Diario della caduta di un regime.
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Re: Diario della caduta di un regime.
Lupi e Incalza? Burocrazia parassitaria dominante da 40 anni”. Intervista a Giorgio Galli
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Nulla di cui stupirci. Niente di nuovo. E’ l’opinione del politologo Giorgio Galli sullo scandalo che ha portato il ministro delle Infrastrutture ad annunciare le dimissioni dopo che la procura di Firenze aveva fatto arrestare il megaburocrate Ettore Incalza insieme ad altre quattro persone per gli appalti nelle grandi opere.
Anzi, leggendo il suo ultimo libro, ‘Il golpe invisibile‘ (Kaos edizioni, 2015) si ha l’impressione che il sistema decennale di cui parlano gli inquirenti sia nella tradizione di un Paese che secondo Galli è dominato da una borghesia finanziario-speculativa e un ceto burocratico-parassitario che avrebbe “saccheggiato l’Italia repubblicana fino a vanificare lo stato di diritto”.
Evoluzione di un “familismo amorale” che negli anni ’70, complice una crescita economica che inaugura l’inesorabile parabola discendente, non troverà più argini, tra gli errori e la timidezza riformatrice del Pci e un’elefantiaca Democrazia cristiana “già in buona parte cannibalizzata dai ceti predatori”.
Verrà poi Craxi e seguirà il ventennio di Berlusconi, secondo il politologo la “perfetta espressione di una politica che alla burocrazia parassitaria e alla finanza speculativa ha deciso di dare piena rappresentanza”. Nella ricostruzione di quattro decenni, Galli parla di una vera e propria cultura alternativa a un civismo che in Italia non trova dimora, se non nell’azione di alcuni uomini: osteggiati, esclusi, a volte eliminati. “E’ quella cultura, quel familismo amorale, che fa dire a Lupi le cose che abbiamo sentito”, spiega Galli: “Perché difendere il sistema, i propri interessi e quelli dei familiari è l’unico modo che conoscono di amministrare la cosa pubblica”.
Un destino che conduce fino a Matteo Renzi, descritto nel libro a partire dagli esordi, affari di famiglia compresi. Come i guai con la giustizia per non aver concesso un co.co.co. ai 500 strilloni che vendevano i quotidiani distribuiti dalle società dei Renzi.
“Il padre Tiziano appartiene al ceto burocratico-parassitario”, afferma Galli senza alcun dubbio, e sul figlio premier aggiunge: “Dovesse accorgersi che il suo potere è a rischio, perché la crisi e il disagio diventano tali da trasformarsi in protesta e da esigere risposte, Renzi potrebbe decidere di attribuirsi un ruolo che non sia quello del gestore dell’impoverimento italiano”
di Franz Baraggino, riprese e montaggio di Matteo Fiacchino
Il libro verrà presentato OGGI venerdì 20 marzo a Milano alle 18.30 alla Sala Cinema della Società Umanitaria, a discuterne insieme all’autore interverranno Peter Gomez, direttore de ilfattoquotidiano.it, Armando Massarenti, responsabile del supplemento culturale de Il Sole-24 Ore-Domenica e Sergio Rizzo, editorialista del Corriere della Sera
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/03/ ... li/351459/
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Nulla di cui stupirci. Niente di nuovo. E’ l’opinione del politologo Giorgio Galli sullo scandalo che ha portato il ministro delle Infrastrutture ad annunciare le dimissioni dopo che la procura di Firenze aveva fatto arrestare il megaburocrate Ettore Incalza insieme ad altre quattro persone per gli appalti nelle grandi opere.
Anzi, leggendo il suo ultimo libro, ‘Il golpe invisibile‘ (Kaos edizioni, 2015) si ha l’impressione che il sistema decennale di cui parlano gli inquirenti sia nella tradizione di un Paese che secondo Galli è dominato da una borghesia finanziario-speculativa e un ceto burocratico-parassitario che avrebbe “saccheggiato l’Italia repubblicana fino a vanificare lo stato di diritto”.
Evoluzione di un “familismo amorale” che negli anni ’70, complice una crescita economica che inaugura l’inesorabile parabola discendente, non troverà più argini, tra gli errori e la timidezza riformatrice del Pci e un’elefantiaca Democrazia cristiana “già in buona parte cannibalizzata dai ceti predatori”.
Verrà poi Craxi e seguirà il ventennio di Berlusconi, secondo il politologo la “perfetta espressione di una politica che alla burocrazia parassitaria e alla finanza speculativa ha deciso di dare piena rappresentanza”. Nella ricostruzione di quattro decenni, Galli parla di una vera e propria cultura alternativa a un civismo che in Italia non trova dimora, se non nell’azione di alcuni uomini: osteggiati, esclusi, a volte eliminati. “E’ quella cultura, quel familismo amorale, che fa dire a Lupi le cose che abbiamo sentito”, spiega Galli: “Perché difendere il sistema, i propri interessi e quelli dei familiari è l’unico modo che conoscono di amministrare la cosa pubblica”.
Un destino che conduce fino a Matteo Renzi, descritto nel libro a partire dagli esordi, affari di famiglia compresi. Come i guai con la giustizia per non aver concesso un co.co.co. ai 500 strilloni che vendevano i quotidiani distribuiti dalle società dei Renzi.
