E’ ORA DI UNA SIRYZA ITALIANA
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Re: E’ ORA DI UNA SIRYZA ITALIANA
UN' ALTRA SIRYZA ALL'ORIZZONTE
Euro, Alba come possibile alternativa: un’iniziativa a Cinque Stelle
di Fabio Marcelli | 16 marzo 2015
BLOG DEL FATTO Q
Ho partecipato venerdì mattina, all’auletta dei gruppi parlamentari, a un’ottima iniziativa promossa dal Movimento Cinque Stelle, che ha avuto ad oggetto principale l’esperienza compiuta da vari Paesi latinoamericani (Cuba, Venezuela, Bolivia, Ecuador, Nicaragua e vari Stati insulari delle Antille) nell’ambito dell’Alianza boliviariana para las Americas (Alba).
Iniziativa più che mai opportuna, data la crisi apparentemente priva di vie d’uscita che attanaglia attualmente l’Unione europea e impone a tutte le persone oneste e consapevoli di cercare possibili alternative alla sua agonia perniciosa.
Hanno partecipato un grande conoscitore e amico dell’America Latina come Gianni Minà, economisti militanti da tempo impegnati su questi argomenti come Luciano Vasapollo e Joaquin Arriola, il segretario generale dell’Alba, il venezuelano Bernardo Alvarez, il Viceministro Affari Esteri del Nicaragua, Alba Beatriz Soto Pimentel, e i rappresentanti diplomatici di Ecuador, Bolivia e Cuba.
L’esperienza dell’Alba è interessante e va attentamente studiata, dato che rappresenta una risposta in positivo alle due principali problematiche che stanno determinando l’attuale stallo dell’Unione europea. In primo luogo la sua impostazione esclusivamente mercatocentrica ed economicista, in secondo luogo la sua incapacità di superare gli squilibri geografici e territoriali, anzi fortemente aggravati dall’introduzione dell’euro in mancanza di strumenti politici ed economici di riequilibrio e compensazione.
Su entrambi questi punti l’Alba, non dovendo soggiacere alla deleteria ideologia liberista, si trova agli antipodi. Viene infatti data importanza preminente all’essere umano, con progetti di cooperazione sociale nei settori di sanità, istruzione, ambiente, cultura, ecc., che costituiscono la vera stella polare dell’organizzazione. Gli squilibri vengono affrontati privilegiando le parti più deboli e attuando meccanismi di compensazione sia sul piano commerciale che su quello finanziario.
Su di un piano più generale l’Alba è espressione della rinascita dell’America Latina che ha finalmente deciso di scrollarsi di dosso la dominazione imperialista degli Stati Uniti e i suoi frutti perversi, dalle dittature fasciste degli anni Settanta al liberismo selvaggio degli anni Ottanta e dell’inizio degli anni Novanta. Essa nasce su iniziativa di due grandi rivoluzionari dei nostri tempi, Hugo Chavez e Fidel Castro, e riflette le aspirazioni dei movimenti sociali attivi in tutto il continente, siano essi indigeni, contadini, operai, studenti, ecc.
Non è un caso che ogni sforzo venga oggi tentato da parte degli Stati Uniti per soffocare questa esperienza, con il ricorso ai soliti strumenti vietati dal diritto internazionale, come l’ingerenza negli affari interni, il finanziamento del terrorismo, la promozione del colpo di Stato e le minacce di intervento militare, specie per quanto riguarda il Venezuela che ne è uno dei cuori pulsanti.
L’Alba e il Venezuela vanno difesi. E bisogna cominciare a pensare a un possibile trapianto dei principi ispiratori di questa esperienza anche in Europa, di fronte al fallimento dell’Unione europea, che condanna oggi tutto il continente, e in particolare la sua parte meridionale, alla disoccupazione di massa, specie giovanile, e alla crescente negazione dei diritti sociali fondamentali. Un territorio e dei popoli privi di difese, divenuti terreni di caccia per le imprese private attente esclusivamente al proprio profitto. Uno scandalo e uno spreco cui va posta fine a tutti i costi e quanto prima possibile.
Quest’esperienza costituisce uno stimolo alle migliori forze presenti in Europa, come Podemos e Syriza per costruire finalmente un’alternativa all’attuale sfracello Made in Germany. Bisogna pertanto apprezzare e ringraziare il Movimento Cinque Stelle per averla organizzata, e darvi un seguito costante, proficuo e costruttivo, costruendo l’unità fra tutte le forze che esprimono la crescente insoddisfazione e il crescente sconcerto della grande maggioranza dei popoli europei. Schieramento del quale il Movimento Cinque Stelle, con le sue peculiarità, è, come ho sempre detto, parte vitale e insopprimibile.
Euro, Alba come possibile alternativa: un’iniziativa a Cinque Stelle
di Fabio Marcelli | 16 marzo 2015
BLOG DEL FATTO Q
Ho partecipato venerdì mattina, all’auletta dei gruppi parlamentari, a un’ottima iniziativa promossa dal Movimento Cinque Stelle, che ha avuto ad oggetto principale l’esperienza compiuta da vari Paesi latinoamericani (Cuba, Venezuela, Bolivia, Ecuador, Nicaragua e vari Stati insulari delle Antille) nell’ambito dell’Alianza boliviariana para las Americas (Alba).
Iniziativa più che mai opportuna, data la crisi apparentemente priva di vie d’uscita che attanaglia attualmente l’Unione europea e impone a tutte le persone oneste e consapevoli di cercare possibili alternative alla sua agonia perniciosa.
