FASCISMO
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FASCISMO
FASCISMO
Chi sta intervenendo in questi giorni su quanto sta succedendo nel Bel Paese lo fa sempre in punta di piedi, usando termini sempre molto delicati, usando sempre circonlocuzioni e perifrasi.
Dal vocabolario del Sabatini-Colletti,in rete:
circonlocuzione
[cir-con-lo-cu-zió-ne] s.f.
• 1 Espressione usata al posto di un'altra più breve con lo stesso sign. SINperifrasi
• 2 Giro di parole, arzigogolo
• • sec. XIV
Non dicono mai cosa sta succedendo, usando i termini diretti.
Ieri è intervenuto Stefano Rodotà su IFQ, sempre con grande lucidità, ma in punta di fioretto.
Ieri Marco Travaglio, in un lungo editoriale, ripetutamente sostiene, una serie di punti sostenendo che al premier bisogna fare sapere.
Tutto quanto analizza Travaglio è più che giusto, ma è sbagliato sostenere che qualcuno lo deve dire a Renzie.
Renzie è l’ultima persona a cui bisogna farlo sapere. Lui mira da sempre a consolidare il colpo di Stato che lo eleva a DUCE.
E’ agli italiani cloroformizzati e smarriti che bisogna dire.
Chi sta intervenendo in questi giorni su quanto sta succedendo nel Bel Paese lo fa sempre in punta di piedi, usando termini sempre molto delicati, usando sempre circonlocuzioni e perifrasi.
Dal vocabolario del Sabatini-Colletti,in rete:
circonlocuzione
[cir-con-lo-cu-zió-ne] s.f.
• 1 Espressione usata al posto di un'altra più breve con lo stesso sign. SINperifrasi
• 2 Giro di parole, arzigogolo
• • sec. XIV
Non dicono mai cosa sta succedendo, usando i termini diretti.
Ieri è intervenuto Stefano Rodotà su IFQ, sempre con grande lucidità, ma in punta di fioretto.
Ieri Marco Travaglio, in un lungo editoriale, ripetutamente sostiene, una serie di punti sostenendo che al premier bisogna fare sapere.
Tutto quanto analizza Travaglio è più che giusto, ma è sbagliato sostenere che qualcuno lo deve dire a Renzie.
Renzie è l’ultima persona a cui bisogna farlo sapere. Lui mira da sempre a consolidare il colpo di Stato che lo eleva a DUCE.
E’ agli italiani cloroformizzati e smarriti che bisogna dire.
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Re: FASCISMO
Tutto regolare?
26/04/2015 di triskel182
Dunque un presidente del Consiglio, non eletto (a differenza di come aveva promesso), minaccia di approvare una legge elettorale a colpi di una maggioranza frutto di una legge elettorale anticostituzionale.
Nata con un premio di maggioranza che la Consulta ha bocciato.
Maggioranza figlia di un altro segretario di partito che si era presentata alle urne con un altro programma.
Dove non si parlava di tagliare (o far finta) il Senato, tagliare l’articolo 18, mantenere le liste bloccate.
Sostituisce i propri deputati in commissione Affari Costituzionali se non votano come lui.
Legge elettorale che, assieme alla riforma Costituzionale (lo dice D’Alimonte in una intervista al FQ), cambia il modello della Repubblica, andando verso l’elezione diretta del premier, togliendo potere al Parlamento.
Tutto normale?
A me non sembra.
Non mi risulta che la gente abbia votato PD per questo nel 2013 (e non parlatemi delle europee che non c’azzecca nulla, per dirla alla Di Pietro).
A me non sembra che si sia discusso molto, in Parlamento, di legge elettorale e di Senato, visto che si sono approvate le leggi a colpi di canguro e minacce.
A me non sembra che la gente volesse le larghe intese, volesse le maggioranze allargate con NCD di Alfano e le riforme del paese con Berlusconi.
Che fa propaganda sui numeri dei contratti stipulati, usando i numeri come fa comodo loro, nascondendo le crisi (Piombino, Thyssen, Ilva, Whirlpool) sotto il tappeto. Sventolando riforme e assunzioni sulla scuola.
Lo ripeto: tutto regolare?
Da unoenessuno.blogspot.it
26/04/2015 di triskel182
Dunque un presidente del Consiglio, non eletto (a differenza di come aveva promesso), minaccia di approvare una legge elettorale a colpi di una maggioranza frutto di una legge elettorale anticostituzionale.
Nata con un premio di maggioranza che la Consulta ha bocciato.
