E’ ORA DI UNA SIRYZA ITALIANA

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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camillobenso
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Re: E’ ORA DI UNA SIRYZA ITALIANA

Messaggio da camillobenso »

E.T. ha scritto:E’ malinconico affermare che la recente “discesa in campo” di Landini non ha provocato, nella maggioranza del popolo di sinistra, nessun sussulto di fiera aspettativa, né la convinzione di essere giunti ad una svolta di rappresentanza. Landini che urla contro il Job Act ha ormai la stessa presa di un ministro Boschi ben pettinato, che lo difende col tono piano usato per gli interrogatori scolastici.
Entrambi icone di una politica sclerotizzata, che ripercorre i propri modelli mentre la società scoppia sotto il peso della loro incompetenza.
E’ incompetente Landini quando guida un sindacato di pensionati e dipendenti della grande industria, volendo convincerci che i loro interessi corrispondono agli interessi di tutti i lavoratori, ed è incompetente la Boschi quando pretende che sia sufficiente lanciare l’osso della umiliazione dei sindacati ad una classe imprenditoriale che investe solo a zero rischi e profitti protetti.
L’unico appeal di Renzi, necessario e sufficiente per fargli vincere primarie ed europee, è stato il suo supposto decisionismo, la “ politica del fare”, strombazzata ed attuata con la velocità necessaria a non farla arenare e, soprattutto, a non sottoporla a valutazioni troppo puntuali.
A questa arrampicata molti italiani stanno assistendo col fiato sospeso, incerti tra sfiducia e incredulità, salvo apprezzare almeno un cambio di metodo, anche quando il metodo sembra elementare e caotico.
Il famoso cambio di verso ha in effetti ripercorso vecchi schemi compromissori di alleanze innaturali ed i democristianicissimi accordi preconfezionati per le cariche istituzionali.
Ma, e qui, a conferma dello scoramento che procurano i volti di Landini, Vendola, Civati, riuniti a cullare l’ennesimo progetto di vera e autentica sinistra, proprio a fronte della formula magica di Renzi, manca sempre la percezione che si voglia veramente fare sul serio.
“Seriamente” sarebbe un avverbio devastante a fronte di un premier che si ubriaca di selfies e tweets, fa le docce gelate e vorrebbe far passare la Leopolda come un think tank.
E’ possibile che l’Italia non abbia diritto ad un governo serio? Dopo le pagliacciate di Berlusconi ed il giovanilismo di Renzi, non c’è una sinistra seria, disposta alla fatica di riconquistare un elettorato sofferente attraverso il coraggio di una scelta netta e univoca? Grillo ha dimostrato che anche in questo paese c’è la possibilità di una rivoluzione elettorale e che starsene al calduccio, mugugnando, sotto le ali del grande partito è una scelta incomprensibile per gli elettori e foriera di alleanze pericolose per lo stesso partito.
Del resto, anche le sparate sui pericoli democratici e i furti di casta non sono credibili in bocca a creature provenienti dallo stesso contesto, e scadono presto nell’ossessivo scandalismo grillino.
Dopo Ingroia, la Spinelli, ora Landini, l’unica cosa certa è che non si è ancora vista la fine del tunnel per una sinistra senza idee e senza leaders e, soprattutto, troppo simile a ciò che pretende di combattere.
“Con questi dirigenti, non vinceremo mai”, diceva Moretti. Sembrava impietoso, ma è stato profetico per l’avvento di Renzi. Peccato che il nuovo dirigente abbia ormai solo un lievissimo olezzo di sinistra.



