"giorni impazziti"
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"giorni impazziti"
Si parla di “giorni impazziti” ed è vero,
basta riflettere un attimo e guardarsi intorno,
guardare gli accadimenti giornalieri,
guardare alle piccole cose del vivere quotidiano e
ci si accorge di quanto i giorni che stiamo vivendo siano in effetti “impazziti”, appunto.
Fra illegalità diffuse, basta chiedere un po di legalità e ci si ritrova ad essere guardati in modo strano,
come qualcuno che, volendo il rispetto delle norme codificate,
va a violare altre regole non scritte ma radicate e osservate,
queste si, nella consuetudine omertosa e speculativa del profitto immediato o presunto tale.
un saluto erding
basta riflettere un attimo e guardarsi intorno,
guardare gli accadimenti giornalieri,
guardare alle piccole cose del vivere quotidiano e
ci si accorge di quanto i giorni che stiamo vivendo siano in effetti “impazziti”, appunto.
Fra illegalità diffuse, basta chiedere un po di legalità e ci si ritrova ad essere guardati in modo strano,
come qualcuno che, volendo il rispetto delle norme codificate,
va a violare altre regole non scritte ma radicate e osservate,
queste si, nella consuetudine omertosa e speculativa del profitto immediato o presunto tale.
un saluto erding
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Re: "giorni impazziti"
E' pazzesco come l'illegalità stia diventando una costante in tanti scandali che riguardano le cooperative e il PD, ovvero gli eredi di una tradizione in cui in passato la "questione morale" aveva ancora un peso specifico forte ed era un elemento di diversità e distinzione riconoscibile.
Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
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Re: "giorni impazziti"
erding ha scritto:Si parla di “giorni impazziti” ed è vero,
basta riflettere un attimo e guardarsi intorno,
guardare gli accadimenti giornalieri,
guardare alle piccole cose del vivere quotidiano e
ci si accorge di quanto i giorni che stiamo vivendo siano in effetti “impazziti”, appunto.
Fra illegalità diffuse, basta chiedere un po di legalità e ci si ritrova ad essere guardati in modo strano,
come qualcuno che, volendo il rispetto delle norme codificate,
va a violare altre regole non scritte ma radicate e osservate,
queste si, nella consuetudine omertosa e speculativa del profitto immediato o presunto tale.
un saluto erding
Stiamo imparando come viene scandito il tempo in questo lembo di terra.
I gruppi di potere politici durano un ventennio (Dai 20 ai 23 anni).
Mussolini, poi il ventennio della ricostruzione che alla fine ha generato la ribellione giovanile. Infine il ventennio berlusconiano che non è ancora finito. (23 anni).
Abbiamo anche imparato che con il popolo italiano non c’è niente da fare. Se ne era già reso conto Mussolini ai tempi.
La democrazia tanto agognata non è fatta per questo popolo latino.
Per la sua tranquillità personale l’italiano accetta tutto. Subisce tutto.
Le conseguenze poi sono quelle che vediamo. Corruzione percepita al 90 % e corruzione reale al 72%.
E agli italiani va bene così.
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Re: "giorni impazziti"
http://www.beppegrillo.it/magazine/arch ... -04-05.pdf
Editoriale
Lettera alla moglie
"Anna carissima, è il 25.2.1975 e sono
pronto per il deposito dello stato passivo
della B.P.I., atto che ovviamente non
soddisferà molti e che è costato una
bella fatica. Non ho timori per me perché
non vedo possibili altro che pressioni per
farmi sostituire, ma è certo che faccende
alla Verzotto e il fatto stesso di dover
trattare con gente dì ogni colore e risma
non tranquillizza affatto. E' indubbio che,
in ogni caso, pagherò a molto caro
prezzo l'incarico: lo sapevo prima di
accettarlo e quindi non mi lamento
affatto perché per me è stata
un'occasione unica di fare qualcosa per il
paese. Ricordi i giorni dell'Umi, le
speranze mai realizzate di far politica per
il paese e non per i partiti: ebbene, a
quarant'anni, di colpo, ho fatto politica e
in nome dello Stato e non per un partito.
Con l'incarico, ho avuto in mano un
potere enorme e discrezionale al
massimo ed ho sempre operato - ne ho
la piena coscienza - solo nell'interesse
del paese, creandomi ovviamente solo
nemici perché tutti quelli che hanno per
mio merito avuto quanto loro spettava
non sono certo riconoscenti perché
credono di aver avuto solo quello che a
loro spettava: ed hanno ragione, anche
se, non fossi stato io, avrebbero
recuperato i loro averi parecchi mesi
dopo. I nemici comunque non aiutano, e
cercheranno in ogni modo di farmi
scivolare su qualche fesseria, e
purtroppo, quando devi firmare centinaia
di lettere al giorno, puoi anche firmare
fesserie. Qualunque cosa succeda,
comunque, tu sai che cosa devi fare e
sono certo saprai fare benissimo. Dovrai
tu allevare i ragazzi e crescerli nel
rispetto di quei valori nei quali noi
abbiamo creduto [...] Abbiano coscienza
dei loro doveri verso se stessi, verso la
famiglia nel senso trascendente che io
ho, verso il paese, si chiami Italia o si
chiami Europa. Riuscirai benissimo, ne
sono certo, perché sei molto brava e
perché i ragazzi sono uno meglio
dell'altro.. Sarà per te una vita dura, ma
sei una ragazza talmente brava che te la
caverai sempre e farai come sempre il
tuo dovere costi quello che costi (...)
