Oremus fratres
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Oremus fratres
Una sala, dal soffitto alto, sotto il quale siede composta una ventina di persone - insomma una chiesa.
Dall'altare un officiante legge brani di vangelo, ascoltato con silente devozione da coloro che siedono nei banchi.
Di tanto in tanto, l'officiante intercala la lettura con l'esortazione: "oremus fratres", seguito da un obbediente mormorio, che s'interrompe quando l'officiante propone in brano evangelico successivo...
Dall'altare un officiante legge brani di vangelo, ascoltato con silente devozione da coloro che siedono nei banchi.
Di tanto in tanto, l'officiante intercala la lettura con l'esortazione: "oremus fratres", seguito da un obbediente mormorio, che s'interrompe quando l'officiante propone in brano evangelico successivo...
Eravamo giovani, eravamo arroganti, eravamo ridicoli, eravamo eccessivi, eravamo avventati. Eravamo bandiere rosse. E avevamo ragione.
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Re: Oremus fratres
Mi fai ricordare le funzioni settimanali (di mercoledì), che frequentavo in questo periodo con mia nonna per prepararci alla festività di San Giuseppe.Rom ha scritto:l'officiante intercala la lettura con l'esortazione: "oremus fratres", seguito da un obbediente mormorio, che s'interrompe quando l'officiante propone in brano evangelico successivo...
Una volta ho fatto pure il chierichetto (con la gioia di mia madre).
Allora si sentivano solo frasi in latino (quasi bisbigliate) e i fedeli restituivano in latino altre frasi senza percepirne il senso (almeno io).
Mi sembra che l'intercalare (forse per accorciare) si fermasse solo ad "Oremus" ... il termine "fratres" non lo ricordo, non l'avrei sentito o, forse, non è mai stato pronunciato per non lasciare intendere comunità ed uguaglianza con il prete?
Se fosse così, tu ti devi ritenere fortunato ad avere avuto un prete "a portata di mano".
Una risposta dei fedeli nei "mercoledì di San Giuseppe" (nella Chiese dell'Annunziata) la ricordo tuttora, dopo circa 57 anni: era una cantilena in un misto dialetto ...
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Re: Oremus fratres
A meno che hai avuto a che fare con un frate e non con prete.iafran ha scritto:Se fosse così, tu ti devi ritenere fortunato ad avere avuto un prete "a portata di mano".Rom ha scritto: l'officiante intercala la lettura con l'esortazione: "oremus fratres", seguito da un obbediente mormorio, che s'interrompe quando l'officiante propone in brano evangelico successivo...
Quasi tutti i monaci si sentono fratelli di tutti, simili con simili ... oserei direi di sinistra ("comunisti", va!); i preti (almeno molti di quelli che io ho conosciuto), invece, venivano (e vengono) facilmente associati al pulpito, alla predica dominicale ed alla classica frase (politica): "fate quel che vi dico, non fate quel che faccio!"
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Re: Oremus fratres
Rom ha scritto:Una sala, dal soffitto alto, sotto il quale siede composta una ventina di persone - insomma una chiesa.
Dall'altare un officiante legge brani di vangelo, ascoltato con silente devozione da coloro che siedono nei banchi.
Di tanto in tanto, l'officiante intercala la lettura con l'esortazione: "oremus fratres", seguito da un obbediente mormorio, che s'interrompe quando l'officiante propone in brano evangelico successivo...
Immagino che, con questo post, tu volessi paragonare questo forum ad una chiesa, dove si leggono gli Atti degli apostoli, e si borbotta qualcosa tra le pieghe del rito ufficiale.
Ho l’impressione che nessuno abbia colto il sarcasmo della tua similitudine, a conferma della passività generale, nella quale affoga qualsiasi stimolo o provocazione.
Io non riesco più ad aver voglia di scrivere, ma forse non dipende dalla forma forum. C’è qualcosa di più paralizzante nell’atmosfera politica del momento, e forse è questa la cosa che andrebbe indagata, in una fase in cui si propaganda il cambiamento e la svolta.