Cosa intendi, dal punto di vista tecnico, circa l’impotenza tecnica di Landini?
cardif
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Re: E’ ORA DI UNA SIRYZA ITALIANA

Messaggio da cardif »

A prescindere da quali saranno gli sviluppi futuri, supposto che sia vero per il momento che Landini non lancia la 'Coesione sociale' "per dar vita ad un altro partito o a un cartello della sinistra", questo incontro sarebbe un primo passo.
La discussione sul fatto che faccia politica mi pare pretestuosa da parte di chi pensa di perdere qualcosa: è ovvio che fa politica, e ne ha diritto come tanti altri soggetti, dalla Confindustria in giù. Almeno finché per politica s'intende quella aristotelica di gestione della 'città' e non quella weberiana di conquista e gestione del potere, alla Renzi.
Ma è coerente che non abbia chiesto anche ai partiti di partecipare, cosa che invece sarebbe stata logica se l'iniziativa tendeva appunto alla aggregazione di un partito a sinistra del PD.
Se poi questo è un modo per misurare le forze e verificare le possibilità di aggregazione, che si evolverà nella creazione di un nuovo soggetto politico, può pure essere.
Una eventuale forza, oggi, avrebbe più peso di quelle esistenti a sinistra, perché la politica di Renzi ha scontentato molto da quel lato. Forse non sarà condizionante, però, perché con la riforma elettorale e il doppio turno a vincere sarà ancora l'area renziana.
Anche se l'astensionismo peserà comunque molto. Forse vincerà quello che lascia meno scontenti (Renzi a sinistra o Berlusconi o chi per lui a destra) e non chi conquista più voti al centro. Penso infatti che non è il centro che si assenterà di più, con ballottaggio.

cardif
camillobenso
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Re: E’ ORA DI UNA SIRYZA ITALIANA

Messaggio da camillobenso »

La discussione sul fatto che faccia politica mi pare pretestuosa da parte di chi pensa di perdere qualcosa: è ovvio che fa politica, e ne ha diritto come tanti altri soggetti, dalla Confindustria in giù. Almeno finché per politica s'intende quella aristotelica di gestione della 'città' e non quella weberiana di conquista e gestione del potere, alla Renzi.
cardif


Nella Prima Repubblica il Pci, per conto della sinistra, ha esercitato la difesa del mondo del lavoro. Tutto però termina con la morte di Enrico Berlinguer. Storicamente occorre ammettere che anche la Dc ha esercitato nei limiti del possibile la difesa del mondo del lavoro.

Tutto cambia nella Seconda Repubblica, con la seconda generazione degli ex Pci. La difesa del mondo del lavoro è stata fatta solo a livello propagandistico.

A Torino, a una Mirafiori rossa per mezzo secolo, subentra una Mirafiori azzurra berlusconiana.

La considerazione che il mondo del lavoro ha della classe dirigente di derivazione Pci, è stata espressa chiaramente a Bari quando in una manifestazione sindacale hanno contestato il conte Max.

Pensare che l’attuale classe dirigente del Pd possa interessarsi alle problematiche del modo del lavoro è una follia. Renzie la sua scelta di campo l’ha fatta da molto tempo. Il suo modello è Marchionne. Oltre al fatto che se vuole governare, deve rispettare le direttive della Ue, e non solo.

E’ evidente che i ragazzi coccodè, leggano nelle scelte di Landini, un attacco al loro status, la poltrona. Quindi devono reagire in tutti i modi possibili per salvare la situazione.
camillobenso
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Re: E’ ORA DI UNA SIRYZA ITALIANA

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camillobenso
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Re: E’ ORA DI UNA SIRYZA ITALIANA

Messaggio da camillobenso »

flaviomob ha scritto:Il voto a M5S è stato determinato dal desiderio di opposizione contro la "grande coalizione" che ha sostenuto le politiche lacrime e sangue di Monti e Fornero. Ma all'interno di M5S si sono determinate continue scissioni, a partire dall'Emilia-Romagna, in parte come reazione alla figura di Grillo che tende ad imporre il proprio "imprimatur" (o a toglierlo), in parte come conseguenza naturale della provenienza contraddittoria del proprio elettorato (destra, estrema destra, sinistra, estrema sinistra, ma anche molti giovani dalle idee poco definite). Esiste poi il problema di un programma politico scevro da promesse irrealistiche, come il famoso no all'inceneritore di Parma che è ancora lì e gode di ottima salute...

