riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancellati.
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
"la riforma Fornero ha creato un problema sociale"
Giuliano Poletti 10 febbraio 2015.
*******************
non capisco:
si è svegliato... o si è iscrittto alla Lega Nord ???
Giuliano Poletti 10 febbraio 2015.
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non capisco:
si è svegliato... o si è iscrittto alla Lega Nord ???
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
No.
E' solo la nuova frontiera delle facce di bronzo.
Sono sempre stati di sinistra, delle cooperative, sociali, solidali, ecc..
Milioni in piazza contro B.
Poi lasciano campo e anzi accolgono ideologie liberiste.
Poi lasciano campo e anzi votano provvedimenti liberisti.
Poi dopo dicono che è stato un errore.
Non dicono, badate bene: "era necessario non c'erano alternative".
Dicono: "è stato un errore poteva esser fatto meglio".
Per di più dopo aver mortificato, dileggiato e insultato quelli che, alleati
o nel loro stesso partito, evidenziavano l'errore e proponevano alternative.
E lo stesso fanno su tutto.
Jobs Act.
Anticorruzione.
Legge elettorale.
Riforma Costituzionale.
Liberalizzazioni.
Riforma del fisco.
Riforma scuola.
Si accorgono, non dieci anni dopo, ma dieci ORE dopo aver votato
un provvedimento che questo "poteva esser fatto meglio".
Neanche i berlusconiani sono mai arrivati a tanto.
Tranne Calderoli col Porcellum, hanno almeno sempre
difeso le loro porcherie.
Poi dice che ce l'hai con Renzi, gli ex democristiani e gli ex comunisti.
Poi dice che uno vota Grillo o sta a casa.
soloo42001
E' solo la nuova frontiera delle facce di bronzo.
Sono sempre stati di sinistra, delle cooperative, sociali, solidali, ecc..
Milioni in piazza contro B.
Poi lasciano campo e anzi accolgono ideologie liberiste.
Poi lasciano campo e anzi votano provvedimenti liberisti.
Poi dopo dicono che è stato un errore.
Non dicono, badate bene: "era necessario non c'erano alternative".
Dicono: "è stato un errore poteva esser fatto meglio".
Per di più dopo aver mortificato, dileggiato e insultato quelli che, alleati
o nel loro stesso partito, evidenziavano l'errore e proponevano alternative.
E lo stesso fanno su tutto.
Jobs Act.
Anticorruzione.
Legge elettorale.
Riforma Costituzionale.
Liberalizzazioni.
Riforma del fisco.
Riforma scuola.
Si accorgono, non dieci anni dopo, ma dieci ORE dopo aver votato
un provvedimento che questo "poteva esser fatto meglio".
Neanche i berlusconiani sono mai arrivati a tanto.
Tranne Calderoli col Porcellum, hanno almeno sempre
difeso le loro porcherie.
Poi dice che ce l'hai con Renzi, gli ex democristiani e gli ex comunisti.
Poi dice che uno vota Grillo o sta a casa.
soloo42001
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
error
Ultima modifica di camillobenso il 01/04/2015, 19:55, modificato 1 volta in totale.
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
shiloh ha scritto:"la riforma Fornero ha creato un problema sociale"
Giuliano Poletti 10 febbraio 2015.
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non capisco:
si è svegliato... o si è iscrittto alla Lega Nord ???
soloo42001 ha scritto:No.
E' solo la nuova frontiera delle facce di bronzo.
soloo42001
In primis dobbiamo chiarirci in quale sistema siamo inseriti.
Altrimenti non comprendiamo cosa succede.
E questo lo dobbiamo fare noi forumisti, che da anni siamo abituati da Ulivo.it a cercare di capire. Non aspettatevi che lo facciano i politici. Sono una categoria a parte. Vanno contro i loro interessi.
Marco Revelli ha di recente pubblicato un libro: "La lotta di classe esiste e l'hanno vinta i ricchi". Vero!
Nella recensione di Roberto Tomei (sotto), leggiamo:
E c’è di più. Il Rapporto, infatti, indica come causa principale della crescente ineguaglianza “il pernicioso impatto che la concentrazione della ricchezza può avere su un’equa rappresentanza politica”, con le conseguenze che non è difficile immaginare.
Tra tutte, in particolare, il piegarsi delle regole a favore dei ricchi, spesso a detrimento di tutti gli altri, come è avvenuto e sta avvenendo tuttora con quelle “innovazioni legislative” che stanno spazzando via “i consolidati sistemi di welfare che avevano presieduto alla lunga stagione keynesiana”.
La legge Fornero è parte di questa riflessione.
Ve lo ricordate il pianto del suo esordio? Sapeva che stava trombando il mondo del lavoro. Non ha avuto il coraggio civile di dire: “Questa roba io non la firmo, …..me ne vado!!!”
PS . La lotta di classe l’hanno vinta i ricchi.