Giorgio " di Giorgio Ambrosoli
Beppe Grillo
Ciao
Paolo11
Editoriale
Lettera alla moglie
"Anna carissima, è il 25.2.1975 e sono
pronto per il deposito dello stato passivo
della B.P.I., atto che ovviamente non
soddisferà molti e che è costato una
bella fatica. Non ho timori per me perché
non vedo possibili altro che pressioni per
farmi sostituire, ma è certo che faccende
alla Verzotto e il fatto stesso di dover
trattare con gente dì ogni colore e risma
non tranquillizza affatto. E' indubbio che,
in ogni caso, pagherò a molto caro
prezzo l'incarico: lo sapevo prima di
accettarlo e quindi non mi lamento
affatto perché per me è stata
un'occasione unica di fare qualcosa per il
paese. Ricordi i giorni dell'Umi, le
speranze mai realizzate di far politica per
il paese e non per i partiti: ebbene, a
quarant'anni, di colpo, ho fatto politica e
in nome dello Stato e non per un partito.
Con l'incarico, ho avuto in mano un
potere enorme e discrezionale al
massimo ed ho sempre operato - ne ho
la piena coscienza - solo nell'interesse
del paese, creandomi ovviamente solo
nemici perché tutti quelli che hanno per
mio merito avuto quanto loro spettava
non sono certo riconoscenti perché
credono di aver avuto solo quello che a
loro spettava: ed hanno ragione, anche
se, non fossi stato io, avrebbero
recuperato i loro averi parecchi mesi
dopo. I nemici comunque non aiutano, e
cercheranno in ogni modo di farmi
scivolare su qualche fesseria, e
purtroppo, quando devi firmare centinaia
di lettere al giorno, puoi anche firmare
fesserie. Qualunque cosa succeda,
comunque, tu sai che cosa devi fare e
sono certo saprai fare benissimo. Dovrai
tu allevare i ragazzi e crescerli nel
rispetto di quei valori nei quali noi
abbiamo creduto [...] Abbiano coscienza
dei loro doveri verso se stessi, verso la
famiglia nel senso trascendente che io
ho, verso il paese, si chiami Italia o si
chiami Europa. Riuscirai benissimo, ne
sono certo, perché sei molto brava e
perché i ragazzi sono uno meglio
dell'altro.. Sarà per te una vita dura, ma
sei una ragazza talmente brava che te la
caverai sempre e farai come sempre il
tuo dovere costi quello che costi (...)
Giorgio " di Giorgio Ambrosoli
Beppe Grillo
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Paolo11
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Re: "giorni impazziti"
IL CASO
Schiave romene nei campi in Sicilia, per il governo è un fenomeno 'non significativo'
Dopo il caso sollevato dall'Espresso delle lavoratrici abusate nelle campagne siciliane, l'analisi dell'esecutivo rileva che le le denunce di violenza sono poche. Ma operatori sul campo e firmatari dell'interrogazione parlamentare ribattono: 'Chi vive segregata fatica a denunciare le violenze'
DI ANTONELLO MANGANO
10 aprile 2015
Schiave romene nei campi in Sicilia, per il governo è un fenomeno 'non significativo'
«Un fenomeno non significativamente esteso e stabile». Dopo cinque mesi il governo risponde sul caso delle donne romene abusate nelle serre del ragusano . Lo scorso ottobre dieci deputati chiedevano iniziative urgenti, dopo il caso sollevato dall’Espresso.
Il 17 marzo il sottosegretario Domenico Manzione ha presentato in aula una lunga e articolata analisi. Per prima cosa i numeri. Su 1800 donne regolarmente residenti, le denunce di violenza sono due nel 2012 e 2013, appena una nel 2014. “Comunque l’attenzione delle forze dell’ordine su tale fattispecie delittuosa è costante”, spiega il sottosegretario. Anche il Ministero degli Esteri romeno aveva osservato che il numero di segnalazioni in merito è molto limitato.
