LA QUESTIONE SOCIALISTA in Italia , la vedova di CRAXI

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
Rispondi
aaaa42
Messaggi: 822
Iscritto il: 08/03/2012, 23:18

LA QUESTIONE SOCIALISTA in Italia , la vedova di CRAXI

Messaggio da aaaa42 »

ormai siamo tutti vedovi della prima repubblica, la politica oggi e un cimitero tu sei vedovo di moro e tu ? di enrico berlinguer e lei ? di riccardo lombardi e poi il devoto sociale di giorgio la pira .
la seconda repubblica mai nata è stata una esperienza disastrosa per lo stato italiano e per la repubblica nata dalla resistenza.
su bettino craxi e sulla sua inevitabile riabilitazione vanno dette almeno 3 cose.
1) negli anni 90 il partito socialista aveva al proprio interno fenomeni di degenerazione affaristica non riconducibili alla politica.
2) l' abrogazione della scala mobile andava bilanciata solo con l' inserimento nella carta costituzionale delle cogestione nelle grandi aziende.
3) molti compagni della sinistra socialista lombardiana hanno dovuto lasciare il proprio posto di lavoro non condividendo il metodo di lavoro dei compagni autonomisti craxiani.
detto questo
qui abbiamo la vedova di craxi.
dice cose importanti e giuste. speriamo che il grande combattente abbandonato dai poteri forti Di Pietro ci spieghi cosa è veramente successo.
l intervista della vedova di Craxi :
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... -91110.htm
camillobenso
Messaggi: 17353
Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: LA QUESTIONE SOCIALISTA in Italia , la vedova di CRAXI

Messaggio da camillobenso »

Che la questione di Sigonella avesse potuto influire sul futuro craxiano era già evidente da quei giorni dell'ottobre 1985.

Il muro di Berlino sarebbe caduto 4 anni più tardi e le contrapposizioni est / ovest erano quelle che conosciamo. Fu evidente da subito che quello sgarbo verso l'impero d'Occidente avrebbe avuto un prezzo.

Ma non và interamente mescolato quel caso con le vicende del Psi.

Il crollo della prima Repubblica era stato previsto 16 anni prima da Aldo Moro quando chiese a Berlinguer di dar vita al compromesso storico.

Moro non chiese il rinnovamento al Psi perché c'era dentro fino al collo.

Quando cade il pentapartito, pagano tutti i componenti senza distinzione.

Che Craxi non abbia rubato niente a nessuno è un falso clamoroso, accettabile solo dalla vedova di Craxi, che non può affermare niente di diverso.

I tesori di Craxi, i 40 miliardi della contessa Vacca Agusta e Maurizio Raggio, non sono un'invenzione.

Che Anna Craxi ammetta una cosa del genere è praticamente impossibile.

E' come pensare che Bergoglio possa diventare mussulmano o buddista dopodomani.
aaaa42
Messaggi: 822
Iscritto il: 08/03/2012, 23:18

Re: LA QUESTIONE SOCIALISTA in Italia , la vedova di CRAXI

Messaggio da aaaa42 »

si il grande socialista maurizio raggio autore del libro mi son meio di carlo marx !!!!
e la rivoluzionaria vacca augusta l erede di rosa luxemburg
i 40 miliardi la signora vacca li aveva a seguito di matrimonio per amore con il conte augusta,
e i 40 miliardi sono arrivati a maurizio raggio che aveva tentato 4 volte il suicidio per amore non corrisposto dalla contessa vacca, la quale si era innamorata di uno stupendo cavallerizzo puro sangue argentino, la contessa vacca per evitare il 5 suicidio del raggio apri la sua villa ed ebbe un menage a trois . poi subentro la noia e la contessa augusta conobbe una splendida ragazza e supero la noia.
il cavallerizzo argentino uomo di grandi prestazioni si insospetti dell' amore per altro corrisposto da parte di questa ragazza e mentre l' italiano penso qui gatta ci cova.

la contessa vacca annusando nell' aria un certo nervosismo nella sua villa si rivolte ad uomo politico in quanto nelle prima repubblica la politica era un arte ed anche strategia del compromesso.

bettino craxi uomo socialista e di pace disse alla contessa 15 miliardi ad argentino 15 miliardi ad italiano e 10 miliardi a dolce ragazza arrivata ultima ma prima per amore.

il giorno successivo al papello craxiano la signora vacca volo da una finestra della sua villa insieme a 2 bellissimi gabbiani immergendosi nel mare nostrum.