MARTEDÌ 16 DICEMBRE 2014 01:00
di Roberto Tomei
Tra gli ultimi lavori di Paolo Sylos Labini, c’è un piccolo ma prezioso libro in cui l’illustre economista, dopo aver distinto tra un Marx profetico (quello, per capirci, della “fine del capitalismo”, “della caduta tendenziale del saggio del profitto”, ecc.) e un Marx scientifico (l’inventore di categorie come quelle di “alienazione” e “lotta di classe”), giudica del tutto inservibile il primo mentre considera il secondo utilissimo a comprendere anche il nostro tempo.
E’ indubbio, infatti, che certe categorie, in quanto concetti-chiave capaci di decifrare il corso della storia nei suoi mutevoli e cangianti sviluppi, riescano a mantenere intatta la loro forza esplicativa, ben oltre il tempo in cui furono concepite.
Così la pensa senz’altro Marco Revelli, che ha intitolato appunto la sua ultima fatica, appena uscita per i tipi di Laterza, “La lotta di classe esiste e l’hanno vinta i ricchi” Vero!, che si sostanzia in una puntuale e articolata critica dell’ideologia neoliberista che ha governato il mondo in questi ultimi trent’anni.
Secondo tale ideologia, non solo un certo grado di diseguaglianza sarebbe necessario per garantire lo sviluppo economico, ma anche un elevato tasso di inquinamento iniziale, nella fase di decollo, sarebbe accettabile, in quanto destinato a essere riassorbito con la crescita del benessere e il progresso della tecnologia.
Sennonché, diversamente da quanto prospettato dai neoliberisti, non solo la crisi economica globale, in cui siamo precipitati da oltre un lustro, è molto grave, ma le diseguaglianze crescono e lo stato ambientale del pianeta continua a peggiorare.
Che la lotta di classe l’abbiano vinta i ricchi è inequivocabilmente confermato dalle risultanze del Rapporto Oxfam, presentato nel gennaio scorso al vertice di Davos, significativamente intitolatoWorking for the Few (Lavorare per i pochi).
Il Rapporto mostra come l’1% degli abitanti della terra possieda da solo un volume di ricchezza pari a 110.000 miliardi di dollari, contro una ricchezza totale stimata in 240.800 miliardi di dollari. Ma quel che è interessante notare è che in questi ultimi trent’anni di neoliberismo trionfante quell’1% più ricco ha costantemente accresciuto la propria quota di ricchezza in quasi tutti i paesi presi in considerazione ( quelli per cui esistono dati credibili in serie storica comparabile).
E c’è di più. Il Rapporto, infatti, indica come causa principale della crescente ineguaglianza “il pernicioso impatto che la concentrazione della ricchezza può avere su un’equa rappresentanza politica”, con le conseguenze che non è difficile immaginare.
Tra tutte, in particolare, il piegarsi delle regole a favore dei ricchi, spesso a detrimento di tutti gli altri, come è avvenuto e sta avvenendo tuttora con quelle “innovazioni legislative” che stanno spazzando via “i consolidati sistemi di welfare che avevano presieduto alla lunga stagione keynesiana”.
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Sono sempre stati di sinistra, delle cooperative, sociali, solidali, ecc..
Milioni in piazza contro B.
Poi lasciano campo e anzi accolgono ideologie liberiste.
Poi lasciano campo e anzi votano provvedimenti liberisti
Soloo42001
A fine ciclo della sinistra bisognerà voltare la testa all’indietro e rileggere cosa è stata la sinistra italiana degli ultimi 130 anni.
Poletti e le Coop di sinistra? Allora io sono un cammello con otto gobbe.
Ritorniamo agli anni ’60. Verso la fine. Caro soloo42001, ti ricordi dove era collocata la “Breda”’? Ci eri mai passato da quelle parti?
Ci stavano degli operai che entravano ogni mattina mettendo bene in evidenza l’Unità nella tasca posteriore dei pantaloni, per segnalare agli altri la propria appartenenza politica.
Durante gli scioperi :
- Giravano per i reparti a caccia dei crumiri obbligandoli a partecipare alle manifestazioni.
- Nei cortei stavano in testa portando gli striscioni, oppure suonavano le trombette, e percuotevano i tamburelli.
- Insomma, erano i più casinisti.
Poi, nel tempo una buona parte dei casinisti si è defilata. E’ diventata improvvisamente silenziosa.
Divenne più che naturale, quindi, che chi aveva osservato la mutazione ne chiedesse il motivo.
La risposta comune, in progressione fu: “Sai,.. mi sto comprando la casa…”
“E allora che c’entra?”, chiese ripetutamente l’interlocutore.
“ C’entra. Perché i comunisti non tollerano la proprietà privata, e te la vogliono portare via”
Questa era la cultura dei compagnoski più turbolenti dell’epoca.
Figuriamoci quella dei Poletti punti perfetti e delle Coop, ben inserite nel sistema.
Non dobbiamo scandalizzarci. Basta osservare Latorre (classe 1955), grande collaboratore del Conte Max, ed oggi renziano di ferro.
Oppure i giovani alla Orfini, devoti della “Sacra poltrona”.
Basta che gli venga data una poltrona, a cui hanno aspirato da sempre, e tutto il loro pensiero cambia all’istante.
Questo Pd è di destra. Solo i merli fessi non se ne accorgono.