“Il padre Tiziano appartiene al ceto burocratico-parassitario”, afferma Galli senza alcun dubbio, e sul figlio premier aggiunge: “Dovesse accorgersi che il suo potere è a rischio, perché la crisi e il disagio diventano tali da trasformarsi in protesta e da esigere risposte, Renzi potrebbe decidere di attribuirsi un ruolo che non sia quello del gestore dell’impoverimento italiano”
di Franz Baraggino, riprese e montaggio di Matteo Fiacchino
Il libro verrà presentato OGGI venerdì 20 marzo a Milano alle 18.30 alla Sala Cinema della Società Umanitaria, a discuterne insieme all’autore interverranno Peter Gomez, direttore de ilfattoquotidiano.it, Armando Massarenti, responsabile del supplemento culturale de Il Sole-24 Ore-Domenica e Sergio Rizzo, editorialista del Corriere della Sera
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/03/ ... li/351459/
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Re: Diario della caduta di un regime.
https://www.youtube.com/watch?v=0rgCZni20CQ
Di Battista ad Agon Channel viene "torchiato" da Luisella Costamagna.
Ciao
Paolo11
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Re: Diario della caduta di un regime.
21 MAR 2015 12:23
- NCD È PRONTA AD ESPLODERE. CON LE DIMISSIONI DI LUPI, CESTINATO COME UN KLEENEX DA ALFANO, IL PARTITO PERDE POTERE: IL CIELLINO NON VERRÀ SOSTITUITO CON UN ALTRO NCD
– LA RIVOLTA DELLA DE GIROLAMO – LA BARCA AFFONDA E LA LORENZIN VOLA VERSO IL PD
Nunzia De Girolamo sull’ipotesi di lasciare la sua carica di capogruppo a Lupi dice: «La cosa mi fa sorridere, mi sarei aspettata le dimissioni di sottosegretari Pd inquisiti e invece mi ritroverei a dare le mie... Ncd per come è stata è morta. Io non andrò mai con Renzi pur di salvare la poltrona». È una coltellata ad Alfano...
Amedeo La Mattina per La Stampa
Ncd è una piccola pentola a pressione pronta ad esplodere. Con le dimissioni di Lupi è a un bivio che costringere Alfano a scegliere, dopo avere mollato l’ex ministro per le Infrastrutture. L’esplosione del partito dei centristi, che assomiglia sempre di più a una corrente del Pd, sarà alimentata dal forte ridimensionamento nel governo: Lupi non verrà sostituito nel dicastero di via Nomentana con un altro esponente di Ncd e Alfano dovrà spiegare a dirigenti e truppe il continuo piegarsi al premier.
Di questa esplosione se ne sentiranno i primi boati oggi a Rivisondoli, dove la fondazione Magna Carta di Quagliariello ha organizzato una due giorni dedicata alla formazione dei giovani. Ma l’argomento vero sarà un altro. Ci saranno anche Lupi e Alfano.
LUPI D E IL VICEPREMIER E MINISTRO DEGLI INTERNI ANGELINO ALFANO
Il tema non è l’uscita dal governo ma come si sta nel governo e la prospettiva di centrodestra. «Ora più che mai - osserva il viceministro della Giustizia Enrico Costa - bisogna aprire una riflessione vera sulla nostra capacità di incidere, altrimenti diventeremo sempre più residuali». La cartina di tornasole saranno le alleanze regionali, a partire dalla Campania. Alfano non ha deciso se ascoltare la sirena renziana di stringere intese con il Pd oppure fare accordi con Fi.
de girolamo alfano interna new
Nunzia De Girolamo è a favore di quest’ultima soluzione e sull’ipotesi di lasciare la sua carica di capogruppo a Lupi dice: «La cosa mi fa sorridere, mi sarei aspettata le dimissioni di sottosegretari Pd inquisiti e invece mi ritroverei a dare le mie... Siamo a un bivio: o ricostruiamo il centrodestra o ci consegniamo al partito della Nazione. Ncd per come è stata è morta. Io non andrò mai con Renzi pur di salvare la poltrona». È una coltellata ad Alfano.
De Girolamo, che già da settimane rischiava di essere sostituita da Dorina Bianchi di osservanza alfaniana, è ormai con un piede fuori da Ncd e in prospettiva lo è anche Lupi, che non ha alcuna fretta di occupare il posto di capogruppo o di coordinatore del partito.
Se il braccio di ferro sulle alleanze regionali dovesse essere vinto da Renzi, chiudendo ogni prospettiva con Berlusconi, Lupi è pronto a costruire un’area moderata fuori dall’attuale maggioranza. In ogni caso il suo obiettivo è ricostruire il centrodestra. Banco di prova potrebbe essere la sua candidatura a sindaco di Milano. Non è un caso che Maria Stella Gelmini non abbia escluso questa ipotesi.
Lorenzin verso il Pd?
I renziani di Ncd come il sottosegretario Castiglione, uomo forte di Alfano in Sicilia, si battono per evitare tensioni nel governo. E il ministro Lorenzin sarebbe pure pronta a passare con ilpD
- NCD È PRONTA AD ESPLODERE. CON LE DIMISSIONI DI LUPI, CESTINATO COME UN KLEENEX DA ALFANO, IL PARTITO PERDE POTERE: IL CIELLINO NON VERRÀ SOSTITUITO CON UN ALTRO NCD
– LA RIVOLTA DELLA DE GIROLAMO – LA BARCA AFFONDA E LA LORENZIN VOLA VERSO IL PD
Nunzia De Girolamo sull’ipotesi di lasciare la sua carica di capogruppo a Lupi dice: «La cosa mi fa sorridere, mi sarei aspettata le dimissioni di sottosegretari Pd inquisiti e invece mi ritroverei a dare le mie... Ncd per come è stata è morta. Io non andrò mai con Renzi pur di salvare la poltrona». È una coltellata ad Alfano...