Non so voi, ma io annaspo sempre più in una sensazione di paralisi, come se il cambiamento non ci riguardasse, come se tutto si giocasse altrove, e nessuno potesse interloquire: un cambiamento concesso, “octroyè”, come gli statuti e le costituzioni d’altri tempi.
Anche l’opposizione di sinistra sembra non avere armi riconosciute, si parla di “coalizioni sociali” come a sconfessare la capacità dei partiti nel rispondere ai bisogni sociali.
Nel secondo millennio, pare che occorra un gruppo di pressione esterno alle istituzioni per fare in modo che alcune priorità rientrino nell’Agenda istituzionale.
C’è qualcosa di innaturale in questo meccanismo, e la prima cosa da fare dovrebbe essere proprio ripensare l’idea di partito, né chiesa né autobus elettorale.
La rappresentanza o coalizione sociale di Landini si è sempre chiamata partito, e se si sente il bisogno di cambiargli nome, forse significa che nell’idea e nella pratica italiana di partito c’è un insopportabile limite di inclusione ed una opacità di intenti che alimenta sfiducia e disaffezione.
In pratica, è in crisi il sistema di rappresentanza democratica, e neanche il migliore dei sistemi elettorali può porre rimedio all’insoddisfazione degli elettori rispetto ai meccanismi decisionali dei partiti.
Potremmo parlare di questo, tra una lettura e l’altra.
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Re: Oremus fratres
Tra poco non ci sarà più la crisi del sistema, perché non ci sarà più il sistema di rappresentanza democratica.E.T. ha scritto:In pratica, è in crisi il sistema di rappresentanza democratica
Sì, gli italiani voteranno, ma solo per Renzi o Renzi o Grillo o Berlusconi o Salvini. E questo non è rappresentanza democratica, è l'affidamento per fiducia del potere decisionale nelle mani di uno.
In prima lettura non ne avevo capito il senso, ma penso che sia proprio quella data da E.T. l'interpretazione dell'argomento proposto da Rom.
mhmhmhmh
cardif
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Re: Oremus fratres
Forse non ci sono riuscito, ma non avevo alcuna intenzione di prendere spunto per parlare solo delle mie esperienze infantili ... nella parrocchia dell'Annunziata del mio paese.E.T. ha scritto:Immagino che, con questo post, tu volessi paragonare questo forum ad una chiesa, dove si leggono gli Atti degli apostoli, e si borbotta qualcosa tra le pieghe del rito ufficiale.
Ho l’impressione che nessuno abbia colto il sarcasmo della tua similitudine, a conferma della passività generale, nella quale affoga qualsiasi stimolo o provocazione.
Ah cardif, anche con te ho fallito!cardif ha scritto:In prima lettura non ne avevo capito il senso
Io toglierei il "forse" per la distanza che la classe egemone (diventata "casta") mantiene ed allunga non soltanto con i cittadini ma con i suoi stessi elettori.E.T. ha scritto:La rappresentanza o coalizione sociale di Landini si è sempre chiamata partito, e se si sente il bisogno di cambiargli nome, forse significa che nell’idea e nella pratica italiana di partito c’è un insopportabile limite di inclusione ed una opacità di intenti che alimenta sfiducia e disaffezione.
Anche un cieco si accorgerebbe che dopo l'esito delle elezioni i "rappresentanti politici" vanno per la loro strada a pensare alla grande (opere o riforme ineluttabili per i propri arricchimenti sottobanco) e i cittadini rimangono dove erano, alla mercé di "lor signori", ad assistere alla demolizione delle conquiste sociali ed a ripianare il deficit nei conti pubblici.
Come singoli cittadini penso che non possiamo minimamente incidere a cambiare l'attuale forma assunta dai partiti-cartelli elettorali "ad personam" (o, meglio "per la cricca"), né a far funzionare le sezioni, che non riaprono nemmeno durante il periodo elettorale (per il ruolo assunto dalle televisioni).
Possiamo, invece, discutere ed aspirare a manifestare un po' di forza politica come frequentatori di forum.
Chiunque può collegarsi e percepire quel passa per la mente dell'italiano medio. Gratuitamente e senza pagare indagini demoscopiche per tastare l'umore della gente.