E su Sel che non riesce a catalizzare i voti della sinistra in uscita?

Dove stanno i limiti?
pancho
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Re: E’ ORA DI UNA SIRYZA ITALIANA

Messaggio da pancho »

camillobenso ha scritto:
flaviomob ha scritto:Il voto a M5S è stato determinato dal desiderio di opposizione contro la "grande coalizione" che ha sostenuto le politiche lacrime e sangue di Monti e Fornero. Ma all'interno di M5S si sono determinate continue scissioni, a partire dall'Emilia-Romagna, in parte come reazione alla figura di Grillo che tende ad imporre il proprio "imprimatur" (o a toglierlo), in parte come conseguenza naturale della provenienza contraddittoria del proprio elettorato (destra, estrema destra, sinistra, estrema sinistra, ma anche molti giovani dalle idee poco definite). Esiste poi il problema di un programma politico scevro da promesse irrealistiche, come il famoso no all'inceneritore di Parma che è ancora lì e gode di ottima salute...
E su Sel che non riesce a catalizzare i voti della sinistra in uscita?
Dove stanno i limiti?
Pur avendo votato in questi ultimi anni SeL trova che questo partito abbia avuto e continua ad avere molti limiti.
I suoi limiti, sempre mia opinione personale, stanno nel non aver avuto la capacita' di evolversi (Viva la Evolucion, diceva qualcuno) cercando di capire ed interpretare le richieste di tutti quei movimenti che dopo "l'evaporazione del PCI" sono cresciuti a sinistra dei DS e poi del PD.

Parlava e parla sempre allo stesso modo e nelle stesse logiche e non si accorge che il mondo e' cambiato radicalmente e che le richieste anch'esse sono radicali. Rimanere nelle logiche del passato presente fa si che non sei creduto e vieni identificato alla stesso modo degli altri.
Se poi a questo aggiusti i continui transfughi per le poltrone, allora hai fatto bingo.

Se non riusciamo ad analizzare i motivi di questi limiti non siamo una vera sinistra che per suo essere deve si guardare il presente ma avere quella capacita' intellettuale e politica di guardare avanti e quasi essere preveggente del futuro.

Qui, ci vuole un modo radicale di far politica sapendo ascoltare tutte le giuste proteste avendo sempre pero' la barra dritta a sinistra, Vera sinistra.

I valori rimangono sempre tali. Sono le persone che cambiano e non i valori. Se siamo coscienti di questo allora potremmo avere proseliti altrimenti rimarremmo sempre duri e puri senza sapere il perche'.

La base capisce tutto questo e pure Landini ed e' per questo che cerca di dare uno sprono affinche, se esiste ancora una vera sinistra, questa venga fuori e ricominci da dove si era persa conservando i valori per cui era nata.
Che partiti doveva invitare se questi agiscono nelle vecchie logiche e non percepiscono lwe richieste di un popolo?
Qui dobbiamo rifondare dal basso e rottamare quello che veramente e' da rottamare(e ce n'e' molto) e tenersi stretti tutti quegli ideali che ti fanno sentir vicino un popolo.

Certo, siamo nel nuovo millennio e le condizioni come il mondo e' cambiato rispetto a qualche decennio fa ma appunto per questo dovremmo far valere quei valori che abbiamo perso e ci hanno fatto perdere poiche l'umatità sta andando verso una deriva in cui saranno sempre di piu' GLI ULTIMI e SEMPRE MENO coloro che avranno tutto e che decideranno le sorti non solo nostro ma di tutta l'umanita.