Amedeo La Mattina per La Stampa
Ncd è una piccola pentola a pressione pronta ad esplodere. Con le dimissioni di Lupi è a un bivio che costringere Alfano a scegliere, dopo avere mollato l’ex ministro per le Infrastrutture. L’esplosione del partito dei centristi, che assomiglia sempre di più a una corrente del Pd, sarà alimentata dal forte ridimensionamento nel governo: Lupi non verrà sostituito nel dicastero di via Nomentana con un altro esponente di Ncd e Alfano dovrà spiegare a dirigenti e truppe il continuo piegarsi al premier.
Di questa esplosione se ne sentiranno i primi boati oggi a Rivisondoli, dove la fondazione Magna Carta di Quagliariello ha organizzato una due giorni dedicata alla formazione dei giovani. Ma l’argomento vero sarà un altro. Ci saranno anche Lupi e Alfano.
LUPI D E IL VICEPREMIER E MINISTRO DEGLI INTERNI ANGELINO ALFANO
Il tema non è l’uscita dal governo ma come si sta nel governo e la prospettiva di centrodestra. «Ora più che mai - osserva il viceministro della Giustizia Enrico Costa - bisogna aprire una riflessione vera sulla nostra capacità di incidere, altrimenti diventeremo sempre più residuali». La cartina di tornasole saranno le alleanze regionali, a partire dalla Campania. Alfano non ha deciso se ascoltare la sirena renziana di stringere intese con il Pd oppure fare accordi con Fi.
de girolamo alfano interna new
Nunzia De Girolamo è a favore di quest’ultima soluzione e sull’ipotesi di lasciare la sua carica di capogruppo a Lupi dice: «La cosa mi fa sorridere, mi sarei aspettata le dimissioni di sottosegretari Pd inquisiti e invece mi ritroverei a dare le mie... Siamo a un bivio: o ricostruiamo il centrodestra o ci consegniamo al partito della Nazione. Ncd per come è stata è morta. Io non andrò mai con Renzi pur di salvare la poltrona». È una coltellata ad Alfano.
De Girolamo, che già da settimane rischiava di essere sostituita da Dorina Bianchi di osservanza alfaniana, è ormai con un piede fuori da Ncd e in prospettiva lo è anche Lupi, che non ha alcuna fretta di occupare il posto di capogruppo o di coordinatore del partito.
Se il braccio di ferro sulle alleanze regionali dovesse essere vinto da Renzi, chiudendo ogni prospettiva con Berlusconi, Lupi è pronto a costruire un’area moderata fuori dall’attuale maggioranza. In ogni caso il suo obiettivo è ricostruire il centrodestra. Banco di prova potrebbe essere la sua candidatura a sindaco di Milano. Non è un caso che Maria Stella Gelmini non abbia escluso questa ipotesi.
Lorenzin verso il Pd?
I renziani di Ncd come il sottosegretario Castiglione, uomo forte di Alfano in Sicilia, si battono per evitare tensioni nel governo. E il ministro Lorenzin sarebbe pure pronta a passare con ilpD
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Re: Diario della caduta di un regime.
Ma questa quanta fortuna ha? Con una semplice maturità classica diventa ministra della Sanità senza alcuna competenza, solo per accordi politici.camillobenso ha scritto: Lorenzin verso il Pd?
E il Pd la riceverebbe come un pezzo forte? Se è così, questa nota andrebbe ripetuta pure in Quo vadis PD
Da wikipedia:
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Si avvicina alla politica aderendo al movimento giovanile di Forza Italia nel Lazio nel 1996.
Intraprende la carriera politica nell'ottobre 1997 con l’elezione, nella lista di Forza Italia, al Consiglio del XIII Municipio di Roma.
Nell'aprile 1999 è Coordinatore Regionale del Lazio del movimento giovanile di Forza Italia, che conta 15 000 iscritti e oltre 100 eletti negli enti locali. Nel maggio 2001 è eletta Consigliere comunale di Roma. Unica donna nella coalizione di centrodestra, è Vicepresidente della commissione Donne Elette e Vicepresidente del Gruppo consiliare di Forza Italia.
Tra la fine del 2004 e la metà del 2006 è Capo della Segreteria Tecnica di Paolo Bonaiuti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri per l’informazione e l’editoria nel governo Berlusconi III. Nel maggio del 2005 è nominata Coordinatore Regionale di Forza Italia per il Lazio.
Dal settembre 2006 al marzo 2008 ha ricoperto il ruolo di coordinatore nazionale di Forza Italia - Giovani per la Libertà.
Deputata
Eletta alla Camera dei deputati nelle elezioni politiche del 2008 nella lista PdL, per la XVI Legislatura. Membro del Consiglio Direttivo del gruppo PdL alla Camera e della commissione Affari Costituzionali della Camera, della Commissione Bicamerale per l'Attuazione del Federalismo Fiscale, della Commissione Parlamentare per l'Infanzia.
Durante il Governo Monti si espressa per la cancellazione dell'introduzione dei libri elettronici nella scuola italiana per rispondere alle perplessità sollevate da molti insegnanti, esperti e pedagogisti, tradottesi anche in sollecitazioni provenienti dalla lobby delle case editrici, come da lei asserito pubblicamente.
Nel 2013 è inizialmente proposta come candidata alla presidenza della Regione Lazio, ma, in seguito, le viene preferito Francesco Storace, già presidente della regione Lazio nel quinquennio 2000-2005. Alle elezioni politiche del 24-25 febbraio 2013 viene riconfermata alla Camera dei Deputati nelle liste del PDL.
Il 16 novembre 2013, contestualmente alla sospensione delle attività del Popolo della Libertà e al rilancio di Forza Italia, sceglie di non aderirvi per contribuire a fondare il Nuovo Centrodestra guidato da Angelino Alfano.