Hanno partecipato un grande conoscitore e amico dell’America Latina come Gianni Minà, economisti militanti da tempo impegnati su questi argomenti come Luciano Vasapollo e Joaquin Arriola, il segretario generale dell’Alba, il venezuelano Bernardo Alvarez, il Viceministro Affari Esteri del Nicaragua, Alba Beatriz Soto Pimentel, e i rappresentanti diplomatici di Ecuador, Bolivia e Cuba.
L’esperienza dell’Alba è interessante e va attentamente studiata, dato che rappresenta una risposta in positivo alle due principali problematiche che stanno determinando l’attuale stallo dell’Unione europea. In primo luogo la sua impostazione esclusivamente mercatocentrica ed economicista, in secondo luogo la sua incapacità di superare gli squilibri geografici e territoriali, anzi fortemente aggravati dall’introduzione dell’euro in mancanza di strumenti politici ed economici di riequilibrio e compensazione.
Su entrambi questi punti l’Alba, non dovendo soggiacere alla deleteria ideologia liberista, si trova agli antipodi. Viene infatti data importanza preminente all’essere umano, con progetti di cooperazione sociale nei settori di sanità, istruzione, ambiente, cultura, ecc., che costituiscono la vera stella polare dell’organizzazione. Gli squilibri vengono affrontati privilegiando le parti più deboli e attuando meccanismi di compensazione sia sul piano commerciale che su quello finanziario.
Su di un piano più generale l’Alba è espressione della rinascita dell’America Latina che ha finalmente deciso di scrollarsi di dosso la dominazione imperialista degli Stati Uniti e i suoi frutti perversi, dalle dittature fasciste degli anni Settanta al liberismo selvaggio degli anni Ottanta e dell’inizio degli anni Novanta. Essa nasce su iniziativa di due grandi rivoluzionari dei nostri tempi, Hugo Chavez e Fidel Castro, e riflette le aspirazioni dei movimenti sociali attivi in tutto il continente, siano essi indigeni, contadini, operai, studenti, ecc.
Non è un caso che ogni sforzo venga oggi tentato da parte degli Stati Uniti per soffocare questa esperienza, con il ricorso ai soliti strumenti vietati dal diritto internazionale, come l’ingerenza negli affari interni, il finanziamento del terrorismo, la promozione del colpo di Stato e le minacce di intervento militare, specie per quanto riguarda il Venezuela che ne è uno dei cuori pulsanti.
L’Alba e il Venezuela vanno difesi. E bisogna cominciare a pensare a un possibile trapianto dei principi ispiratori di questa esperienza anche in Europa, di fronte al fallimento dell’Unione europea, che condanna oggi tutto il continente, e in particolare la sua parte meridionale, alla disoccupazione di massa, specie giovanile, e alla crescente negazione dei diritti sociali fondamentali. Un territorio e dei popoli privi di difese, divenuti terreni di caccia per le imprese private attente esclusivamente al proprio profitto. Uno scandalo e uno spreco cui va posta fine a tutti i costi e quanto prima possibile.
Quest’esperienza costituisce uno stimolo alle migliori forze presenti in Europa, come Podemos e Syriza per costruire finalmente un’alternativa all’attuale sfracello Made in Germany. Bisogna pertanto apprezzare e ringraziare il Movimento Cinque Stelle per averla organizzata, e darvi un seguito costante, proficuo e costruttivo, costruendo l’unità fra tutte le forze che esprimono la crescente insoddisfazione e il crescente sconcerto della grande maggioranza dei popoli europei. Schieramento del quale il Movimento Cinque Stelle, con le sue peculiarità, è, come ho sempre detto, parte vitale e insopprimibile.
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Re: E’ ORA DI UNA SIRYZA ITALIANA
È stata la classe politica, con la sua sordità, a provocare la penosa situazione socio-economica in cui versa il popolo italiano.pancho ha scritto:Che partiti doveva invitare se questi agiscono nelle vecchie logiche e non percepiscono lwe richieste di un popolo?
Qui dobbiamo rifondare dal basso e rottamare quello che veramente e' da rottamare(e ce n'e' molto) e tenersi stretti tutti quegli ideali che ti fanno sentir vicino un popolo.
Non è dipeso certamente dai cittadini il tradimento dei programmi elettorali o lo snaturamento dei partiti, la chiusura delle sezioni o l'assuefazione alla fine delle ideologie.
Soprattutto i "partiti" che si richiamavano alla sinistra dovevano avvertire con largo anticipo la deriva che si stava portando avanti in Italia e dare voce agli astensionisti delle varie tornate elettorali.
Anche loro hanno preferito uniformarsi a quel che "offriva il convento" (scaldare la sedia e godere dei privilegi) anche quando i voti di protesta (quelli al M5S) diventavano il primo partito in Italia.
Penso che non si possa fare niente di nuovo aspettando i "vecchi" che al massimo metteranno i bastoni fra le ruote.
Rimane comunque il pericolo che possa rientrare dalla finestra (senza clamori) chi è dovuto uscire dalla porta.
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Re: E’ ORA DI UNA SIRYZA ITALIANA
È stata la classe politica, con la sua sordità, a provocare la penosa situazione socio-economica in cui versa il popolo italiano.
iafran
Su questa riflessione occorre andare in profondità per dare una spiegazione plausibile per quanto accaduto.
Bisogna capire il perché.
iafran
Su questa riflessione occorre andare in profondità per dare una spiegazione plausibile per quanto accaduto.
Bisogna capire il perché.
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Re: E’ ORA DI UNA SIRYZA ITALIANA
iospero ha scritto:I
Detto questo a sinistra si può trovare un ampio spazio se incominciamo a dare una minima certezza sul futuro con il reddito minimo garantito a tutti, lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi, ma per fare questo in primo luogo bisogna avere i mezzi finanziari sufficienti e per avere questi la TRASPARENZA DI TUTTI DI FRONTE AL FISCO
diventa fondamentale ( scusate, questo è il mio chiodo fisso).