Maggioranza figlia di un altro segretario di partito che si era presentata alle urne con un altro programma.
Dove non si parlava di tagliare (o far finta) il Senato, tagliare l’articolo 18, mantenere le liste bloccate.
Sostituisce i propri deputati in commissione Affari Costituzionali se non votano come lui.
Legge elettorale che, assieme alla riforma Costituzionale (lo dice D’Alimonte in una intervista al FQ), cambia il modello della Repubblica, andando verso l’elezione diretta del premier, togliendo potere al Parlamento.
Tutto normale?
A me non sembra.
Non mi risulta che la gente abbia votato PD per questo nel 2013 (e non parlatemi delle europee che non c’azzecca nulla, per dirla alla Di Pietro).
A me non sembra che si sia discusso molto, in Parlamento, di legge elettorale e di Senato, visto che si sono approvate le leggi a colpi di canguro e minacce.
A me non sembra che la gente volesse le larghe intese, volesse le maggioranze allargate con NCD di Alfano e le riforme del paese con Berlusconi.
Che fa propaganda sui numeri dei contratti stipulati, usando i numeri come fa comodo loro, nascondendo le crisi (Piombino, Thyssen, Ilva, Whirlpool) sotto il tappeto. Sventolando riforme e assunzioni sulla scuola.
Lo ripeto: tutto regolare?
Da unoenessuno.blogspot.it
Ultima modifica di camillobenso il 26/04/2015, 20:30, modificato 1 volta in totale.
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Re: FASCISMO
Con questi italiani, la P2 di Gelli e Verdini ci và a nozze.
Dai Tg:
Prima dell'incontro di calcio della Juve a Torino lanciano una bomba carta.
La ribellione gli italiani sanno esprimerla solo nel calcio. Che il Bel Paese sia allo sfascio, e che sia ritornato il fascismo questo non frega niente a nessuno.
PS. Non sono juventino. Non è una questione di una squadra o di un'altra, ma l'aderenza alla democrazia, (perduta).
Dai Tg:
Prima dell'incontro di calcio della Juve a Torino lanciano una bomba carta.
La ribellione gli italiani sanno esprimerla solo nel calcio. Che il Bel Paese sia allo sfascio, e che sia ritornato il fascismo questo non frega niente a nessuno.
PS. Non sono juventino. Non è una questione di una squadra o di un'altra, ma l'aderenza alla democrazia, (perduta).
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Re: FASCISMO
Crozza-Renzi in 'Decido Tutto Io Show'
http://www.la7.it/crozza/video/crozza-r ... 015-153164
'Le parole d’ordine sono tre: credere, obbedire, combattere! Credere alle panzane che dico, obbedire a Stati Uniti ed Europa e combattere la minoranza PD! '
http://www.la7.it/crozza/video/crozza-r ... 015-153164
'Le parole d’ordine sono tre: credere, obbedire, combattere! Credere alle panzane che dico, obbedire a Stati Uniti ed Europa e combattere la minoranza PD! '
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Re: FASCISMO
Italicum, Speranza: «Renzi sta commettendo un errore molto grave»
26/04/2015
- di Valentina Spotti
Confermo le mie dimissioni, perché le idee valgono più delle poltrone» – così ha detto Roberto Speranza, ex capogruppo del Pd alla Camera intervistato da Lucia Annunziata a In 1/2 h.
A dieci giorni delle sue dimissioni da capogruppo del Partito Democratico, l’onorevole Dem ha spiegato di aver ricevuto numerose richieste di tornare al suo posto, una richiesta che però Speranza non può accontentare perché: «Mi sono trovato davanti a un bivio, e ho scelto di essere fedele alle mie idee».
«LA RIFORMA ELETTORALE POGGIA SU UN TERRENO TROPPO FRAGILE» -
«Noi non vogliamo far saltare il banco – ha spiegato Speranza – Abbiamo parlato con i grillini e poi abbiamo tirato dentro Forza Italia. Poi abbiamo perso Forza Italia. Ma il terreno su cui si poggiano queste riforme è troppo debole.
Ed è questo quello che voglio far capire a Renzi» – ha concluso l’ex capogruppo, dichiarando di non aver avuto contatti con il premier in questi dieci giorni.
Speranza ripercorre gli ultimi sviluppi legati all’Italicum: le sue dimissioni, la sostituzione dei dieci parlamentari del Pd in Commissione Affari Costituzionali e torna a sottolineare come, a suo dire, la riforma elettorale affondi le sue fondamenta su un «terreno troppo fragile».