Nell'aprile 2014 viene scelta come candidata alle Elezioni europee del 2014 (Italia) come capolista del Nuovo Centrodestra-Unione di Centro nella Circoscrizione Italia centrale (che raccoglie Toscana, Umbria, Marche e Lazio). Non viene eletta, e con i 33.300 voti circa incassati anche perché capolista risulta la più votata di NCD-UDC.
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Meno male per il PD che lei smentisce, se c'è da crederle.
cardif
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Re: Diario della caduta di un regime.
Meno male per il PD che lei smentisce, se c'è da crederle.
cardif
Deve però essere alquanto difficile sopravvivere in un partito di rinnegati, guidati da un coso come questo.
A RIVISONDOLI
Alfano: «Non lasceremo il governo: sembra una barzelletta»
Il leader dell’Ncd smentisce sostegni esterni e ritorni al centrodestra: «Arriva la ripresa e dobbiamo prendercene i meriti. La minoranza Pd è arrabbiata? Meglio»
di Redazione Online
http://www.corriere.it/methode_image/20 ... 0321183751
«Arriva la ripresa e qualcuno parla di sostegno esterno al governo. Noi dobbiamo prendercene i meriti. Ora arriva la ripresa economica e la lasciamo al Pd? Ma di cosa stiamo parlando?».
Passata la bufera Lupi, il ministro dell’Interno Angelino Alfano veste i panni del leader di Ncd, al convegno «LaboratorioFuturo», organizzato dalla fondazione Magna Charta a Rivisondoli, in Abruzzo, e difende l’operato del suo partito. «Sembra la barzelletta dei pazzi ed i 99 cancelli».
«Non torneremo mai nel vecchio centrodestra»
«Noi resteremo in questo governo - rivendica Alfano - finché si faranno le cose che diciamo noi: noi abbiamo realizzato» tanto «di cui andare fieri. Vogliamo andare avanti come abbiamo fatto fino a qui, realizzando le cose alle quali abbiamo creduto».
Poi una stoccata alla minoranza del Pd «Se è arrabbiata, se Landini è arrabbiato, se la Camusso è arrabbiata, allora significa che abbiamo fatto bene».
E chiude le porte a nostalgie berlusconiane: «Dopo che siamo riusciti a diventare una forza autonoma ed indipendente, chiunque può togliersi dalla testa di prenderci con le orecchie basse e di riportarci nel vecchio centrodestra. Vogliamo costruire una nuova casa politica. Per farlo ci vorrà tempo e fatica».
21 marzo 2015 | 18:26
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/politica/15_marz ... cfb1.shtml
cardif
Deve però essere alquanto difficile sopravvivere in un partito di rinnegati, guidati da un coso come questo.
A RIVISONDOLI
Alfano: «Non lasceremo il governo: sembra una barzelletta»
Il leader dell’Ncd smentisce sostegni esterni e ritorni al centrodestra: «Arriva la ripresa e dobbiamo prendercene i meriti. La minoranza Pd è arrabbiata? Meglio»
di Redazione Online
http://www.corriere.it/methode_image/20 ... 0321183751
«Arriva la ripresa e qualcuno parla di sostegno esterno al governo. Noi dobbiamo prendercene i meriti. Ora arriva la ripresa economica e la lasciamo al Pd? Ma di cosa stiamo parlando?».
Passata la bufera Lupi, il ministro dell’Interno Angelino Alfano veste i panni del leader di Ncd, al convegno «LaboratorioFuturo», organizzato dalla fondazione Magna Charta a Rivisondoli, in Abruzzo, e difende l’operato del suo partito. «Sembra la barzelletta dei pazzi ed i 99 cancelli».
«Non torneremo mai nel vecchio centrodestra»
«Noi resteremo in questo governo - rivendica Alfano - finché si faranno le cose che diciamo noi: noi abbiamo realizzato» tanto «di cui andare fieri. Vogliamo andare avanti come abbiamo fatto fino a qui, realizzando le cose alle quali abbiamo creduto».
Poi una stoccata alla minoranza del Pd «Se è arrabbiata, se Landini è arrabbiato, se la Camusso è arrabbiata, allora significa che abbiamo fatto bene».
E chiude le porte a nostalgie berlusconiane: «Dopo che siamo riusciti a diventare una forza autonoma ed indipendente, chiunque può togliersi dalla testa di prenderci con le orecchie basse e di riportarci nel vecchio centrodestra. Vogliamo costruire una nuova casa politica. Per farlo ci vorrà tempo e fatica».
21 marzo 2015 | 18:26
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Re: Diario della caduta di un regime.
caro camillobenso, io però non ho capito.camillobenso ha scritto:Deve però essere alquanto difficile sopravvivere in un partito di rinnegati, guidati da un coso come questo.
La ministra en passant Lorenzin definisce 'notizia falsa' quella di una sua entrata nel PD.
Visto che il Pd si definisce di centrosinistra, è un bene per lui che non dia tessera ad una Lorenzin, con la storia che ha.
E' pure un bene per il Pd non considerarla un pezzo politico importante. Non è che si mette a fare ponti d'oro al contrario per lei.
Invece mi pare normale che il buon angioletto Alfano, che è riuscito a svincolarsi da Berlusconi e perfino ad essere segretario di un partitino che riesce a stare al Governo, cerchi di accaparrarsi quanti più meriti possibile. E' il suo momento, dopo il momento dei Mastella, dei Dini.
E nemmeno tanto strano che Lorenzin ci voglia rimanere, almeno per ora visto che là la fanno contare qualcosa.
cardif
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Re: Diario della caduta di un regime.