Scrive all’inizio del suo libro, L’intoccabile, Davide Vecchi:
Dalla parte dei ricchi
Matteo Renzi ha sempre guardato con simpatia al mondo imprenditoriale. Fin da subito ha cominciato a sollecitare la pancia degli industriali, a cercare l’appovazione e il sostegno.
Già nel 2002 si era schierato per la cancellazione dell’articolo 18, battendosi contro la CGIL……………
Poletti fa parte del gioco Renziano.
Milioni in piazza contro B.
Poi lasciano campo e anzi accolgono ideologie liberiste.
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Soloo42001
A fine ciclo della sinistra bisognerà voltare la testa all’indietro e rileggere cosa è stata la sinistra italiana degli ultimi 130 anni.
Poletti e le Coop di sinistra? Allora io sono un cammello con otto gobbe.
Ritorniamo agli anni ’60. Verso la fine. Caro soloo42001, ti ricordi dove era collocata la “Breda”’? Ci eri mai passato da quelle parti?
Ci stavano degli operai che entravano ogni mattina mettendo bene in evidenza l’Unità nella tasca posteriore dei pantaloni, per segnalare agli altri la propria appartenenza politica.
Durante gli scioperi :
- Giravano per i reparti a caccia dei crumiri obbligandoli a partecipare alle manifestazioni.
- Nei cortei stavano in testa portando gli striscioni, oppure suonavano le trombette, e percuotevano i tamburelli.
- Insomma, erano i più casinisti.
Poi, nel tempo una buona parte dei casinisti si è defilata. E’ diventata improvvisamente silenziosa.
Divenne più che naturale, quindi, che chi aveva osservato la mutazione ne chiedesse il motivo.
La risposta comune, in progressione fu: “Sai,.. mi sto comprando la casa…”
“E allora che c’entra?”, chiese ripetutamente l’interlocutore.
“ C’entra. Perché i comunisti non tollerano la proprietà privata, e te la vogliono portare via”
Questa era la cultura dei compagnoski più turbolenti dell’epoca.
Figuriamoci quella dei Poletti punti perfetti e delle Coop, ben inserite nel sistema.
Non dobbiamo scandalizzarci. Basta osservare Latorre (classe 1955), grande collaboratore del Conte Max, ed oggi renziano di ferro.
Oppure i giovani alla Orfini, devoti della “Sacra poltrona”.
Basta che gli venga data una poltrona, a cui hanno aspirato da sempre, e tutto il loro pensiero cambia all’istante.
Questo Pd è di destra. Solo i merli fessi non se ne accorgono.
Scrive all’inizio del suo libro, L’intoccabile, Davide Vecchi:
Dalla parte dei ricchi
Matteo Renzi ha sempre guardato con simpatia al mondo imprenditoriale. Fin da subito ha cominciato a sollecitare la pancia degli industriali, a cercare l’appovazione e il sostegno.
Già nel 2002 si era schierato per la cancellazione dell’articolo 18, battendosi contro la CGIL……………
Poletti fa parte del gioco Renziano.
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Tagliola pensioni, in 5 anni sono stati persi 1.800 euro a testa
Una vera e propria tagliola si è abbattuta negli ultimi quattro anni su 5,5 milioni di pensionati.
Lo denuncia lo Spi-Cgil secondo cui, con il blocco della rivalutazione degli assegni, sono stati sottratti ai pensionati 9,7 miliardi di euro, pari ad una perdita media pro-capite di 1.779 euro.
È l’effetto, calcolato e reso noto ieri dallo Spi-Cgil, del blocco della rivalutazione delle pensioni in vigore negli anni 2012-2013 e delle modifiche apportate allo stesso meccanismo negli anni seguenti.
Nel biennio 2012-2013, spiega il sindacato in uno studio presentato oggi, l’adeguamento delle pensioni è stato bloccato per importi superiori a tre volte il trattamento minimo, ovvero circa 1.400 euro lordi.
Nel biennio 2014-2015 invece l’adeguamento è stato sull’intero importo della pensione con una percentuale del 100% solo per tutti quelli che hanno un assegno fino a tre volte il trattamento minimo, mentre è diminuito per le altre categorie d’importo dallo 0,95% fino allo 0,40%.
“Occorre correggere i meccanismi attuali di rivalutazione per non penalizzare ulteriormente i pensionati italiani.
Bisogna applicare a tutti il 100% di rivalutazione fino a 5 volte il trattamento minimo, pari a 2.500 euro lordi al mese, per poi scendere al 50% per gli importi eccedenti tale cifra.
Si tratta – continua il sindacato – di una correzione non particolarmente onerosa e quindi realizzabile con un costo di circa 350 milioni di euro per ogni punto di inflazione”.
“Sarebbe utile – afferma in tal senso lo Spi-Cgil – lavorare su un coefficiente che si basi sulla data di nascita e sull’età di maturazione del diritto alla pensione, sulla falsa riga del sistema ‘svedese’.
In questo modo il futuro pensionato avrà almeno la certezza del coefficiente minimo che determinerà l’importo della sua pensione”.
http://www.pensioniblog.it/2015/03/28/t ... o-a-testa/
Una vera e propria tagliola si è abbattuta negli ultimi quattro anni su 5,5 milioni di pensionati.