«NON HO UN PREGIUDIZIO SU RENZI» -
«Non ho un pregiudizio su Renzi. Io sono tra quelli che ho pensato che la leadership di Renzi contro i populismi, in particolare quella del Movimento 5 Stelle, potesse essere utile – ha detto poi Speranza – Renzi va alla forzatura per dare un segnale forte al Paese.
Ma il prezzo che paga è molto più alto del beneficio di poter dire, tra qualche settimana, ‘Ho approvato l’Italicum’».
Pungolato dalle domande di Lucia Annunziata, Speranza ha affermato anche di non temere che la nuova legge elettorale possa «mettere un uomo solo al comando», e che i temi che agitano il Pd riguardino piuttosto il partito stesso.
«È chiaro però che un Senato non elettivo e una Camera di nominati rischia di mettere troppo potere nelle mani di chi decide.
Ma non parlerei di deriva democratica».
LEGGI ANCHE: Alessandro Di Battista (M5S): «Insulti razzisti? Gianni Morandi si è comportato da signore»
«LA FIDUCIA SULL’ITALICUM SAREBBE UN ERRORE MADORNALE» -
Speranza voterà la fiducia sull’Italicum? La domanda di Lucia Annunziata è netta.
«Porre la fiducia sulla legge elettorale sarebbe una violenza al Parlamento, un errore madornale» –
Speranza non usa mezzi termini, pur sottolineando che «ancora il governo non ha fatto capire cosa fare, e spero ci sia ancora tempo per discutere».
E ancora: «Renzi fa bene a essere “tosto”, ma se l’Italicum passerà con la fiducia, il Pd diventerà più debole.
Dimettendomi ho detto che sarei stato leale, e ritengo sbagliato legare il destino del governo alla legge elettorale. Ma se Renzi metterà la fiducia – ribadisce ancora una volta Speranza – commetterà un errore madornale».
«LA SCISSIONE SAREBBE UN ALTRO ERRORE GRAVISSIMO» -
Una ventina di senatori e una settantina di deputati, più gli amministratori territoriali: Speranza fa la conta della minoranza del Pd specificando che «Nonostante Renzi sia l’uomo che guida il governo, tutte queste personalità possono avere in mente un partito diverso».
Ma Speranza allontana lo spettro di una possibile Scissione. «La scissione sarebbe un altro errore gravissimo – ha continuato Speranza – Fuori dal Pd c’è uno scenario devastante. E io voglio dare forza al Pd».
Le minoranze, ha spiegato l’ex capogruppo, «sono tutte sotto la stessa bandiera» ed «esprimono delle idee».
26/04/2015
- di Valentina Spotti
Confermo le mie dimissioni, perché le idee valgono più delle poltrone» – così ha detto Roberto Speranza, ex capogruppo del Pd alla Camera intervistato da Lucia Annunziata a In 1/2 h.
A dieci giorni delle sue dimissioni da capogruppo del Partito Democratico, l’onorevole Dem ha spiegato di aver ricevuto numerose richieste di tornare al suo posto, una richiesta che però Speranza non può accontentare perché: «Mi sono trovato davanti a un bivio, e ho scelto di essere fedele alle mie idee».
«LA RIFORMA ELETTORALE POGGIA SU UN TERRENO TROPPO FRAGILE» -
«Noi non vogliamo far saltare il banco – ha spiegato Speranza – Abbiamo parlato con i grillini e poi abbiamo tirato dentro Forza Italia. Poi abbiamo perso Forza Italia. Ma il terreno su cui si poggiano queste riforme è troppo debole.
Ed è questo quello che voglio far capire a Renzi» – ha concluso l’ex capogruppo, dichiarando di non aver avuto contatti con il premier in questi dieci giorni.
Speranza ripercorre gli ultimi sviluppi legati all’Italicum: le sue dimissioni, la sostituzione dei dieci parlamentari del Pd in Commissione Affari Costituzionali e torna a sottolineare come, a suo dire, la riforma elettorale affondi le sue fondamenta su un «terreno troppo fragile».
«NON HO UN PREGIUDIZIO SU RENZI» -
«Non ho un pregiudizio su Renzi. Io sono tra quelli che ho pensato che la leadership di Renzi contro i populismi, in particolare quella del Movimento 5 Stelle, potesse essere utile – ha detto poi Speranza – Renzi va alla forzatura per dare un segnale forte al Paese.
Ma il prezzo che paga è molto più alto del beneficio di poter dire, tra qualche settimana, ‘Ho approvato l’Italicum’».