Perché dovrebbe essere un bene?cardif ha scritto:Visto che il Pd si definisce di centrosinistra, è un bene per lui che non dia tessera ad una Lorenzin, con la storia che ha.E' pure un bene per il Pd non considerarla un pezzo politico importante. Non è che si mette a fare ponti d'oro al contrario per lei.
Tu vuoi indicare la "strada" per salvare il PD?
Dovevi scegliere un altro thread o iniziarne uno nuovo (qui si parla "Diario della caduta di un regime").
Se qualcuno pensa che questa ministra sia una risorsa faccia di tutto per tenersela o prendersela ... può riservare chissà quante soddisfazioni (sempre a questo qualcuno), che per adesso sono sconosciute agli altri.
La ministra è una propaggine dell'ex cavaliere (da non dimenticare), le nuove ministre (giovani, belle, eleganti, intelligenti etc.) sei proprio sicuro che se ne differenziano abbastanza?
Ti sai spiegare il motivo di tante cariche (54 mi sembra) per l'ex presidente dell'INPS e delle altre tante alla di lui coniuge? Sembrava che in Italia mancassero persone da inserire nel circuito amministrativo!
Adesso con lo scandalo del rolex e di altro (posto di lavoro e stipendio) ad un figlio di un importante uomo politico me lo spiego pure io: ai posti chiave ci devono essere persone che si possono "oliare" per mantenere le clientele e per aggiustare traffici sottobanco miliardari (solo alle persone di riferimento). La sanità, mi sembra, che pesca a piene mani nei conti pubblici!
(A dire che io mi rifiuto di guardare i "talk shows di approfondimento politico")
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Re: Diario della caduta di un regime.
Caro iafran, rispondo per punti al tuo commento.
Con l'espressione "è un bene per lui" (Pd-centrosinistra) intendevo che ne guadagna in coerenza se non ammette la suddetta, che è di centrodestra visti i suoi impegni in politica che ho riportato sopra.
Lo spostamento verso destra è già dato da molte scelte di Renzi, che il Pd asseconda; il Pd non si salva certo, anche se non la ammette.
Ho l'impressione che spesso si verifichi una certa discrasia in quanto ad attinenza dei commenti col titolo e nemmeno coerenza tra titolo e argomento proposto.
In questo caso, per esempio, il primo argomento parla del caso di 'mafia capitale' che viene paragonato a Milano-Chiesa-Trivulzio-Mani Pulite.
In verità non saprei interpretare qual è il regime che cade. Se fosse il 'regime' delle truffe ai danni del denaro pubblico, non mi pare che siamo alla 'caduta' ma al perdurare. Segni di caduta non se ne vedono proprio.
Hai ragione comunque: ho commentato la voce del passaggio della Lorenzin al Pd, che non era l'oggetto prevalente del messaggio precedente. Mi sono allontanato dal titolo. Cercherò di non farlo più ...
Io sono sicuro che le nuove dame di corte siano come quelle di prima, e qualcuna pure peggio. Parlano per frasi fatte a soli fini di propaganda. Solo che quelle erano scelte da uno che campa di propaganda, erano più giustificate. E' sconfortante che non ci sia stato miglioramento. Ma non se ne vede nemmeno in chi grida "io nun so' politica!" e però su facebook si definisce tale. Perché pensi che non ne sia sicuro?
Mi spiego, mi spiego.
http://www.huffingtonpost.it/maurizio-g ... _ref=italy
Siamo in buona parte una massa di imbroglioni, noi italiani. Non tutti possono raggiungere certi livelli che fanno clamore, ma ci sono infiniti piccoli casi. Quelli organizzati, come le tante greppie degli enti inutili per politici trombati; quelli di sistema, come le tante false pensioni, per esempio, o le mazzette chieste nei catasti e dagli ispettori del lavoro. Fino ai casi singoli come i vigili urbani di Roma che chiedono il pizzo. O il vigile di Cuneo:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03 ... b/1525493/
ciao
cardif
Con l'espressione "è un bene per lui" (Pd-centrosinistra) intendevo che ne guadagna in coerenza se non ammette la suddetta, che è di centrodestra visti i suoi impegni in politica che ho riportato sopra.
Lo spostamento verso destra è già dato da molte scelte di Renzi, che il Pd asseconda; il Pd non si salva certo, anche se non la ammette.
Ho l'impressione che spesso si verifichi una certa discrasia in quanto ad attinenza dei commenti col titolo e nemmeno coerenza tra titolo e argomento proposto.
In questo caso, per esempio, il primo argomento parla del caso di 'mafia capitale' che viene paragonato a Milano-Chiesa-Trivulzio-Mani Pulite.
In verità non saprei interpretare qual è il regime che cade. Se fosse il 'regime' delle truffe ai danni del denaro pubblico, non mi pare che siamo alla 'caduta' ma al perdurare. Segni di caduta non se ne vedono proprio.
Hai ragione comunque: ho commentato la voce del passaggio della Lorenzin al Pd, che non era l'oggetto prevalente del messaggio precedente. Mi sono allontanato dal titolo. Cercherò di non farlo più ...
Io sono sicuro che le nuove dame di corte siano come quelle di prima, e qualcuna pure peggio. Parlano per frasi fatte a soli fini di propaganda. Solo che quelle erano scelte da uno che campa di propaganda, erano più giustificate. E' sconfortante che non ci sia stato miglioramento. Ma non se ne vede nemmeno in chi grida "io nun so' politica!" e però su facebook si definisce tale. Perché pensi che non ne sia sicuro?