VEDI ANCHE:
ragusa-jpg
Violentate nel silenzio dei campi a Ragusa
Il nuovo orrore delle schiave romene
Cinquemila donne lavorano nelle serre della provincia siciliana. Vivono segregate in campagna. Spesso con i figli piccoli. Nel totale isolamento subiscono ogni genere di violenza sessuale. Una realtà fatta di aborti, “festini” e ipocrisia. Dove tutti sanno e nessuno parla
SOLO L'ULTIMA TAPPA
«È vergognoso da parte del governo dire che le violenze non sono aumentate perché non sono aumentante le denunce», dice all’Espresso l’onorevole Celeste Costantino, una delle firmatarie dell’interrogazione. «Chi vive in stato di segregazione si sente sotto minaccia e fatica a denunciare le violenze».
«Quella è solo l’ultima tappa di un lungo processo», ci dice Ausilia Cosentini, operatrice di Proxima, presente sul territorio fin dal 2012. «Occorre conquistare la fiducia della vittima. Con un passaggio in auto, col sostegno quotidiano. Materiale e psicologico».
VEDI ANCHE:
Rumene
Schiave romene, ora indagano i Carabinieri
"Quante donne violentate in quei campi"
Dopo le denunce dell'Espresso e le interrogazioni parlamentari, il caso delle giovani braccianti dell'est abusate dai padroni nelle campagne siciliane è ora al centro di un'inchiesta dell'Arma. Centinaia le persone già controllate
La curiosità di questi mesi ha aumentato la diffidenza delle donne. La sfiducia non è immotivata. Pratiche ferme, lentezze burocratiche, difficoltà di ogni tipo. Infine, una vittima deve trovare il coraggio di rendere pubbliche questioni così delicate. E quando accusa il datore di lavoro deve produrre prove in sede giudiziaria. Altrimenti rischia a sua volta la condanna per calunnia, osservano i legali.
In questi casi la prima interfaccia non può essere un poliziotto. Invece le istituzioni hanno scelto la strada delle retate. «Per l’esperienza che abbiamo, non siamo d’accordo con questa modalità di azione. Sappiamo che questo approccio non funziona», dice Cosentini.
VEDI ANCHE:
Schermata-10-2456945-alle-15-50-22-png
Sicilia, sulle schiave romene
si muove il Parlamento
Dopo l’inchiesta dell’Espresso, due interrogazioni parlamentari sul caso delle immigrate dalla Romania violentate e seviziate. Avviato in prefettura a Ragusa l’iter per un protocollo d’intesa che coinvolgerà anche gli agricoltori. E la stampa della Romania si interessa al caso
Ma cosa ha portato l’attenzione mediatica dei mesi scorsi? I cambiamenti positivi riguardano la maggiore attenzione delle istituzioni. C’è un buon lavoro di rete tra le organizzazioni del privato sociale. Ma lo stesso progetto di Proxima, citato da tutti, è in scadenza il 30 giugno. Probabilmente ci sarà l’ennesima proroga. “Ma così non è possibile programmare”, spiegano gli operatori.
Le notizie positive finiscono qui. Si discute ancora sull’estensione del fenomeno. Non sul modo di cancellarlo per sempre. Del resto non occorre attendere le denunce per allarmarsi. Le violenze sessuali sono provate da altri numeri. Inequivocabili. Li fornisce sempre il governo, riferendosi provincia di Ragusa, in particolare i reparti di ostetricia operanti a Ragusa, Modica e Vittoria: «Nel triennio 2012-2014, le interruzioni di gravidanza praticate a cittadine straniere sono state complessivamente 309, di cui 132, cioè il 42,7 per cento, hanno riguardato cittadine romene».
VEDI ANCHE:
Traian Basescu
Schiave romene: i diplomatici dell'est incontrano il Prefetto di Ragusa
Il caso sollevato dall’Espresso arriva in Romania. Il Ministero degli Affari Esteri risponde che mancano “segnalazioni delle vittime”. Le braccianti “sentite” dai carabinieri nelle serre
Marisa Nicchi, prima firmataria dell’interrogazione di SEL, evidenzia che a Vittoria, città di 60mila abitanti, siamo di fronte a “un’obiezione di struttura”. Nessuno dei medici che lavorano nel locale ospedale pratica l’interruzione di gravidanza.
UN FENOMENO CHE SI ALLARGA
Secondo il governo alcuni amministratori locali hanno riportato «l’esigenza di evitare enfatizzazioni della questione». «Una percezione non del tutto veritiera della realtà fattuale» potrebbe danneggiare l’economia locale.
Nel frattempo, proseguono gli incontri del tavolo in Prefettura a Ragusa. Ma il fenomeno sembra allargarsi alla provincia di Catania. È di qualche giorno fa l’inchiesta “Slave” della Procura etnea. Un’organizzazione di romeni e italiani riduceva in schiavitù i lavoratori impegnati nella raccolta delle arance. Secondo i giudici, un filone dell’indagine ancora in corso riguarderebbe le donne dell’Est costrette a prostituirsi.