E' così difficile immaginare una società in cui tutti hanno comunque la sicurezza di non essere lasciati soli nei momenti più difficili, anche quando uno sbaglia ha la possibilità di ripartire.
La trasparenza di fronte al Fisco pone dei problemi ?
Proviamo ad entrare su di un terreno preminentemente pratico. Come se toccasse a te il compito di studiare la procedura per trasformare il sistema attuale verso quello a cui aspiri :
TRASPARENZA DI TUTTI DI FRONTE AL FISCO
Premetto che la finalità è certamente condivisibile. Ma la differenza, tra il tuo ed il mio pensiero, consiste nel fatto che per arrivare al punto da te indicato, io ci vedo una montagna di problemi che non permettono di arrivare in cima alla collina.
Negli ultimi 60 anni la società italiana è andata in direzione opposta rispetto a quanto auspichi.
Ci sono dei macigni lungo la strada che non si possono rimuovere tanto facilmente.
Prendo l’occasione di riportare il fatto della giornata, sentito al Tg7 delle 13,30.
Lavori e rolex al figlio, abito sartoriale a lui
Grandi opere, Lupi nella bufera difende Incalza
Corruzione da Tav a Expo. Quattro arrestati. Al centro il superburocrate Incalza, passato da 6 governi
L’imprenditore Perotti (in carcere) “procurò incarichi” a Luca Lupi. Il renziano Fanucci: “Fare chiarezza”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03 ... e/1509851/
Ma non c’è solo questo tipo di ostacoli che sbarrano la strada.
Un altro ad esempio, è enorme.
Non potrebbe esserci trasparenza nel fisco, se non si rimuove Mafie Spa.
Tu come faresti???
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Re: E’ ORA DI UNA SIRYZA ITALIANA
SMS per pancho e antonio che credono nel progetto di Landini. Anch'io ci credo, ma occorre che Maurizio Landini venga sul forum per discutere una molteplicità di problemi, affinché il tutto non finisca a puttane come al solito.
Provate a leggere questo articolo pubblicato stamani su LIBRE idee:
idee
LIBRE
Io, il greco e la spagnola. Felici al macello, senza saperlo
Scritto il 16/3/15 • nella Categoria: idee
Quello che le élites neoliberiste sono riuscite a fare é così grande che non riusciamo neanche ad accorgecene.
La sinistra é morta. Morta. Sopravvive in piccole nicchie, intellettuali o no.
Ma dire una goccia nell’oceano forse è dire troppo.
Che cos’é il cosmopolitismo? Ognuno è cittadino del mondo.
Che cos’é l’individualismo? L’individuo è al centro del mondo.
Questa sera ad Atene ho avuto una discussione con una ragazza spagnola e un ragazzo greco. Lui 36 anni, di Atene. Lei molti meno, credo meno di 25. Entrambi hanno girato parecchio. Lei molto di più.
Fra noi ci si parla in inglese. Tre nazioni del sud Europa per capirsi fra di loro devono parlare una lingua del nord Europa.
Come fare a cambiare il mondo? Lei e lui dicono all’unisono: «Per cambiare il mondo bisogna che ognuno di noi cerchi di cambiare se stesso e le persone che gli stanno vicino». Poi il mondo cambierà.
Io a lei le ho detto, mentre lui era in bagno: «Marx diceva che non è la coscienza degli uomini a creare il loro essere sociale; al contrario, è il loro essere sociale che crea la loro coscienza».
Per lei non era giusto.
Lui mi dice: «Se il figlio del padrone della Nike fosse un mio amico, io parlando con lui riuscirei a cambiarlo. E poi quano prenderà il posto del padre non sarà una merda come lui».
E io gli rispondo: «Ma lui ha interessi diversi dai tuoi, dai miei. Davvero speri di cambiarlo?».
Lui mi risponde deciso: «Sì». Lei: «Non credo nei muri e nelle frontiere».
Lui: «Il cambiamento deve partire da noi stessi», e poi sparecchia al posto della cameriera.
Perché dei valori buoni finiscono ad asservire gli interessi del grande capitale internazionale?
Lei ha una fotocamera Canon, lui una macchina giapponese credo, non so la marca.
Mi dicono che i soldi non sono niente. Io gli dico: «Allora la birra che ci stiamo bevendo é niente?». Sguardo in un altra direzione.
Nel frattempo i manager dell’Hitachi stavano brindando per l’acquisto dell’Ansaldo.
I soldi che faranno non saranno redistribuiti fra i lavoratori, verranno investiti in borsa in qualche titolo ad alto rendimento.
La discussione é iniziata perché lui nota al mio polso un braccialetto comprato dai giamaicani in piazza Monastiraki.
Loro dicono che i giamaicani sono invandenti, non rispettano il volere degli altri e assillano la gente finché non comprano un braccialetto.
Io provo a dire loro che per i giamaicani immigrati è questo il lavoro che possono fare, perché la comunità giamaicana qui fa così.
Poi si é passati ai pakistani che lapidano le donne.
Da lì gli ho detto che dobbiamo lasciare in pace quei popoli e dare loro la possibilità di autodeterminarsi.
Da lì i lavoratori sfruttati della Nike, ecc.
Persone che viaggiano molto, vedono diverse culture, diverse storie poi non capiscono un caXXo di come funziona la società.
Perché l’individuo sta al centro, le genti si mischiano, ecc.