Lo denuncia lo Spi-Cgil secondo cui, con il blocco della rivalutazione degli assegni, sono stati sottratti ai pensionati 9,7 miliardi di euro, pari ad una perdita media pro-capite di 1.779 euro.
È l’effetto, calcolato e reso noto ieri dallo Spi-Cgil, del blocco della rivalutazione delle pensioni in vigore negli anni 2012-2013 e delle modifiche apportate allo stesso meccanismo negli anni seguenti.
Nel biennio 2012-2013, spiega il sindacato in uno studio presentato oggi, l’adeguamento delle pensioni è stato bloccato per importi superiori a tre volte il trattamento minimo, ovvero circa 1.400 euro lordi.
Nel biennio 2014-2015 invece l’adeguamento è stato sull’intero importo della pensione con una percentuale del 100% solo per tutti quelli che hanno un assegno fino a tre volte il trattamento minimo, mentre è diminuito per le altre categorie d’importo dallo 0,95% fino allo 0,40%.
“Occorre correggere i meccanismi attuali di rivalutazione per non penalizzare ulteriormente i pensionati italiani.
Bisogna applicare a tutti il 100% di rivalutazione fino a 5 volte il trattamento minimo, pari a 2.500 euro lordi al mese, per poi scendere al 50% per gli importi eccedenti tale cifra.
Si tratta – continua il sindacato – di una correzione non particolarmente onerosa e quindi realizzabile con un costo di circa 350 milioni di euro per ogni punto di inflazione”.
“Sarebbe utile – afferma in tal senso lo Spi-Cgil – lavorare su un coefficiente che si basi sulla data di nascita e sull’età di maturazione del diritto alla pensione, sulla falsa riga del sistema ‘svedese’.
In questo modo il futuro pensionato avrà almeno la certezza del coefficiente minimo che determinerà l’importo della sua pensione”.
http://www.pensioniblog.it/2015/03/28/t ... o-a-testa/
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Il Comitato Esodati Romani risponde a Boeri
ll.mo direttore.
Ieri molte testate online portano le dichiarazioni fatte dal presidente Boeri a proposito di ESODATI.
Vorrei se mi è concesso, replicare attraverso il vostro giornale.
Parto dal primo punto, dove Boeri dice che l’inps non è una associazione a delinquere, ci facesse sapere allora, come definire un istituto dello stato, chiamato a gestire miliardi di euro di contributi dei lavoratori, e che sta tentando attraverso il suo presidente di non riconoscere a una fetta di essi il proprio diritto alla pensione.
Qui si parla di persone che hanno versato 40 anni di contributi, persone licenziate e che hanno continuato facendo sacrifici enormi, a versare di tasca loro i contributi mancanti (dopo regolare autorizzazione dell’inps) i cosiddetti CV, ci sono lavoratori licenziati e mandati in mobilità perchè ad un passo dalla pensione, poi a causa della riforma Fornero sappiamo tutti come è andata a finire, ci sono i cosiddetti cessati con accordi individuali, persone che hanno firmato in sede istituzionale un accordo, poi qualcuno si è permesso di dire o continua a dire (pur sapendo di mentire) che hanno preso un sacco di soldi, perciò ci dica il Prof. Boeri come bisogna chiamare il suo istituto e tutti quei politici e governanti che dopo tre anni intendono danneggiare ulteriormente queste persone.
CE LO DEVE DIRE!!! Effettivamente associazione a delinquere è un po’ pesante ed esagerata, vogliamo definirla una appropriazione indebita dei soldi dei contributi inps degli ESODATI??
Si da il caso caro direttore, che le persone danneggiate e derubate del proprio diritto, dopo una vita di lavoro siamo noi e non l’istituto o lo stato, come vuole fare intendere Boeri.
Poi non si è mai visto che un presidente dell’inps, dove dice, che lui non è il legislatore e che non può decidere nulla e che è solo un esecutore delle leggi, allora ci spieghi come mai a giugno (dopo le elezioni amministrative) presenterà una sua proposta sulle pensioni, e in particolar modo suggerirà al governo di intervenire nei confronti degli esodati in modo assistenziale, con un probabile reddito minimo, inserito nella fascia di povertà che va dai 55 ai 65 anni di età.
Inoltre ha detto: “Nel meccanismo delle salvaguardie per i lavoratori esodati c’è qualcosa che non funziona” dato che il numero delle persone che ne beneficiano nella pratica risultano meno di quelle previste.
MENO MALE CHE è ARRIVATO BOERI A DIRCI CHE NEL MECCANISMO DELLE SALVAGUARDIE QUALCOSA NON FUNZIONA! STAVAMO ASPETTANDO L’ENNESIMO BOCCONIANO CHE CI ILLUMINASSE! E’ CHIARO CHE QUALCOSA NON FUNZIONA CON TUTTI I PALETTI CHE IMPEDISCONO ALLE PERSONE DI USUFRUIRE DELLE SALVAGUARDIE, BELLA SCOPERTA!!!!