Tag
http://espresso.repubblica.it/attualita ... o-1.207092
Schiave romene nei campi in Sicilia, per il governo è un fenomeno 'non significativo'
Dopo il caso sollevato dall'Espresso delle lavoratrici abusate nelle campagne siciliane, l'analisi dell'esecutivo rileva che le le denunce di violenza sono poche. Ma operatori sul campo e firmatari dell'interrogazione parlamentare ribattono: 'Chi vive segregata fatica a denunciare le violenze'
DI ANTONELLO MANGANO
10 aprile 2015
Schiave romene nei campi in Sicilia, per il governo è un fenomeno 'non significativo'
«Un fenomeno non significativamente esteso e stabile». Dopo cinque mesi il governo risponde sul caso delle donne romene abusate nelle serre del ragusano . Lo scorso ottobre dieci deputati chiedevano iniziative urgenti, dopo il caso sollevato dall’Espresso.
Il 17 marzo il sottosegretario Domenico Manzione ha presentato in aula una lunga e articolata analisi. Per prima cosa i numeri. Su 1800 donne regolarmente residenti, le denunce di violenza sono due nel 2012 e 2013, appena una nel 2014. “Comunque l’attenzione delle forze dell’ordine su tale fattispecie delittuosa è costante”, spiega il sottosegretario. Anche il Ministero degli Esteri romeno aveva osservato che il numero di segnalazioni in merito è molto limitato.
VEDI ANCHE:
ragusa-jpg
Violentate nel silenzio dei campi a Ragusa
Il nuovo orrore delle schiave romene
Cinquemila donne lavorano nelle serre della provincia siciliana. Vivono segregate in campagna. Spesso con i figli piccoli. Nel totale isolamento subiscono ogni genere di violenza sessuale. Una realtà fatta di aborti, “festini” e ipocrisia. Dove tutti sanno e nessuno parla
SOLO L'ULTIMA TAPPA
«È vergognoso da parte del governo dire che le violenze non sono aumentate perché non sono aumentante le denunce», dice all’Espresso l’onorevole Celeste Costantino, una delle firmatarie dell’interrogazione. «Chi vive in stato di segregazione si sente sotto minaccia e fatica a denunciare le violenze».
«Quella è solo l’ultima tappa di un lungo processo», ci dice Ausilia Cosentini, operatrice di Proxima, presente sul territorio fin dal 2012. «Occorre conquistare la fiducia della vittima. Con un passaggio in auto, col sostegno quotidiano. Materiale e psicologico».
VEDI ANCHE:
Rumene
Schiave romene, ora indagano i Carabinieri
"Quante donne violentate in quei campi"
Dopo le denunce dell'Espresso e le interrogazioni parlamentari, il caso delle giovani braccianti dell'est abusate dai padroni nelle campagne siciliane è ora al centro di un'inchiesta dell'Arma. Centinaia le persone già controllate
La curiosità di questi mesi ha aumentato la diffidenza delle donne. La sfiducia non è immotivata. Pratiche ferme, lentezze burocratiche, difficoltà di ogni tipo. Infine, una vittima deve trovare il coraggio di rendere pubbliche questioni così delicate. E quando accusa il datore di lavoro deve produrre prove in sede giudiziaria. Altrimenti rischia a sua volta la condanna per calunnia, osservano i legali.
In questi casi la prima interfaccia non può essere un poliziotto. Invece le istituzioni hanno scelto la strada delle retate. «Per l’esperienza che abbiamo, non siamo d’accordo con questa modalità di azione. Sappiamo che questo approccio non funziona», dice Cosentini.
VEDI ANCHE:
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Sicilia, sulle schiave romene
si muove il Parlamento
Dopo l’inchiesta dell’Espresso, due interrogazioni parlamentari sul caso delle immigrate dalla Romania violentate e seviziate. Avviato in prefettura a Ragusa l’iter per un protocollo d’intesa che coinvolgerà anche gli agricoltori. E la stampa della Romania si interessa al caso
Ma cosa ha portato l’attenzione mediatica dei mesi scorsi? I cambiamenti positivi riguardano la maggiore attenzione delle istituzioni. C’è un buon lavoro di rete tra le organizzazioni del privato sociale. Ma lo stesso progetto di Proxima, citato da tutti, è in scadenza il 30 giugno. Probabilmente ci sarà l’ennesima proroga. “Ma così non è possibile programmare”, spiegano gli operatori.
Le notizie positive finiscono qui. Si discute ancora sull’estensione del fenomeno. Non sul modo di cancellarlo per sempre. Del resto non occorre attendere le denunce per allarmarsi. Le violenze sessuali sono provate da altri numeri. Inequivocabili. Li fornisce sempre il governo, riferendosi provincia di Ragusa, in particolare i reparti di ostetricia operanti a Ragusa, Modica e Vittoria: «Nel triennio 2012-2014, le interruzioni di gravidanza praticate a cittadine straniere sono state complessivamente 309, di cui 132, cioè il 42,7 per cento, hanno riguardato cittadine romene».