Io attribuisco molta importanza ad un forum (per fare sapere il mio pensiero mi faccio venire la voglia di scriverci) e farei di tutto per impreziosirlo di critiche e di aspettative.
Il forum rimane, al momento, l'unico mezzo per far parlare la gente (per volontà dei nostri "rappresentanti politici").
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Re: Oremus fratres
CIAO a tutti.
Mi sembra sia una classica situazione in cui ci si trova ad una certa età, non per niente tempo fa avevo aperto con un titolo " possiamo dichiarare l'anno di nascita ?"
scrive E.T
Non so voi, ma io annaspo sempre più in una sensazione di paralisi, come se il cambiamento non ci riguardasse, come se tutto si giocasse altrove, e nessuno potesse interloquire: un cambiamento concesso, “octroyè”, come gli statuti e le costituzioni d’altri tempi.
Anche l’opposizione di sinistra sembra non avere armi riconosciute, si parla di “coalizioni sociali” come a sconfessare la capacità dei partiti nel rispondere ai bisogni sociali.
Mi sembra sia una classica situazione in cui ci si trova ad una certa età, non per niente tempo fa avevo aperto con un titolo " possiamo dichiarare l'anno di nascita ?"
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Re: Oremus fratres
(Forse, sono OT per l'argomento di Rom ... ma non sapevo dove postarlo)
I grossi "boiardi di Stato", invece, sono lì, nei posti di comando, per genuflettersi, assecondare ed amalgamarsi alla figura ed alle decisioni del "leader vittorioso tuttofare" finendo per creare problemi inimmaginabili per la gestione dello Stato al loro caro Matteo (che non avrà sonni tranquilli quando dovrà realizzare le sue promesse verbali).
Ferruccio Sansa ne fa un editoriale al limite del farsesco, non tanto irreale, però, viste le aspirazioni ed il conformismo di quelli che lo accettano (e lo preservano).
. . . . . .
Povero Renzi, troppo amato di Ferruccio Sansa (Il Fatto Quotidiano 16.03.2015)
Il sondaggio parlava chiaro: il 99% degli italiani erano renziani. Matteo Renzi si aggirava per i corridoi di palazzo Chigi con le mani screpolate, quasi sanguinanti, tanto se le era sfregate.
Qualche dubbio poteva sussistere, pure i sondaggisti erano renziani.
Un tarlo comunque lo rodeva: chi era quell’uno per cento che si ostinava a resistere?
Ma qui il principe si fermava, cominciava a intravvedere all’orizzonte il vero ostacolo: se tutti gli italiani erano diventati renziani, come fare per sceglierne uno piuttosto che un altro?
Sulla scrivania ecco il foglio per la nomina del nuovo amministratore Rai. Era tutto pronto, mancava solo il nome. Ma chi premiare, se tutti stavano dalla sua parte? Il più ossequioso, il più obbediente, il sostenitore di più lungo corso? Scartò il più capace, gli pareva che la scelta potesse nascondere delle insidie. No, non riusciva a decidere, prese il telefono per chiedere consiglio agli uomini di cui si fidava di più. Ma di nuovo si arrestò. Gli avrebbero dato ragione, tutti, comunque, perché erano senza eccezione renziani. Erano d’accordo con il capo, più d’accordo di quando non fosse lui stesso.
Non andò meglio quando pensò di scegliere i responsabili dei tg: Rai1, vabbé, era il canale filo-governativo. Ma Rai2, l’emittente dell’opposizione? Stava per chiedere a Verdini, ma si fermò. Renziano pure lui. E Rai3? Gli veniva quasi da rimpiangere i vecchi tempi del pentapartito, le trattative, il tentativo di ogni partito di mettere il proprio uomo. Ma adesso? Di sinistra, destra, centro, erano tutti renziani.
Lanciò via dalla scrivania i fascicoli con le altre pratiche: Ferrovie, Poste, Finmeccanica.
Niente da fare. Era sempre lì. E i grandi quotidiani? D’accordo, non era compito suo, in teoria. Ma cambiava poco: tutti renziani. Quello che aveva scritto libri con lui, l’altro che gli aveva dedicato un’agiografia (troppo, perfino per lui?) o magari il cantore del neo-ottimismo (renziano).