Bene caro direttore è verissimo, effettivamente dalle precedenti salvaguardie sono avanzati dei soldi che sono nel cosiddetto fondo esodati, sufficienti per salvaguardare tutte e 49.500 persone fino al 6/1/2019 che hanno gli stessi requisiti delle precedenti salvaguardie, numeri che la stessa inps conferma e mai smentite dallo stesso Boeri.
Poi siccome i numeri sono sempre da definire sarà cura del nuovo presidente e in questo sono certo che ci riuscirà, a dare una risposta definitiva e veritiera di quanti esodati ci sono ancora oltre i 49.500.
Sia ben chiaro a tutti e per questo ci batteremo con tutte le nostre forze, NON POSSIAMO ESSERE TRATTATI DA DELINQUENTI O DA LADRI!
SIAMO GENTE ONESTA CHE CREDE ANCORA NELLA GIUSTIZIA ! E PRESTO SAREMO ANCORA IN PIAZZA. SE NE FACCIANO UNA RAGIONE RENZI E BOERI! NON CI SARANNO ESODATI DI SERIE A E DI SERIE B. VOGLIAMO LA NOSTRA SUDATA PENSIONE. ABBIAMO DATO!!!!!!!!!!
Cordiali saluti
Giuliano Colaci
coordinatore comitato esodati Romani
http://www.pensioniblog.it/2015/04/03/i ... e-a-boeri/
ll.mo direttore.
Ieri molte testate online portano le dichiarazioni fatte dal presidente Boeri a proposito di ESODATI.
Vorrei se mi è concesso, replicare attraverso il vostro giornale.
Parto dal primo punto, dove Boeri dice che l’inps non è una associazione a delinquere, ci facesse sapere allora, come definire un istituto dello stato, chiamato a gestire miliardi di euro di contributi dei lavoratori, e che sta tentando attraverso il suo presidente di non riconoscere a una fetta di essi il proprio diritto alla pensione.
Qui si parla di persone che hanno versato 40 anni di contributi, persone licenziate e che hanno continuato facendo sacrifici enormi, a versare di tasca loro i contributi mancanti (dopo regolare autorizzazione dell’inps) i cosiddetti CV, ci sono lavoratori licenziati e mandati in mobilità perchè ad un passo dalla pensione, poi a causa della riforma Fornero sappiamo tutti come è andata a finire, ci sono i cosiddetti cessati con accordi individuali, persone che hanno firmato in sede istituzionale un accordo, poi qualcuno si è permesso di dire o continua a dire (pur sapendo di mentire) che hanno preso un sacco di soldi, perciò ci dica il Prof. Boeri come bisogna chiamare il suo istituto e tutti quei politici e governanti che dopo tre anni intendono danneggiare ulteriormente queste persone.
CE LO DEVE DIRE!!! Effettivamente associazione a delinquere è un po’ pesante ed esagerata, vogliamo definirla una appropriazione indebita dei soldi dei contributi inps degli ESODATI??
Si da il caso caro direttore, che le persone danneggiate e derubate del proprio diritto, dopo una vita di lavoro siamo noi e non l’istituto o lo stato, come vuole fare intendere Boeri.
Poi non si è mai visto che un presidente dell’inps, dove dice, che lui non è il legislatore e che non può decidere nulla e che è solo un esecutore delle leggi, allora ci spieghi come mai a giugno (dopo le elezioni amministrative) presenterà una sua proposta sulle pensioni, e in particolar modo suggerirà al governo di intervenire nei confronti degli esodati in modo assistenziale, con un probabile reddito minimo, inserito nella fascia di povertà che va dai 55 ai 65 anni di età.
Inoltre ha detto: “Nel meccanismo delle salvaguardie per i lavoratori esodati c’è qualcosa che non funziona” dato che il numero delle persone che ne beneficiano nella pratica risultano meno di quelle previste.
MENO MALE CHE è ARRIVATO BOERI A DIRCI CHE NEL MECCANISMO DELLE SALVAGUARDIE QUALCOSA NON FUNZIONA! STAVAMO ASPETTANDO L’ENNESIMO BOCCONIANO CHE CI ILLUMINASSE! E’ CHIARO CHE QUALCOSA NON FUNZIONA CON TUTTI I PALETTI CHE IMPEDISCONO ALLE PERSONE DI USUFRUIRE DELLE SALVAGUARDIE, BELLA SCOPERTA!!!!
Bene caro direttore è verissimo, effettivamente dalle precedenti salvaguardie sono avanzati dei soldi che sono nel cosiddetto fondo esodati, sufficienti per salvaguardare tutte e 49.500 persone fino al 6/1/2019 che hanno gli stessi requisiti delle precedenti salvaguardie, numeri che la stessa inps conferma e mai smentite dallo stesso Boeri.
Poi siccome i numeri sono sempre da definire sarà cura del nuovo presidente e in questo sono certo che ci riuscirà, a dare una risposta definitiva e veritiera di quanti esodati ci sono ancora oltre i 49.500.
Sia ben chiaro a tutti e per questo ci batteremo con tutte le nostre forze, NON POSSIAMO ESSERE TRATTATI DA DELINQUENTI O DA LADRI!