VEDI ANCHE:
Traian Basescu
Schiave romene: i diplomatici dell'est incontrano il Prefetto di Ragusa
Il caso sollevato dall’Espresso arriva in Romania. Il Ministero degli Affari Esteri risponde che mancano “segnalazioni delle vittime”. Le braccianti “sentite” dai carabinieri nelle serre
Marisa Nicchi, prima firmataria dell’interrogazione di SEL, evidenzia che a Vittoria, città di 60mila abitanti, siamo di fronte a “un’obiezione di struttura”. Nessuno dei medici che lavorano nel locale ospedale pratica l’interruzione di gravidanza.
UN FENOMENO CHE SI ALLARGA
Secondo il governo alcuni amministratori locali hanno riportato «l’esigenza di evitare enfatizzazioni della questione». «Una percezione non del tutto veritiera della realtà fattuale» potrebbe danneggiare l’economia locale.
Nel frattempo, proseguono gli incontri del tavolo in Prefettura a Ragusa. Ma il fenomeno sembra allargarsi alla provincia di Catania. È di qualche giorno fa l’inchiesta “Slave” della Procura etnea. Un’organizzazione di romeni e italiani riduceva in schiavitù i lavoratori impegnati nella raccolta delle arance. Secondo i giudici, un filone dell’indagine ancora in corso riguarderebbe le donne dell’Est costrette a prostituirsi.
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Re: "giorni impazziti"
Senza appoggio popolare la sinistra diventa un inutile club[/color]
di EUGENIO SCALFARI
"Le conseguenze di queste decisioni che stanno per essere approvate tra pochi giorni sono di fatto l'abolizione della democrazia parlamentare.
Un Parlamento di "nominati" in un sistema monocamerale è una "dependance" del potere esecutivo che fa e disfà senza più alcun controllo salvo quello della magistratura se dovesse trovare un reato contemplato dal codice penale."
http://www.repubblica.it/politica/2015/ ... 111735021/
di EUGENIO SCALFARI
"Le conseguenze di queste decisioni che stanno per essere approvate tra pochi giorni sono di fatto l'abolizione della democrazia parlamentare.
Un Parlamento di "nominati" in un sistema monocamerale è una "dependance" del potere esecutivo che fa e disfà senza più alcun controllo salvo quello della magistratura se dovesse trovare un reato contemplato dal codice penale."
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Re: "giorni impazziti"
erding ha scritto:Senza appoggio popolare la sinistra diventa un inutile club[/color]
di EUGENIO SCALFARI
"Le conseguenze di queste decisioni che stanno per essere approvate tra pochi giorni sono di fatto l'abolizione della democrazia parlamentare.
Un Parlamento di "nominati" in un sistema monocamerale è una "dependance" del potere esecutivo che fa e disfà senza più alcun controllo salvo quello della magistratura se dovesse trovare un reato contemplato dal codice penale."
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La Treccani della parola eufemismo da questa definizione
eufemismo
Enciclopedie on line
eufemismo In linguistica, figura retorica che consiste nel sostituire, per scrupolo morale, per riguardi sociali o altro, l’espressione propria e usuale con altra di significato attenuato (andarsene per morire).
E il Sabatini Colletti:
eufemismo
[eu-fe-mì-smo] s.m.
• Figura retorica che consiste nell'attenuare l'asprezza di un concetto sostituendo al vocabolo proprio una perifrasi o un altro vocabolo sentito come meno crudo (spegnersi invece di morire)
• • sec. XVII
^^^^^^^^
Scalfari usa un eufeismo, quando afferma:
Un Parlamento di "nominati" in un sistema monocamerale è una "dependance" del potere esecutivo che fa e disfà senza più alcun controllo salvo quello della magistratura se dovesse trovare un reato contemplato dal codice penale."
Leopoldo Paràkulos sin dall’inizio ha mirato alla dittatura. Perché quel sistema monocamerale, senza contrappesi è l’anticamera di una dittatura.
Essendo all’interno dell’Europa l’Italia non può proporre una dittatura palese. Allora si realizza il solito camouflage.
I politici attuali, seguendo il copione consolidato degli ultimi 21 anni, sono convinti che gli italiani sono tutti merli scemi e di conseguenza gli fanno ingoiare tutto quello che vogliono.
Da un certo punto di vista, hanno anche ragione, se si osserva il conseguimento dei loro interessi.
