Francesco un papa ...Cristiano!
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
Caso Moro, il Papa fa testimoniare il confessore dello statista
Antonio Mennini secondo Cossiga avrebbe incontrato l’esponente della Dc durante la prigionia nelle mani delle Br e subito prima della morte.
Sarà ascoltato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta
http://roma.corriere.it/notizie/cronaca ... 67e8.shtml
Antonio Mennini secondo Cossiga avrebbe incontrato l’esponente della Dc durante la prigionia nelle mani delle Br e subito prima della morte.
Sarà ascoltato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta
http://roma.corriere.it/notizie/cronaca ... 67e8.shtml
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
erding ha scritto:Caso Moro, il Papa fa testimoniare il confessore dello statista
Antonio Mennini secondo Cossiga avrebbe incontrato l’esponente della Dc durante la prigionia nelle mani delle Br e subito prima della morte.
Sarà ascoltato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta
http://roma.corriere.it/notizie/cronaca ... 67e8.shtml
Purtroppo sembra verrà tutto secretato
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
In obbedienza ad ordini superiori e ... per mantenere quello costituito ... come sempre!iospero ha scritto:Purtroppo sembra verrà tutto secretatoerding ha scritto:Caso Moro, il Papa fa testimoniare il confessore dello statista
Antonio Mennini secondo Cossiga avrebbe incontrato l’esponente della Dc durante la prigionia nelle mani delle Br e subito prima della morte.
Sarà ascoltato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta
http://roma.corriere.it/notizie/cronaca ... 67e8.shtml
Ovvio il commento: se si incominciavano a chiudere i centri dove "si conduceva una vita contraria ai precetti monastici" ed alla dottrina evangelica ... non ci sarebbero stati scismi e riforme nella chiesa cristiana, né tutte le forme di atrocità e di violenza che membri potenti della stessa chiesa hanno procurato alle persone e verso altri popoli!camillobenso ha scritto:Il religioso, insieme ad altri frati al centro dello scandalo, fu mandato a Chiaravalle nel 2011 quando l’ex Pontefice Benedetto XVI decise di chiudere l’abbazia di Santa Croce di Gerusalemme a Roma perché al suo interno si conduceva una vita contraria ai precetti monastici.
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
BENVENUTI ALL'INFERNO
La Jihad di casa nostra
IL PUGNO DI FRANCESCO A CL: “NON COMPIACETEVI TROPPO”
(Marco Politi).
08/03/2015 di triskel182
IL PONTEFICE ACCUSA COMUNIONE E LIBERAZIONE DI AUTOREFERENZIALITÀ.
Città del Vaticano – Dio non paga il sabato, dice il proverbio. Ma poi il conto arriva.
È passato il pontificato di Giovanni Paolo II e quello di Benedetto XVI e Comunione e liberazione si gonfiava di orgoglio per essere tra i “giusti”, in prima linea nel combattere i “mali” del mondo, nell’attaccare i “nemici” della fede, nell’accusare i cattolici più pensosi o critici di essere “tiepidi”, filoprotestanti, eretici, succubi del relativismo, paurosi.
Loro erano i combattenti di Dio, gli altri erano gli infedeli o, se cattolici diversamente pensanti, gente debole nella difesa dei principi “non negoziabili”.
Loro si sentivano l’avanguardia eletta, se c’era da far barriera al testamento biologico, la fecondazione artificiale, le unioni di fatto.
Poi sono venuti gli scandali lombardi, si è aperto il coperchio su intrecci politici-affaristici che poco odoravano di incenso.
E Roberto Formigoni, detto il Celeste, rimasto l’unico in Italia convinto che i cittadini normali credano alla favola dei lobbysti che gli pagano le vacanze a migliaia di euro, “ma – grida il Celeste furioso – non è vero, tra amici c’è chi anticipa e poi si paga alla fine, senza ricevute”.
A insaputa evidentemente di chi aveva anticipato.
FINCHÉ la tunica lacerata della vanagloria è diventata così inguardabile che nel 2012 il successore di Giussani, Julian Carron, ha confessato pubblicamente via stampa: “Chiediamo perdono se abbiamo recato danno alla memoria di don Giussani con la nostra superficialità e mancanza di sequela”.
