LETTERA APERTA A L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS - importante

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iospero
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LETTERA APERTA A L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS - importante

Messaggio da iospero »

15 aprile 2015

Abbiamo condiviso e continuiamo a condividere l’appello iniziale L’Europa a un bivio, che alcuni di noi hanno contribuito a redigere e che altri hanno sostenuto con la propria candidatura e con la propria militanza, ma – nonostante molte mediazioni – non possiamo condividere il percorso che l’attuale gruppo dirigente dell’Altra Europa sta perseguendo.

Durante l’ultima assemblea nazionale di Bologna, il 18 e 19 gennaio, non è stato definito alcun programma, dato che quell’assemblea era stata messa nell’impossibilità di esprimere un voto.

Non votare e non contarsi significa sempre eludere la sostanza: cioè i temi politici fondamentali su cui non c’è eventualmente accordo.

Era stato però designato un “Comitato operativo transitorio” formato dalle stesse persone che avevano dato corpo in precedenza ai molti e spesso stravaganti acronimi (Con, Cot) che indicavano organismi non eletti, incaricati di condurre all’assemblea successiva. Di assemblea in assemblea, con sempre meno militanti e sempre più invisibili al mondo, siamo giunti a compiere quel presunto “percorso unitario” – mai votato e mai deciso, reso possibile dall’immobilismo e dalla subalternità ai piccoli ceti partitici della sinistra – che ha portato a delegittimare il lavoro di aggregazione fatto con continuità e abnegazione dai comitati regionali nati in vista delle elezioni.

Fino a giungere al caso esemplare dell’Altra Liguria, di cui la dirigenza di Altra Europa ha ignorato o misconosciuto le scelte – analogamente a quanto accaduto per L’altra Sardegna, L’altra Calabria e L’altra Emilia Romagna - insieme a quelle delle tante forze con cui questa struttura locale era riuscita a costruire un primo embrione di coalizione sociale. Un disconoscimento volto ad appoggiare la candidatura Pastorino che, per le passate prese di posizione, contrasta con gran parte dei principi ispiratori e dei punti programmatici della nostra comunità. In particolare, contrasta con uno dei cardini dell’appello istitutivo de L’Altra Europa: quello di non candidare personaggi che ricoprissero o avessero ricoperto cariche elettive o ruoli dirigenti in altri partiti nella passata e nella presente legislatura, onde salvaguardare il carattere sostanzialmente apartitico della lista.

Il superamento delle piccole identità partitiche era la caratteristica che aveva maggiormente distinto il nostro progetto, permettendoci di raggiungere il risicato quattro per cento che ci aveva fatto esistere come forza politica: un principio che per l’Altra Europa dovrebbe avere valore statutario.

Le cose sono andate diversamente. La dirigenza che gestisce oggi quel che resta dell’Altra Europa ha voluto perseguire ciò che già aveva enunciato nel documento Siamo a un bivio: la confluenza, in vista di una fantomatica e sempre di nuovo rinviata unificazione, tra i piccoli partiti della cosiddetta sinistra radicale, e dell’ancor più fantomatica unificazione con una frangia della sinistra Pd di cui non si conoscono le reali prospettive.

Il nucleo di una ventina di persone che, pur non essendo mai state elette, si sono insediate al comando dell’Altra Europa, si è di fatto ritagliato, all’interno dei circa quarantamila sottoscrittori dell’appello iniziale, un proprio “corpo sociale” costituito da poco più di settemila adesioni (dopo averne preannunciate decine di migliaia e aver detto che il vero referente erano il milione e centomila elettori), ormai formato in gran parte da militanti di partiti (soprattutto Rifondazione comunista) che tutt’ora hanno forti legami con le proprie case di appartenenza.

Il cosiddetto Comitato di Transizione ha trasformato la prossima assemblea nazionale del 18-19 aprile in un congresso per delegati – un ossimoro, e in buona parte un tradimento delle intese iniziali – che eleggerà un organismo su lista unica bloccata, un comitato centrale inamovibile, solo formalmente legittimato democraticamente. Si sono tenute assemblee territoriali con la pretesa di voto su mozioni (una della quali, per altro, ritirata dagli stessi estensori) e con “controllori” centrali incaricati di verificare il rispetto dei criteri imposti. In questo modo, migliaia di militanti sono stati esclusi dal corpo sociale dell’Altra Europa. Dei sei promotori iniziali (poi garanti) del progetto, ne è rimasto solo uno. Tutti gli intellettuali, gli artisti, gli studiosi, gli esponenti di rilievo dei tanti movimenti che si erano raccolti intorno al progetto – un gran numero di persone, tra cui decine dei nostri candidati e candidate – ci hanno lasciato strada facendo.