Mi spiego, mi spiego.
http://www.huffingtonpost.it/maurizio-g ... _ref=italy
Siamo in buona parte una massa di imbroglioni, noi italiani. Non tutti possono raggiungere certi livelli che fanno clamore, ma ci sono infiniti piccoli casi. Quelli organizzati, come le tante greppie degli enti inutili per politici trombati; quelli di sistema, come le tante false pensioni, per esempio, o le mazzette chieste nei catasti e dagli ispettori del lavoro. Fino ai casi singoli come i vigili urbani di Roma che chiedono il pizzo. O il vigile di Cuneo:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03 ... b/1525493/
ciao
cardif
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Re: Diario della caduta di un regime.
Partirò per rispondere a cardif, da questo:
In verità non saprei interpretare qual è il regime che cade.
cardif
Ho seguito con curiosità di natura psicologica, senza parteciparvi, il 3D di iospero “
Possiamo dichiarare l'anno di nascita ?"
A mio avviso, l’intenzione del proponente era quella di capire attraverso l’età, la conoscenza o meno di quanto accaduto nell’Italia repubblicana, in relazione alle varie risposte che vengono fornite.
La Prima Repubblica cade a partire da un caso relativamente insignificante come il caso di tangenti di Mario Chiesa quando ricopriva la carica di presidente del Pio Albergo Trivulzio di Milano.
La Seconda Repubblica dovrebbe essere caduta da mo’, ma resiste dando vita ad una lunga agonia.
Alcuni giornalisti e politologi azzardano a parlare di Terza Repubblica, ma fino a quando sarà presente l’attore principale che nel bene o nel male l’ha caratterizzata; Silvio Berlusconi, non si può parlare di Terza Repubblica, ma di Seconda.
Per la prima volta, in pubblico, la sera del 12 marzo 2012, all’ex Teatro Smeraldo di Milano, Gustavo Zagrebelsky, dichiara che il sistema dei partiti, per come li avevamo conosciuti da dopo la liberazione, avevano terminato la corsa. Oggi sono molti coloro che dichiarano che i partiti tradizionali non esistono più.
http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-conte ... nterna.jpg
Al loro posto ci sono dei comitati elettorali per la corsa alla poltrona.
A scardinare il sistema dei partiti ci ha pensato Silvio Berlusconi, che nel 1994 da origine ad un partito personale in cui spicca la figura del padre – padrone.
Tutti gli altri lo seguiranno, da Bossi e poi Salvini, a Di Pietro, ad Ingroia, alle scissioni rifondaiole, a Grillo, ed infine a Pittibimbo.
In realtà la crisi dei partiti inizia un anno prima.
Nell’aprile del 2011, Sposetti, lo storico tesoriere dei Ds e poi del Pd, presenta alla Camera, il ddl 3809, che ha come fine il raddoppio del finanziamento pubblico dei partiti.
Mentre piccoli imprenditori ed operai si suicidano perché non sono in grado di andare avanti, il Pd chiede con Sposetti, di raddoppiare l’appannaggio ai partiti, chiedendo di portarlo a 8 volte rispetto a quanto era stato abrogato con il referendum del 1993.
Tutto questo con il consenso del Pdl.
Più tardi, scoppierà il caso Margherita con Lusi, ma tutti tengono un basso profilo. Solo quando scoppia lo scandalo della Lega, verrà completamente abbandonato il disegno di portare avanti il ddl 3809.
Ecco perché è importante la data di nascita. Chi ha passato le vicende della caduta della Prima Repubblica non può non riconoscere che le cause di quella caduta si stanno riproponendo pari pari nelle vicende degli ultimi anni.
In più c’è l’aggravante della presenza della crisi economica più forte di quella del ’29. Oltre al fatto che siamo in presenza di una crisi etica e morale senza precedenti, e con uno sfondamento dell’’ndrangheta in tutto il Paese.
In verità non saprei interpretare qual è il regime che cade.
cardif
Ho seguito con curiosità di natura psicologica, senza parteciparvi, il 3D di iospero “
Possiamo dichiarare l'anno di nascita ?"
A mio avviso, l’intenzione del proponente era quella di capire attraverso l’età, la conoscenza o meno di quanto accaduto nell’Italia repubblicana, in relazione alle varie risposte che vengono fornite.
La Prima Repubblica cade a partire da un caso relativamente insignificante come il caso di tangenti di Mario Chiesa quando ricopriva la carica di presidente del Pio Albergo Trivulzio di Milano.
La Seconda Repubblica dovrebbe essere caduta da mo’, ma resiste dando vita ad una lunga agonia.
Alcuni giornalisti e politologi azzardano a parlare di Terza Repubblica, ma fino a quando sarà presente l’attore principale che nel bene o nel male l’ha caratterizzata; Silvio Berlusconi, non si può parlare di Terza Repubblica, ma di Seconda.
Per la prima volta, in pubblico, la sera del 12 marzo 2012, all’ex Teatro Smeraldo di Milano, Gustavo Zagrebelsky, dichiara che il sistema dei partiti, per come li avevamo conosciuti da dopo la liberazione, avevano terminato la corsa. Oggi sono molti coloro che dichiarano che i partiti tradizionali non esistono più.
http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-conte ... nterna.jpg
Al loro posto ci sono dei comitati elettorali per la corsa alla poltrona.
A scardinare il sistema dei partiti ci ha pensato Silvio Berlusconi, che nel 1994 da origine ad un partito personale in cui spicca la figura del padre – padrone.
Tutti gli altri lo seguiranno, da Bossi e poi Salvini, a Di Pietro, ad Ingroia, alle scissioni rifondaiole, a Grillo, ed infine a Pittibimbo.
In realtà la crisi dei partiti inizia un anno prima.
Nell’aprile del 2011, Sposetti, lo storico tesoriere dei Ds e poi del Pd, presenta alla Camera, il ddl 3809, che ha come fine il raddoppio del finanziamento pubblico dei partiti.
