L’8 marzo, il giorno dopo: mimose e … tanto altro.
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- Iscritto il: 17/01/2015, 9:10
L’8 marzo, il giorno dopo: mimose e … tanto altro.
In periferia ci si compiace di essere investiti dai grossi temi sociali anche a teatro.
“Eva non è ancora nata” è un monologo (ispirato nel titolo ad una canzone di Gaber) portato nei teatri e nelle scuole italiane da Salvatore Cosentino, magistrato della Procura di Locri (https://www.youtube.com/watch?v=yDp-V378XPo) .
Questo suo ruolo istituzionale, unito ad un profondo pensiero e a capacità artistiche, permettono all'Autore (Cosentino) “di coniugare il mondo del diritto con la fantasia e la bellezza del mondo dell’arte, nella convinzione che la legalità non si realizza solo con i codici (o con le manette) ma anche attraverso il dialogo con la società civile di un’istituzione – la magistratura – vista troppo spesso come confinata in una fredda torre di avorio. E soprattutto con la consapevolezza che il senso di responsabilità dell’individuo si sviluppa, oltre che con la repressione, anche con l’educazione al bello, al gusto, alla cultura, all’arte”.
“Eva non è ancora nata” è stata presentata a Taranto il 5 marzo scorso nell’Aula Magna dell’IISS “A. Pacinotti”: un'opera cruda, “che in un periodo di frequenti omicidi di donne e di volti sfigurati dall’acido, racconta e rifigura la bellezza della dignità della donna attraverso la descrizione delle ultime leggi che tutelano ma anche di quelle leggi sbagliate, più risalenti nel tempo, che spesso l’hanno mortificata”.
Continuando la lettura della brochure, l’Autore propone l’opera “nella forma del teatro-canzone, narrando in modo ironico e leggero, ma nel contempo intenso e profondo, che la bellezza della donna non è magrezza a tutti i costi, perfezione del fisico, negazione dell’età, bensì comunicazione di luce, coraggio, amore per la vita” e che “... in un triste periodo di figure femminili troppo spesso ornamentali e decorative, è l’espansione della sua intelligenza”.
“In un passo dello spettacolo si parla, infatti, di donne che se proprio devono ballare, al famigerato bunga bunga, preferiscono il raffinato tango dell’impegno, della qualità, della capacità, dell’ironia.
Sta all’altra metà dell’umanità, quella maschile, dimostrarsi capace di smuoversi, farsi aiutare ed arricchirsi.
Per una presentazione dell’Autore sul tema:
https://www.youtube.com/watch?v=3HINqNDWaj8
https://www.youtube.com/watch?v=SNmkAhdRAAU
“Eva non è ancora nata” è un monologo (ispirato nel titolo ad una canzone di Gaber) portato nei teatri e nelle scuole italiane da Salvatore Cosentino, magistrato della Procura di Locri (https://www.youtube.com/watch?v=yDp-V378XPo) .
Questo suo ruolo istituzionale, unito ad un profondo pensiero e a capacità artistiche, permettono all'Autore (Cosentino) “di coniugare il mondo del diritto con la fantasia e la bellezza del mondo dell’arte, nella convinzione che la legalità non si realizza solo con i codici (o con le manette) ma anche attraverso il dialogo con la società civile di un’istituzione – la magistratura – vista troppo spesso come confinata in una fredda torre di avorio. E soprattutto con la consapevolezza che il senso di responsabilità dell’individuo si sviluppa, oltre che con la repressione, anche con l’educazione al bello, al gusto, alla cultura, all’arte”.
“Eva non è ancora nata” è stata presentata a Taranto il 5 marzo scorso nell’Aula Magna dell’IISS “A. Pacinotti”: un'opera cruda, “che in un periodo di frequenti omicidi di donne e di volti sfigurati dall’acido, racconta e rifigura la bellezza della dignità della donna attraverso la descrizione delle ultime leggi che tutelano ma anche di quelle leggi sbagliate, più risalenti nel tempo, che spesso l’hanno mortificata”.
Continuando la lettura della brochure, l’Autore propone l’opera “nella forma del teatro-canzone, narrando in modo ironico e leggero, ma nel contempo intenso e profondo, che la bellezza della donna non è magrezza a tutti i costi, perfezione del fisico, negazione dell’età, bensì comunicazione di luce, coraggio, amore per la vita” e che “... in un triste periodo di figure femminili troppo spesso ornamentali e decorative, è l’espansione della sua intelligenza”.
“In un passo dello spettacolo si parla, infatti, di donne che se proprio devono ballare, al famigerato bunga bunga, preferiscono il raffinato tango dell’impegno, della qualità, della capacità, dell’ironia.
Sta all’altra metà dell’umanità, quella maschile, dimostrarsi capace di smuoversi, farsi aiutare ed arricchirsi.
Per una presentazione dell’Autore sul tema:
https://www.youtube.com/watch?v=3HINqNDWaj8
https://www.youtube.com/watch?v=SNmkAhdRAAU
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