Pungolato dalle domande di Lucia Annunziata, Speranza ha affermato anche di non temere che la nuova legge elettorale possa «mettere un uomo solo al comando», e che i temi che agitano il Pd riguardino piuttosto il partito stesso.
«È chiaro però che un Senato non elettivo e una Camera di nominati rischia di mettere troppo potere nelle mani di chi decide.
Ma non parlerei di deriva democratica».
LEGGI ANCHE: Alessandro Di Battista (M5S): «Insulti razzisti? Gianni Morandi si è comportato da signore»
«LA FIDUCIA SULL’ITALICUM SAREBBE UN ERRORE MADORNALE» -
Speranza voterà la fiducia sull’Italicum? La domanda di Lucia Annunziata è netta.
«Porre la fiducia sulla legge elettorale sarebbe una violenza al Parlamento, un errore madornale» –
Speranza non usa mezzi termini, pur sottolineando che «ancora il governo non ha fatto capire cosa fare, e spero ci sia ancora tempo per discutere».
E ancora: «Renzi fa bene a essere “tosto”, ma se l’Italicum passerà con la fiducia, il Pd diventerà più debole.
Dimettendomi ho detto che sarei stato leale, e ritengo sbagliato legare il destino del governo alla legge elettorale. Ma se Renzi metterà la fiducia – ribadisce ancora una volta Speranza – commetterà un errore madornale».
«LA SCISSIONE SAREBBE UN ALTRO ERRORE GRAVISSIMO» -
Una ventina di senatori e una settantina di deputati, più gli amministratori territoriali: Speranza fa la conta della minoranza del Pd specificando che «Nonostante Renzi sia l’uomo che guida il governo, tutte queste personalità possono avere in mente un partito diverso».
Ma Speranza allontana lo spettro di una possibile Scissione. «La scissione sarebbe un altro errore gravissimo – ha continuato Speranza – Fuori dal Pd c’è uno scenario devastante. E io voglio dare forza al Pd».
Le minoranze, ha spiegato l’ex capogruppo, «sono tutte sotto la stessa bandiera» ed «esprimono delle idee».
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Re: FASCISMO
Roberto Speranza - In 1/2 ora del 26/04/2015
Video
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... 0c68b.html
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Re: FASCISMO
Anche questo è fascismo.
Quando i fascisti che non ammettono il dissenso bollano chi fa opposizione definendoli squadristi.
Niente di nuovo sotto il sole. Tra il il 1919 ed il 1924, a Milano succedevano le stesse cose.
"Chi dimentica la storia è costretto a riviverla"
Primo Levi
^^^^^^^^^^
“Le ho urlato vergogna e non mi pento antidemocratici sono quelli come lei che fingono di non vedere il dissenso”
(ILARIA VENTURI)
27/04/2015 di triskel182
BOLOGNA . «Noi squadristi? Ma per favore. Il ministro ci offende profondamente, le sue parole ci indignano ».
Corradina Scillia insegna da dieci anni Lettere in una scuola media alla Bolognina, nello storico quartiere rosso di Bologna: tanti stranieri, istituto di frontiera.
Era alla contestazione alla Festa dell’Unità quasi per caso. Ed ha urlato, a gran voce.
Perché non avete fatto parlare il ministro Giannini?
«È stato tutto molto enfatizzato, il tentativo di dialogo c’è stato».
Con urla e grida?
«È il ministro che se ne è andato. La sala era quasi deserta, c’eravamo solo noi e gli studenti. Io ero andata per partecipare al flash mob degli insegnanti, dopo ho raggiunto il dibattito. Quando sono arrivata ho visto gli universitari alzare i cartelli. E mi sono arrabbiata anch’io, ne avevo molti motivi. C’è un momento in cui non riesci più a stare zitto e devi difendere ciò in cui credi. Come la scuola pubblica, che io ho scelto per passione».
Cosa la fa più arrabbiare?
«La chiamata diretta degli insegnanti da parte dei presidi, gli albi regionali che sono una buffonata, il gioco delle tre carte sulle risorse alla scuola: messe su una voce, tolte da un’altra. Conosco un preside che, in contrasto col Comune, ha chiuso una scuola primaria. Cosa potrà accadere dando pieni poteri ai dirigenti? Mi ribolle il sangue sapere che sarò chiamata su basi discrezionali e, peggio, in balia del rischio di una politica clientelare. Non ci sono garanzie».
Il premier Renzi ha detto che un educatore ascolta, non toglie la parola.