Scese in cucina, aprì il frigo: che cosa di meglio di un po' di squacquerone di Eataly, renziano doc. Accese la televisione, una piccola distrazione - anche il premier ne ha bisogno ora che non ci sono più i bunga bunga - ecco il solito talk show: due signori che litigano a chi è più renziano. L’argomento? Che importa.
Ah, c’è la gara della Ferrari. Ecco Marchionne ed Elkann. Renziani pure loro, renziana anche la Ferrari.
Era quasi tentato di rimpiangere quelle serate passate da ragazzo a chiacchierare “a cinci sciolto”, nei bar di Firenze. Qualcuno allora c’era che lo contraddiceva. A volte si ritrovava solo. Contro tutti. Già con quel suo carattere un filino arrogante. Bastiancontrario, proprio come adesso.
Fu allora che capì: c’era davvero quell’uno su cento che non li sopportava più tutti quei renziani leccaculo. Era proprio lui.
L'insopportabile limite di inclusione nei partiti (suppongo) viene percepita solo dai comuni cittadini. Questi (quali nuovi "poveri cristi") avvertono anche l'opacità di intenti di "lor signori" per la collettività, rimanendone sfiduciati e disaffezionati.E.T. ha scritto:La rappresentanza o coalizione sociale di Landini si è sempre chiamata partito, e se si sente il bisogno di cambiargli nome, forse significa che nell’idea e nella pratica italiana di partito c’è un insopportabile limite di inclusione ed una opacità di intenti che alimenta sfiducia e disaffezione.
I grossi "boiardi di Stato", invece, sono lì, nei posti di comando, per genuflettersi, assecondare ed amalgamarsi alla figura ed alle decisioni del "leader vittorioso tuttofare" finendo per creare problemi inimmaginabili per la gestione dello Stato al loro caro Matteo (che non avrà sonni tranquilli quando dovrà realizzare le sue promesse verbali).
Ferruccio Sansa ne fa un editoriale al limite del farsesco, non tanto irreale, però, viste le aspirazioni ed il conformismo di quelli che lo accettano (e lo preservano).
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Povero Renzi, troppo amato di Ferruccio Sansa (Il Fatto Quotidiano 16.03.2015)
Il sondaggio parlava chiaro: il 99% degli italiani erano renziani. Matteo Renzi si aggirava per i corridoi di palazzo Chigi con le mani screpolate, quasi sanguinanti, tanto se le era sfregate.
Qualche dubbio poteva sussistere, pure i sondaggisti erano renziani.
Un tarlo comunque lo rodeva: chi era quell’uno per cento che si ostinava a resistere?
Ma qui il principe si fermava, cominciava a intravvedere all’orizzonte il vero ostacolo: se tutti gli italiani erano diventati renziani, come fare per sceglierne uno piuttosto che un altro?
Sulla scrivania ecco il foglio per la nomina del nuovo amministratore Rai. Era tutto pronto, mancava solo il nome. Ma chi premiare, se tutti stavano dalla sua parte? Il più ossequioso, il più obbediente, il sostenitore di più lungo corso? Scartò il più capace, gli pareva che la scelta potesse nascondere delle insidie. No, non riusciva a decidere, prese il telefono per chiedere consiglio agli uomini di cui si fidava di più. Ma di nuovo si arrestò. Gli avrebbero dato ragione, tutti, comunque, perché erano senza eccezione renziani. Erano d’accordo con il capo, più d’accordo di quando non fosse lui stesso.
Non andò meglio quando pensò di scegliere i responsabili dei tg: Rai1, vabbé, era il canale filo-governativo. Ma Rai2, l’emittente dell’opposizione? Stava per chiedere a Verdini, ma si fermò. Renziano pure lui. E Rai3? Gli veniva quasi da rimpiangere i vecchi tempi del pentapartito, le trattative, il tentativo di ogni partito di mettere il proprio uomo. Ma adesso? Di sinistra, destra, centro, erano tutti renziani.