Ma in un mondo di genti mischiate, se noi viaggiamo, in realtà sarà come viaggiare sempre nello stesso posto.
E gli individui saranno tutti così uguali che parlare diventerà come pensare fra noi stessi.
Della politica non gliene frega un caXXo. Non conta, dicono.
A lui gli ho detto io l’ultima proposta di legge di Varoufakis.
Lei fa video girando il mondo, prendendo due soldi di qua e di là. E li spende tutti viggiando. Lui non so che lavoro fa.
Ma a 36 anni se esci la sera a bere è perché non guadagni abbastanza.
Quando provo a dirgli che i nostri genitori alla nostra età guadagnavano più di noi il discorso si blocca.
La politica, l’economia, non contano un caXXo.
Siamo tutti cittadini del mondo.
Dobbiamo avere rispetto gli uni degli altri e tutte le cose andranno bene. Il mondo cambierà.
Elites neoliberiste brindate. Un esercito di schiavi consapevoli della loro libertà vi sta dinnanzi.
La spagnola me la sono giocata. E ci stava. Ma non riesco a fare sì con la testa.(“Il cosmopolitismo individualista”, dal blog “Vox Populi” del 6 marzo 2015).
Provate a leggere questo articolo pubblicato stamani su LIBRE idee:
idee
LIBRE
Io, il greco e la spagnola. Felici al macello, senza saperlo
Scritto il 16/3/15 • nella Categoria: idee
Quello che le élites neoliberiste sono riuscite a fare é così grande che non riusciamo neanche ad accorgecene.
La sinistra é morta. Morta. Sopravvive in piccole nicchie, intellettuali o no.
Ma dire una goccia nell’oceano forse è dire troppo.
Che cos’é il cosmopolitismo? Ognuno è cittadino del mondo.
Che cos’é l’individualismo? L’individuo è al centro del mondo.
Questa sera ad Atene ho avuto una discussione con una ragazza spagnola e un ragazzo greco. Lui 36 anni, di Atene. Lei molti meno, credo meno di 25. Entrambi hanno girato parecchio. Lei molto di più.
Fra noi ci si parla in inglese. Tre nazioni del sud Europa per capirsi fra di loro devono parlare una lingua del nord Europa.
Come fare a cambiare il mondo? Lei e lui dicono all’unisono: «Per cambiare il mondo bisogna che ognuno di noi cerchi di cambiare se stesso e le persone che gli stanno vicino». Poi il mondo cambierà.
Io a lei le ho detto, mentre lui era in bagno: «Marx diceva che non è la coscienza degli uomini a creare il loro essere sociale; al contrario, è il loro essere sociale che crea la loro coscienza».
Per lei non era giusto.
Lui mi dice: «Se il figlio del padrone della Nike fosse un mio amico, io parlando con lui riuscirei a cambiarlo. E poi quano prenderà il posto del padre non sarà una merda come lui».
E io gli rispondo: «Ma lui ha interessi diversi dai tuoi, dai miei. Davvero speri di cambiarlo?».
Lui mi risponde deciso: «Sì». Lei: «Non credo nei muri e nelle frontiere».
Lui: «Il cambiamento deve partire da noi stessi», e poi sparecchia al posto della cameriera.
Perché dei valori buoni finiscono ad asservire gli interessi del grande capitale internazionale?
Lei ha una fotocamera Canon, lui una macchina giapponese credo, non so la marca.
Mi dicono che i soldi non sono niente. Io gli dico: «Allora la birra che ci stiamo bevendo é niente?». Sguardo in un altra direzione.
Nel frattempo i manager dell’Hitachi stavano brindando per l’acquisto dell’Ansaldo.
I soldi che faranno non saranno redistribuiti fra i lavoratori, verranno investiti in borsa in qualche titolo ad alto rendimento.
La discussione é iniziata perché lui nota al mio polso un braccialetto comprato dai giamaicani in piazza Monastiraki.
Loro dicono che i giamaicani sono invandenti, non rispettano il volere degli altri e assillano la gente finché non comprano un braccialetto.
Io provo a dire loro che per i giamaicani immigrati è questo il lavoro che possono fare, perché la comunità giamaicana qui fa così.
Poi si é passati ai pakistani che lapidano le donne.
Da lì gli ho detto che dobbiamo lasciare in pace quei popoli e dare loro la possibilità di autodeterminarsi.
Da lì i lavoratori sfruttati della Nike, ecc.
Persone che viaggiano molto, vedono diverse culture, diverse storie poi non capiscono un caXXo di come funziona la società.
Perché l’individuo sta al centro, le genti si mischiano, ecc.
Ma in un mondo di genti mischiate, se noi viaggiamo, in realtà sarà come viaggiare sempre nello stesso posto.
E gli individui saranno tutti così uguali che parlare diventerà come pensare fra noi stessi.
Della politica non gliene frega un caXXo. Non conta, dicono.
A lui gli ho detto io l’ultima proposta di legge di Varoufakis.
Lei fa video girando il mondo, prendendo due soldi di qua e di là. E li spende tutti viggiando. Lui non so che lavoro fa.
Ma a 36 anni se esci la sera a bere è perché non guadagni abbastanza.
Quando provo a dirgli che i nostri genitori alla nostra età guadagnavano più di noi il discorso si blocca.
La politica, l’economia, non contano un caXXo.
Siamo tutti cittadini del mondo.
Dobbiamo avere rispetto gli uni degli altri e tutte le cose andranno bene. Il mondo cambierà.
Elites neoliberiste brindate. Un esercito di schiavi consapevoli della loro libertà vi sta dinnanzi.
La spagnola me la sono giocata. E ci stava. Ma non riesco a fare sì con la testa.(“Il cosmopolitismo individualista”, dal blog “Vox Populi” del 6 marzo 2015).