«Da educatori insegniamo a sviluppare il senso critico e come cittadini siamo tenuti a protestare quando ci sono decisioni che ledono i nostri diritti. È stata una contestazione dovuta alla nostra esasperazione. Fa pensare il fatto che ci sono volute due pentole sbattute per ricordare a tutti che c’è un disagio profondo nel mondo della scuola. I flash mob silenziosi non vengono neanche presi in considerazione».
Il ministro vi accusa di averla insultata.
«Non abbiamo insultato nessuno. Abbiamo gridato: vergogna. Ma perché è vergognoso questo disegno di legge. Noi antidemocratici? È il governo che non ci ha mai voluto ascoltare».
La Giannini dice che la consultazione on line è durata tre mesi.
«E tutte le nostre mozioni? Ne hanno portate 200 al ministero e non le hanno nemmeno accolte. E poi le proposte dei sindacati, i documenti degli insegnanti, la legge di iniziativa popolare sulla scuola che continua ad essere ignorata dal governo. Altro che inerzia diffusa, noi studiamo le riforme e siamo preparati».
Uno dei punti contestati sono i soldi
alle paritarie.
«Nel ddl sono previste detrazioni fiscali. Non ce l’ho con le paritarie, ma questi sono soldi sottratti alla scuola pubblica che intanto cade a pezzi».
Da La Repubblica del 27/04/2015.
Quando i fascisti che non ammettono il dissenso bollano chi fa opposizione definendoli squadristi.
Niente di nuovo sotto il sole. Tra il il 1919 ed il 1924, a Milano succedevano le stesse cose.
"Chi dimentica la storia è costretto a riviverla"
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27/04/2015 di triskel182
BOLOGNA . «Noi squadristi? Ma per favore. Il ministro ci offende profondamente, le sue parole ci indignano ».
Corradina Scillia insegna da dieci anni Lettere in una scuola media alla Bolognina, nello storico quartiere rosso di Bologna: tanti stranieri, istituto di frontiera.
Era alla contestazione alla Festa dell’Unità quasi per caso. Ed ha urlato, a gran voce.
Perché non avete fatto parlare il ministro Giannini?
«È stato tutto molto enfatizzato, il tentativo di dialogo c’è stato».
Con urla e grida?
«È il ministro che se ne è andato. La sala era quasi deserta, c’eravamo solo noi e gli studenti. Io ero andata per partecipare al flash mob degli insegnanti, dopo ho raggiunto il dibattito. Quando sono arrivata ho visto gli universitari alzare i cartelli. E mi sono arrabbiata anch’io, ne avevo molti motivi. C’è un momento in cui non riesci più a stare zitto e devi difendere ciò in cui credi. Come la scuola pubblica, che io ho scelto per passione».
Cosa la fa più arrabbiare?
«La chiamata diretta degli insegnanti da parte dei presidi, gli albi regionali che sono una buffonata, il gioco delle tre carte sulle risorse alla scuola: messe su una voce, tolte da un’altra. Conosco un preside che, in contrasto col Comune, ha chiuso una scuola primaria. Cosa potrà accadere dando pieni poteri ai dirigenti? Mi ribolle il sangue sapere che sarò chiamata su basi discrezionali e, peggio, in balia del rischio di una politica clientelare. Non ci sono garanzie».
Il premier Renzi ha detto che un educatore ascolta, non toglie la parola.
«Da educatori insegniamo a sviluppare il senso critico e come cittadini siamo tenuti a protestare quando ci sono decisioni che ledono i nostri diritti. È stata una contestazione dovuta alla nostra esasperazione. Fa pensare il fatto che ci sono volute due pentole sbattute per ricordare a tutti che c’è un disagio profondo nel mondo della scuola. I flash mob silenziosi non vengono neanche presi in considerazione».
Il ministro vi accusa di averla insultata.
«Non abbiamo insultato nessuno. Abbiamo gridato: vergogna. Ma perché è vergognoso questo disegno di legge. Noi antidemocratici? È il governo che non ci ha mai voluto ascoltare».
La Giannini dice che la consultazione on line è durata tre mesi.
«E tutte le nostre mozioni? Ne hanno portate 200 al ministero e non le hanno nemmeno accolte. E poi le proposte dei sindacati, i documenti degli insegnanti, la legge di iniziativa popolare sulla scuola che continua ad essere ignorata dal governo. Altro che inerzia diffusa, noi studiamo le riforme e siamo preparati».
Uno dei punti contestati sono i soldi
alle paritarie.
«Nel ddl sono previste detrazioni fiscali. Non ce l’ho con le paritarie, ma questi sono soldi sottratti alla scuola pubblica che intanto cade a pezzi».