Lanciò via dalla scrivania i fascicoli con le altre pratiche: Ferrovie, Poste, Finmeccanica.
Niente da fare. Era sempre lì. E i grandi quotidiani? D’accordo, non era compito suo, in teoria. Ma cambiava poco: tutti renziani. Quello che aveva scritto libri con lui, l’altro che gli aveva dedicato un’agiografia (troppo, perfino per lui?) o magari il cantore del neo-ottimismo (renziano).
Scese in cucina, aprì il frigo: che cosa di meglio di un po' di squacquerone di Eataly, renziano doc. Accese la televisione, una piccola distrazione - anche il premier ne ha bisogno ora che non ci sono più i bunga bunga - ecco il solito talk show: due signori che litigano a chi è più renziano. L’argomento? Che importa.
Ah, c’è la gara della Ferrari. Ecco Marchionne ed Elkann. Renziani pure loro, renziana anche la Ferrari.
Era quasi tentato di rimpiangere quelle serate passate da ragazzo a chiacchierare “a cinci sciolto”, nei bar di Firenze. Qualcuno allora c’era che lo contraddiceva. A volte si ritrovava solo. Contro tutti. Già con quel suo carattere un filino arrogante. Bastiancontrario, proprio come adesso.
Fu allora che capì: c’era davvero quell’uno su cento che non li sopportava più tutti quei renziani leccaculo. Era proprio lui.
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Re: Oremus fratres
Non credo. Qualunque cosa si dica o si pensi, avviene sempre a una "certa età", o magari una stagione dell'anno: una volta può essere attribuito alla gioventù, una volta alla vecchiaia, un'altra alla malinconia autunnale o all'effervescenza primaverile, o a quello che abbiamo mangiato a pranzo, o alla maggiore o minore attività sessuale.iospero ha scritto: Mi sembra sia una classica situazione in cui ci si trova ad una certa età, non per niente tempo fa avevo aperto con un titolo " possiamo dichiarare l'anno di nascita ?"
A meno che dimostriamo - è possibile, certo - che uno specifico concetto sia legato al momento o all'età, o ai peperoni cucinati da nonna.
Concetti come quelli espressi da ET sono simili a ciò che leggiamo sugli articoli che sono generosamente citati in questo forum: non mi sembra che ci si preoccupi di rintracciare il loro significato nella data di nascita dei loro autori - anche se, per la verità, non mi sembra che del significato si discuta, tout court.
Eravamo giovani, eravamo arroganti, eravamo ridicoli, eravamo eccessivi, eravamo avventati. Eravamo bandiere rosse. E avevamo ragione.
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- Iscritto il: 29/01/2015, 12:46
Re: Oremus fratres
Ovviamente, condivido l'importanza e il valore di un forum, specialmnte per quanto riguarda la possibilità di far parlare la "gente": far parlare, ragionare, esprimere le proprie idee, dimostrando che la "gente" non è solo quella capace di fischiare o applaudire.iafran ha scritto: Possiamo, invece, discutere ed aspirare a manifestare un po' di forza politica come frequentatori di forum.
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Io attribuisco molta importanza ad un forum (per fare sapere il mio pensiero mi faccio venire la voglia di scriverci) e farei di tutto per impreziosirlo di critiche e di aspettative.
Il forum rimane, al momento, l'unico mezzo per far parlare la gente (per volontà dei nostri "rappresentanti politici").
Tuttavia, proprio per questo, non posso fare a meno di notare che chi si collega a questo forum ha soprattutto la possibilità di "percepire" quello che passa per le pagine del Fatto e di altri giornali, altrettanto gratuitamente disponibili sul web - ennesima possibilità di "far parlare" i giornalisti, più che "la gente".
Noi, qui, come parte della "gente", mostriamo più che altro quello che ci passa per la testa attraverso la scelta di quello che leggiamo, sotto il che mettiamo una sorta di "mi piace", come si fa su Facebook.
Eravamo giovani, eravamo arroganti, eravamo ridicoli, eravamo eccessivi, eravamo avventati. Eravamo bandiere rosse. E avevamo ragione.
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