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Re: E’ ORA DI UNA SIRYZA ITALIANA
a Stampa 16.3.15
Landini avvisa: io e i lavoratori cambieremo l’Italia più di Renzi
“Non faccio un partito, ma il sindacato deve essere un soggetto politico” La Cgil lo gela: non eravamo informati dell’iniziativa, da noi nessun appoggio
di Roberto Giovannini
«Ancora non mi credono - dice - non voglio creare un partito e non esco dal sindacato. Ma il sindacato deve essere un soggetto politico, deve discutere alla pari».
Maurizio Landini, intervistato da Lucia Annunziata a «In mezz’ora» ribadisce che non ha nessuna intenzione di far nascere «Podemos» in Italia attraverso la sua «coalizione sociale» anti-Renzi.
E successivamente, sentito da «La Stampa», il leader della Fiom chiarisce che il suo orizzonte è più che mai sindacale.
«Mi chiedete se voglio scalare la Cgil? Penso che sia in corso una discussione, penso anche che il sindacato debba cambiare profondamente. Ne parleremo alla Conferenza di organizzazione Cgil».
Certo che per osservatori, amici e avversari talvolta è difficile capire Landini.
Normalmente o si fa sindacato o si fa politica; ma per il capo dei metalmeccanici per «discutere alla pari» il sindacato deve agire come un soggetto politico.
A maggior ragione ora, con un governo nemico: «siamo in una situazione straordinaria - afferma - e dunque non ci si può limitare all’ordinaria amministrazione».
Il risultato è che Landini, così, può usare due «cappelli» diversi: nei prossimi giorni la Fiom (e non la «coalizione», ancora mai formalmente fondata) incontrerà le delegazioni dei partiti per illustrare le ragioni della manifestazione Fiom del 28 marzo.
La manifestazione però la Fiom l’ha «offerta alla coalizione sociale e a tutti quelli che condividono questo percorso».
Il segretario di Rifondazione Paolo Ferrero, ma non solo lui, si dice convinto che «proprio dalla piazza di Roma possa decollare il percorso verso la nascita di un vero soggetto politico.»
Ad aprile, spiega in ogni caso Landini, potrebbe esserci una giornata di «approfondimento e di studio».
In ogni caso per il leader Fiom solo «chi è in malafede tenta di descrivere questa iniziativa dentro la logica politica.
Io non sto dentro il perimetro che vuole qualcun altro, perchè io e i lavoratori il Paese lo vogliamo cambiare più di Renzi».
Nel mirino c’è proprio il premier, il cui governo «non è vero che ha il consenso, sono balle».
Tanto è vero che «le decisioni che sta prendendo se le fa votare in Parlamento con la fiducia.
Il governo non è andato dai giovani, dai precari e dai dipendenti per sapere se erano d’accordo sul togliere lo Statuto dei lavoratori».
Intanto però si pone un problema (grosso come una casa) di rapporti tra la Fiom e la Cgil.
E ovviamente tra Maurizio Landini e Susanna Camusso.
«Siamo d’accordo sulla “coalizione sociale”, ne parliamo da tre mesi», dice il primo; ma Camusso fa sapere di non essere stata informata dell’iniziativa.
E quando Landini parla della «necessaria riforma, di un cambiamento radicale del sindacato» si capisce che ce l’ha con il segretario generale.
Il leader Fiom ricorda che è stata proprio Camusso «ad aprire a una discussione sulle nuove regole per eleggere i segretari generali a tutti i livelli.
Io penso - conclude il numero uno della Fiom - che per queste cariche bisognerebbe far votare almeno i delegati Cgil nei luoghi di lavoro, che sono l’anima del nostro sindacato».
Potrebbe essere la via giusta per conquistare la poltrona più importante del sindacato di Corso d’Italia.
Landini avvisa: io e i lavoratori cambieremo l’Italia più di Renzi
“Non faccio un partito, ma il sindacato deve essere un soggetto politico” La Cgil lo gela: non eravamo informati dell’iniziativa, da noi nessun appoggio
di Roberto Giovannini
«Ancora non mi credono - dice - non voglio creare un partito e non esco dal sindacato. Ma il sindacato deve essere un soggetto politico, deve discutere alla pari».
Maurizio Landini, intervistato da Lucia Annunziata a «In mezz’ora» ribadisce che non ha nessuna intenzione di far nascere «Podemos» in Italia attraverso la sua «coalizione sociale» anti-Renzi.
E successivamente, sentito da «La Stampa», il leader della Fiom chiarisce che il suo orizzonte è più che mai sindacale.
«Mi chiedete se voglio scalare la Cgil? Penso che sia in corso una discussione, penso anche che il sindacato debba cambiare profondamente. Ne parleremo alla Conferenza di organizzazione Cgil».
Certo che per osservatori, amici e avversari talvolta è difficile capire Landini.
Normalmente o si fa sindacato o si fa politica; ma per il capo dei metalmeccanici per «discutere alla pari» il sindacato deve agire come un soggetto politico.
A maggior ragione ora, con un governo nemico: «siamo in una situazione straordinaria - afferma - e dunque non ci si può limitare all’ordinaria amministrazione».
Il risultato è che Landini, così, può usare due «cappelli» diversi: nei prossimi giorni la Fiom (e non la «coalizione», ancora mai formalmente fondata) incontrerà le delegazioni dei partiti per illustrare le ragioni della manifestazione Fiom del 28 marzo.
La manifestazione però la Fiom l’ha «offerta alla coalizione sociale e a tutti quelli che condividono questo percorso».