Da La Repubblica del 27/04/2015.
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Re: FASCISMO
Anche questo è fascismo.
Quando i fascisti che non ammettono il dissenso bollano chi fa opposizione definendoli squadristi.
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BOLOGNA . «Noi squadristi? Ma per favore. Il ministro ci offende profondamente, le sue parole ci indignano ».
Corradina Scillia insegna da dieci anni Lettere in una scuola media alla Bolognina, nello storico quartiere rosso di Bologna: tanti stranieri, istituto di frontiera.
Era alla contestazione alla Festa dell’Unità quasi per caso. Ed ha urlato, a gran voce.
Perché non avete fatto parlare il ministro Giannini?
«È stato tutto molto enfatizzato, il tentativo di dialogo c’è stato».
Con urla e grida?
«È il ministro che se ne è andato. La sala era quasi deserta, c’eravamo solo noi e gli studenti. Io ero andata per partecipare al flash mob degli insegnanti, dopo ho raggiunto il dibattito. Quando sono arrivata ho visto gli universitari alzare i cartelli. E mi sono arrabbiata anch’io, ne avevo molti motivi. C’è un momento in cui non riesci più a stare zitto e devi difendere ciò in cui credi. Come la scuola pubblica, che io ho scelto per passione».
Cosa la fa più arrabbiare?
«La chiamata diretta degli insegnanti da parte dei presidi, gli albi regionali che sono una buffonata, il gioco delle tre carte sulle risorse alla scuola: messe su una voce, tolte da un’altra. Conosco un preside che, in contrasto col Comune, ha chiuso una scuola primaria. Cosa potrà accadere dando pieni poteri ai dirigenti? Mi ribolle il sangue sapere che sarò chiamata su basi discrezionali e, peggio, in balia del rischio di una politica clientelare. Non ci sono garanzie».
Il premier Renzi ha detto che un educatore ascolta, non toglie la parola.
«Da educatori insegniamo a sviluppare il senso critico e come cittadini siamo tenuti a protestare quando ci sono decisioni che ledono i nostri diritti. È stata una contestazione dovuta alla nostra esasperazione. Fa pensare il fatto che ci sono volute due pentole sbattute per ricordare a tutti che c’è un disagio profondo nel mondo della scuola. I flash mob silenziosi non vengono neanche presi in considerazione».
Il ministro vi accusa di averla insultata.
«Non abbiamo insultato nessuno. Abbiamo gridato: vergogna. Ma perché è vergognoso questo disegno di legge. Noi antidemocratici? È il governo che non ci ha mai voluto ascoltare».
La Giannini dice che la consultazione on line è durata tre mesi.
«E tutte le nostre mozioni? Ne hanno portate 200 al ministero e non le hanno nemmeno accolte. E poi le proposte dei sindacati, i documenti degli insegnanti, la legge di iniziativa popolare sulla scuola che continua ad essere ignorata dal governo. Altro che inerzia diffusa, noi studiamo le riforme e siamo preparati».
Uno dei punti contestati sono i soldi
alle paritarie.
«Nel ddl sono previste detrazioni fiscali. Non ce l’ho con le paritarie, ma questi sono soldi sottratti alla scuola pubblica che intanto cade a pezzi».
Da La Repubblica del 27/04/2015.
Quando i fascisti che non ammettono il dissenso bollano chi fa opposizione definendoli squadristi.
Niente di nuovo sotto il sole. Tra il il 1919 ed il 1924, a Milano succedevano le stesse cose.
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(ILARIA VENTURI)
27/04/2015 di triskel182
BOLOGNA . «Noi squadristi? Ma per favore. Il ministro ci offende profondamente, le sue parole ci indignano ».
Corradina Scillia insegna da dieci anni Lettere in una scuola media alla Bolognina, nello storico quartiere rosso di Bologna: tanti stranieri, istituto di frontiera.
Era alla contestazione alla Festa dell’Unità quasi per caso. Ed ha urlato, a gran voce.
Perché non avete fatto parlare il ministro Giannini?
«È stato tutto molto enfatizzato, il tentativo di dialogo c’è stato».
Con urla e grida?
«È il ministro che se ne è andato. La sala era quasi deserta, c’eravamo solo noi e gli studenti. Io ero andata per partecipare al flash mob degli insegnanti, dopo ho raggiunto il dibattito. Quando sono arrivata ho visto gli universitari alzare i cartelli. E mi sono arrabbiata anch’io, ne avevo molti motivi. C’è un momento in cui non riesci più a stare zitto e devi difendere ciò in cui credi. Come la scuola pubblica, che io ho scelto per passione».