Mentre piccoli imprenditori ed operai si suicidano perché non sono in grado di andare avanti, il Pd chiede con Sposetti, di raddoppiare l’appannaggio ai partiti, chiedendo di portarlo a 8 volte rispetto a quanto era stato abrogato con il referendum del 1993.
Tutto questo con il consenso del Pdl.
Più tardi, scoppierà il caso Margherita con Lusi, ma tutti tengono un basso profilo. Solo quando scoppia lo scandalo della Lega, verrà completamente abbandonato il disegno di portare avanti il ddl 3809.
Ecco perché è importante la data di nascita. Chi ha passato le vicende della caduta della Prima Repubblica non può non riconoscere che le cause di quella caduta si stanno riproponendo pari pari nelle vicende degli ultimi anni.
In più c’è l’aggravante della presenza della crisi economica più forte di quella del ’29. Oltre al fatto che siamo in presenza di una crisi etica e morale senza precedenti, e con uno sfondamento dell’’ndrangheta in tutto il Paese.
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Re: Diario della caduta di un regime.
SMS per cardif
Vedi, caro cardif, gli avvenimenti politici che ci stanno pressando negli ultimi 15 giorni non sono di poco conto.
Sono tali da chiudere tranquillamente la Seconda Repubblica per fallimento conclamato.
Siamo tornati indietro di trent'anni.
E’ presente in questo momento sulla hp di IFQ:
Intercettazioni, fronte bipartisan Pd-Ncd: “Certi colloqui non vanno pubblicati”
Politica
Mentre l'inchiesta della Procura di Firenze porta alla luce un vasto sistema di malaffare alla base della gestione degli appalti del ministero delle Infrastrutture, la maggioranza si ricompatta contro la pubblicazione delle registrazioni. Alfano, Bersani e Serracchiani chiedono "nuove regole". Pagano, esponente del Nuovo Centrodestra firmatario dell’emendamento bavaglio al ddl diffamazione, sollecita il premier: "Renzi batta un colpo"
di F. Q. | 22 marzo 2015
C’è un tema che nelle ultime ore mette tutti d’accordo, sia nella maggioranza di governo sia all’interno del Partito Democratico: quello delle intercettazioni.
Mentre le conversazioni contenute nell’inchiesta della Procura di Firenze portano alla luce il vastosistema di malaffare alla base della gestione degli appalti del ministero delle Infrastrutture, nasce un fronte bipartisan che va dal Nuovo Centrodestra fino alla minoranza dem, passando per i vertici di via del Nazareno.
Tutti insieme all’unisono per chiedere una nuova legge che regolamenti la materia.
Così sul lavoro di magistrati e giornalisti torna ad incombere lo spettro del bavaglio.
“Non avremmo dovuto leggerle le notizie sul Rolex e sui vestiti regalati al ministro Maurizio Lupi dall’imprenditore Perotti?”, è la domanda rivolta a Pierluigi Bersani a margine del convegno “Alla Sinistra del Pd”, che vedeva riunite a Roma le varie anime della minoranza democratica.
“Lupi si può difendere in tv, in Parlamento, capiamoci. Ma ci sono nomi di cittadini comuni dati in pasto all’opinione pubblica senza che ci sia nessuna ipotesi di reato”, afferma il deputato della minoranza dem, afferma l’ex segretario senza circostanziare l’affermazione. “
Quello che è irrilevante non va pubblicato – precisa Bersani – servono regole, non è la posizione di Ncd, è la nostra”.
Quella cioè del Pd, per una volta d’accordo su qualcosa al suo interno.
Il 17 marzo era stata Debora Serracchiani a chiedere nuove regole: “Io non sono oggetto di intercettazione diretta, vengo citata da terze persone, mi domando a cosa serva nell’ambito dell’inchiesta far comparire sui giornali il mio nome“, si domandava il vicesegretario del Pd, citata nell’indagine.
“Credo che – ha concluso – delle regole chiare su questo tema siano quantomai opportune“.
Una posizione che collima alla perfezione con quella di Angelino Alfano, che tuttavia, mentre le indagini portano alla luce un vasto sistema di malaffare che vede coinvolto un ministro espressione del suo partito, compie un passo in avanti: se la prende con la stampa.
“Non voglio parlare dei due pesi e due misure del Pd, ma parlare di una cosa più scomoda: i due pesi e due misure sono dei grandi giornali e delle grandi tv che non parlano delle cose che accadono ad alcuni e che tendono ad oscurare noi se facciamo bene”, attacca al Laboratorio Futuro organizzato dalla fondazione Magna Charta a Rivisondoli il segretario del Ncd, che dopo lo scandalo Grandi Opere e le dimissioni di ministro Maurizio Lupi chiude all’ipotesi di lasciare il governo e punta il dito contro i giornali:
“Il vero problema – dice il ministro dell’Interno – è l’informazione italiana.
Se un problema riguarda il Pd la chiudono in 24 ore.
Si ricordano di essere liberi solo quando attaccano noi”.
Un modo per tornare su un tema particolarmente sentito dal suo partito, quello delle intercettazioni: “Chiediamo alla commissione Giustizia della Camera di fare rapidamente”.
E chi c’è in Commissione Giustizia?
C’è Alessandro Pagano, esponente del Nuovo Centrodestra firmatario dell’emendamento bavaglio al ddl diffamazione, che ieri rilanciava con forza il tema:
“Sull’abuso mediatico delle intercettazioni serve presto una riforma, bisogna accelerare: lo dice Bersani, lo dice Speranza, lo ha detto pochi giorni fa la Serracchiani, lo dice da sempre il Nuovo Centrodestra.