Il conto è arrivato ieri mattina in Vaticano sotto forma di predica del Papa ad un incontro con Comunione e liberazione nel decennale della morte di Giussani.
E il mite Francesco, con l’eleganza antica di chi sa maneggiare la penna e la parola nella Compagnia di Gesù, ha stilato l’elenco dei vizi ciellini.
Madamini, il catalogo è questo!
“Quando io metto al centro il mio metodo spirituale, io esco di strada – ha spiegato – Quando siamo schiavi dell’autoreferenzialità finiamo per coltivare una spiritualità di etichetta: ‘Io sono Cl’… e poi cadiamo nelle mille trappole che ci offre il compiacimento… quel guardarci allo specchio che ci porta a trasformarci in meri impresari di una ong”.
La strada della Chiesa, ha soggiunto Francesco, è andare a cercare i lontani, i senza fede, anche i delusi dalla Chiesa.
Ed è essenziale “saper ascoltare chi non è come noi, imparando da tutti, con umiltà sincera”.
Un breve catechismo di ciò che Cl non è mai stata.
Guai a diventare adoratori del proprio carisma, ha lasciato intendere il pontefice argentino.
Guai a lasciarsi pietrificare. “È il diavolo quello che ‘pietrifica’”, ha sottolineato.
E con accento lieve ha aggiunto: “Non dimenticare!”.
FRANCESCO ha citato il fondatore di Cl, don Giussani, per fissare due principi.
Il cristianesimo non consiste nella difesa di posizioni fisse contrapposte al nuovo come pura antitesi.
Non è (possiamo tradurre in linguaggio semplice) né guerra di trincea né farsi truppe d’assalto.
E soprattutto, sempre citando Giussani, papa Bergoglio ha rimarcato che oggi la cosa fondamentale è agli aspetti elementari, originali del cristianesimo.
Seguire la morale cristiana, ha illustrato il pontefice, non è esibire uno sforzo titanico di coerenza “in una sorta di sfida solitaria di fronte al mondo”.
È commuoversi di fronte a Dio, che conosce i tradimenti dell’uomo e gli vuol bene lo stesso e lo abbraccia.
E qui Francesco ha preso simbolicamente per mano tutti coloro, che nella gerarchia, nel clero, nei movimenti si sentono militanti e militari di fronte alla società contemporanea – e perciò resistono alla sua immagine di Chiesa “ospedale da campo” – e ha sussurrato con la sua cadenza latinoamericana, indicando la rotta del cattolicesimo nel XXI secolo: “Dicevo nei giorni scorsi ai nuovi cardinali: la strada della Chiesa è quella di non condannare eternamente nessuno, di effondere la misericordia di Dio a tutte le persone che la chiedono con cuore sincero, di uscire dal proprio recinto per andare a cercare i lontani nelle periferie dell’esistenza”.
Il Vangelo di Francesco è questo. I ciellini saranno disposti ad ascoltarlo?
Certo, se facessero orecchie da sordi, sarebbero in numerosa compagnia.
Da Il Fatto Quotidiano del 08/03/2015
La Jihad di casa nostra
IL PUGNO DI FRANCESCO A CL: “NON COMPIACETEVI TROPPO”
(Marco Politi).
08/03/2015 di triskel182
IL PONTEFICE ACCUSA COMUNIONE E LIBERAZIONE DI AUTOREFERENZIALITÀ.
Città del Vaticano – Dio non paga il sabato, dice il proverbio. Ma poi il conto arriva.
È passato il pontificato di Giovanni Paolo II e quello di Benedetto XVI e Comunione e liberazione si gonfiava di orgoglio per essere tra i “giusti”, in prima linea nel combattere i “mali” del mondo, nell’attaccare i “nemici” della fede, nell’accusare i cattolici più pensosi o critici di essere “tiepidi”, filoprotestanti, eretici, succubi del relativismo, paurosi.
Loro erano i combattenti di Dio, gli altri erano gli infedeli o, se cattolici diversamente pensanti, gente debole nella difesa dei principi “non negoziabili”.