Cosa la fa più arrabbiare?
«La chiamata diretta degli insegnanti da parte dei presidi, gli albi regionali che sono una buffonata, il gioco delle tre carte sulle risorse alla scuola: messe su una voce, tolte da un’altra. Conosco un preside che, in contrasto col Comune, ha chiuso una scuola primaria. Cosa potrà accadere dando pieni poteri ai dirigenti? Mi ribolle il sangue sapere che sarò chiamata su basi discrezionali e, peggio, in balia del rischio di una politica clientelare. Non ci sono garanzie».
Il premier Renzi ha detto che un educatore ascolta, non toglie la parola.
«Da educatori insegniamo a sviluppare il senso critico e come cittadini siamo tenuti a protestare quando ci sono decisioni che ledono i nostri diritti. È stata una contestazione dovuta alla nostra esasperazione. Fa pensare il fatto che ci sono volute due pentole sbattute per ricordare a tutti che c’è un disagio profondo nel mondo della scuola. I flash mob silenziosi non vengono neanche presi in considerazione».
Il ministro vi accusa di averla insultata.
«Non abbiamo insultato nessuno. Abbiamo gridato: vergogna. Ma perché è vergognoso questo disegno di legge. Noi antidemocratici? È il governo che non ci ha mai voluto ascoltare».
La Giannini dice che la consultazione on line è durata tre mesi.
«E tutte le nostre mozioni? Ne hanno portate 200 al ministero e non le hanno nemmeno accolte. E poi le proposte dei sindacati, i documenti degli insegnanti, la legge di iniziativa popolare sulla scuola che continua ad essere ignorata dal governo. Altro che inerzia diffusa, noi studiamo le riforme e siamo preparati».
Uno dei punti contestati sono i soldi
alle paritarie.
«Nel ddl sono previste detrazioni fiscali. Non ce l’ho con le paritarie, ma questi sono soldi sottratti alla scuola pubblica che intanto cade a pezzi».
Da La Repubblica del 27/04/2015.
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Re: FASCISMO
Anche questo è fascismo.
Quando i fascisti che non ammettono il dissenso bollano chi fa opposizione definendoli squadristi.
Niente di nuovo sotto il sole. Tra il il 1919 ed il 1924, a Milano succedevano le stesse cose.
"Chi dimentica la storia è costretto a riviverla"
Primo Levi
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(ILARIA VENTURI)
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BOLOGNA . «Noi squadristi? Ma per favore. Il ministro ci offende profondamente, le sue parole ci indignano ».
Corradina Scillia insegna da dieci anni Lettere in una scuola media alla Bolognina, nello storico quartiere rosso di Bologna: tanti stranieri, istituto di frontiera.
Era alla contestazione alla Festa dell’Unità quasi per caso. Ed ha urlato, a gran voce.
Perché non avete fatto parlare il ministro Giannini?
«È stato tutto molto enfatizzato, il tentativo di dialogo c’è stato».
Con urla e grida?
«È il ministro che se ne è andato. La sala era quasi deserta, c’eravamo solo noi e gli studenti. Io ero andata per partecipare al flash mob degli insegnanti, dopo ho raggiunto il dibattito. Quando sono arrivata ho visto gli universitari alzare i cartelli. E mi sono arrabbiata anch’io, ne avevo molti motivi. C’è un momento in cui non riesci più a stare zitto e devi difendere ciò in cui credi. Come la scuola pubblica, che io ho scelto per passione».
Cosa la fa più arrabbiare?
«La chiamata diretta degli insegnanti da parte dei presidi, gli albi regionali che sono una buffonata, il gioco delle tre carte sulle risorse alla scuola: messe su una voce, tolte da un’altra. Conosco un preside che, in contrasto col Comune, ha chiuso una scuola primaria. Cosa potrà accadere dando pieni poteri ai dirigenti? Mi ribolle il sangue sapere che sarò chiamata su basi discrezionali e, peggio, in balia del rischio di una politica clientelare. Non ci sono garanzie».
Il premier Renzi ha detto che un educatore ascolta, non toglie la parola.
«Da educatori insegniamo a sviluppare il senso critico e come cittadini siamo tenuti a protestare quando ci sono decisioni che ledono i nostri diritti. È stata una contestazione dovuta alla nostra esasperazione. Fa pensare il fatto che ci sono volute due pentole sbattute per ricordare a tutti che c’è un disagio profondo nel mondo della scuola. I flash mob silenziosi non vengono neanche presi in considerazione».