( questa ricostruzione ha carattere solo ed esclusivamente politico ogni riferimento ad eventi o fatti accaduti e puramente casuale, mentre la ricostruzione di conte camillo potrebbe non avere alcun riferimento con i fatti accaduti ).

sulle altre questioni sollevate dal conte camillo ci ragioniamo domani che è un altro giorno.
camillobenso
Messaggi: 17353
Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: LA QUESTIONE SOCIALISTA in Italia , la vedova di CRAXI

Messaggio da camillobenso »

Per parlare di Questione socialista bisogna avere un'idea di cosa è stato il Psi nella storia italiana.


http://it.wikipedia.org/wiki/Partito_So ... a_Italiano
cielo 70
Messaggi: 522
Iscritto il: 18/03/2012, 10:43

Re: LA QUESTIONE SOCIALISTA in Italia , la vedova di CRAXI

Messaggio da cielo 70 »

E poi Craxi non ha minimamente voluto dialogare coi comunisti e col Pds. Si è unito con la peggiore Dc.
flaviomob
Messaggi: 386
Iscritto il: 08/01/2015, 0:53

Re: LA QUESTIONE SOCIALISTA in Italia , la vedova di CRAXI

Messaggio da flaviomob »

Firmato!
Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
aaaa42
Messaggi: 822
Iscritto il: 08/03/2012, 23:18

Re: LA QUESTIONE SOCIALISTA in Italia , la vedova di CRAXI

Messaggio da aaaa42 »

GEORGES SOREL : il pensiero politico (Wikipedia)
la scuola socialdemocratica e la scuola socialista autogestionaria a confronto.
qui abbiamo un esempio di buona scuola socialista autogestionaria.
se il socialismo è SISTEMA , il sistema pur aperto mai dogmatico implica una comunità e la comunità implica uno STATO, ma l' esperienza sovietica ci insegna che senza i ' MINORITARI' senza gli INDIPENDENTI del PENSIERO senza i LIBERI lo stato PIANIFICATORE diventa DITTATURA DEI BUROCRATI IGNORANTI retribuiti a vodka, con milioni di rubli insanguinati.
--------------------------------------------------------------------------------------
== Pensiero politico ==
Secondo Sorel, il [[proletariato]] non ha bisogno di guide e, attraverso l'auto-organizzazione, può rendersi consapevole della sua funzione [[rivoluzione|rivoluzionaria]]. Contro la tesi [[Marxismo|marxista]] del proletariato organizzato da un [[partito]], questi auspica - senza per questo riprendere le idee [[anarchia|anarchiche]] di [[Michail Bakunin]] ma semmai quelle di [[Proudhon]] - che l'azione diretta, senza mediazione alcuna, sia lo strumento dell'azione rivoluzionaria. Sorel esalta il primato dell'azione: un elogio del "fare" che ha un risvolto filosofico in quanto si richiama alla tesi di [[Giambattista Vico]], ripresa da [[Marx]], secondo cui l'uomo conosce solo quello che fa. Da qui, in Sorel, una particolare idea della coscienza di classe che non è data in sé, ma si forma nell'azione con l'acquisizione progressiva di capacità tecniche e morali.