Pecore, pecoroni e anche poveri pastori con i loro cani da guardia ce ne rimetteranno anche se per ora non se ne accorgono. Diventeremo tutti una massa di sudditi!!


un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
E.T.
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Re: E’ ORA DI UNA SIRYZA ITALIANA

Messaggio da E.T. »

camillobenso ha scritto:
Cosa intendi, dal punto di vista tecnico, circa l’impotenza tecnica di Landini?
Ho parlato di incompetenza perché la visione sindacale è per sua natura limitata alla rappresentanza di categorie definite, i cui interessi possono facilmente entrare in contrasto con quelle di altri.
Il mondo del lavoro è invece un universo che racchiude in sé una miriade di casistiche, dal lavoro nero alle start-up giovanili, dai lavori stagionali alle iniziative per rianimare i vari settori produttivi.
Le casse integrazioni e i fondi per gli esodati sono lodevoli successi sindacali, ma rappresentano provvedimenti politici ad impatto negativo per il criterio di uguaglianza dei lavoratori, pezze assistenziali molto parziali, che inducono il resto del mondo del lavoro a considerazioni pessimistiche sulla sensibilità universalistica dei loro politici. La lobby sindacale è stata indispensabile nell’evoluzione dell’economia di mercato, mentre la finanziarizzazione dell’economia , insieme alla globalizzazione, ne ha decretato l’inevitabile declino.
L’ affermazione più interessante di Landini mi è parsa quella sulla necessità che il sindacato si faccia soggetto politico, pena la sua scomparsa. Ma una affermazione come questa presuppone una trasformazione tale, per cui la rappresentanza si sposti dai “lavoratori” ai “cittadini”.
E’ in grado Landini di spogliarsi della convinzione che strappare aumenti e garanzie per alcuni occupati esaurisca il compito di tutelare il lavoro che c’è, e quello che ancora non c’è?
Ho parlato della Boschi come l’esempio visivo di una brava allieva che svolge il suo compitino, ferreamente convinta delle tesi ribassistiche che hanno disegnato questa riforma istituzionale, senza un fremito di resipiscenza, addestrata a un ruolo, non la portatrice di una personale elaborazione concettuale.
Un effetto analogo di parzialità espositiva me lo fa Landini, quando considera la classe padronale senza troppe sfumature, mentre ci sono milioni di padroncini-lavoratori senza tutele, che meritano la stessa accorata attenzione dei turnisti di Melfi.
Il mito antico della sinistra, quello che ha generato le aspettative di giustizia sociale, non può prescindere dall’analisi profonda e completa della società, mentre troppe di queste voci si limitano a rappresentazioni parziali e a contrapposizioni rituali.
flaviomob
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Re: E’ ORA DI UNA SIRYZA ITALIANA

Messaggio da flaviomob »

Sel nasce da una costola di Rifondazione ed è quasi ovunque alleata con il PD. Difficile che riesca a raccogliere il voto "di protesta" in queste condizioni: anche se oggi si oppone al governo Renzi è entrata in parlamento con la stessa coalizione del PD, con cui condivide anche il premio di maggioranza. A livello locale ha espresso due sindaci importanti come Doria a Genova e Pisapia a Milano, quest'ultimo purtroppo si è trovato Expo sul groppone, con tutte le contraddizioni del caso. In più Vendola è stato intercettato in dichiarazioni non esattamente costruttive con i Riva. Ciò nonostante per me Sel rimane tra i "meno peggio" votabili ma evidentemente i populismi di Grillo, Renzi e Salvini ormai in questo paese "tirano" molto di più, complici il malessere socio economico e il forte senso di insicurezza e precarietà.
Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
iospero
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Re: E’ ORA DI UNA SIRYZA ITALIANA

Messaggio da iospero »

DA REPUBBLICA
Una nuova sinistra extra-parlamentare
Landini ha annunciato la sua "discesa in piazza". Non una lista in prospettiva elettorale, perché non è uno sprovveduto e sa che a sinistra non c'è spazio
di ILVO DIAMANTI

MAURIZIO Landini ha annunciato la sua prossima “discesa in piazza”. A capo di un movimento di opposizione, che ha già previsto una prima occasione per mobilitarsi. La manifestazione del 28 marzo contro le politiche economiche e sul lavoro del governo Renzi. Per primo: il Jobs Act. Non un partito, dunque.