Il segretario di Rifondazione Paolo Ferrero, ma non solo lui, si dice convinto che «proprio dalla piazza di Roma possa decollare il percorso verso la nascita di un vero soggetto politico.»
Ad aprile, spiega in ogni caso Landini, potrebbe esserci una giornata di «approfondimento e di studio».
In ogni caso per il leader Fiom solo «chi è in malafede tenta di descrivere questa iniziativa dentro la logica politica.
Io non sto dentro il perimetro che vuole qualcun altro, perchè io e i lavoratori il Paese lo vogliamo cambiare più di Renzi».
Nel mirino c’è proprio il premier, il cui governo «non è vero che ha il consenso, sono balle».
Tanto è vero che «le decisioni che sta prendendo se le fa votare in Parlamento con la fiducia.
Il governo non è andato dai giovani, dai precari e dai dipendenti per sapere se erano d’accordo sul togliere lo Statuto dei lavoratori».
Intanto però si pone un problema (grosso come una casa) di rapporti tra la Fiom e la Cgil.
E ovviamente tra Maurizio Landini e Susanna Camusso.
«Siamo d’accordo sulla “coalizione sociale”, ne parliamo da tre mesi», dice il primo; ma Camusso fa sapere di non essere stata informata dell’iniziativa.
E quando Landini parla della «necessaria riforma, di un cambiamento radicale del sindacato» si capisce che ce l’ha con il segretario generale.
Il leader Fiom ricorda che è stata proprio Camusso «ad aprire a una discussione sulle nuove regole per eleggere i segretari generali a tutti i livelli.
Io penso - conclude il numero uno della Fiom - che per queste cariche bisognerebbe far votare almeno i delegati Cgil nei luoghi di lavoro, che sono l’anima del nostro sindacato».
Potrebbe essere la via giusta per conquistare la poltrona più importante del sindacato di Corso d’Italia.
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Re: E’ ORA DI UNA SIRYZA ITALIANA
Ha scritto erding in altro 3D:
Non è facile pescare e scegliere tra una infinità di spunti straordinariamente rivoluzionari e densi di una vera
volontà di cambiamenti radicali e i richiami alla sostanza piuttosto che a “sogni di successo coltivati dalla vanità”
Quanto mai un papa ha incoraggiato ed invocato la partecipazione?!
“ (28) … Questo suppone che realmente stia in contatto con le famiglie e con la vita del popolo e non diventi una
struttura prolissa separata dalla gente o un gruppo di eletti che guardano solo a se stessi.” …”
Quanto sostiene erding è vero. Siamo di fronte ad una figura straordinaria di papa.
Gli italiani e Papa Francesco: indagine Demopolis a 2 anni dall’elezione
L’88% degli italiani si fida di Papa Francesco: il dato emerge da una ricerca condotta dall’Istituto Demopolis a due anni dall’elezione al Soglio Pontificio.
Questa è una congiunzione temporale straordinaria.
Sul soglio di Pietro siede Francesco che guarda al sociale. Landini si sta muovendo con movimenti che si interessano di sociale.
Non bisogna perdere questa occasione. Se l’interregno di Francesco durerà poco a causa dei suoi avversari, occorre darsi da fare, per sfruttare l’occhio benevolo al di là delle mura leonine.
Sarà difficile trovare un appoggio come questo.
Lo abbiamo constato con Giovanni XXIII. E’ dovuto passare mezzo secolo prima di incontrare un nuovo papa che guardi al sociale.
Non è facile pescare e scegliere tra una infinità di spunti straordinariamente rivoluzionari e densi di una vera
volontà di cambiamenti radicali e i richiami alla sostanza piuttosto che a “sogni di successo coltivati dalla vanità”
Quanto mai un papa ha incoraggiato ed invocato la partecipazione?!
“ (28) … Questo suppone che realmente stia in contatto con le famiglie e con la vita del popolo e non diventi una
struttura prolissa separata dalla gente o un gruppo di eletti che guardano solo a se stessi.” …”
Quanto sostiene erding è vero. Siamo di fronte ad una figura straordinaria di papa.
Gli italiani e Papa Francesco: indagine Demopolis a 2 anni dall’elezione
L’88% degli italiani si fida di Papa Francesco: il dato emerge da una ricerca condotta dall’Istituto Demopolis a due anni dall’elezione al Soglio Pontificio.
Questa è una congiunzione temporale straordinaria.
Sul soglio di Pietro siede Francesco che guarda al sociale. Landini si sta muovendo con movimenti che si interessano di sociale.
Non bisogna perdere questa occasione. Se l’interregno di Francesco durerà poco a causa dei suoi avversari, occorre darsi da fare, per sfruttare l’occhio benevolo al di là delle mura leonine.
Sarà difficile trovare un appoggio come questo.
Lo abbiamo constato con Giovanni XXIII. E’ dovuto passare mezzo secolo prima di incontrare un nuovo papa che guardi al sociale.
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Re: E’ ORA DI UNA SIRYZA ITALIANA
camillobenso ha scritto:iospero ha scritto:I
Detto questo a sinistra si può trovare un ampio spazio se incominciamo a dare una minima certezza sul futuro con il reddito minimo garantito a tutti, lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi, ma per fare questo in primo luogo bisogna avere i mezzi finanziari sufficienti e per avere questi la TRASPARENZA DI TUTTI DI FRONTE AL FISCO
diventa fondamentale ( scusate, questo è il mio chiodo fisso).
E' così difficile immaginare una società in cui tutti hanno comunque la sicurezza di non essere lasciati soli nei momenti più difficili, anche quando uno sbaglia ha la possibilità di ripartire.
La trasparenza di fronte al Fisco pone dei problemi ?