Loro si sentivano l’avanguardia eletta, se c’era da far barriera al testamento biologico, la fecondazione artificiale, le unioni di fatto.
Poi sono venuti gli scandali lombardi, si è aperto il coperchio su intrecci politici-affaristici che poco odoravano di incenso.
E Roberto Formigoni, detto il Celeste, rimasto l’unico in Italia convinto che i cittadini normali credano alla favola dei lobbysti che gli pagano le vacanze a migliaia di euro, “ma – grida il Celeste furioso – non è vero, tra amici c’è chi anticipa e poi si paga alla fine, senza ricevute”.
A insaputa evidentemente di chi aveva anticipato.
FINCHÉ la tunica lacerata della vanagloria è diventata così inguardabile che nel 2012 il successore di Giussani, Julian Carron, ha confessato pubblicamente via stampa: “Chiediamo perdono se abbiamo recato danno alla memoria di don Giussani con la nostra superficialità e mancanza di sequela”.
Il conto è arrivato ieri mattina in Vaticano sotto forma di predica del Papa ad un incontro con Comunione e liberazione nel decennale della morte di Giussani.
E il mite Francesco, con l’eleganza antica di chi sa maneggiare la penna e la parola nella Compagnia di Gesù, ha stilato l’elenco dei vizi ciellini.
Madamini, il catalogo è questo!
“Quando io metto al centro il mio metodo spirituale, io esco di strada – ha spiegato – Quando siamo schiavi dell’autoreferenzialità finiamo per coltivare una spiritualità di etichetta: ‘Io sono Cl’… e poi cadiamo nelle mille trappole che ci offre il compiacimento… quel guardarci allo specchio che ci porta a trasformarci in meri impresari di una ong”.
La strada della Chiesa, ha soggiunto Francesco, è andare a cercare i lontani, i senza fede, anche i delusi dalla Chiesa.
Ed è essenziale “saper ascoltare chi non è come noi, imparando da tutti, con umiltà sincera”.
Un breve catechismo di ciò che Cl non è mai stata.
Guai a diventare adoratori del proprio carisma, ha lasciato intendere il pontefice argentino.
Guai a lasciarsi pietrificare. “È il diavolo quello che ‘pietrifica’”, ha sottolineato.
E con accento lieve ha aggiunto: “Non dimenticare!”.
FRANCESCO ha citato il fondatore di Cl, don Giussani, per fissare due principi.
Il cristianesimo non consiste nella difesa di posizioni fisse contrapposte al nuovo come pura antitesi.
Non è (possiamo tradurre in linguaggio semplice) né guerra di trincea né farsi truppe d’assalto.
E soprattutto, sempre citando Giussani, papa Bergoglio ha rimarcato che oggi la cosa fondamentale è agli aspetti elementari, originali del cristianesimo.
Seguire la morale cristiana, ha illustrato il pontefice, non è esibire uno sforzo titanico di coerenza “in una sorta di sfida solitaria di fronte al mondo”.
È commuoversi di fronte a Dio, che conosce i tradimenti dell’uomo e gli vuol bene lo stesso e lo abbraccia.
E qui Francesco ha preso simbolicamente per mano tutti coloro, che nella gerarchia, nel clero, nei movimenti si sentono militanti e militari di fronte alla società contemporanea – e perciò resistono alla sua immagine di Chiesa “ospedale da campo” – e ha sussurrato con la sua cadenza latinoamericana, indicando la rotta del cattolicesimo nel XXI secolo: “Dicevo nei giorni scorsi ai nuovi cardinali: la strada della Chiesa è quella di non condannare eternamente nessuno, di effondere la misericordia di Dio a tutte le persone che la chiedono con cuore sincero, di uscire dal proprio recinto per andare a cercare i lontani nelle periferie dell’esistenza”.
Il Vangelo di Francesco è questo. I ciellini saranno disposti ad ascoltarlo?
Certo, se facessero orecchie da sordi, sarebbero in numerosa compagnia.