La maggior parte degli italiani non capisce cosa gli stanno propinando. Per cui anche se una minoranza lo capisce, all’atto pratico, non è in grado di farlo capire agli altri. Ragion per cui loro si trovano in una botte di ferro. Tanto nessuno reagisce. Anzi, continuano a votarli con grande soddisfazione, applaudendo all’opera di sodomizzazione nei loro confronti.
Basta vedere i risultati freschi freschi dell’incidente della macchina della propaganda di regime.
Per mesi i media al servizio di Palazzo Chigi hanno spinto la propaganda sul Job Act. Quando circa una ventina di giorni fa, sono usciti alcuni dati dell’Inps, il governo ha fatto la ola.
Adesso con l’aggiornamento di questa settimana, solo 13 sono gli assunti in più rispetto allo stesso periodo del 2014.
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Re: "giorni impazziti"
14 APRILE 2015
Def, Camusso: ''Tesoretto? E' uno specchietto per le allodole''
Il segretario Cgil Susanna Camusso commenta, durante una conferenza stampa indetta nella sede di corso Italia, il Def, documento di economia e finanza presentato dal governo.
(Video di Angela Nittoli)
http://video.espresso.repubblica.it/aff ... =HEF_RULLO
Def, Camusso: ''Tesoretto? E' uno specchietto per le allodole''
Il segretario Cgil Susanna Camusso commenta, durante una conferenza stampa indetta nella sede di corso Italia, il Def, documento di economia e finanza presentato dal governo.
(Video di Angela Nittoli)
http://video.espresso.repubblica.it/aff ... =HEF_RULLO
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Re: "giorni impazziti"
https://www.youtube.com/watch?v=fSU9u-B ... ploademail
Decreto antiterrorismo, l'intervento di Roberto Cotti (M5S)
Ciao
Paolo11
Decreto antiterrorismo, l'intervento di Roberto Cotti (M5S)
Ciao
Paolo11
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Re: "giorni impazziti"
LA SPIRALE DELL'ODIO SI SA QUANDO INIZIA,......MA NON SI SA QUANDO FINISCE.
UN CRIMINE CONTRO L'UMANITA'
Anche se il titolo fosse inverso per via degli attori, sarebbe comunque un crimine contro l'umanità.
Originale:
‘Migranti musulmani gettano in mare cristiani: 9 morti e 15 fermi a Palermo’
A parti invertite:
‘Migranti cristiani gettano in mare mussulmani: 9 morti e 15 fermi a Palermo’
^^^^^^^^^
‘Migranti musulmani gettano in mare cristiani: 9 morti e 15 fermi a Palermo’
Cronaca
L'accusa è omicidio plurimo aggravato dall'odio religioso. Il racconto dei superstiti: "Vivi perché abbiamo fatto una catena umana". Il ministro Orlando firma autorizzazione a procedere per la Procura di Palermo perché i fatti sono avvenuti in acque internazionali. Altri quattro stranieri parlano di un nuovo naufragio con 41 morti
di F. Q. | 16 aprile 2015 COMMENTI
Musulmani contro cristiani. Non è solo scontro di religioni, ma cronaca nera. Arriva da Palermo la storia dei superstiti che in lacrime hanno raccontato agli uomini della Polizia di essere salvi solo perché si sono opposti alla furia di alcuni compagni di viaggio costruendo una catena umana. Erano tutti su un gommone stretti stretti quando tra un gruppo di fedeli di Allah e un gruppo di cristiani è iniziata una discussione. Poi il dibattito si è fatto lite, quindi rissa. E infine omicidio plurimo. Perché secondo sono nove le persone gettate in mare, come confermano fonti della Procura al fattoquotidiano.it, anche se in un primo momento sembrava che le vittime fossero dodici. In manette invece sono finiti quindici uomini, sotto interrogatorio. Per loro il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha firmato una autorizzazione a procedere all’autorizzazione alla Procura di Palermo.
9 morti e 15 fermi per omicidio plurimo aggravato
Ad accusare gli immigrati fermati, tra cui un minorenne, sono stati i testimoni al loro arrivo al porto del capoluogo siciliano, due notti fa. I fermati sono stati rinchiusi nel carcere Pagliarelli. Sono di nazionalità ivoriana, malese e senegalese, e sono accusati di omicidio plurimo, aggravato dall’odio religioso. Uno di loro ha 17 anni ed è citatdino della Costa d’Avorio.
Le indagini della Squadra Mobile palermitana sono cominciate dopo le testimonianze di una decina di naufraghi nigeriani e ghanesi. I migranti, in lacrime, hanno raccontato di essersi imbarcati il 14 aprile su un gommone, partito dalle coste libiche con 105 persone, in prevalenza senegalesi ed ivoriani. Durante la traversata, nigeriani e ghanesi, in minoranza, sarebbero stati minacciati di essere abbandonati in acqua perché cristiani, da una quindicina di passeggeri, di nazionalità ivoriana, senegalese, maliana e della Guinea Bissau. Dalle minacce i musulmani sarebbero passati all’azione gettando in acqua dodici tra nigeriani e ghanesi. La polizia dice che i “superstiti si sarebbero salvati soltanto perché oppostisi strenuamente al tentativo di annegamento, in alcune casi formando anche una vera e propria catena umana”. Per domani è prevista la richiesta di conferma al gip dell’arresto dei 15. Non si esclude la collaborazione del pool antiterrorismo della procura di Palermo, guidato dall’aggiunto Leonardo Agueci.