Proviamo ad entrare su di un terreno preminentemente pratico. Come se toccasse a te il compito di studiare la procedura per trasformare il sistema attuale verso quello a cui aspiri :
TRASPARENZA DI TUTTI DI FRONTE AL FISCO
Premetto che la finalità è certamente condivisibile. Ma la differenza, tra il tuo ed il mio pensiero, consiste nel fatto che per arrivare al punto da te indicato, io ci vedo una montagna di problemi che non permettono di arrivare in cima alla collina.
Negli ultimi 60 anni la società italiana è andata in direzione opposta rispetto a quanto auspichi.
Ci sono dei macigni lungo la strada che non si possono rimuovere tanto facilmente.
Prendo l’occasione di riportare il fatto della giornata, sentito al Tg7 delle 13,30.
Lavori e rolex al figlio, abito sartoriale a lui
Grandi opere, Lupi nella bufera difende Incalza
Corruzione da Tav a Expo. Quattro arrestati. Al centro il superburocrate Incalza, passato da 6 governi
L’imprenditore Perotti (in carcere) “procurò incarichi” a Luca Lupi. Il renziano Fanucci: “Fare chiarezza”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03 ... e/1509851/
Ma non c’è solo questo tipo di ostacoli che sbarrano la strada.
Un altro ad esempio, è enorme.
Non potrebbe esserci trasparenza nel fisco, se non si rimuove Mafie Spa.
Tu come faresti???
Vedi camillobenso, se non si incomincia a cambiare la direzione andremo sempre peggio
Landini afferma che la coalizione sociale comprende tutti i lavoratori, sia i dipendenti che gli autonomi o i professionisti e allora come si fa a coinvolgere gli uni ( nudi davanti al Fisco) e gli altri ( si arrangiano come vogliono) ?
Ti sembra così difficile eliminare il contante ?
le mafie troveranno altre soluzioni ? possibile, si troveranno altre risposte.
Un governo di centrosinistra/sinistra potrebbe cambiare veramente , e se tutti fossimo nudi di fronte al Fisco allora la maggioranza del paese sarebbe senz'altro di sinistra, se per sinistra intendiamo quelli che faticano per guadagnare.
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Re: E’ ORA DI UNA SIRYZA ITALIANA
Il parere di Cacciari.
La Stampa 16.3.15
Cacciari: è un simpatico tribuno ma non mette d’accordo la sinistra
“Cuperlo, Barca e Civati dovrebbero far fuori D’Alema e Bersani”
di Francesco Maesano
Massimo Cacciari sta andando a votare per le primarie veneziane. E, neanche a dirlo, non è entusiasta. «Potrebbero essere un grande strumento se ci fosse un albo degli elettori. Così invece ce le facciamo in casa. Campania, Liguria, ognuno con le proprie storture: è il bricolage più assurdo».
E l’iniziativa di Landini? L’ha entusiasmata?
«Dovrebbe?»
Lei ha rivolto un appello alla sinistra Pd perché si accordi con lui. Non sembra indifferente.
«Mica sono d’accordo con loro, che appello vuole che faccia? Dico solo che se non trovano l’accordo tra di loro che razza di opposizione fanno? Diventano patetici».
Con Landini per fare cosa?
«Innanzitutto cambiare il sindacato, garantire che al suo interno si svolga un’autentica vita democratica».
Magari proponendo una legge sulla rappresentanza sindacale?
«Forse. Purché però non la faccia Renzi sulla loro testa. Dovrebbe essere il sindacato a fare una proposta, non aspettare che dei partiti che si sono liquefatti gli dettino le regole».
Landini è la persona giusta?
«Landini mi è molto simpatico. E poi quando parla della classe operaia mi scatta una nostalgia irresistibile. Ma non ha capito che il mondo è cambiato».
In che modo?
«Il mondo prima era più semplice, ma non bisogna averne nostalgia. Fare le previsioni in questo mondo è diventato impossibile, troppe variabili, nessun valore conosciuto. ».
Non le chiediamo tanto. Pensa che finirà per candidarsi?
«Fintanto che non si mettono d’accordo tutti gli oppositori di Renzi, Landini non si muoverà».
Manca il collante?
«Ho consigliato ai miei amici Civati, Cuperlo e Barca di istituire un triumvirato per fare fuori i Bersani e i D’Alema».
Scusi, e Speranza?
«Ma dai, per carità».
Cosa gli manca?
«Ma cosa vuole? È il bersaniano che media con Renzi. Non c’è più possibilità di politiche di compromesso. La gente ha bisogno di posizioni chiare e leadership definite, i pontieri non servono più».
E cosa serve?
«L’opposizione non si fa con uno stillicidio di no a Renzi. Occorre organizzarsi in modo organico, non resistendo a chi comanda ma andando oltre chi comanda, mettendo in piedi una strategia che superi colui al quale ti opponi. Altrimenti diventa vana resistenza.
Landini ce l’ha?
«Per ora porta avanti una tipica attività tribunizia. È un tribuno della plebe, in senso romano, non dispregiativo. Poi però deve mettersi d’accordo col Senato. È depositario di un certo potere, ma da solo non basta».
Non crede che ci sia una componente di «tribunicia potestas» in tutti i nuovi leader?
«Certo! A partire da Salvini, passando per Tsipras e questi di Podemos»
Anche nel presidente del Consiglio?
«No, Renzi è un uomo di potere, un senatore fatto e finito».
Però si rivolge spesso al popolo senza intermediari.
«Vero, ma conosce tutti i giochi del Senato, li ha imparati in quattro e quattr’otto. È un animale senatorio, culturalmente diverso dal tribuno: è nato Cesare».