Da Il Fatto Quotidiano del 08/03/2015
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
Io ho frequentato CL a Modena per circa un anno (intorno al 1971) e mi sono accorto che la loro socialità all'interno del gruppo, rispetto a quella che io constatavo fra la gente del mio paese, risultava quasi "forzata". E non poteva che essere così: le relazioni interpersonali in un paese del Sud, non potevano verificarsi nello stesso modo in un ambiente cittadino, per giunta del Nord.camillobenso ha scritto:E soprattutto, sempre citando Giussani, papa Bergoglio ha rimarcato che oggi la cosa fondamentale è agli aspetti elementari, originali del cristianesimo.
Seguire la morale cristiana, ha illustrato il pontefice, non è esibire uno sforzo titanico di coerenza “in una sorta di sfida solitaria di fronte al mondo”.
È commuoversi di fronte a Dio, che conosce i tradimenti dell’uomo e gli vuol bene lo stesso e lo abbraccia.
E qui Francesco ha preso simbolicamente per mano tutti coloro, che nella gerarchia, nel clero, nei movimenti si sentono militanti e militari di fronte alla società contemporanea – e perciò resistono alla sua immagine di Chiesa “ospedale da campo” – e ha sussurrato con la sua cadenza latinoamericana, indicando la rotta del cattolicesimo nel XXI secolo: “Dicevo nei giorni scorsi ai nuovi cardinali: la strada della Chiesa è quella di non condannare eternamente nessuno, di effondere la misericordia di Dio a tutte le persone che la chiedono con cuore sincero, di uscire dal proprio recinto per andare a cercare i lontani nelle periferie dell’esistenza”.
Il Vangelo di Francesco è questo. I ciellini saranno disposti ad ascoltarlo?
Certo, se facessero orecchie da sordi, sarebbero in numerosa compagnia.
Però la tendenza all'autoreferenzialità, come gruppo, era visibile.
Che, poi, CL arrivava a conquistarsi questo ruolo politico non lo avrei mai immaginato.
Probabilmente saranno stati gli arroganti più furbi a servirsi del movimento, e della figura di don Giussani, per i loro avidi scopi.
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
Io ho frequentato CL a Modena per circa un anno (intorno al 1971) e mi sono accorto che la loro socialità all'interno del gruppo, rispetto a quella che io constatavo fra la gente del mio paese, risultava quasi "forzata". E non poteva che essere così: le relazioni interpersonali in un paese del Sud, non potevano verificarsi nello stesso modo in un ambiente cittadino, per giunta del Nord.
iafran
Puoi spiegare qualcosa di più nella differenziazione che hai registrato?
iafran
Puoi spiegare qualcosa di più nella differenziazione che hai registrato?
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
Però la tendenza all'autoreferenzialità, come gruppo, era visibile.
Che, poi, CL arrivava a conquistarsi questo ruolo politico non lo avrei mai immaginato.
Probabilmente saranno stati gli arroganti più furbi a servirsi del movimento, e della figura di don Giussani, per i loro avidi scopi.
iafran
Per quanto riguarda il potere, Luigi Amicone, direttore della rivista Tempi, risponde così:
il Fatto 8.3.15
Il direttore di Tempi, Luigi Amicone
“Ci sono stati scandali, però non rinunciamo al potere”
di Virginia Della Sala
“Voglio precisare che nella prima parte del suo discorso, il Papa ha detto che il carisma originario di Comunione e Liberazione non ha perso la sua vitalità”.
Luigi Amicone, ciellino di vecchia data, fondatore e direttore del settimanale cattolico Tempi, ci tiene a sottolineare che il Papa ha pronunciato anche parole di apprezzamento.
Amicone, perché papa Francesco ha bacchettato Cl, ieri?
Ma non è vero. Il Papa non ci ha criticato. Ci ha solo ammonito a non rimanere impantanati nel passato e a guardare al futuro. Poi, quello che dice il Papa è comunque oro colato.
Infatti ha scelto termini ben precisi: ha parlato di “meri impresari”, di “spiritualità di etichetta". A cosa si riferiva?
A quello che dobbiamo evitare. Se c’è una realtà lontana dal conformismo del potere è proprio Cl. Per questo veniamo bastonati da ogni parte.