SIAMO GENTE ONESTA CHE CREDE ANCORA NELLA GIUSTIZIA ! E PRESTO SAREMO ANCORA IN PIAZZA. SE NE FACCIANO UNA RAGIONE RENZI E BOERI! NON CI SARANNO ESODATI DI SERIE A E DI SERIE B. VOGLIAMO LA NOSTRA SUDATA PENSIONE. ABBIAMO DATO!!!!!!!!!!
Cordiali saluti
Giuliano Colaci
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Inps: il 96% delle pensioni dei ferrovieri sono superiori ai contributi
Se gli assegni venissero calcolati con il metodo contributivo, il 27% degli ex dipendenti riceverebbe un appannaggio ridotto di oltre il 30%. Nel 2013 il fondo ha chiuso con un disavanzo di 4,2 miliardi di euro
MILANO - Il 96% delle pensioni dei ferrovieri del fondo speciale Fs in pagamento nel 2015 (vecchiaia e anzianità) subirebbero una riduzione se venissero calcolate con il metodo contributivo. E' quanto emerge dall'operazione Porte aperte Inps secondo cui il 27% degli assegni si ridurrebbe di oltre il 30%. Nel 2013 il fondo ha avuto un disavanzo di 4,2 miliardi.
Nel Fondo speciale sono iscritti i dipendenti delle Ferrovie assunti prima del 1 aprile 2000, i dipendenti della Holding delle Ferrovie (assunti anche successivamente) e gli ex dipendenti FS (trasferiti per mobilità ad amministrazioni pubbliche) che hanno optato per il mantenimento dell'iscrizione al Fondo speciale FS. Il Fondo - spiega l'Inps all'interno di una scheda su "Porte aperte" dopo quelle pubblicate sui piloti e sui dirigenti dell'industria, era già in rosso prima del suo passaggio all'Inps e, dal 1973, i suoi squilibri gestionali sono a carico del bilancio dello Stato. Dal trasferimento della gestione in Inps i risultati economici annuali sono stati sempre negativi anche per il progressivo peggioramento del rapporto tra iscritti e pensionati, dovuto al fatto che i lavoratori assunti dalle società appartenenti alla Holding FS dopo il 1 aprile 2000 vengono iscritti al Fondo Lavoratori Dipendenti (FPLD) e non più al Fondo speciale.
Dalla scheda Inps emerge come, a causa delle regole sul pensionamento in passato più generose di quelle attuali, la maggioranza dei ferrovieri con pensioni liquidate tra il 2000 e il 2014 abbia importi di pensione superiori di almeno il 20% a quello che avrebbero avuto con il calcolo contributivo. In particolare il 36% gode di un importo tra il 20% e il 30% superiore, il 19% di un importo superiore tra il 30% e il 40% mentre l'8% ha importi superiori a quelli del contributivo del 40%. Solo il 2% ha importi inferiori di più del 10% di quanto avrebbe ottenuto con il metodo contributivo.
Le deviazioni dal contributivo sono più forti per chi va in pensione prima. "Ad esempio - si legge nella scheda - un ferroviere andato in pensione nel 2010 all'età di 59 anni (era ancora possibile con le quote età e anzianità) con una pensione lorda mensile di 3.240 euro percepisce una prestazione di 583 euro più alta di quella che avrebbe ottenuto con il ricalcolo contributivo; una persona andata in pensione all'età di 63 anni nel 2013 vedrebbe il suo assegno pensionistico ridursi di circa 335 euro passando da 3.525 euro lordi a 3.190.
Per la scheda sono state prese in considerazioni 50.000 pensioni (di persone andate in pensione dopo il 2000) che rappresentano un terzo delle pensioni del fondo. Al momento il Fondo eroga 151.000 pensioni di vecchiaia e anzianità (e anticipate) con un importo medio di 25.000 euro, 1.400 pensioni di invalidità/inabilità e 67.000 pensioni di reversibilità (14.000 euro in media). Nel 2015 le nuove pensioni di vecchiaia, anzianità e anticipate saranno 1.700 per un importo medio di 32.000 euro.
http://www.repubblica.it/economia/2015/ ... ref=HRLV-5
Anche questa storia che ci siano pensionati di serie A e pensionati di serie C deve finire.
Non è possibile che ci siano lavoratori attivi costretti a contribuire per 42 anni e 6 mesi + aumenti di aspettativa di vita,
per pagare pensioni a baby pensionati o pensionati che hanno versato molto meno di quanto riceveranno.
Se gli assegni venissero calcolati con il metodo contributivo, il 27% degli ex dipendenti riceverebbe un appannaggio ridotto di oltre il 30%. Nel 2013 il fondo ha chiuso con un disavanzo di 4,2 miliardi di euro
MILANO - Il 96% delle pensioni dei ferrovieri del fondo speciale Fs in pagamento nel 2015 (vecchiaia e anzianità) subirebbero una riduzione se venissero calcolate con il metodo contributivo. E' quanto emerge dall'operazione Porte aperte Inps secondo cui il 27% degli assegni si ridurrebbe di oltre il 30%. Nel 2013 il fondo ha avuto un disavanzo di 4,2 miliardi.