Questa crescita può esistere solo se i gruppi operai rimangono completamente scissi dalla società borghese, dal punto di vista organizzativo e ideologico: è questo il principio dell'autonomia operaia che è al centro della tematica soreliana. Nel suo saggio ''Riflessioni sulla violenza'' contrappone al mondo storico un mondo fantastico creato dall'azione, che diviene ''mito sociale'' quando viene assimilato dalla masse come punto di riferimento. Il ''mito sociale'' è espressione della volontà e non dell'intelletto, ben diversamente dalla ''utopia'' che è un prodotto intellettuale. I miti non possono essere messi in discussione, non promettono benefici immediati come l'utopia, ma sono una forza ispiratrice di una violenza che contiene alti valori morali.
{{Quote|Adoperando il termine di mito, credevo di avere avuto una trovata felice, perché in tal modo rifiutavo ogni discussione con coloro che vogliono sottomettere lo sciopero generale a una critica minuta e che accumulano obiezioni contro la sua attuabilità. Pare invece che abbia avuto una ben infelice idea, poiché gli uni mi dicono che i miti sono propri soltanto alle società primitive, mentre gli altri si immaginano che io voglia dare al mondo moderno come forza propulsiva dei sogni analoghi a quelli che Renan riteneva utili per rimpiazzare la religione; ma si è andati anche più lontano, e si è preteso che la mia teoria dei miti sia un argomento da avvocato, una falsa traduzione delle opinioni autentiche dei rivoluzionari, un sofisma intellettualista […] Capisco che questo mito dello sciopero generale, in ragione del suo carattere di infinità, venga a ferire le persone sagge; nel mondo attuale è assai viva la tendenza a ritornare alle opinioni degli antichi e a subordinare la morale al buon andamento degli affari pubblici, il che conduce a porre la virtù in un giusto mezzo. Fin tanto che il socialismo rimane "una dottrina esposta interamente a parole", è molto facile di farlo deviare verso un giusto mezzo; ma questa trasformazione ovviamente è impossibile quando si introduce il mito dello sciopero generale, che comporta una rivoluzione assoluta […] Mentre i nostri attuali miti conducono gli uomini a prepararsi a una battaglia per distruggere ciò che esiste, l'utopia ha sempre avuto per effetto di dirigere gli spiriti verso riforme che potranno effettuarsi gradatamente modificando il sistema; non bisogna quindi meravigliarsi se tanti utopisti poterono diventare abili uomini di Stato allorché essi ebbero acquistata una maggiore esperienza della vita politica.<ref>Georges Sorel, ''Lettera a Daniel Halévy'' del 15 luglio 1907.</ref>}}
Nel suo altro libro fondamentale, ''Le illusioni del progresso'', edito nel 1908, Sorel critica il [[positivismo]] che veicola una fiducia sproporzionata nella capacità della scienza a risolvere tutti i problemi e l'ideologia illuministica del progresso che crea l'illusione pericolosa della felicità prodotta naturalmente dall'operare borghese. Da qui l'accostamento con il pensiero antipositivista di Bergson, anche se non proprio con la sua teoria dello "[[slancio vitale]]" dalla quale si discosta esplicitamente. Il pensiero di Sorel si caratterizza, dunque, per una feroce critica antiborghese: la [[borghesia]] si accontenta della propria mediocrità ed è attirata solo dalla vita comoda e dal denaro; il [[parlamento]] è il tipico luogo politico della borghesia, è utile solo al mantenimento dello status quo, e vi si palesa quel chiacchiericcio vuoto che è tipico dell'[[essenza (filosofia)|essenza]] borghese.
Il socialismo parlamentare è degenerazione del socialismo in quanto legittima lo [[Stato]] e finisce, perciò, per legittimare la borghesia; l'alternativa è l'azione rivoluzionaria del proletariato (che non deve condividere nulla con le [[istituzione|istituzioni]] e le organizzazioni borghesi). Visto che si sta consolidando la prassi di un socialismo parlamentare, va da sé che la rivoluzione non potrà essere condotta dal partito, bensì dal [[sindacato]]. Si arriverà alla rivoluzione attraverso lo [[sciopero]] che, secondo Sorel, non potrà mai essere strumento di contrattazione poiché è un vero e proprio "tirocinio rivoluzionario": attraverso lo sciopero il proletariato acquisisce coscienza di [[Classe (sociale)|classe]].

Dallo sciopero generale condotto non tanto per motivi sindacali quanto per motivi ideologici, si genererà prima il fastidio per lo sconvolgimento dell'ordine sociale, e, in seguito la reazione repressiva violenta della borghesia che farà nascere la spontanea e violenta controreazione rivoluzionaria del popolo guidato dal proletariato. Lo sciopero generale è punto creatore della rivoluzione: porta all'abolizione delle differenziazioni sociali; non ha, però, una tempistica e dei confini precisi, è un'essenza di riscatto sempre presente nelle coscienze dei proletari.