Il risultato è che la linea politica dell’Altra Europa si piega ormai di volta in volta alle esigenze tattiche imposte dalla sua subalternità agli interessi dei partiti con cui vorrebbe unificarsi: basti pensare al voltafaccia sulla nostra costituzione in associazione, che Sel non gradiva e che per questo non si è più fatta, o al voltafaccia sulla partecipazione alle elezioni regionali, prima scartata perché “le Regioni non contano nulla”, poi sostenuta per offrire uno spazio a Sel, dove questo partito non riesce ad accordarsi con il Pd; o, ancora, al voltafaccia nei confronti del tema “coalizione sociale”, prima marginalizzato e addirittura irriso, e poi, dopo le prese di posizione di Landini e Rodotà, riannesso in modo posticcio al percorso della “Casa comune della sinistra e dei democratici”. Per non dire dei contorsionismi necessari a stare con i movimenti No Tav, No Triv, No Expo e al tempo stesso mantenersene fuori, così da non costituire una minaccia per chi, pur abbracciando astrattamente una posizione, ne pratica un’altra, spesso diametralmente opposta, quando siede in giunte comunali e regionali. Lo stesso vale per la vicenda di Tempa Rossa e per i movimenti che lottano contro le Grandi Opere, l’erosione del suolo in Liguria, il No Muos in Sicilia, le Grandi Navi e il No Mose in Veneto.

Tutto questo ha disgregato ciò che era unito: molti di coloro che hanno sostenuto la nascita dell’Altra Europa si sentono ormai esuli in patria, alcuni si sono allontanati, altri hanno ritrovato entusiasmo riavviando un processo partecipativo. Tutti però sono convinti che il percorso seguito attualmente non abbia futuro, essendo una stanca e ancor più contorta riedizione di progetti di aggregazione tra forze politiche prive di una propria ragion d’essere, per quanto ben decise a salvaguardare la propria sopravvivenza, la propria identità e, il più delle volte, i propri apparati (o zavorra, come li definisce Stefano Rodotà).

Stanno tuttavia prendendo forma e moltiplicandosi innumerevoli punti da cui partire per far rivivere quello spirito unitario – fondato su partecipazione orizzontale e attenzione ai processi sociali, anziché sugli schieramenti partitici – che aveva animato l’adesione al nostro progetto iniziale. Li ritroviamo nelle reti fra movimenti, nella trasversalità delle mobilitazioni per i migranti, nella perseveranza di tanti militanti e comitati, nella fierezza con cui L’Altro Veneto e molte “Altre” Regioni hanno deciso di affrontare le elezioni regionali con slogan come “basta cemento, basta tangenti”, chiedendo che la politica ritrovi un rapporto con l’etica del bene comune e sappia mettere al primo posto la solidarietà, l’accoglienza, le persone. La politica vera dell’Altra Europa, per noi, si fa lì.

Firmato da :
Luciano Gallino (ex garante)
Barbara Spinelli (ex garante ed eurodeputata)
Guido Viale (ex garante)
Gian Luigi Ago (L’Altra Liguria)
Carlo Amabile (L’Altra Emilia Romagna)
Pino Ippolito Armino
Loredana Astigiano (L’Altra Liguria)
Simonetta Astigiano (L’Altra Liguria) .....
SEGUONO ALTRE FIRME

Invitiamo tutte le persone che condividono questo testo a sottoscriverlo inviando la propria adesione all’indirizzo: europa.bivio@gmail.com

Condivido e firmo il presente documento apparso su
http://www.altraeuroparoma.it/forum/vie ... f=6&t=5792
iospero
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Re: LETTERA APERTA A L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS - important

Messaggio da iospero »

Se si andasse a votare per le politiche quest'anno o come prevedibile il prossimo credo che per persone di sinistra la scelta sarebbe o astenersi o questo nuovo soggetto di sinistra che il 18-19 prossimo dovrebbe nascere o valutare il M5S.
- Astenersi alla fine significa lasciare via libera a Renzi;
- per adesso il M5S è l'unica formazione politica che permette a chi si iscrive di partecipare direttamente alle scelte, due mandati agli eletti e poi a casa, riduzione dei costi della politica, niente compromessi con i condannati, referendum senza quorum, ecc.ecc. , c'è un po' il problema Grillo-Casaleggio- niente alleanze;
un pensierino è da farsi ;
- aspettiamo di vedere come nascerà questo nuovo soggetto politico, perché giustamente come affermano la Spinelli , Viale e gli altri che hanno firmato è importante prendere un indirizzo giusto che superi il passato e veda il fiorire di nuove risorse.

Una cosa è certa a sinistra c'è un gran vuoto e non è paragonabile anche agli insuccessi della lista arcobaleno o Ingoia quando a sinistra c'era ancora un PD , oggi la Coalizione Sociale di Landini è ancora lontana, quindi cerchiamo di fare in modo che il nuovo soggetto politico nasca nel migliore dei modi.

cielo 70
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Re: LETTERA APERTA A L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS - important

Messaggio da cielo 70 »

Si dovrebbe sperare che cambi la guida del Pd, cosa improbabile. A sinistra non sorgono dei partiti nuovi, e non aumentano i consensi quelli esistenti, e il 5 stelle solo apparentemente fa partecipare gli iscritti, finché non contestano i capi. Sui 2 mandati non sono favorevole perché nella storia ci sono stati dei politici capaci che sono durati più di 10 anni; vista la situazione italiana particolare si può istituire il limite di 3 mandati.
iospero
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Re: LETTERA APERTA A L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS - important

Messaggio da iospero »

Certamente LA LETTERA A L'ALTRA EUROPA.. per raccogliere le firme è stata fatta un po' tardi, comunque credo che fosse degna di attenzione per un migliore soggetto politico in fieri.
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