Nel Fondo speciale sono iscritti i dipendenti delle Ferrovie assunti prima del 1 aprile 2000, i dipendenti della Holding delle Ferrovie (assunti anche successivamente) e gli ex dipendenti FS (trasferiti per mobilità ad amministrazioni pubbliche) che hanno optato per il mantenimento dell'iscrizione al Fondo speciale FS. Il Fondo - spiega l'Inps all'interno di una scheda su "Porte aperte" dopo quelle pubblicate sui piloti e sui dirigenti dell'industria, era già in rosso prima del suo passaggio all'Inps e, dal 1973, i suoi squilibri gestionali sono a carico del bilancio dello Stato. Dal trasferimento della gestione in Inps i risultati economici annuali sono stati sempre negativi anche per il progressivo peggioramento del rapporto tra iscritti e pensionati, dovuto al fatto che i lavoratori assunti dalle società appartenenti alla Holding FS dopo il 1 aprile 2000 vengono iscritti al Fondo Lavoratori Dipendenti (FPLD) e non più al Fondo speciale.
Dalla scheda Inps emerge come, a causa delle regole sul pensionamento in passato più generose di quelle attuali, la maggioranza dei ferrovieri con pensioni liquidate tra il 2000 e il 2014 abbia importi di pensione superiori di almeno il 20% a quello che avrebbero avuto con il calcolo contributivo. In particolare il 36% gode di un importo tra il 20% e il 30% superiore, il 19% di un importo superiore tra il 30% e il 40% mentre l'8% ha importi superiori a quelli del contributivo del 40%. Solo il 2% ha importi inferiori di più del 10% di quanto avrebbe ottenuto con il metodo contributivo.
Le deviazioni dal contributivo sono più forti per chi va in pensione prima. "Ad esempio - si legge nella scheda - un ferroviere andato in pensione nel 2010 all'età di 59 anni (era ancora possibile con le quote età e anzianità) con una pensione lorda mensile di 3.240 euro percepisce una prestazione di 583 euro più alta di quella che avrebbe ottenuto con il ricalcolo contributivo; una persona andata in pensione all'età di 63 anni nel 2013 vedrebbe il suo assegno pensionistico ridursi di circa 335 euro passando da 3.525 euro lordi a 3.190.
Per la scheda sono state prese in considerazioni 50.000 pensioni (di persone andate in pensione dopo il 2000) che rappresentano un terzo delle pensioni del fondo. Al momento il Fondo eroga 151.000 pensioni di vecchiaia e anzianità (e anticipate) con un importo medio di 25.000 euro, 1.400 pensioni di invalidità/inabilità e 67.000 pensioni di reversibilità (14.000 euro in media). Nel 2015 le nuove pensioni di vecchiaia, anzianità e anticipate saranno 1.700 per un importo medio di 32.000 euro.
http://www.repubblica.it/economia/2015/ ... ref=HRLV-5
Anche questa storia che ci siano pensionati di serie A e pensionati di serie C deve finire.
Non è possibile che ci siano lavoratori attivi costretti a contribuire per 42 anni e 6 mesi + aumenti di aspettativa di vita,
per pagare pensioni a baby pensionati o pensionati che hanno versato molto meno di quanto riceveranno.
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Riforma Pensioni, alla Camera arriva il ddl sulla quota 100.
Ecco le misure
In pensione a partire da 62 anni e 38 di contributi a decorrere dal 1° gennaio 2016 e sino al 31 dicembre 2021. E senza riduzioni sull'assegno. E' questa la sintesi della proposta di legge presentata ieri in Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati da Cesare Damiano e Maria Luisa Gnecchi (Pd). Si tratta della cd. quota 100, un'iniziativa che sino ad oggi era stata anticipata solo a "voce" dallo stesso Presidente della Commissione Lavoro, Cesare Damiano, e che ora viene tradotta in un progetto di legge ufficiale (il ddl 2945).
I contenuti. L'idea parte tuttavia dal presupposto di ripristinare - ai fini della maturazione di un diritto a pensione - del meccanismo delle quote, cioè della somma dell'età anagrafica del lavoratore unitamente ad un requisito contributivo, come accadeva prima della Riforma Fornero. Il provvedimento si rivolge sia ai lavoratori dipendenti che autonomi iscritti alla previdenza pubblica che maturano i requisiti tra il 1° gennaio 2016 ed il 31 Dicembre 2021.
Nello specifico il ddl consente l'uscita in presenza di un'età anagrafica minima di 62 anni e 35 anni di contributi piu' il contestuale perfezionamento della quota 100 valore determinato, per l'appunto, tramite la somma di età anagrafica e di quella contributiva. A conti fatti questo valore potrebbe essere centrato con 62 anni e 38 anni di contributi; con 63 anni e 37 di contributi; con 64 anni e 36 di contributi o ancora con 65 anni e 35 di contributi (si vedano le caselle in verde nella tabella per identificare le combinazioni possibili).
Per i lavoratori autonomi l'asticella viene spostata di un anno in avanti: fermo restando il requisito minimo di 35 anni di contributi servono almeno 63 anni di età ed il contestuale raggiungimento della quota 101. L'assegno per gli autonomi può essere agguantato quindi, ad esempio, a partire dai 63 anni di età purchè ci sia un'anzianità contributiva di almeno 38 anni.