{{Quote|Lo sciopero generale costituisce il mito nel quale si racchiude tutto intero il socialismo, ossia un'organizzazione d'immagini capaci di evocare istintivamente tutti i sentimenti corrispondenti alle diverse manifestazioni della guerra ingaggiata dal socialismo contro la società moderna. Gli scioperi hanno prodotto nel proletariato i sentimenti più nobili, più profondi e più dinamici che egli possieda; lo sciopero generale li unisce in un quadro d'insieme, e, attraverso il loro accostamento, dà a ciascuno il massimo d'intensità; facendo appello ai più ribollenti ricordi delle lotte particolari, esso colora di un'intensa vita ogni dettaglio della composizione presente alla coscienza. Otteniamo così quella intuizione del socialismo che il solo linguaggio non poteva offrire in maniera particolarmente chiara - e l'otteniamo in un insieme istantaneamente chiarificato<ref>G. Sorel, ''Réflexions sur la violence'', 1906, Rivière, Parigi 1946 p.182 (trad. it.: ''Riflessioni sulla violenza'', Laterza, Bari).</ref>.}}
aaaa42
Messaggi: 822
Iscritto il: 08/03/2012, 23:18

Re: LA QUESTIONE SOCIALISTA in Italia , la vedova di CRAXI

Messaggio da aaaa42 »

Costruzione di un nuovo soggetto politico della sinistra,
speriamo che ci siano anche le persone non solo gli apparati politici.
---------------------------------------------------------------------

COMUNICATO DELLA LEGA DEI SOCIALISTI
I Socialisti provenienti da tutta Italia, riuniti domenica 15 febbraio a Roma, nelle assemblee tenute in contemporanea presso le Sezioni socialiste di S.Saba e della Garbatella, organizzate dalla “Lega dei Socialisti”, dalla “Rete Socialista-Socialismo europeo”, dalla “Federazione per il Socialismo” e dalle componenti del P.S.I. “Sinistra socialista” e “Iniziativa socialista”, hanno convocato, insieme, per sabato 28 marzo, a Roma, una grande ASSEMBLEA COSTITUENTE DEL SOCIALISMO ITALIANO.
Lo scope dell’assemblea è quello di unificare, in una sola soggettività organizzata, tutto l’universo delle associazioni socialiste interne ed esterne al P.S.I. che vogliono contrastare qualsiasi forma di annullamento del Socialismo italiano nelle file del P.D. e che intendono partecipare, con la propria identità, al progetto della costruzione di una nuova Forza della Sinistra italiana in grado di lavorare ad una prospettiva di trasformazione socialista e democratica della Società italiana di fronte alla crisi economica e sociale che sta sconvolgendo l’intero sistema Paese, mettendone a rischio la stessa tenuta democratica.
aaaa42
Messaggi: 822
Iscritto il: 08/03/2012, 23:18

Re: LA QUESTIONE SOCIALISTA in Italia , la vedova di CRAXI

Messaggio da aaaa42 »

Oggi alle 11 promossa dalla Critica Sociale
IN RICORDO DI TURATI NELL'80� DELLA MORTE
CERIMONIA AL MONUMENTALE DI MILANO
----------------------------------------------------------------------------------

Ricorre quest'anno l'80° anniversario della morte di Filippo Turati, avvenuta a Parigi il 29 marzo 1932, in casa di Bruno Buozzi.
Le sue ceneri vennero traslate e tumulate al Cimitero Monumentale di Milano il 10 ottobre del 1948 accompagnate da una imponente manifestazione nelle vie del capoluogo lombardo.
La Critica Sociale renderà omaggio alla sua figura con una cerimonia che si terrà

OGGI 29 MARZO 2012 ALLE ORE 11,00

Saranno presenti, tra gli altri, Carlo Tognoli, Ugo Finetti, Sergio Scalpelli, Giovanni Manzi, Walter Galbusera, Alessandro Colucci, Felice Besostri, Stefano Pillitteri, Stefano Carluccio.

L'appuntamento è all'entrata principale del Cimitero Munumentale.

Vi sapettiamo. La Critica Sociale

intervento di carlo tognoli su turati


http://www.criticasociale.net/files/62_ ... file_1.pdf
Rispondi

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Amazon [Bot] e 3 ospiti