto che nelle scuole private gli insegnanti vengono scelti dai capi d'istituto mentre ciò non è possibile nelle scuole statali che devono nominare in base a delle graduatorie.
Ultimamente si riconosce lo stesso punteggio per anno di insegnamento sia nella scuola statale che in quella privata legalmente riconosciuta, sembra un criterio giusto, ma non lo è, perché in conseguenza del fatto che le scuole private scelgono gli insegnanti non rispettando le graduatorie succede anche che da un lato per maturare punteggio alcuni insegnanti accettano condizioni svantaggiose economicamente, dall'altro maturando punteggio superano nelle graduatorie i colleghi che non hanno ottenuto l'incarico.
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Re: QUALE "RIFORMA" PER LA SCUOLA?
A Milano esistono le scuole ipercattoliche e cielline del FAES, abbondantemente finanziate dalla Regione Lombardia e riconosciute come "paritarie" dal Comune (ovvero: le cooperative accreditate con il Comune sono obbligate a collaborare se vengono richiesti educatori a favore di scolari disabili). Ebbene, l'assurdità di queste scuole è che pretendono una totale segregazione sessuale non solo degli alunni, rigidamente divisi tra maschi e femmine, ma anche TRA DOCENTI. E, assurdo nell'assurdo, lo pretendono anche dai collaboratori esterni come appunto gli educatori delle cooperative. Dato che capita che sia il mio mestiere, mi è capitata la divertente situazione in cui il mio coordinatore mi chiedesse di sostituire una collega e poi fosse costretto alla ritirata per... eccesso di differenza sessuale! Mesi prima ero stato io a rifiutarmi di lavorare lì dentro e per fortuna ci sono riuscito.
Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
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Re: QUALE "RIFORMA" PER LA SCUOLA?
ciao flaviomob
per fortuna a Lecco nelle scuole di CL non c'è la separazione dei sessi.
per fortuna a Lecco nelle scuole di CL non c'è la separazione dei sessi.
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Re: QUALE "RIFORMA" PER LA SCUOLA?
Ma per sfortuna a Lecco ci sono le scuole di CL
Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
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