Tra i tribuni della plebe non ha nominato Grillo.
«Appartiene a una generazione ormai passata. Non esiste, cronologicamente parlando. I suoi in Parlamento sono destinati a sciogliersi o a rifluire su posizioni renziane».
La Stampa 16.3.15
Cacciari: è un simpatico tribuno ma non mette d’accordo la sinistra
“Cuperlo, Barca e Civati dovrebbero far fuori D’Alema e Bersani”
di Francesco Maesano
Massimo Cacciari sta andando a votare per le primarie veneziane. E, neanche a dirlo, non è entusiasta. «Potrebbero essere un grande strumento se ci fosse un albo degli elettori. Così invece ce le facciamo in casa. Campania, Liguria, ognuno con le proprie storture: è il bricolage più assurdo».
E l’iniziativa di Landini? L’ha entusiasmata?
«Dovrebbe?»
Lei ha rivolto un appello alla sinistra Pd perché si accordi con lui. Non sembra indifferente.
«Mica sono d’accordo con loro, che appello vuole che faccia? Dico solo che se non trovano l’accordo tra di loro che razza di opposizione fanno? Diventano patetici».
Con Landini per fare cosa?
«Innanzitutto cambiare il sindacato, garantire che al suo interno si svolga un’autentica vita democratica».
Magari proponendo una legge sulla rappresentanza sindacale?
«Forse. Purché però non la faccia Renzi sulla loro testa. Dovrebbe essere il sindacato a fare una proposta, non aspettare che dei partiti che si sono liquefatti gli dettino le regole».
Landini è la persona giusta?
«Landini mi è molto simpatico. E poi quando parla della classe operaia mi scatta una nostalgia irresistibile. Ma non ha capito che il mondo è cambiato».
In che modo?
«Il mondo prima era più semplice, ma non bisogna averne nostalgia. Fare le previsioni in questo mondo è diventato impossibile, troppe variabili, nessun valore conosciuto. ».
Non le chiediamo tanto. Pensa che finirà per candidarsi?
«Fintanto che non si mettono d’accordo tutti gli oppositori di Renzi, Landini non si muoverà».
Manca il collante?
«Ho consigliato ai miei amici Civati, Cuperlo e Barca di istituire un triumvirato per fare fuori i Bersani e i D’Alema».
Scusi, e Speranza?
«Ma dai, per carità».
Cosa gli manca?
«Ma cosa vuole? È il bersaniano che media con Renzi. Non c’è più possibilità di politiche di compromesso. La gente ha bisogno di posizioni chiare e leadership definite, i pontieri non servono più».
E cosa serve?
«L’opposizione non si fa con uno stillicidio di no a Renzi. Occorre organizzarsi in modo organico, non resistendo a chi comanda ma andando oltre chi comanda, mettendo in piedi una strategia che superi colui al quale ti opponi. Altrimenti diventa vana resistenza.
Landini ce l’ha?
«Per ora porta avanti una tipica attività tribunizia. È un tribuno della plebe, in senso romano, non dispregiativo. Poi però deve mettersi d’accordo col Senato. È depositario di un certo potere, ma da solo non basta».
Non crede che ci sia una componente di «tribunicia potestas» in tutti i nuovi leader?
«Certo! A partire da Salvini, passando per Tsipras e questi di Podemos»
Anche nel presidente del Consiglio?
«No, Renzi è un uomo di potere, un senatore fatto e finito».
Però si rivolge spesso al popolo senza intermediari.
«Vero, ma conosce tutti i giochi del Senato, li ha imparati in quattro e quattr’otto. È un animale senatorio, culturalmente diverso dal tribuno: è nato Cesare».
Tra i tribuni della plebe non ha nominato Grillo.
«Appartiene a una generazione ormai passata. Non esiste, cronologicamente parlando. I suoi in Parlamento sono destinati a sciogliersi o a rifluire su posizioni renziane».
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Re: E’ ORA DI UNA SIRYZA ITALIANA
iospero scrive: " La trasparenza di fronte al Fisco pone dei problemi ? "
camillobenso scrive: "Proviamo ad entrare su di un terreno preminentemente pratico. ... TRASPARENZA DI TUTTI DI FRONTE AL FISCO ...Tu come faresti???"
Io, in verità, non ho capito nemmeno il senso di 'trasparenza di tutti di fronte al fisco'.
Chiedere la trasparenza come atto volontario significa forse chiedere che ciascuno dichiari il suo vero reddito?
Mi pare che sia come chiedere agli assassini di non negare, ma di autodenunciarsi.
Teoricamente già c'è: ciascun cittadino ogni anno deve presentare la dichiarazione dei redditi. Per i dipendenti che non hanno altro da dichiarare, vale il CUD del datore di lavoro.
Solo che ci sono i furbi, e quindi è il fisco che indaga con diversi strumenti.
cardif
camillobenso scrive: "Proviamo ad entrare su di un terreno preminentemente pratico. ... TRASPARENZA DI TUTTI DI FRONTE AL FISCO ...Tu come faresti???"
Io, in verità, non ho capito nemmeno il senso di 'trasparenza di tutti di fronte al fisco'.
Chiedere la trasparenza come atto volontario significa forse chiedere che ciascuno dichiari il suo vero reddito?
Mi pare che sia come chiedere agli assassini di non negare, ma di autodenunciarsi.
Teoricamente già c'è: ciascun cittadino ogni anno deve presentare la dichiarazione dei redditi. Per i dipendenti che non hanno altro da dichiarare, vale il CUD del datore di lavoro.
Solo che ci sono i furbi, e quindi è il fisco che indaga con diversi strumenti.
cardif
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