Il ministro Orlando firma autorizzazione a procedere
Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha firmato l’autorizzazione a procedere per i 15 migranti accusati di aver gettato a mare altri immigrati dopo una rissa su un gommone per motivi religiosi. Il Guardasigilli ha firmato perché il fatto è avvenuto in acque internazionali. È stato il procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi a inoltrare la richiesta di arresto al ministro della Giustizia Orlando che, in poche ore, ha firmato la richiesta di procedimento, come previsto dall’articolo 10 del Codice penale. “È un fatto terribile. Se davvero dovesse essere una lite scoppiata per motivi religiosi la causa della tragedia avvenuta nel canale di Sicilia sarebbe ancora più brutto nella tragicità dei fatti, perché getterebbe una luce particolare sulla pericolosità di certi arrivi” dice Lo Voi all’AdnKronos. L’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dai pm Marina Ingoglia e Renza Cescon.
Calderoli: “Morti incentivate dai soccorsi”, nuovo naufragio con 41 vittime
Intanto mentre già infuria la polemica politica con il vice presidente del Senato, Roberto Calderoli, che sostiene che le morti di fatto vengono incentivate dai soccorsi e l’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa punta il dito contro la politica sconsiderata del governo Renzi quattro superstiti sbarcati stamane nel porto di Trapani dalla nave “Foscari” della Marina Militare hanno raccontato di un altro naufragio “con 41 vittime” che sarebbe avvenuto nei giorni scorsi nel Canale di Sicilia. I quattro hanno detto di essere partiti in 45 da Tripoli su un gommone naufragato. Altri 586 profughi, tra cui 79 donne, dieci delle quali incinte, e 58 bambini di cui 5 neonati, provenienti da Senegal, Gambia, Nigeria e Costa D’Avorio sono sbarcati nel porto di Trapani) sempre dalla nave della Marina Militare “Comandante Foscari”) dopo essere stati recuperati in diverse operazioni mentre si trovavano a bordo di tre barconi. E c’era anche una vittima tra i 69 migranti a bordo di un gommone soccorso a Sud di Lampedusa nel pomeriggio da un’imbarcazione della Guardia di Finanza. Oltre al migrante morto, ve ne erano altri con ustioni di secondo e terzo grado. Intanto, le forze dell’ordine hanno arrestato alcuni degli scafisti alla guida delle carrette del mare soccorse negli ultimi giorni. Nel 2015 sono stati, finora, 16 gli scafisti fermati per sbarchi nel Ragusano.
La Commissione Europea: “Non abbiamo i fondi”
La Commissione Europea, di fronte alla gravità del problema, fa appello ai governi. “Non abbiamo i fondi né il sostegno politico per lanciare operazioni europee di salvataggio, dobbiamo essere franchi, la Commissione non può fare da sola; non abbiamo la bacchetta magica” ha detto la portavoce Bertaud.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04 ... o/1596730/
UN CRIMINE CONTRO L'UMANITA'
Anche se il titolo fosse inverso per via degli attori, sarebbe comunque un crimine contro l'umanità.
Originale:
‘Migranti musulmani gettano in mare cristiani: 9 morti e 15 fermi a Palermo’
A parti invertite:
‘Migranti cristiani gettano in mare mussulmani: 9 morti e 15 fermi a Palermo’
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‘Migranti musulmani gettano in mare cristiani: 9 morti e 15 fermi a Palermo’
Cronaca
L'accusa è omicidio plurimo aggravato dall'odio religioso. Il racconto dei superstiti: "Vivi perché abbiamo fatto una catena umana". Il ministro Orlando firma autorizzazione a procedere per la Procura di Palermo perché i fatti sono avvenuti in acque internazionali. Altri quattro stranieri parlano di un nuovo naufragio con 41 morti
di F. Q. | 16 aprile 2015 COMMENTI
Musulmani contro cristiani. Non è solo scontro di religioni, ma cronaca nera. Arriva da Palermo la storia dei superstiti che in lacrime hanno raccontato agli uomini della Polizia di essere salvi solo perché si sono opposti alla furia di alcuni compagni di viaggio costruendo una catena umana. Erano tutti su un gommone stretti stretti quando tra un gruppo di fedeli di Allah e un gruppo di cristiani è iniziata una discussione. Poi il dibattito si è fatto lite, quindi rissa. E infine omicidio plurimo. Perché secondo sono nove le persone gettate in mare, come confermano fonti della Procura al fattoquotidiano.it, anche se in un primo momento sembrava che le vittime fossero dodici. In manette invece sono finiti quindici uomini, sotto interrogatorio. Per loro il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha firmato una autorizzazione a procedere all’autorizzazione alla Procura di Palermo.