La proposta si inserisce in quel contesto di misure all'esame della Camera per flessibilizzare le uscite ed era stata piu' volte annunciata dall'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano. "E' una scialuppa di salvataggio per coloro che, ultrasessantenni, sono rimasti penalizzati dalla Riforma Fornero" ha ricordato Damiano. "Vogliamo restituire ai lavoratori quella serenità perduta nel corso degli ultimi anni, caratterizzati da un completo stravolgimento del sistema previdenziale, attraverso la previsione di un ampio periodo di transizione all’interno del quale consentire l’accesso al trattamento pensionistico al conseguimento di determinati requisiti anagrafici e contributivi" ha concluso Damiano.
Costoro infatti, pur avendo 36-38 anni di contributi alle spalle sono costretti a traguardare i 67 anni per la pensione di vecchiaia mentre, con la proposta in parola, potrebbero anticipare l'uscita di almeno un paio di anni.
Il ddl, che ora sarà incardinato in Commissione Lavoro, a differenza di un'analoga proposta presentata nell'Aprile 2013 dagli stessi firmatari, non prevede riduzioni dell'assegno pensionistico.
Leggi Tutto: http://www.pensionioggi.it/notizie/prev ... z3WFh19RRZ
Ecco le misure
In pensione a partire da 62 anni e 38 di contributi a decorrere dal 1° gennaio 2016 e sino al 31 dicembre 2021. E senza riduzioni sull'assegno. E' questa la sintesi della proposta di legge presentata ieri in Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati da Cesare Damiano e Maria Luisa Gnecchi (Pd). Si tratta della cd. quota 100, un'iniziativa che sino ad oggi era stata anticipata solo a "voce" dallo stesso Presidente della Commissione Lavoro, Cesare Damiano, e che ora viene tradotta in un progetto di legge ufficiale (il ddl 2945).
I contenuti. L'idea parte tuttavia dal presupposto di ripristinare - ai fini della maturazione di un diritto a pensione - del meccanismo delle quote, cioè della somma dell'età anagrafica del lavoratore unitamente ad un requisito contributivo, come accadeva prima della Riforma Fornero. Il provvedimento si rivolge sia ai lavoratori dipendenti che autonomi iscritti alla previdenza pubblica che maturano i requisiti tra il 1° gennaio 2016 ed il 31 Dicembre 2021.
Nello specifico il ddl consente l'uscita in presenza di un'età anagrafica minima di 62 anni e 35 anni di contributi piu' il contestuale perfezionamento della quota 100 valore determinato, per l'appunto, tramite la somma di età anagrafica e di quella contributiva. A conti fatti questo valore potrebbe essere centrato con 62 anni e 38 anni di contributi; con 63 anni e 37 di contributi; con 64 anni e 36 di contributi o ancora con 65 anni e 35 di contributi (si vedano le caselle in verde nella tabella per identificare le combinazioni possibili).
Per i lavoratori autonomi l'asticella viene spostata di un anno in avanti: fermo restando il requisito minimo di 35 anni di contributi servono almeno 63 anni di età ed il contestuale raggiungimento della quota 101. L'assegno per gli autonomi può essere agguantato quindi, ad esempio, a partire dai 63 anni di età purchè ci sia un'anzianità contributiva di almeno 38 anni.
La proposta si inserisce in quel contesto di misure all'esame della Camera per flessibilizzare le uscite ed era stata piu' volte annunciata dall'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano. "E' una scialuppa di salvataggio per coloro che, ultrasessantenni, sono rimasti penalizzati dalla Riforma Fornero" ha ricordato Damiano. "Vogliamo restituire ai lavoratori quella serenità perduta nel corso degli ultimi anni, caratterizzati da un completo stravolgimento del sistema previdenziale, attraverso la previsione di un ampio periodo di transizione all’interno del quale consentire l’accesso al trattamento pensionistico al conseguimento di determinati requisiti anagrafici e contributivi" ha concluso Damiano.
Costoro infatti, pur avendo 36-38 anni di contributi alle spalle sono costretti a traguardare i 67 anni per la pensione di vecchiaia mentre, con la proposta in parola, potrebbero anticipare l'uscita di almeno un paio di anni.
Il ddl, che ora sarà incardinato in Commissione Lavoro, a differenza di un'analoga proposta presentata nell'Aprile 2013 dagli stessi firmatari, non prevede riduzioni dell'assegno pensionistico.
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Ultima modifica di shiloh il 03/04/2015, 15:31, modificato 1 volta in totale.
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
shiloh ha scritto:Riforma Pensioni, alla Camera arriva il ddl sulla quota 100.
Ecco le misure
Leggi Tutto: http://www.pensionioggi.it/notizie/prev ... z3WFh19RRZ
commento...
visto che sono almeno due anni che c'è una proposta di legge (la pdl 857) ad opera degli stessi firmatari di questa (Damiano-Gnecchi) chè è praticamente analoga,
non vedo il motivo per non andare avanti con questa invece di ricominciare da zero.
temo quindi che sia tutto fumo in vista delle elezioni regionali di Maggio...vedremo.
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