Non sarà che invece si riferiva agli scandali che hanno coinvolto Cl e al suo potere politico?
Può darsi. Ma si tratta di casi singoli che non coinvolgono tutto il movimento. È come se si incolpasse me se un mio amico ruba un’auto. Il Papa voleva solo dire ‘Ritornate a incendiare la realtà come un tempo’. Forse oggi siamo un po’ più timidi.
Quando c’è stata questa conversione alla timidezza ?
In questi ultimi anni, forse proprio alla luce di vicende che hanno fatto cattiva pubblicità al movimento. Cl si è ripiegato su se stesso.
E quindi cosa farà domani un ciellino per seguire le parole del Papa?
Si interesserà alla vita degli altri, ai loro problemi, alla società. Uscirà dai suoi interessi.
E uscirà anche dai palazzi del potere?
No. Anzi, io vorrei entrarci in un palazzo. Forse il Papa avrebbe qualcosa da ridire, ma sono convinto che se non si entra nei palazzi, non si può fare nulla. Bisogna usare il potere per cambiare il mondo. Non è negativo. Senza potere, non cambi le cose.
Che, poi, CL arrivava a conquistarsi questo ruolo politico non lo avrei mai immaginato.
Probabilmente saranno stati gli arroganti più furbi a servirsi del movimento, e della figura di don Giussani, per i loro avidi scopi.
iafran
Per quanto riguarda il potere, Luigi Amicone, direttore della rivista Tempi, risponde così:
il Fatto 8.3.15
Il direttore di Tempi, Luigi Amicone
“Ci sono stati scandali, però non rinunciamo al potere”
di Virginia Della Sala
“Voglio precisare che nella prima parte del suo discorso, il Papa ha detto che il carisma originario di Comunione e Liberazione non ha perso la sua vitalità”.
Luigi Amicone, ciellino di vecchia data, fondatore e direttore del settimanale cattolico Tempi, ci tiene a sottolineare che il Papa ha pronunciato anche parole di apprezzamento.
Amicone, perché papa Francesco ha bacchettato Cl, ieri?
Ma non è vero. Il Papa non ci ha criticato. Ci ha solo ammonito a non rimanere impantanati nel passato e a guardare al futuro. Poi, quello che dice il Papa è comunque oro colato.
Infatti ha scelto termini ben precisi: ha parlato di “meri impresari”, di “spiritualità di etichetta". A cosa si riferiva?
A quello che dobbiamo evitare. Se c’è una realtà lontana dal conformismo del potere è proprio Cl. Per questo veniamo bastonati da ogni parte.
Non sarà che invece si riferiva agli scandali che hanno coinvolto Cl e al suo potere politico?
Può darsi. Ma si tratta di casi singoli che non coinvolgono tutto il movimento. È come se si incolpasse me se un mio amico ruba un’auto. Il Papa voleva solo dire ‘Ritornate a incendiare la realtà come un tempo’. Forse oggi siamo un po’ più timidi.
Quando c’è stata questa conversione alla timidezza ?
In questi ultimi anni, forse proprio alla luce di vicende che hanno fatto cattiva pubblicità al movimento. Cl si è ripiegato su se stesso.
E quindi cosa farà domani un ciellino per seguire le parole del Papa?
Si interesserà alla vita degli altri, ai loro problemi, alla società. Uscirà dai suoi interessi.
E uscirà anche dai palazzi del potere?
No. Anzi, io vorrei entrarci in un palazzo. Forse il Papa avrebbe qualcosa da ridire, ma sono convinto che se non si entra nei palazzi, non si può fare nulla. Bisogna usare il potere per cambiare il mondo. Non è negativo. Senza potere, non cambi le cose.
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
E uscirà anche dai palazzi del potere?
No. Anzi, io vorrei entrarci in un palazzo. Forse il Papa avrebbe qualcosa da ridire, ma sono convinto che se non si entra nei palazzi,
non si può fare nulla. Bisogna usare il potere per cambiare il mondo. Non è negativo. Senza potere, non cambi le cose.
Sarebbe da capire di quale potere si parla.
Il potere politico? Economico? Militare?