All’appello però manca Renzi.
Il premier dia quindi priorità a quella che sta diventando una vera esigenza nazionale.
Perchè se è vero quanto sostiene il suo responsabile Giustizia Ermini, e cioè che il provvedimento arriverà in Aula solo a ridosso dell’estate, significa o non rendersi conto dell’urgenza o voler diluire il problema”.
“Se ne parla da dieci anni – conclude il parlamentare di Ncd – e ancora siamo a fare melina. Renzi batta un colpo“.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03 ... i/1526879/
Vedi, caro cardif, gli avvenimenti politici che ci stanno pressando negli ultimi 15 giorni non sono di poco conto.
Sono tali da chiudere tranquillamente la Seconda Repubblica per fallimento conclamato.
Siamo tornati indietro di trent'anni.
E’ presente in questo momento sulla hp di IFQ:
Intercettazioni, fronte bipartisan Pd-Ncd: “Certi colloqui non vanno pubblicati”
Politica
Mentre l'inchiesta della Procura di Firenze porta alla luce un vasto sistema di malaffare alla base della gestione degli appalti del ministero delle Infrastrutture, la maggioranza si ricompatta contro la pubblicazione delle registrazioni. Alfano, Bersani e Serracchiani chiedono "nuove regole". Pagano, esponente del Nuovo Centrodestra firmatario dell’emendamento bavaglio al ddl diffamazione, sollecita il premier: "Renzi batta un colpo"
di F. Q. | 22 marzo 2015
C’è un tema che nelle ultime ore mette tutti d’accordo, sia nella maggioranza di governo sia all’interno del Partito Democratico: quello delle intercettazioni.
Mentre le conversazioni contenute nell’inchiesta della Procura di Firenze portano alla luce il vastosistema di malaffare alla base della gestione degli appalti del ministero delle Infrastrutture, nasce un fronte bipartisan che va dal Nuovo Centrodestra fino alla minoranza dem, passando per i vertici di via del Nazareno.
Tutti insieme all’unisono per chiedere una nuova legge che regolamenti la materia.
Così sul lavoro di magistrati e giornalisti torna ad incombere lo spettro del bavaglio.
“Non avremmo dovuto leggerle le notizie sul Rolex e sui vestiti regalati al ministro Maurizio Lupi dall’imprenditore Perotti?”, è la domanda rivolta a Pierluigi Bersani a margine del convegno “Alla Sinistra del Pd”, che vedeva riunite a Roma le varie anime della minoranza democratica.
“Lupi si può difendere in tv, in Parlamento, capiamoci. Ma ci sono nomi di cittadini comuni dati in pasto all’opinione pubblica senza che ci sia nessuna ipotesi di reato”, afferma il deputato della minoranza dem, afferma l’ex segretario senza circostanziare l’affermazione. “
Quello che è irrilevante non va pubblicato – precisa Bersani – servono regole, non è la posizione di Ncd, è la nostra”.
Quella cioè del Pd, per una volta d’accordo su qualcosa al suo interno.
Il 17 marzo era stata Debora Serracchiani a chiedere nuove regole: “Io non sono oggetto di intercettazione diretta, vengo citata da terze persone, mi domando a cosa serva nell’ambito dell’inchiesta far comparire sui giornali il mio nome“, si domandava il vicesegretario del Pd, citata nell’indagine.
“Credo che – ha concluso – delle regole chiare su questo tema siano quantomai opportune“.
Una posizione che collima alla perfezione con quella di Angelino Alfano, che tuttavia, mentre le indagini portano alla luce un vasto sistema di malaffare che vede coinvolto un ministro espressione del suo partito, compie un passo in avanti: se la prende con la stampa.
“Non voglio parlare dei due pesi e due misure del Pd, ma parlare di una cosa più scomoda: i due pesi e due misure sono dei grandi giornali e delle grandi tv che non parlano delle cose che accadono ad alcuni e che tendono ad oscurare noi se facciamo bene”, attacca al Laboratorio Futuro organizzato dalla fondazione Magna Charta a Rivisondoli il segretario del Ncd, che dopo lo scandalo Grandi Opere e le dimissioni di ministro Maurizio Lupi chiude all’ipotesi di lasciare il governo e punta il dito contro i giornali:
“Il vero problema – dice il ministro dell’Interno – è l’informazione italiana.
Se un problema riguarda il Pd la chiudono in 24 ore.
Si ricordano di essere liberi solo quando attaccano noi”.
Un modo per tornare su un tema particolarmente sentito dal suo partito, quello delle intercettazioni: “Chiediamo alla commissione Giustizia della Camera di fare rapidamente”.
E chi c’è in Commissione Giustizia?
C’è Alessandro Pagano, esponente del Nuovo Centrodestra firmatario dell’emendamento bavaglio al ddl diffamazione, che ieri rilanciava con forza il tema:
“Sull’abuso mediatico delle intercettazioni serve presto una riforma, bisogna accelerare: lo dice Bersani, lo dice Speranza, lo ha detto pochi giorni fa la Serracchiani, lo dice da sempre il Nuovo Centrodestra.
All’appello però manca Renzi.
Il premier dia quindi priorità a quella che sta diventando una vera esigenza nazionale.
Perchè se è vero quanto sostiene il suo responsabile Giustizia Ermini, e cioè che il provvedimento arriverà in Aula solo a ridosso dell’estate, significa o non rendersi conto dell’urgenza o voler diluire il problema”.
“Se ne parla da dieci anni – conclude il parlamentare di Ncd – e ancora siamo a fare melina. Renzi batta un colpo“.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03 ... i/1526879/
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