9 morti e 15 fermi per omicidio plurimo aggravato
Ad accusare gli immigrati fermati, tra cui un minorenne, sono stati i testimoni al loro arrivo al porto del capoluogo siciliano, due notti fa. I fermati sono stati rinchiusi nel carcere Pagliarelli. Sono di nazionalità ivoriana, malese e senegalese, e sono accusati di omicidio plurimo, aggravato dall’odio religioso. Uno di loro ha 17 anni ed è citatdino della Costa d’Avorio.
Le indagini della Squadra Mobile palermitana sono cominciate dopo le testimonianze di una decina di naufraghi nigeriani e ghanesi. I migranti, in lacrime, hanno raccontato di essersi imbarcati il 14 aprile su un gommone, partito dalle coste libiche con 105 persone, in prevalenza senegalesi ed ivoriani. Durante la traversata, nigeriani e ghanesi, in minoranza, sarebbero stati minacciati di essere abbandonati in acqua perché cristiani, da una quindicina di passeggeri, di nazionalità ivoriana, senegalese, maliana e della Guinea Bissau. Dalle minacce i musulmani sarebbero passati all’azione gettando in acqua dodici tra nigeriani e ghanesi. La polizia dice che i “superstiti si sarebbero salvati soltanto perché oppostisi strenuamente al tentativo di annegamento, in alcune casi formando anche una vera e propria catena umana”. Per domani è prevista la richiesta di conferma al gip dell’arresto dei 15. Non si esclude la collaborazione del pool antiterrorismo della procura di Palermo, guidato dall’aggiunto Leonardo Agueci.
Il ministro Orlando firma autorizzazione a procedere
Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha firmato l’autorizzazione a procedere per i 15 migranti accusati di aver gettato a mare altri immigrati dopo una rissa su un gommone per motivi religiosi. Il Guardasigilli ha firmato perché il fatto è avvenuto in acque internazionali. È stato il procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi a inoltrare la richiesta di arresto al ministro della Giustizia Orlando che, in poche ore, ha firmato la richiesta di procedimento, come previsto dall’articolo 10 del Codice penale. “È un fatto terribile. Se davvero dovesse essere una lite scoppiata per motivi religiosi la causa della tragedia avvenuta nel canale di Sicilia sarebbe ancora più brutto nella tragicità dei fatti, perché getterebbe una luce particolare sulla pericolosità di certi arrivi” dice Lo Voi all’AdnKronos. L’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dai pm Marina Ingoglia e Renza Cescon.
Calderoli: “Morti incentivate dai soccorsi”, nuovo naufragio con 41 vittime
Intanto mentre già infuria la polemica politica con il vice presidente del Senato, Roberto Calderoli, che sostiene che le morti di fatto vengono incentivate dai soccorsi e l’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa punta il dito contro la politica sconsiderata del governo Renzi quattro superstiti sbarcati stamane nel porto di Trapani dalla nave “Foscari” della Marina Militare hanno raccontato di un altro naufragio “con 41 vittime” che sarebbe avvenuto nei giorni scorsi nel Canale di Sicilia. I quattro hanno detto di essere partiti in 45 da Tripoli su un gommone naufragato. Altri 586 profughi, tra cui 79 donne, dieci delle quali incinte, e 58 bambini di cui 5 neonati, provenienti da Senegal, Gambia, Nigeria e Costa D’Avorio sono sbarcati nel porto di Trapani) sempre dalla nave della Marina Militare “Comandante Foscari”) dopo essere stati recuperati in diverse operazioni mentre si trovavano a bordo di tre barconi. E c’era anche una vittima tra i 69 migranti a bordo di un gommone soccorso a Sud di Lampedusa nel pomeriggio da un’imbarcazione della Guardia di Finanza. Oltre al migrante morto, ve ne erano altri con ustioni di secondo e terzo grado. Intanto, le forze dell’ordine hanno arrestato alcuni degli scafisti alla guida delle carrette del mare soccorse negli ultimi giorni. Nel 2015 sono stati, finora, 16 gli scafisti fermati per sbarchi nel Ragusano.
La Commissione Europea: “Non abbiamo i fondi”
La Commissione Europea, di fronte alla gravità del problema, fa appello ai governi. “Non abbiamo i fondi né il sostegno politico per lanciare operazioni europee di salvataggio, dobbiamo essere franchi, la Commissione non può fare da sola; non abbiamo la bacchetta magica” ha detto la portavoce Bertaud.
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