Gesù Cristo, che dovrebbe essere ( per loro sedicenti cristiani) il più autentico modello da imitare, viene totalmente disatteso e
il suo insegnamento travisato e tradito.
Gesù Cristo come politico al referendum di piazza, nella scelta di popolo Gesù o Barabba, perse clamorosamente,
al suo funerale cerano solo pochi intimi.
Economicamente non aveva “dove posare il capo” (Mat. 8,20) Militarmente disponeva di un esercito di 12 uomini,
di cui un traditore e uno che lo ha rinnegato.
Eppure ha cambiato il mondo, ha spaccato la storia, dopo di Lui c'è stato un prima e un dopo.
Si può essere credenti o meno ma nessuno può ignorare ciò, questi signori si definiscono cristiani!
un saluto erding
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
Mi chiedi qualcosa di 44 anni fa. Mi ricordo soltanto che dopo qualche opera di solidarietà, cui ho partecipato o in relazione all'accoglienza riservata dal gruppo ai nuovi arrivati, ho pensato (allora) che nel mio paese (di montagna) ci si comportava in quel modo verso tutti, anche verso un "forestiero" (forse adesso qualcosa è cambiato, ma non troppo: l'ospitalità è possibile trovarla ancora nella mia gente).camillobenso ha scritto:Io ho frequentato CL a Modena per circa un anno (intorno al 1971) e mi sono accorto che la loro socialità all'interno del gruppo, rispetto a quella che io constatavo fra la gente del mio paese, risultava quasi "forzata". E non poteva che essere così: le relazioni interpersonali in un paese del Sud, non potevano verificarsi nello stesso modo in un ambiente cittadino, per giunta del Nord.
iafran
Puoi spiegare qualcosa di più nella differenziazione che hai registrato?
Comunque, ricordo con piacere molte persone: Manuela (giovane maestra di scuola materna), Rosa e Attilio (farmacista comunale), don Elio, una coppia di neo-dottori di Castiglione dello Stiviere.
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
erding ha scritto:E uscirà anche dai palazzi del potere?
No. Anzi, io vorrei entrarci in un palazzo. Forse il Papa avrebbe qualcosa da ridire, ma sono convinto che se non si entra nei palazzi,
non si può fare nulla. Bisogna usare il potere per cambiare il mondo. Non è negativo. Senza potere, non cambi le cose.
Sarebbe da capire di quale potere si parla.
Il potere politico? Economico? Militare?
Gesù Cristo, che dovrebbe essere ( per loro sedicenti cristiani) il più autentico modello da imitare, viene totalmente disatteso e
il suo insegnamento travisato e tradito.
Gesù Cristo come politico al referendum di piazza, nella scelta di popolo Gesù o Barabba, perse clamorosamente,
al suo funerale cerano solo pochi intimi.
Economicamente non aveva “dove posare il capo” (Mat. 8,20) Militarmente disponeva di un esercito di 12 uomini,
di cui un traditore e uno che lo ha rinnegato.
Eppure ha cambiato il mondo, ha spaccato la storia, dopo di Lui c'è stato un prima e un dopo.
Si può essere credenti o meno ma nessuno può ignorare ciò, questi signori si definiscono cristiani!
un saluto erding
La posizione di Amicone, caro erding, alla fine risulta simile alla definizione di “Jihad”.
Da Wikipedia:
Jihād (parola della lingua araba, pron. [dʒiˈhæːd], in arabo: جهاد, ǧihādche deriva dalla radice <"ǧ-h-d> che significa "esercitare il massimo sforzo") è un termine nel linguaggio dell'islam connota un ampio spettro di significati, dalla lotta interiore spirituale per attingere una perfetta fede fino alla guerra santa. Il termine fa riferimento ad una delle istituzioni fondamentali dell'Islam.
La presa dei palazzi del potere da parte di Amicone, prefigura lo stesso fine.
Qualcosa non torna.
Ammettendo l’esistenza di Dio, che significato assume questo tipo di lotta tra le religioni e tra le religioni e i non credenti?
Che senso ha che prevalga un rito piuttosto che un altro?
Chi c’è in linea
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