Non una lista in prospettiva elettorale. Perché Maurizio Landini non è uno sprovveduto. E sa che, a sinistra, in Italia non c’è spazio. Oggi. Anche perché, fino a ieri, gran parte di questo spazio è stato occupato dal Partito Comunista e dai suoi eredi. Il Partito Comunista, prima e dopo Berlinguer, ha presidiato il campo dell’opposizione. In modo permanente e senza possibilità di alternativa. Fino alla caduta del Muro. Berlinguer lo teorizzò apertamente. Unica soluzione possibile: l’intesa con la Dc, pre-destinata a governare. Tradotta nel “compromesso storico”, promosso negli anni Settanta da Enrico Berlinguer e da Aldo Moro. Sancito — e concluso — dal tragico (e non casuale) rapimento di Moro. A sinistra del Pci, allora, non c’era spazio. Se non per soggetti — temporanei — destinati a svolgere un ruolo di denuncia e testimonianza. La sinistra, cosiddetta, extra-parlamentare. Perché, per quanto la legge elettorale (ultra-proporzionale) permettesse loro una presenza (molto limitata) in Parlamento, la loro azione si svolgeva all’esterno. Nelle piazze, nelle fabbriche e nelle scuole. Fra gli operai e gli studenti. Proprio ciò che si propone di fare oggi — meglio, domani — Maurizio Landini. Intercettando — e alimentando — il clima di insoddisfazione sociale che pervade il Paese. E coinvolge il governo. Che attualmente dispone, secondo diversi sondaggi (oltre a Demos, anche Ipsos), di un consenso ancora elevato, ma non più maggioritario. Intorno al 40%. Ciò significa che il clima di insoddisfazione verso il governo è divenuto molto ampio. Tuttavia, Renzi resta ancora il leader, di gran lunga, più “stimato” nel Paese. Apprezzato da oltre 4 italiani su 10. Mentre il grado di fiducia nei confronti di Maurizio Landini è intorno al 25%. Superato, largamente, da Matteo Salvini, sopra il 30%. Ma anche da Giorgia Meloni (vicina al 30%).


Per imporsi come riferimento dell’opposizione, la soluzione obbligata, per Landini, è, dunque, restare fuori dalla competizione partitica. Fuori dal Parlamento. Dove, peraltro, anche volendo, non potrebbe essere presente, per un periodo non breve, visto che il ritorno alle urne non sembra vicino.


Fuori dal Parlamento e dai partiti, però, ci sono due spazi, due luoghi, dove Landini può agire, per mobilitare l’opposizione e l’opinione pubblica. Il primo è, appunto, la società. In particolar modo, l’area dei lavoratori. Dove, però, il suo consenso appare ampio non tanto fra gli operai, quanto, secondo i sondaggi, fra gli impiegati e i tecnici privati. Ma ancor più, tra gli “intellettuali”, che operano nel mondo della scuola. Oltre ai pensionati. Perché Landini non attrae tanto i giovani, ma le persone di età centrale e medio-alta (fra 45 e 65 anni) e gli anziani. Insomma, raccoglie la base tradizionale della Sinistra. Sfidata e indebolita, fra i giovani e gli studenti, dal M5s. E, fra i lavoratori dipendenti, dalla Lega Il secondo terreno di azione, per Landini, è la “comunic-azione”. In particolare, la televisione. Dove il segretario generale della Fiom-Cgil è una presenza fissa. Invitato dovunque. Nei principali talk politici di tutte le reti nazionali. Come Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Perché garantiscono ascolti. La loro apparizione alza lo share di 1 punto percentuale e anche di più. Un contributo importante, anzi, irrinunciabile per i programmi di dibattito e approfondimento politico, in tempi di declino degli ascolti.