Il ministro vi accusa di averla insultata.
«Non abbiamo insultato nessuno. Abbiamo gridato: vergogna. Ma perché è vergognoso questo disegno di legge. Noi antidemocratici? È il governo che non ci ha mai voluto ascoltare».
La Giannini dice che la consultazione on line è durata tre mesi.
«E tutte le nostre mozioni? Ne hanno portate 200 al ministero e non le hanno nemmeno accolte. E poi le proposte dei sindacati, i documenti degli insegnanti, la legge di iniziativa popolare sulla scuola che continua ad essere ignorata dal governo. Altro che inerzia diffusa, noi studiamo le riforme e siamo preparati».
Uno dei punti contestati sono i soldi
alle paritarie.
«Nel ddl sono previste detrazioni fiscali. Non ce l’ho con le paritarie, ma questi sono soldi sottratti alla scuola pubblica che intanto cade a pezzi».
Da La Repubblica del 27/04/2015.
Quando i fascisti che non ammettono il dissenso bollano chi fa opposizione definendoli squadristi.
Niente di nuovo sotto il sole. Tra il il 1919 ed il 1924, a Milano succedevano le stesse cose.
"Chi dimentica la storia è costretto a riviverla"
Primo Levi
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“Le ho urlato vergogna e non mi pento antidemocratici sono quelli come lei che fingono di non vedere il dissenso”
(ILARIA VENTURI)
27/04/2015 di triskel182
BOLOGNA . «Noi squadristi? Ma per favore. Il ministro ci offende profondamente, le sue parole ci indignano ».
Corradina Scillia insegna da dieci anni Lettere in una scuola media alla Bolognina, nello storico quartiere rosso di Bologna: tanti stranieri, istituto di frontiera.
Era alla contestazione alla Festa dell’Unità quasi per caso. Ed ha urlato, a gran voce.
Perché non avete fatto parlare il ministro Giannini?
«È stato tutto molto enfatizzato, il tentativo di dialogo c’è stato».
Con urla e grida?
«È il ministro che se ne è andato. La sala era quasi deserta, c’eravamo solo noi e gli studenti. Io ero andata per partecipare al flash mob degli insegnanti, dopo ho raggiunto il dibattito. Quando sono arrivata ho visto gli universitari alzare i cartelli. E mi sono arrabbiata anch’io, ne avevo molti motivi. C’è un momento in cui non riesci più a stare zitto e devi difendere ciò in cui credi. Come la scuola pubblica, che io ho scelto per passione».
Cosa la fa più arrabbiare?
«La chiamata diretta degli insegnanti da parte dei presidi, gli albi regionali che sono una buffonata, il gioco delle tre carte sulle risorse alla scuola: messe su una voce, tolte da un’altra. Conosco un preside che, in contrasto col Comune, ha chiuso una scuola primaria. Cosa potrà accadere dando pieni poteri ai dirigenti? Mi ribolle il sangue sapere che sarò chiamata su basi discrezionali e, peggio, in balia del rischio di una politica clientelare. Non ci sono garanzie».
Il premier Renzi ha detto che un educatore ascolta, non toglie la parola.
«Da educatori insegniamo a sviluppare il senso critico e come cittadini siamo tenuti a protestare quando ci sono decisioni che ledono i nostri diritti. È stata una contestazione dovuta alla nostra esasperazione. Fa pensare il fatto che ci sono volute due pentole sbattute per ricordare a tutti che c’è un disagio profondo nel mondo della scuola. I flash mob silenziosi non vengono neanche presi in considerazione».
Il ministro vi accusa di averla insultata.
«Non abbiamo insultato nessuno. Abbiamo gridato: vergogna. Ma perché è vergognoso questo disegno di legge. Noi antidemocratici? È il governo che non ci ha mai voluto ascoltare».
La Giannini dice che la consultazione on line è durata tre mesi.
«E tutte le nostre mozioni? Ne hanno portate 200 al ministero e non le hanno nemmeno accolte. E poi le proposte dei sindacati, i documenti degli insegnanti, la legge di iniziativa popolare sulla scuola che continua ad essere ignorata dal governo. Altro che inerzia diffusa, noi studiamo le riforme e siamo preparati».
Uno dei punti contestati sono i soldi
alle paritarie.
«Nel ddl sono previste detrazioni fiscali. Non ce l’ho con le paritarie, ma questi sono soldi sottratti alla scuola pubblica che intanto cade a pezzi».
Da La Repubblica del 27/04/2015.
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