Così Landini — come, soprattutto, Salvini — alterna la piazza e la televisione. Ma ciò ne limita le possibilità di affermazione. Anzitutto, come leader dell’opposizione. Perché la “questione sociale”, per ora, è riassunta da altre rivendicazioni, “rappresentate” da altri soggetti politici di successo. L’antieuropeismo e, in particolare, l’opposizione all’euro. Che la Lega di Salvini agita, insieme alla paura degli immigrati. E il M5s associa al sentimento anti-politico. Alimentato contro i privilegi dei “politici” e dei partiti. Mentre, sulla questione della rappresentanza del lavoro, Landini e la Fiom incrociano, inevitabilmente, il loro percorso con l’azione del sindacato. In particolare, della Cgil. Non a caso, intervistato da Lucia Annunziata, proprio ieri, Landini ha sostenuto che «il sindacato deve essere un soggetto politico». Perché «se non fa politica è aziendale». Mentre la segreteria della Cgil ha preso, apertamente, le distanze dall’iniziativa del segretario Fiom. Per questo, nel discorso politico di Landini, echeggia, di continuo, il richiamo a Renzi e al PdR. Il Pd di Renzi. Il Partito di Renzi. Alleato di Confindustria nel progetto di cancellare i diritti dei lavoratori. E, quindi, un nemico, anzi, “il” nemico da contrastare.


Così, la sfida di Maurizio Landini evoca una “coalizione sociale” e del lavoro. Per ora. Ma è inevitabile, in prospettiva, leggerla sul piano politico. Ed elettorale. Perché è chiaro il riferimento a Syriza, in Grecia, e Podemos, in Spagna. Se valutiamo la fiducia nei confronti di Landini, sul piano politico, è, d’altronde, evidente la sua caratterizzazione a Sinistra. Ma anche una certa trasversalità. È, infatti, elevata non solo fra gli elettori di Sel (intorno al 50%), ma anche del Pd (35% circa) e del M5s (32%).


La “coalizione sociale” evocata da Landini, dunque, mira a divenire coalizione “politica”, che attrae le liste a Sinistra del Pd e l’area del disagio interna al Pd. Magari non un partito — almeno per ora: domani si vedrà. Anche se c’è da sospettare che il più interessato alla costruzione del nuovo soggetto partitico di Landini sia proprio Renzi. Che “neutralizzerebbe” l’opposizione di sinistra in uno spazio, presumibilmente, circoscritto. Intorno al 5% (o qualcosa di più). E allargherebbe ulteriormente lo spazio di influenza del suo PdR verso il centro. Assorbendo quel che resta dell’elettorato berlusconiano. Così resterebbero fuori solo Salvini (e Meloni), il M5s. Insieme a Landini. L’opposizione che piace al premier.
iospero
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Re: E’ ORA DI UNA SIRYZA ITALIANA

Messaggio da iospero »

Io ritengo errato ritenere che a sinistra non ci sia spazio, che il privato prevalga sul sociale.
Certo in un mondo in cui non c'è certezza sul futuro, la violenza prevale sulla ragione, la giustizia vale solo per i deboli, il potere del denaro non ha limiti, difficilmente si trova uno spazio a sinistra, il singolo cittadino cerca di difendersi con le unghie e con i denti e cura il suo orticello al meglio al di là delle leggi .
Detto questo a sinistra si può trovare un ampio spazio se incominciamo a dare una minima certezza sul futuro con il reddito minimo garantito a tutti, lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi, ma per fare questo in primo luogo bisogna avere i mezzi finanziari sufficienti e per avere questi la TRASPARENZA DI TUTTI DI FRONTE AL FISCO
diventa fondamentale ( scusate, questo è il mio chiodo fisso).
E' così difficile immaginare una società in cui tutti hanno comunque la sicurezza di non essere lasciati soli nei momenti più difficili, anche quando uno sbaglia ha la possibilità di ripartire.
La trasparenza di fronte al Fisco pone dei problemi ?
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